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Autore: acuddlyworgen    04/03/2016    1 recensioni
Una ragazza ricomincia la sua vita in una nuova città: un nuovo ambiente, una nuova scuola, nuovi amici, nuovi nemici e... nuovi amori.
A volte da una disgrazia può scaturire qualcosa di estremamente bello, che cambia la tua vita radicalmente.
A volte però le belle cose possono anche nascondere oscuri segreti.
Sembrerebbe la solita storiella adolescenziale.... Scoprirete che non lo è...
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Da quanto tempo si trovava lì? Qualche minuto? Qualche ora?

Non le importava. Poteva rimanere ferma in quella posizione per l'eternità a guardare quel ragazzo stupendo seduto nella stanza dell'ospedale.

Aveva appoggiato la testa sulla mano di sua sorella, con gli occhi chiusi e l'espressione di chi dorme profondamente.

Le goccioline ancora presenti sulle sue guance luccicavano sotto i raggi solari che entravano dalla finestra. Quel bagliore le fece intuire che ormai doveva essere passato mezzogiorno.

Guardò l'orologio sul muro dietro di lei, era l'una e mezza, alle due finiva l'orario di visita per quel reparto, cosi decise di andare a prendere qualcosa d mangiare. Di sicuro Natsu sarebbe stato felice se gli portava il pranzo.

Andò dall'infermiera e le chiese dove si trovasse il bar dell'ospedale, quindi, seguendo le sue indicazioni, scese al piano terra.

Il locale era affollatissimo e la coda per la cassa avanzava ad un ritmo assurdamente lento. Non sarebbe riuscita a comprare niente per almeno tre quarti d'ora.

Andò nella hall, scoraggiata, e si diresse agli ascensori. Passando davanti all'ingresso vide delle persone che trasportavano dei pacchetti che, passandole vicino, riempirono il suo cervello del profumo inebriante di carne cotta e patatine fritte.

<< Scusate, posso chiedervi dove avete preso da mangiare?>>

<< Nel negozio di Kebab, a 100 metri da qui.>>

<< Grazie mille!>>

Uscì dall'ospedale e andò nella direzione indicata, trovando in locale poco dopo. Era affollato ma la coda scorreva velocemente, cosi, qualche minuto dopo, uscì col suo bel pacchetto contenente due Kebab e due porzioni di patatine.

Intraprese il cammino di ritorno con immensa felicità. Dopo una ventina di metri la sua attenzione fu catturata da un forte rumore metallico proveniente da un vicoletto vicino.

Affacciandosi, vide una signora anziana che tentava, in vano, di rialzarsi in mezzo ai cassonetti della spazzatura.

<< Oddio, signora sta bene?>>

per tutta risposta ottenne solo dei singhiozzi smorzati.

Corse ad aiutarla ma si fermo a qualche metro di distanza. Si era accorta di un particolare strano che aveva attivato in lei un senso di allarme.

I singhiozzi della donna erano in un tono rauco e profondo, da voce maschile.

Una mano la afferrò per la spalla, da dietro, e lei si impietrì.

La vecchia signora si erse, rivelandosi per ciò che era, un uomo grosso e corpulento, alto quasi due metri.

<< Oggi non c'è il tuo cavaliere a salvarti, vero?>> L'uomo si levò il foulard che portava sulla testa, rivelando una brutta faccia solcata da un'ancora piu brutta cicatrice sul lato destro. << Peccato, volevo ringraziarlo per questa bella bruciatura che mi ha lasciato sulla guancia.>>

L'uomo che la tratteneva la spinse contro il muro. Il contraccolpo le fece lasciare la presa sul pacchetto che aveva in mano.

<< Parla. E non fare la stupida. A casa tua non c'è e tuo padre non ce l'ha.>>

<< C... cosa...>>

CIAFF!

Lo schiaffo le rivoltò la faccia.

<< L'unica cosa che voglio sentire da te è l'ubicazione di quella cosa! Tuo padre ci ha rivelato che ce l'hai tu...>>

<< Lascia stare, non ti dirà niente. Prendile la borsa!>>

L'energumeno prese la cinghia della borsa a tracolla della ragazza. A quel punto ci fu una successione di eventi a velocità elevata.

Un SUV nero irruppe nel vicolo a gran velocità. Sul tettuccio aveva un faro intermittente blu che emetteva una sirena assordante.

Lucy ebbe una scarica di adrenalina che annullò la sua paralisi abbastanza da premetterle di dare una ginocchiata sui testicoli al bestione che la tratteneva.

L'uomo perse l'equilibrio, senza lasciare la presa sulla sua borsa. Lucy ricevette uno strattone che rischiò di spezzarle le vertebre del collo e abbassò la testa di riflesso, per permettere alla cinghia di sfilarsi.

Sentì uno schiocco metallico e un leggero dolore al collo, e poi il secondo uomo, quello vestito da vecchietta, urlare.

<< La polizia! Andiamo!>> Prese per mano il suo compagno, aiutandolo ad alzarsi, e corsero via.

In fine le gambe le cedettero e lei cadde a terra.

<< Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?>>

Alzò lo sguardo e vide una faccia già vista. L'uomo biondo con la cicatrice a forma di fulmine sulla guancia le stava tendendo la mano, che lei colse per aiutarsi a rimettersi in piedi.

<< De... detective...>>

<< Dreyar, Detective Dreyar. Come stai? Vieni, ti porto al pronto soccorso.>>

<< Sto... sto bene, solo un po' scossa.>> Bugia, il lato destro della faccia le faceva un male cane e non ci sentiva più da quell'orecchio.

Notò che l'uomo le fissava il seno. Ne era abituata, ma quello che richiamò la sua attenzione era che lo sguardo del detective era... allarmato.

<< Uhm... detective...>>

<< Il ciondolo.>>

<< Cosa?>>

<< Lucy. Il ciondolo, dov'è? Non dirmi che l'hanno preso. CAZZO! Sono arrivato tardi!>>

<< Come sa che mi chiamo...>>

<< LUCY!>>

Natsu era comparso all'imboccatura del vicolo e correva a tutta velocità verso di loro. << LASCIALA BASTARDO!!>> In un attimo li raggiunse, dando un pugno devastante in piena faccia al poliziotto che, preso alla provvista, venne catapultato a terra.

<< Scappiamo! Veloce!>> Il ragazzo la prese per mano e la portò via, fermandosi a fianco del Suv per bucargli la gomma col calore del suo anello.

 



Corsero a perdifiato e a lungo, e quando Lucy non ce la fece più, lui la prese a cavalluccio e continuò a correre. Alla fine, arrivarono a destinazione.

<< La caverna? Natsu dovremmo andare dalla polizia!>>

<< Ricordi che è stato un poliziotto ad aggredirti?>>

<< No, no, ti sbagli, lui mi ha aiutata! Aveva messo in fuga i tizi che mi hanno aggredita. Erano gli stessi della volta scorsa. Sono riusciti a prendermi la borsa e la collana.>>

<< Ancora quelli!? OK, stavolta è quella buona, li troverò e gliela farò pagare! Quando avrò finito con loro penseranno di essere delle cazzo di fatine dei desideri.>>

<< Per questo ti dico che dobbiamo andare dalla polizia, loro riusciranno a trovarli.>>

<< Eh, si, uhm. Non dico che tu non abbia ragione ma, alla luce di quello che so ora, beh diciamo che non avrei dovuto colpire il detective Dreyar. Ho sempre pensato che fosse un tipo losco, e quando l'ho visto che ti teneva per mano non ci ho visto più e ho caricato. Quindi, non penso che andare alla centrale sia una buona idea. Aprì il portone e lasciò che lei entrasse per prima. << Piuttosto, ho un'alternativa. Hey Gajeel! Amico mio! Cercavo proprio te! Come stai? Ti trovo in forma!>> La faccia da schiaffi che aveva il ragazzo mentre parlava al suo amico fece salire i nervi persino a Lucy, che dovette resistere con tutte le sue forze per non assestargli un pugno sul muso.

<< Cosa vuoi Salamander?>> Gajeel era seduto al tavolo e giocava a carte insieme a Gray.

<< Perchè pensi che voglio qualcosa? Non posso sinteressarmi allo stato d'animo o di salute di un mio carissimo amico? A che giocate? Strip Poker? Ah, stai perdendo Gray!>>

<< No. Stiamo giocando a scala, perché dovrei giocare a Strip Poker con “faccia di latta”?>> Il ragazzo rispose con estrema naturalità, come se non fosse degno di nota il fatto che portasse addosso solo le mutande e un calzino.

<< Lascia perdere. Uhm, Gajeel ti ricordi quei due che hanno assalito a Lucy quella volta?>>

<< Chi? Quelli che ti avevo detto che dovevamo trovare e fargli passare la voglia di fare i galletti, e che tu non hai voluto perché sei un coglione?>>

Il viso e le orecchie di Natsu assunsero un colorito vivace.

<< Si, quelli... vedi... Oggi... come dire...>>

<< Non dirmi che ti hanno dato fastidio ancora.>> Gajeel si era rivolto a Lucy ma fissava Natsu. La vena sulla sua fronte si era gonfiata a tal punto che la ragazza pensò che stesse per scoppiare.

<< Eh...>> non sapeva se mentire o far passare per stupido il suo amico.

<< Si, ok, avevi ragione tu. Dovevamo farlo prima cosi adesso non ne staremmo parlando. Sono un imbecille ma adesso ho bisogno del tuo aiuto. Quella volta, come pensavi di rintracciarli?>>

<< Ti rendi conto di quanto sei stato demente? Pensavi di fare il magnanimo? Che avrebbero recepito il messaggio e si sarebbero messi a diffondere pace e amore nel mondo? Certo che per avere un Q.I. Così alto ti comporti troppo spesso da balordo. AARRRHHHGG! Te le darei di santa ragione se non fosse che c'è la tua ragazza qui presente!>>

Lucy si voleva sotterrare. Sentì le guance che prendevano fuoco e si costrinse a guardare altrove, fingendosi distratta, ma fare ciò peggiorò la situazione visto che il suo sguardo venne catturato dal bozzo sulle mutande di Gray. Erano celesti e sulla parte anteriore c'era il disegno di una lampada ad olio stile “Aladdin” e una scritta intorno che riportava: “Strofina e si avvereranno i tuoi desideri.”

<< Non è la mia ragazza! E tu, razza di depravato, vai a vestirti!>>

<< Ma che cazz... di solito non hai niente da ridire sul mio abbigliamento!>>

<< il tuo NON abbigliamento.>> Corresse Gajeel << Va bene state zitti voi, fatemi scrivere...>> il ragazzo premette ripetutamente lo schermo del suo cellulare in vari punti, poi rimase ad aspettare finchè si sentì il suono della risposta arrivata via whatsapp. Intanto Natsu e Gray si erano messi a fare a botte e ora erano ingarbugliati in una matassa di calci e pugni, forse anche qualche morso non regolamentare, ma l'arbitro non aveva visto niente.

Il moro si alzò. I piercing sulla sua faccia risplendevano sotto la luce della lampada al neon attaccata al soffitto. Andò fino al punto in cui si stava svolgendo la zuffa e sollevò i due contendenti per le mutande, effettuando un perfetto “doppio sparticulo simultaneo”, termine coniato da lui stesso.

Lucy chiuse gli occhi per evitare lo scabroso spettacolo delle chiappe di Gray davanti alla faccia.

<< Basta idioti. Andiamo a scuola, Levy ci aspetta lì. Conosce un modo per scoprire dove sono andati quei malviventi.>>

 



Ormai era sera quando arrivarono davanti all'edificio. Le nuvole rosate scorrevano veloci dietro di esso, dando l'impressione che la costruzione si muovesse da sola.

Levy era in piedi appoggiata al muro accanto alla porta di ingresso. Appena li vide arrivare corse ad abbraccia Lucy. << Oh Lu-chan, stai bene? Che ti hanno fatto?>>

<< Sto bene, ma dobbiamo fare qualcosa, mi hanno rubato il ciondolo di mia madre, devo riaverlo a qualsiasi costo.>>

<< Tranquilla Lu-chan, li troveremo, andiamo dentro.>>

<< A proposito, gamberetto, cosa c'è qui a scuola che ci aiuterà a farlo?>> il ragazzo mise il braccio intorno alle spalle della sua fidanzata mentre camminavano verso le scale.<< Piuttosto... non sapevo nemmeno che la scuola fosse aperta a quest'ora.>>

<< Non è vero. Ci sei rimasto in castigo molte volte anche fino a più tardi!>>

<< AH, geehee, è vero. Hey, fiammifero, ti ricordi quella volta che abbiamo spostato la Mercedes del Prof. Arcadios e gli abbiamo fatto credere che gliela avessero rubata?>>

<< Non ho mai visto qualcuno disperarsi cosi tanto. Piangeva, poveretto. E tutto perché questo spogliarellista patologico non aveva studiato.>>

<< Questa sarà la decima volta che me lo rinfacci, non avrei dovuto chiederti aiuto. Ah! Mi sono ricordato...>> Gray andò a camminare vicino a Lucy. Sul torso portava solo una canottiera attillata, lei si sorprese del fatto che non si era accorta che per strada si era tolto il giubbotto e la felpa, nonostante lui avesse camminato davanti a lei per tutto il tragitto.<< … che Natsu ha detto che non state insieme. Perciò... che ne dici bionda? Io, te, una bottiglia di Champagne, e solo la luna come testimone, stasera?>>

<< Eh... io...>>

Bip! Siete arrivati a destinazione.

Era una voce registrata e proveniva da dietro di lei. In quel preciso istante sentì un respiro colpirle i capelli sopra la spalla. Si voltò, intimorita, e si trovò davanti ciò che non avrebbe mai voluto vedere così da vicino. Due occhi grandissimi la stavano fissando da una distanza di due millimetri dalla sua faccia, la furia omicida si intravedeva dietro il riflesso carminio delle sue pupille.

<< Rivale in amore...>> Il sussurro venne fuori in una voce gutturale che avrebbe rizzato i peli a Marilyn Manson.

AAAAAAAAHHHHH!!!

Lucy e Gray urlarono all'unisono, cadendo entrambi a terra per lo spavento.

Dopo qualche secondo di immobilità generale Gray reagì.

<< Cazzo Juvia! Mi hai di nuovo fatto triangolare il telefono? Questo non lo voglio buttare via quindi vedi di disattivare il localizzatore satellitare!>>

Ma Juvia non lo ascoltava, ormai era partita la sua modalità infermiera e stava tentando di spalmare una pomata sulla parte che Gray aveva sbattuto nella caduta, che, guarda caso, era il sedere.

<< Andiamo. Lasciatelo qua, non abbiamo tutta la sera.>>

<< Sembri impaziente di tenere la coniglietta lontana dal playboy.>>

<< Fatti i cazzi tuoi, mangiabulloni.>>

<< Coniglietta?>> Levy lanciò un'occhiataccia al suo ragazzo.

<< Geehee, era per dire, gamberetto!>>

<< Sissì. Ecco siamo arrivati.>> Si fermò davanti alla porta dell'aula di informatica, al primo piano. La aprì e intimò di seguirla all'interno.

La stanza era sommersa nella penombra, la scarsa illuminazione proveniva dalle fievoli luci di emergenza, perennemente accese.

Tutto l'arredamento dell'aula era composto da una lavagna e una cattedra, posti all'estremità più vicina alla porta, e una decina di file da dodici computer ciascuna. C'era un'altra sorgente luminosa, un computer acceso alla quarta fila, verso la quale si diresse Levy.

C'era un ragazzo seduto davanti allo schermo del calcolatore e stava lavorando a qualcosa di complesso, con un sacco di numeri e formule, utilizzando la tastiera con una velocità stratosferica.

Era molto attraente, aveva i capelli castano chiaro tutti scompigliati e portava gli occhiali.

<< È tutto pronto McGarden.>> Il ragazzo non staccava gli occhi dallo schermo.

<< Perfetto. Ragazzi, lui è Hibiki Lates, il mio informatore. Grazie alle sue capacità di Hacker ho avuto modo di avere accesso a informazioni classificate molto preziose per i miei articoli.>>

<< Il giornalino della scuola ha bisogno di informazioni classificate?>> Natsu era incredulo.

<< Certo che sei un amico di merda! Geehee, non sai che Levy ha un blog dove pubblica le notizie senza censure? È una delle poche fonti di libera informazione in tutto Fiore.>>

Il ragazzo arrossì e abbassò lo sguardo.

<< Ad ognimodo, vi spiego. Lo sapevate che la città di Magnolia è quasi completamente coperta dalla rete di videosorveglianza pubblica? Il mio collega, qui, è in grado di accedere alle registrazioni di ogni singola videocamera della città.>>

<< A che ora e in che punto è accaduto l'attacco?>> Hibiki aprì una finestra in cui eran riportata la lista di tutte le videocamere della rete pubblica.

<< Ehm... verso le due di pomeriggio in un vicolo a una cinquantina di metri a nord dell'ospedale.>>

<< Beh, certo che sei una ragazza molto precisa, brava.>> il ragazzo smanettò ancora sulla tastiera, poi si fermò. << Strano... veramente strano. Ci sono tre o quattro punti della città in cui le video camere non arrivano e questo vicolo è uno di essi.>>

<< E questo cosa vuol dire?>> Lucy iniziava a preoccuparsi.

<< Vuole dire che...>> Per la prima volta Hibiki staccò lo sguardo dal PC per guardare la sua interlocutrice. << ...wow! Ma sei uno schianto!>> Prese la mano di Lucy e la baciò. << Io sono Hibiki Lates, dolcezza, al tuo servizio.>> Adottò un'espressione facciale che probabilmente lui pensava fosse affascinante ma in lei suscitava solo voglia di dargli uno schiaffo.

Fu Levy a rispondere alla sua domanda. << … vuol dire che quei delinquenti sapevano il fatto loro, sono dei professionisti.>>

<< He! Ma non c'è problema basta seguire lo spostamento quando sono usciti dal punto cieco.>> Hibiki fece scorrere diversi video fino ad arrivare a uno in cui i due scimmioni entravano da un cancello enorme in una struttura anor più gigantesca. Sembrava un incrocio tra un castello e una fabbrica.

<< … e voilà, ecco dove hanno portato le tue cose, la struttura è...>>

<< Acnologia Enterprises.>> Lo interruppe Natsu.

<< Questo è un problema. La Acnologia è protetta dalle forze dell'ordine...>>

A Lucy rivenne in mente una cosa che avevano detto i criminali. Diede a Hibiki l'indirizzo di casa sua e gli chiese di vedere la registrazione del giorno in cui suo padre era sparito.

<< Un paio di ore prima che ti attaccassero, quel giorno, i due sono passati a casa tua...>> Descrisse mentre faceva scorrere il video. << ...poi escono con un uomo svenuto... lo caricano in macchina e lo portano... fino a... si, sempre lì, la sede della Acnologia.>>

<< Sono stati loro... hanno preso mio padre. È per questo che la polizia non fa niente per trovarlo...>> si interruppe quando sentì una mano afferrare la sua. Ebbe un fremito in tutto il corpo. Natsu la guardava negli occhi con sguardo deciso.

<< Non importa come, salveremo tuo padre e recupereremo le tue cose...>>

<< Ha! Buona fortuna. Con la protezione della polizia e il miglior sistema di sicurezza del mondo, è impossibile entrare in quell'edificio.>> Hibiki sembrava divertito all'idea.

<< Non è impossibile, se ti invitano ad entrare.>>

<< L'unico modo in cui ti potrebbero invitare sarebbe se tu fossi...>>

<< Un concorrente del Fairy Wars, si.>>

   
 
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