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Autore: the_dreamer97    04/03/2016    1 recensioni
"...Alla prima occasione quella ferita insanabile torna a sanguinare perché il dolore col tempo si affievolisce ma basta un niente per farlo riemergere più violento di prima..."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'allontanamento da un luogo caro causa molte sofferenze perché la paura di lanciarsi in un'avventura rischiosa è più forte del desiderio di scoperta e di rinnovamento. Ma partire può anche essere un'occasione di crescita personale, per arricchirsi e allargare il proprio bagaglio di esperienze. Esiste un'opera nella letteratura di tutti i tempi che riassume i significati concreti e simbolici legati al tema del viaggio: l'Odissea di Omero. Analizzando la vicenda di Ulisse, si nota che il viaggio non può consistere solo nell'approdo al porto finale, ma piuttosto nel superamento di mille pericoli, prove e avversità e nella verifica dei propri limiti. Il viaggio diventa prova di conoscenza: esso è lo stimolo naturale alla ricerca del nuovo, l'attrazione per ciò che è estraneo, la sfida al confronto, l'abilità di relazionarsi con il diverso, la capacità di adattamento a situazioni imprevedibili e estreme. Nonostante ciò, la nostalgia della terra di origine è un sentimento comune a molti viaggiatori, essa testimonia il bisogno dell'uomo di rimanere attaccato alle proprie radici, al paese che lo ha accolto e ha contribuito alla crescita e allo sviluppo della propria personalità. Come disse M. Fagiolo dell'Arco: "Odisseo è l'uomo che ricerca se stesso attraverso la peregrinazione e la perdita di tutto tranne che della memoria." Il viaggio dunque racchiude in sé la polarità tra la fedeltà e il senso di appartenenza alla patria e la scommessa della ricerca e della conquista. E' anche vero che l'uomo non smette mai di emigrare: abbandona continuamente i vecchi schemi e le vecchie abitudini per aprirsi a nuove circostanze di vita. Egli si mette costantemente in gioco, la sua sete di conoscenza non si placherà mai perché è spinto da passioni e impulsi primordiali che gli trasmettono la forza di andare avanti. Anche di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili, lui saprà trovare il coraggio di reagire senza esitazione perché sa che esiste sempre una via d'uscita e la fine di une evento rappresenta semplicemente l'inizio di una nuova sfida. Sebbene l'animo umano tende ad essere positivo e pieno di speranza, spesso cova insicurezze e tormenti passati che nella maggior parte dei casi reprime e non fa emergere. Ecco allora che si appropria di lui un profondo senso di perdita e di straniamento che non sa gestire e che lo demoralizza. Herman Hesse nel suo romanzo "Demian" seppe comprendere perfettamente questa condizione e scrisse una frase molto significativa: "Quello squarcio e quella crepa si richiudono, si rimarginano e vengono dimenticati, ma in fondo al cuore continuano a vivere e a sanguinare...". Questo vuol dire che l'uomo si autoconvince di aver superato un determinata situazione che lo aveva fatto soffrire in precedenza, in realtà fa solo finta che essa non esista anche se sa benissimo che non potrà mai rimuoverla del tutto. Infatti, alla prima occasione quella ferita insanabile torna a sanguinare perché il dolore col tempo si affievolisce ma basta un niente per farlo riemergere più violento di prima. La conclusione è che le storie vissute, anche le più brutte, aiutano a crescere e a maturare e contribuiscono a rendere l'uomo ciò che è oggi, con tutte le sue qualità e imperfezioni, con tutte le sue sconfitte passate e i suoi successi futuri, con tutti i suoi errori e le speranze di cambiamento.
   
 
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