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Autore: Mitsunari    04/03/2016    1 recensioni
"Ti ho odiato e amato allo stesso tempo, hai rubati il mio cuore e l'hai ferito, ma nonostante questo ti amerò per sempre"
Ren e Makoto hanno una strana relazione, momenti felici si alternano ad attimi di totale tristezza.
Ren non sa scegliere se odiare o amare il suo Makoto.
E se la loro storia giungesse alla vera fine, come si comporterebbe?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odi et amo 
Entro in casa sua, non sembra esserci nessuno, eppure l’ho visto salire le scale, forse è nella sua camera con le cuffie. Mi dirigo lì, verso la sua stanza, conosco quella casa come le mie tasche, ci sono stato talmente tante volte. Entro a passo felpato nella stanza. Lo vedo sul letto con le cuffie, sta dormendo a quanto pare. Sembra un bambino, tipico da parte sua.
Anche dopo tutto questo tempo passato insieme non riesco ancora a capire cosa mi attrae di lui. Odio tutto di lui eppure ora gli sono sopra e l’ho baciato delicatamente sulle labbra. Lui apre lentamente gli occhi e mi guarda stupito, un attimo dopo le sue guance prendono un colorito roseo “Ren, sei qui” è un sussurro il suo e mi abbraccia.
Non rispondo e mi abbasso su di lui per poi stringere il filo delle cuffie con le labbra togliendogliele.
Lui spegne la musica “Pensavo non mi volessi più” sussurra e io lo bacio insinuando la mia lingua nella sua bocca coinvolgendolo in un bacio appassionato e sensuale.
Lui si stacca dopo un po' e noto che sta piangendo “Mi dispiace…” sussurra.
Non lo ascolto e comincio a spogliarlo. Lui tenta di fermarmi ma non ci riesce, niente può fermarmi. Sono come un animale che rimarca il suo territorio. Lui mi era stato portato via e me lo stavo semplicemente riprendendo. 
Lo spoglio e lo faccio mio; mentre lui grida di piacere, io piango di dolore. 
Finiamo e lo butto sul letto come fosse uno straccio. Chiamatemi pure stronzo, ma il mio comportamento nei suoi confronti è proporzionato al dolore che mi ha procurato. Lui si mette a sedere e comincia ad accarezzarmi le spalle “Non hai detto neanche una parola da quando sei arrivato” sussurra “Mi odi, non è vero?”
Mi volto a guardarlo, è triste, è palese, ma so che in realtà non gli dispiace per niente. Era perfettamente consenziente quando mi ha tradito. Mi bacia sulla tempia ma mi allontano “Lasciami” mi alzo e mi rivesto “Io e te non abbiamo più niente da dirci; addio” faccio per andarmene ma lui mi ferma.
“Capisco che mi odi ma voglio solo che tu sappia che ti amo” mi guarda piangendo.
La mia mano si muove da sola e lo colpisco sulla guancia. Lui mi guarda spaventato e continua a piangere poi sorride tristemente “Si… picchiami, me lo merito, fa di me tutto ciò che vuoi” 
A sentirlo ringhio e mi arrabbio di più; odio quando si sottomette. Lo picchio e poi lo faccio ancora e ancora. Mi fermo riprendendo fiato e lo guardo, domattina avrà un sacco di lividi “Uccidimi” sussurra “Morire è l’unica cosa che merito. Se non sto con te non sono nessuno” piange.
Lo bacio ancora per farlo stare zitto “Devi vivere” gli sussurro quando mi stacco; lo odio sì, ma allo stesso tempo lo amo alla follia “Devi farlo, se non per me, per la persona che ti ha rubato il cuore allontanandoti da me” inizio ad avere la voce rotta e gli occhi lucidi. Mi porto un braccio sul viso, non posso piangere, io non piango mai.
Lui si avvicina piano a me, è tutto dolorante ma non sembra importagliene e mi abbraccia “Ren… mi dispiace… hai frainteso quando mi hai trovato con quel ragazzo. Non ero consenziente ma lui mi aveva detto che se non gli avessi obbedito ti avrebbe fatto del male” mi spiega.
“Sei un idiota…” singhiozzo “Ti amo troppo…” lo stringo a me “Non hai idea di ciò che ho passato…”
Accarezza i miei capelli neri dolcemente “Mi dispiace… avrei dovuto spiegarti”
“Makoto, stai zitto una buona volta e resta con me!” sbotto piangendo.
Mi stringe forte “Ti amo Ren… non ti lascerò mai più, promesso”
“Ti amo anch’io Makoto” singhiozzo e mi addormento tra le sue braccia.



È passato un anno da quel giorno.
Io e Makoto siamo sposati da tre mesi e conviviamo da due.
Abbiamo adottato un bambino, si chiama Kiseki che significa miracolo; perché sì lui sarà il mio piccolo salvatore.
Makoto si è ammalato e i medici dicono che non gli resta tanto da vivere.
Oggi sto andando in ospedale con Kiseki, Makoto vuole vederlo e salutarlo. Appena entriamo nella stanza mi si stringe il cuore a vedere il mio amato ansimare debolmente su quel lettino.
Ci avviciniamo e Makoto prende subito in braccio Kiseki abbracciandolo e chiedendogli scusa per non potergli stare accanto.
Poi tocca a me ricevere le scuse. Mi dice che avrebbe voluto che avessimo più tempo ed infine mi chiede un bacio. Lo accontento subito baciandolo disperatamente, consapevole che avrebbe potuto essere l’ultimo.
“Ti amo Ren” sussurra debolmente.
“Ti amo anch’io Makoto” dico con la voce rotta.
Lui sorride, poi si sente solo il fischio dell’elettrocardiogramma che segna che il battito è fermo.
Da lì in poi la mia vita sarebbe stata un vuoto.

Oggi sono qui, davanti alla sua tomba, è il giorno del nostro anniversario di matrimonio. 
Gli lascio una lettera sulla lapide con scritte queste parole:
‘Ti ho odiato e amato allo stesso tempo, hai rubato il mio cuore e l’hai ferito, poi curato ed ora lo hai spezzato ancora, letalmente. Ma nonostante questo ti amo in modo indescrivibile e lo farò per sempre.
Ciao Makoto’.


*Note dell'autrice*
Lo so, lo so, sono una depressa, ho sfornato un'altra storia triste. T.T 
Mi dispiace per Ren e Makoto ma prometto che non lo farò più *alza la mano in segno di giuramento*
Vi ringrazio per aver letto (siete fantastici, davvero *^*), chiedo umilmente perdono nel caso riscontrasse errori e fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione!
Ora vi lascio, mi tolgo dai piedi  e ci si vede alla prossima! *fa un inchino formale e saluta con la mano*
Ciau ciau!
  
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