Capitolo 5
I |
n cielo non si vedeva
nemmeno una piccola nuvoletta passeggera, mentre l’aria era quasi soffocante, e
i vestiti sembravano a tutti quanti pesanti, come se fossero delle vere e
proprie armature. Procedevano camminando lentamente, con le spalle afflosciate
per il peso dell’umidità, seguendo una stradina di campagna, la quale partiva
dal nulla dietro di loro, per disperdersi fin dove arrivava lo sguardo, nel
nulla davanti a loro.
-Comincio a pensare che Feran sia stato l’ultimo luogo abitato in
questa landa desolata...- sussurrò Lina, accaldata e stanca.
-L’avevo detto che il regno di Gerni è quasi disabitato, no?-
Zirna apriva sempre la strada, ma anche lei cominciava a risentire del clima
ostile.
-Non si vede un albero per chilometri!- disse Ameria scendendo
lentamente. Si era alzata in volo per cercare tracce d’ombra, o di un qualche
segno di civiltà. -Nemmeno un minuscolo boschetto, neanche un cespuglio! Questo
posto sembra un deserto!- commentò abbattuta, rimettendosi a camminare.
-UFFA! Zirna, ma perché mai ho accettato di seguirvi? Mi
rimangio tutto, maledizione! Voglio un po’ d’acqua fresca... qualcosa da
mettere sotto i denti!-.
-Lina, cerca di non agitarti, o ti verrà ancora più caldo.- le
disse Gourry, nel tentativo di calmarla, con un grande sorriso stampato sul
volto. Anche lo spadaccino non doveva sentirsi troppo comodo, con l’armatura
pesante, e sotto il sole cocente. Aveva la punta del naso arrossata, ma non
intendeva farsi sconfiggere dai 40° di temperatura. Lina lo
guardò, ansimando senza fiato:
-Gourry... sto già morendo
di caldo... e tu ti stai bruciando il naso- aggiunse con un sogghigno.
-Oh, mi sembrava di sentire prurito!- rispose il ragazzo,
incrociando gli occhi per tentare di vedersi la punta del naso. Lina scoppiò a
ridere, nel vedere l’espressione ridicola che aveva assunto l’amico.
-Come fate ad avere il coraggio di ridere?- chiese Will, con
voce che a mala pena si sentiva. Si voltarono tutti a fissarlo: il principe
procedeva quasi strisciando, tanto era abbacchiato dal caldo terribile. La
lingua penzolava fin quasi a sfiorare il suolo, il volto arrossato, lo sguardo
allucinato.
-Ragazzo mio... sei un po’ deboluccio mi pare?- chiese Lina con
sarcasmo.
-Almeno non mi lamento come fai tu!- rispose lui, alzando lo
sguardo sulla maga.
-Forse è meglio fermarsi per un po’... non credo che Will possa
andare molto lontano in queste condizioni...- accennò Ameria, rivolta a Lina.
Anche la principessa aveva le guance arrossate dal sole.
-Bè, direi che non può certo farci male fermarci qualche
minuto...ma questa volta si rimane tutti assieme, intesi?- disse minacciosa la
maga, lasciandosi cadere a terra. Will le strisciò lentamente accanto, poi non
si mosse più, respirando profondamente nel tentativo di recuperare una
temperatura corporea normale.
-Non è prudente fermarsi in mezzo alla strada, Lina- la avvisò
Zelgadiss.
-Zel, sei tanto caro a preoccuparti di queste cose... ma
guardati attorno: credi davvero che possa passare qualcuno da qui? Insomma, non
si vede altro che terra ed erba tutt’intorno, non c’è un posto dove fermarsi al
sicuro nel raggio di almeno cinque miglia!- gli rispose l’amica sconsolata. La
chimera si guardò attorno, e probabilmente considerando che, in effetti, le
cose stavano proprio così, con un’alzata di spalle lasciò correre l’argomento e
si sedette.
Zirna non fece storie: si avvicinò al fratello, e si sedette
senza fiatare. La sua pelle bianchissima non aveva segni di scottature. Girò lo
sguardo all’intorno, e si accorse che Xellos era scomparso. “Da quanto se ne è
andato?” si chiese, un po’ preoccupata.
-Come è possibile che qui faccia così caldo? Dove siamo finiti,
all’inferno?- Lina era davvero depressa. Si tolse il mantello, tentando di
migliorare la sua situazione, ma non cambiò nulla. Il sole era così forte che
avrebbe dovuto strapparsi la pelle per trovare un po’ di sollievo. Chiuse gli
occhi.
Sentì all’improvviso che il
suo volto si oscurava. “Una nuvola!” pensò spalancando gli occhi: Gourry la
sovrastava. Il biondo ragazzo non si era seduto accanto agli altri, ma si era
andato a mettere tra lei e il sole, facendole ombra.
-Mi sembra che tu sia più rossa del mio naso!- si giustificò con
un sorriso. Lina lo fissò interdetta, poi ricambiò il sorriso: -Ma tu non hai
caldo?- chiese.
-Bah! Sono abituato a sopportare qualunque situazione
climatica!- fece una pausa, grattandosi la testa, -Tranne una carestia!-
aggiunse ridendo.
Will si era ripreso, e fissava con uno sguardo indecifrabile lo
spadaccino e la maga. Si alzò in piedi d’un tratto, e puntò gli occhi a sud.
Immobile, estraniato quasi dal gruppo: un tutt’uno con la terra.
-Avrei dovuto capirlo che ha sangue di elfo nelle vene... gli
elfi sono creature che vivono in totale armonia con la natura, e sono in grado
di fondersi con essa.- disse Lina guardando il giovane. Al suo commento, anche
gli altri fissarono il ragazzo, che continuava a osservare intensamente
qualcosa che loro non vedevano.
“Will, qualcosa non va?” “Laggiù... possibile che io veda dei
monti?”. Zirna si alzò in piedi all’improvviso, guardando nella stessa
direzione del fratello.
-Ma che gli è preso a tutti e due?- domandò Zelgadiss. -Ah, non
saprei proprio... io non li capisco...-commentò Ameria fissandoli incuriosita.
-Sembra che abbiano visto qualcosa...- accennò Gourry,
perplesso. Lina si alzò, e cercò di trovare l’oggetto che i due stavano
scrutando con ostinazione, ma non vide nulla. Anche Zelgadiss si era
avvicinato. -Io non vedo nulla... tu Zel?- -No- rispose la chimera con
un’alzata di spalle.
-Intendono fare le belle statuine per un po’?- chiese Lina con
un cenno nella loro direzione. -Non dovremmo riportarli alla realtà? Ho giusto
voglia di sgranchirmi le mani...- sorrise malignamente, pensando di usare
qualche bell’incantesimo per svegliare i due fratelli dalla pseudo-trance in
cui sembravano essere caduti.
-Se fossi in te non lo farei... e poi ti sentono, non sono
sordi, anche se tutti i loro sensi sono mobilitati per vedere.- Xellos era tornato, comparendo questa volta lontano dal
gruppetto, e avvicinandosi camminando, per evitare una sfuriata della maga.
-Gli elfi avevano i sensi molto più sviluppati di voi umani... ma loro sono pur
sempre un incrocio, quindi risulta più difficile adoperarli come si deve.- il
demone sorrise compiaciuto.
-Oh, anche io la sapevo questa cosa!- intervenne Gourry. -Gli
elfi vedono più lontano e sentono meglio di noi!- disse trionfalmente battendo
un pugno sul palmo dell’altra mano.
-Sì Gourry, hai ragione, vedono più lontano... speriamo che
abbiano visto qualcosa di buono... una casetta... una foresta... mi accontento
di poco- Lina sospirò, probabilmente non troppo convinta delle possibilità
elencate.
Will sbatté le palpebre, tornando alla realtà, si girò, e
rivolse agli amici uno dei suoi più teneri sorrisi: -Le montagne!- disse
sognante.
-Montagne? Ma quanto sono distanti? Da qui io non vedo un bel
niente!- commentò scettica Lina, ficcando di nuovo lo sguardo verso sud.
-Sono i monti che stiamo cercando. Ma sono ancora parecchio
lontani, non potete vederli da qui. Abbiamo faticato tantissimo ad avvistarli.
Devo ammettere che Will ha la vista più acuta della mia!- ammise Zirna, che si
era seduta di nuovo, fiaccata dalla concentrazione mantenuta fino a quel
momento.
-Non ho mai visto le montagne... sono così felice di essere qui,
anche se fa un caldo insopportabile!- Will sembrava raggiante, e rideva
spensierato guardandosi attorno. -Anche un paesaggio così scarno può essere
piacevole, dopo aver trascorso 17 anni rinchiuso in un castello!-
-Non sei mai uscito?- domandò sorpresa Ameria.
-No, zio Umbert non me lo permetteva. In giardino mi facevano
andare, ma solo con le guardie al seguito. Non mi ha mai fatto adoperare armi,
per timore che mi ferissi da solo... e non mi ha mai detto che i miei nonni
avevano qualcosa di elfico. E’ per questo motivo che non so tirare con l’arco,
sono poco ferrato con la spada, e non ero a conoscenza di avere poteri magici
nascosti dentro di me.- spiegò il giovane, sorridendo alla principessa.
-Mi dispiace...- disse Ameria triste -sembra impossibile che tu
non abbia potuto mettere piede fuori del castello... deve essere stata
un’infanzia molto solitaria la tua...-.
Will la guardò, per un istante incredulo che la ragazza si
preoccupasse per lui. -Non ero solo... Zirna era vicino a me, nel mio cuore. Mi
disse che sarebbe tornata, e io ero sicuro che l’avrebbe fatto. Non ho esitato
quando mi è venuta a prendere.- sorrise dolcemente, guardando prima Ameria, poi
la sorella.
Zirna era sorpresa delle parole del fratello: lo guardava dal basso
in alto, chiedendosi se davvero Will l’aveva sempre aspettata. Si sentiva un
verme, aveva atteso che le cose precipitassero prima di tornare da lui. Dopo
aver abbandonato Xellos e i demoni, era rimasta sola per sei lunghi anni, non
osando tornare a casa, temendo la reazione del fratello nel vederla così
diversa. Si era torturata, ragione e sentimento avevano lottato fino ad
esaurirla: alla fine l’aveva portato con sé, sperando di proteggerlo al meglio,
poiché era venuta a conoscenza delle mire che i demoni avevano su di lui.
Il principe tornò a guardare Ameria. -Ti va di sapere come è
andata?- chiese allegro. -Eh?-
-Ma si, dai, racconta! Poi ci rimetteremo in cammino!- disse
Lina sedendosi a gambe incrociate. Zelgadiss e Gourry la imitarono. Formarono
un cerchio attorno a Will, in piedi nel centro. Xellos se ne stava
tranquillamente seduto sospeso nell’aria.
-L’ultima volta che vidi mia sorella, avevo quattro anni. Ero
solo un bambino, ma ricordo bene la sua voce: “Rimani qui, al sicuro. E’ uno
scudo che ti rende invisibile, quando sarà tutto finito si dissolverà da
solo!”. A palazzo era scoppiato il caos, io non capivo cosa stava succedendo,
so solo che Zirna mi portò via di peso, e mi nascose all’interno di quello
scudo. Però vedevo cosa accadeva intorno a me, e alcuni orribili mostri... ops
scusa Xel... demoni, correvano avanti e indietro come dei pazzi. Poi
catturarono mia sorella, e nella mia testa udii chiara la sua voce “Tornerò
Willy, non smettere di crederlo!”. Così io non ho smesso.- guardò la sorella, e
cominciò a parlare rivolgendosi quasi solo a lei. -Avrei voluto che mi trovassi
forte, abile, in grado di proteggerti se fosse accaduta un’altra cosa del
genere... ma purtroppo non è stato così, e tu mi hai protetto, a scapito di te
stessa... un’altra volta.- la sua voce era dolce, ma profondamente triste.
Ameria tirò su col naso, un poco commossa dalla storia, con gli
occhioni lucidi. -Mi viene voglia di rivedere mia sorella- disse parlando a se
stessa. -Tu Lina, non vorresti rivedere la tua?- domandò alla maga accanto a
lei.
Ripensando a Luna, un brivido percorse gelido la schiena di
Lina. -Bè... non saprei... prima o poi... meglio poi forse...- rispose
timorosa.
Will continuò il racconto, tornando a sorridere, prima che la
sorella potesse dire qualcosa: -Ho continuato a sperare, e alla fine, sette
giorni fa, nel cuore della notte... fuori pioveva a dirotto, tuoni e lampi
rischiaravano il cielo, e l’atmosfera era da brivido. La mia camera al castello
è immensa, fredda, troppo grande per me. Fuori della stanza c’erano le due
guardie che avevano l’ordine tassativo di non far passare nessuno. Stavo
osservando la pioggia fuori dell’enorme finestra, non riuscivo a prendere
sonno, nonostante fosse notte fonda.- Will raccontava girando fra i compagni,
con una gestualità degna dei migliori narrastorie di paese.
-Ad un tratto! Un tuono assordante percorre il cielo, e
dall’altro capo della mia stanza compare una figura di nero ammantata. Si
avvicina a me leggera, sembra quasi non camminare, ma spostarsi nell’aria...-.
All’improvviso Zirna si alzò, e si portò di fianco al fratello,
sbarazzandosi del mantello: -Il ragazzo era spaventato, come non comprenderlo?
Non dovevo ispirare troppa fiducia! Eppure non dava segno di voler fuggire...-
la pallida ragazza aveva preso a raccontare la sua versione, sorridendo allegra
assieme al giovane.
-Non volevo fuggire, volevo essere coraggioso, ma mi tremavano
le gambe. Eppure, sapevo di conoscere quella figura...-
-Ero stupita dal fatto che fosse diventato così grande... volevo
vederlo meglio, mi avvicinai a lui e alla finestra...-
-Affrontai la figura di fronte a me... abbassò il cappuccio...
un altro lampo rischiarò il cielo, e rese visibile i contorni del volto...-
-Temevo che avrebbe gridato, non potevo farmi scoprire... ma
speravo che mi potesse riconoscere in qualche modo...-
-Ne ero certo che sarebbe tornata!-
-Non mi aspettavo che si aggrappasse al mio collo a quel modo!-
-Non fiatai neppure, mi bastava sapere che era lei, che potevo
di nuovo abbracciarla, anche se non poteva più tenermi in braccio come quando
ero piccolo.-
-Dovevamo andarcene, e in fretta! I demoni lo stavano cercando,
dovevo proteggerlo!-
-Presi il ciondolo che mi allungò, la pietra bianca brillava
nell’oscurità. Sentii di nuovo la sua voce nelle mia mente “Willy, io...”-
-Non potei finire: nella mia testa mi rispose la voce di un uomo
“Anche tu mi sei mancata!”-.
-E alla fine potei fuggire da quella prigione dorata che era
diventato il mio palazzo! Quella notte ho ritrovato due cose magnifiche: mia
sorella, e la libertà!- terminò Will, sorridendo compiaciuto e facendo un
inchino, mentre Zirna lo imitava.
Gourry si mise ad applaudire, e gli altri lo seguirono dopo un
attimo di sconcerto totale.
-Ma guarda... non hai perso la passione per il raccontare
storie, eh Zirna? Con le tue favolette eri in grado di incantare quegli stupidi
demoni inferiori...- Xellos sorrideva maligno, gli occhi aperti fissi sul
Fantasma.
La ragazza ricambiò lo sguardo senza batter ciglio: -Ti sbagli,
li incantavo con il mio fascino! E poi sei solo geloso, perché sono meno noiosa
e pedante di te!- strizzò l’occhio agli amici, e si mise a ridere.
-Siete davvero bravi! Sembrava di ascoltare quei narrastorie di
paese che si incontrano alle fiere popolari!- si complimentò Ameria. Zelgadiss
annuì sorridendo.
-A me piaceva moltissimo ascoltarli quando ero un bambino. Al
mio paese se ne vedevano parecchi! Però ho dimenticato le storie che
raccontavano- disse felice Gourry, non notando l’occhiata ironica di Lina, che
si era posata su di lui nell’istante in cui aveva detto di non ricordare le
favole sentite da piccolo.
-Bravi, bravi! Siete un ottimo passatempo quando non si possono
vedere i cartoni in tv! Ora sarà meglio ripartire, o non arriveremo mai da
nessuna parte! Inoltre, comincio ad assumere un colorito troppo rosso a star
qui sotto il sole, e voglio assolutamente trovare un po’ d’ombra, o rischio di
rovinare la mia pelle perfetta con screpolature e spellacchiature!- disse Lina
alzandosi, e cominciando a riprendere la strada verso sud.
I raggi del sole avevano assunto il caratteristico colore
arancio del tramonto, e l’aria si era fatta meno opprimente. Non avevano
incontrato anima viva tutto il giorno, e avevano oramai la certezza di doversi
accampare per la notte lì, in mezzo al nulla.
Lina sentì un brivido familiare lungo la schiena. Si voltò
indietro a guardare la reazione di Zelgadiss: la chimera si era fermata e si
guardava attorno circospetta e attenta. Davanti a lei, anche Zirna si era
fermata, e Xellos era scomparso. Gourry aveva portato la mano all’elsa della
spada.
-Ci siamo. State pronti!- disse agli altri, preparandosi a
combattere.
Nella splendida luce di quell’ora del giorno, un essere comparve
a turbare la quiete della loro marcia. Un demone: di umano aveva ben poco, solo
il fatto di avere una testa, due gambe e due braccia, ma nulla di più. La pelle
squamosa aveva gradazioni di verde e marrone, il corpo sottile, ma molto alto,
la testa ricoperta di orribili occhi gialli che si aprivano e chiudevano ognuno
per proprio conto.
-Ragazzi! Che piacere incontrarvi da queste parti!- parlò il
mostro. Fece un passo avanti, mentre gli amici si stringevano a semicerchio
attorno a Will.
-Non posso dire che sia lo stesso per noi! Se magari ti fossi
sforzato di assumere un aspetto un po’ più carino, avrei potuto avere un occhio
di riguardo per te...- commentò sarcastica Lina, rimanendo sulla difensiva.
-Lina, che se ne fa di un occhio, non vedi quanti ne ha?- le
sussurrò Gourry -Io ho una gran voglia di strappargliene qualcuno!- estrasse la
spada, pronto ad attaccare.
-Gourry, fai attenzione... qui ci vorrebbe la spada di luce, non
quello stuzzicadenti che ti ritrovi come arma!- lo avvisò l’amica, formulando
mentalmente le parole per l’Elmekia Lance. Sperava di cogliere di sorpresa il
demone, ma non appena lanciò l’incantesimo, il mostro lo schivò con una
velocità impressionante.
-Bene Lina Inverse! Non mi dai neppure il tempo di dire cosa
sono venuto a cercare da voi!- commentò sarcastico, socchiudendo gli occhi
viperini.
-Non mi sembra il caso di chiacchierare! Siamo affamati, e
intendo chiudere in fretta questo combattimento! Sappiamo già che stai cercando
Will, ma mi dispiace per te: ci siamo noi a proteggerlo!- rispose Lina con un
sorriso ironico sulle labbra.
-Si, ho proprio bisogno di quel ragazzo... ma ho anche un altro
compito... dovete morire: TUTTI QUANTI!- il demone si lanciò all’attacco
velocissimo, e si scagliò contro Ameria, colpendola con un urto così forte, da
farla volare lontano dagli altri.
-Ameria!- gridarono in coro gli amici, preoccupati per la
principessa, che era rimasta stesa al suolo senza muoversi.
Zelgadiss e William si precipitarono per difendere la ragazza
esanime, finendo, per l’impeto, con l’inzuccarsi l’uno contro la testa
dell’altro.
-Ragazzino, guarda dove vai!- lo rimproverò la chimera, mentre
si teneva la testa. Un rivoletto di sangue scese lungo un taglio dalla fronte
di Will, ma il principe non rispose, mordendosi il labbro inferiore, e gettando
un’occhiata preoccupata ad Ameria.
Non si accorsero che il demone li aveva presi di mira, e
velocemente aveva scagliato un incantesimo oscuro quanto letale contro di loro.
I due ragazzi ancora inginocchiati si voltarono all’unisono, ma Zirna si era già
parata davanti a loro, chiamando uno scudo di magia bianca, che resse il colpo
del demone nonostante fosse molto potente.
-Pensa a rimetterla in sesto, vi copro io!- gridò il Fantasma
rivolta a Zelgadiss. Will nel frattempo si era portato al capezzale della
ragazza svenuta: -Ah!- esclamò. Aveva notato una piccola chiazza di sangue che
si allargava sotto la schiena di Ameria. La sua mano tremò avvicinandosi alla
ferita, e rivolse al ragazzo chimera uno sguardo speranzoso. Solo allora
Zelgadiss si accorse che uno spuntone di roccia si era conficcato in profondità
nella schiena della principessa.
-Maledetto bastardo! Gourry Zel, portate via Ameria! Zirna,
tieni lontano Will! A te, brutto rettile troppo cresciuto, ci penso io!- Lina
aveva compreso la situazione quantunque non potesse vedere le reali condizioni
dell’amica, ed era furibonda: non avrebbe dovuto toccare Ameria!
Scattò in avanti, correndo incontro al demone. Aveva pensato di
bombardarlo con l’incantesimo del Burst Rondò, fino a stordirlo un poco, per
poter avere il tempo di recitare l’incantesimo del Dragon Slave.
Gourry aveva compreso l’intenzione dell’amica, ma aveva anche
visto che quel demone era molto veloce, e difficilmente la maga avrebbe potuto
guadagnare il tempo necessario. Mentre Zelgadiss si piegava su Ameria attuando
un incantesimo di guarigione, lo spadaccino corse incontro a Will, che era
trattenuto a stento per un braccio dalla sorella poiché, accecato dalla rabbia,
voleva scagliarsi con la sua arma contro il mostro. Gourry afferrò dalla mano
del giovane la leggendaria spada di Lanthas, e si lanciò dietro Lina, che aveva
già scagliato Burst Rondò a raffica.
-Lina!- gridò alla maga, che comprese al volo, notando quale
spada avesse in pugno il biondo amico. Seppure con grande rischio, voltò le
spalle al demone, che era intento a schivare rapidamente le sfere di energia
scagliate dalla maga, e lanciò di nuovo l’incantesimo verso Gourry. Lo
spadaccino lo ricevette con la spada, e la lama sfaccettata moltiplicò le sfere
facendole schizzare in tutte le direzioni, a 360 gradi.
-Levitation!- Lina si alzò in volo, con Gourry aggrappato
precariamente alle sue gambe: -Tu che sei più oscuro del crepuscolo, Tu che sei
più rosso del flusso del sangue, Tu il cui potere è sepolto sotto la marea del
tempo...- una sfera scarlatta e pulsante si dibatteva nelle sue mani,-…nel Tuo
grande nome mi impegno verso le tenebre affinchè tutti i nemici tanto folli da
mettersi contro di me vengano sconfitti dal dono concesso a queste mie
immeritevoli mani, per il potere che Tu ed io possediamo…DRAGON SLAVE!-
L’incantesimo pericolosissimo, fu scagliato mentre il demone
ancora cercava di scansare le sfere energetiche, divenute miliardi grazie
all’ausilio della spada di William. Il boato fece tremare la terra; Zelgadiss e
Zirna, che portavano tra le braccia Ameria e Will, furono scagliati lontano,
nonostante stessero volando velocemente nel tentativo di allontanarsi il più
possibile.
Nell’enorme cratere a terra non si vedeva più alcuna traccia del
demone.
-Uf! Questo esercizio prima di cena mi ha messo un appetito!-
commentò Lina, sorridendo compiaciuta.
-Lina... non vorrei disturbarti mentre contempli il buco che hai
fatto... ma potremmo tornare a terra?- Gourry era ancora saldamente aggrappato
alle sue gambe, e non intendeva mollare la presa: la sua posizione non gli
avrebbe permesso di salvarsi se fosse caduto da quell’altezza. Poteva essere
forte e agile, ma a differenza dell’amica non poteva volare, e quindi nemmeno
atterrare, senza rischiare grosso!
Lina scese lentamente verso il suolo, attendendo che Gourry
fosse abbastanza basso da saltare a terra, poi rimase a controllare che nulla
più si muovesse in mezzo alle macerie… già una volta avevano creduto di
eliminare un demone, per ritrovarlo di nuovo pronto a combattere pochi istanti
dopo…
-Mmh…- mugugnò poco convinta, non notando movimenti sospetti.
-Su, Lina, torna giù, lo hai disintegrato… non vedi che razza di
voragine hai aperto? Non può essersi salvato…- mentre Gourry le rivolgeva
queste parole, gli amici si avvicinarono, e tra di loro Ameria si era ripresa e
si reggeva sulle sue gambe.
-Ameria!Tutto bene?- Lina scese velocemente a terra, e si
diresse verso l’amica.
-Si… grazie a Zelgadiss…- la principessa arrossì lievemente nel
pronunciare le parole, e guardò di sottecchi il ragazzo, che dal canto suo,
rimase indifferente.
-Accidenti! Non capisco per quale motivo abbiano ora anche
l’intenzione di eliminarci! Vabbè che stiamo un tantino intralciando i loro
piani, ma non mi sembra il caso di fare i drastici!- rifletté Lina ad alta
voce, prendendo in considerazione ciò che le aveva detto il demone.
Purtroppo non poté continuare a ragionare sull’argomento, perché
tutti si misero a fissare un po’ spaventati William. Il principe tremava
violentemente, i pugni stretti nel tentativo di calmarsi, lo sguardo sofferente
di chi sta combattendo una dura lotta. Il sigillo che portava al collo brillava
di una luce molto intensa, ed era circondato da minuscole ma frequenti scariche
elettriche. I lunghi capelli castani del ragazzo cominciarono ad elettrizzarsi
a causa delle cariche emesse dalla bianca pietra, e piccole ciocche si alzavano
lentamente sollevate da invisibili dita di flussi energetici.
Nessuno osò aprire bocca, persino Lina era ammutolita: la potenza
che il giovane sprigionava era qualcosa di incredibilmente fuori degli schemi,
e se la sua capacità di controllo fosse stata di poco minore, non sarebbe
riuscita a non tremare davanti a quello spettacolo. Ameria era pietrificata,
accanto a lei il ragazzo chimera guardava la scena con occhi sbarrati, incapace
di intervenire in qualsiasi modo. Gourry aveva incondizionatamente estratto la
spada, avvertendo il pericolo, mentre Zirna fissava terrorizzata e impotente il
fratello.
Il sole si trovava ora sotto l’orizzonte, e la luce della sera
rendeva quella situazione ancor più spaventosa: Will sembrava in procinto di
perdere ogni controllo, un fulmine di proporzioni gigantesche poteva abbattersi
su di loro da un momento all’altro. Lina si aspettava ormai il peggio: “Cosa è
successo? Cosa ha attivato la sua potenza magica?”. Nonostante avesse deciso di
proteggere quello strano ragazzo, così semplice, ma così misterioso, non gli
avrebbe permesso in alcun modo di fare anche involontariamente del male ai suoi
amici. Si preparò a combatterlo.
Ma il giovane distese lentamente i nervi, dischiuse i pugni, si
rasserenò in volto. La carica terribile che lo circondava, che lo impregnava
completamente, scomparve, e il ciondolo tornò a sembrare una normale pietruzza
bianca.
Lo fissarono sbigottiti: Lina si sentì in cuor suo molto
sollevata, e sapeva bene che anche i compagni provavano la sua stessa
sensazione. Will continuò a tenere gli occhi bassi, il viso serio a tal punto
da essere quasi irriconoscibile per un giovane pieno di gioia come era di
solito. Non fiatò: chiuse gli occhi, e una singola lacrima scese sulla sua
guancia arrossata per lo sforzo appena subito. Non era una lacrima di dolore,
ma un concentrato di amarezza e delusione: una piccola goccia che rifletteva la
luce splendida della sera, ma conteneva una rabbia enorme. Non alzò lo sguardo
sugli amici che lo stavano attorniando, e nemmeno sulla sorella, che gli aveva
preso amorevolmente le spalle.
Tacitamente i suoi compagni decisero di non interrogarlo, guardandosi
e annuendo vicendevolmente, attendendo che fosse lui a spiegare cosa era
successo.
-Per questa notte ci accamperemo qui- Lina ruppe il silenzio, e
la sua voce le sembrò tremendamente strana e fuori luogo. Qualcuno doveva pure
decidere cosa fare, no? Anche se in quel momento erano tutti turbati da
quell’avvenimento, non potevano certo rimanersene lì, rigirandosi i pollici
nell’attesa che Will fornisse qualche spiegazione… se mai avesse compreso
qualcosa di quello che era successo. Perché era possibilissimo che il ragazzo
fosse rimasto del tutto spaesato come loro per quello che gli era capitato.
Dopotutto non sapeva cosa fosse di preciso la magia, e sentire un tale flusso
cercare una via di uscita dal suo corpo, poteva averlo gettato nella confusione
più totale!
-Ameria, tu e Zirna farete il primo turno di guardia. Poi
sveglierete me e Gourry per il cambio, e infine toccherà a Zel e Will… ci sono
obiezioni?- chiese mentre stendeva a terra il suo mantello per coricarvisi
sopra.
-Nessuna- rispose Ameria un poco incerta, gettando un’occhiata
al principe che era rimasto apatico con gli occhi fissi al suolo. Zirna adagiò
sul terreno il suo mantello nero, prese Will per mano e lo fece stendere
lentamente. Una morsa le strinse il cuore, e si chiese se il fratello si
sarebbe ripreso da quello stato in cui si era rinchiuso. Sollevò lo sguardo
verso i compagni: li stavano guardando tristemente, probabilmente chiedendosi
la stessa identica cosa. “Sono bravi ragazzi… ti vogliono bene, cerca di
tornare in te…” cercò di comunicare al fratello. Non ottenne nessuna risposta:
sospirò, e si portò alla sua postazione di guardia dalla parte opposta di
Ameria.
Gourry si coricò poco distante da Lina: per un attimo rimase a
fissare i suoi lineamenti nella penombra, con una strana stretta allo stomaco.
Quell’energia che Will aveva sprigionato… lo aveva messo parecchio all’erta…
sentiva dentro di se che Lina era in grave pericolo, ma non capiva per quale
motivo avesse una simile sensazione. Possibile che William potesse davvero
rappresentare una minaccia per loro?
-Gourry… che hai da fissarmi?- Lina si era accorta del suo
sguardo nonostante fosse ormai buio. Rimase sdraiata, non si mosse, aspettò
semplicemente la risposta.
-Scusami… Lina, ho una spiacevolissima sensazione, temo che
potrebbe accaderti qualcosa di orribile… io… non capisco…- disse un po’
confuso. Lina restò un momento in silenzio, pensierosa. -Non preoccuparti
Gourry, ti sei solo spaventato un po’ troppo per quello che è accaduto a Will…
non c’è nulla da temere… bè, eccezion fatta per i demoni che gli danno la
caccia, ma questa per noi e routine ormai, no?- cercò di dare un tono divertito
alla sua voce, volendo rassicurare lo spadaccino. In realtà anche lei era
spaventata, e aveva la medesima brutta impressione dell’amico. Nonostante
tutto, era preferibile non farsi prendere dal panico e dallo sconforto, ed
andare avanti. Con ogni probabilità prima o poi sarebbero venuti a capo di
tutto quell’enorme caos dovuto proprio ai due giovani principi del regno di
Lanthas. “Xellos, quando ho bisogno di parlarti non ci sei mai!” pensò Lina
amareggiata, voltandosi sul fianco. -Dormi, fra un paio di ore tocca a noi fare
la guardia- disse rivolta all’amico.
-Buonanotte Lina, e sogni d’oro- le rispose dolcemente Gourry.
“Speriamo…” pensò rabbrividendo Lina. Non aveva più avuto il tempo di pensare
al suo incubo da quella mattina, e ora aveva troppo bisogno di qualche ora di
tranquillo riposo non turbato da catastrofici sogni demoniaci… “Ci mancherebbe
solo un altro incubo…” chiuse gli occhi e si addormentò.
Will si era addormentato quasi subito, e Zirna lo controllava spesso, rimanendo contemporaneamente all’erta per ogni piccolo rumore. Ameria si guardava attorno cercando di distinguere nell’oscurità qualche ombra sospetta, ma la notte sembrava tranquillissima. Il suo sguardo si posò prima sul ragazzo di pietra che si era steso poco lontano da lei, e poi su William. Era rimasta impressionata dall’enorme potere che il giovane stava per liberare poco tempo prima. “Possibile che sia questo il potere di un elfo? Aveva qualcosa di maligno, di molto distruttivo, e gli elfi non dovrebbero essere creature negative… e per quale motivo… perché gli è capitato proprio ora? Che sia stata colpa di quel demone? Forse.. forse gli ha lanciato un incantesimo… qualcosa per disturbare il sigillo, per farlo vacillare… oppure il demone non ha fatto nulla, e Will si è semplicemente spaventato al punto che per un momento è stato lì lì per cedere… non so che pensare” Ameria rifletteva intensamente, cercando una spiegazione ragionevole per lo strano comportamento del ragazzo. Era anche vero che il demone la aveva colpita con tale violenza, che cadendo a terra si era gravemente ferita, ed era perciò svenuta. Poteva essere successo qualcosa di rilevante in quei suoi pochi minuti di incoscienza? Una strana idea fece capolino nella sua testa: poteva Will essere rimasto sconvolto dal fatto che lei era stata ferita? “Ma che cosa vado a pensare! Sa benissimo che con la magia siamo in grado di curarci, e poi non vedo il motivo per cui avrebbe dovuto preoccuparsi così per me…”. Le sue conclusioni non la convincevano però un gran che. Incrociò le braccia al petto, e decise di non pensarci più. Il giovane avrebbe offerto delle spiegazioni, prima o poi, quindi non valeva la pena tormentarsi a quel modo.
-Ti sei spaventata?- la voce sussurrata di Zirna la colpì alla
sprovvista, e la principessa sussultò leggermente. Guardò la bianca ragazza che
si stava avvicinando a lei nell’oscurità. Non l’aveva nemmeno sentita alzarsi!
Che razza di guardia poteva fare se non si accorgeva neppure dei movimenti dei
compagni?
Zirna si sedette accanto a lei, senza fare il minimo rumore:
sembrava sul serio un fantasma che si spostava fluttuando nell’aria. -Abbiamo
avuto paura tutti quanti, lo sentivo bene. Per un momento, ho temuto il peggio…
tutto quel terrore… mi riempiva, mi saziava all’inverosimile. Forse, se non
fossi stata spaventata quanto voi, avrei perso anche io il controllo…- lasciò
in sospeso la frase.
-Avevo molta paura, sì.- ammise Ameria senza problemi. -Avevo
paura per Will, che non riuscisse più a tornare indietro, che si perdesse a
causa di quella terribile magia… avevo paura di doverlo affrontare. Non perché
sicuramente ci avrei rimesso la pelle, ma perché nonostante non abbia tatto, e
sia poco educato, è pur sempre un bravo ragazzo. Deve avere sofferto molto, e
non è giusto che tutto questo stia accadendo a lui, come non è giusto quello
che è successo a te. Mi dispiace davvero moltissimo…- Ameria abbassò lo
sguardo, che si era fatto triste.
Zirna la guardò sorridendo dolcemente: - Sei gentile a
preoccuparti così per il nostro terribile passato… ma se dovesse accadere
l’irreparabile, non farti troppi scrupoli a combatterci.- Ameria alzò il capo,
fissando con aria interrogativa la ragazza. -Nessuno di noi due vorrebbe farvi
del male, ma non possiamo essere sicuri di quello che faremo, se dovessimo
perdere il controllo… -.
-Non devi sempre pensare al peggio… se c’è una cosa di cui vado fiera, è il mio ottimismo. Vedrai che convertirò anche te! Will dopotutto mi sembra sulla buona strada!- Ameria sorrise alla compagna, cercando di infonderle un po’ di speranza. -E poi, una volta trovate quelle strane pietre bianche, i vostri problemi saranno risolti, no? I poteri che si muovono senza controllo dentro di voi saranno sigillati per sempre…- continuò fiduciosa. Il Fantasma fissò la principessa con un’espressione indecifrabile: “Chissà se sarà davvero così? Se tutto finirà bene… o male…”.
-Manca parecchia strada ancora. Dovremmo anche chiedere
informazioni, non conosco questo regno, e vorrei evitare il più possibile
pericoli non calcolati.- rispose semplicemente, guardando oltre il buio di
fronte a lei.
La principessa di Sailoon tacque, riflettendo sulle parole di
Zirna: “…non farti troppi scrupoli…”.
-Mmm…- bofonchiò Lina mezza assonnata mentre Ameria la scuoteva
leggermente per svegliarla.
-Che c’è, è già mattina?- chiese socchiudendo gli occhi.
-No Lina… tocca a voi fare il turno di guardia… Zirna si è già
coricata. Ora chiamo anche Gourry, e poi mi metto a dormire… sono stanchissima!
E’ stata davvero una giornataccia, e non abbiamo neppure cenato: comincio a
sentire la pancia più vuota di una caverna disabitata…- in quel momento il suo
stomaco emise un sonoro lamento, come se volesse confermare le parole della
padrona. Una goccia di sudore comparve sulla guancia della principessa assieme
ad un sorriso imbarazzato. Si allontanò mentre Lina si sedeva cercando di
svegliarsi e di adattare la vista al buio, e si avvicinò allo spadaccino. -Va’
a riposare Ameria, ci penso io a svegliarlo- le sorrise la maga. La ragazza
annuì sorridendo, e in fretta si portò al suo giaciglio.
-Coraggio poltrone, torna dal mondo dei sogni, che dobbiamo
tenere d’occhio la situazione!- sussurrò Lina all’amico, dandogli un pizzicotto
sul braccio. Gourry sussultò lievemente, e aprì gli occhioni azzurri, per un
attimo disorientato, senza capire cosa lo aveva svegliato. Poi vide Lina che lo
sovrastava, con un ghigno da orecchio ad orecchio: -Ben svegliato bello
addormentato nella pianura!- commentò sardonica.
-Potresti svegliarmi con più delicatezza, non ti pare?- rispose
imbronciato il biondo ragazzo, mentre si sedeva massaggiandosi il braccio.
-Oh, non fare la donnicciola Gourry! Era solamente un pizzicotto!-
sogghignò Lina, piantandosi seduta accanto a lui.
-Già, ma tu hai la forza di cento uomini, potevi staccarmi un
brandello di carne con quel pizzico!- disse il giovane, ma il tono della sua
voce era mutato da seccato a quasi divertito. L’amica non gli rispose,
rimanendo assorta nei propri pensieri. La fissò nell’oscurità, e di nuovo sentì
una gelida morsa allo stomaco, come solo qualche ora prima.
-Senti, Lina… ti va di provare a spiegarmi cosa è successo a
Will, stasera? Io so solo che era spaventoso, e in un certo modo, molto
pericoloso…- chiese Gourry un po’ titubante, a bassa voce per non svegliare i
compagni che dormivano tranquillamente.
Lina tornò a prestare orecchio alle sue parole: stava giusto
cercando di capire cosa diavolo era accaduto, e magari, ragionandoci con
l’amico, avrebbe trovato una spiegazione. “Ma cosa vado a pensare… Gourry non
ne capisce nulla di magia!” rifletté poi sconsolata. Trasse un profondo
sospiro: probabilmente sarebbe stata una luuunga spiegazione!
-Ok Gourry, vediamo di dirtelo in modo che tu possa comprendere
senza problemi: Will non è un essere umano comune, ha in sé sangue elfico, e
probabilmente anche qualche altra strana discendenza… Gli elfi li hai presenti
pure tu, no?- chiese inarcando un sopracciglio con fare interrogativo in
direzione dello spadaccino.
-So che sono creature magiche dai grandi poteri, praticamente
immortali, e ormai quasi estinti… sbaglio?- domandò perplesso il ragazzo,
grattandosi con indifferenza il naso.
-No, hai detto bene. Il problema sta nel fatto che un elfo puro,
è in grado di controllare tranquillamente i propri poteri magici. E si tratta
di magia ancestrale nel caso degli elfi di più antica stirpe.-
-Ma questa magia… canestrale, cosa ha di diverso dalla tua?- la
interruppe il ragazzo.
- A-N-C-E-S-T-R-A-L-E!!!! E’ tra le più antiche forme di magia
conosciute… contiene in sé quella bianca e quella nera contemporaneamente.
Prova a pensarla così: da questa magia sono scaturiti i due rami che ora sono
praticamente incompatibili l’uno all’altro. Puoi quindi capire che si tratta di
una magia superiore, molto potente, e che necessita di grandi capacità di
controllo.- Lina fece una pausa, per notare l’espressione dell’amico: non era
sicura di essere stata abbastanza chiara per lui, ma Gourry rimase silenzioso,
ed annuì semplicemente.
-Will ha questo grande potenziale dentro di lui, rimasto…- fece
una pausa, - … addormentato fino ad ora. Tutto anche grazie al sigillo, quella
strana pietruzza che porta al collo.-.
Gourry la fissò con aria interrogativa: -Ma perché fino ad ora
la magia è rimasta, come hai detto tu, addormentata?-
-Posso dedurre da ciò che ha detto oggi, che non è mai entrato
in contatto con nessun tipo d’arte occulta fino ad ora: forse la strage dei
suoi genitori è troppo lontana nel tempo perché lui possa ricordare le
sensazioni provate da quel punto di vista. Da quando viaggia con Zirna e con
noi invece, ha incontrato parecchi demoni, e la magia che risiede in lui si è
svegliata. Sembrava che il sigillo potesse essere efficace, ma ora non possiamo
più contarci troppo.- sospirò, prendendo in considerazione la possibilità non
più tanto vana, di uno scontro diretto con il ragazzo.
-Quindi, d’ora in poi, ogni volta che affronteremo un demone, o
che voi userete la magia, Will andrà in crisi, come oggi?-chiese lo spadaccino,
riflettendo concentrato.
-In realtà credo che ci sia stato anche un altro elemento
scatenante, ma non so quale. Per essere così sconvolto, così in bilico, penso
che si sia trovato per un istante molto fragile, e in quel momento la magia ha
preso il sopravvento, cercando di liberarsi in qualche modo. Il problema
principale, è che una volta libera, il che potrebbe avvenire in modo molto
violento, questa magia può subire delle costrizioni direzionali. Non essendo
Will un elfo al cento per cento, se subisse incantesimi da parte di un demone,
la sua magia assimilerebbe le caratteristiche di magia nera. Al contrario,
toccato dall’incantesimo di un drago, si avvicinerebbe alla magia bianca.
Inoltre non sappiamo se sarà in grado di mantenere la propria coscienza, o se
la sua anima sarà annullata da quella enorme potenza. In questo modo non
possiamo neppure minimamente prevedere quale sarà il suo comportamento.-
I due compagni rimasero in silenzio, guardando l’oscura pianura
che si estendeva ovunque giungesse lo sguardo. Lina sbirciò di sottecchi
l’amico: era quasi certa che si fosse addormentato dopo quel lungo e per lui
incomprensibile discorso. Invece il giovane era ben sveglio: seduto con le
gambe incrociate, sembrava avere un’espressione triste sul bel viso mentre gli
occhi fissavano un punto imprecisato davanti a sé. “Povero Gourry… lo caccio
sempre in situazioni difficili. Se dovessimo combattere contro quei due, per
lui sarà una prova durissima. Chissà se stiamo facendo la cosa giusta…” pensò,
fissando l’amico.
Gourry si volse verso di lei, e si accorse che lo stava
guardando: le fece un sorriso imbarazzato. Lina notò solo allora d’avere ancora
gli occhi puntati su di lui, e al suo sorriso, arrossì lievemente e voltò il
capo in fretta.
-Lina, non devi preoccuparti per me- disse con disinvoltura lo
spadaccino, lasciandola per un momento confusa. -Farò tutto quello che sarà
necessario, per proteggere te, Ameria e Zelgadiss…-
Le guance della maga divennero ancora più rosse: -Lo so Gourry…
ma mi dispiace che tu ne debba comunque soffrire… so che ti affezioni in fretta
alle persone, e per te sarà dura combattere contro di loro se dovesse avverarsi
ciò che Zirna teme.- disse guardando in basso, tristemente.
Gourry posò la sua mano sopra di quella che l’amica aveva
appoggiato a terra. Lina ebbe un sobbalzo, avvampò completamente e guardò il
ragazzo. Le sorrise: -Abbi fiducia: faremo in modo che ciò non accada, ma se
dovesse succedere, non permetterò mai che possano farti del male.-
Lina aprì la bocca per dire qualcosa, ma Gourry la interruppe:
-Ehm, Lina, perché non abbiamo cenato questa sera? Io ho una fame che mangerei
un bufalo…-. Non fu in grado di continuare la frase, perché fu letteralmente
centrato in volto dalla ciabatta che la maga teneva nella tasca del mantello,
pronta per ogni evenienza. La ragazza sbuffò, alzandosi per recuperare l’arma
impropria che era caduta lontano da loro.
-Ma cosa ho fatto questa volta?- chiese ingenuo il giovane,
massaggiandosi il naso e guardandola tornare a sedersi.
-Se ci tieni a non prenderne ancora, non fare domande stupide,
cervello di medusa!- lo rimproverò lei. “Devo averla combinata più grossa del
solito…” pensò Gourry, senza capire però in che cosa aveva sbagliato.
Aveva notato che da qualche minuto Lina si agitava nel sonno,
più del solito. Pensò di non darvi troppo peso, e tornò a fissare i dintorni.
Era solo per quel turno di guardia, poiché aveva preferito lasciare dormire
Will. Anche Lina glielo aveva suggerito, al momento di chiedere il cambio.
Meglio così, si era detto: tra loro due non sembrava esserci un buon rapporto,
e il ragazzo sembrava un ficcanaso patentato, cosa che Zel detestava con tutto
il cuore. E poi… forse aveva anche paura… quel giovane dall’aspetto così
vivace, ma innocuo, aveva invece dimostrato di possedere un’energia spaventosa.
Se per un malaugurato caso, avesse di nuovo perso il controllo, cosa poteva
fare? Era rimasto paralizzato una volta, e non poteva sapere se sarebbe rimasto
paralizzato una seconda volta, davanti ai poteri scatenati del principe di
Lanthas.
Se al contrario, Will fosse rimasto calmo e mogio mogio al suo
posto, non avrebbe trovato nulla con cui confortarlo, e si sarebbe sentito in
imbarazzo. Così andava molto meglio.
Tornò a guardare Lina. La ragazza aveva picchiato violentemente
il suolo con la mano. Zelgadiss si chiese se di nuovo l’amica non fosse in
preda agli incubi inviati dal loro nemico, il demone Ren. Si guardò attorno, ma
nulla si mosse, nessun rumore turbò i suoni della natura notturna.
-Apri gli occhi… osserva e disperati- la voce di Ren
risuonava con una strana eco. Non voleva aprire gli occhi, non voleva
disperarsi, non voleva vedere. Era un sogno, lo sapeva già, ma il suo cuore
batteva ugualmente all’impazzata, terrorizzato. Un grido lacerò il silenzio che
era sceso. Il ragazzo chimera…non aveva la forza di aprire gli occhi.
-Osserva…- più che
un’esortazione, era un incantesimo. I suoi occhi si aprirono lentamente,
nonostante vi opponesse tutte le sue forze.
-Guarda…-. La testa si girò verso destra, ubbidiente alla forza
del demone.
-Zeeeellllll!- avrebbe voluto gridare, ma la voce non le uscì.
L’amico di mille avventure, il ragazzo cocciuto e riservato che conosceva, era
legato ad un palo, immerso in un fiore di fiamme scarlatte e nere. Le sue grida
strazianti giungevano fino al cielo, tinto di rosso sangue: non era in grado di
reagire, si dimenava sempre più debolmente, fino a rimanere del tutto immobile,
mentre il fuoco magico divorava senza problemi la sua carne di pietra.
Lina sentì che il suo viso si rigava di calde lacrime. “No! Non
voglio vedere tutto ciò! Non voglio!” con quanta disperazione cercò di chiudere
gli occhi, e cancellare la visione che la circondava, tanta più forza le faceva
il demone.
Se lo ritrovò di fronte, le braccia tese verso di lei in un
silenzioso invito. Pallidissimo, gli occhi sembravano due profondi pozzi di
tenebra. -Non farmi forza… guarda-.
Ancora il suo corpo si mosse senza il suo consenso. Alla sua
sinistra era pronta una forca: vi fu condotta una figura a lei conosciuta.
Ameria era spinta verso il cappio da numerose lance puntate dietro la sua
schiena. La corda fu passata attorno al collo, il nodo che legava le mani
dietro la schiena venne stretto fino a far sanguinare i polsi della ragazza. La
principessa di Sailoon appariva sconvolta, gli occhi gonfi e rossi, l’abito
lacero e sporco.
Il boia si avvicinò alla leva, con la quale sarebbe scattata la
botola lasciando il vuoto sotto i piedi di Ameria. Il meccanismo venne azionato
velocemente. –Noooooooo!- anche questa volta dalla sua gola non uscì alcun
suono. Annichilita rimase a fissare il corpo esanime dell’amica che dondolava
leggermente appeso alla forca: gli arti inerti, il viso fermato nell’ultima
espressione della ragazza, un lieve sorriso.
“Ameria…”. Ren ricomparve davanti a lei. Immobile la fissava,
quasi a volerla sfidare, di ribellarsi a
lui se ne era in grado. Non poteva, non ci riusciva… non più, non ora…
mancava solo lui. Il demone sembrava lasciarlo sempre per ultimo apposta.
-Ora osserva… osserva chi sarà la causa di ogni cosa… chi è la
distruzione!- la sua voce profonda e vellutata la costrinse di nuovo a fare ciò
che ordinava.
Un’ombra veloce le passò accanto. Colpì con violenza qualcuno
dietro di lei. Un singolo lamento, sommesso, e poi di nuovo il silenzio. Ma
quel lamento era bastato a farle spalancare gli occhi. Si girò d’istinto, senza
nemmeno la costrizione del demone: Gourry era in ginocchio, il respiro ridotto
ad un rantolo. -Gourry!- ora la voce uscì con violenza dal suo petto, e si
gettò in ginocchio di fronte all’amico. Senza pensare, allungò le mani per
tentare di strappare la spada che era stata conficcata nel torace del compagno.
Le sue mani passarono trasparenti sull’elsa. Non aveva la capacità di fare
alcunché. Non poteva aiutarlo. Poteva solo guardarlo morire. Dalla ferita
sgorgava una pozza di sangue. La spada aveva spaccato il cuore del giovane, il
cui respiro diveniva sempre più raro e faticoso. -Gourry… sono qui…- sussurrò Lina
tra le lacrime. Ma lo spadaccino non la vedeva: una patina bianca cominciò a
ricoprire i suoi occhi azzurri. In un solo istante Gourry esalò l’ultimo
respiro, e cadde riverso su un fianco.
Lina fissò il corpo dell’amico, sdraiato sul terreno rosso del suo
sangue. La spada che lo aveva ucciso le sembrava terribilmente familiare, ma
non riusciva a pensare. La sua mente era annebbiata, le sembrava di impazzire,
voleva andarsene, correre lontano, ma non riusciva nemmeno ad alzarsi.
-…chi è la distruzione!- le parole di Ren echeggiarono nella sua
testa. Alzò lo sguardo. Una figura nera si avvicinava lentamente, gli occhi
scintillanti di odio puro. Solo quando fu a due passi da lei, Lina riuscì a
riconoscerla. Zirna era completamente ricoperta di sangue, il volto e le mani
bianche erano chiazzati di rosso acceso. Fiera e terribile, una furia omicida
dagli occhi di male e il sorriso da brivido.
-Lei è la distruzione! Lei è il tuo nemico! Devi usare ogni arma
in tuo possesso!- il demone non si mostrò, ma la sua voce era sempre presente.
“Forse ha ragione… forse è lei il pericolo..”pensò dubbiosa la
maga. Comprese però che con ogni probabilità la voce suadente di Ren la stava
plagiando. Zirna si avvicinò minacciosa, le mani alzate per recitare un
incantesimo. Non appena lo riconobbe, Lina fu percorsa da un brivido
violentissimo: era un Giga Slave! –Nooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!-
Sussultò violentemente, e si svegliò di colpo. Si mise seduta, e tentò di calmare il respiro, che era velocissimo. Con le gote ancora umide di lacrime, si guardò attorno per controllare che fosse tutto regolare, e notò che Zelgadiss la stava fissando poco distante. Respirò profondamente, scossa da un tremito incontrollato.
L’amico si avvicinò lentamente a lei: -Lina, ti senti male?-
chiese preoccupato. La ragazza lo fissò dal basso in alto, e di nuovo tremò con
violenza.
Zelgadiss si inginocchiò accanto a lei. -Di nuovo quell’incubo?-
domandò fissandola. Lina annuì. La chimera non chiese altro, ma prese la mano
dell’amica: -Sei molto pallida, e fredda…- affermò con fare medico. Con il
dorso della mano cercò di sentire la temperatura della sua fronte. Emise
qualcosa come uno sbuffo, o un grugnito, si alzò, si tolse il mantello, e vi
avvolse per bene l’amica.
-Lina, non so come diavolo faccia quel demone a ridurti in
questo stato attraverso un sogno, ma fai proprio paura!- commentò sincero.
-Vorresti dire che ho una cera orribile?- rispose lei, cercando
di rilassarsi un poco.
-Credimi, orribile è quasi un complimento! Dovresti solo
vederti!- ghignò la chimera. In realtà era molto preoccupato per l’amica:
sembrava davvero un’altra persona, fragile, debole… si domandò se non fosse il
caso di trovare un rimedio per quegli incubi, prima di spingersi troppo oltre.
Era quasi l’alba: ancora un paio d’ore e si sarebbero rimessi in
marcia. Ma ad est, lontano nella pianura, si vedeva la debole luce del sole che
cominciava a svegliarsi per rischiarare un altro giorno. Lina si coricò di
nuovo, senza una parola, ma rimase per qualche tempo con gli occhi spalancati
sul cielo stellato. Zelgadiss, che era rimasto seduto accanto a lei, se ne
accorse: non gli piaceva per nulla vederla così turbata. Le posò delicatamente
la mano sulla testa, e prese a massaggiargliela, descrivendo piccoli cerchi,
secondo una tecnica di rilassamento appresa molto tempo prima. Lina lo guardò e
gli sorrise, per addormentarsi sotto quel massaggio pochi istanti dopo.