IMPORTANTE: Con questo mio scritto,
pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione
veritiera del carattere dei McFly (e degli altri
personaggi della mia storia), nè
offenderli in alcun modo.
Capitolo 18.
Gi’s POV.
Da pochi giorni il mio cuore si era
delicatamente posato sopra ad una nuvola e se ne stava leggero e sospeso in aria come su un cuscino
sofficissimo. Credevo che sarei potuta scoppiare per la felicità che provavo in
quegli ultimi giorni; non solo perché il mio manager quella mattina mi aveva
comunicato che di li a due settimane le riprese sarebbero finalmente terminate,
ma perché quando tornai a casa dal lavoro tre sere prima, avevo finalmente
parlato con Tom di tutto quello che era successo tra di noi in quell’ultimo periodo
buio.
‹‹Giovanna
sei tu?››
Sentii
la sua voce chiamarmi appena richiuso il portone di casa.
‹‹Si››
La mia voce era flebile, tanto che riuscii a mala pena a sentirla io.
Perché
mi aveva aspettato in piedi fino a quell’ora?.
Mi
diressi verso la sala e poi diedi uno sguardo in cucina.
Lui
era lì, seduto ad una sedia del tavolo, che mi stava aspettando.
Che
cosa aveva da dirmi?
Posai
il giaccone e la borsa sul divano e poi mi affacciai alla porta della cucina.
Non
avevo il coraggio di guardarlo, avevo paura di quello che avrebbe potuto fare o
dire, ma lui sussurrò:
‹‹Vieni
qua a sederti››
Mi
avvicinai e mi sedetti davanti a lui.
Sentivo
i suoi occhi su di me, ma io non riuscivo ad alzare lo sguardo.
La
paura di vedere i suoi occhi tristi era troppo forte.
In
quei giorni sembrava che le cose fossero un po’ migliorate tra di noi, ma non
avevamo mai parlato seriamente e la cosa mi spaventava.
Mentre
ero immersa nei miei pensieri, sentii le sue mani prendere le mie.
In
un secondo le mie dita erano intrecciate nelle sue e le nostre fedi
risplendevano, intrecciate tra di loro.
‹‹Hey
Gi guardami››
Così
feci. Alzai lo sguardo, ma al posto dei suoi occhi tristi, trovai due occhi che
mi sorridevano.
Non
potei fare a meno di notare la bellezza del suo sorriso, e di quelle due
fossette simpatiche che io avevo sempre amato.
Sorrisi
di rimando.
‹‹Mi
dispiace rubarti del tempo proprio adesso, sarai stanca.. Ma oggi mentre ero
con la bambina, ho pensato che andare avanti così non aveva più senso.. che io
dovevo parlarti e spiegarti cosa penso di questa nostra situazione. Non
possiamo fare più finta di non sapere cosa ci sta capitando..››
Annuii
silenziosamente.
‹‹Forse
avrei dovuto dirtelo subito, ma da quando hai iniziato di nuovo a lavorare, per
me è stato tutto diverso. Non perché mi pesasse fare le cose da solo, ma perché
mi mancavi, mi mancava la tua presenza a casa, fuori a fare la spesa, la sera
davanti alla televisione.. in ogni singolo momento della giornata. Le giornate
che scorrevano lente, il nervosismo saliva, io non sapevo più come comportarmi,
non riuscivo più a scrivere, a pensare. E la cosa peggiore è che da quando non
ci sei, Holly sente tantissimo la tua mancanza. Io ho provato a spiegarle che è
il tuo nuovo lavoro, che poi potrà vederti in tv, ma troppe volte l’ho trovata
a piangere nel sonno o a chiamarti mentre non c’eri. E non sai quanto mi fa
male dirtelo, perché so quanto deve essere dura per te.. Ma io non potevo più
tenermi tutto dentro. Non voglio andare oltre a quello che siamo già andati.
Non voglio che ci siano più incomprensioni tra di noi. Io voglio che siamo sereni››
‹‹Sai
quando mi hanno proposto questo lavoro io non mi sarei mai aspettata una cosa
del genere›› la mia voce tremava, ma dovevo spiegargli
come vedevo io le cose ‹‹Mi sono ritrovata da un
giorno ad un altro in un mondo del tutto nuovo rispetto alle mie esperienze
lavorative precedenti. Un mondo dove non puoi farti prendere dagli avvenimenti
esterni, un mondo in cui devi rimanere concentrato in quello che fai per 24 ore
su 24. Non puoi permetterti di sbagliare, perché se lo fai, rallenti il lavoro
di tutti gli altri›› presi un respiro, mentre lui non
staccava gli occhi da me, curioso di sapere dove volessi arrivare ‹‹Io per prima mi sono accorta di aver commesso un grande
errore. Io per prima so che in questo caso non sono stata una brava madre per
mia figlia, ed una buona moglie per te. Mi sono lasciata prendere dall’euforia,
non sapendo realmente quello che mi avrebbe attesa. Era troppo tempo che volevo
recitare di nuovo, e facendolo ne ho pagato le conseguenze››
Guardai Tom negli occhi e continuai ‹‹Pochi giorni
prima di Natale, quando già io sapevo che la scelta che avevo fatta non era
stata quella giusta, ho trovato un pupazzo di neve nel cortile. Quella sera mi sono
immaginata te e la piccola mentre stavate facendo quel pupazzo, tra sorrisi e
scherzi con la neve. E poi ho realizzato che io mi ero persa quello splendido
pomeriggio con voi, che mi stavo perdendo tante giornate con le due persone che
io amo di più. Lo so Tom, ho sbagliato. Ma quando avevo cominciato era ormai
troppo tardi. Non posso più tornare indietro. Sono stata risucchiata in un
vortice dal quale non ho trovato via d’uscita. Ma sono sicura di una cosa.
Potessi tornare indietro questo lavoro non lo accetterei per niente al mondo.
Non sai quanto avrei preferito stare con voi in tutti questi giorni. E mi
dispiace, non immagini quanto››
Forse
per il nervosismo accumulato, forse per la nostra conversazione, sentì scendere
sulla mia guancia una piccola lacrima solitaria.
Abbassai
lo sguardo, come per non farla vedere a Tom, ma lui asciugò quella lacrima con
un dito.
‹‹Perché
non ci siamo parlati subito?››
‹‹Perché
non ci siamo detti come stavano le cose, come io stavo male senza di te e come
per te fosse la stessa cosa, e invece abbiamo preferito nasconderci dietro a
due maschere? Perché?››
‹‹Non
lo so Tom›› sentii che sulle mie labbra si stava
formando un sorriso amaro ‹‹Non lo so.. Forse perché
non volevamo ammettere a noi stessi i nostri sentimenti.. oppure perché siamo
stati due stupidi››
‹‹Hai
ragione tu›› disse lui annuendo ‹‹Siamo
stati proprio due stupidi››
Si
avvicinò a me e mi diede un delicato bacio sulle labbra, che ricambiai con
dolcezza.
Sorrisi
e poi mi alzai per prendere un bicchiere d’acqua.
Tutto
quel parlare mi aveva messo sete. Sorridevo al vuoto davanti a me.. finalmente
mi ero chiarita con Tom.. ed il mio cuore si era improvvisamente alleggerito.
Non
feci in tempo ad arrivare alla credenza per prendere un bicchiere, che sentii
le braccia di Tom avvolgermi la vita.
Un
sussurro all’orecchio mi fece sorridere:
‹‹Ti
amo Gi››
‹‹Anche
io ti amo››
Non
potei fare a meno di voltarmi verso di lui e trovarmi a pochi centimetri dal
suo corpo.
Da
quanto tempo non mi ritrovavo in una situazione simile?
I
suoi occhi brillavano. Non lo vedevo così sinceramente felice da ormai troppo
tempo. Due anime gemelle come noi non erano fatte per stare lontano troppo
tempo, non potevano vivere l’una senza l’altra.
Sorrisi,
felice di trovarmi nuovamente tra le sue braccia, al sicuro e al riparo da
tutto quello che mi circondava. Poi sentii la terra mancarmi sotto ai piedi.
Solo quando per istinto accavallai le gambe alla sua vita, capii che mi aveva
presa in collo. Sorrisi maliziosamente e ringraziai la mia altezza. A volte non
essere tanto alte aveva i suoi vantaggi. In quel nuovo contatto eravamo ancora
più vicini e non fu difficile per me cancellare quella piccola distanza tra le
nostre labbra. Un bacio tenero, un bacio dolce, un bacio lento, come una
melodia musicale che ti invade il corpo e la mente. E poi piano piano, sentivo quella melodia dolce divenire qualcosa di
diverso, qualcosa di coinvolgente, di appassionante. I nostri baci diventavano
a mano a mano più famelici e presto non furono più sufficienti. Sentii Tom
muoversi e pochi secondi dopo mi ritrovai seduta sul tavolo della cucina.
Per
un millesimo di secondo, in quel vortice di emozioni in cui ci eravamo
catapultati, chiesi flebilmente a Tom:
‹‹Sei
sicuro?››
Lui
annui.
‹‹Ma
la piccola..››
‹‹Tranquilla››
disse lui tra un bacio e l’altro ‹‹Si è addormentata
poco prima che tu arrivassi. Adesso sarà nel mondo dei sogni››
Annuii
mentalmente alla sua affermazione e tornai a concentrarmi sui suoi baci. Dolci,
delicati. Sentivo le sua labbra morbide sulle mie, per poi abbandonarle e
tracciare una piccola scia, fino ad arrivare all’orecchio e poi sul collo.
Sentii
le sue mani cercare il sotto del maglione e piano piano
alzarlo, finché io non portai le braccia in alto e lui poté togliermelo
definitivamente. Tornò a concentrarsi sul mio collo.
Sapeva
come farmi felice, conosceva tutti i miei punti deboli.
‹‹Tom..›› un impercettibile sussurro di piacere, per fargli sapere
che le sue delicate labbra sapevano quello che stavano facendo.
Mentre
ero presa da quel turbine di piacere, iniziai a sganciare i bottoni della sua
camicia, mentre lui pensò alla mia maglietta. Al tocco delicato delle sue mani
sulla mia pelle, un brivido di freddo mi percosse e Tom mi abbracciò ancora più
stretta a lui.
Sentivo
il bisogno di amarlo, di sentirlo mio. Non mi importava dove ci trovavamo,
dovevo sentire quanto lui mi amasse e avevo bisogno di fargli sapere quanto lo
amassi io. Cercai la cintola dei suoi jeans, per poi slacciarla, lasciandola cadere in un punto non
ben precisato per la cucina e poi passai ai bottoni dei jeans. Cercai di
abbassargli i pantaloni con una certa difficoltà, così mi aggrappai ai suoi
fianchi, per essere ancora più a contatto con la sua pelle. Inevitabilmente,
non potei fare a meno di sentire la sua eccitazione premere contro il mio
desiderio e questo mi fece stare ancora meglio. Sentii che con un gesto fluido
mi aveva slacciato il reggiseno, lasciandomi i seni scoperti, per poi passare a
concentrarsi sui miei pantaloni. Con baci a fior di pelle e piccoli morsi, lo
stavo invitando a spogliarmi del tutto. Lui allontanatosi un po’ da me, mi
sfilò via i pantaloni. Il desiderio ci stava prendendo sempre di più, sempre
più forte era l’eccitazione che provavo. Avevo il bisogno di sentirlo dentro di
me. Lasciai per un attimo la sua pelle delicata per aiutarlo a liberarmi del
mio ultimo indumento rimasto e poi fu la volta del suo. Eravamo completamente
nudi, rivestiti solamente delle nostre anime. Con le sue forti braccia mi
appoggiò al bordo del tavolo, baciandomi, con le sue morbide labbra. Allargai
le cosce, come a volerlo invitare tra di esse e poco dopo sentii Tom scivolare
dentro di me, voglioso di quel contatto che avevamo mancato per troppo tempo.
Ripiegai una gamba sulla vita, per lasciare che i movimenti lenti, diventassero
sempre più fluidi, come una danza, che da lenta divenne sempre più ritmata. Le
sue mani scorrevano lungo la mia schiena, ed ogni tocco mi trasmetteva un
brivido diverso. Le mie mani erano perse nei suoi capelli, aggrappate ai suoi
fianchi, cercando di diminuire sempre di più quella minima distanza che ci
separava, ad ogni veloce spinta.
‹‹Gi..›› un sussurro di piacere, tutto ciò che avrei voluto
sentire in quel momento. Tutto era magico. I nostri corpi uniti in quella
veloce danza, le nostre labbra concatenate le une con la altre, come le nostre
anime e i battiti dei nostri cuori. E poi, quando il desiderio arrivò al
culmine, toccammo il massimo del piacere, ed un brivido completamente diverso
da quelli precedenti si liberò dentro di me. Sentii Tom sussurrare il mio nome
e in quello stesso momento dare la sua ultima forte spinta, per poi lasciarsi
debolmente contro di me, con le mie braccia salde attorno alla sua vita.
‹‹È
stato perfetto›› sussurrai vicino al suo orecchio,
felice di quello che eravamo stati.
‹‹Ti amo›› mi rispose lui di rimando.
Io
annuii silenziosamente alle sue parole.
Restammo
in quella posizione per qualche minuto, poi quando riacquistammo quella poca
forza che ci serviva, ci dirigemmo nella camera da letto.
Poco
dopo esserci sdraiati, abbracciati l’uno con l’altra, il sonno ci mostrò la sua
via.
Mi riscossi dai miei pensieri,
sorridendo felice al pensiero di come avrebbe reagito Tom alla notizia della
fine delle riprese. Guardai l’orologio e mi diressi verso l’ospedale per fare
visita a Danny; Candy non si era ancora risvegliata e volevo fare il possibile
per fargli sapere che io gli ero vicina. Erano stati giorni strani e sempre
molto impegnativi e con questo lavoro stavo portando via del tempo prezioso
anche alle mie amicizie.
Arrivata davanti alla stanza di Candy, esitai
un attimo e preferii affacciarmi alla piccola finestrella che era poco distante
dalla porta per controllare la situazione. Tra le piccole fessure, scorsi Dan che
stava seduto su una sedia accanto al letto, bevendo silenziosamente un caffè.
Il suo sguardo era triste e i suoi occhi erano puntati su Candy. Provare a
immaginarmi come poteva sentirsi non rientrava nelle mie potenzialità. Io ero
stata male senza Tom durante quei mesi, quando avevo comunque avevo la
possibilità di vederlo, quindi non potevo proprio riuscire ad immaginare quanto
solo potesse sentirsi lui.
Mi feci coraggio e bussai alla porta.
Quando poi dall’altro lato sentii un flebile “Avanti” schiusi un po’ la porta e
feci capolino con la testa, sorridendo.
Fa
vedere lui che sei felice e contagialo con il tuo sorriso.
‹‹Hey›› sussurrai,
cercando di mostrare il mio sorriso migliore ‹‹È
permesso?››
Lui annui con i suoi occhi celesti e io
mi feci strada nella stanza.
Dopo essere arrivata da lui lo salutai
con abbraccio, cercando di non abbandonare quel sorriso che dovevo riuscire a
mantenere sempre presente.
‹‹Spero che vada un
pochino meglio›› dissi incerta.
Non ero sicura di saper trovare le
parole adatte a quella situazione.
Lo guardai negli occhi e lui con un
piccolo sorriso triste mi rispose:
‹‹Non proprio. Ringrazio
Dio che Candy non è peggiorata in questi giorni, però.. lei dovrebbe
svegliarsi. Così si che andrebbe meglio››
Come
non dargli ragione?
Era quello che speravo anche io.
‹‹Dan lei è forte. E sono
certa che sta lottando in questo momento, che sta lottando per tornare da te. Tu
devi starle vicino ed essere forte assieme a lei. Non lasciarti scoraggiare,
per favore. So che ce la potete fare.››
Vidi Dan regalarmi un sorriso sincero,
un sorriso vero.
‹‹Grazie. Senza di te,
senza gli altri, credo che non sarei arrivato fino ad oggi. Soprattutto adesso
che sono ricominciate le lezioni a scuola non è facile. Non mi piace
allontanarmi da lei, ma non posso mancare da lavoro. Quindi sapere che voi mi
siete vicini mi da un forte sostegno››
Le sue parole erano piene di gratitudine.
‹‹Ed è così Dan. Noi
siamo qui per te, sempre, quando ne avrai bisogno››
‹‹E a te come va?
Hai risolto con Tom?››
Quella sua domanda mi spiazzò.
‹‹Tu sapevi..?››
‹‹Si›› annuì lui ‹‹Ma non avercela con lui. Aveva bisogno di un consiglio e
un po’ di tempo fa avevamo parlato della vostra situazione››
Io sorrisi.
‹‹Fortunatamente alcuni giorni
fa abbiamo risolto. Finalmente dopo tanto tempo mi sento con il cuore in pace.
E poi oggi a lavoro mi hanno detto che tra due settimane le riprese saranno
finite e quindi sarò libera›› Sorrisi ‹‹Non vedo l’ora di dirlo a Tom, quando lo rivedrò stasera.
Uff, sarà in viaggio adesso››
‹‹In viaggio?›› mi chiese lui.
‹‹Uh si. Ieri dopo
pranzo Tom è andato a casa dei suoi, ad Harrow,
perché l’aveva chiamato Deb. Ma io per via del lavoro
non potevo andare, così è andato da solo. Ieri sera mi ha chiamata dicendomi
che sarebbe rimasto lì a dormire. È tanto che non andiamo la a trovarli..
probabilmente gli mancano molto. Dovrebbe fare ritorno stasera comunque››
‹‹E Holly?››
‹‹È da Harry›› sorrisi ‹‹Quando stamani
l’ho portata da lui, lei era tutta felice. Non lo vede molto spesso, quindi
ogni secondo passato con lui per lei è oro. Tra poco vado a riprenderla, così
starò un po’ assieme a lei››
Effettivamente non vedevo l’ora di
stringerla di nuovo tra le sue braccia e stare assieme a lei e a Tom per il
resto della serata.
Parlai un altro po’ con Danny e poi lo
salutai. Si era fatta veramente l’ora di andare a riprendere Holly. Lo salutai
e gli dissi di stare su. Lui mi ringraziò per la visita e poi mi avviai verso
casa di Harry.
Ero quasi arrivata a casa sua, quando
vidi un’edicola e mi decisi a comprare il giornale. Non diedi molto peso alle
due signore che bisbigliavano tra di loro dietro di me, mentre io mi stavo
allontanando. Durante tutti quegli anni avevo imparato a non ascoltare la gente
che mi stava intorno.
Stavo sfogliando il giornale camminando
sul marciapiede, ma quando arrivai alla pagina della cultura e del gossip mi
bloccai.
Il titolo dell’articolo attirò il mio
sguardo.
“HARROW,
Comfort hotel. Tom Fletcher, ex membro dei Mcfly,
assieme ad una nuova fiamma?”
Due grandi immagini ritraevano Tom che
stava camminando assieme ad una ragazza con un mini top ed una mini mini gonna. Era praticamente svestita. Nella prima stavano
entrando nell’hotel e Tom teneva un braccio attorno la vita della ragazza,
mentre nella seconda, la foto faceva capire benissimo che i due stavano uscendo
all’alba di quella mattina dall’hotel. E Tom continuava ad abbracciarla. Il
viso di lei era censurato.
Maledetta privacy.
Il sangue che scorreva nelle mie vene si
stava completamente gelando.
Ecco perché quelle due signore
bisbigliavano. Avevano letto e sapevano chi ero io.
L’articolo raccontava dettagliatamente
di come i due erano stati avvistati la sera prima, poco prima di cena, entrare nell’hotel
e uscirne quella stessa mattina, poco dopo l’alba, come a non voler farsi
notare, sempre stretti tra di loro, come una nuova coppia appena formata.
Man mano che i miei occhi scorrevano
sull’articolo, sentivo la terra mancare sotto ai miei piedi.
Non poteva essere vero. Tom non avrebbe
mai potuto fare una cosa del genere a me e ad Holly, proprio quando avevamo
fatto pace, proprio quando ci eravamo chiariti i nostri dubbi e lui aveva detto
di amarmi.
Sentivo che le mie certezze, che da
pochi giorni si erano ristabilite, stavano svanendo di nuovo nel nulla,
lasciandomi completamente senza difese.
In preda al panico presi il cellulare e
chiamai Giuly.
Quei secondi interminabili e quel ritmo
monotono dello squillo del telefono aumentavano il mio stato di angoscia.
Provai ancora e ancora, ma lei non rispose.
Così iniziai a correre e in meno di due
minuti mi ritrovai davanti a casa di Harry.
Quando suonai e lui aprì il portone mi
abbracciò, sussurrandomi:
‹‹Non piangere››
Non mi ero accorta che le lacrime
avevano iniziato a scorrere lente sulle mie guance.
‹‹Hai..hai letto
anche tu?›› chiesi silenziosamente.
Lui annuì.
‹‹Gi.. è meglio se entriamo››
‹‹La piccola?›› chiesi mentre asciugavo con il lembo della giaccia i
miei occhi.
‹‹Sta dormendo non preoccuparti››
Entrammo in casa e Harry dopo avermi
dato una tazza di caffè, mentre io mi sistemai sul divano, mi guardò e mi
disse:
‹‹Gi.. quello non è
l’unico articolo che hanno scritto..››
Il mio cuore mancò di un battito.
‹‹C-come non è l’unico?››
Lui si alzò e prese due riviste, uscite
quella mattina.
‹‹Si sono dati da
fare i giornalisti eh?›› dissi ironicamente.
Sfogliai le riviste e le foto che vidi
erano simili alle altre due: Tom abbracciato a quella ragazza, così stretto stretto, proprio come lo eravamo stati noi, poche sere
prima. E gli articoli raccontavano la stessa cosa che avevo letto nel giornale.
Il mio Tom, che abbracciava un’altra
donna.
Come potevo negare l’evidenza.
Lui
mi aveva tradita e io non avrei potuto fare più niente.
Alzai lo sguardo, incrociando quello di
Harry.
Non mi curavo delle lacrime che mi scendevano
sul viso.
‹‹Posso chiederti un
favore?››
‹‹Dimmi›› disse solamente
lui.
‹‹Posso restare qui nei
prossimi giorni assieme alla bambina?››
Sentivo di non poter tornare a casa in
un momento come quello. Non ce l’avrei fatta a guardarlo negli occhi, dopo
quello che avevo letto, dopo quello che avevo visto.
Tom mi aveva tradita.
Perché?
‹‹E me lo chiedi
anche?›› mi sussurrò Harry.
Esitai prima di guardarlo di nuovo negli
occhi. Poi gli chiesi:
‹‹Tu cosa pensi?››
Lui mi guardò e dopo una breve pausa
cominciò incerto:
‹‹Io sinceramente
non so cosa pensare. È successo qualcosa tra di voi? Avete avuto una
discussione o qualcosa di simile?››
‹‹Abbiamo avuto un brutto
periodo. Io ero e sono tuttora sempre impegnata con il lavoro, mentre lui era a
casa con la piccola. Non ci siamo parlati per tanti giorni, abbiamo fatto finta
che non stesse accadendo niente, quando invece sia io che lui stavamo malissimo››
‹‹Ma avete risolto
poi?››
‹‹Io credevo di si›› dissi silenziosamente ‹‹Poche
sere fa abbiamo parlato e ci siamo chiariti. Tom mi ha detto che mi ama, che
gli ero mancata e a me sembrava che le cose fossero ormai risolte. Ma adesso mi
viene fuori questa cosa.. Io non ho neanche il coraggio di chiedere a Deb se è veramente andato da lei, capisci?? E se Tom avesse
iniziato a vedersi con quella se si può definire ragazza, da prima di tutto
questo? Se si fosse rifatto una vita mentre io mancavo da casa? Non so più che pensare››
Harry si alzò e si sedette vicino a me e
mi abbracciò.
‹‹Io spero solo che
le cose tra voi si rimettano in fretta››
‹‹Lo spero anche io››
Improvvisamente il mio cellulare iniziò
a squillare.
Andai a vedere chi era che chiamava e
vidi che sul display lampeggiava la scritta “Tom”.
Guardavo il cellulare senza la forza di
rispondere, fino a quando il suono cessò.
Pochi secondi dopo riprese a squillare e
dal piano superiore sentii provenire il pianto agitato di Holly.
Lasciai cadere il cellulare sul divano e
mi diressi al piano di sopra.
Quando entrai, trovai Holly con il viso
rigato dalle lacrime.
Mi precipitai da lei e la presi tra le
mie braccia.
‹‹Shh non piangere››
La stavo cullando, quando sentii Harry
urlare al telefono, probabilmente con Tom.
‹‹Va tutto bene
Holly, ci sono io adesso›› Cercavo di sussurrarle
frasi dolci, per sovrastare la voce infuriata di Harry.
‹‹Mamma è qui con te
adesso, non piangere››
Ma le sue lacrime non accennavano a
smettere di scendere e le sue grida diventavano sempre più forti.
‹‹Holly shh, sono qui››
‹‹Gno!›› disse lei. E poi cercò di mandarmi via, come se non
volesse stare tra le mie braccia.
‹‹Gno! Via!››
‹‹Holly che cosa hai?››
Non capivo che cosa le stava succedendo,
non sapevo come calmarla.
Il panico stava prendendo sopravvento su
di me.
‹‹Mamma è qui adesso,
qui con te››
Lei mi guardò triste e con le lacrime
che le scendevano sul viso mi disse:
‹‹Gno. Papy papy! Io vojo
papy!››
E riprese a piangere più forte di prima.
A quel punto capii e il mio cuore andò
ulteriormente in frantumi.
Che
cosa ne avevo fatto della mia vita?
*
* *
Questo capitolo era un po’ lunghino per la mia media.. >.<
E quando le cose sembrano andare bene..
la piccola Giuly le fa ricadere nel baratro. _occh
Questa storia non è proprio una storia felice… ma se non era così, non era una mia storia.
Al tempo impiegai molto per scrivere
questo capitolo, anche perché c’è la mia prima scena d’amore che io abbia mai
scritto. Continuo a pensare che non sia una gran cosa, ma ho cercato di rendere
il tutto il più naturale possibile…
Comunque, spero che il capitolo vi sia
piaciuto!
Per quanto riguarda la mia Tsumi..
Cara.. Tu mi fai morire con i tuoi
commenti ahahah mi fa ridere come ti sei accanita su
Giuly ahahah. Ma vedrai.. così cattiva non lo sono..
diciamo che mi piace fare gli scherzetti *ihih* spero che il capitolo ti sia
piaciuto! E grazie per i commentino che mi lasci! <3
Obv,
se qualcuno mi vuole lasciare un commentino, non mi fa altro che piacere! ^.^