XXII Capitolo
Il
Sortilegio
Rocca di
Storybrook
Un ultimo colpo
dello scalpellino, poi dell’olio di semi di
lino, passato con un panno di lana. Era pronto! Non restava che
inserirvi un
bastone e il lavoro era completo. August sorrise, girandosi tra le mani
il
lavoro di intaglio che aveva appena completato, nel suo laboratorio di
falegnameria. Era un passatempo che amava. Suo padre, Sir Marcus, gli
aveva
insegnato a lavorare il legno, passione che avevano condiviso fino alla
morte
del genitore. Aveva cinque anni allora August, ma ricordava ogni
singolo gesto
di suo padre, Primo ministro di Lord James Charming
Pendràgon. Abile
consigliere, scaltro politico, padre amorevole e artigiano per hobby.
Questo
era stato suo padre, morto salvando la vita al Principe James a lui e
alla
piccola Emma. Aveva vissuto così poco con suo padre! Dopo ne
aveva avuto un
altro di padre, lo stesso Principe James e, da lui adottato, era
diventato il
fratello adorante della Principessa Emma Swan. Con lei aveva condiviso
l’affetto dei genitori, le passioni, gli interessi. Le aveva
insegnato a tirar
di scherma e l’aveva sempre protetta e sostenuta, in tutte le
idee che, quella
piccola selvaggia, si era messa in testa. Aveva un bel caratterino sua
sorella!
Quando decideva di combinarne una delle sue, nessuno la distoglieva! Da
piccola
voleva comportarsi come un maschio, sempre appresso a James e a lui.
Per lei
una donna poteva portare i pantaloni tanto quanto un uomo! In
realtà i
pantaloni le stavano veramente bene! Anche troppo secondo August ed il
padre.
Sorrise
pensando ad
Emma ed alla splendida, femminile, donna che era diventata. Madre
amorevole di
Hanry, un frugolo di sei anni che August amava come un figlio. La testa
di
cavallo in legno, alla quale stava inserendo un bastone, era per lui,
ne
sarebbe stato contento, già lo immaginava correre sul prato
del giardino enorme
o sulla grande balconata che dava sul mare, dicendo di essere uno dei
cavalieri
del suo inseparabile libro di favole, intitolato “Once Upon A
Time”.
Erano
quasi le sei del
mattino. Con il caldo estivo August preferiva lavorare a quelle ore
dell’alba,
mentre ancora si sentiva il fresco della notte. Aveva notato che, da
qualche
giorno, anche Neal ed Hanry si alzavano molto presto, come aveva notato
che,
dalla partenza di Emma, Neal si era attaccato molto di più
al figlio. Coglieva
ogni occasione per stare con lui. In un certo senso stava facendo da
padre e da
madre al piccolo. Hanry ne era felice, adorava suo padre. Neal era un
uomo
pieno di fantasia e giocherellone, August pensava che quei due
andassero così
d’accordo forse proprio per quel lato infantile di Neal.
Hanry crescendo
sarebbe diventato più maturo di suo padre, eterno ragazzino.
Non lo aveva mai
visto adatto ad Emma, per lei ci voleva un uomo forte, di carattere,
impavido,
coraggioso, uno in grado di dominare la sua irruenza e capace di far
uscire
fuori la sua femminilità. Aveva provato a farle conoscere il
suo amico Jamie
Framer, il tipo giusto, ma Emma si era incaponita con Neal e stavano
per
sposarsi, neanche a parlare di insistere con Framer, era fidanzato e
quindi …
Si chiese a che
punto fosse giunta sua sorella, se fosse
arrivata nel Maine, se fosse partita per il meeting giacobita. Si
chiese
soprattutto se non avesse trovato in Captain Hook l’uomo
giusto per lei. Doveva
riconoscere che buona parte delle qualità, che pensava per
l’uomo ideale di sua
sorella, appartenevano veramente al Pirata. Sentì un brivido
per la schiena,
uno strano presentimento, ma non riuscì a decifrarlo. Se
solo fosse arrivato un
altro piccione, a rassicurarlo che tutto procedeva per il giusto verso!
Lasciò
il laboratorio con il giocattolo per Hanry in mano.
Avrebbe controllato l’orizzonte con il cannocchiale, forse ci
sarebbero state
novità.
Sulla
“Orgoglio del Reame”
L’Ammiraglio
Framer era già sul ponte, aveva passata una
notte insonne, ripensando agli accadimenti di quegli ultimi giorni.
Aveva
inventato con Bill O’Brian una bella storia per far sparire
dalla circolazione
Captain Hook, per la verità Jefferson ne aveva fornita una
su piatto d’argento
e in quel modo Il suo migliore amico, creduto morto da anni, Killian
Flinth
Jones as Captain Hook, ora poteva dirsi salvo.
Framer non aveva
voluto sapere di preciso cosa stesse
combinando Killian con la Principessa Emma Swan, in incognito, e non
aveva
rivelato neppure a Bill che, quella che aveva conosciuto come Lady
Barbra,
fosse in realtà la figlia del principe Charmig
Pendràgon, Reggente del Maine e
sorella dell’uomo che avrebbe rivisto da lì a
poche ore, un altro fraterno amico,
il Colonnello August Charming Pendràgon.
Guardò
la linea di terra che stavano raggiungendo con il
favore degli Alisei. Calcolò che approssimativamente per le
13,00 avrebbe
potuto presentarsi a palazzo da August, non si sarebbe trattenuto
molto, giusto
il tempo di portargli notizie della sua amata sorella Emma. La Scozia
l’attendeva, sarebbero ripartiti presto, ma in
verità chi lo attendeva con maggiore
trepidazione era sua moglie Clairette e il figlioletto che aveva da poco
partorito.
Maine
Da due ore si
erano ritrovati nel luogo dell’appuntamento ed
erano partiti. Emma, in vesti e parrucca di Lady Barbra, con Killian,
occupavano la carrozza che gli uomini del Capitano avevano procurato,
mentre
due di loro cavalcavano in avanscoperta e due nella retroguardia.
Seduti
affiancati, Killian teneva avvolta alla vita Emma,
poggiata con la testa nell’incavo del suo collo. Si era
riappisolata, dopo la
levataccia e il bisogno di dormire interrotto. Era stata comunque una
notte
speciale, al solo ricordo Killian avvisava una reazione evidente
all’inguine.
Emma era stata sua quella notte, per la prima volta avevano fatto
l’amore in
modo completo e appagante. Con nessuna donna, che aveva conosciuto
carnalmente,
Killian aveva mai provato un piacere così intenso e nessuna
aveva amato con la
passione che nutriva per lei. La
amava
con tutto sé stesso, amava il suo modo di essere e di fare,
amava il suo cuore
luminoso e fatto di bontà e altruismo, amava il suo corpo
candido che aveva
esplorato, carezzato, assaporato, bevuto. Emma, come aveva immaginato
vedendola
combattere, era una donna passionale, irruenta e focosa. Lo aveva
dimostrato
ampiamente quella notte, abbattendo le ultime barriere e decidendo di
essere
lei a possederlo, dopo che aveva inizialmente lasciato a lui condurre
il gioco.
Non gli era dispiaciuto affatto lasciarle l’iniziativa, oltre
che piacevole, la
cosa aveva rassicurato ulteriormente Emma e la loro intesa sessuale era
stata straordinaria.
Le
baciò la fronte. Sarebbero tornati a notte fonda dal
meeting, sperando che non ci fossero incidenti di percorso, Killian
auspicò di
poter passare anche quella notte con Lei nel suo letto e tra le sue
braccia,
ritrovando il suo porto sicuro.
Con un piccolo
mugolio Emma riaprì gli occhi assonnati e
Killian le rivolse uno dei suoi sorrisi smaglianti.
– Ben
svegliata “raggio di sole” hai dormito comoda?
– Non
mi sento propriamente un raggio di sole e i tuoi
muscoli sono troppo duri perché tu sia un cuscino morbido!
Killian rise
–
Non mi sembra che ti
siano dispiaciuti troppo i miei muscoli questa notte …
- Mmmh! Noooh!
Non mi sono dispiaciuti affatto Capitano!
A conferma di
quanto gli aveva risposto, Emma gli portò le
braccia al collo, carezzandogli con la mano il triangolo di torace
scoperto, mentre
Killian la tirava verso di sé, cercando una posizione
più comoda su quel sedile
della carrozza chiusa. Si baciarono affettuosamente e, come sempre, fu
l’inizio
di un bacio più passionale che li vide carezzarsi
reciprocamente le labbra e
poi danzare con le lingue che si cercavano e rincorrevano. I respiri,
sempre
più affannosi, erano l’indizio della graduale
perdita di controllo,
l’attrazione reciproca stava prendendo il sopravvento sulla
razionalità e non
potevano permetterselo.
Come se avesse
intuito cosa stava accadendo all’interno della
carrozza, Jefferson bussò alla parete laterale,
affiancandosi con il cavallo.
Furono riportati alla realtà bruscamente. Velocemente Emma
si riassettò la
gonna e ravviò i capelli della parrucca bruna, Killian si
tirò su e
schiarendosi la voce con un colpo di tosse, alzò la tendina
per guardare Fox
–
Spiacente di disturbare voi piccioncini Killy, ma tra circa
un’oretta saremo al punto che hai individuato sulla cartina!
–
Bene Fox! Proteggete
Emma mentre io andrò in avanscoperta, fermatevi per una
mezzora dopo la mia
partenza, sgranchitevi le gambe e
se volete fate colazione. Farò un giro più ampio
sopra la gola che
percorreremo, Nicodemo verrà con me, se ci stanno riservando
un agguato, quello
è il punto più adatto. Se sentirete colpi di
pistola tornate indietro, il
meeting sarà annullato ..
–
Coosa?! Killian! Non
ci penso proprio! Dovesse esserci un agguato combatteremo, io non mi
tiro
indietro! Da tanto che aspetto questo momento e non sono arrivata fin
qui per
farmi spaventare da un agguato! Andremo comunque al luogo del meeting,
ci sono
persone che mi aspettano!
–
Emma, il responsabile della tua sicurezza sono io! Qualsiasi
cosa succeda, come ti ho già detto davanti a tuo padre,
rispetta i miei ordini
e stai zitta! In caso di attacco tu torni a casa!
–
Ti ho detto di no
Capitano, la causa è più importante di me!
–Maledizione
Donna! Sei
esasperante! So benissimo quanto è importante la causa! Ma
per Dio Emma! Tu!...
Sei più importante per me!
Fox si era
ritirato lasciandoli discutere. Emma all’ultima frase
di Killian, detta con più calma e a tono basso, tacque, per
Killian lei era più
importante di qualsiasi cosa e lui per lei? Pensò che se
Killian avesse trovato
il pericolo, lei non lo voleva perdere né lasciarlo in sua
balia. Lo guardò
negli occhi azzurri
corrucciati. Gli
sorrise e annuì.
– Va
bene! Tornerò indietro, ma solo quando vedrò che
anche
tu stai tornando o ti verrò a cercare. Te l’ho
promesso, ti ritroverò sempre!
–
Anche io l’ho
promesso a te, ci ritroveremo Emma, ma fai come ti ho detto!
La
guardò dritta negli occhi, sollevando il sopracciglio come
ad ultimo accordo di quanto le aveva ordinato. Emma lo
ricambiò, con uno
sguardo furbo e determinato che stuzzicò Killian e,
contemporaneamente, gli
fece pensare che la sua Emma non era molto portata ad eseguire ordini
e,
quindi, si sarebbe raccomandato ai suoi uomini di eseguirli, anche se
lei
avesse voluto fare il contrario.
Fece fermare la
carrozza e mentre la Principessa usciva per
sgranchirsi gli arti, lui prese il cavallo che gli era riservato.
Sistemò le
briglie, controllò la sella e il sottopancia.
Tornò da Emma.
– Non
voglio andare con il dubbio che farai di testa tua
Emma! Promettimi che eseguirai gli ordini, ti prego …
- Ci
proverò, ma tu cerca di tornare presto se ci sarà
pericolo …
La prese per la
vita e chinò la testa verso di lei, cercando
nuovamente il contatto con le sue labbra, lei si protese più
vicina al suo
torace, chinando la testa lateralmente per accoglierlo e portandogli le
braccia
al collo, mentre con la mano destra gli dedicava una carezza tra i
capelli
ribelli.
Si guardarono
ancora negli occhi, poi Killian si girò per
montare a cavallo. Fece ruotare il cavallo verso di lei, la bestia si
impennò
con un nitrito, un ultimo cenno di saluto e partì al galoppo
con Nicodemo.
Passò
la prima mezz’ora e il piccolo convoglio ripartì
con
cautela. Alla velocità con cui Killian era partito, stava
arrivando al punto
sospetto, Emma sperò che non si udissero spari, non solo
sarebbe continuata la
missione, ma sarebbe stato incolume anche Killian.
Il Capitano e
Nicodemo trottavano affiancati. La strada era
sterrata e abbastanza ampia per far passare la carrozza che li stava
seguendo.
La vegetazione circostante era rigogliosa; alberi altissimi e dalle
chiome
ombreggianti si riproducevano a vista d’occhio. Killian si
rese conto che il
paese era veramente vasto e ancora poco sfruttato, nelle sue risorse
naturali e
territoriali, c’erano ancora tante zone da esplorare
più a Ovest e non gli
sarebbe dispiaciuto di essere uno dei pionieri che avrebbero
colonizzato una
parte di quella meravigliosa terra.
Improvvisamente
fece cenno con la mano a Nico di rallentare
l’andatura. Erano arrivati al punto preferibile per un
agguato. Il posto era
perfetto per quello! La strada si insinuava all’improvviso in
una sorta di
corridoio roccioso, in caso di attacco non dava vie d’uscita
e ciò ovviamente
preoccupò parecchio il Capitano Jones. Procedendo con la
massima lentezza e
circospezione, riuscirono a far arrampicare i cavalli per i pendii che
costeggiavano quel corridoio pericoloso. Non c’era anima
viva, non si vedeva
nessuno. Killian acuì la vista per osservare se ci fosse
segno di
mimetizzazione, ma non vide nulla.
Osservò
attentamente il terreno che si affacciava sul
corridoio roccioso, zolle di terra e erba erano smosse e calpestate,
dei
cavalli ferrati erano passati di lì da poco. Che altro
motivo avrebbero avuto
se non di controllare la zona e preparare un agguato o, come stava
facendo lui,
di difendersene?
Scese da cavallo
e indicò a Nicodemo di fare lo stesso.
Doveva capire da dove arrivavano i cavalli. Osservarono attentamente i
movimenti di quelle impronte equine. Il terreno era piuttosto soffice e
le
tracce apparivano chiare. Gli uomini a cavallo, almeno quattro, erano
scesi da
cavallo, si erano sporti sul bordo del corridoio roccioso, provando
l’appostamento tra le siepi, erano tornati alle loro
cavalcature e ripartiti.
Con Nico si scambiarono uno sguardo d’intesa. Quei cavalieri
venivano da dove
loro stavano dirigendosi! L’attacco non ci sarebbe stato per
il momento.
Probabilmente il loro piano era un altro. Killian si
consigliò con il suo
compagno. Avrebbero continuato in avanscoperta a perlustrare la strada,
Jefferson era già avvisato, nessuno sparo e potevano
continuare la marcia.
Storybrook
Suoni di risa
felici, scalpiccio sul ciottolato, della grande
balconata sul mare, di piccoli piedi che correvano e galoppavano su un
bastone
di legno, alla cui estremità faceva mostra di sé
una testa di cavallo
intagliata nel legno …
- Guardami
papà! Sono Sir Lancillotto!
Neal rise nel
vedere quanto suo figlio era contento di quel
nuovo giocattolo. Era grato ad August per le attenzioni che riservava
al
piccolo e per l’aiuto che non gli faceva mancare, insieme
alla dolce Lady
Belle, nell’accudire il bambino. Ricordò
l’arrivo di Hanry, la scoperta che
quel tenero esserino rosa, emaciato, nella sporca culla, imprigionato
nella
stiva della nave di Barba Nera, era suo fratello. Lo aveva inizialmente
odiato.
Era il frutto di un'altra relazione di suo padre, il segno di un altro
tradimento alle spese della sua adorata madre, Lady Sara. Si era reso
conto che
quella creatura, non aveva colpa di nulla, ma quando aveva visto Emma
tenerlo
tra le braccia, con gli occhi lucidi, portarlo al cuore e avvicinare le
sue
labbra a quella piccola testolina mora, come se fosse veramente il
figlio del
suo grembo, si era sentito morire di gelosia. Aveva posseduto sua
moglie una
sola volta in vita sua, la loro prima notte di nozze. Sapeva che per
lei era
stato un trauma, era stato violento, non aveva calcolato che per lei
era la
prima volta. Doveva possederla, doveva dimostrare a sé
stesso di essere un uomo
virile.
Concentrato sul
suo narcisismo ferito e ringalluzzito dalle
moine di Tamara, era tornato nella loro stanza, teso nella sua
eccitazione e
aveva forzato le porte di Emma, facendola gridare di dolore e
tappandole la
bocca con la mano, per non far udire l’urlo. Non lo avevano
fermato i suoi occhi
verdi sbarrati e imploranti, non aveva avuto pietà ed era
ricaduto su di lei,
arrivando all’orgasmo, trovandola infine inerme e soggiogata.
Aveva ucciso
l’amore che sua moglie provava per lui. Lo capì
troppo tardi. La mattina si
rese conto che ne aveva fatto scempio, quando svegliandosi non la
trovò accanto
a sé, l’unica compagna che trovò nel
letto, fu una grossa macchia di sangue. Da
quella mattina quella macchia si trasferì nel suo cuore.
Emma smise di essere
sua moglie. Non riuscì più ad accostarsi a lei
perché lei ormai lo rifiutava. Parlarono,
le disse che l’amava, le chiese scusa. Per lei quello non era
affatto amore.
Ormai Emma vedeva solo un mostro in lui. L’uomo che aveva
tradito sua moglie la
prima notte di nozze e l’aveva violentata. Come darle torto!
Non erano servite
le sue attenzioni, la tenerezza che aveva cercato di dimostrarle,
regali … Emma
era troppo buona per odiarlo fino in fondo, sapeva che
l’aveva amato, era
riuscito ad estirpare lentamente dal suo cuore l’amore
giovanile per il Tenente
Jones. Voleva tornare ad essere l’uomo che l’aveva
conquistata, ma non ci
riuscì. Emma nutriva ancora uno strascico di affetto per
lui, non volle far
sapere nulla ai suoi genitori, James avrebbe sicuramente annullato il
matrimonio e probabilmente lui sarebbe stato arrestato. Emma non volle
tutto
questo. Si accordarono. In apparenza avrebbero mantenuto il loro
legame, era
giusto per i loro ruoli istituzionali, dovevano governare la piccola
penisola
di Storybrook, sotto la giurisdizione del Governatorato del Maine. Con
l’arrivo
del piccolo Hanry, questi diventò il centro delle attenzioni
di sua moglie.
Si, lo aveva
odiato! Avrebbe voluto essere lui a regalarle un
figlio. Avrebbe voluto essere lui a porne il seme nel suo grembo e a
gioire con
lei alla vista del loro bambino dopo il parto. Non era stato possibile!
Non era
stato possibile solo per colpa sua. Aveva un grande rammarico per
questo. Emma
fuggiva da lui ed era sempre più distante, innamorata sempre
di più di quello
che era diventato suo figlio. Voleva renderla felice, se non come
marito, come
amico. Aveva acconsentito ad inscenare la nascita di Hanry per i suoi
genitori
e per August. Aveva tanto da farsi perdonare! Non solo la violenza, ma
anche il
fatto di aver fatto fuggire suo padre e Barba Nera. Suo padre era un
mostro, lo
sapeva, ma condannarlo era una conferma di quanto lui poteva essergli
simile.
Suo padre non lo aveva mai amato, anzi lo disprezzava vistosamente. Non
era il
figlio forte che avrebbe voluto, lo considerava “una
mammoletta”, così simile a
sua madre, eterno bambino.
Quando
aveva
conosciuto Emma, la luce era entrata nella sua vita, lei poteva essere
il dono
che Dio gli regalava per illuminare la sua tristezza e il suo vuoto.
Era stato
un idiota, non aveva saputo amarla come meritava, come ogni donna
avrebbe
meritato. Aveva provato a ridestare il suo interesse e magari la sua
gelosia,
usando avventure extraconiugali, non le nascondeva appositamente,
invece aveva
suscitato ulteriore sdegno in lei, se non vero e proprio schifo. Si era
fatto
cogliere in flagrante con la giovane figlia di Angus, povera ragazza!
Emma lo
aveva colpito con forza, aveva capito non per gelosia, ma solo per
proteggere
Anny. Gli aveva spaccato il setto nasale e solo ora cominciava a
sparire il
livido. Frate Benedictus gli aveva evitato di restare con il naso
storto, ma il
dolore interiore gli era rimasto. Aveva fatto in modo di assecondare le
sue
iniziative benefiche, la sua trovata di avere una doppia
identità come Lady
Barbra, la partenza con il pirata per la missione nel Maine, tutto per
riportarla a sé. Ora odiava sé stesso per non
essere riuscito ad essere
diverso, migliore. Invidiava e odiava Killian Jones, perché,
dolorosamente,
doveva ammettere a sé stesso, che era il modello di uomo che
lui avrebbe voluto
essere e che mai sarebbe stato in grado di emulare. Lo aveva invidiato
dal
primo momento che lo aveva incontrato e aveva scambiato poche parole
con lui,
dodici anni prima, durante quel fatidico diciottesimo compleanno di
Emma.
Hanry gli corse
incontro
–
Papà facciamo che tu
sei Re Artù, io sono Lancillotto!
–
Bene! Allora ti nominerò mio primo cavaliere, come dice la
storia sul tuo libro!
– No
papà, non voglio essere il primo cavaliere di
Artù se no
non potrò sposare Ginevra!
–
Questo non l’avevo
pensato, mio prode cavaliere! Quindi vuoi portarmi via Ginevra?
– Si
papà, Ginevra voleva Lancillotto, non hai letto bene il
libro?
Neal sorrise a
suo figlio, ma qualcosa di amaro gli restò in
bocca. Il suo pensiero corse ancora ad Emma. Era stato un pazzo a farla
partire
con Jones. Sapeva benissimo che se Emma quella sera avesse conosciuto
il
Tenente, lui non sarebbe mai entrato nella sua vita. Lei aveva portato
nel
cuore quel giovane ufficiale della Royal Navy per un paio danni, forse
più che
conquistata dalla serrata corte di Neal, si era arresa semplicemente
all’idea
che il Tenente era morto con suo fratello, il Capitano Liam Jones.
Sentì
torcersi lo stomaco. Ora Lei era con Lui, cosa era rimasto del suo
matrimonio,
per impedire ad Emma di rivivere un sentimento che aveva radici nel suo
cuore
da dodici anni? Si diede dell’ incapace, dell’
inetto! Emma aveva tentato di
riavvicinarsi a lui la sera prima di partire, la ricordava
meravigliosamente
stupenda, pronta a darsi a lui, entrata nella sua camera da letto solo
con la
vestaglia di seta, scivolata via a fargli capire chiaramente le sue
intenzioni
… e lui … niente … era come morto, non
aveva avuto la minima reazione,
nonostante la gioia dell’iniziativa di sua moglie
… niente … non ci era
riuscito e lei era andata via sbattendo la porta, sentendosi
definitivamente
non amata.
La voce querula
della cuoca Betty, che si dirigeva verso
Hanry, lo distolse dalle sue riflessioni. Lady Belle era salita fino al
terrazzo con la cuoca, stavano cercando il bambino. Il piccolo
galoppando corse
verso Belle
–
Zia Belle, stiamo
giocando ai cavalieri della tavola rotonda, vuoi fare la parte di
Ginevra?
–
Tesoro, a proposito
di tavola, Betty aveva preparato i tuoi biscotti preferiti e tu ancora
non hai
fatto colazione!
– Una
faticaccia Henry, sarai la mia morte figliolo! Con
questo caldo io sono stata fino a poco fa davanti al forno e tu non sei
sceso!
Ti ho portato la colazione qui sopra, devi mangiare se vuoi diventare
bello e
forte come tuo padre e tuo zio!
–
Scusami Betty, è
colpa mia, con il fresco preferisco far passare un po’ di
tempo all’aria mio
figlio, più tardi sarà troppo caldo e quindi
sarà nelle stanze a studiare con
Belle. Comunque grazie per essere arrivata fino qui sopra, con la tua
gamba
malandata …
- Di nulla
Signor Duca, farei qualsiasi cosa per questo
birbante e comunque con la cura che mi ha lasciato Lady Emma non sento
quasi
più il dolore, è stata una santa!
Neal sorrise,
Emma era una “santa”, la gente di Storybrook
l’aveva soprannominata “la Salvatrice” ed
effettivamente tanti avevano
beneficiato delle sue cure e delle sue ampie conoscenze erboristiche.
Con Frate
Benny, fosse stato per loro due, avrebbero messo su un ospedale per i
malati!
In verità molto spesso avevano ospitato, nelle stanze del
frate, gente
bisognosa di cure. Emma era instancabile con i malati e, oltre alle
cure
mediche, sembrava curare anche la loro anima, già solo con
le sue parole ed il
suo conforto. Pur non avendo più un rapporto da coniugi,
anche per Neal la sua
presenza e parlare tranquillamente con lei, da buoni amici, era un
conforto per
l’ anima. Si rese conto di quanto le mancasse la sua Emma.
Decise che, al suo
ritorno, avrebbe fatto in modo che tutto della loro vita avesse una
svolta,
voleva essere il marito che meritava. Con il tempo si era affezionato
al
bambino, più cresceva e più lo trovava speciale,
così solare, intelligente,
simpatico … era impossibile non amarlo. In mancanza di Emma,
aveva sentito il
bisogno di stargli più vicino per confortarlo della sua
assenza e … per essere
confortato; pur non essendo veramente suo figlio, quel bambino era una
parte di
lei, non era nato dal suo ventre ma era come se fosse nato direttamente
dal suo
cuore. Ormai anche per Neal quell’adorabile bambino era un
pezzo del suo cuore.
Betty sapeva la
verità su Hanry e da madre esperta, di
quattro figli, aveva aiutato Emma come balia, lo avevano allattato con
latte di
capra, le aveva insegnato come
accudirlo, fasciarlo, nutrirlo e svezzarlo. Nonostante i mille scherzi
che
Hanry le combinava, lo perdonava sempre. I suoi figli ormai erano
adulti, non
aveva nipotini e lui era un po’ il suo bambino. Nonostante
l’inizio sfortunato
della sua vita, Hanry aveva trovato persone che lo stavano crescendo
nell’amore.
L’
anziana e rubiconda cuoca apparecchiò per la colazione,
sul tavolo della veranda e Henry, goloso e affamato, divorò
i suoi biscotti, a
forma di animaletto, con voracità.
August aveva
assistito a tutta la scena, si stava gustando il
nipote, felice per il regalo che gli aveva fatto e quando Belle
arrivò con
Betty, sentì il cuore accelerare i battiti. Belle era la sua
promessa sposa,
appena sarebbe tornata Emma avrebbero organizzato il matrimonio, ci
sarebbe
voluto qualche mese, anche per far arrivare i genitori dal Maine,
oppure avrebbero
svolto una piccola cerimonia intima nella cappelletta della rocca. Era
sicuro
dei suoi sentimenti per Belle, la amava e la desiderava. Per lei era lo
stesso.
La sera prima l’aveva accompagnata fino alla porta della sua
camera, le aveva
dato il bacio della buona notte, ma quel contatto e il calore del suo
morbido
corpo, lo avevano talmente eccitato che non aveva resistito ad entrare
con lei
in camera e a baciarla poi in modo talmente passionale da perdere il
controllo,
cadendo insieme sul letto. Belle era riuscita a fermarlo, i suoi occhi
si erano
riempiti di lacrime. August non aveva capito perché, eppure
aveva risposto al
suo abbraccio, lo desiderava anche lei, non voleva di certo forzarla,
l’avrebbe
comunque aspettata fino alla loro notte di nozze, si era separato da
lei appena
lo aveva chiesto, non c’era motivo di arrivare a piangere.
Era rimasto turbato
da quella reazione. Ora, vedendola serena, venire verso di lui,
l’avrebbe
abbracciata nuovamente, solo per consolarla per dirle che lui era
lì per lei,
l’amava, la voleva proteggere, voleva renderla felice
…
Belle si
avvicinò al suo amato fidanzato, con uno splendido
sorriso sulle labbra che si rifletteva anche nella luce azzurra dei
suoi occhi.
Quegli occhi e l’entusiasmo che vi si poteva leggere,
somigliavano a quelli di
Henry, questo pensò August guardandola in essi.
–
Bon jour mon amour, hai
reso felice Hanry questa mattina! Quando lo vedo così
contento, mi sento
contagiata dalla sua allegria.
–
Belle, amore mio, sarei l’uomo più felice del
mondo se
quando saremo sposati, potessimo avere un bambino nostro, intelligente
e vivace
come Hanry!
August vide
Belle irrigidirsi un attimo, forse era stato
troppo diretto, ancora non aveva chiarito la reazione della sera prima,
si
maledì per la sua mancanza di tatto. Belle si riprese subito
e gli si accostò
per dargli un bacio sulla guancia.
–
Abbiamo ancora tanto tempo per pensare a questo, non credi
August?
– Si
Belle hai ragione, ma ti amo talmente e ti desidero così
tanto … perdonami … io … ieri sera
sono stato inopportuno … non ho saputo
resisterti, non sono stato un gentiluomo …
- Mon cher cosa
dici! Non mi hai fatto nulla di male, ero
emozionata e … anche io .. ti volevo … ma
… mi sentivo in peccato August, sono
profondamente cattolica e dei principi … sai …
- Non devi dirmi
altro amore mio, non ce n’è bisogno, ho
capito.
Cambiarono
discorso e si accostarono al muro della balconata,
fu allora che la videro. August si spostò verso il
cannocchiale e lo portò
all’occhio. La nave ammiraglia della Regia Marina, la
“Orgoglio del Reame”, stava
per entrare nel porto di Storybrook.
In
un’altra occasione
ne sarebbe stato felice, su quella nave c’era il suo migliore
amico Jamie
Framer di Heughan. Questa volta non gioì, non era molto che
quella nave era già
passata, se tornava così presto significava una sola cosa
“la caccia era
conclusa”. Il terrore assalì il cuore di August.
Se la Regia Marina aveva
incontrato la Jolly Roger, per Emma non c’erano
più speranze!
Maine
La carrozza con
Emma a bordo continuava a viaggiare sulla
strada sterrata. Non si erano sentiti spari e Fox aveva dato
l’ordine di
procedere come da accordi con il suo Capitano. Percorsero il corridoio
tra le
rocce. Jefferson e i compagni furono comunque guardinghi, ma non
trovarono
pericoli. Di Killian non c’erano tracce, quindi era davanti a
loro, li
precedeva per una migliore sicurezza della Principessa. Fox
pensò che quella
donna avesse ormai, del tutto, nelle sue mani il cuore e
l’anima del suo amico
Killy, era la principessa bionda di cui gli parlava quando da bambini,
compagni
di gioco, fantasticavano sul futuro. L’aveva trovata la sua
principessa bionda,
ma era di un altro, era arrivato tardi. Se ne dispiacque per lui,
comunque, si
vedeva lontano un miglio che Emma era presa da Killian, non meno di
quanto lui
lo fosse da lei. Non volle porsi altri quesiti su di loro, gli
augurò di
viversi la loro storia al meglio, finché potevano, presto
Emma sarebbe tornata
da suo marito e Killian … avrebbe avuto il cuore spezzato.
La strada era
completamente libera, non si erano visti
pericoli per il momento e Killian avvistò il luogo
dell’appuntamento. Un
piccolo villaggio di poche case, poco più che baracche, con
una chiesetta di
legno dipinta di bianco, sorgevano nella vallata. Poco distante, un
fiume
scorreva lento tra la florida vegetazione. Si fermò con Nico
per confrontarsi
sul da farsi. Il meeting si sarebbe tenuto nella chiesa, il parroco
cattolico
che li avrebbe ospitati si chiamava Padre Joshua, era la cellula
Giacobita che
collaborava con il Governatore Charming. Non aveva mai visto Emma e
sapeva che
la donna che sarebbe arrivata era una scozzese, delegata direttamente
da
Giacomo II Stuart.
Il Capitano
Jones, con il suo compagno. decise di dirigersi
direttamente al luogo del meeting per conoscere il prete.
Lo trovarono nel
pollaio che raccoglieva le uova delle sue
sei galline. Era un uomo gioviale, dal colorito rosato e i capelli
biondi. I
suoi vispi occhi celesti li guardarono con familiarità.
Insieme attesero
l’arrivo della carrozza, mentre Padre Joshua Mc Cormin offriva a loro due una pinta
di sidro, iniziò
a preparare una
grossa frittata che
avrebbe usato come pranzo da offrire ai suoi ospiti. I partecipanti del
meeting
sarebbero arrivati per le 14,00, avevano il tempo per pranzare e
discorrere.
La carrozza
arrivò come da programma. Killian si affrettò ad
andare incontro a Lady Barbra e il sacerdote, con il suo accogliente
sorriso
sulle labbra, lo seguì.
–
Sono lieto di fare
la vostra conoscenza cara Lady Barbra, approfittate della mia umile
dimora,
avete a vostra disposizione una stanza per rinfrescarvi, io e i vostri
accompagnatori vi aspetteremo per il pranzo. Cose semplici ma
sostanziose, vi
rifocillerete e vi preparerete ad incontrare i rappresentanti delle
colonie.
Emma
ringraziò il buon sacerdote, si scambiò uno
sguardo con
Killian, che sostituì l’abbraccio che non avevano
potuto darsi e si diresse
verso la porta che Padre Joshua gli aveva indicato per la sua toeletta.
Il pranzo,
effettivamente umile ma sostanzioso, condito dalla
simpatia del sacerdote e da uno scambio interessante sulle persone che
vivevano
nel posto, passò velocemente. La chiesa era stata preparata
dal parroco per
accogliere i partecipanti. Conosceva i loro nomi, erano tutti votati
alla causa
di Giacomo II, la maggioranza erano di origine scozzese, alcuni erano
di
origine irlandese e un paio gallesi. In totale una ventina di elementi
che, a
loro volta, capeggiavano un gruppo di giacobiti. Erano anni che Padre
Joshua,
coltivava il rapporto con quelle persone, li riteneva affidabili e
fedeli alla
causa.
Storybrook
La nave
ammiraglia della Regia Marina Militare, “L’orgoglio
del Reame”, entrò nelle tranquille acque del porto
di Storybrook. I calcoli di
Jamie erano esatti, per le 13,00 sarebbe stato da August.
Avvisò il Capitano
O’Brian e il primo ufficiale inglese che sarebbe sceso a
terra e avrebbe fatto
visita al suo personale amico Sir August, si sarebbe trattenuto a
pranzo
sicuramente e sarebbe tornato verso le 17,00. Per i turni di guardia e
di
uscita dei marinai, si sarebbe regolato il Capitano Bill
O’Brian. Il primo
ufficiale avrebbe fatto l’inventario del materiale di
rifornimento di cui
necessitavano e entro un paio di giorni o prima, sarebbero ripartiti.
August
dall’avvistamento aveva parlato con Neal e questi era
sconvolto. Gli disse di non bendarsi la testa prima del colpo.
Sicuramente
Jamie sarebbe andato da lui per salutarlo. Chiese a Betty di
organizzare un
pranzo adeguato, nulla di superfluo, Jamie era molto parco, ma la
qualità
doveva essere buona. Si prepararono a riceverlo con il miglior sorriso
sulle
labbra. Se avesse chiesto di Emma, come era ovvio, avrebbero detto che
era
indisposta e a letto, quindi non l’avrebbe vista.
Per le 12,00
Jamie arrivò a cavallo. Niente carrozza o
scorta, era sempre molto pratico e in fin dei conti non aveva nulla da
temere.
Da molto non si vedevano, si abbracciarono con sincero affetto.
–
Quale notizie mi
porti amico? Oltre a quella di essere diventato padre, per cui mi
congratulo
con te e Clairette.
–
Grandi notizie amico
mio! Finalmente è stato debellato un flagello per la Royal
Navy!
August fece buon
viso a cattivo gioco.
–
Sono contento per “la
Regia” Jamie, di che si tratta?
–
Hai sicuramente
sentito nominare Captain Hook, il temibile pirata …
Ad August si
gelò il sangue
–
Certo amico mio, si dice che era uno di voi, si è
ammutinato, addirittura ha ucciso suo fratello e suo Capitano!
–
Naah! Una buona
parte di quanto sai sono fandonie architettate per dare di lui
un’ immagine
peggiore della realtà, non si è ammutinato e non
ha ucciso il fratello.
Comunque, la notizia è che è morto, affondato con
la sua nave, la Jolly Roger.
Jamie osservava
le reazioni di August e questi non riuscì a
nascondere il pallore mortale sul suo viso.
– Non
siete riusciti a farlo prigioniero? Ha preferito
battersi e voi lo avete bombardato?
– No
amico mio, non siamo stati noi, ma il Capitano Jefferson
Fox della nave da guerra “Stella del mattino”!
–
Non ho il piacere di
conoscerlo Jamie ..
–
Veramente strano August! Eppure dovrebbe essere partito
mesi fa da Storybrook con una vostra concittadina, la bella Lady
Barbra. È lei
che ha commissionato il viaggio per la Virginia e mentre risalivano
verso il
Maine hanno avvistato la nave di Hook, il vento era a loro favore e
l’abile
Capitano Fox è riuscito ad affondare il vascello. Con Il mio
Capitano abbiamo
avuto il piacere di pranzare con Lady
Barbra, la quale ti manda i suoi più cordiali saluti, tra un
paio di mesi
dovrebbe rientrare in sede.
August
recepì il messaggio di Jamie, Emma era viva e vegeta,
non sapeva tutti i particolari, ma evidentemente Jamie
l’aveva vista. La
notizia che aspettava gli era giunta tramite il suo migliore amico.
–
Posso invitarti a pranzo Jamie? Sono settimane che non
tocchi terra, gradirai cibo fresco!
–
Certamente August, mi offenderei se non lo facessi e sarei
felice di pranzare anche con tua sorella e suo marito, ma sospetto che
sia
irrimediabilmente indisposta!
August
sorrise, Jamie
avrebbe mantenuto la messa in scena, poteva permettersi di invitare
anche gli
altri ufficiali di bordo per la cena. Con Neal avrebbe parlato presto,
lo aveva
visto in piena angoscia e non gli piaceva infierire, era veramente
spaventato
per sua moglie.
Maine
I rappresentanti delle
tredici Colonie erano arrivati nei giorni precedenti al meeting, in
tempi diversi.
Tutti si erano rivolti al buon Padre Joshua e questi li aveva fatti
ospitare dalle
varie famiglie del villaggio.
Arrivarono
puntuali come se dovessero andare alla funzione
domenicale, in realtà poco prima dell’inizio, il
sacerdote aveva dato il
segnale con la campana, suonando a morto. Ad occhi indiscreti poteva
sembrare
che si stesse per celebrare una messa funebre.
Alcuni dei
rappresentanti si conoscevano tra loro e si salutarono
amichevolmente, i nuovi furono introdotti da padre Joshua ed egualmente
fece
riguardo a Lady Barbra.
– Cari
amici, siate i benvenuti! È Da tanto che ci
conosciamo, con molti di voi fratelli, sono giunto dalla Scozia da anni
e ci
lega non solo la stessa patria ma anche la stessa sofferenza per gli
amici e i
fratelli che abbiamo lasciato. Amici irlandesi, oggi con noi abbiamo
anche alcuni
vostri compatrioti che da poco sono arrivati e ci potranno aggiornare
sulla
situazione che vive la vostra terra. Intanto per prima, è
con gioia e grande
onore che vi presento una persona di grande valore e coraggio, una
donna che,
nonostante la delicatezza del suo genere, è venuta
dall’Europa per creare un
ulteriore legame tra le nostre colonie e i fratelli in patria. Diamo il
ben
venuto a Lady Barbra Mc Canzie.
I presenti,
circa una ventina, applaudirono, due uomini, tra
loro, rimasero guardinghi, uno di questi inserì i pollici
nella cintura proprio
al momento dell’applauso. Killian era vicino ad Emma, Max e
Nico erano dietro
di loro, ognuno con una pistola alla cinghia e la spada al fianco,
Jefferson e
l’altro compagno erano di guardia all’esterno. Il
Capitano scrutava ogni
convenuto e notò immediatamente l’atteggiamento
dei due uomini. Si tirò
indietro e comunicò qualcosa a Nicodemo, Emma non
riuscì a sentire cosa per il
rumore dell’applauso, ma percepì il movimento di
Killian.
– Vi
ringrazio per l’accoglienza miei signori, so che siete
venuti da lontano come me e che le vostre famiglie e le vostre case vi
reclamano,
non mi dilungherò molto.
Emma
iniziò il discorso con la situazione vissuta dai paesi
dominati.
–
Amici miei, qui nelle colonie come in Scozia e in Irlanda,
l’Inghilterra avanza delle pretese enormi. I dominatori
sfruttano il territorio
e i suoi abitanti, non curandosi affatto delle esigenze umane che essi
possono
avere. Le colonie d’America, in realtà, non hanno
nessun bisogno
dell’Inghilterra, è vero precisamente il
contrario. Perché ciò che producete
con fatica deve essere più che dimezzato per ingrassare
l’Inghilterra? Se avete
del superfluo può essere venduto. Con
l’Inghilterra si può avere semplicemente
uno scambio commerciale e pensare prima di tutto ai vostri figli, alla
vostra
gente. In Scozia e in Irlanda c’è gente che muore
di fame, solo grazie a uomini
coraggiosi, che l’Inghilterra chiama pirati e nemici,
arrivano granaglie di
frodo. Non sarebbe meglio che ciò che date come contributo
forzato, sia dato
direttamente ai vostri compatrioti nella vostra madre patria,
gratuitamente? È
importante risollevare l’agricoltura in Irlanda e Scozia, in
modo che possano
essere autosufficienti. Cosa non meno importante, anzi fondamentale
è abbattere
Guglielmo III, l’impostore che ha usurpato il trono al buon
Re Giacomo II
Stuart. Il fatto che Guglielmo sia protestante, ha comportato delle
pesanti penalizzazioni
ai paesi cattolici, proprio l’Irlanda, come ben sapete ne
è rimasta
maggiormente penalizzata. Sono state abbattute anche le chiese ed
è stato
proibito di professare la propria fede. È stata proibita
anche la possibilità
di studiare, con lo scopo di mantenere nell’ignoranza e
nell’oscurità il popolo
e soggiogarlo meglio!
I presenti
annuivano rumorosamente, gridando che Lady Barbra
aveva ragione, era necessario riportare al trono Giacomo II il
cattolico.
–
Se il potere fosse
rimasto a Re Giacomo, con i suoi principi cattolici, non ci sarebbe mai
stato
lo scempio che si è avuto. Inoltre da erede al trono,
avrebbe potuto sedere sul
trono e riunire tutta la Gran Bretagna sotto un’ unica monarchia legittima,
portando beneficio
a tutti, comprese le colonie. Io oggi sono qui per smuovere i vostri
animi nei
confronti della causa Giacobita. Probabilmente non siete a conoscenza,
pochi lo
sanno, che sei anni fa, sotto la protezione del Papa, è nato
a Roma l’erede di
Giacomo II. Il piccolo Carlo sarà il prossimo Re di Gran
Bretagna, lui è il
legittimo pretendente al trono. I suoi genitori lo stanno educando a
questo
compito ma, ovviamente, prima dei prossimi quindici anni non
sarà in grado di
adempiere alla sua missione. Oggi inizierà
l’attesa per il suo arrivo e spetta
a noi, suoi fedeli sudditi, preparargli la strada. In Scozia, Irlanda,
Galles e
non solo, abbiamo cellule Giacobite che costituiscono una forte rete.
Stiamo
raccogliendo fondi per la causa, vi chiedo di contribuire come potete.
Intanto
fate in modo che all’Inghilterra arrivino meno tributi,
iniziate a ritardare e
a smettere di inviarli, ci vorranno ancora anni per arrivare a
separarvi
completamente dall’Europa, ma se iniziamo a piantare dei semi
ora, con il tempo
vedremo i frutti della pianta e quei frutti arriveranno proprio al
momento
giusto. Ogni fuoco di rivolta destabilizzerà
l’Inghilterra e la indebolirà,
saranno necessarie armi per combattere e soldi per comprarle, pur non
combattendo direttamente sul campo, io vi chiedo oggi, in nome di
Giacomo II,
di allearvi con noi, dall’America sarete il nostro aiuto per
ricucire le ferite
dell’agricoltura dei vostri paesi d’origine. Io
stessa armerò delle navi con
cui porteremo il necessario in Europa. Se sono qui, è su
richiesta diretta di
Giacomo II, non sono io a chiedere il vostro aiuto, bensì
lui stesso tramite la
mia voce.
Una risata di
scherno si levò dall’angolo in cui
l’uomo con i
pollici nella cintura e il suo compagno, erano posizionati.
– Chi
ci dice che non sei una gran truffatrice donna! È
così
dipendente dalla tua gonnella il grande Giacomo?
Qualcun altro
rise alla battuta dell’uomo.
– Ha
ragione, per quale motivo Giacomo si è affidato ad una
donna?
Altri si
sollevarono con la stessa domanda e gli stessi dubbi
e un brusio di disappunto ed insicurezza si sollevò dal
gruppo di convenuti.
Padre Joshua
cercò di calmare gli animi e si rivolse in
particolare all’uomo che per primo aveva provato a
contestare.
– Mi
meraviglio di te Nathaniel, il tuo Massachusetts è messo
meglio con i balzelli inglesi? O di recente sei riuscito ad avere un
tornaconto
personale figliolo?
Gli altri
presenti iniziarono a guardare con sospetto
Nathaniel che fu costretto a giustificarsi
–
Affatto Padre Joshua! Sono io meravigliato del fatto che
una donnicciola pensi di venire ad indottrinare uomini che da anni
combattono
per migliorare la situazione!
Killian non ne
poteva più di sentire insultata Lady Barbra e
intervenne.
–
Amico! Quella che tu
chiami “donnicciola” ha più coraggio di
tutti voi insieme. Ha sfidato il mare e
la Regia Marina per
venire da voi ad
aprirvi la mente ed il cuore. Io, da Irlandese posso confermarvi tutto
quello
che ha detto e aggiungo che per cambiare i vertici, è
necessario che il
cambiamento si verifichi dal basso. In basso c’è
il popolo che sa quali sono i
suoi bisogni ed il popolo deve essere padrone del proprio destino
scegliendo
chi lo deve rappresentare. Non è detto che debba essere un
Monarca, si può
scegliere anche un’altra Costituzione, quello che sta facendo
Lady Barbra è di
aprirvi gli occhi e la mente, ragionate! Non sarà lei ad
operare un
cambiamento, lei è solo un sasso buttato in uno specchio
d’acqua che provoca
onde, voi siete le onde che si produrranno e propagheranno, vi chiedo
di
ascoltarla non di fermarvi al suo aspetto esteriore! Sarete parte di un
grande
evento e con il tempo le darete ragione, ma per arrivare a quel tempo,
dovete
iniziare a muovervi ora!
Nathaniel non
sembrava ancora convinto e rimuginava
parlottando con i vicini che assentivano.
– Che
prove abbiamo che questa donna sia inviata proprio da
Giacomo?!
Emma si rivolse
a Killian con un cenno e lui si preparò ad
agire.
–
Ho soltanto un
elemento che mi è stato dato come prova. Avete mai sentito
la leggenda di Re
Artù?
Qualcuno
assentì, altri risero per la probabile sciocchezza
che quella donna stava per dire.
–
Ebbene Signori! Non è una leggenda! È una storia vera che si perde
nei secoli,
Artorius, il suo vero nome, unì i popoli della Bretannia con
fare democratico,
costituì la tavola rotonda, dove tutti i cavalieri, al suo
pari, decidevano con
lui del loro paese. Voi sarete come i cavalieri della tavola rotonda e,
se
vorrete, il principe Carlo sarà come Artorius. Giacomo mi ha
dato un cimelio di
famiglia che risale a quel tempo, la spada Excalibur, appartenuta ad
Artorius …
Capitano! Datemi la spada!
Killian
sguainò la spada al suo fianco e la depose nelle mani
di Emma, questa la sollevò in aria e usando un suono di voce
suadente, muovendo
la spada in modo lento e ritmico, aggiunse.
–
Giacomo II vi chiede, come suoi sudditi, di giurargli
fedeltà su questa spada che è stata benedetta. La
leggenda dice che è la spada
della giustizia, del coraggio e dell’onore, solo chi ha il
cuore puro e questi
principi, nel giuramento potrà sollevarla. Chi mente non ci
riuscirà. La spada
sarà posta su questo tavolo, chi vorrà giurare
verrà qui, dopo il giuramento la
solleverà e la rimetterà sul tavolo.
I presenti si
guardarono l’un l’altro, qualcuno iniziò
ad
annuire ed ad avvicinarsi per giurare. Dopo il primo, arrivarono a
turno gli
altri. Tutti, convinti giurarono e sollevarono la spada. Gli ultimi
rimasti
erano Nathaniel e l’altro sconosciuto.
– Non
hai il coraggio di giurare Nathaniel?
Gli chiese Padre
Joshua. Per tutta risposta i due uomini, con
un ghigno strafottente si avviarono verso la spada dalla lama ondulata.
–
Giuro solenne
fedeltà a Re Giacomo II e al giovane pretendente, il
Principe Carlo!
Nel momento in
cui l’uomo prese l’elsa della spada per
sollevarla, non ci riuscì. Rimase sbigottito e Nathaniel
scoppiò a ridere
–
Ronald, che ti
prende?! Ti sei fatto incantare dalla bellezza della signora?
Ancora ridendo,
pronunciò smargiasso il suo giuramento di
fedeltà e cercò di sollevare la spada come
avevano fatto gli altri. La spada
gli sembrò pesantissima, si tirò indietro con un
balzo, guardando Lady Barbra
con disprezzo e iniziò a gridare
–
Sortilegio, sortilegio! Questa è una stregoneria! Ne
abbiamo avute a Salem di streghe, ma questa le batte tutte!
Sguainando un
pugnale tentò di gettarsi su di Emma.
–
Maledetta puttana! Non ti manda Giacomo! Sei venuta col
demonio! Guardate gente, lui ha una mano di legno, è il
segno! È il segno del
diavolo!
Killian e i suoi
uomini, avvisati da quando il Capitano aveva
notato i due tizi del Massachusetts, furono pronti a reagire.
Sguainarono la
spada e difesero Emma dal pugnale di Nathaniel. L’altro
tizio, Ronald si gettò
su Killian che con agilità lo schivò e,
facendogli uno sgambetto, lo buttò a
terra. In pochi minuti i due uomini furono bloccati. Padre Joshua era
costernato.
–
Figlioli, non mi
aspettavo questo affronto ad una nobile ospite che è venuta
a chiederci di
allearci per il nostro bene e per quello dei nostri fratelli!
–
E’ una strega, guarda i suoi occhi come sono verdi! Ci ha
fatto un sortilegio a me e Ronald, non ci sono altre spiegazioni!
–
Forse la spiegazione è che non sei sincero Nathaniel,
guarda nel tuo cuore, sei un egoista, ti importa solo della tua pancia
piena e
degli altri niente!
Qualcuno tra i
convenuti gridò questa motivazione all’uomo,
che cominciò a piagnucolare. Lady Barbra gli si
avvicinò.
–
Nicodemo, lascialo
andare, l’unica cosa diabolica presente è la sua
ignoranza e la sua ottusità. Torna
a casa tua Nathaniel, rifletti su quanto ho detto oggi, se non sei
riuscito a
sollevare quella spada, è dipeso solo da te. Non sei
convinto della causa, ecco
perché non sei riuscito a sollevarla. Nessuno ti ha
stregato, non ci sono
sortilegi, perché la magia non esiste! Lasciate anche
l’altro. La nostra
missione è finita.
Mal volentieri,
mentre Killian scuoteva la testa, Nico e Max
liberarono i due uomini, i quali andarono via di corsa, mentre gli
altri li
deridevano.
Molti dei
presenti avevano domande da rivolgere a Lady Barbra
e lei fu lieta di rispondere. Al momento del commiato, tutti,
salutandola, le
rivolsero i loro omaggi e ringraziamenti con inchini e ossequi.
Jefferson e
Dave, fuori dalla chiesa, videro uscire di corsa
due uomini che montarono a cavallo e sparirono in breve tra gli alberi.
Fox
ebbe una strana sensazione, la sua mente scaltra iniziò a
riflettere ed entrò
in chiesa per parlare con Killian e capire cosa era successo.
Dopo aver
salutato padre Joshua, la carrozza di lady Barbra,
con il suo piccolo drappello, riprese la via del ritorno.
Nonostante il
disordine e l’acredine che i due del
Massachusetts avevano portato, Emma si ritenne piuttosto soddisfatta.
Quel
giorno era riuscita a creare i legami che da tempo progettava. Certo
aveva
mentito sul mandato di Re Giacomo, non era stata sincera sulla sua
identità e
in più aveva usato l’ipnosi per suggestionare i
partecipanti al fine di capire
chi veramente era interessato alla causa. Tranne Nathaniel e Ronald,
gli altri
erano semi fertili per far nascere quelle piantine che in gergo
botanico,
sarebbero diventate le querce di una nuova nazione. Emma sapeva che i
tempi
sarebbero stati lunghi, quei frutti avrebbero impiegato anni per
maturare.
Forse lei non li avrebbe mai gustati, ma li avrebbe lasciati in
eredità al suo
piccolo Hanry, coetaneo del Principino Carlo Stuart. Da adulto il mondo
di
Hanry, e di tanti altri, sarebbe stato migliore.
La carrozza
viaggiava veloce sulla strada sterrata, fortuna
che in luglio le giornate erano più lunghe, avrebbero
percorso a ritroso quel
corridoio tra le rocce, con la possibilità di una buona
visibilità, Killian
ancora temeva possibili agguati. Si insinuarono nel corridoio, uno
sparo
improvviso fece impennare i cavalli, Max cadde a terra e
gridò:
–
Agguato! Agguato!
Con uno
schianto, un grosso albero fu fatto cadere dalla
sommità della roccia a bloccare il passaggio. Altri spari di
carabine andarono
a vuoto, gli uomini di Killian erano pronti a rispondere al fuoco con
le
pistole in mano. Si appostarono dietro la carrozza per proteggersi
dagli spari.
Era necessario tempo per ricaricare le armi, con la polvere da sparo e
le
pallottole. I nemici preferirono saltare dalle rocce e procedere
all’arma
bianca. I Corsari si batterono da leoni, uccisero due uomini, ma uno
riuscì ad
entrare nella carrozza e con uno strattone tirò fuori Lady
Barbra, i cui capelli
neri scompigliati le ricaddero sul viso. Nathaniel le puntava una
pistola
dietro la nuca e la spingeva in ginocchio a terra.
–
Voglio la spada di questa puttana, datemela immediatamente
o le faccio saltare le cervella!
I Corsari si
fermarono, Nicodemo parlò per tutti:
–
Tranquillo amico, puoi prenderti la spada, ma lascia stare
la nostra Lady Barbra altrimenti …
L’uomo
sghignazzò una risata volgare
– Se
no cosa, amico? Vuoi un buco nella pancia?
–
No, se non vuoi che
Lady Barbra diventi la strega che credi!
La voce tonante
di Fox uscì da sotto la parrucca di Lady
Barbra, mentre velocemente si alzava e colpiva sotto il mento
Nathaniel. Ronald
spaventato, insieme agli altri due complici rimasti, si arrampicarono
velocemente sull’albero che avevano buttato per traverso al
corridoio roccioso
e risalirono sulla sommità delle rocce, dove saltarono in
sella ai loro cavalli
e si dileguarono. Nathaniel si era ripreso subito dalla sorpresa,
quella non
era Lady Barbra, a pensarci non c’era neppure il giovanotto
con la mano di
legno che aveva parlato al meeting, il Capitano, come lo aveva chiamato
la
donna. Digrignando i denti per la rabbia, si avventò su Fox
con la spada
sguainata, Fox era agile e veloce, l’allenamento quotidiano
con Killian lo
aveva reso un ottimo spadaccino, non ci volle molto per lui ad avere la
meglio
sull’uomo.
La mano di
Nathaniel, lentamente lasciò l’elsa della spada,
mentre il suo corpo, inchiodato alla parete rocciosa, trafitto al cuore
da Fox,
scivolava lentamente, esanime, al suolo.
– Mi
dispiace amico, ma non mi piacciono quelli che se la
prendono con le donne indifese!
Con un vezzoso
movimento della testa, Jefferson si mandò
all’indietro i lunghi capelli neri della parrucca di Lady
Barbra.
–
Vada per i capelli,
ma Santo Iddio, questa gonna è veramente scomoda per
combattere, non so come ci
riesca Emma!
Killian ed Emma
erano partiti dopo la carrozza. Jefferson
rientrato in chiesa, aveva saputo cosa era successo e confrontandosi
con
Killian aveva escogitato quello stratagemma. Quei due tizi non
promettevano
nulla di buono, se si erano comportati in modo anomalo fin
dall’inizio. Killian
la pensava allo stesso modo e gli ci volle tutta la sua santa pazienza,
per
convincere quella testarda di Emma a seguire il piano di Fox. Tolta la
parrucca,
Emma indossò sul capo il foulard che portava allacciato in
vita, sotto la gonna
indossava i pantaloni, quindi non fu un problema cedere
l’indumento a Fox.
Quando questi fu vestito di tutto punto da Lady Barbra, i compagni
risero,
prendendolo in giro sul fatto che era veramente carino e appetibile.
Peccato
che, di Lady Barbra, non avesse la stessa grazia nelle movenze!
Il cavallo
trottava velocemente, erano quasi le 19,00, ancora
si vedeva bene, ma avrebbe fatto buio prima di arrivare a Terra del
Porto.
Killian teneva stretta davanti a se Emma, mentre cavalcavano insieme.
La spada
dalla lama ondulata era al fianco di Emma, Killian aveva la sua e una
pistola
sul fianco opposto. Sapeva che il buio sarebbe arrivato prima di
potersi
ricongiungere con la carrozza e i suoi uomini. Era meglio approfittare
dell’ultima luce del giorno, per trovare un posto dove
accamparsi. Erano
fuggiti passando tra gli alberi che costeggiavano il fiume, avrebbero
potuto
trovare uno spazio adeguato, per passare la notte e riposarsi, tra
quegli
alberi.
Il cavallo aveva
bisogno di abbeverarsi, erano partiti da un
paio d’ore e anche loro due, accaldati e sudati, dovevano
rinfrescarsi. Killian
rallentò il cavallo, la bestia, al tiro delle briglie, si
fermò e il Capitano
scese per primo, prendendo per la vita Emma e aiutandola a scendere.
–
Emma, ci dovremmo
accampare per la notte, non possiamo viaggiare con il buio, ancora non
è luna
piena, quindi la luce sarà poca, non conosciamo bene il
territorio e potremmo
mancare l’appuntamento con la carrozza perdendo la strada.
– Ma
tu hai già avvisato Fox di continuare il viaggio anche
senza di noi!
– Si,
era la cosa più pratica, ma il cavallo si stanca di
più
con due persone a bordo. Ci riposeremo qui, mi pare un buon posto,
siamo
circondati da siepi che ci nasconderanno e abbiamo il fiume per
abbeverare il
cavallo, riempire la borraccia e rinfrescarci.
– Hai
ragione, non mi sembra una cattiva idea, abbiamo anche
del cibo che ci ha dato Padre Joshua e la coperta arrotolata sulla
sella da
condividere. Alle prime luci dell’alba torneremo a casa.
Killian
portò il cavallo ad abbeverarsi, tornando verso di
Emma, lo legò con la briglia al tronco di un albero,
prese la coperta
dalla sella e la pose a terra, sotto un albero.
–
Sdraiati se vuoi
Emma, io vado a rinfrescarmi al fiume.
Dicendo questo
si sbottonò il panciotto di pelle e la
camicia, tolse i due indumenti e a torso nudo si avviò verso
il fiume. Emma
rimase a guardarlo, mentre con passo agile si avviava verso
l’acqua. Era
veramente un bel vedere quell’uomo, ad Emma venne voglia di
carezzare
nuovamente quel torace villoso, quei muscoli sodi e ben definiti. Si
alzò,
tolse il suo corsetto, restando con la camicia di lino bianco e si
avviò dietro
Killian come se fosse in trance, guidata dall’attrazione nei
suoi confronti. Lo
vide accovacciato sulla sponda del fiume che si bagnava il viso e la
testa,
portandosi con la mano l’acqua. Si buttò altra
acqua verso il torace, le
braccia e le ascelle. Emma si sporse sulla sponda qualche metro
più in là di
Killian, si sbottonò la camicia, sfilandola dai pantaloni,
ma non la tolse del
tutto e iniziò a bagnarsi anche lei per trovare un
po’ di refrigerio e
togliersi il sudore di dosso. Killian si rialzò, per quanto
lei avesse cercato
di far poco rumore, si
era accorto che
l’aveva seguito e si mosse tra le siepi per raggiungerla. La
vide accovacciata
che riempiva le mani, a coppa, di acqua e se la portava verso il collo
e sul
seno. Notò i suoi seni sodi che spuntavano
dall’apertura della camicia e le
mani affusolate che li bagnavano per trovare un po’ di
frescura. Quella dolce
visione gli stimolò il desiderio di essere lui stesso a
toccarla in quel modo
sensuale. Rise, in cuore, di sé stesso, era mai possibile
che, vedere qualche
centimetro di quella pelle candida, lo mandasse a fuoco più
del sole di Luglio?
Era possibile, era possibile! Emma era una donna molto attraente ai
suoi occhi.
La sua bellezza interiore viaggiava di pari passo con quella esteriore
e
desiderarla come stava facendo, era una prerogativa che si era arrogato
dal
primo istante che, da Lady Barbra, aveva messo piede sulla Jolly Roger,
lo
ricordava bene. La chiamò per dirle che
l’aspettava dove si erano accampati,
volle lasciarla ai suoi bisogni, evitando di essere indiscreto.
Tornò al
cavallo, prese le loro spade e le conficcò nel terreno,
vicino all’albero dove
aveva disteso la coperta. Emma tornò, si era richiusa la
camicia sulla pelle
bagnata, non rendendosi conto che con il lino bianco leggero,
sembrava che il suo seno fosse nudo.
L’aria iniziava a stemperare e la brezza fresca,
sull’umidità della stoffa le
provocò un brivido che rese evidente il turgore improvviso
dei suoi capezzoli.
Killian si stava rinfilando la camicia, voltato verso di lei, non
riuscì a non
notare quelle vistose gemme, sicuramente sensibilizzato dalla visione
precedente.
Erano ormai a pochi centimetri di distanza, Emma lo guardava con uno
sguardo
languido e lui ricambiava lo sguardo con bramosia. Le prese la mano e
con un
leggero strattone, che lei si aspettava, se la portò al
petto. Li separava solo
il velo di lino umido sulla pelle di Emma. Mentre lei, automaticamente,
gli
carezzò gli addominali e i pettorali, come amava fare, lui
con la sola mano
destra, incredibilmente esperta, le aprì i bottoni, tirando
velocemente fuori
dai pantaloni l’indumento umido. Si impossessò con
la mano del suo seno, la
sentì sospirargli un gemito all’orecchio. I suoni
che Emma emetteva, avevano un
ulteriore effetto afrodisiaco su di lui e sentì montare
imperiosa l’erezione,
nella patta dei pantaloni di pelle. Baciandola appassionatamente,
ricevette la
risposta di Emma, che lo cercò allo stesso modo,
carezzandogli le labbra con la
lingua e danzando con la sua. Non riuscivano a staccare le labbra
l’uno dall’altra
e pian piano, indietreggiando, Killian guidò Emma verso la
coperta, dove la
distese e, smettendo di interessarsi alle sue labbra, passò
a tormentarle
avidamente e, per lei, molto piacevolmente, i seni, avvolgendone quelle
gemme
mature, che lo avevano stuzzicato, con la morbidezza delle sue labbra
sensuali
e la calda umidità della lingua. Succhiò quelle
due gemme preziose, facendole
tendere fino allo spasmo. Emma godeva di quel contatto, come mai
avrebbe
pensato. Godeva del suo calore e della sua vicinanza, sentendo anche
lei
aumentare il flusso umido della propria eccitazione, desiderando che,
come la
notte precedente, la facesse meravigliosamente sua, penetrandola e
riempiendola
fino a raggiungere l’acme del piacere. Killian
sentì il bisogno impellente di
Emma, tale e quale al suo, di possederla freneticamente e, disteso al
suo
fianco, con le pulsazioni del cuore che gli risuonavano nelle tempie,
iniziò al
aprirle i pantaloni aderenti per arrivare alla fonte del suo piacere,
desiderando
di baciare ancora le labbra della sua intimità, assaporarla,
come amava fare e
poi renderla sua, regalandogli se stesso. Finiti nel vortice della
passione, si
estraniarono dal resto del mondo e non sentirono l’arrivo dei
tre uomini a
cavallo.
–
Guarda, guarda! La
strega se la intende con il suo cagnolino da guardia, ma forse
è più un
cagnolino da compagnia, che ne dite ragazzi?
I tre compari di
Nathaniel risero sguaiatamente. Killian era
balzato in piedi, Emma velocemente, ritirando le gambe si era portata a
sedere
e cercava di richiudere la camicia.
– Che
ne dite di dare un assaggio a quel piatto prelibato
ragazzi?!
Gli altri due
manigoldi acconsentirono, ridendo, al
suggerimento di Ronald. Avevano la pistola in pugno e la puntarono
verso
Killian che si parò davanti ad Emma senza parlare, mentre la
sua mascella si stringeva
con rabbia. Era arrabbiato innanzitutto con sé stesso per
aver abbassato la
guardia, era un lusso che non poteva permettersi, lo sapeva bene, ma
Emma aveva
la capacità di trasportarlo su un altro pianeta, dove
esistevano solo loro ed
il loro amore. Ronald si spostò sul fianco di Killian
puntando l’arma verso di
Emma.
–
Preferisci che ti
uccida subito “Capitano” o ti fa piacere guardare
mentre mi diverto un po’ con
lei?
Emma era
terrorizzata, pur se fosse riuscita a prendere la
spada, vicina al tronco, dove lei era appoggiata, poteva essere troppo
tardi
per Killian, la pallottola sarebbe stata più veloce di lei e
il suo amato
sarebbe stato spacciato. Killian dovette pensare velocemente una
tattica di
azione, non ce ne erano molte. Alzò le mani in segno di
resa, provocando ancora
risa e scherno in quei tre uomini.
–
Guardatelo il grande uomo,
che coraggio ragazzi! Hai trovato un bel codardo a
scaldarti il letto
puttanella! Si è arreso subito! Scommetto che se
l’è fatta sotto!
I due compari di
Ronald si rimisero al fianco le pistole e
immobilizzarono Killian che sembrava piuttosto arrendevole. Ronald si
diresse
su Emma, ancora con la pistola in pugno e con la chiara intenzioni di
approfittare di lei.
–
Ronald! Sbrigati e lasciane pure per noi, mica la vorrai
tutta tu la torta?!
Ronald rise
ancora in modo sguaiato e volgare
– Non
vi preoccupate che ce n’è per tutti!
Si
abbassò verso di Emma,
la tirò per le gambe e la rovesciò a pancia in
sotto, intenzionato a scenderle
i pantaloni e a fare i suoi comodi.
Killian
ribolliva di rabbia, sdegno, gelosia. Emma era sua,
la doveva proteggere, quel lurido cane avrebbe pagato, a caro prezzo,
quell’affronto alla donna che amava più di
sé stesso. Convogliò la sua energia
aggressiva in razionalità, sentì il momento in
cui i due uomini, che lo
tenevano, abbassavano la guardia, eccitati dallo spettacolo che gli si
stava
offrendo. Con uno scatto furioso, degno di un leone, Killian
pestò il piede ad
uno, dandogli una gomitata nello stomaco, mentre velocemente con una
ginocchiata, ruotando su se stesso, colpì i genitali
dell’altro. Ambedue gli
uomini si piegarono in avanti, dando modo al Capitano di fargli battere
violentemente le teste una contro l’altra. Li
tramortì abbastanza da poter
correre in soccorso di Emma. La Principessa non era tipo da farsi
mettere le
mani addosso. Ruotata a pancia in sotto e posta a quattro zampe dal suo
assalitore, con uno slancio della gamba destra all’indietro,
lo colpì, con
tutta la sua forza, alle parti basse che il tizio stava cercando di
denudarsi.
Ronald come i suoi compagni si piegò in due per il dolore.
–
Aaargh! Maledetta
sgualdrina, questa me la paghi!
Cercò
di riprendere la pistola, ma Emma velocissima, con un
calcio la allontanò e con un colpo di gamba a falce lo
colpì alla testa.
Killian afferrò Ronald e con la mano di legno gli diede un
sinistro che lo fece
stramazzare. Gli altri due uomini intanto si stavano rialzando, non
trovando le
pistole, che Killian aveva calciato via, sguainarono la spada. Emma
estrasse da
terra le due spade
–
Prendi Killian!
Con riflessi
felini, Killian ruotò il busto e prese al volo
la spada lanciata da Emma. Combatterono affiancati e spalla a spalla.
Killian
colpì a taglio la gola del tizio più alto, questi
lasciò la spada per portarsi
la mano alla gola, da cui il sangue usciva a fiotti, cadde da prima in
ginocchio e poi a faccia in avanti. Ronald si stava rialzando intanto
e, mentre
Killian si era voltato verso Emma e l’altro uomo, prese la
spada del suo
complice. Emma vide il pericolo alle spalle del Capitano e lo
avvisò, appena in
tempo per far sì che egli parasse il colpo a tradimento che
Ronald gli avrebbe
inferto. Emma trafisse allo stomaco l’uomo impegnato a
combattere con lei.
L’urlo dell’uomo fu lacerante. L’acido,
fuoriuscito dallo stomaco, stava
iniziando a corrodergli l’intestino, in una ventina di minuti
sarebbe morto
dolorosamente. Disarmato e ferito cercò la fuga tra gli
alberi, ma poco dopo si
sentì il suo tonfo. Ronald era uno spadaccino abbastanza
abile, Killian
sospettò che fosse in realtà un militare inserito
in incognito tra le cellule
Giacobite. Mentre combattevano Killian ironizzava:
–
Per essere uno che ha
giurato fedeltà a Giacomo, la stiamo vedendo bene la tua
fedeltà!
–
Al diavolo Giacomo
Stuart, lunga vita a Guglielmo III.
La prova finale
Killian l’aveva ottenuta, non mandò oltre il
combattimento e trafisse al cuore l’uomo
–
Questo per le tue intenzioni con Emma, maiale e per il tuo
tradimento.
Con
l’aiuto di Emma, Killian ricompose insieme i tre
cadaveri. Non avrebbero più pernottato in quel punto,
ovviamente. Liberarono i
cavalli dei tre, dalle selle e dalle briglie. Dandogli una pacca sui
glutei furono
lasciati liberi, poi radunarono le loro cose, decisero che avrebbero
costeggiato il fiume, si rimisero a cavallo e lasciarono quel posto,
dove i tre
infiltrati dello spionaggio inglese erano stati abbattuti.
La stanchezza
che avrebbero dovuto avvertire era stata
rimpiazzata dall’allerta dell’adrenalina. Dopo
un’altra ora di viaggio, fu Emma
a suggerire di riposare fino alle prime luci dell’alba. La
giornata era stata
intensa e piena di pericoli, avevano bisogno entrambe di rilassarsi.
La coperta di
lana fu nuovamente distesa a terra tra le
siepi, in riva al fiume.
–
Love, ti ricordi dove eravamo rimasti?
– Si
amore mio, lo ricordo benissimo, era il punto in cui il
gioco doveva passare a me!
– Come
la Signora desidera!
La notte era
calata e sorse uno spicchio di luna che, se pur
non luminosa come quando era piena, bastò a illuminare i
loro corpi nudi, che
finalmente avevano trovato il tempo e lo spazio per amarsi.
Angolo
dell’autrice
Ecco
conclusa la
missione tra i Giacobiti! Spero che l’abbiate trovata un
minimo interessante,
la parte storica corrisponde alla realtà. Abbiamo avuto
l’intercalare di varie
situazioni e personaggi, con aspetti introspettivi di alcuni di loro e
la
semina di alcuni indizi. Emma ancora deve compiere una seconda parte
della missione
… vedremo.
Intanto
siamo anche
arrivati al tanto atteso 6 Marzo e alla 100a puntata. Non so cosa hanno
inventato gli autori, a parte quanto si è visto
nell’ anteprima. Per i lettori
che non hanno avuto occasione di leggerla, vi informo che nella mia
partecipazione a 4 Giorni d’arte con i CaptainSwan, la scorsa
domenica ho
postato il III capitolo, intitolato Resurrection, dove immagino a mio
modo il
ritrovamento e salvataggio di Killian. Se vi fa piacere e se avete
tempo,
lasciatemi un commento sul confronto tra la mia OS e la nuova puntata,
sono
interessata a sapere quale delle due, per trama, lascia sensazioni
più
positive. Per il resto grazie mille a chi legge e a chi recensisce, ho
trovato
delle deliziose amiche di penna. Buona visione della 100a e una buona
settimana
a tutti.
Vostra
Lara