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Autore: Lady Lara    06/03/2016    4 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Il Sortilegio

XXII Capitolo

 

Il Sortilegio

 

Rocca di Storybrook

Un ultimo colpo dello scalpellino, poi dell’olio di semi di lino, passato con un panno di lana. Era pronto! Non restava che inserirvi un bastone e il lavoro era completo. August sorrise, girandosi tra le mani il lavoro di intaglio che aveva appena completato, nel suo laboratorio di falegnameria. Era un passatempo che amava. Suo padre, Sir Marcus, gli aveva insegnato a lavorare il legno, passione che avevano condiviso fino alla morte del genitore. Aveva cinque anni allora August, ma ricordava ogni singolo gesto di suo padre, Primo ministro di Lord James Charming Pendràgon. Abile consigliere, scaltro politico, padre amorevole e artigiano per hobby. Questo era stato suo padre, morto salvando la vita al Principe James a lui e alla piccola Emma. Aveva vissuto così poco con suo padre! Dopo ne aveva avuto un altro di padre, lo stesso Principe James e, da lui adottato, era diventato il fratello adorante della Principessa Emma Swan. Con lei aveva condiviso l’affetto dei genitori, le passioni, gli interessi. Le aveva insegnato a tirar di scherma e l’aveva sempre protetta e sostenuta, in tutte le idee che, quella piccola selvaggia, si era messa in testa. Aveva un bel caratterino sua sorella! Quando decideva di combinarne una delle sue, nessuno la distoglieva! Da piccola voleva comportarsi come un maschio, sempre appresso a James e a lui. Per lei una donna poteva portare i pantaloni tanto quanto un uomo! In realtà i pantaloni le stavano veramente bene! Anche troppo secondo August ed il padre.

 Sorrise pensando ad Emma ed alla splendida, femminile, donna che era diventata. Madre amorevole di Hanry, un frugolo di sei anni che August amava come un figlio. La testa di cavallo in legno, alla quale stava inserendo un bastone, era per lui, ne sarebbe stato contento, già lo immaginava correre sul prato del giardino enorme o sulla grande balconata che dava sul mare, dicendo di essere uno dei cavalieri del suo inseparabile libro di favole, intitolato “Once Upon A Time”.

 Erano quasi le sei del mattino. Con il caldo estivo August preferiva lavorare a quelle ore dell’alba, mentre ancora si sentiva il fresco della notte. Aveva notato che, da qualche giorno, anche Neal ed Hanry si alzavano molto presto, come aveva notato che, dalla partenza di Emma, Neal si era attaccato molto di più al figlio. Coglieva ogni occasione per stare con lui. In un certo senso stava facendo da padre e da madre al piccolo. Hanry ne era felice, adorava suo padre. Neal era un uomo pieno di fantasia e giocherellone, August pensava che quei due andassero così d’accordo forse proprio per quel lato infantile di Neal. Hanry crescendo sarebbe diventato più maturo di suo padre, eterno ragazzino. Non lo aveva mai visto adatto ad Emma, per lei ci voleva un uomo forte, di carattere, impavido, coraggioso, uno in grado di dominare la sua irruenza e capace di far uscire fuori la sua femminilità. Aveva provato a farle conoscere il suo amico Jamie Framer, il tipo giusto, ma Emma si era incaponita con Neal e stavano per sposarsi, neanche a parlare di insistere con Framer, era fidanzato e quindi …

Si chiese a che punto fosse giunta sua sorella, se fosse arrivata nel Maine, se fosse partita per il meeting giacobita. Si chiese soprattutto se non avesse trovato in Captain Hook l’uomo giusto per lei. Doveva riconoscere che buona parte delle qualità, che pensava per l’uomo ideale di sua sorella, appartenevano veramente al Pirata. Sentì un brivido per la schiena, uno strano presentimento, ma non riuscì a decifrarlo. Se solo fosse arrivato un altro piccione, a rassicurarlo che tutto procedeva per il giusto verso!

Lasciò il laboratorio con il giocattolo per Hanry in mano. Avrebbe controllato l’orizzonte con il cannocchiale, forse ci sarebbero state novità.

 

Sulla “Orgoglio del Reame”

L’Ammiraglio Framer era già sul ponte, aveva passata una notte insonne, ripensando agli accadimenti di quegli ultimi giorni. Aveva inventato con Bill O’Brian una bella storia per far sparire dalla circolazione Captain Hook, per la verità Jefferson ne aveva fornita una su piatto d’argento e in quel modo Il suo migliore amico, creduto morto da anni, Killian Flinth Jones as Captain Hook, ora poteva dirsi salvo.

Framer non aveva voluto sapere di preciso cosa stesse combinando Killian con la Principessa Emma Swan, in incognito, e non aveva rivelato neppure a Bill che, quella che aveva conosciuto come Lady Barbra, fosse in realtà la figlia del principe Charmig Pendràgon, Reggente del Maine e sorella dell’uomo che avrebbe rivisto da lì a poche ore, un altro fraterno amico, il Colonnello August Charming Pendràgon.

Guardò la linea di terra che stavano raggiungendo con il favore degli Alisei. Calcolò che approssimativamente per le 13,00 avrebbe potuto presentarsi a palazzo da August, non si sarebbe trattenuto molto, giusto il tempo di portargli notizie della sua amata sorella Emma. La Scozia l’attendeva, sarebbero ripartiti presto, ma in verità chi lo attendeva con maggiore trepidazione era sua moglie Clairette e il figlioletto che aveva da poco partorito.

 

Maine

Da due ore si erano ritrovati nel luogo dell’appuntamento ed erano partiti. Emma, in vesti e parrucca di Lady Barbra, con Killian, occupavano la carrozza che gli uomini del Capitano avevano procurato, mentre due di loro cavalcavano in avanscoperta e due nella retroguardia.

Seduti affiancati, Killian teneva avvolta alla vita Emma, poggiata con la testa nell’incavo del suo collo. Si era riappisolata, dopo la levataccia e il bisogno di dormire interrotto. Era stata comunque una notte speciale, al solo ricordo Killian avvisava una reazione evidente all’inguine. Emma era stata sua quella notte, per la prima volta avevano fatto l’amore in modo completo e appagante. Con nessuna donna, che aveva conosciuto carnalmente, Killian aveva mai provato un piacere così intenso e nessuna aveva amato con la passione che nutriva per lei.  La amava con tutto sé stesso, amava il suo modo di essere e di fare, amava il suo cuore luminoso e fatto di bontà e altruismo, amava il suo corpo candido che aveva esplorato, carezzato, assaporato, bevuto. Emma, come aveva immaginato vedendola combattere, era una donna passionale, irruenta e focosa. Lo aveva dimostrato ampiamente quella notte, abbattendo le ultime barriere e decidendo di essere lei a possederlo, dopo che aveva inizialmente lasciato a lui condurre il gioco. Non gli era dispiaciuto affatto lasciarle l’iniziativa, oltre che piacevole, la cosa aveva rassicurato ulteriormente Emma e la loro intesa sessuale era stata straordinaria.

Le baciò la fronte. Sarebbero tornati a notte fonda dal meeting, sperando che non ci fossero incidenti di percorso, Killian auspicò di poter passare anche quella notte con Lei nel suo letto e tra le sue braccia, ritrovando il suo porto sicuro.

Con un piccolo mugolio Emma riaprì gli occhi assonnati e Killian le rivolse uno dei suoi sorrisi smaglianti.

– Ben svegliata “raggio di sole” hai dormito comoda?

– Non mi sento propriamente un raggio di sole e i tuoi muscoli sono troppo duri perché tu sia un cuscino morbido!

Killian rise

 – Non mi sembra che ti siano dispiaciuti troppo i miei muscoli questa notte …

- Mmmh! Noooh! Non mi sono dispiaciuti affatto Capitano!

A conferma di quanto gli aveva risposto, Emma gli portò le braccia al collo, carezzandogli con la mano il triangolo di torace scoperto, mentre Killian la tirava verso di sé, cercando una posizione più comoda su quel sedile della carrozza chiusa. Si baciarono affettuosamente e, come sempre, fu l’inizio di un bacio più passionale che li vide carezzarsi reciprocamente le labbra e poi danzare con le lingue che si cercavano e rincorrevano. I respiri, sempre più affannosi, erano l’indizio della graduale perdita di controllo, l’attrazione reciproca stava prendendo il sopravvento sulla razionalità e non potevano permetterselo.

Come se avesse intuito cosa stava accadendo all’interno della carrozza, Jefferson bussò alla parete laterale, affiancandosi con il cavallo. Furono riportati alla realtà bruscamente. Velocemente Emma si riassettò la gonna e ravviò i capelli della parrucca bruna, Killian si tirò su e schiarendosi la voce con un colpo di tosse, alzò la tendina per guardare Fox

– Spiacente di disturbare voi piccioncini Killy, ma tra circa un’oretta saremo al punto che hai individuato sulla cartina!

 – Bene Fox! Proteggete Emma mentre io andrò in avanscoperta, fermatevi per una mezzora  dopo la mia partenza, sgranchitevi le gambe e se volete fate colazione. Farò un giro più ampio sopra la gola che percorreremo, Nicodemo verrà con me, se ci stanno riservando un agguato, quello è il punto più adatto. Se sentirete colpi di pistola tornate indietro, il meeting sarà annullato ..

 – Coosa?! Killian! Non ci penso proprio! Dovesse esserci un agguato combatteremo, io non mi tiro indietro! Da tanto che aspetto questo momento e non sono arrivata fin qui per farmi spaventare da un agguato! Andremo comunque al luogo del meeting, ci sono persone che mi aspettano!

– Emma, il responsabile della tua sicurezza sono io! Qualsiasi cosa succeda, come ti ho già detto davanti a tuo padre, rispetta i miei ordini e stai zitta! In caso di attacco tu torni a casa!

 – Ti ho detto di no Capitano, la causa è più importante di me!

 –Maledizione Donna! Sei esasperante! So benissimo quanto è importante la causa! Ma per Dio Emma! Tu!... Sei più importante per me!

Fox si era ritirato lasciandoli discutere. Emma all’ultima frase di Killian, detta con più calma e a tono basso, tacque, per Killian lei era più importante di qualsiasi cosa e lui per lei? Pensò che se Killian avesse trovato il pericolo, lei non lo voleva perdere né lasciarlo in sua balia. Lo guardò negli  occhi azzurri corrucciati. Gli sorrise e annuì.

– Va bene! Tornerò indietro, ma solo quando vedrò che anche tu stai tornando o ti verrò a cercare. Te l’ho promesso, ti ritroverò sempre!

 – Anche io l’ho promesso a te, ci ritroveremo Emma, ma fai come ti ho detto!

La guardò dritta negli occhi, sollevando il sopracciglio come ad ultimo accordo di quanto le aveva ordinato. Emma lo ricambiò, con uno sguardo furbo e determinato che stuzzicò Killian e, contemporaneamente, gli fece pensare che la sua Emma non era molto portata ad eseguire ordini e, quindi, si sarebbe raccomandato ai suoi uomini di eseguirli, anche se lei avesse voluto fare il contrario.

Fece fermare la carrozza e mentre la Principessa usciva per sgranchirsi gli arti, lui prese il cavallo che gli era riservato. Sistemò le briglie, controllò la sella e il sottopancia. Tornò da Emma.

– Non voglio andare con il dubbio che farai di testa tua Emma! Promettimi che eseguirai gli ordini, ti prego …

- Ci proverò, ma tu cerca di tornare presto se ci sarà pericolo …

La prese per la vita e chinò la testa verso di lei, cercando nuovamente il contatto con le sue labbra, lei si protese più vicina al suo torace, chinando la testa lateralmente per accoglierlo e portandogli le braccia al collo, mentre con la mano destra gli dedicava una carezza tra i capelli ribelli.

Si guardarono ancora negli occhi, poi Killian si girò per montare a cavallo. Fece ruotare il cavallo verso di lei, la bestia si impennò con un nitrito, un ultimo cenno di saluto e partì al galoppo con Nicodemo.

Passò la prima mezz’ora e il piccolo convoglio ripartì con cautela. Alla velocità con cui Killian era partito, stava arrivando al punto sospetto, Emma sperò che non si udissero spari, non solo sarebbe continuata la missione, ma sarebbe stato incolume anche Killian.

 

Il Capitano e Nicodemo trottavano affiancati. La strada era sterrata e abbastanza ampia per far passare la carrozza che li stava seguendo. La vegetazione circostante era rigogliosa; alberi altissimi e dalle chiome ombreggianti si riproducevano a vista d’occhio. Killian si rese conto che il paese era veramente vasto e ancora poco sfruttato, nelle sue risorse naturali e territoriali, c’erano ancora tante zone da esplorare più a Ovest e non gli sarebbe dispiaciuto di essere uno dei pionieri che avrebbero colonizzato una parte di quella meravigliosa terra.

Improvvisamente fece cenno con la mano a Nico di rallentare l’andatura. Erano arrivati al punto preferibile per un agguato. Il posto era perfetto per quello! La strada si insinuava all’improvviso in una sorta di corridoio roccioso, in caso di attacco non dava vie d’uscita e ciò ovviamente preoccupò parecchio il Capitano Jones. Procedendo con la massima lentezza e circospezione, riuscirono a far arrampicare i cavalli per i pendii che costeggiavano quel corridoio pericoloso. Non c’era anima viva, non si vedeva nessuno. Killian acuì la vista per osservare se ci fosse segno di mimetizzazione, ma non vide nulla.

Osservò attentamente il terreno che si affacciava sul corridoio roccioso, zolle di terra e erba erano smosse e calpestate, dei cavalli ferrati erano passati di lì da poco. Che altro motivo avrebbero avuto se non di controllare la zona e preparare un agguato o, come stava facendo lui, di difendersene?

Scese da cavallo e indicò a Nicodemo di fare lo stesso. Doveva capire da dove arrivavano i cavalli. Osservarono attentamente i movimenti di quelle impronte equine. Il terreno era piuttosto soffice e le tracce apparivano chiare. Gli uomini a cavallo, almeno quattro, erano scesi da cavallo, si erano sporti sul bordo del corridoio roccioso, provando l’appostamento tra le siepi, erano tornati alle loro cavalcature e ripartiti. Con Nico si scambiarono uno sguardo d’intesa. Quei cavalieri venivano da dove loro stavano dirigendosi! L’attacco non ci sarebbe stato per il momento. Probabilmente il loro piano era un altro. Killian si consigliò con il suo compagno. Avrebbero continuato in avanscoperta a perlustrare la strada, Jefferson era già avvisato, nessuno sparo e potevano continuare la marcia.

 

Storybrook

Suoni di risa felici, scalpiccio sul ciottolato, della grande balconata sul mare, di piccoli piedi che correvano e galoppavano su un bastone di legno, alla cui estremità faceva mostra di sé una testa di cavallo intagliata nel legno …

- Guardami papà! Sono Sir Lancillotto!

Neal rise nel vedere quanto suo figlio era contento di quel nuovo giocattolo. Era grato ad August per le attenzioni che riservava al piccolo e per l’aiuto che non gli faceva mancare, insieme alla dolce Lady Belle, nell’accudire il bambino. Ricordò l’arrivo di Hanry, la scoperta che quel tenero esserino rosa, emaciato, nella sporca culla, imprigionato nella stiva della nave di Barba Nera, era suo fratello. Lo aveva inizialmente odiato. Era il frutto di un'altra relazione di suo padre, il segno di un altro tradimento alle spese della sua adorata madre, Lady Sara. Si era reso conto che quella creatura, non aveva colpa di nulla, ma quando aveva visto Emma tenerlo tra le braccia, con gli occhi lucidi, portarlo al cuore e avvicinare le sue labbra a quella piccola testolina mora, come se fosse veramente il figlio del suo grembo, si era sentito morire di gelosia. Aveva posseduto sua moglie una sola volta in vita sua, la loro prima notte di nozze. Sapeva che per lei era stato un trauma, era stato violento, non aveva calcolato che per lei era la prima volta. Doveva possederla, doveva dimostrare a sé stesso di essere un uomo virile.

Concentrato sul suo narcisismo ferito e ringalluzzito dalle moine di Tamara, era tornato nella loro stanza, teso nella sua eccitazione e aveva forzato le porte di Emma, facendola gridare di dolore e tappandole la bocca con la mano, per non far udire l’urlo. Non lo avevano fermato i suoi occhi verdi sbarrati e imploranti, non aveva avuto pietà ed era ricaduto su di lei, arrivando all’orgasmo, trovandola infine inerme e soggiogata. Aveva ucciso l’amore che sua moglie provava per lui. Lo capì troppo tardi. La mattina si rese conto che ne aveva fatto scempio, quando svegliandosi non la trovò accanto a sé, l’unica compagna che trovò nel letto, fu una grossa macchia di sangue. Da quella mattina quella macchia si trasferì nel suo cuore. Emma smise di essere sua moglie. Non riuscì più ad accostarsi a lei perché lei ormai lo rifiutava. Parlarono, le disse che l’amava, le chiese scusa. Per lei quello non era affatto amore. Ormai Emma vedeva solo un mostro in lui. L’uomo che aveva tradito sua moglie la prima notte di nozze e l’aveva violentata. Come darle torto! Non erano servite le sue attenzioni, la tenerezza che aveva cercato di dimostrarle, regali … Emma era troppo buona per odiarlo fino in fondo, sapeva che l’aveva amato, era riuscito ad estirpare lentamente dal suo cuore l’amore giovanile per il Tenente Jones. Voleva tornare ad essere l’uomo che l’aveva conquistata, ma non ci riuscì. Emma nutriva ancora uno strascico di affetto per lui, non volle far sapere nulla ai suoi genitori, James avrebbe sicuramente annullato il matrimonio e probabilmente lui sarebbe stato arrestato. Emma non volle tutto questo. Si accordarono. In apparenza avrebbero mantenuto il loro legame, era giusto per i loro ruoli istituzionali, dovevano governare la piccola penisola di Storybrook, sotto la giurisdizione del Governatorato del Maine. Con l’arrivo del piccolo Hanry, questi diventò il centro delle attenzioni di sua moglie.

Si, lo aveva odiato! Avrebbe voluto essere lui a regalarle un figlio. Avrebbe voluto essere lui a porne il seme nel suo grembo e a gioire con lei alla vista del loro bambino dopo il parto. Non era stato possibile! Non era stato possibile solo per colpa sua. Aveva un grande rammarico per questo. Emma fuggiva da lui ed era sempre più distante, innamorata sempre di più di quello che era diventato suo figlio. Voleva renderla felice, se non come marito, come amico. Aveva acconsentito ad inscenare la nascita di Hanry per i suoi genitori e per August. Aveva tanto da farsi perdonare! Non solo la violenza, ma anche il fatto di aver fatto fuggire suo padre e Barba Nera. Suo padre era un mostro, lo sapeva, ma condannarlo era una conferma di quanto lui poteva essergli simile. Suo padre non lo aveva mai amato, anzi lo disprezzava vistosamente. Non era il figlio forte che avrebbe voluto, lo considerava “una mammoletta”, così simile a sua madre, eterno bambino.

 Quando aveva conosciuto Emma, la luce era entrata nella sua vita, lei poteva essere il dono che Dio gli regalava per illuminare la sua tristezza e il suo vuoto. Era stato un idiota, non aveva saputo amarla come meritava, come ogni donna avrebbe meritato. Aveva provato a ridestare il suo interesse e magari la sua gelosia, usando avventure extraconiugali, non le nascondeva appositamente, invece aveva suscitato ulteriore sdegno in lei, se non vero e proprio schifo. Si era fatto cogliere in flagrante con la giovane figlia di Angus, povera ragazza! Emma lo aveva colpito con forza, aveva capito non per gelosia, ma solo per proteggere Anny. Gli aveva spaccato il setto nasale e solo ora cominciava a sparire il livido. Frate Benedictus gli aveva evitato di restare con il naso storto, ma il dolore interiore gli era rimasto. Aveva fatto in modo di assecondare le sue iniziative benefiche, la sua trovata di avere una doppia identità come Lady Barbra, la partenza con il pirata per la missione nel Maine, tutto per riportarla a sé. Ora odiava sé stesso per non essere riuscito ad essere diverso, migliore. Invidiava e odiava Killian Jones, perché, dolorosamente, doveva ammettere a sé stesso, che era il modello di uomo che lui avrebbe voluto essere e che mai sarebbe stato in grado di emulare. Lo aveva invidiato dal primo momento che lo aveva incontrato e aveva scambiato poche parole con lui, dodici anni prima, durante quel fatidico diciottesimo compleanno di Emma.

Hanry gli corse incontro

 – Papà facciamo che tu sei Re Artù, io sono Lancillotto!

– Bene! Allora ti nominerò mio primo cavaliere, come dice la storia sul tuo libro!

– No papà, non voglio essere il primo cavaliere di Artù se no non potrò sposare Ginevra!

 – Questo non l’avevo pensato, mio prode cavaliere! Quindi vuoi portarmi via Ginevra?

– Si papà, Ginevra voleva Lancillotto, non hai letto bene il libro?

Neal sorrise a suo figlio, ma qualcosa di amaro gli restò in bocca. Il suo pensiero corse ancora ad Emma. Era stato un pazzo a farla partire con Jones. Sapeva benissimo che se Emma quella sera avesse conosciuto il Tenente, lui non sarebbe mai entrato nella sua vita. Lei aveva portato nel cuore quel giovane ufficiale della Royal Navy per un paio danni, forse più che conquistata dalla serrata corte di Neal, si era arresa semplicemente all’idea che il Tenente era morto con suo fratello, il Capitano Liam Jones. Sentì torcersi lo stomaco. Ora Lei era con Lui, cosa era rimasto del suo matrimonio, per impedire ad Emma di rivivere un sentimento che aveva radici nel suo cuore da dodici anni? Si diede dell’ incapace, dell’ inetto! Emma aveva tentato di riavvicinarsi a lui la sera prima di partire, la ricordava meravigliosamente stupenda, pronta a darsi a lui, entrata nella sua camera da letto solo con la vestaglia di seta, scivolata via a fargli capire chiaramente le sue intenzioni … e lui … niente … era come morto, non aveva avuto la minima reazione, nonostante la gioia dell’iniziativa di sua moglie … niente … non ci era riuscito e lei era andata via sbattendo la porta, sentendosi definitivamente non amata.

La voce querula della cuoca Betty, che si dirigeva verso Hanry, lo distolse dalle sue riflessioni. Lady Belle era salita fino al terrazzo con la cuoca, stavano cercando il bambino. Il piccolo galoppando corse verso Belle

 – Zia Belle, stiamo giocando ai cavalieri della tavola rotonda, vuoi fare la parte di Ginevra?

 – Tesoro, a proposito di tavola, Betty aveva preparato i tuoi biscotti preferiti e tu ancora non hai fatto colazione!

– Una faticaccia Henry, sarai la mia morte figliolo! Con questo caldo io sono stata fino a poco fa davanti al forno e tu non sei sceso! Ti ho portato la colazione qui sopra, devi mangiare se vuoi diventare bello e forte come tuo padre e tuo zio!

 – Scusami Betty, è colpa mia, con il fresco preferisco far passare un po’ di tempo all’aria mio figlio, più tardi sarà troppo caldo e quindi sarà nelle stanze a studiare con Belle. Comunque grazie per essere arrivata fino qui sopra, con la tua gamba malandata …

- Di nulla Signor Duca, farei qualsiasi cosa per questo birbante e comunque con la cura che mi ha lasciato Lady Emma non sento quasi più il dolore, è stata una santa!

Neal sorrise, Emma era una “santa”, la gente di Storybrook l’aveva soprannominata “la Salvatrice” ed effettivamente tanti avevano beneficiato delle sue cure e delle sue ampie conoscenze erboristiche. Con Frate Benny, fosse stato per loro due, avrebbero messo su un ospedale per i malati! In verità molto spesso avevano ospitato, nelle stanze del frate, gente bisognosa di cure. Emma era instancabile con i malati e, oltre alle cure mediche, sembrava curare anche la loro anima, già solo con le sue parole ed il suo conforto. Pur non avendo più un rapporto da coniugi, anche per Neal la sua presenza e parlare tranquillamente con lei, da buoni amici, era un conforto per l’ anima. Si rese conto di quanto le mancasse la sua Emma. Decise che, al suo ritorno, avrebbe fatto in modo che tutto della loro vita avesse una svolta, voleva essere il marito che meritava. Con il tempo si era affezionato al bambino, più cresceva e più lo trovava speciale, così solare, intelligente, simpatico … era impossibile non amarlo. In mancanza di Emma, aveva sentito il bisogno di stargli più vicino per confortarlo della sua assenza e … per essere confortato; pur non essendo veramente suo figlio, quel bambino era una parte di lei, non era nato dal suo ventre ma era come se fosse nato direttamente dal suo cuore. Ormai anche per Neal quell’adorabile bambino era un pezzo del suo cuore.

Betty sapeva la verità su Hanry e da madre esperta, di quattro figli, aveva aiutato Emma come balia, lo avevano allattato con latte di capra, le aveva insegnato  come accudirlo, fasciarlo, nutrirlo e svezzarlo. Nonostante i mille scherzi che Hanry le combinava, lo perdonava sempre. I suoi figli ormai erano adulti, non aveva nipotini e lui era un po’ il suo bambino. Nonostante l’inizio sfortunato della sua vita, Hanry aveva trovato persone che lo stavano crescendo nell’amore.

 

L’ anziana e rubiconda cuoca apparecchiò per la colazione, sul tavolo della veranda e Henry, goloso e affamato, divorò i suoi biscotti, a forma di animaletto, con voracità.

 

August aveva assistito a tutta la scena, si stava gustando il nipote, felice per il regalo che gli aveva fatto e quando Belle arrivò con Betty, sentì il cuore accelerare i battiti. Belle era la sua promessa sposa, appena sarebbe tornata Emma avrebbero organizzato il matrimonio, ci sarebbe voluto qualche mese, anche per far arrivare i genitori dal Maine, oppure avrebbero svolto una piccola cerimonia intima nella cappelletta della rocca. Era sicuro dei suoi sentimenti per Belle, la amava e la desiderava. Per lei era lo stesso. La sera prima l’aveva accompagnata fino alla porta della sua camera, le aveva dato il bacio della buona notte, ma quel contatto e il calore del suo morbido corpo, lo avevano talmente eccitato che non aveva resistito ad entrare con lei in camera e a baciarla poi in modo talmente passionale da perdere il controllo, cadendo insieme sul letto. Belle era riuscita a fermarlo, i suoi occhi si erano riempiti di lacrime. August non aveva capito perché, eppure aveva risposto al suo abbraccio, lo desiderava anche lei, non voleva di certo forzarla, l’avrebbe comunque aspettata fino alla loro notte di nozze, si era separato da lei appena lo aveva chiesto, non c’era motivo di arrivare a piangere. Era rimasto turbato da quella reazione. Ora, vedendola serena, venire verso di lui, l’avrebbe abbracciata nuovamente, solo per consolarla per dirle che lui era lì per lei, l’amava, la voleva proteggere, voleva renderla felice …

 

Belle si avvicinò al suo amato fidanzato, con uno splendido sorriso sulle labbra che si rifletteva anche nella luce azzurra dei suoi occhi. Quegli occhi e l’entusiasmo che vi si poteva leggere, somigliavano a quelli di Henry, questo pensò August guardandola in essi.

 – Bon jour mon amour, hai reso felice Hanry questa mattina! Quando lo vedo così contento, mi sento contagiata dalla sua allegria.

– Belle, amore mio, sarei l’uomo più felice del mondo se quando saremo sposati, potessimo avere un bambino nostro, intelligente e vivace come Hanry!

August vide Belle irrigidirsi un attimo, forse era stato troppo diretto, ancora non aveva chiarito la reazione della sera prima, si maledì per la sua mancanza di tatto. Belle si riprese subito e gli si accostò per dargli un bacio sulla guancia.

– Abbiamo ancora tanto tempo per pensare a questo, non credi August?

– Si Belle hai ragione, ma ti amo talmente e ti desidero così tanto … perdonami … io … ieri sera sono stato inopportuno … non ho saputo resisterti, non sono stato un gentiluomo …

- Mon cher cosa dici! Non mi hai fatto nulla di male, ero emozionata e … anche io .. ti volevo … ma … mi sentivo in peccato August, sono profondamente cattolica e dei principi … sai …

- Non devi dirmi altro amore mio, non ce n’è bisogno, ho capito.

Cambiarono discorso e si accostarono al muro della balconata, fu allora che la videro. August si spostò verso il cannocchiale e lo portò all’occhio. La nave ammiraglia della Regia Marina, la “Orgoglio del Reame”,  stava per entrare nel porto di Storybrook.

 In un’altra occasione ne sarebbe stato felice, su quella nave c’era il suo migliore amico Jamie Framer di Heughan. Questa volta non gioì, non era molto che quella nave era già passata, se tornava così presto significava una sola cosa “la caccia era conclusa”. Il terrore assalì il cuore di August. Se la Regia Marina aveva incontrato la Jolly Roger, per Emma non c’erano più speranze!

 

Maine

La carrozza con Emma a bordo continuava a viaggiare sulla strada sterrata. Non si erano sentiti spari e Fox aveva dato l’ordine di procedere come da accordi con il suo Capitano. Percorsero il corridoio tra le rocce. Jefferson e i compagni furono comunque guardinghi, ma non trovarono pericoli. Di Killian non c’erano tracce, quindi era davanti a loro, li precedeva per una migliore sicurezza della Principessa. Fox pensò che quella donna avesse ormai, del tutto, nelle sue mani il cuore e l’anima del suo amico Killy, era la principessa bionda di cui gli parlava quando da bambini, compagni di gioco, fantasticavano sul futuro. L’aveva trovata la sua principessa bionda, ma era di un altro, era arrivato tardi. Se ne dispiacque per lui, comunque, si vedeva lontano un miglio che Emma era presa da Killian, non meno di quanto lui lo fosse da lei. Non volle porsi altri quesiti su di loro, gli augurò di viversi la loro storia al meglio, finché potevano, presto Emma sarebbe tornata da suo marito e Killian … avrebbe avuto il cuore spezzato.

 

La strada era completamente libera, non si erano visti pericoli per il momento e Killian avvistò il luogo dell’appuntamento. Un piccolo villaggio di poche case, poco più che baracche, con una chiesetta di legno dipinta di bianco, sorgevano nella vallata. Poco distante, un fiume scorreva lento tra la florida vegetazione. Si fermò con Nico per confrontarsi sul da farsi. Il meeting si sarebbe tenuto nella chiesa, il parroco cattolico che li avrebbe ospitati si chiamava Padre Joshua, era la cellula Giacobita che collaborava con il Governatore Charming. Non aveva mai visto Emma e sapeva che la donna che sarebbe arrivata era una scozzese, delegata direttamente da Giacomo II Stuart.

Il Capitano Jones, con il suo compagno. decise di dirigersi direttamente al luogo del meeting per conoscere il prete.

Lo trovarono nel pollaio che raccoglieva le uova delle sue sei galline. Era un uomo gioviale, dal colorito rosato e i capelli biondi. I suoi vispi occhi celesti li guardarono con familiarità. Insieme attesero l’arrivo della carrozza, mentre Padre Joshua Mc Cormin  offriva a loro due una pinta di sidro, iniziò a preparare  una grossa frittata che avrebbe usato come pranzo da offrire ai suoi ospiti. I partecipanti del meeting sarebbero arrivati per le 14,00, avevano il tempo per pranzare e discorrere.

La carrozza arrivò come da programma. Killian si affrettò ad andare incontro a Lady Barbra e il sacerdote, con il suo accogliente sorriso sulle labbra, lo seguì.

 – Sono lieto di fare la vostra conoscenza cara Lady Barbra, approfittate della mia umile dimora, avete a vostra disposizione una stanza per rinfrescarvi, io e i vostri accompagnatori vi aspetteremo per il pranzo. Cose semplici ma sostanziose, vi rifocillerete e vi preparerete ad incontrare i rappresentanti delle colonie.

Emma ringraziò il buon sacerdote, si scambiò uno sguardo con Killian, che sostituì l’abbraccio che non avevano potuto darsi e si diresse verso la porta che Padre Joshua gli aveva indicato per la sua toeletta.

Il pranzo, effettivamente umile ma sostanzioso, condito dalla simpatia del sacerdote e da uno scambio interessante sulle persone che vivevano nel posto, passò velocemente. La chiesa era stata preparata dal parroco per accogliere i partecipanti. Conosceva i loro nomi, erano tutti votati alla causa di Giacomo II, la maggioranza erano di origine scozzese, alcuni erano di origine irlandese e un paio gallesi. In totale una ventina di elementi che, a loro volta, capeggiavano un gruppo di giacobiti. Erano anni che Padre Joshua, coltivava il rapporto con quelle persone, li riteneva affidabili e fedeli alla causa.

 

Storybrook

La nave ammiraglia della Regia Marina Militare, “L’orgoglio del Reame”, entrò nelle tranquille acque del porto di Storybrook. I calcoli di Jamie erano esatti, per le 13,00 sarebbe stato da August. Avvisò il Capitano O’Brian e il primo ufficiale inglese che sarebbe sceso a terra e avrebbe fatto visita al suo personale amico Sir August, si sarebbe trattenuto a pranzo sicuramente e sarebbe tornato verso le 17,00. Per i turni di guardia e di uscita dei marinai, si sarebbe regolato il Capitano Bill O’Brian. Il primo ufficiale avrebbe fatto l’inventario del materiale di rifornimento di cui necessitavano e entro un paio di giorni o prima, sarebbero ripartiti.

August dall’avvistamento aveva parlato con Neal e questi era sconvolto. Gli disse di non bendarsi la testa prima del colpo. Sicuramente Jamie sarebbe andato da lui per salutarlo. Chiese a Betty di organizzare un pranzo adeguato, nulla di superfluo, Jamie era molto parco, ma la qualità doveva essere buona. Si prepararono a riceverlo con il miglior sorriso sulle labbra. Se avesse chiesto di Emma, come era ovvio, avrebbero detto che era indisposta e a letto, quindi non l’avrebbe vista.

Per le 12,00 Jamie arrivò a cavallo. Niente carrozza o scorta, era sempre molto pratico e in fin dei conti non aveva nulla da temere. Da molto non si vedevano, si abbracciarono con sincero affetto.

 – Quale notizie mi porti amico? Oltre a quella di essere diventato padre, per cui mi congratulo con te e Clairette.

 – Grandi notizie amico mio! Finalmente è stato debellato un flagello per la Royal Navy!

August fece buon viso a cattivo gioco.

 – Sono contento per “la Regia” Jamie, di che si tratta?

 – Hai sicuramente sentito nominare Captain Hook, il temibile pirata …

Ad August si gelò il sangue

– Certo amico mio, si dice che era uno di voi, si è ammutinato, addirittura ha ucciso suo fratello e suo Capitano!

 – Naah! Una buona parte di quanto sai sono fandonie architettate per dare di lui un’ immagine peggiore della realtà, non si è ammutinato e non ha ucciso il fratello. Comunque, la notizia è che è morto, affondato con la sua nave, la Jolly Roger.

Jamie osservava le reazioni di August e questi non riuscì a nascondere il pallore mortale sul suo viso.

– Non siete riusciti a farlo prigioniero? Ha preferito battersi e voi lo avete bombardato?

– No amico mio, non siamo stati noi, ma il Capitano Jefferson Fox della nave da guerra “Stella del mattino”!

 – Non ho il piacere di conoscerlo Jamie ..

– Veramente strano August! Eppure dovrebbe essere partito mesi fa da Storybrook con una vostra concittadina, la bella Lady Barbra. È lei che ha commissionato il viaggio per la Virginia e mentre risalivano verso il Maine hanno avvistato la nave di Hook, il vento era a loro favore e l’abile Capitano Fox è riuscito ad affondare il vascello. Con Il mio Capitano abbiamo avuto il piacere di pranzare con  Lady Barbra, la quale ti manda i suoi più cordiali saluti, tra un paio di mesi dovrebbe rientrare in sede.

August recepì il messaggio di Jamie, Emma era viva e vegeta, non sapeva tutti i particolari, ma evidentemente Jamie l’aveva vista. La notizia che aspettava gli era giunta tramite il suo migliore amico.

– Posso invitarti a pranzo Jamie? Sono settimane che non tocchi terra, gradirai cibo fresco!

– Certamente August, mi offenderei se non lo facessi e sarei felice di pranzare anche con tua sorella e suo marito, ma sospetto che sia irrimediabilmente indisposta!

 August sorrise, Jamie avrebbe mantenuto la messa in scena, poteva permettersi di invitare anche gli altri ufficiali di bordo per la cena. Con Neal avrebbe parlato presto, lo aveva visto in piena angoscia e non gli piaceva infierire, era veramente spaventato per sua moglie.  

 

Maine

I  rappresentanti delle tredici Colonie erano arrivati nei giorni precedenti al meeting, in tempi diversi. Tutti si erano rivolti al buon Padre Joshua e questi li aveva fatti ospitare dalle varie famiglie del villaggio.

Arrivarono puntuali come se dovessero andare alla funzione domenicale, in realtà poco prima dell’inizio, il sacerdote aveva dato il segnale con la campana, suonando a morto. Ad occhi indiscreti poteva sembrare che si stesse per celebrare una messa funebre.

Alcuni dei rappresentanti si conoscevano tra loro e si salutarono amichevolmente, i nuovi furono introdotti da padre Joshua ed egualmente fece riguardo a Lady Barbra.

– Cari amici, siate i benvenuti! È Da tanto che ci conosciamo, con molti di voi fratelli, sono giunto dalla Scozia da anni e ci lega non solo la stessa patria ma anche la stessa sofferenza per gli amici e i fratelli che abbiamo lasciato. Amici irlandesi, oggi con noi abbiamo anche alcuni vostri compatrioti che da poco sono arrivati e ci potranno aggiornare sulla situazione che vive la vostra terra. Intanto per prima, è con gioia e grande onore che vi presento una persona di grande valore e coraggio, una donna che, nonostante la delicatezza del suo genere, è venuta dall’Europa per creare un ulteriore legame tra le nostre colonie e i fratelli in patria. Diamo il ben venuto a Lady Barbra Mc Canzie.

I presenti, circa una ventina, applaudirono, due uomini, tra loro, rimasero guardinghi, uno di questi inserì i pollici nella cintura proprio al momento dell’applauso. Killian era vicino ad Emma, Max e Nico erano dietro di loro, ognuno con una pistola alla cinghia e la spada al fianco, Jefferson e l’altro compagno erano di guardia all’esterno. Il Capitano scrutava ogni convenuto e notò immediatamente l’atteggiamento dei due uomini. Si tirò indietro e comunicò qualcosa a Nicodemo, Emma non riuscì a sentire cosa per il rumore dell’applauso, ma percepì il movimento di Killian.

– Vi ringrazio per l’accoglienza miei signori, so che siete venuti da lontano come me e che le vostre famiglie e le vostre case vi reclamano, non mi dilungherò molto.

Emma iniziò il discorso con la situazione vissuta dai paesi dominati.

– Amici miei, qui nelle colonie come in Scozia e in Irlanda, l’Inghilterra avanza delle pretese enormi. I dominatori sfruttano il territorio e i suoi abitanti, non curandosi affatto delle esigenze umane che essi possono avere. Le colonie d’America, in realtà, non hanno nessun bisogno dell’Inghilterra, è vero precisamente il contrario. Perché ciò che producete con fatica deve essere più che dimezzato per ingrassare l’Inghilterra? Se avete del superfluo può essere venduto. Con l’Inghilterra si può avere semplicemente uno scambio commerciale e pensare prima di tutto ai vostri figli, alla vostra gente. In Scozia e in Irlanda c’è gente che muore di fame, solo grazie a uomini coraggiosi, che l’Inghilterra chiama pirati e nemici, arrivano granaglie di frodo. Non sarebbe meglio che ciò che date come contributo forzato, sia dato direttamente ai vostri compatrioti nella vostra madre patria, gratuitamente? È importante risollevare l’agricoltura in Irlanda e Scozia, in modo che possano essere autosufficienti. Cosa non meno importante, anzi fondamentale è abbattere Guglielmo III, l’impostore che ha usurpato il trono al buon Re Giacomo II Stuart. Il fatto che Guglielmo sia protestante, ha comportato delle pesanti penalizzazioni ai paesi cattolici, proprio l’Irlanda, come ben sapete ne è rimasta maggiormente penalizzata. Sono state abbattute anche le chiese ed è stato proibito di professare la propria fede. È stata proibita anche la possibilità di studiare, con lo scopo di mantenere nell’ignoranza e nell’oscurità il popolo e soggiogarlo meglio!

I presenti annuivano rumorosamente, gridando che Lady Barbra aveva ragione, era necessario riportare al trono Giacomo II il cattolico.

 – Se il potere fosse rimasto a Re Giacomo, con i suoi principi cattolici, non ci sarebbe mai stato lo scempio che si è avuto. Inoltre da erede al trono, avrebbe potuto sedere sul trono e riunire tutta la Gran Bretagna sotto un’  unica monarchia legittima, portando beneficio a tutti, comprese le colonie. Io oggi sono qui per smuovere i vostri animi nei confronti della causa Giacobita. Probabilmente non siete a conoscenza, pochi lo sanno, che sei anni fa, sotto la protezione del Papa, è nato a Roma l’erede di Giacomo II. Il piccolo Carlo sarà il prossimo Re di Gran Bretagna, lui è il legittimo pretendente al trono. I suoi genitori lo stanno educando a questo compito ma, ovviamente, prima dei prossimi quindici anni non sarà in grado di adempiere alla sua missione. Oggi inizierà l’attesa per il suo arrivo e spetta a noi, suoi fedeli sudditi, preparargli la strada. In Scozia, Irlanda, Galles e non solo, abbiamo cellule Giacobite che costituiscono una forte rete. Stiamo raccogliendo fondi per la causa, vi chiedo di contribuire come potete. Intanto fate in modo che all’Inghilterra arrivino meno tributi, iniziate a ritardare e a smettere di inviarli, ci vorranno ancora anni per arrivare a separarvi completamente dall’Europa, ma se iniziamo a piantare dei semi ora, con il tempo vedremo i frutti della pianta e quei frutti arriveranno proprio al momento giusto. Ogni fuoco di rivolta destabilizzerà l’Inghilterra e la indebolirà, saranno necessarie armi per combattere e soldi per comprarle, pur non combattendo direttamente sul campo, io vi chiedo oggi, in nome di Giacomo II, di allearvi con noi, dall’America sarete il nostro aiuto per ricucire le ferite dell’agricoltura dei vostri paesi d’origine. Io stessa armerò delle navi con cui porteremo il necessario in Europa. Se sono qui, è su richiesta diretta di Giacomo II, non sono io a chiedere il vostro aiuto, bensì lui stesso tramite la mia voce.

Una risata di scherno si levò dall’angolo in cui l’uomo con i pollici nella cintura e il suo compagno, erano posizionati.

– Chi ci dice che non sei una gran truffatrice donna! È così dipendente dalla tua gonnella il grande Giacomo?

Qualcun altro rise alla battuta dell’uomo.

– Ha ragione, per quale motivo Giacomo si è affidato ad una donna?

Altri si sollevarono con la stessa domanda e gli stessi dubbi e un brusio di disappunto ed insicurezza si sollevò dal gruppo di convenuti.

Padre Joshua cercò di calmare gli animi e si rivolse in particolare all’uomo che per primo aveva provato a contestare.

– Mi meraviglio di te Nathaniel, il tuo Massachusetts è messo meglio con i balzelli inglesi? O di recente sei riuscito ad avere un tornaconto personale figliolo?

Gli altri presenti iniziarono a guardare con sospetto Nathaniel che fu costretto a giustificarsi

– Affatto Padre Joshua! Sono io meravigliato del fatto che una donnicciola pensi di venire ad indottrinare uomini che da anni combattono per migliorare la situazione!

Killian non ne poteva più di sentire insultata Lady Barbra e intervenne.

 – Amico! Quella che tu chiami “donnicciola” ha più coraggio di tutti voi insieme. Ha sfidato il mare e la Regia Marina  per venire da voi ad aprirvi la mente ed il cuore. Io, da Irlandese posso confermarvi tutto quello che ha detto e aggiungo che per cambiare i vertici, è necessario che il cambiamento si verifichi dal basso. In basso c’è il popolo che sa quali sono i suoi bisogni ed il popolo deve essere padrone del proprio destino scegliendo chi lo deve rappresentare. Non è detto che debba essere un Monarca, si può scegliere anche un’altra Costituzione, quello che sta facendo Lady Barbra è di aprirvi gli occhi e la mente, ragionate! Non sarà lei ad operare un cambiamento, lei è solo un sasso buttato in uno specchio d’acqua che provoca onde, voi siete le onde che si produrranno e propagheranno, vi chiedo di ascoltarla non di fermarvi al suo aspetto esteriore! Sarete parte di un grande evento e con il tempo le darete ragione, ma per arrivare a quel tempo, dovete iniziare a muovervi ora!

Nathaniel non sembrava ancora convinto e rimuginava parlottando con i vicini che assentivano.

– Che prove abbiamo che questa donna sia inviata proprio da Giacomo?!

Emma si rivolse a Killian con un cenno e lui si preparò ad agire.

 – Ho soltanto un elemento che mi è stato dato come prova. Avete mai sentito la leggenda di Re Artù?

Qualcuno assentì, altri risero per la probabile sciocchezza che quella donna stava per dire.

– Ebbene Signori! Non è una leggenda! È  una storia vera che si perde nei secoli, Artorius, il suo vero nome, unì i popoli della Bretannia con fare democratico, costituì la tavola rotonda, dove tutti i cavalieri, al suo pari, decidevano con lui del loro paese. Voi sarete come i cavalieri della tavola rotonda e, se vorrete, il principe Carlo sarà come Artorius. Giacomo mi ha dato un cimelio di famiglia che risale a quel tempo, la spada Excalibur, appartenuta ad Artorius … Capitano! Datemi la spada!

Killian sguainò la spada al suo fianco e la depose nelle mani di Emma, questa la sollevò in aria e usando un suono di voce suadente, muovendo la spada in modo lento e ritmico, aggiunse.

– Giacomo II vi chiede, come suoi sudditi, di giurargli fedeltà su questa spada che è stata benedetta. La leggenda dice che è la spada della giustizia, del coraggio e dell’onore, solo chi ha il cuore puro e questi principi, nel giuramento potrà sollevarla. Chi mente non ci riuscirà. La spada sarà posta su questo tavolo, chi vorrà giurare verrà qui, dopo il giuramento la solleverà e la rimetterà sul tavolo.

I presenti si guardarono l’un l’altro, qualcuno iniziò ad annuire ed ad avvicinarsi per giurare. Dopo il primo, arrivarono a turno gli altri. Tutti, convinti giurarono e sollevarono la spada. Gli ultimi rimasti erano Nathaniel e l’altro sconosciuto.

– Non hai il coraggio di giurare Nathaniel?

Gli chiese Padre Joshua. Per tutta risposta i due uomini, con un ghigno strafottente si avviarono verso la spada dalla lama ondulata.

 – Giuro solenne fedeltà a Re Giacomo II e al giovane pretendente, il Principe Carlo!

Nel momento in cui l’uomo prese l’elsa della spada per sollevarla, non ci riuscì. Rimase sbigottito e Nathaniel scoppiò a ridere

 – Ronald, che ti prende?! Ti sei fatto incantare dalla bellezza della signora?

Ancora ridendo, pronunciò smargiasso il suo giuramento di fedeltà e cercò di sollevare la spada come avevano fatto gli altri. La spada gli sembrò pesantissima, si tirò indietro con un balzo, guardando Lady Barbra con disprezzo e iniziò a gridare

– Sortilegio, sortilegio! Questa è una stregoneria! Ne abbiamo avute a Salem di streghe, ma questa le batte tutte!

Sguainando un pugnale tentò di gettarsi su di Emma.

– Maledetta puttana! Non ti manda Giacomo! Sei venuta col demonio! Guardate gente, lui ha una mano di legno, è il segno! È il segno del diavolo!

Killian e i suoi uomini, avvisati da quando il Capitano aveva notato i due tizi del Massachusetts, furono pronti a reagire. Sguainarono la spada e difesero Emma dal pugnale di Nathaniel. L’altro tizio, Ronald si gettò su Killian che con agilità lo schivò e, facendogli uno sgambetto, lo buttò a terra. In pochi minuti i due uomini furono bloccati. Padre Joshua era costernato.

 – Figlioli, non mi aspettavo questo affronto ad una nobile ospite che è venuta a chiederci di allearci per il nostro bene e per quello dei nostri fratelli!

– E’ una strega, guarda i suoi occhi come sono verdi! Ci ha fatto un sortilegio a me e Ronald, non ci sono altre spiegazioni!

– Forse la spiegazione è che non sei sincero Nathaniel, guarda nel tuo cuore, sei un egoista, ti importa solo della tua pancia piena e degli altri niente!

Qualcuno tra i convenuti gridò questa motivazione all’uomo, che cominciò a piagnucolare. Lady Barbra gli si avvicinò.

 – Nicodemo, lascialo andare, l’unica cosa diabolica presente è la sua ignoranza e la sua ottusità. Torna a casa tua Nathaniel, rifletti su quanto ho detto oggi, se non sei riuscito a sollevare quella spada, è dipeso solo da te. Non sei convinto della causa, ecco perché non sei riuscito a sollevarla. Nessuno ti ha stregato, non ci sono sortilegi, perché la magia non esiste! Lasciate anche l’altro. La nostra missione è finita.

Mal volentieri, mentre Killian scuoteva la testa, Nico e Max liberarono i due uomini, i quali andarono via di corsa, mentre gli altri li deridevano.

Molti dei presenti avevano domande da rivolgere a Lady Barbra e lei fu lieta di rispondere. Al momento del commiato, tutti, salutandola, le rivolsero i loro omaggi e ringraziamenti con inchini e ossequi.

 

Jefferson e Dave, fuori dalla chiesa, videro uscire di corsa due uomini che montarono a cavallo e sparirono in breve tra gli alberi. Fox ebbe una strana sensazione, la sua mente scaltra iniziò a riflettere ed entrò in chiesa per parlare con Killian e capire cosa era successo.

 

Dopo aver salutato padre Joshua, la carrozza di lady Barbra, con il suo piccolo drappello, riprese la via del ritorno. 

Nonostante il disordine e l’acredine che i due del Massachusetts avevano portato, Emma si ritenne piuttosto soddisfatta. Quel giorno era riuscita a creare i legami che da tempo progettava. Certo aveva mentito sul mandato di Re Giacomo, non era stata sincera sulla sua identità e in più aveva usato l’ipnosi per suggestionare i partecipanti al fine di capire chi veramente era interessato alla causa. Tranne Nathaniel e Ronald, gli altri erano semi fertili per far nascere quelle piantine che in gergo botanico, sarebbero diventate le querce di una nuova nazione. Emma sapeva che i tempi sarebbero stati lunghi, quei frutti avrebbero impiegato anni per maturare. Forse lei non li avrebbe mai gustati, ma li avrebbe lasciati in eredità al suo piccolo Hanry, coetaneo del Principino Carlo Stuart. Da adulto il mondo di Hanry, e di tanti altri, sarebbe stato migliore.

 

La carrozza viaggiava veloce sulla strada sterrata, fortuna che in luglio le giornate erano più lunghe, avrebbero percorso a ritroso quel corridoio tra le rocce, con la possibilità di una buona visibilità, Killian ancora temeva possibili agguati. Si insinuarono nel corridoio, uno sparo improvviso fece impennare i cavalli, Max cadde a terra e gridò:

– Agguato! Agguato!

Con uno schianto, un grosso albero fu fatto cadere dalla sommità della roccia a bloccare il passaggio. Altri spari di carabine andarono a vuoto, gli uomini di Killian erano pronti a rispondere al fuoco con le pistole in mano. Si appostarono dietro la carrozza per proteggersi dagli spari. Era necessario tempo per ricaricare le armi, con la polvere da sparo e le pallottole. I nemici preferirono saltare dalle rocce e procedere all’arma bianca. I Corsari si batterono da leoni, uccisero due uomini, ma uno riuscì ad entrare nella carrozza e con uno strattone tirò fuori Lady Barbra, i cui capelli neri scompigliati le ricaddero sul viso. Nathaniel le puntava una pistola dietro la nuca e la spingeva in ginocchio a terra.

– Voglio la spada di questa puttana, datemela immediatamente o le faccio saltare le cervella!

I Corsari si fermarono, Nicodemo parlò per tutti:

– Tranquillo amico, puoi prenderti la spada, ma lascia stare la nostra Lady Barbra altrimenti …

L’uomo sghignazzò una risata volgare

– Se no cosa, amico? Vuoi un buco nella pancia?

 – No, se non vuoi che Lady Barbra diventi la strega che credi!

La voce tonante di Fox uscì da sotto la parrucca di Lady Barbra, mentre velocemente si alzava e colpiva sotto il mento Nathaniel. Ronald spaventato, insieme agli altri due complici rimasti, si arrampicarono velocemente sull’albero che avevano buttato per traverso al corridoio roccioso e risalirono sulla sommità delle rocce, dove saltarono in sella ai loro cavalli e si dileguarono. Nathaniel si era ripreso subito dalla sorpresa, quella non era Lady Barbra, a pensarci non c’era neppure il giovanotto con la mano di legno che aveva parlato al meeting, il Capitano, come lo aveva chiamato la donna. Digrignando i denti per la rabbia, si avventò su Fox con la spada sguainata, Fox era agile e veloce, l’allenamento quotidiano con Killian lo aveva reso un ottimo spadaccino, non ci volle molto per lui ad avere la meglio sull’uomo.

La mano di Nathaniel, lentamente lasciò l’elsa della spada, mentre il suo corpo, inchiodato alla parete rocciosa, trafitto al cuore da Fox, scivolava lentamente, esanime, al suolo.

– Mi dispiace amico, ma non mi piacciono quelli che se la prendono con le donne indifese!

Con un vezzoso movimento della testa, Jefferson si mandò all’indietro i lunghi capelli neri della parrucca di Lady Barbra.

 – Vada per i capelli, ma Santo Iddio, questa gonna è veramente scomoda per combattere, non so come ci riesca Emma!

 

Killian ed Emma erano partiti dopo la carrozza. Jefferson rientrato in chiesa, aveva saputo cosa era successo e confrontandosi con Killian aveva escogitato quello stratagemma. Quei due tizi non promettevano nulla di buono, se si erano comportati in modo anomalo fin dall’inizio. Killian la pensava allo stesso modo e gli ci volle tutta la sua santa pazienza, per convincere quella testarda di Emma a seguire il piano di Fox. Tolta la parrucca, Emma indossò sul capo il foulard che portava allacciato in vita, sotto la gonna indossava i pantaloni, quindi non fu un problema cedere l’indumento a Fox. Quando questi fu vestito di tutto punto da Lady Barbra, i compagni risero, prendendolo in giro sul fatto che era veramente carino e appetibile. Peccato che, di Lady Barbra, non avesse la stessa grazia nelle movenze!

 

Il cavallo trottava velocemente, erano quasi le 19,00, ancora si vedeva bene, ma avrebbe fatto buio prima di arrivare a Terra del Porto. Killian teneva stretta davanti a se Emma, mentre cavalcavano insieme. La spada dalla lama ondulata era al fianco di Emma, Killian aveva la sua e una pistola sul fianco opposto. Sapeva che il buio sarebbe arrivato prima di potersi ricongiungere con la carrozza e i suoi uomini. Era meglio approfittare dell’ultima luce del giorno, per trovare un posto dove accamparsi. Erano fuggiti passando tra gli alberi che costeggiavano il fiume, avrebbero potuto trovare uno spazio adeguato, per passare la notte e riposarsi, tra quegli alberi.

Il cavallo aveva bisogno di abbeverarsi, erano partiti da un paio d’ore e anche loro due, accaldati e sudati, dovevano rinfrescarsi. Killian rallentò il cavallo, la bestia, al tiro delle briglie, si fermò e il Capitano scese per primo, prendendo per la vita Emma e aiutandola a scendere.

 – Emma, ci dovremmo accampare per la notte, non possiamo viaggiare con il buio, ancora non è luna piena, quindi la luce sarà poca, non conosciamo bene il territorio e potremmo mancare l’appuntamento con la carrozza perdendo la strada.

– Ma tu hai già avvisato Fox di continuare il viaggio anche senza di noi!

– Si, era la cosa più pratica, ma il cavallo si stanca di più con due persone a bordo. Ci riposeremo qui, mi pare un buon posto, siamo circondati da siepi che ci nasconderanno e abbiamo il fiume per abbeverare il cavallo, riempire la borraccia e rinfrescarci.

– Hai ragione, non mi sembra una cattiva idea, abbiamo anche del cibo che ci ha dato Padre Joshua e la coperta arrotolata sulla sella da condividere. Alle prime luci dell’alba torneremo a casa.

Killian portò il cavallo ad abbeverarsi, tornando verso di Emma, lo legò con la  briglia  al tronco di un albero, prese la coperta dalla sella e la pose a terra, sotto un albero.

 – Sdraiati se vuoi Emma, io vado a rinfrescarmi al fiume.

Dicendo questo si sbottonò il panciotto di pelle e la camicia, tolse i due indumenti e a torso nudo si avviò verso il fiume. Emma rimase a guardarlo, mentre con passo agile si avviava verso l’acqua. Era veramente un bel vedere quell’uomo, ad Emma venne voglia di carezzare nuovamente quel torace villoso, quei muscoli sodi e ben definiti. Si alzò, tolse il suo corsetto, restando con la camicia di lino bianco e si avviò dietro Killian come se fosse in trance, guidata dall’attrazione nei suoi confronti. Lo vide accovacciato sulla sponda del fiume che si bagnava il viso e la testa, portandosi con la mano l’acqua. Si buttò altra acqua verso il torace, le braccia e le ascelle. Emma si sporse sulla sponda qualche metro più in là di Killian, si sbottonò la camicia, sfilandola dai pantaloni, ma non la tolse del tutto e iniziò a bagnarsi anche lei per trovare un po’ di refrigerio e togliersi il sudore di dosso. Killian si rialzò, per quanto lei avesse cercato di far poco rumore,  si era accorto che l’aveva seguito e si mosse tra le siepi per raggiungerla. La vide accovacciata che riempiva le mani, a coppa, di acqua e se la portava verso il collo e sul seno. Notò i suoi seni sodi che spuntavano dall’apertura della camicia e le mani affusolate che li bagnavano per trovare un po’ di frescura. Quella dolce visione gli stimolò il desiderio di essere lui stesso a toccarla in quel modo sensuale. Rise, in cuore, di sé stesso, era mai possibile che, vedere qualche centimetro di quella pelle candida, lo mandasse a fuoco più del sole di Luglio? Era possibile, era possibile! Emma era una donna molto attraente ai suoi occhi. La sua bellezza interiore viaggiava di pari passo con quella esteriore e desiderarla come stava facendo, era una prerogativa che si era arrogato dal primo istante che, da Lady Barbra, aveva messo piede sulla Jolly Roger, lo ricordava bene. La chiamò per dirle che l’aspettava dove si erano accampati, volle lasciarla ai suoi bisogni, evitando di essere indiscreto. Tornò al cavallo, prese le loro spade e le conficcò nel terreno, vicino all’albero dove aveva disteso la coperta. Emma tornò, si era richiusa la camicia sulla pelle bagnata, non rendendosi conto che con il lino bianco  leggero, sembrava che il suo seno fosse nudo. L’aria iniziava a stemperare e la brezza fresca, sull’umidità della stoffa le provocò un brivido che rese evidente il turgore improvviso dei suoi capezzoli. Killian si stava rinfilando la camicia, voltato verso di lei, non riuscì a non notare quelle vistose gemme, sicuramente sensibilizzato dalla visione precedente. Erano ormai a pochi centimetri di distanza, Emma lo guardava con uno sguardo languido e lui ricambiava lo sguardo con bramosia. Le prese la mano e con un leggero strattone, che lei si aspettava, se la portò al petto. Li separava solo il velo di lino umido sulla pelle di Emma. Mentre lei, automaticamente, gli carezzò gli addominali e i pettorali, come amava fare, lui con la sola mano destra, incredibilmente esperta, le aprì i bottoni, tirando velocemente fuori dai pantaloni l’indumento umido. Si impossessò con la mano del suo seno, la sentì sospirargli un gemito all’orecchio. I suoni che Emma emetteva, avevano un ulteriore effetto afrodisiaco su di lui e sentì montare imperiosa l’erezione, nella patta dei pantaloni di pelle. Baciandola appassionatamente, ricevette la risposta di Emma, che lo cercò allo stesso modo, carezzandogli le labbra con la lingua e danzando con la sua. Non riuscivano a staccare le labbra l’uno dall’altra e pian piano, indietreggiando, Killian guidò Emma verso la coperta, dove la distese e, smettendo di interessarsi alle sue labbra, passò a tormentarle avidamente e, per lei, molto piacevolmente, i seni, avvolgendone quelle gemme mature, che lo avevano stuzzicato, con la morbidezza delle sue labbra sensuali e la calda umidità della lingua. Succhiò quelle due gemme preziose, facendole tendere fino allo spasmo. Emma godeva di quel contatto, come mai avrebbe pensato. Godeva del suo calore e della sua vicinanza, sentendo anche lei aumentare il flusso umido della propria eccitazione, desiderando che, come la notte precedente, la facesse meravigliosamente sua, penetrandola e riempiendola fino a raggiungere l’acme del piacere. Killian sentì il bisogno impellente di Emma, tale e quale al suo, di possederla freneticamente e, disteso al suo fianco, con le pulsazioni del cuore che gli risuonavano nelle tempie, iniziò al aprirle i pantaloni aderenti per arrivare alla fonte del suo piacere, desiderando di baciare ancora le labbra della sua intimità, assaporarla, come amava fare e poi renderla sua, regalandogli se stesso. Finiti nel vortice della passione, si estraniarono dal resto del mondo e non sentirono l’arrivo dei tre uomini a cavallo.

 – Guarda, guarda! La strega se la intende con il suo cagnolino da guardia, ma forse è più un cagnolino da compagnia, che ne dite ragazzi?

I tre compari di Nathaniel risero sguaiatamente. Killian era balzato in piedi, Emma velocemente, ritirando le gambe si era portata a sedere e cercava di richiudere la camicia.

– Che ne dite di dare un assaggio a quel piatto prelibato ragazzi?!

Gli altri due manigoldi acconsentirono, ridendo, al suggerimento di Ronald. Avevano la pistola in pugno e la puntarono verso Killian che si parò davanti ad Emma senza parlare, mentre la sua mascella si stringeva con rabbia. Era arrabbiato innanzitutto con sé stesso per aver abbassato la guardia, era un lusso che non poteva permettersi, lo sapeva bene, ma Emma aveva la capacità di trasportarlo su un altro pianeta, dove esistevano solo loro ed il loro amore. Ronald si spostò sul fianco di Killian puntando l’arma verso di Emma.

 – Preferisci che ti uccida subito “Capitano” o ti fa piacere guardare mentre mi diverto un po’ con lei?

Emma era terrorizzata, pur se fosse riuscita a prendere la spada, vicina al tronco, dove lei era appoggiata, poteva essere troppo tardi per Killian, la pallottola sarebbe stata più veloce di lei e il suo amato sarebbe stato spacciato. Killian dovette pensare velocemente una tattica di azione, non ce ne erano molte. Alzò le mani in segno di resa, provocando ancora risa e scherno in quei tre uomini.

– Guardatelo il grande uomo,  che coraggio ragazzi! Hai trovato un bel codardo a scaldarti il letto puttanella! Si è arreso subito! Scommetto che se l’è fatta sotto!

I due compari di Ronald si rimisero al fianco le pistole e immobilizzarono Killian che sembrava piuttosto arrendevole. Ronald si diresse su Emma, ancora con la pistola in pugno e con la chiara intenzioni di approfittare di lei.

– Ronald! Sbrigati e lasciane pure per noi, mica la vorrai tutta tu la torta?!

Ronald rise ancora in modo sguaiato e volgare

– Non vi preoccupate che ce n’è per tutti!

 Si abbassò verso di Emma, la tirò per le gambe e la rovesciò a pancia in sotto, intenzionato a scenderle i pantaloni e a fare i suoi comodi.

Killian ribolliva di rabbia, sdegno, gelosia. Emma era sua, la doveva proteggere, quel lurido cane avrebbe pagato, a caro prezzo, quell’affronto alla donna che amava più di sé stesso. Convogliò la sua energia aggressiva in razionalità, sentì il momento in cui i due uomini, che lo tenevano, abbassavano la guardia, eccitati dallo spettacolo che gli si stava offrendo. Con uno scatto furioso, degno di un leone, Killian pestò il piede ad uno, dandogli una gomitata nello stomaco, mentre velocemente con una ginocchiata, ruotando su se stesso, colpì i genitali dell’altro. Ambedue gli uomini si piegarono in avanti, dando modo al Capitano di fargli battere violentemente le teste una contro l’altra. Li tramortì abbastanza da poter correre in soccorso di Emma. La Principessa non era tipo da farsi mettere le mani addosso. Ruotata a pancia in sotto e posta a quattro zampe dal suo assalitore, con uno slancio della gamba destra all’indietro, lo colpì, con tutta la sua forza, alle parti basse che il tizio stava cercando di denudarsi. Ronald come i suoi compagni si piegò in due per il dolore.

 – Aaargh! Maledetta sgualdrina, questa me la paghi!

Cercò di riprendere la pistola, ma Emma velocissima, con un calcio la allontanò e con un colpo di gamba a falce lo colpì alla testa. Killian afferrò Ronald e con la mano di legno gli diede un sinistro che lo fece stramazzare. Gli altri due uomini intanto si stavano rialzando, non trovando le pistole, che Killian aveva calciato via, sguainarono la spada. Emma estrasse da terra le due spade

– Prendi Killian!

Con riflessi felini, Killian ruotò il busto e prese al volo la spada lanciata da Emma. Combatterono affiancati e spalla a spalla. Killian colpì a taglio la gola del tizio più alto, questi lasciò la spada per portarsi la mano alla gola, da cui il sangue usciva a fiotti, cadde da prima in ginocchio e poi a faccia in avanti. Ronald si stava rialzando intanto e, mentre Killian si era voltato verso Emma e l’altro uomo, prese la spada del suo complice. Emma vide il pericolo alle spalle del Capitano e lo avvisò, appena in tempo per far sì che egli parasse il colpo a tradimento che Ronald gli avrebbe inferto. Emma trafisse allo stomaco l’uomo impegnato a combattere con lei. L’urlo dell’uomo fu lacerante. L’acido, fuoriuscito dallo stomaco, stava iniziando a corrodergli l’intestino, in una ventina di minuti sarebbe morto dolorosamente. Disarmato e ferito cercò la fuga tra gli alberi, ma poco dopo si sentì il suo tonfo. Ronald era uno spadaccino abbastanza abile, Killian sospettò che fosse in realtà un militare inserito in incognito tra le cellule Giacobite. Mentre combattevano Killian ironizzava:

 – Per essere uno che ha giurato fedeltà a Giacomo, la stiamo vedendo bene la tua fedeltà!

 – Al diavolo Giacomo Stuart, lunga vita a Guglielmo III.

La prova finale Killian l’aveva ottenuta, non mandò oltre il combattimento e trafisse al cuore l’uomo

– Questo per le tue intenzioni con Emma, maiale e per il tuo tradimento.

Con l’aiuto di Emma, Killian ricompose insieme i tre cadaveri. Non avrebbero più pernottato in quel punto, ovviamente. Liberarono i cavalli dei tre, dalle selle e dalle briglie. Dandogli una pacca sui glutei furono lasciati liberi, poi radunarono le loro cose, decisero che avrebbero costeggiato il fiume, si rimisero a cavallo e lasciarono quel posto, dove i tre infiltrati dello spionaggio inglese erano stati abbattuti.   

 

La stanchezza che avrebbero dovuto avvertire era stata rimpiazzata dall’allerta dell’adrenalina. Dopo un’altra ora di viaggio, fu Emma a suggerire di riposare fino alle prime luci dell’alba. La giornata era stata intensa e piena di pericoli, avevano bisogno entrambe di rilassarsi.

La coperta di lana fu nuovamente distesa a terra tra le siepi, in riva al fiume.

– Love, ti ricordi dove eravamo rimasti?

– Si amore mio, lo ricordo benissimo, era il punto in cui il gioco doveva passare a me!

– Come la Signora desidera!

 

La notte era calata e sorse uno spicchio di luna che, se pur non luminosa come quando era piena, bastò a illuminare i loro corpi nudi, che finalmente avevano trovato il tempo e lo spazio per amarsi.

 

 

Angolo dell’autrice

Ecco conclusa la missione tra i Giacobiti! Spero che l’abbiate trovata un minimo interessante, la parte storica corrisponde alla realtà. Abbiamo avuto l’intercalare di varie situazioni e personaggi, con aspetti introspettivi di alcuni di loro e la semina di alcuni indizi. Emma ancora deve compiere una seconda parte della missione … vedremo.

Intanto siamo anche arrivati al tanto atteso 6 Marzo e alla 100a puntata. Non so cosa hanno inventato gli autori, a parte quanto si è visto nell’ anteprima. Per i lettori che non hanno avuto occasione di leggerla, vi informo che nella mia partecipazione a 4 Giorni d’arte con i CaptainSwan, la scorsa domenica ho postato il III capitolo, intitolato Resurrection, dove immagino a mio modo il ritrovamento e salvataggio di Killian. Se vi fa piacere e se avete tempo, lasciatemi un commento sul confronto tra la mia OS e la nuova puntata, sono interessata a sapere quale delle due, per trama, lascia sensazioni più positive. Per il resto grazie mille a chi legge e a chi recensisce, ho trovato delle deliziose amiche di penna. Buona visione della 100a e una buona settimana a tutti.

Vostra Lara

   
 
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