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Autore: Onyxandopal    07/03/2016    0 recensioni
Tre ragazzi. Tre adolescenti normali, almeno in apparenza. Tra due di loro non scorre buon sangue. Ma la vita ti costringe a mettere da parte certi sentimenti. Ti costringe a mettere da parte qualsiasi cosa sia d'intralcio allo scopo finale. Luke, Kresley e Michael impareranno questa lezione. E la impareranno nel peggiore dei modi, compiendo scelte che cambieranno radicalmente le loro vite.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Le cose erano andate avanti nello stesso modo per giorni, forse settimane. Dopo quella volta, non mi avevano più fatto vedere Michael. Ero certa però che ci saremmo rivisti, prima o poi. Ero certa che loro sperassero di ottenere qualcosa facendoci incontrare. Ogni volta che mi portavano in quella stanza per torture stringevo i denti e cercavo di resistere. Non potevo permettermi che Michael soffrisse per la mia debolezza. Inoltre volevo dimostrare a me stessa e a Lilith che potevo essere all'altezza del dolore, che potevo superare anche quello. E più avessi resistito, più sarebbe stato semplice diventare immune a quel fuoco che mi tormentava.
Ero nella mia cella e sentii che qualcuno veniva trascinato per il corridoio, ma che si stava dimenando. Lui o lei che fosse, non voleva essere lì, o voleva cercare qualcuno. Mi chiesi che aspetto avesse, il suono dei suoi passi mi sembrava già sentito. Che conoscessi un altro dominatore senza saperlo? Che fosse uno degli "ospiti" che veniva portato da qualche parte di davvero spiacevole? Spinta dalla curiosità e da una strana angoscia mi alzai e andai a spiare il corridoio dalla piccola finestrella della mia 'stanza'. Riconobbi quella statura, quel fisico e quel modo di camminare. Riconobbi i gemiti di disapprovazione provenienti da quelle labbra rosee che avevo visto tante volte, che tante volte mi avevano baciata sulla guancia o sulla fronte nei miei momenti post incubo. Quel ciuffo all'insù, biondo come l'oro, quel piercing immancabile al labbro, la t-shirt nera con la stampa dei Nirvana, i jeans che sembravano una seconda pelle a fasciargli le gambe. Avevano preso Luke. Il mondo mi crollò addosso. Urlai il suo nome battendo contro la porta, mentre l'essenza del fuoco mi bruciava le mani. Lui si voltò e i nostri occhi azzurri si incontrarono. Lessi tante emozioni in quegli occhi stanchi, gli stessi occhi che aveva avuto per settimane dopo la scomparsa di papà. Aveva pianto, tanto. Tantissimo. Le sue iridi azzurrissime erano più scure e vacquee, contornate di venature rosse e dall'aspetto gonfie. Scattò nella mia direzione e per pochi secondi mi si avvicinò.
-Va tutto bene Kres. Va tutto bene.- Ma che non gli credessi poco importava perché dentro di me ruggiva la rabbia seguita dalla tristezza, scortata dalla delusione.
-Ti sei fatto prendere? Perché?- Urlai, ma oramai era distante nel corridoio e il suo passo altezzoso e sicuro di sé svoltò l'angolo, sparendo dalla mia visuale. Mi accasciai a terra mettendomi le mani nei capelli. Mi raggomitolai sul pavimento, mentre le lacrime scorrevano lungo il mio viso. Un vuoto enorme mi pervase al petto, successivamente riempito da una paura atroce di perdere l'unico ragazzo della mia vita, il mio amato fratello. Non contava quante volte gli avessi urlato contro che lo detestavo, che avrei preferito non vederlo mai più o simili. Non lo avevo mai pensato, era il mio sfogo per tutte le volte che lui aveva allontanato gli altri da me e per tutte le volte che aveva deciso al posto mio.
In quel momento invece, volevo solo tornare a quando lo prendevo a pugni piangendo furiosa, solo per poterlo abbracciare e dirgli che era il fratello migliore del mondo anche se era una testa di cazzo. Faceva male, ma un male fisico. Mi doleva all'altezza del petto e mi mancava il respiro, la paura mi stava schiacciando i polmoni senza preoccuparsi della mia necessità di respirare. Mi chiesi se anche Michael sentisse quel vuoto dentro. Mi risposi che no, lui non lo sentiva. Odiava Luke e lo avrebbe sempre fatto. Non importava cosa sentissi io. Mi alzai e mi andai a sdraiare sul letto, stanca come mai prima di allora. Ripensai a tutti i pomeriggi passati ad ascoltare Luke suonare la chitarra e cantare, le volte in cui stavo male e lui si prendeva cura di me. Quando a sette anni mi spingeva sull"altalena nel giardino dei nonni dicendo che lui non voleva salirci, perchè lui era grande. Oppure quella volta che avevo freddo mentre eravamo al parco e lui mi aveva dato la sua felpa delle tartarughe ninja. Mi misi a ridere ripensando che a tredici anni lo chiamavo nanetto e a sedici lui mi torreggiava. Pensai ai suoi occhi, al suo sorriso e alle sue smorfie. Quel sorriso che riusciva a tirarmi su il morale sempre, quelle smorfie che mi facevano scoppiare a ridere nei momenti peggiori. Tutte le volte che irrompeva in camera mia e mi distraeva dai compiti, per poi dover stare sveglia fino alle tre per aiutarlo con i suoi, anche se lui era un anno avanti.
Mi alzai e andai verso l'armadio, prendendo la camicia di Luke tra le mani. La strinsi e la portai al viso, ma del suo profumo non vi era traccia. Sospirai e la rimisi a posto con cura. Mi stavo disperando come se fosse già morto, ma in fondo lui era vivo ed eravamo insieme. Mi asciugai le lacrime e pensai che per tutta la vita lui si era sacrificato per me, che aveva resistito nei momenti peggiori solo per me. Allora decisi che avrei resistito anche io. Veronika interruppe i miei pensieri.
-Puoi vedere Michael-Mormorò. La guardai per qualche secondo.
-Luke non puoi vederlo- Rispose prima che potessi domandarglielo. Sbuffai e mi sfregai il viso con una mano, per poi seguirla. Il tragitto mi parve diverso, ma quei corridoi erano tutti molto simili e sembrava di stare in un labirinto. Mi portò in una stanza e rimasi sorpresa che non ci fossero divisioni.
-Che diavolo?-biascicai guardandomi intorni.
-Lilith crede che voi collaborerete dopo questo-. Risi. Risi per l'assurdità di quello che aveva detto. Veronika mi lasciò sola e io mi misi a tamburellare le dita della mano destra sul braccio sinistro. La porta di aprì nuovamente e ne entrò Michael. Era... era davvero bello vederlo di nuovo. Gli andai incontro lentamente, con la paura che sparisse come una nuvola di fumo.
-Ciao- Mormorò e io ricambiai. Allargò le braccia e mi sentii in dovere di abbracciarlo. Quando le sue braccia di strinsero intorno a me, alcuni pezzi tornarono insieme.
-Tuo padre è vivo, piccola- mormorò accarezzandomi i capelli.
-Davvero?- chiesi, cercando di non farmi illusioni. Lui mi sorrise.
-Certo. Non ti mentirei su una cosa del genere-Mi strinse di nuovo a se, associai il suo profumo alla parola casa. Sospirai e le lacrime mi riempirono gli occhi.
-Hanno preso Luke- Dissi a bassa voce, perché faceva paura dirlo con un tono più alto.
-Ecco cos'era quel vuoto che sentivo prima- Lo guardai e i suoi occhi verdi brillarono.
-Hai pianto- Sussurrò accarezzandomi una guancia col pollice.
-Sai com'è, so esattamente quello che faranno a Luke e non mi piace affatto.- lui sorrise.
-Ce ne andremo di qui. Promesso. Non so come o quando, ma vi porto via di qui.-. Vi. Aveva detto vi. Lo osservai e notai dei lividi sulle braccia e sotto l"occhio c'era un graffio.
-Ma che hai fatto?-Domandai sfiorando la scia rosata sotto le ciglia castane chiare.
-Ho cercato di reagire alle torture. Non mi fa male- sorrise. Quel sorriso ebbe un certo effetto in me, per la prima volta da quando ero lì, credetti davvero che ne saremmo usciti indenni. Mi accorsi solo in quel momento che io ero troppo vicina a Mike e che avevo promesso a Luke di stargli il più possibile alla larga. Mi staccai e guardai in giro. Quel posto era l'apatia fatta di cemento.
-Sai che ce la faremo, vero?- Domandò cercando la mia mano.
-Certo. Ce la faremo. Lo dobbiamo a tante persone- Ancora una volta avevo messo il bene altrui davanti al mio. I buoni propositi però non sarebbero bastati a salvarci da tutta quella merda.
Mi venne in mente una cosa. Guardai il bracciale di Michael e mi concentrai su esso. Lo toccai e mi impegnai per sentire l'essenza dell'acqua. Chiusi gli occhi ed immaginai le pareti interne del bracciale rompersi sotto la pressione del mio potere. Il materiale che circondava il polso di Michael prese a vibrare e a diventare caldo. Forse avrebbe potuto essere il modo per scappare. Guardai Michael e il suo sguardo bruciava su di me, mentre le sue iridi cristalline mi studiavano. Poggiò la mano sul mio bracciale e la stessa reazione che avevo ottenuto io la ebbe lui, solo che amplificata poiché agiva su un essenza pura e non mescolata come avevo fatto io. Mi misi a piangere di felicità. Lui sorrise e mi asciugò le lacrime con le dita.
-Sei un genio Kres-Mi diede un bacio sulla fronte. Per poco non mi misi a saltare per la gioia. Ora avevamo una chance di andarcene da lì. Mi portai le mani davanti alla bocca, seguendo la riga del naso con le dita. Mi sfuggì un gridolino e gettai le braccia al collo di Michael che mi sollevò e mi fece fare un giro. Poi ci staccammo e all'unisono esclamammo.
-Ok, non esageriamo-. Scoppiai a ridere e mi sentii quasi sollevata. Non credevo che l'idea per fuggire sarebbe venuta a me. I nostri minuti insieme stavano per scadere cosi mi affrettai a parlare.
-se vedi papà, digli che lo amo-.
   
 
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