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Autore: Onyxandopal    20/03/2016    1 recensioni
Tre ragazzi. Tre adolescenti normali, almeno in apparenza. Tra due di loro non scorre buon sangue. Ma la vita ti costringe a mettere da parte certi sentimenti. Ti costringe a mettere da parte qualsiasi cosa sia d'intralcio allo scopo finale. Luke, Kresley e Michael impareranno questa lezione. E la impareranno nel peggiore dei modi, compiendo scelte che cambieranno radicalmente le loro vite.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella mattina percepivo una strana elettricità nell'aria, una frenesia atipica in quel luogo solitamente calmo e rigoroso. Non poteva essere nulla di buono. Mentre facevo stretching nella mia cella per rilassare i muscoli tesi, sentii nel corridoio guardie correre a destra e manca, come se fosse in programma qualcosa di davvero importante. Qualcosa mi diceva che se era importante per loro, non poteva essere buono per noi. Se però fossi riuscita a rintracciare mio fratello e Mike in tutto quel trambusto, avremmo potuto scappare. Non sapevo dove saremmo andati una volta usciti dal palazzo, o quanto tempo avremmo avuto per farlo, ma ci avrei provato.
Mentre ragionavo sul piano migliore per fuggire, Veronika entrò trafelata nella stanza chiedendomi di uscire. Non avevo mai visto quell'espressione sul suo volto, ciò mi fece presagire che ad aspettarmi ci fossero solo guai. Lei non era come loro, era dalla nostra parte e voleva mettere fine a tutto quello. Mi intimò di non fare domande, ma trattenersi fu difficile quando sei guardie mi scortarono nella sala del trono. L'oscurità e il colore di quella stanza incutevano una profonda angoscia sulla sottoscritta, nonostante il soffitto fosse altissimo mi sentivo schiacciata da una profondità indefinita. Poteva darsi che fosse solo un illusione ottica, ma appena vi misi piede mi accorsi che tutto il mio timore era giustificato. Potei appurare che avevano cambiato l'illuminazione della stanza e quelle luci leggermente più forti non facevano altro che rendere maggiormente lugubre il luogo. Mi venne la pelle d'oca e cercai conforto nello sguardo di Veronika, che però guardava davanti a se, ignorandomi volutamente. Mi dissero che presto avrei saputo il motivo di quella riunione, ma dentro di me speravo di non dover apprendere cattive notizie così presto. Cercando di calmarmi cantai mentalmente una delle canzoni che ascoltavo da Luke, quando gli rubavo l'iPod o quando lo spiavo mentre suonava. Pensare al suo sorriso dolce e rassicurante mi fece calmare un po', ma non abbastanza da evitare che il mio cuore martellasse nel petto. Più scorrevano i secondi, maggiore era la mia inquietudine. Sistematicamente portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi mordicchiare le unghie della mano destra. Odiavo farlo, ma quando ero davvero nervosa mi capitava. Con la coda dell'occhio spiavo Veronika, ogni tanto la beccavo a guardare nella mia direzione.
-Mi hanno affidato anche tuo fratello-Mormorò dopo un po'. Sgranai gli occhi.
-Come sta?-Domandai.
-Come te e chiunque altro qui dentro. In gabbia-. La sua risposta non portava con sé cattiveria, ma una triste constatazione della realtà. Chiusi gli occhi, cercando di visualizzare un Luke sereno, magari con in mano la chitarra o un joystick davanti all'ultima versione di fifa. Sorrisi al ricordo di me e lui che ballavamo con just dance, ridendo e scherzando, prendendoci in giro su chi ballasse peggio. Ovviamente, aveva il senso del ritmo e mi era difficile batterlo. Io ero sempre stata più il tipo da carta e penna, scarabocchi di disegni e piccole frasi, a volte anche storie brevi di una o due facciate. Non che fossi poi molto brava, ma il disegno mi rilassava ed era la mia droga personale. In qualche cassetto a casa c'erano tutti i miei tentativi di disegnare un soggetto. Il più delle volte li pasticciavo perché non mi piaceva il risultato, oppure nascondendolo in fretta e furia da mamma o Luke finivo con il rovinarlo. Insomma ancora dovevo trovare la mia strada. Mi piacevano dieci mila cose, ma non ne amavo nessuna. Ero certa che se fossi uscita di lì viva, avrei dedicato la mia vita ad addestrare i dominatori, aiutarli ad avere il pieno controllo sui propri poteri intervenendo per tempo, possibilità che mi era stata tolta facendo si che dovessi imparare tutto in un tempo brevissimo.

Luke's pov

Vedere gli occhi di mia sorella così carichi di lacrime e così distrutti mi aveva devastato. Faceva male vedere la propria principessa stare malissimo per causa tua, ti feriva come nient'altro. Forse la sua delusione e il suo dolore erano peggio di stare chiusi in una cella, con un bracciale troppo stretto che ti impediva di usare i tuoi poteri. Erano ormai sei giorni che ero chiuso li, per qualche strano motivo non volevano che io vedessi altri dominatori. Probabilmente, non volevano che vedessi Michael. Il che non era un problema, dato che lo detestavo con tutto me stesso e anche di più. Non era stato capace di difendere mia sorella, aveva permesso che la portassero via e venisse condotta qui per essere torturata. Lei non era pronta a combattere, non avrebbe mai potuto fronteggiare Hood e Irwin. Odiavo anche me stesso,per non essere l'Alpha e per averla ascoltata lasciandola sola con Michael, nonostante lui l'avesse ferita cercando di colpire me. Strinsi i pugni. Non dovevo colpevolizzare solo quel demente di Clifford, ma anche me stesso. Era anche colpa mia. Se fossi rimasto a casa, se non avessi lasciato sola Kresley, ora magari non saremmo qui. Magari saremmo riusciti a scappare un altra volta e avremmo potuto organizzarci meglio, magari aiutando Kresley a migliorarsi. Un conto era che si disputasse con Michael, che bene o male era stato clemente, un conto era farla combattere contro due bastardi creati per rapire, torturare ed uccidere i dominatori. Magari non avrebbe fatto la differenza che io ci fossi o meno, ma almeno lei non avrebbe affrontato tutto quello schifo con accanto un estraneo e non me. Non era facile sopportare il peso dell' accaduto. Come se non bastasse ad occuparsi di me, ovvero portandomi in giro per la struttura e accompagnarmi nei miei spostamenti, c'era la sorella di Irwin. Quella ragazza mi dava parecchio sui nervi, a prescindere che fosse una Irwin. Quando entrò nella stanza la ignorai bellamente, concentrandomi sul muro palesemente bianco diventato subito interessante.
- non capisco per quale motivo tu sia ostile. Tua sorella è il contrario, interagisce con me-Ridacchiai.
-Hai provato ad avere un fucile puntato alla tempia ed essere amichevole?-Domandai irritato.
-No, ma io non ti ho fatto nulla. Anzi, volevo aiutarti a vedere tua sorella. Ma loro sanno come ti comporti, lo vedono. Lilith e i suoi fratelli ti separeranno da Kresley-. Mi alzai e la guardai con tutto l'odio di questo mondo.
-Credi davvero che li lascerei fare?Credi così tanto nelle capacità di quei tre idioti e in quelle dei loro tirapiedi da quattro soldi?-Se pensava che avrei permesso che mi toglierssero Kresley si sbagliavano di grosso. Se le avessero torto un capello, avrei fatto in modo che si estinguessero gli Oscuri e la loro corte da due soldi. Nessuno poteva permettersi di ferire la mia sorellina, anche se Michael lo aveva fatto. Covavo dentro molta rabbia per quella storia, qualcosa che se si fosse scatenato, avrebbe mietuto molte vittime.
-Tu mi odi a prescindere-Mormorò la ragazza, sistemandosi i lunghi capelli castano chiaro su una spalla.
-Dovresti anche starmi simpatica? Tu e quella sottospecie di marionetta di tuo fratello mi fate schifo. Così come mi fa schifo ogni mattone che tiene in piedi questa merda di posto. Tuo fratello si è preso la persona più cara che avessi, come dovrei sentirmi?Dovrei anche trattarti bene? Scusami, ma sei davvero stupida. Ti reputavo più furba, ma mi sbagliavo palesemente!-Non avevo mai sfogato tanta riluttanza verso qualcuno. Considerando che non la conoscevo e le affibbiavo le colpe del fratello, ero spregevole. Ma la prigionia ti cambia e non parlo della mia. Sapere che mia sorella probabilmente era costretta a fare cose che odiava e di cui aveva gli incubi la notte, mi stava devastando.
-Io non sono come loro! Mi fa schifo tutto questo. Mi fa schifo vedere come il mio amato fratello sia cambiato, soggiogato dal potere. Mi fa schifo dover assistere persone che lui reclude solo per stargli accanto. Se mi ribellassi, mi ucciderebbero. O ucciderebbero lui. E non posso perderlo, esattamente come tu non puoi perdere tua sorella. Non sei l'unico a dover proteggere qualcuno che ama!sai che c'è Hemmings?Se tu non fossi il fratello di Kresley, ti farei soffrire come mai prima d'ora. Dovresti smetterla di sentirti la vittima della situazione, non hai visto cosa fanno a Kressy e Michael pur di ottenere la loro resa. Non credere che giochino a poker, sappi che ti meriteresti il triplo della loro sofferenza per le tue stupide accuse!-La rabbia della ragazza mi colpì come uno schiaffo e i suoi occhi bruciavano di orrore mentre mi guardava. Osservandola bene potei notare quanto si diversificasse da Ashton. I suoi occhi non erano appannati, erano brillanti. Il suo sguardo vedeva le cose come erano davvero e non come Lilith voleva che le vedesse. Stava stringendo i pugni lungo i fianchi, le nocche bianche per la tensione e i capelli le erano ricaduti dietro le spalle quando mi aveva puntato un dito contro. Distolsi lo sguardo.
-Credo proprio che tua sorella sia cieca. Dovevi sentire con quanto amore ti descriveva fantastico. Dolce, simpatico, premuroso e intelligente. Non so di quale Luke Hemmings parlasse, ma di sicuro non sei tu.-Il dispiacere e la delusione nella sua voce mi ferirono, poiché sarebbero state esattamente le emozioni di Kresley se avesse scoperto cosa ero diventato.
-Fammi vedere mia sorella. Te ne prego. Dimostrami che mi sbaglio e ti chiederò scusa. Mi rimangerò ciò che ho detto.-La vidi scuotere la testa come se fosse esasperata.
-Non basta chiedere Lucas. Non è così facile.-. Lasciò la mia cella mormorando qualcosa che non riuscii a sentire.

Era davvero bella, peccato che fosse una lurida Irwin. Mi chiesi se mia sorella stesse sbagliando a fidarsi di lei o se fossi io ad errare. Mi fidavo del giudizio di Kres, ma era facile cadere nelle trappole se non avevi nessuno accanto a darti man forte. Sperai davvero che mia sorella avesse ragione.

Michael's pov

Ogni ora che passava le preoccupazioni crescevano. Le cose erano messe davvero male se avevano catturato anche Luke. Pensai a come dovesse sentirsi Kresley. Stava certamente attraversando l'inferno. Esattamente come lo avevo passato io anni prima. Avrei voluto stringerla tra le mie braccia, dirle che tutto sarebbe andato per il verso giusto e l'avrei portata fuori di qui. Purtroppo non potevo, non sarebbe comunque servito a nulla. Lei rischiava di perdere l'unica persona che amasse sulla faccia della terra, l'unico che era sempre stato dalla sua parte e che l'aveva difesa a spada tratta da ogni problema e pericolo. Per quanto odiassi Luke, non sarebbe stato giusto se lui fosse morto. Ne per lui ne per Kresley. Ogni volta che il suo nome faceva capolino nella mia mente, il mio cuore faceva una capriola. Sperai vivamente che lei non se ne rendesse conto, sarebbe stato imbarazzante. Anche se non conoscevo il motivo di tanto disagio, era opprimente. Sospirai e il mio sguardo cadde sul braccialetto della reclusione. Aveva tremato e si era scaldato quando Kres aveva provato a forzarlo dominando l'essenza dell'acqua. Se davvero fosse stato quello il modo per scappare, perché nessuno si era mai organizzato prima? Sembrava troppo facile, troppo a portata di mano. Entrò nella stanza la mia solita guardia e mi disse che avevo un colloquio con i Tre, alias quei bastardi di Lilith e fratelli.

Kresley's pov

Nella sala del trono fecero il loro ingresso Luke e Michael, entrambi debitamente scortati. Il mio sguardo vaccillò tra l'uno e l'altro. Le condizioni di Luke erano pessime, smagrito, stanco, sicuramente succube di una tortura che non meritava. Guardai bene Michael. Lui non era molto diverso dall'ultima volta che lo avevo visto, ma era comunque in condizioni non proprio perfette. Ci stavano lentamente distruggendo e per quanto cercassi di resistere, non sarei durata ancora a lungo. Lilith e i suoi fratelli fecero il loro ingresso nella sala, abbigliati di nero e tremendamente sicuri di loro stessi. C'era una grande tenda rosso sangue a coprire parte di una parete e mi chiesi cosa ci stesse dietro.
- Buon giorno, cari miei. Che onore trovarsi i due Alpha e l'ultimo discendente maschio degli Hemmings davanti. Vi chiedere per quale motivo vi abbiamo convocati- Esordì Matthew. Lo guardai in cagnesco, mentre le due guardie posizionavano Michael e Luke accanto a me. Guardai mio fratello e lui sorrise, un sorriso stanco e vuoto, che era solo una smorfia del momento. Non era un vero sorriso, di quelli che mi facevano sentire a casa, di quelli che in mezzo ai bombardamenti mi avrebbero fatto sentire al sicuro. Ricambiai a mala pena, per poi girarmi verso Lilith che aveva cominciato a parlare. Fece cadere la tenda e vidi mio padre. Braccia e gambe incatenate contro il muro, la testa china. Alzò lo sguardo e vidi le lacrime solcargli il viso.
-Papà- urlai, cercadno di liberarmi dalla presa delle guardie su di me. Erano troppo forti e lessi il terrore negli occhi celesti di mio padre.
- Bene bene bene... vedo che il nostro jolly ti stimola a reagire piccola Kres- Sembrava che stesse assaporando quelle parole, specie il mio nome.
- Non nominarla bastardo, non chiamarla piccola- Ringhiò Michael e Luke fece una faccia sorpresa guardando Mikey.
- Che ne dite di uno scambio?-Propose il fratello di Matthew di cui non ricordavo il nome.
- Quale?- Domandò Luke sulle spine, nervoso e pronto a scattare come un gatto.
- Noi risparmiamo la misera vita di vostro padre e voi ci date ciò che ci spetta-Spiegò tranquillamente Lilith.
- Ok- Disse velocemente Michael. Non credevo che si sarebbe arreso così facilmente. Guardai Luke, poi guardai Lilith.
- Non credo ti riguardi, Mikey- I miei nervi scattarono, senza nemmeno sapere per quale strana ragione.
-Tu, lurida baldracca. Ci tieni chiusi qui come topi da laboratorio, ci torturi, ci ricatti mettendo in mezzo persone innocenti e osi anche chiamarci con i nostri soprannomi?Non ti permettere razza di stronza. Levami questo bracciale e ti faccio vedere io Mikey, Kres e Lukey. Se hai il coraggio, affrontami ad armi pari.- Sibilai guardandola con odio.
- Ah ah, Kressy cara, non si parla così alla padrona di casa. Dammi il potere che ti chiedo e riavrai la tua insulsa libertà e quel buono a nulla di tuo padre- Rise. Immaginai diverse volte di staccarle il collo o il cuore dal petto, ma la voce di mio padre fermò i miei pensieri.
-Kresley, Lucas, sappiate che vi amo da morire, così come amo vostra madre. Ma è proprio per questo che devo sacrificarmi. Non arrendetevi mai, fate che il mio sacrificio vi porti alla gloria e non alla sconfitta. Vi amerò per sempre figli miei.- Detto ciò, si rivolse ai Tre.
-Uccidetemi, non mi importa. Ma lasciate in pace i miei figli-Poi guardò Michael
-Michael, prenditi cura della mia bambina, a tuo tempo- Quella strana affermazione mi fece scattare con lo sguardo verso Michael.
-A costo della vita- Disse semplicemente l'Alpha del fuoco. Lilith rise.
- Beh, a questo punto... dite addio al caro Andrew- E un colpo nero partì dalla sua mano, andando a colpire in pieno petto mio padre. Il suo cuore collassò, mentre la vita abbandonava il suo corpo. Dentro di me esplose una microbomba.
-Giuro che ti ammazzo.-Urlai scattando verso Lilith, ma venni fermata da una guardia. Dietro la donna più stronza dell'universo, il fantasma di mio padre fece cenno di no e disse ricorda Kres, sangue chiama sangue. 
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Eccomi di nuovo qui! Mi scuso per gli errori che ci saranno, tipo ì al posto di ii alla prima persona, ma sono capitoli che ho sul pc dai tempi della pietra e non ho il tempo materiale per correggerli adesso, ma ci tenevo ad aggiornare. 
Bye, see u next time

   
 
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