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Autore: Fajander    07/03/2016    2 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Luogo:astronave "fantasma", orbita del pianeta Giove

Epoca: mentre Freezer discute con i namecciani sulla Terra

«Astronave imperiale, qui parla il pilota di un'astronave con i motori di spinta in avaria. Attualmente ci troviamo nei pressi del pianeta Urano. Abbiamo rilevato la vostra posizione e ci siamo diretti in questo sistema solare in cerca di aiuto, mi ricevete? Passo.» disse Orhat, scandendo bene le parole avvicinando il proprio becco al microfono della sala comunicazioni. Ovviamente era tutta una farsa per cercare di ottenere quante più informazioni possibili circa la navicella terrestre che aveva da poco lasciato il pianeta.
L'ipotesi che la maggior parte dell'equipaggio pensava fosse più probabile era che al suo interno vi fosse qualcuno che stesse fuggendo da Freezer. Dopo qualche minuto di attesa, finalmente l'addetto alle comunicazioni dell'altro veicolo rispose:«Qui Astronave imperiale, al momento stiamo svolgendo un'importante missione per ordine diretto di Lord Freezer. Atterrate in uno dei pianeti qui vicino e contattate un qualunque mezzo nei pressi del sistema solare. Passo.». Tuttavia, Orhat aveva ricevuto ordini ben precisi dal suo capitano per cui non si arrese: «Abbiamo rilevato un veicolo di dimensioni minori proveniente dal pianeta Terra, ci mettiamo immediatamente in comunicazione con il suo pilota, forse lui potrà aiutarci. Passo e chiudo.» concluse, sapendo benissimo che così facendo sarebbe stato sicuramente ricontattato, e con un po' di fortuna quel tizio gli avrebbe indirettamente detto ciò che voleva sapere.
Il fato fu dalla sua e l'addetto rispose frettolosamente per impedire complicazioni alla missione. «Non contattate assolutamente la navicella terrestre! Ripeto: non interferite con la nostra missione o verrete intercettati e distrutti. All'interno del veicolo vi è un fuggitivo nonchè nemico di Lord Freezer. Non interferite. Passo e chiudo» e detto questo il soldato di Freezer chiuse il canale di comunicazione definitivamente, sperando che quanto detto fosse bastato ad allontanare quegli scocciatori.
Nel frattempo Orhat sorrise, o meglio piegò ai lati il becco in quel che assomigliava vagamente a un sorriso. Pochi minuti più tardi il capitano fu informato della situazione e così chiese il permesso al suo superiore, la donna dai capelli argentati, di allontanarsi da quel luogo per tornare alla base. «Assolutamente negativo, capitano.» rispose seccamente la donna. «Se in quella navicella vi è un nemico di Freezer dobbiamo recuperarlo, potrebbe essere un potente alleato, o dirci quantomeno cosa diavolo ci faccia su un pianeta così lontano dal suo impero.». Detto questo, il capitano annuì e si allontanò lentamente, crucciato, con le mani dietro la schiena.
La sua carriera era stata abbastanza lunga, aveva lavorato per circa 60 anni e ora si avvicinava l'ora di andare in pensione.
Tuttavia, se c'era una cosa di cui era andato sempre fiero era che era stato sempre lui ad avere l'ultima parola all'interno della sua nave, non per questo era capitano. Era come se qualcuno si fosse stabilito a casa sua e pretendesse di dargli degli ordini, incredibile! La presenza di quella donna tanto superiore a lui nell'ultima missione della sua vita lo faceva sentire un semplice soldatino alle prime armi, come se la sua autorità non contasse più come un tempo. Ma l'intervento di quella ambigua figura era stato voluto dal loro superiore, e quindi doveva limitarsi ad accettare quella situazione, sperando che la missione finisse presto.
Quando quest'ultimo lasciò la stanza privata della donna, questa si passò la mano destra sui suoi capelli, che vorticavano su sè stessi, di un argento puro, mentre con l'altra mano iniziava a togliersi le vesti con delicatezza, rimanendo completamente nuda. "Devo assolutamente cercare di sfruttare questa mia carta come meglio posso. Non devo fallire. Potrebbe essere la svolta a mio favore che tanto aspettavo. Ma come fare? Ora come ora, ci sono troppi interrogativi per risolvere il problema.
Sarà meglio che mi rilassi, si vedrà quando vedrò questo fantomatico fuggitivo terrestre. Sicuramente deve essere forte per essere sfuggito a Freezer, ma non a sufficienza da sconfiggerlo, altrimenti non sarebbe scappato..." pensava la donna, che con gli occhi socchiusi alzò prima un piede e poi l'altro per liberarsi dai vestiti caduti per terra. Fece qualche passo e si mise davanti a uno specchio, pensierosa, come se la sua copia riflessa potesse darle un qualche tipo di risposta.
Aveva gli occhi di un castano tendente al dorato, che spiccavano insieme ai capelli in quell'ambiente scuro e cupo. Il viso aveva dei lineamenti molto delicati, le labbra sottili, violacee e le orecchie a punta, adornate con degli orecchini d'oro ciondolanti che richiamavano il colore dei suoi occhi. Il corpo era perfettamente in forma, tonico e snello, bello come quello di una modella, con le curve al punto giusto, ma prestante come quello di un'atleta olimpionica, la combinazione perfetta per un leader carismatico e forte.
Fissato per qualche secondo il suo riflesso, Meyra si diresse verso la vasca per farsi un bagno caldo, che forse le avrebbe schiarito le idee. Contemporaneamente il capitano aveva autorizzato il passaggio dalla modalità "fantasma" alla modalità "tartaruga", che consisteva nel contrapporsi tra l'astronave imperiale e quella terrestre per proteggere quest'ultima dagli attacchi dell'altra per poi recuperarla subito dopo. Una parte dell'astronave di Meyra si staccò, per diventare una navicella secondaria più piccola e quindi più veloce, in modo tale da raggiungere tempestivamente la propria meta.
Essa era costituita da una lega metallica formata dai metalli più resistenti e leggeri della galassia. Quando i cannoni laser dell'astronave imperiale spararono per la prima volta il bersaglio non venne colpito, poichè il laser colpì un asteroide che si era frapposto fra i due. Al secondo tentativo, ricaricate le energie, la situazione fu identica, solo che stavolta era stata la navicella "tartaruga" a fare da scudo.
Essa non venne distrutta poichè i suoi scudi energetici attutirono il distruttivo raggio. «Ma che... sarà quel tizio che ci ha contattati prima? Quello con i motori in avaria? Chi diavolo è?!» esclamò un soldato dell'Impero, sbalordito. Si affrettò a ricaricare il gigantesco cannone ed eseguì così l'ennesimo attacco, che fu retto benissimo dalla lora nemica. «Signore, i danni della tartaruga ammontano al 9%, possiamo resistere per circa dieci minuti. Se l'astronave principale non si affretta a raggiungerci, dovremmo abbandonare l'operazione.» informò il soldato, rivolgendosi al capitano.
Quest'ultimo rimase impassibile e con lo sguardo fisso per terra: se aveva imparato una cosa nella sua lunga esperienza era che mantenere la calma e la mente lucida costituiva già un enorme vantaggio sul nemico.
«Sono certo che Meyra darà l'ordine molto presto, tenente. In più, essendo agganciati al veicolo terrestre, ci stiamo lentamente allontanando, mentre il nostro nemico non può muoversi poichè probabilmente Freezer si trova ancora sul pianeta.» rispose con fierezza infine.
Dopo pochi minuti, come stabilito, l'astronave madre prelevò la navicella di Gohan, così che la tartaruga potesse allontanarsi continuando però a fare da scudo.
Lasciato il sistema solare, l'equipaggio èlite, composto da cinque persone, si avventurò all'interno del veicolo appena recuperato.
Essi avevano dei livelli combattivi decisamente alti rispetto alla media, e per tale motivo venivano rispettati da tutti gli altri soldati all'interno dell'astronave.
Nel frattempo, Gohan finalmente si risvegliò, tornando nel mondo reale.
Confuso e ancora frastornato dal "recente" colpo sulla nuca di Piccolo si mise a sedere, guardandosi intorno.
Era la navicella di Vegeta, il namecciano gliene aveva parlato un attimo prima.
O forse erano passate ore? Il giovane si toccò la testa, laddove era stato colpito, massaggiandosela e facendo una smorfia di dolore.
"Dove cavolo sono? Non riesco più a sentire l'aura di nessuno, di Piccolo, di Freezer. Nessuno. Forse i miei sensi sono ancora offuscati per via dello svenimento... Devo provare a concentrarmi!" pensò speranzoso Gohan, mentre chiuse gli occhi tentando di percepire la presenza di qualcuno. Niente.
Ma dov'erano finiti tutti? Il terrestre tentò di ricordare cosa era successo un attimo prima, la discussione col suo maestro e poi quel colpo alla nuca, ma perchè lo aveva fatto? Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, si ricordò di tutto: Piccolo voleva che lasciasse il pianeta per salvarsi ma lui si era opposto con tutte le sue forze, lo aveva implorato,supplicato, poi buio totale.
Un brivido che lo fece quasi tremare attraversò la schiena del giovane, mentre realizzava che non riusciva a percepire nessuno poichè probabilmente non si trovava più sulla Terra.
Era da qualche parte nello spazio più profondo, da solo e senza la minima idea di come tornare indietro.
Già, doveva tornare sulla Terra ed aiutare il suo maestro a sconfiggere quel mostro... a meno che non fosse già troppo tardi.
Gohan scosse con foga il capo cercando di scacciare via quei pensieri tremendi, mentre si metteva in piedi e si avvicinava con timore verso gli enormi pulsanti del centro comandi, una struttura computerizzata al centro della navicella.
«Dunque, vediamo... Questo tasto dovrebbe servire a...?» disse fra sè, quando fu interrotto da un sonoro "crack" che lo fece voltare di scatto.
Lo sportello della sua navicella era stata sfondata e cinque alieni dall'aspetto in parte umanoide in parte rettiliano fecero capolino davanti a lui, scrutandolo dall'alto in basso.
Dopo qualche secondo di stupore misto a tensione generale, i soldati scoppiarono a ridere, incoraggiati dal ridicolo valore appena letto sul loro scouter: 150.
Gohan li guardava nervoso uno per uno, cercando di lasciare da parte le domande che il suo senso critico si poneva per elaborare un piano che gli garantisse la salvezza. "Chi sono questi tipi? Perchè diavolo non riesco a percepire le loro aure? Non può essere ancora colpa di quella botta... Che sappiano trattenere la loro forza? " mille interrogativi invadevano la mente del giovane, che, dandolo a vedere attraverso una chiara espressione facciale, portò uno dei cinque guerrieri a chiarire la situazione.
«Ehi, microbo, è evidente che sei abbastanza confuso. Ti trovi su un'astronave governata dalla signora Meyra, sei stato portato qui per ordine suo. Stavi per essere ucciso dall'astronave imperiale che si trovava su quel pianeta...ehm... Terra? Sì, Terra. Noi ti abbiamo salvato, pertanto da adesso sei sotto la nostra custodia» disse tutto d'un fiato l'uomo, aspettando una qualche reazione del giovane che non tardò ad arrivare.
«In vostra...custodia? In poche parole sono vostro prigioniero! Beh, non posso permettervelo. Quel mostro ha... eliminato tutti i miei amici! Devo tornare sulla Terra, il mio maestro ha bisogno di me!» tuonò Gohan, serrando i pugni e preparandosi ad un imminente scontro, cercando al contempo di trattenere le lacrime. Se era davvero loro prigioniero sicuramente non lo avrebbero lasciato andare, e anche se non conosceva la loro forza avrebbe comunque tentato.
D'altronde poteva sfruttare l'effetto sorpresa: secondo i loro scouter infatti lui aveva un livello di appena 150. Nel vedere la reazione di quel bambino il guerriero capì che non aveva per niente idea di quello che era successo pochi minuti fa. «Mi dispiace deluderti ma tu non andrai da nessuna parte. Come ho detto prima, la nostra signora Meyra devi interrogarti circa gli eventi accaduti sulla Terra. Inoltre, il pianeta è stato distrutto da Freezer pochi minuti fa e il tuo maestro sarò sicuramente morto. Tu sei l'unico superstite.» si fermò per far metabolizzare quanto detto al giovane, che lo guardò con sguardo pietrificato.
Il bambino iniziò a tremare tutto, mentre nella sua testa le parole dell'alieno rimbombavano di continuo senza mai avere fine.
Quelle parole gli avevano fatto più male di qualunque dolore fisico subito nell'arco di tutta la sua vita. Più male di quando aveva scoperto che suo padre era morto.
Mille coltelli fecero a pezzi il suo cuore, che andava in frantumi come un vaso di cristallo.
Lacrime e lacrime, ormai impossibili da trattenere, sgorgarono dai suoi occhi, inumidendo il suo volto e il pavimento circostante mentre un urlo di dolore seguito da uno straziante «Perchèèèèèèè!» ruppe il silenzio tombale presente poco prima.
Gohan pensava al suo maestro, alla sua innocente madre, ai suoi amici, agli animali, alla foresta in cui giocava spesso da piccolo, al bellissimo pianeta azzurro e infine all'artefice di tutto questo... Freezer. I suoi occhi, ripensando alla sua risata sadica, si iniettarono di sangue: sarebbe tornato indietro e lo avrebbe ucciso, lentamente e dolorosamente.
L'avrebbe pagata, e nessuno glielo avrebbe impedito. Sotto lo sguardo sbalordito dei suoi avversari, a cui nel frattempo era esploso lo scouter, il giovane si rialzò in piedi, dato che una volta appresa la notizia era caduto in ginocchio, e si lanciò con una furia animalesca verso i nemici.
Il primo a essere colpito fu colui che gli aveva riportato quel messaggio.
Una potente ginocchiata sullo stomaco e costui sputò un enorme quantitativo di sangue, piegandosi in due. I suoi compagni, ripresisi dallo shock, attaccarono l'aggressore simultaneamente con dei colpi energetici che furono deviati a uno a uno da Gohan, tranne uno che lo colpì sulla spalla.
Il Saiyan indietreggiò di qualche centimetro e percepì appena il dolore causato da quella scottatura.
Le sfere deviate colpirono varie parti del veicolo , che vibrò intensamente, perdendo l'equilibrio e cadendo su un fianco.
Gohan uscì da esso e così fecero gli altri, sotto gli sguardi preoccupati di decine e decine di soldati semplici che puntarono il loro fucile verso la minaccia.
Tuttavia i loro attacchi vennero facilmente evitati da quest'ultima, che li spazzò tutti via con un violento Masenko, lasciando al loro posto una voragine.
Un suono di allarme risuonò in tutta la zona, mentre dalle pareti squarciate dall'attacco fuoriusciva rapidamente tutta l'aria al suo interno.
Il guerriero che aveva parlato per primo al giovane ora si era totalmente ripreso dalla ginocchiata precedente, e preso dall'ira gli scagliò contro un altro attacco combinato con i suoi compagni.
Gohan unì le sue mani portandole sul fianco destro, come se vi tenesse qualcosa al suo interno.
Una Kamehameha prese forma e venne immediatamente lanciata con vigore, sovrastando nettamente l'attacco proveniente dal senso opposto.
L'esplosione fu immensa e l'enorme onda d'urto scagliò lontani tutti i presenti tranne Gohan, che se ne stava al centro del settore 3 dell'astronave, respirando affannosamente.
Il veicolo dalla grande mole era in preda a una specie di terremoto, poichè tutti i danni riportati lo stavano destabilizzando parecchio.
I cinque guerrieri giacevano a terra, tre dei quali morti. All'impatto erano sopravvissuti soltanto i due più forti, che comunque erano incapaci di continuare lo scontro a causa delle gravi ferite.
Al bambino, per loro fortuna, ormai non interessava più ucciderli dato che non erano più in grado di fermarlo.
Atterrò sul pavimento e con un braccio fece per raddrizzare il suo veicolo, quando questi improvvisamente divenne impossibile da spostare.
«Ma che...» mormorò il terrestre, guardandosi intorno con sguardo interrogativo.
«Questa pagliacciata termina adesso!» gridò con autorità Meyra, che era appena arrivata in fretta e furia.
Infatti, pochi minuti prima era stata contattata dal pilota, che gli aveva intimato di intervenire al più presto nello scontro, o sarebbero morti.
Egli, nel frattempo, avrebbe tentato un atterraggio di emergenza sul pianeta più vicino.
L'affascinante donna, avvolta da una strana aura biancastra che le teneva leggermente sollevati i capelli argentei, si avvicinò con passo aggraziato al ragazzino.
Gohan, per un attimo, si lasciò incantare da quella visione celestiale, smettendo di essere uno spietato guerriero Saiyan e ritornando parzialmente alla calma.
«Sei stato tu a causare tutto questo? Eppure sei soltanto un bambino... Ora capisco come hai fatto a sfuggire da Freezer, ma non posso lasciartelo fare. Forza, vediamo che sai fare. Fatti sotto, moccioso!» lo intimò la giovane donna, mentre la strana aura che la avvolgeva mutò colore da bianco a un vivace violaceo. Sentendosi apostrofare così, Gohan si ritrasformò nello spietato Saiyan e si lanciò contro il nuovo avversario con un balzo, ma sorprendentemente rimase fermo a mezz'aria, come bloccato, a pochi centimetri dal volto della donna, che sogghignava.
«Com'è possibile? Non posso muovermi!» disse a fatica, dato che anche la sua mascella era come paralizzata.
«Io non possiedo una grande forza fisica, sono più o meno forte come i cinque guerrieri che hai appena sconfitto. Ciò che però mi rende infinitamente superiore a tutti voi è la mia abilità psichica. Posso controllare tutto ciò che mi circonda con il pensiero, perfino la gravità!» e detto ciò, a un leggero movimento verso il basso delle dita della sua mano il corpo di Gohan venne schiacciato sul terreno, incapace di muoversi.
«Ho appena applicato sul tuo corpo una gravità superiore di decine di volte a quella artificiale presente su questa nave. Oh, a proposito. Mentre tu te ne starai qui buono io sistemo questo disastro!» disse Meyra, che con dei rapidi gesti delle sue mani tappò come meglio potè gli squarci delle pareti. Il Saiyan nel frattempo tentò di rialzarsi, ma invano.
Questa sensazione di impotenza lo fece ribollire di rabbia sempre di più, facendogli ricordare la sua incapacità di fermare il Demone del Freddo, finchè non riuscì a muoversi di qualche centimetro, strisciando, verso la sua navicella.
La donna se ne accorse e ne rimase assai stupita. «Riesci a muoverti? Stupefacente! Nessuno finora era sopravvissuto a una simile gravità, hai sicuramente del potenziale, potresti essermi utile più in là.» «Lasciami... andare! Devo raggiunge...re... Freezer! Lasciami!» «Mmm, mi dispiace... ma non posso farlo. Tu soltanto... sai cosa è andato a ...fare sulla Terra, e io...devo assolutamente saperlo...» concluse faticosamente la donna, ritrovandosi tutto a un tratto parecchio affaticata. Tornata vicino al suo giovane nemico, decise di concludere lo scontro.
«La quasi assenza di ossigeno unita all'uso dei miei poteri mi ha parecchio debilitata, questo combattimento deve finire ora. Per evitare ulteriori incidenti ti metteranno in una camera criogenica: il tuo corpo e la tua mente verranno addormentati, anche se continuerai ad invecchiare normalmente. Ti terremo in questo stato finchè non torneremo alla base, ci vorrà circa un mese. A presto.» e detto questo la donna si avvicinò al bambino,chiedendogli il suo nome. Quest'ultimo glielo disse, pur non capendone l'importanza, dopo di ciò ella diede lui l'ennesimo colpo dietro alla nuca, facendolo nuovamente svenire.
Scampato il pericolo decine di soldati circondarono il Saiyan, portandolo nella camera criogenica, come richiesto da Meyra che, stanca, tornò nella sua stanza.

   
 
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