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Autore: Laylath    07/03/2016    3 recensioni
(Legato alla serie Un anno per crescere, quindi è consigliabile aver letto l'opera principale e gli spin off).
Raccolta di one shot sui vari protagonisti di Un anno per crescere: prima, seconda e anche terza generazione che avete avuto modo di vedere solo nell'epilogo.
Saranno di vario tipo, ma fondamentalmente restano sul genere slice of life.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un anno per crescere'
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Protagonisti: Andrew Fury, Laura Hevans


Promessa di matrimonio

 
Quel piccolo angolo di mondo, 1870...1882
 
Laura osservava Andrew che, seduto sul tappeto, impilava ordinatamente le costruzioni di legno, cercando di creare una torre vagamente somigliante a quella che stava nel libro di favole aperto accanto a lui. Il suo amico era completamente assorto nella sua opera che si era quasi del tutto dimenticato di tutto quello che gli stava attorno: dagli altri giochi, ai resti della merenda sul tavolo, alla sua amica che era venuta a trascorrere un pomeriggio a casa sua.
Erano in momenti simili che la bambina lo trovava particolarmente strano rispetto al resto dei loro compagni: avevano iniziato quel gioco in due, ma non era entusiasmante. Aveva proposto di fare altro, ma lui non l’aveva nemmeno ascoltata, ma non per dispetto. Semplicemente era troppo perso nella costruzione e, come aveva sentito dire, le parole gli erano entrate da un orecchio per uscire dall’altro.
Arricciando il nasino la bambina di otto anni sbuffò e si sedette meglio, incrociando le gambe e sistemandosi meglio le pieghe della sua gonna verde scuro.
“Andy…” chiamò per la terza volta.
“Mh.”
“Giro giro tondo, cavallo impera tondo…”
“Mh, mh.”
“Centoquaranta la gallina canta!”
“Sì…”
“Mi ascolti?!” con una manata esasperata buttò in aria la costruzione, a dire il vero poco statica, e i pezzi di legno si sparsero per tutto il tappeto.
Andrew lanciò un’esclamazione sorpresa e poi rimase ad osservare con aria desolata i pochi pezzi rimasti al loro posto. Tuttavia non mosse alcun’accusa nei confronti dell’amica: si limitò a passarsi una mano tra i folti capelli castani e a spostare l’attenzione su di lei.
“Forse aveva qualcosa che non andava.”
“Sono costruzioni di legno – sbottò Laura prendendo un cubo in mano – i castelli non sono fatti di cubi di legno: ovvio che il tuo cade.”
“Già, hai ragione.”
“E comunque sono stanca delle costruzioni! Facciamo qualcos’altro ti prego: tra mezz’ora devo tornare a casa!”
“Va bene – annuì il bambino con aria volenterosa – uhm… vuoi leggere un altro capitolo del libro?”
“No – fece una smorfia lei – ne leggiamo fin troppi a scuola.”
“Vuoi colorare?”
“No.”
“Non… credo di avere bambole a casa, ma se vuoi chiedo a mia madre se…”
“Andy, sai che ieri ho scoperto una cosa brutta?”
“Sì? – il bambino si avvicinò a lei carponi e le si sedette accanto – cosa?”
“Pare che non potrò sposare Henry quando sarò grande: a quanto pare con il proprio fratello non si può.”
E questa era una catastrofe: insomma, era Henry la persona a cui voleva più bene al mondo. Aveva sempre pensato che sarebbero stati insieme per sempre, come nelle favole, come i principi e le principesse, ma sembrava che le cose non andassero così. L’aveva chiesto alla maestra e poi anche ad Henry e le avevano confermato che no, non importava quanto bene si voleva al proprio fratello: non ci si poteva sposare con lui, era un tipo d’amore diverso.
“Beh sì, non lo sapevi? – Andrew la guardò leggermente stranito – non ci si sposa tra persone della stessa famiglia.”
“Ma io volevo stare sempre con Henry!”
“Ecco – ancora una volta il ragazzino era imbarazzato: succedeva sempre quando non riusciva a venire incontro alle richieste della sua amichetta – non credo che si possa fare molto. E’ così e basta.”
“La vita è ingiusta – Laura si lasciò cadere sdraiata sul morbido tappeto, fissando le fiamme del camino – e io che mi ero fatta già tutti i progetti. Io ed Henry ci dovevamo sposare e tu venivi a stare da noi.”
“Non mi dispiacerebbe stare con te ed Henry – ammise Andrew – però… però non credo di voler lasciare mamma e papà: insomma è questa casa mia. Ma voi potete venire quando volete, lo sai.”
“Quando sarai più grande te ne andrai anche tu di casa, stupido!”
I due amichetti rimasero in silenzio per qualche minuto, leggermente turbati dal fatto che il loro affiatamento ogni tanto venisse a mancare: sembrava che Andrew fissasse ogni angolo di quel salotto come per rassicurarsi che non sarebbe andato via da quella casa… non per molto tempo ancora, almeno. Laura invece, nella sua piccola mente frenetica, cercava una nuova soluzione per ovviare all’ostacolo che le si era posto davanti.
“Allora ci sposiamo io e te, va bene?” disse infine, senza smettere di fissare il camino.
“Cosa?” Andrew la fissò sorpreso.
“Sei la persona a cui voglio più bene dopo Henry – rispose lei con logica – e non sei mio parente.”
Il bambino ci riflettè per qualche secondo e poi ammise:
“Anche io ti voglio bene, lo sai. Più che a tutte le altre bambine della scuola: credi che sia l’amore di cui parlano i grandi?”
“Forse… dipenderà dal fatto che non siamo parenti.”
“Va bene, allora se è così ti sposo – annuì Andrew – credi che lo dovremmo già dire ai nostri genitori?”
“No – rispose lei dopo qualche secondo – facciamo che resta un segreto tra me e te: così è più bello!”
“Nemmeno ad Henry?” si sorprese il bambino.
“No, nemmeno a lui – decise Laura con serietà – solo fra me e te. Forza, dammi un bacio.”
“Che? – Andrew arrossì fino alla radice dei capelli – i baci sono cose da grandi…”
“Sulla guancia!” specificò lei, porgendo la gota con le efelidi.
Il ragazzino esitò per qualche secondo, sperando che sua madre non decidesse di entrare in quel momento, poi si sporse e, serrando gli occhi, baciò la guancia che gli era stata offerta. Per la sua migliore amica avrebbe fatto questo e altro. E poi a Laura voleva davvero tanto bene: non ci sarebbe stato niente di strano se da grandi si sarebbero sposati.
“Andy… tu mi proteggerai sempre, vero?”
“Ma certo, non devi mai metterlo in dubbio. Ti ho detto che ti sposerò, no?”
“Dai – sorrise Laura – ti aiuto a rimettere a posto le costruzioni.”
 
***
 
“... Andrew, tu la ami Ellie?”
“Laura…”
“Rispondi solo a questa domanda: la ami? Vuoi che diventi tua maglie un giorno?”
“Sì…”
“Capisci? Non è questo suo figlio… non è… un giorno lui terrà tra le braccia i bambini di Ellie, i suoi bambini. Non posso privarli di tutto questo, Henry, cerca di capirlo. Tu non c’eri alla festa del primo dicembre, non c’eri a vederli assieme…”
“Sono solo romanticherie che non portano a niente.”
“Come questa follia che hai appena proposto!”
“Andrew, dì qualcosa: almeno tu cerca di essere un minimo razionale, andiamo!”
“Non puoi! Andy, non puoi distruggere così tutto quello che avete costruito assieme. Lei ti ama alla follia, farebbe di tutto per te… sai benissimo che quindici anni o diciotto non fanno la differenza per voi due. Non perderla, non farlo…”
“Ellie…”

 
***
 
“Andy… tu mi proteggerai sempre, vero?”
“Ma certo, non devi mai metterlo in dubbio. Ti ho detto che ti sposerò, no?”



 
  
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