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Autore: frivolippa    07/03/2016    1 recensioni
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia sempre sulle nostre due amate Callie e Arizona..
Di solito le mie storie iniziano sempre con una tragedia perché penso che è proprio dopo la tempesta che ti accorgi che la vita forse ti sta dando una seconda possibilità e sta a noi saperla sfruttare al massimo. Spero vi piaccia 😊
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Era passato un mese, un mese in cui gli unici contatti con mia moglie erano stati in ambito lavorativo.
La nostra bimba era un continuo chiedermi della sua mamma Callie e io ogni volta accampavo scuse su scuse. 
Ormai mi ero arresa alla triste realtà, Callie e Dan erano felicemente fidanzati e io non potevo farci più nulla, non ero stata capace di rimettere in piedi la mia famiglia, avevo fallito di nuovo, la vita mi aveva dato l’ennesima possibilità che io avevo sprecato.
Mi limitavo a guardarla da lontano, a sorridere mentre la vedevo impegnata a scrivere sul tablet, sorridevo ogni volta che le sue labbra facevano quelle strane smorfie che mi facevano ogni volta girare la testa e poi la guardavo anche mentre Dan me la portava via giorno dopo giorno. 
Tante volte li avevo visti uscire insieme dalla stanza del medico di guardia, lei che gli aggiustava il colletto della divisa e lui che sorrideva. Li avevo visti mentre si baciavano, mentre lui la spogliava con gli occhi e una volta li avevo persino sentiti mentre si scambiavano un fugace “ti amo”.
Volevo fare la wonder woman della situazione e invece non ero stata all’altezza nemmeno di essere paragonata ad uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. 
Fui riportata alla realtà dalla suoneria del mio cellulare, lo presi e lessi sul display “ Mamma “, risposi subito:
-Pronto? –
-Mammaaa ciao sono io – 
La voce di Sofia era squillante e questo mi fece sorridere:
-Amore mio, ciao, come stai? Dove sei? –
-Mamma non ci potrai mai credere, ma oggi sono stata al lago con il nonno, sono andata a pescare e abbiamo preso un luccio enorme. Mamma il nonno per tirarlo fuori è caduto in acqua e io ho riso a crepapelle – 
Ascoltai ciò che la mia bambina mi diceva e incominciai a ridere mentre mi raccontava di mio padre che cadeva nel lago per un luccio:
-Amore, ma il nonno ora sta bene? –
-Si sì mamma, sta benissimo anche se mi ha pregato di non raccontarlo a nessuno- disse mentre continuava a ridere;
-Sono felice che ti stai divertendo –
-Mi manchi mamma e mi manca mamma Callie, sei a casa? Posso parlarci? – 
Un velo di tristezza velò i miei occhi:
-Amore mi manchi anche tu da morire e manchi tanto anche a mamma Callie, è ancora fuori per quel congresso e mi ha detto che le hanno rubato il cellulare, infatti a me chiama con quello dello zio Owen –
-Ok – fu la sua risposta molto triste e rassegnata;
-Amore ti voglio bene e non vedo l’ora di potermi prendere due giorni e raggiungerti –
-Ti voglio bene anche io mamma e non vedo l’ora di vedervi, mi mancate tanto – 
-Mi passi la nonna per favore? – 
-Arizona? –
-Mamma ciao – 
-Come stai? Come vanno le cose lì? – 
Mi alzai dalla scrivania e incominciai a camminare per la stanza:
-Male mamma, le cose vanno male, Callie non si ricorda nulla e io sto impazzendo perché non riesco a fare nulla, se non guardare mentre quel Dan la porta ogni giorno più lontano da me – 
-O bambina mia – disse sospirando, poi continuò: - io sono sicura che Callie ricorderà tutto – 
-Lo spero mamma, lo spero più di qualsiasi altra cosa al mondo – feci un attimo di silenzio e poi continuai: - grazie per ciò che state facendo per Sofia – 
-Non devi ringraziarci di nulla, sono io che ringrazio te per avermi fatto questo grande regalo, non ho mai visto tuo padre così, sembra un’altra persona da quando Sofia è qui – 
Sorrisi al pensiero di mio padre dolce e premuroso, il Colonello Robbins in versione nonno doveva essere un bel vedere.
-Ciao mamma,vi auguro una dolce buona notte, ci sentiamo domani, dai un bacio a Sofia e a papà da parte mia –
-Buonanotte bambina mia, noi ti sosterremo sempre ricordatelo – 
Chiusi la chiamata, mi girai e presi in mano la foto sulla scrivania, io Callie e Sofia che ridevamo spensierate, avrei pagato oro per tornare ad essere una famiglia così.     
Posai la cornice al suo posto, presi la borsa, infilai la giacca e uscii dal mio studio. 
-Robbins, ti va di venire a farti una birra? – 
Owen e Amelia erano mano nella mano vicino l’uscita dell’ospedale, li guardai:
-Io non voglio disturbare la vostra uscita –
Owen mi guardò e poi guardò Amelia:
-Vabbè vorrà dire che pagherai il primo giro di bevuta Robbins – 
Risi e accettai, ogni tanto faceva bene anche a me un po' di svago, volevo non pensare per una sera, volevo solo divertirmi. 
Entrammo da Joe e ci sedemmo ad un tavolo in fondo, era pieno di gente, ordinammo due birre e una coca per Amelia e incominciammo a sgranocchiare nachos e noccioline mentre ridevamo dei nuovi specializzandi. 
Owen si alzò per andare a prendere un altro giro di birra quando sentimmo delle urla provenire da un lato del locale, mi sporsi per guardare chi era e la riconobbi subito: Callie.
Dan le stava praticamente urlando in faccia, feci per scendere dallo sgabello e andare lì quando Owen mi fermò:
-Aspetta, stanno solo discutendo, tu non sei nessuno per piombare li –
Fulminai Owen con lo sguardo:
-Sono sua moglie e se lui prova anche solo a torcerle un capello giuro che lo ammazzo questa volta-
-Sarei il primo a buttarmi su di lui se solo si avvicina a lei ancora un po', ma aspetta un attimo Ari, vediamo cosa succede, questa può essere la tua volta buona cazzo –
In fin dei conti non aveva torto, poteva davvero essere la mia tanto attesa opportunità che non mi ero riuscita a ricavare.
Li continuavamo a guardare da lontano, Callie gli teneva testa mentre lui continuava a urlare e a muovere le mani fin quando lei non gli mollò un ceffone in pieno viso e se ne andò lasciandolo li impalato. 
-Robbins, fossi in te io ora la seguirei – suggerì Amelia.
La guardai e sorridendogli andai verso il bagno dove Callie si era rifugiata. Entrai e la vidi piegata sul lavandino che si asciugava gli occhi, non ci potevo credere, finalmente le carte stavano girando nel verso giusto ed io ero pronta a riportarla indietro a fargli rivivere ciò che noi eravamo stati e che potevamo tornare ad essere.
Chiusi la porta dietro di me e con il cuore che mi batteva nel petto gli dissi:
-Ciao – 
Mentre lei si asciugava gli occhi mi rispose:
-Ciao – e si girò verso di me.
Aveva gli occhi rossi e la matita sbavata, mi venne da sorridere e gli domandai:
-Tutto bene? –
-Si, tutto bene, diciamo – abbassò lo sguardo.
La guardai, ripensai al nostro primo incontro e le dissi:
-Sai, le persone parlano sul lavoro,parlano tanto e per amor di onestà credo di doverti dire che so delle cose su di te, perché le persone parlano –
Mi guardò un po' spiazzata, non sapeva dove io volessi andare a parare e con aria interrogativa mi disse:
-Ah che bello! – 
Ero emozionata, ero emozionata di parlare anzi no, di provarci con mia moglie:
-Ma in effetti sono chiacchiere belle, alla gente piaci molto, ti stimano, ti rispettano e si interessano, piaci a tutti praticamente. Però a qualcuno piaci di più – 
Si limitò ad annuire a ciò che avevo appena detto, forse credeva che ero una pazza, probabilmente lo ero, poi guardandola negli occhi le dissi:
-sembri triste, ed ho pensato che dovessi sapere che le chiacchiere sono buone e quando non sarai più triste, quando la tristezza sarà passata ci sarà una fila di persone per te –
Callie scoppiò a ridere di gusto e aggiunse:
-Vuoi farmi qualche nome? – 
La guardai negli occhi e le sorrisi, le regalai uno dei miei più bei sorrisi di sempre, avevo il cuore che mi batteva all’impazzata, feci due passi verso di lei che era appoggiata al lavandino, le misi una mano sul viso e poi avvicinai le mie labbra alle sue. 
Fu il bacio più bello di sempre, a fatica mi staccai dalle sue labbra, avrei continuato a baciarle per ore, però mi staccai e le sorrisi, lei mi sorrise e poi le dissi:
-Ora lo sai – 
E me ne andai, lasciandola lì, con il sedere poggiato sul lavandino.
     
   
 
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