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Autore: Erica Igu    07/03/2016    0 recensioni
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Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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Ero li,nuovamente davanti a quel dannato specchio,il mio più grande incubo..Non capiscono precisamente dove sia il problema, forse sono io, la mia testa, l'odio che provo ogni volta a guardarmi.
Quella dannata sera ero ubriaca, ma non di alcool, di odio, odio verso me stessa, così in preda alla furia lancai per terra tutti i libri, i miei vestiti, le coperte, tutto chò che mi circondava.
Mi fermai, guardai il caos che avevo creato nella mia stanza ed era molto simile a quello che avevo nella testa, un caos infinito come un buco nero che risucchiava ogni mia piccola e insignificante speranza.
BASTA. Non potevo continiuare così, passavo ogni giornata a guardare le altre ragazze, quelle felici o almeno così dimostravano, le invidiavo, volevo essere anche io come loro, belle,altre,magre,bionde, delle barbie quelle che trovano sempre il principe azzurro, la persona che la risveglierà dal sonno eterno con un bacio, la persona che la cercherà in lungo e largo per portarle la scarpetta di cristallo, la persona che la salverà dal castello e dal drago, la libererà da ogni dolore e diventerà un'altra stroia a lieto fine.
Ecco, sapevo di cosa avevo bisogno di un cazzo di lieto fine, una cazzo di ragione per alzarmi la mattina e sorridere, un cazzo di motivo per non odiarmi, non odiarmi fino all'ultima goccia di sangue.
Sangue,ecco, era questa la mia libertà, ogni taglio,graffio,ogni minuscola goccia di sangue che scorreva dal mio polso fino al pavimento, ogni stupita e insensata goccia cadeva come un fiocco di neve.
La sensazione peggiore non era il dolore che provavo al momento, era quello che sentivo le ore seguenti, quel bruciore, quel dolore che mi rendeva ancora più debole, che mi uccideva mentalmente e che, come sempre, creava altro caos, solamente caos, non capivo nulla, il motivo per il quale lo facevo,la forza che trovavo, l'odio che trascinava la mia mano sul polso.
La vita era così facile quando ero distesa sul pavimento del bagno, quando l'acqua della vasca diventava rossa, quando le mie energie diminuivano, quando senza nessun timore creavo linee rosse, un po come a scuola quando gli insegnati per correggere i compiti usavano quella fastidiosa penna rossa e tracciavano quelle lunghissime linee rosse su ogni errore, io ero un errore e meritavo ogni singolo segno rosso.
Col tempo i tagli guarivano e diventavano solo delle cicatrici, cicatrici di una guerra infinita verso me stessa, una guerra che perdevo continuamente, ero troppo debole.
Mi odiavo, non facevo altro dalla mattina alla sera, dormivo,mi guardavo allo specchio, cercavo di riordinare il mio caos e ricominciavo tutto da capo.
Le mie giornate erano così monotone, era diventato tutto monotono. 
Ora sono ancora qui, i miei mostri sono rimasti ed io mi sono persa nella mia testa, mi sono persa nel riflesso di quello specchio, mi sono persa nel mio sangue e in quel dannato numero della bilancia.
Il mio amato lieto fine non l'ho trovato, forse pèr questo le chiamano ''favole''.

 
  
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