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Autore: ShinyDarkF    27/03/2009    1 recensioni
ciao a tutti, mi chiamo Bill e sono un vampiro
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 settembre 2030
Oggi è di nuovo il mio compleanno e faccio 40 anni ma non li dimostro, sembro ancora un ragazzino adolescente. La gente ci conosce come i Tokio Hotel, famosi e bravi, ma sa che non siamo come tutti gli altri, di noi non ci si può fidare perché nascondiamo un grande segreto. Tutti ormai hanno capito: non invecchiamo, siamo così pallidi e a volte ci sono strani omicidi per la città. Molti sono nostri fan, ci ritengono “ magici” ma forse ci ritenevano così già tanto tempo fa, quando eravamo normali e non vogliono fare domande, non vogliono sapere niente su di noi, vogliono che continuiamo a fare musica e a stare con loro. È incredibile come sono fragili. Ci sono delle persone, però, che ogni tanto passano di notte davanti la nostra casa e rabbrividiscono. Io li posso vedere, ogni tanto sbircio dalla finestra, con i miei occhi rossi, nell’oscurità, accompagnato dagli altri in attesa di vedere quelle persone andarsene in modo da poter finalmente uscire a cercare cibo. Siamo vampiri. Ormai non lo sono solo io ma anche Tom , Georg Gustav e naturalmente Jack. Siamo tutti qui. È tarda sera e sto leggendo un vecchio quaderno con le pagine gialle e la copertina rovinata. L’ho trovato oggi nella mia scrivania mentre cercavo della carta per impacchettare il regalo di mio fratello. È mio. C’è il mio nome ed è ripetuto più volte. L’ho scritto io. Ora mi ricordo: è stato tanto tempo fa nel mio primo anno da vampiro e ho voluto descrivere tutto quello che era successo e tutte le mie emozioni. Non ho mai capito bene il perché anzi fino a poco tempo fa ignoravo l’esistenza del diario. Ora sto scrivendo nelle poche pagine ingiallite che avevo lasciato vuote perché ormai non avevo più intenzione di scrivere. Avevo trovato la felicità nell’infelicità. Quel giorno in cui ho finito il mio racconto precedeva il giorno della trasformazione di mio fratello. Non c’è molto da dire su di essa, anzi c’è tanto da dire a pensarci bene ma fa troppo male parlarne in tutti i suoi dettagli. È stato però un intervento importante nella mia vita, quindi cercherò di riportare la mia versione dei fatti in queste poche pagine ma non si può descrivere veramente quello che è successo con parole umane. Ho deciso di farlo di sera, perché pensavo che Tom alla fine rinunciasse per paura ma lui non aveva nessuna intenzione di rinunciare. Lo voleva e lo avrebbe avuto. Lo feci sdraiare sul divano e mi ci buttai sopra in modo da bloccarlo. In realtà non volevo bloccarlo, volevo lasciarlo andare, ma una volta iniziato il processo questo gli avrebbe provocato solo altro dolore e non volevo far soffrire mio fratello. Lo morsi sul collo e il suo sangue affiorava pian piano fino ad andare nella mia bocca. Mi aspettavo almeno che urlasse ma invece è stato buono buono, ero io quello che soffrivo perché avevo paura di fargli del male. Di solito sarei stato felice di mangiare qualcuno ma in quel momento mi sentivo davvero male al solo pensiero di uccidere mio fratello. Una volta che era quasi dissanguato mi presi il polso e lo morsi. Il mio sangue scorreva e non aveva un buon odore. Lo feci bere a mio fratello. Che altro posso dire? Da come l’ho descritto sembra tutto così semplice ma non lo era. Prima Tom si calmò e sembrava morto, la sua pelle era chiara e sembrava che non respirasse. Io sapevo però che non era così, forse sarei stato più felice di ucciderlo piuttosto di condannarlo ad un’eternità di sofferenza. All’inizio si mosse poco, come se si stesse stiracchiando, poi cominciò ad avere contrazioni, prima solo sulle mani, poi per le braccia, le gambe e infine per tutto il corpo. E poi venne la parte che mi fece disprezzare con tutte le forze me stesso: le sue urla. Non riesco a dimenticarmele, erano troppo acute, non sembravano umane, sembrava che stesse soffrendo il peggior dolore della sua vita, qualcosa che non si può neanche nominare… Passarono ore, e alla fine dopo molto tempo le urla finirono. Ero così felice ma la mia felicità svanì subito quando mi ricordai cosa stava accadendo. Ora mio fratello era proprio uguale a me, come una volta quando eravamo piccoli e umani e la gente non ci distingueva mentre camminavamo. Anche ora eravamo uguali: lo stesso colorito pallido, la stessa bellezza, gli occhi rossi come il sangue, i canini lunghi pronti a commettere un omicidio e in più la nostra identica faccia. Lui era felice, mi diceva sempre di guardarlo, di quanto era bello e di quanto mi assomigliava. Dire che era felice è dire troppo poco e io ero felice insieme a lui, capivo cosa provava e non potevo negargli la sua forte emozione. E poi anche io avevo motivo di essere felice: saremmo stati sempre insieme. Piano piano venne anche la volta di Georg e Gustav e anche a loro successe lo stesso: morso, sangue perso, urla e alla fine vampiro. Era strano vedere quanto fossero felici di abbandonare la vita mortale quando io avrei dato di tutto per vivere un altro giorno da umano. Anche Jack era contento, sapeva che gli volevamo bene e che lo avremmo trattato come uno di famiglia, anche dopo quello che ci aveva fatto passare. Lo avevamo già perdonato da molto tempo. E così ora siamo qui, ne abbiamo passate tante ma alla fine siamo ancora tutti qui. A volte gli altri vampiri ci ringraziano e ci ritengono famosi per quello che abbiamo fatto agli Immortali, vorrebbero che noi prendessimo il loro posto ma noi non lo faremo mai. La cosa non mi importa parecchio, quello che mi importa è che ora siamo una  grande famiglia di vampiri, composta da tutte le persone che amo di più al mondo. Solo questo ora conta per me. Come ho detto prima, ho finalmente trovato la felicità nell’infelicità, ho trovato la mia luce nel buio. Intendo dire che ora sono finalmente felice quando ormai avevo perso la speranza e il mio mondo era soltanto nero. Ora sono le 3 di notte e posso finalmente mettere fine a questo mio racconto che è iniziato come il mio peggior incubo ma che si è rivelato il sogno più bello che io abbia avuto. Devo ringraziare Tom, Georg, Gustav e Jack perché, anche se forse sembro troppo sdolcinato, hanno deciso di vivere insieme a me nell’oscurità e hanno posto un limite al mio dolore. In realtà non posso davvero scrivere la parola fine sulle ultimissime pagine di questo vecchio quaderno perché ormai la parola fine non esiste più nel mio vocabolario. Ne esiste però un’altra, di cui prima non sospettavo neanche l’esistenza. Questa parola è eternità, quella che vivrò nel buio più totale, nell’oscurità del male e della notte. Un giorno qualcuno vedrà 5 giovani ragazzi dagli occhi rossi che camminano insieme nel buio, come un branco, qualcosa da cui scappare, qualcosa di pericoloso. Ma se qualcuno oserà avvicinarsi vedrà quattro ragazzi uniti, e noterà il sorriso sincero sulle loro facce e penserà che non è mai esistita nessuna creatura al mondo più fortunata di loro. Vedrà per un attimo quattro vampiri che si vogliono bene e che non si lasceranno mai, continueranno a camminare insieme nel buio delle loro vite ma lo faranno insieme, sorrideranno e saranno felici. Per sempre.



   
 
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