Verde e rossa
 
 

Può essere la morte un malinconico addio,
una supplica accennata a una speranza sognata?
Verde, come gli occhi di lei,
come i prati dell’infanzia,
quando il sole illuminava ancora il loro cielo.
E rossa, come i suoi capelli,
come labbra che cercano invano un bacio.
 
Può essere la morte uno speranzoso saluto,
una mano tesa che ricerca la compagna
già intrecciata nelle mani di un altro?
Verde, come gli occhi dell’oblio e del sogno infranto,
come gli occhi di lui,
che hai protetto con dolore,
perché dietro il suo sguardo
si celava il riflesso di una luce mai dimenticata.
E rossa, come il frutto del peccato,
come un cuore lacerato
e una promessa mai mantenuta.
 
Verrà la morte
e sarà l’arrivo di un’amica e di un’amante,
venuta a portar pace
a un’anima troppo spenta e troppo accesa.
Verde, come la speranza e l’invidia,
come l’incantesimo che la uccise
ma che non era a lei rivolto,
perché l’odio miete senza seminare
e quando ce ne si accorge è troppo tardi.
Rossa, come il sangue e il suo volubile scorrere,
capace di dare vita come di dare morte.
 
Verrà la morte e avrà i suoi occhi
e per un istante sarà il tutto e sarà il nulla.
- Guar…da…mi -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
“Date a Cesare quel che è di Cesare” ed è proprio il caso di dirlo, perché la bellissima poesia che dà il titolo a questa e a una raccolta di poesie mooooolto più belle è di Cesare Pavese. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è davvero una poesia straordinaria, leggetela pure a questo link (http://www.oilproject.org/lezione/pavese-verra-la-morte-e-avra-i-tuoi-occhi-poesia-analisi-parafrasi-12534.html), dove viene anche commentata, merita davvero!
Spero solo che Pavese non si stia rivoltando troppo nella tomba perché ho osato ispirarmi ad essa per questa raccolta, ma era davvero troppo perfetta e troppo calzante per non approfittarne: quale spunto migliore per analizzare il tema della morte, così frequente in Harry Potter? E quale personaggio, se non Severus Piton, poteva dare inizio alla raccolta? Vi dirò la verità: essendo Remus il mio personaggio preferito ed essendo oggi il suo compleanno, mi sarebbe piaciuto dedicare a lui la prima poesia, ma il professore di Pozioni è davvero un personaggio troppo azzeccato per questa poesia e ho “dovuto” metterlo all’inizio.
Purtroppo devo anche ammettere la mia ignoranza: so poco o niente su Pavese, dato che a scuola è stato bellamente ignorato, se non per una lettura alle superiori de “La luna e i falò”, che tra l’altro non mi è nemmeno piaciuto… certi autori vanno semplicemente letti nel momento giusto. Ma per mia fortuna, mia mamma è un’estimatrice di Pavese e quindi potrò rimediare un pochino alla mia ignoranza leggendo (perché no?) proprio alcune sue poesie.
Beh, cosa dire per tediarvi ancora?
Come “Frammenti di coscienza”, questa è una raccolta “aperta”, nel senso che non so quanti aggiornamenti potranno esserci, né con quale frequenza (al momento ho già scritto un’altra poesia e ho alcune di idee per le prossime)… Quindi, se vi illudevate che potesse concludersi tutto qui, mi spiace deludervi xD xD xD
Intanto ringrazio di cuore chi è stato così gentile da leggere questo mio tentativo poetico (non scrivevo più “poesie” da anni, quindi cercate di essere clementi!) e chi sarà ancor più gentile e vorrà lasciare un commentino, positivo o negativo che sia.
Alla prossima,
fennec