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Autore: claws    10/03/2016    0 recensioni
Raccolta di venti one shots SmoAce in genderswap.
«Sembravi triste, Fumosa,» esclamò Rufy, senza preoccuparsi di sembrare invadente.
[≈20 000 parole]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker | Coppie: Ace/Smoker
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The person that you take a bullet for is behind the trigger'
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Indice di fuoco
















Le ultime Grigie

Un cuore che ama è sempre giovane 









«Smokie, Tashigi mi ha raccontato una storia interessante su di te.»

«M’immagino.»

Anne stava camminando per la cabina stringendo tra le braccia il cuscino di Smoker. Aveva detto che lo stava sprimacciando, ma in realtà ci stava giocando, come al solito. «Ha detto che i bambini ti adorano. Una volta sei finita contro una bambina che stava mangiando il gelato e le hai detto che i tuoi pantaloni si erano mangiati il suo gelato.»

«È vero. E le ho anche dato dei soldi per comprarsene uno più grande. E allora?»

Pugno di Fuoco strinse il cuscino con più forza, come se lo stesse spremendo per farci un’aranciata di piume. Sembrava tesa. «Ti ricordi di quando ti ho parlato di Sabo...?»

«Sì.»

«Secondo me, anche lui sarebbe stato bravo con i bambini.»

Dopo quella confessione, rimasero in silenzio. Smoker annuì e poi riprese a leggere il resoconto di un’altra discussione del Comando, mentre Anne cominciò a rigirarsi sul letto, annoiata. Visto che non sapeva cosa fare, continuò a pensare ad alta voce.

«Forse non saresti brava con i tuoi figli, ma con dei nipoti, magari... Saresti una nonna epica.»

«Ti ringrazio, lo prenderò come un complimento,» rispose Smoker, con lo stesso tono con cui si sarebbe rivolta a un impiegato a uno sportello della posta.

«Era un complimento, stronza!»

E il cuscino venne lanciato sulle spalle di Smoker, ignorato da questa, finito per terra. Anne era ancora annoiata, però.

«Li vizieresti tutto il tempo e saresti la nonnina zitella più amata della città.»

«Hai intenzione di morire prima di invecchiare, marmocchia?»

Veramente Anne pensava che Smoker si sarebbe stancata di lei, o che lei si sarebbe stancata di Smoker, prima di un anno di relazione più o meno affettivo-beneficiaria. E poi c’erano quindici anni di differenza tra loro, praticamente: quando Smoker fosse arrivata alla vecchiaia, Anne sarebbe stata, al confronto, una ragazzina. Poi pensò che agli occhi del commodoro lei sarebbe stata sempre una marmocchia, e il pensiero la innervosiva e la rassicurava allo stesso tempo.

Anne chiuse gli occhi per immaginarsi la vita a cinquanta, sessant’anni, settanta. Non trovava immagini precise: c’erano solo figure indefinite che continuavano a mescolarsi tra loro, un vociare indistinto, i colori si sovrapponevano e si separavano come le onde sulla spiaggia, non c’era nulla su cui focalizzarsi. Poi sentì la sedia scorrere sul pavimento e aprì gli occhi: Smoker, ancora seduta, aveva girato la sedia in modo tale che, abbassando la testa, potesse guardare negli occhi Anne, ancora sdraiata sul letto.

«... Smokie?» Chiese Anne, incuriosita. Col tempo, si era aperta poco a poco a Smoker: ora la donna era in grado di intuire i pensieri di Anne e questo poteva essere un’arma a doppio taglio per entrambe.

«Se muori prima, ti ammazzo.»

Poi Smoker tornò a lavorare sui propri fogli.

«Ehi, Smokie, frena un attimo.»

Silenzio.

«Cosa vorresti dire con—quello che hai detto?»

«Quello che ho detto: hai intenzione di morire prima del tempo?»

«No, non voglio.»

Anche se spesso ho pensato che forse—sarebbe meglio se—

«E allora sii più creativa, marmocchia. Io ho ancora del lavoro da fare. Se devi immaginare qualcosa o qualcuno, cerca di farlo con più precisione possibile.»

Accidenti, Smoker aveva davvero un ottimo intuito.

Anne rotolò nel letto per un paio di minuti, con in viso un broncio dovuto all’impegno profuso nel ricostruire Smoker in versione signora zitella. Smoker con le rughe (della vecchiaia, non del fastidio, quelle ce le aveva già); Smoker con un bastone da passeggio; Smoker con i sigari in bocca e un dottore o una dottoressa che le ripetono tutti i santi giorni di smettere di fumare; Smoker che, stufa di stare con le mani in mano, va ad addestrare i novellini della Marina – ecco, non si sarebbe comportata esattamente come con dei bambini, ma sarebbe stata una brava insegnante comunque; Smoker con la dentiera e che si ostina a fumare, tanto nessuno sarebbe sempre attorno a lei a requisirle i sigari fino a tempo indeterminato.

L’ultimo pensiero la colpì con violenza. Tutti gli eroi muoiono giovani. Anne riusciva ora a immaginare Smoker nella vecchiaia, ma non riusciva ad immaginare se stessa accanto a lei, e—questo la spaventava molto.

Era paura della morte fisica come di quella del proprio spirito. Il rimorso nei confronti di Thatch e Sabo l’assalì e Anne dovette stringere le mani a pugno e sbuffare profondamente per respingere l’attacco di quel sentimento che, come sempre, l’avrebbe portata all’odio per se stessa. Recuperò il cuscino che era finito per terra e se lo portò al cuore, nel tentativo di tamponare una ferita che non si era mai rimarginata nel suo animo, ripetutamente pugnalato dalla vita a partire dal concepimento – che era stato un male, che era stato un peccato da ripulire con il sangue.

No, non sarebbe arrivata alla vecchiaia perché sentiva che il proprio cuore era già vecchio per i troppi dolori e per il troppo amore. Anne era stata sottoposta a tante emozioni fortissime e contrastanti, nel corso di vent’anni di vita, al punto che sarebbe scoppiata molto prima dei cinquanta o dei sessant’anni.

Guardò la schiena di Smoker e le sue mani sui fogli; le sue dita chiare e le unghie corte. Pensò che Smoker, da bella donna qual era, sarebbe invecchiata bene. Da una ghianda forte poteva crescere una quercia millenaria.

Poi, l’illuminazione.

«Ehi, Smokie, ma tu, da nonnina zitella, avresti sempre i capelli di questo colore grigio triste?»

«Probabile. Non mi dici sempre che sono vecchia, marmocchia?»

Tra noi due, quella già vecchia sono io, pensò Anne, con un sorriso amaro dietro a un «Sì» divertito.













Note Autrice:

Angst incoming. Preparatevi per la prossima settimana.

Il titolo è il rimaneggiamento del titolo The Last Amazing Grays dei Sonata Arctica. Il sottotitolo è la traduzione italiana di un proverbio greco.

Il prompt era: Amore in vecchiaia.

Anne non riesce ad immaginare se stessa invecchiata, mentre riesce a inquadrare benissimo Smoker. C’è la paura che l’amore per Smoker possa affievolirsi fino a scomparire e che questo possa succedere in un tempo relativamente molto più stretto – uno, due anni –, cosa che nella vita può accadere. La paura che l’amore possa scomparire è solo una faccia di un’altra paura, quella della morte: morte del corpo, dello spirito, della speranza, delle emozioni, dunque anche dell’amore. Anne riesce a immaginarsi una Smoker che, anche nella vecchiaia, rimane viva e, in qualche modo, giovane. Pensando questo, si sente immensamente vecchia, provata già fin troppo dalla vita. Cosa succede ai bracci del compasso quando si arrugginiscono? Che il compasso può non funzionare più.

E sì, il prossimo sarà – tanto per gioire – Amore a scoppio ritardato. Si tratterà del capitolo conclusivo della raccolta, e sarà un capitolo a sè, una sorta di AR (alternate reality) rispetto alla realtà di questi precendenti capitoli (un po’ come la shot Amore non ricambiato, per intenderci). Preparate fazzoletti e cioccolato – o forse no? Io li ho preparati lo stesso, lol.

Spero che vi sia piaciuta anche questa shot. Un grazie grandissimo a Happy_Ely, come sempre, che ci porta un nuovo disegno! Grazie, Ely! ;)

Grazie per aver letto. A settimana prossima! Take care! 

claws_Jo





Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

  
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