Indice di fuoco
Le ultime Grigie
Un
cuore che ama è sempre giovane
«Smokie,
Tashigi
mi ha raccontato una storia interessante su di te.»
«M’immagino.»
Anne
stava
camminando per la cabina stringendo tra le braccia il cuscino di
Smoker. Aveva
detto che lo stava sprimacciando, ma in realtà ci stava
giocando, come al
solito. «Ha detto che i bambini ti adorano. Una volta sei
finita contro una
bambina che stava mangiando il gelato e le hai detto che i
tuoi pantaloni si erano mangiati il suo gelato.»
«È
vero. E le ho
anche dato dei soldi per comprarsene uno più grande. E
allora?»
Pugno
di Fuoco
strinse il cuscino con più forza, come se lo stesse
spremendo per farci
un’aranciata di piume. Sembrava tesa. «Ti ricordi
di quando ti ho parlato di
Sabo...?»
«Sì.»
«Secondo
me, anche
lui sarebbe stato bravo con i bambini.»
Dopo
quella
confessione, rimasero in silenzio. Smoker annuì e poi
riprese a leggere il
resoconto di un’altra discussione del Comando, mentre Anne
cominciò a rigirarsi
sul letto, annoiata. Visto che non sapeva cosa fare,
continuò a pensare ad alta
voce.
«Forse
non saresti
brava con i tuoi figli, ma con dei nipoti, magari... Saresti una nonna
epica.»
«Ti
ringrazio, lo
prenderò come un complimento,» rispose Smoker, con
lo stesso tono con cui si
sarebbe rivolta a un impiegato a uno sportello della posta.
«Era un complimento, stronza!»
E
il cuscino venne
lanciato sulle spalle di Smoker, ignorato da questa, finito per terra.
Anne era
ancora annoiata, però.
«Li
vizieresti
tutto il tempo e saresti la nonnina zitella più amata della
città.»
«Hai
intenzione di
morire prima di invecchiare, marmocchia?»
Veramente
Anne
pensava che Smoker si sarebbe stancata di lei, o che lei si sarebbe
stancata di
Smoker, prima di un anno di relazione più o meno
affettivo-beneficiaria. E poi
c’erano quindici anni di differenza tra loro, praticamente:
quando Smoker fosse
arrivata alla vecchiaia, Anne sarebbe stata, al confronto, una
ragazzina. Poi
pensò che agli occhi del commodoro lei sarebbe stata sempre una marmocchia, e il pensiero la
innervosiva e la
rassicurava allo stesso tempo.
Anne chiuse
gli occhi per immaginarsi la vita a cinquanta, sessant’anni,
settanta. Non
trovava immagini precise: c’erano solo figure indefinite che
continuavano a
mescolarsi tra loro, un vociare indistinto, i colori si sovrapponevano
e si
separavano come le onde sulla spiaggia, non c’era nulla su
cui focalizzarsi.
Poi sentì la sedia scorrere sul pavimento e aprì
gli occhi: Smoker, ancora
seduta, aveva girato la sedia in modo tale che, abbassando la testa,
potesse
guardare negli occhi Anne, ancora sdraiata sul letto.
«...
Smokie?»
Chiese Anne, incuriosita. Col tempo, si era aperta poco a poco a
Smoker: ora la
donna era in grado di intuire i pensieri di Anne e questo poteva essere
un’arma
a doppio taglio per entrambe.
«Se
muori prima,
ti ammazzo.»
Poi
Smoker tornò a
lavorare sui propri fogli.
«Ehi,
Smokie,
frena un attimo.»
Silenzio.
«Cosa
vorresti
dire con—quello che hai detto?»
«Quello
che ho
detto: hai intenzione di morire prima del tempo?»
«No,
non voglio.»
Anche
se spesso ho pensato che
forse—sarebbe meglio se—
«E
allora sii più
creativa, marmocchia. Io ho ancora del lavoro da fare. Se devi
immaginare
qualcosa o qualcuno, cerca di farlo con più precisione
possibile.»
Accidenti,
Smoker
aveva davvero un ottimo intuito.
Anne
rotolò nel
letto per un paio di minuti, con in viso un broncio dovuto
all’impegno profuso
nel ricostruire Smoker in versione signora zitella. Smoker con le rughe
(della
vecchiaia, non del fastidio, quelle ce le aveva già); Smoker
con un bastone da
passeggio; Smoker con i sigari in bocca e un dottore o una dottoressa
che le
ripetono tutti i santi giorni di smettere di fumare; Smoker che, stufa
di stare
con le mani in mano, va ad addestrare i novellini della Marina
– ecco, non si
sarebbe comportata esattamente come con dei bambini, ma sarebbe stata
una brava
insegnante comunque; Smoker con la dentiera e che si ostina a fumare,
tanto
nessuno sarebbe sempre attorno a lei a requisirle i sigari fino a tempo
indeterminato.
L’ultimo
pensiero
la colpì con violenza. Tutti gli
eroi
muoiono giovani. Anne riusciva ora a immaginare Smoker nella
vecchiaia, ma
non riusciva ad immaginare se stessa accanto a lei, e—questo
la spaventava
molto.
Era
paura della
morte fisica come di quella del proprio spirito. Il rimorso nei
confronti di
Thatch e Sabo l’assalì e Anne dovette stringere le
mani a pugno e sbuffare
profondamente per respingere l’attacco di quel sentimento
che, come sempre,
l’avrebbe portata all’odio per se stessa.
Recuperò il cuscino che era finito
per terra e se lo portò al cuore, nel tentativo di tamponare
una ferita che non
si era mai rimarginata nel suo animo, ripetutamente pugnalato dalla
vita a
partire dal concepimento – che era stato un male, che era
stato un peccato da
ripulire con il sangue.
No,
non sarebbe
arrivata alla vecchiaia perché sentiva che il proprio cuore
era già vecchio per
i troppi dolori e per il troppo amore. Anne era stata sottoposta a
tante
emozioni fortissime e contrastanti, nel corso di vent’anni di
vita, al punto
che sarebbe scoppiata molto prima dei cinquanta o dei
sessant’anni.
Guardò
la schiena
di Smoker e le sue mani sui fogli; le sue dita chiare e le unghie
corte. Pensò
che Smoker, da bella donna qual era, sarebbe invecchiata bene. Da una
ghianda
forte poteva crescere una quercia millenaria.
Poi,
l’illuminazione.
«Ehi,
Smokie, ma
tu, da nonnina zitella, avresti sempre i capelli di questo colore
grigio
triste?»
«Probabile.
Non mi
dici sempre che sono vecchia, marmocchia?»
Tra
noi due, quella già vecchia sono io,
pensò Anne, con un sorriso amaro dietro a
un «Sì» divertito.
Note
Autrice:
Angst
incoming. Preparatevi
per la prossima settimana.
Il
titolo è il
rimaneggiamento del titolo The Last
Amazing Grays dei Sonata Arctica. Il sottotitolo è
la traduzione italiana
di un proverbio greco.
Il
prompt era: Amore in vecchiaia.
Anne
non riesce ad
immaginare se stessa invecchiata, mentre riesce a inquadrare benissimo
Smoker.
C’è la paura che l’amore per Smoker
possa affievolirsi fino a scomparire e che
questo possa succedere in un tempo relativamente molto più
stretto – uno, due
anni –, cosa che nella vita può accadere. La paura
che l’amore possa scomparire
è solo una faccia di un’altra paura, quella della
morte: morte del corpo, dello
spirito, della speranza, delle emozioni, dunque anche
dell’amore. Anne riesce a
immaginarsi una Smoker che, anche nella vecchiaia, rimane viva e, in
qualche
modo, giovane. Pensando questo, si sente immensamente vecchia, provata
già fin
troppo dalla vita. Cosa succede ai bracci del compasso quando si
arrugginiscono? Che il compasso può non funzionare
più.
E
sì, il prossimo
sarà – tanto per gioire – Amore
a scoppio
ritardato. Si tratterà del capitolo conclusivo
della raccolta, e sarà un
capitolo a sè, una sorta di AR (alternate reality) rispetto
alla realtà di
questi precendenti capitoli (un po’ come la shot Amore non ricambiato, per intenderci).
Preparate fazzoletti e
cioccolato – o forse no? Io li ho preparati lo stesso, lol.
Spero
che vi sia
piaciuta anche questa shot. Un grazie grandissimo a Happy_Ely,
come sempre, che ci porta un nuovo disegno!
Grazie, Ely!
;)
Grazie per aver letto. A settimana prossima! Take care!
claws_Jo
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eiichiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.