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Autore: Daeron    10/03/2016    12 recensioni
La guerra ha lasciato segni indelebili e ha portato cambiamenti, più di quanti Hermione Granger potesse immaginare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La ricerca della felicità

''Mezzosangue'' quella era la parola che mi ha rivolto più spesso nella sua breve esistenza o per meglio definirlo l'insulto.

La prima volta che lo rividi al Ministero, trattenni il fiato, ero pronta ancora una volta a sorbirmi una valanga di insulti, per un attimo avevo dimenticato la guerra, le sofferenze e la mia mente si era ritrovata catapultata in un corridoio di Hogwarts in cui lui riteneva essere nel suo terreno fertile. Poi invece gli anni erano passati e la società magica era finalmente diventato un mondo di uguaglianza in cui lui aveva perso tutta la sua arroganza. Ma soprattutto un mondo in cui quegli occhi grigio tempesta non erano più colmi di disprezzo nei miei confronti. Cosa è successo dopo la guerra? La ricostruzione era passata materialmente dagli edifici, moralmente attraverso le leggi ma soprattutto era passata nell'animo di chi la guerra l'aveva vissuta in prima persona e ne portava le cicatrici. Magari celate al mondo, ma evidenti al proprio io. C'è chi dice che non tornerebbe indietro sulle proprie scelte nemmeno con una bacchetta puntata in fronte, posso dire lo stesso?

Io che ho assistito a tutti i processi post guerra, io che ho partecipato a tutte le condanne di coloro che furono dichiarati colpevoli, mi sono rivelata una persona migliore?

Ed è lì in un'aula di Tribunale che ho incontrato quegli occhi, quelli che avevano abbandonato l'aria di disprezzo e che durante la lettura delle accuse mi penetravano l'anima. Si, lui, il principe delle serpi, colui al quale l'Oscuro Signore aveva commissionato l'omicidio di Silente,era stato capace di farmi rodere la coscienza. Quel ghigno ormai scomparso dal suo volto rappresentava solo l'ombra del ragazzino presuntuoso che era stato. Lui e i suoi genitori erano sopravvissuti alla guerra, avrebbero pagato un prezzo altissimo se Harry non avesse testimoniato a favore della madre; quella deposizione li aveva riscattati agli occhi del mondo magico ma non ai loro che sì, avevano approfittato dell'occasione d'oro ma che non avrebbero mai ammesso di aver fatto uso di quell'atto di clemenza. In fin dei conti la madre aveva salvato il figlio e questa era la cosa importante per loro.

Kingsley mi comunicò che il Ministero prevedeva un programma di renserimento per i figli dei Mangiamorte, i miei coetanei, per fare in modo che non venissero indicati a vista ed esclusi dalla società; è sempre stato un uomo giusto. Il conio di queste nobili famiglie era necessario per la ricostruzione e di certo i Malfoy non potevano farsi scappare un'occasione del genere. Fu così che scrissi una missiva a Draco - si, adesso lui è Draco - gli proposi di incontrarci in un bar di Londra, lontano da occhi indiscreti, purtroppo gli ''eroi'' del mondo magico erano sempre in qualche angolo di giornale.

Di quel pomeriggio ricordo il vento che faceva volare le foglie, l'aria autunnale e un caldo sole che faceva di tutto per rimanere qualche attimo in più, indossai un cappotto beige e la mia sciarpa preferita, non stava praticamente su nulla ma la mettevo con tutto, era un regalo di mia madre. Ancora oggi i miei genitori temono che faccia un altro incantesimo contro il loro volere, gli ho giurato che non accadrà mai più. Della ragazzina di Hogwarts rimane la voglia di apprendere, l'intuito, l'intelligenza, tutto quello che mi ha salvato durante la guerra e tutto quello che mi ha permesso di andare avanti dopo. Spesso ripenso a come sarebbe stata la mia vita se quel giorno il Cappello invece che Grifondoro avesse urlato Corvonero; no, non sarebbe stato possibile. Una volta in un libro ho letto ''non sappiamo da dove veniamo, ma possiamo decidere dove andare'', non sarei potuta finire che a Grifondoro. I miei ricordi si intrecciano così agli anni vissuti con Harry, al quale mi lega un legame profondo, come con Ginny, l'unica ad essere stata presente nel mio ultimo anno ad Hogwarts. I miei amici mi sono mancati ma avevo bisogno di riprendere la mia vita in autonomia. Parlo ancora oggi al plurale, sebbene io e Ron da tre mesi a questa parte manteniamo il saluto per motivi di civiltà e di quieto vivere in presenza di terzi, continuo a volergli bene come sono sicura che me ne voglia lui. Per inciso, lui odiava questa sciarpa, aveva anche provato a regalarmene altre nel tentativo di farmi demordere dall'indossarla, era un legame affettivo che mi legava e non avrei permesso a nessuno di sostituirla

''Tua madre ti ha regalato altre centinaia di cose, non capisco perchè ti ostini solo con questa sciarpa!'' mi diceva lui

In effetti aveva ragione, non gli avevo mai detto che quello era il primo regalo dopo aver recuperato la memoria. Sono sicura che mi avrebbe capita, Ron è un tipo che ha tanta pazienza, ma c'era qualcosa che mi ha impedito di condividere tutto questo con lui. In seguito ho capito che non volevo fosse varcata la soglia di confine tra amicizia e quello che lui definiva amore ma che per me era solo e soltanto affetto, un immenso affetto. Ma l'amore è altro.

Arrivata al bar che avevo deciso come luogo d'incontro, presi posto e dissi al cameriere che aspettavo l'arrivo di una persona, attesi poco e poi lo vidi, o meglio lo rividi, come ho detto in precedenza lo avevo incontrato nei corridoi del Ministero. Però, l'uomo che si presentò quel pomeriggio mi diede conferma della mia impressione di averlo visto cambiato. Era una visione angelica, nulla di quello che avevo conosciuto ad Hogwarts. Era gentile, educato, moderato nei toni, incantava con le parole

''Granger, non ho intenzione di negare quanto ti ho detto in passato o chiederti scusa, ma ho un debito nei vostri confronti, sai a chi mi riferisco, perciò lavoreremo insieme. Anche io ho interesse affinchè questa società vada avanti e dimentichi''

Ricordo che ascoltai le sue parole e non feci altro che annuire, fortunatamente mi ridestai nel momento in cui dovevo parlargli del progetto che il nuovo Ministro aveva in mente. Il denaro dei Malfoy sarebbe stato speso in opere di ristrutturazione, la Gringott e Hogwarts, Draco, che aveva studiato a fondo il sistema bancario, poteva avere un posto nella sezione economia del Ministero. Questo era quanto gli si offriva, completa fiducia e un posto di lavoro in cambio dei suoi galeoni, insomma stava riscattando la sua immagine con il denaro. Pensai anche che la mossa di Kingsley di affiancargli me non era lasciata al caso, segnava una nuova era di rinascita e collaborazione tra chi questa guerra l'aveva vinta e chi ne era uscito sconfitto, almeno sulla pergamena. Stabilimmo insieme il programma da seguire e decidemmo di aggiornarci ogni 15 giorni, lui avrebbe seguito direttamente i lavori di ristrutturazione e io avrei analizzato i conti di coloro che ritenevano di dover essere risarciti. Da buon gentiluomo pagò il conto e ci ritrovammo fuori dal locale, lo stavo per salutare quando mi bloccai e mi persi nel grigio dei suoi occhi. Non aveva fatto nulla lui, ancora oggi non potrei dire che mi provocò o altro, però il mio cuore fece un balzo – del tutto fuori luogo – e mi sentì in turbine di emozioni. Lo salutai frettolosamente e gli dissi che mi ero appena ricordata di un impegno che avevo e per il quale ero in terribile ritardo, gli dissi che ci saremmo accordati via gufo. Mi materializzai davanti casa con il cuore che mi martellava nel petto senza una spiegazione plausibile, entrai e posai le chiavi all'ingresso, Grattastinchi mi venne incontro, tolsi la sciarpa e mi ritrovai seduta a terra, era come se avessi dimenticato chi era Malfoy e cosa aveva rappresentato per me. Quella sera cenai e poi mi misi a leggere, una volta approdata nel letto il mio cervello era arrivato alla conclusione che una seconda possibilità c'è sempre e quella era la seconda occasione della famiglia Malfoy anche se, a conti fatti, Draco negli anni passati aveva abbracciato le idee di uno stupido padre più per il mondo da cui proveniva, pieno di pregiudizi, che per vera e propria convinzione personale, evidentemente con la sua intelligenza, non era stato difficile lasciarseli alle spalle.

La verità però era un'altra, più profonda e più radicata, invisibile ai miei occhi in quel momento.

Solo in seguito avrei capito che Draco Malfoy appartiene alla classe del seduttore, che è il peggior uomo che ti possa capitare di incontrare: sa come colpirti e sa quando farlo.

Nei 2 mesi successivi ci incontrammo più spesso, ho già detto che Malfoy era cambiato, mi ha dato la possibilità di constatarlo personalmente. Sapevo che a scuola era preciso, bravo e intelligente, sul lavoro era attento, di poche parole e astuto come una serpe. Non tardarono i complimenti di tutto il Ministero per il lavoro che stavamo svolgendo, passavamo i nostri pomeriggi negli archivi della Gringott per vedere se le richieste di denaro erano raggiri oppure gente che veramente aveva subito delle perdite dopo la nostra fuga rocambolesca a cavallo di un drago. Nelle pause avevamo cominciato a parlare, a conoscerci meglio, a condividere le parole che in sette anni forse erano state dieci di cui nessuna gentile.

''E quindi con Weasley hai rotto?''

Il suo tono non era di scherno, questo mi spinse ad aprirmi con lui

''Non volevo ferirlo, mi sono resa conto che ricerco altro in un compagno di vita''

''E cosa cerchi?''

Uno come te, con i tuoi occhi avrei voluto rispondere ma non era chiaramente la risposta adatta anche perchè sebbene avessimo deciso di chiamarci per nome, cosa impensabile fino a qualche anno fa, non potevo di certo fare la figura dell'adolescente alla prima cotta.

''Non cerco nulla, quando e se capiterà credo che capirò di aver trovato la persona giusta''

Malfoy si rabbuiò, ero convinta di aver usato un tono normale e non mi davo spiegazione dell'ombra che avevo visto passare su quelle pozze grigie, così glielo chiesi

''Alle volte tutto sembra semplice, la possibilità di scelta non è uno dei doni che viene fatto alla nascita ad un figlio purosangue. Tu hai avuto la possibilità e il coraggio di scegliere, non per niente eri a Grifondoro'' mi spiegò sorridendo. Il sorriso di Draco non lo avevo mai visto in sette anni di scuola, adesso sembrava voler recuperare tutto il tempo che aveva passato a ghignare. Mi sentì invadere da una tristezza infinita e capì che in un modo o nell'altro anche in un mondo dichiaratamente nuovo, lui sarebbe rimasto sempre schiavo delle famiglie da cui discendeva

''Ti riferisci ad Astoria?'' gli chiesi

Lo sguardo di lui si perse oltre la finestra

''Penso che mi potesse andare molto peggio, Astoria è una ragazza splendida e ci conosciamo da anni. Daphne è come se fosse una sorella. Dico solo che certe cose sono veramente difficili da scardinare. Io stesso non avrei mai pensato di poter lavorare con te così a stretto contatto, apprezzare come lavori, oserei dire stimarti, ma temo che mi strozzerò a breve''

''Nella vita si cambia'' provai a rispondere

''Certe cose non cambieranno mai Hermione, chi come i purosangue alimenta il proprio respiro sull'odio per quelli che ritiene inferiori difficilmente potrà accontentarsi di altro. Sebbene tutto ciò sia celato dal fatto che la società ha indossato una nuova maschera''

''Non c'è speranza allora?'' tra le pieghe di quel discorso intravidi quel tredicenne a cui avevo tirato un pugno, forse avrei dovuto ripetere l'esperienza perchè sembrava aver sortito effetti solo in parte. In quella domanda avevo forse racchiuso la domanda che avevo fatto a me stessa in quei giorni, se io mi fossi innamorata di Draco Malfoy, avremmo avuto una possibilità?

''Tu sei pragmatica e razionale Granger, non occorre che ti spieghi io come andrà la Storia. La speranza non c'è perchè non esiste, semplicemente questa generazione di serpi non ha il coraggio di cambiare perchè ci ha rimesso più della pelle. Ma forse già i miei figli percorerranno strade diverse da quelle che io avrò scelto per loro''

Io annuì e capì, come del resto avevo sempre saputo, che era inutile coltivare qualsiasi illusione riguardo quell'uomo, avevo però imparato una lezione che sembrava avessi dimenticato nei tempi recenti: bisogna imparare a guardare oltre il proprio naso e il proprio interesse. In questo Malfoy non aveva rispettato la volontà dei suoi genitori, stava riscattando il nome della famiglia e lo stava facendo con le sue enormi capacità e secondo il nuovo ideale. Insomma, lui prima di tutti stava imparando a guardare oltre e il suo lavorare con me ne era la prova.

Prima di andarmene lo salutai con un bacio sulla guancia, il mio modo per ringraziarlo senza dover usare parole, la vicinanza e il suo profumo mi fecero per un attimo vacillare, lui se ne accorse, mi pose due dita sotto il mento e mi disse

''Questa sciarpa mette in risalto i tuoi occhi Granger''

* * * * *

Tre mesi dopo avevamo terminato il nostro lavoro, Malfoy aveva confermato di voler rimanere a lavorare al Ministero con grande entusiasmo da parte di Kingsley, il quale mi disse che avrei potuto chiedere qualsiasi cosa e sarei stata accontentata, anche la sua poltrona. Gli risposi che avevo un solo desiderio, quello di girare il mondo, conoscere nuove culture e imparare cose nuove, mi rispose che mi avrebbe spostata nella sezione ''Affari esteri''

''Quando vuoi partire?'' mi chiese

''Una settimana, ho delle cose da sistemare''

Quella sera invitai Ron a cena, non ci vedevamo da mesi, ogni tanto andavo alla Tana a trovare Molly, ma spesso lui era al negozio con George, da quando Fred non c'era più sembrava sempre mancare qualcosa in quella casa. Arrivò a casa mia alle 20 in punto, con un mazzo di fiori – di sicuro c'era lo zampino di Ginny – era molto imbarazzato e balbettava, non sapeva il perchè di quell'invito. Dopo la cena, si era tranquillizzato ed era tornato ad essere l'amico di sempre, parlava di Quidditch – sebbene ricordasse il mio scarso interesse – del lavoro, dell'imminente matrimonio tra Ginny ed Harry. Poi ci spostammo sul divano in salone e lui capì che c'era qualcosa che dovevo dirgli e abbassò gli occhi

''Io lo so che come fidanzato non sono stato quello che ti aspettavi o che meritavi''

Posi una mano sulla sua guancia e lo interruppi sul nascere, avevo bisogno di parlare e di sfogarmi perchè troppe volte non gli avevo dato le spiegazioni che gli erano dovute

''Io, Ronald, vorrei che tornassimo ad essere gli amici che eravamo un tempo. Credevo di amarti e invece mi sono accorta che quello nei tuoi confronti è un sentimento che non può essere associato ad un matrimonio, ad una famiglia, per me è come se fossi un fratello''

Pensavo di ferirlo e invece vidi che si aprì in un sorriso, un sorriso sincero e mi gettò le braccia al collo stringendomi a sè. Mi vuole bene Ron, come io ne voglio a lui, mi baciò sulla guancia e tenendomi le mani e fissandomi negli occhi mi disse

''Credevo di averti persa. Speravo con tutto me stesso che prima o poi tornassimo quelli di Hogwarts, mi sei mancata. Non ti dirò che non ti ho amato, però bisogna essere in due per creare qualcosa di duraturo''

Non ebbi la forza di rispondergli e cominciai a piangere tra le sue braccia forti che per tanto tempo mi erano mancate. Non quelle di un fidanzato, compagno, futuro marito o altro, ma quelle di un amico.

Sei giorni dopo ero pronta per la partenza, avevo di nuovo Ron, Harry e Ginny al mio fianco, gli avevo promesso che appena sarei arrivata in Francia – prima tappa – gli avrei scritto, come lo avevo promesso a Draco. Tra le tante cose che non avevo portato con me in quel viaggio una assumeva un particolare significato: avevo lasciato a casa la sciarpa di mia madre. Quella sera della cena, quando avevo spiegato a Ron il motivo per cui la indossavo sempre lui si era scusato un'infinità di volte, perchè non aveva capito l'importanza che aveva assunto per me quell'oggetto. E quella fu la conferma, come potevo essere così legata ad un oggetto? Le cose materiali vanno e vengono, gli affetti, i sentimenti e le emozioni formano e cambiano la nostra vita. La sciarpa è rimasta conservata in un cassetto, continua a piacermi ma non così tanto come mi piaceva prima, gli abbracci con mia madre mi lasciano molto di più e hanno assunto ancora più significato dopo la chiacchierata con Ron.

Ho capito che partire era la cosa giusta da fare grazie a loro, grazie a Draco che mi ha fatto capire l'importanza delle proprie scelte e grazie a Ron che mi ha aiutato a comprendere quanto siano importanti le persone care.

La ricerca della felicità può essere un attimo, un luogo, una parola, un raggio di sole, ho imparato a vivere quello che mi viene dato e a viverlo fino in fondo, senza ansie, senza paure. Ho intrapreso questo viaggio che mi porterà lontano, o forse mi riporterà nel giardino di casa, questo non lo so. So che auguro ad ogni creatura di amare e di essere amata, ma soprattutto gli auguro di amare ogni secondo della propria vita.

   
 
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