Forse è esagerato dire che un bacio può cambiarti la vita, ma di certo un bacio può influire sulla tua routine quotidiana: pur di evitare una determinata persona ti ritrovi a prendere le scale invece dell’ascensore e il caffè al bar invece che alla macchinetta. Per settimane vivi di cracker pur di non mettere piede in mensa. Accumuli ore e ore di straordinari evitando di lasciare l’ospedale insieme al resto del personale e rischiando seriamente di vincere il premio come Impiegata dell’Anno.
Tutte precauzioni perfettamente inutili dato che poi ti ritrovi faccia a faccia proprio con chi temevi di incontrare. Peter Petrelli si presenta baldanzoso e sorridente nell’unico posto in cui pensavi di essere al sicuro, ovvero nel tuo
Prima che possa dire una parola mi allunga un plico di documenti compilati a suo nome. Li riconosco subito: sono i moduli dell’Amministrazione Ospedaliera. Nello spazio bianco della colonna Richieste ha scarabocchiato in pessima calligrafia un appuntamento con te.
Gli lancio uno sguardo a metà fra lo smarrito e l’esasperato perché non riesco a credere che lo abbia fatto davvero e lui in tutta risposta tamburella con l’indice sull’avviso appiccicato col nastro adesivo sulla mia scrivania. Dal suo dito si diffondono minuscoli lampi verdi mela ed io leggo:
Tutte le richieste dovranno essere presentate in forma scritta
«Sto seguendo le tue regole» mi spiega con un sorriso da furbetto «Ultimamente non ti ho vista in giro e mi sono preoccupato, temevo mi stessi evitando…»
Scuoto vigorosamente la testa, sperando che Peter non si accorga che sono una pessima bugiarda. Il fatto è che non so come affrontare l’argomento-bacio. Me ne sono pentita. Quel momento di debolezza ha reso la nostra situazione un casino. In medicina in realtà esiste un termine più preciso e meno volgare: complicanza. Ovvero, il pericoloso aggravarsi di una situazione che diviene tutto ad un tratto critica. La mia amicizia con Peter procedeva perfettamente fra caffè insapori presi solo per riuscire a vedersi e duetti muti al pianoforte, non so perché abbiamo dovuto rovinare tutto con uno stupido bacio. Che poi non significava niente, o almeno credo.
«C’è stato un fraintendimento…»
«C’è stato un bacio» mi corregge lui, improvvisamente serio
«Un bacio non significa niente» mento
«Emma, io non conosco il linguaggio dei segni ma sono piuttosto certo che baciare qualcuno significhi ti amo. O almeno ci tengo…»
Non è esattamente così ma ha reso l’idea. «Ma io ci tengo a te, Peter! Solo che non voglio complicare le cose fra noi. Tu sei il mio primo vero amico…»
«Sarò sempre tuo amico, di questo non preoccuparti. Ho un super potere chiamato multitasking che mi permette di essere contemporaneamente tuo amico, ragazzo, medico di fiducia… E poi le cose non dovrebbero essere per forza complicate: tu mi piaci, io ti piaccio. Cosa c’è di complicato in questo? È stato più complicato compilare questo modulo, te lo assicuro! Esci con me, Emma, o ti ritroverai con plichi e plichi di moduli in cui te lo chiederò»