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Autore: Celeste_08    11/03/2016    3 recensioni
A distanza di quasi vent'anni dall'uscita della serie TV, del cast di Violetta restano solo Jorge e Martina, ormai sposati e con una bimba al seguito, e Pablo e Mechi, anche loro genitori in carriera di due adorabili gemelli. L'affetto fra le due coppie è immutato, anzi, maturato grazie alla nascita dei tre bambini, che, iniziando la scuola, conosceranno un universo totalmente nuovo per loro. Il mondo è davvero piccolo e, nel college internazionale di Buenos Aires, la piccola Blanco ed i fratelli Espinosa faranno incontri imprevisti. Mille avventure si preparano per questi piccoli giganti, che, con simpatia, comicità e tenerezza, faranno riscoprire ai genitori quanto l'affetto vero sopravviva a qualsiasi distanza.. E peripezia.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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10 anni dopo... P.O.V. Alejandro 

Guardo Angélica e Beatriz a bordo pista e non posso far a meno di notare che le stanno ammirando tutti. In effetti sono un bel guardare, soprattutto Angie. Ha i capelli mossi 
e tendenti al biondo, persino da qui riesco a vedere i suoi occhi verdi come smeraldi, illuminati forse dal foulard dello stesso colore che porta al collo. Bea è molto diversa: ha i capelli rossi e ricci, occhi scuri e lentiggini... È piuttosto bassa per la sua età, ma mio fratello la adora ed è la migliore amica di Angie. Fra l'altro, mio fratello ha fatto una bella lotta per Bea scorso anno: lei piaceva a diversa gente in classe nostra, e forse qualcuno ha anche vinto un suo bacio.
Frequentiamo lo stesso collegio e lei ed Angie dividono la camera da quando erano alle elementari. Anto e Bea stanno insieme da un annetto ormai, ogni tanto lui scherza sul fatto che se io avessi il coraggio di dichiararmi ad Angie potremmo veramente formare una famiglia. Ma io non riesco, per timidezza forse... O perché so che Angie è la prediletta di mio zio e gli voglio troppo bene per farlo arrabbiare.
Vedo Anto uscire dal gabbiotto dei meccanici, raggiungere le ragazze e stringere Bea in un abbraccio appassionato alla film di Hollywood, che culmina in un bacio da film indipendente europeo. Osservo Angie allontanarsi con discrezione e la saluto agitando la mano. Quanto vorrei poterle correre incontro, sollevarla fra le braccia e baciarla. Mi piace da quando eravamo bambini, non ho mai nemmeno guardato le altre. E perché dovrei poi? Lei ha tutto. È bella, intelligente, ha un fisico perfetto... Ma è la figlia del migliore amico di papà e zio Jorge sa essere geloso. Molto geloso. 
"Ciao Ale... La tuta ti dona anche se ti rende irriconoscibile."
Angie si avvicina a me e non posso non soffermarmi sul suo fisico snello e tonico. Indossa dei pantaloncini jeans e una canottiera leggera, che lascia indovinare ogni sua curva. Suo padre sa che esce così o sono solo io che la vedo in questo modo?
"Mi ascolti o sei agitato?" Vedo una scintilla lampeggiare nel suo sguardo verdissimo e mi perdo. 
"Scusa... Anche a te sta bene il verde."
Arrossisce violentemente, la vorrei abbracciare. 
"La tua moto?"
Indica la Honda dietro di me e, prima che possa rispondere, la raggiunge e monta.
"Ho sempre sognato guidarla, da quando la ho vista nel vostro garage."
"Veramente?" In realtà so che è un'appassionata di motori, è anche questo che la rende irresistibile per un ragazzo, ma credevo solo macchine. D'altro canto, è stato suo padre ad avvicinare me ed Anto al motocross.
"Sì. Papà mi fa portare la Kawa quando siamo io e lui, ma credo non ami il mio stile. Io corro troppo per lui." Fissa la mia moto sognante e scende. Già, suo padre... Angélica è troppo principessa per questo sport e suo fratello è troppo piccolo ancora. Mi risveglia dai miei pensieri:
"A che ora corri?"
Guardo l'orologio. Manca oltre un'ora... Ho un'idea.
"Fra un po'... Ti piacerebbe scaldare il motore?"
Mi rendo conto troppo tardi che suona malissimo, ma lei non ci fa caso e mi abbraccia.
"Dici davvero?!"
Annuisco e le poggio le mani sui fianchi, se fossi mio fratello la bacerei qui e ora, ma ho paura. Le passo un casco, lei salta su e monto dietro di lei.
"Dove ti porto?"
Poggio la testa sulla sua spalla e le rispondo:
"Dove vuoi, qui in zona."
Annuisce e scatta avanti, sorrido nel pensare che sotto le sue mani la mia moto scivola via leggera: mio fratello gratta i cambi, ma lei la sa far cantare davvero.
Se fosse la mia fidanzata, la porterei in giro così tutto il tempo, solo per averla vicino a me. Fantastico su cosa potremmo fare insieme in sella alla mia moto e non mi accorgo che siamo arrivati.
"Ale? Dovremmo scendere.."
Mi riscuoto, annuisco e scendo. Mi tolgo il caso e osservo meglio il posto. Certo... Il giardino della Villa. Siamo proprio vicino ad un laghetto, circondato da panchine ombreggiate da magnolie in fiore. 
"Non ti piace?" Mi chiede confusa.
"Perdonami, è il solo posto vicino che mi è venuto in mente e..."
La fisso e scuoto il capo.
"È bellissimo. Ma non ci torno da tanto...." Ci venivo da bambino, con lei e mia mamma. O con zia Tini ed Angie, quando suo fratello era piccolo. Ai nostri genitori questo posto piace tanto.
Angélica sorride, che bello quello sguardo.
"Io ci vengo a pensare... Lo trovo rilassante. Ho pensato potesse farti lo stesso effetto prima della gara."
Sono incantato dall'atmosfera: sembra un paradiso in terra.
"E a cosa pensi quando vieni qui?"
Si siede sulla panchina che guarda il lago e come inseguendo un suo pensiero dice:
"A tutto. A me, alla scuola, a Bea, a mio fratello... A te."
Mi siedo accanto a lei:
"A me?"
Arrossisce.
"È che ogni tanto vorrei non fossimo mai cresciuti. Eravamo così uniti una volta... Poi ora è diverso."
Ha ragione, penso fissando il lago. Prima potevamo giocare insieme e fare i fidanzatini perché eravamo bambini e non c'era nulla di male. Poi da che Antonio e Bea si sono messi assieme qualcosa fra me e lei è cambiato. C'è più timidezza in qualche modo. Adesso fatichiamo anche a darci un bacetto sulla guancia a scuola, perché per qualche motivo diventiamo viola entrambi.
"Già."
Che scemo. Potrei dirle milioni di cose o baciarla e basta e non riesco a fare nulla. Ho detto solo "già". Si suppone che alla mia età un diciassettenne abbia milioni di esperienze... Mio fratello gemello prima di mettere la testa a posto con Bea era il playboy della scuola e ha passato a fil di lama i cuori di troppe ragazze. Merito dei riccioli biondi da principe azzurro... O della risata spontanea. Io non ho ancora mai nemmeno dato un bacio, aspetto lei. Lei che, a scuola, fa strage e non se ne rende conto: i nostri amici le muoiono dietro e lei non li vede nemmeno. Dice sempre a Bea che aspetta "quello giusto". Forse potremmo aspettare insieme, anche se per me LEI è QUELLA GIUSTA.
La vedo avvicinarsi a me e non capisco, poi quando allunga una mano verso il mio orecchio vedo che toglie un fiore.
"Scusa... Era caduto." Le prendo la mano e lo guardo, è rosso ciliegia. 
"Grazie." Lo prendo delicatamente fra due dita e mi avvicino a lei per metterglielo all'orecchio.
"Sei.. Cioè, stai bene."
Ridacchia e fissa l'acqua, ma un leggero soffio di vento le fa cadere il fiore. Faccio per prenderlo, ma lei agisce contemporaneamente, così le nostre mani si sfiorano. C'è una strana energia in quel tocco, una scarica elettrica quasi. Ci fissiamo e mi perdo nei suoi occhi verdissimi... Fa per ritirare la mano, ma io la trattengo e la attiro a me. Sono a pochissimi centimetri dalle sue labbra, mi basterebbe nulla più che un pizzico di coraggio per baciarla. Ho una mano sul suo fianco e una nella sua, ed è quest'ultima che alzo a sfiorarle il viso. Le accarezzo i tratti e la sento sospirare, ha due occhi incantevoli...
Prendo il coraggio a due mani e sfioro le sue labbra con le mie, mi aspetto si ritragga, ma non lo fa. Dopo un solo attimo di esitazione risponde, ed è perfetto. Non ho mai baciato una ragazza prima, quindi ho paura, ma in un certo senso è come se qualcosa di innato agisse in noi. Ha labbra morbide, sanno di qualcosa fruttato, mi piace sentirle sulle mie. 
Mi piace stringerla a me, sentire la sua mano nei miei capelli... 
Mi piace lei. 
Mi piace questo "NOI".
Ci stacchiamo increduli e resterei in eterno a guardarla, perché ha uno sguardo... Le sollevo il mento e faccio per baciarla di nuovo, perdendomi nei suoi occhi verdi ombreggiati da lunghe ciglia scure. Stiamo per baciarci ancora, ma in quel momento squilla il mio telefono... Cazzo. La sveglia per la gara.
"Ehm... " Devo esser diventato rosso di imbarazzo. Lei si allontana da me, un po' dispiaciuta, ma sorride e mi accarezza una guancia. Ha dita delicate, da pianista.
"Tranquillo. Non... Cioè... Parliamo dopo, dai." 

Arriviamo alla pista trafelati: sta correndo mio fratello e il prossimo sono io. Porto la moto a bordo pista e la faccio controllare. Lei intanto si siede sulla staccionata che separa il gabbiotto dei meccanici dall'area di emergenza. Così la vedrò per tutta la corsa... Ma nella mia testa ancora ho in mente solo il nostro bacio, sento ancora il suo profumo ed ignoro le grida di mio fratello.
"Espinosa... Al segnale!"
Calo la visiera del casco e adesso sento solo la voce del mio tecnico. Al segnale scatto e penso solo che ogni giro è un passo in più verso la ragazza che attende vicino ai meccanici.
Primo salto, corsa, allungo, secondo salto, corsa, rientro... Di nuovo. All'ultimo giro in testa non ho la voce entusiasta del mio tecnico, ma solo il desiderio pazzesco di quelle labbra, che mi sorridono da lontano, sulle mie. Eseguo il salto e mi allungo verso le bandierine che segnalano la fine della pista.
Arrivo al traguardo, fra boati di gioia e sorrisi. Vedo mia mamma, con zia Tini, raggiungere Antonio, che sta letteralmente saltando. Adoro mio fratello: è così leale con me e non si arrabbia se lo batto in quasi tutti gli sport che pratichiamo assieme.
E poi vedo Angie, raggiunta da zio Jorge, che però, ottenuta la risposta che cercava, si allontana subito per vedere i risultati. La raggiungo, getto per terra il casco e la aiuto a scendere dalla staccionata.
"HAI VINTO!!!!"
Mi abbraccia e, senza poterci fare nulla, la sollevo e la bacio. 
Dopo un lungo istante o forse una vita, vedo il volto di mio zio sbiancare in stile "se proprio devi..."; zia Tini e mia mamma si abbracciano e mio fratello ci corre incontro con papà...
"Hey campione!! Brindiamo a te o a voi?"
Angie mi abbraccia e nasconde il capo contro il mio collo, poi si tira su:
"A lui... È stato bravissimo!"
Antonio ci guarda e le strizza un occhio.
"Sì, perché sapeva che premio lo aspettava! Grande bro!" E mi abbraccia.
Zio Jorge si avvicina, tenendo per mano Gabriel, il figlio di appena dieci anni, e per un solo istante temo voglia darmele... Ma mi ritrovo fra le sue braccia.
"Ottimo lavoro ragazzo mio! Però... Non... Non farla soffrire. È la mia sola figlia!" 
Gabriel mi tira la giacca della moto e io lo prendo in braccio:
"Un giorno ti insegno"
Annuisce entusiasta e chiede:
"Ma tu e mia sorella vi sposerete?"
Lo rimetto giù e cingo la vita di Angie, che si è appena riavvicinata a me...
"Lo scopriremo..."
Ma mentre la bacio nella mia testa so che ci sarà sempre e solo lei nel mio cuore. 

SEI MESI DOPO -Angélica 

Beatriz ed io dividiamo la camera in collegio da quando eravamo due bambine. In un certo senso, siamo come sorelle: un po' perché la scuola ci unisce da sempre, un po' perché i nostri genitori sono amici da una vita. Lei è la nipote di zia Cande e di zio Rugge, ed è la figlia adottiva di Alba e Facu. Zia Cande e Rugge hanno un figlio poco più grande di mio fratello Gabriel, Leonardo, e, prima di essere adottata da Alba e Facu, Bea viveva con loro.
Siamo tutti una grande famiglia, in effetti, perciò mi fa un certo effetto sapere che Bea ed io siamo innamorate di due fratelli gemelli, figli di una coppia che noi consideriamo di casa. Bea sta assieme ad Antonio, il ragazzo più desiderato della scuola, da oltre un anno ormai, ed io mi sono appena messa con suo fratello. Forse adesso siamo le più invidiate del collegio: nel nostro corridoio c'è sempre un gran vociare quando Anto o Ale passano da noi. Stasera, però, mi piacerebbe che il vociare restasse di sotto, nella sala in cui faremo il ballo di fine anno.. 
Io vorrei solo avere del tempo solo per me ed Ale, perché festeggiamo sei mesi e mi piacerebbe fosse una serata romantica.
"Terra chiama Angélica, pronto ci sei?"
La voce di Bea mi distoglie dai miei pensieri.
"Uhm più o meno..." Le sorrido e riprendo a guardare i vestiti che ho sistemato sul letto, per decidere quale indossare stasera. 
"Oddio, ma se ancora non sei pettinata e truccata come fai a decidere cosa metterti? Ma devo insegnarti tutto?"
Bea scoppia a ridere e mi trascina nel nostro bagno, dove comincia a scaldare il ferro e tirare fuori le trousse.
"Ma dai, Bea... È solo una serata!"
Cerco di mantenere la calma, ma dentro il mio cuore brucia un fuoco vivo. Bea inizia a contare sulle dita della mano, con sguardo critico:
"Certo. Festeggi sei mesi con il ragazzo di cui sei da sempre innamorata, al ballo della scuola, che seguirà la cerimonia di premiazione degli allievi più bravi e.. Uhm... Sei la prima della lista! Non mi dirai che pensavi di andarci in divisa!"
Sbuffo mentre afferro il babyliss e inizio a dare forma ai mie boccoli. Ho gli occhi troppi grandi, penso mentre mi guardo allo specchio.
"No... Anche se la divisa mi avrebbe dato meno ansia!"
Ridacchia e mi costringe a sedermi.
"Ci penso io. Dunque, cominciamo dalle basi. Che fine hai fatto fare a quel completino che ti ho regalato per il compleanno?"
Ah già... Arrossisco ricordando quel mini bustier in raso e pizzo rosa corallo con uno slip pendant in filigrana talmente sottile da essere invisibile. 
"Ehm... È incartato nel mio armadio?"
Annuisce e sentenzia:
"Ottimo. Stasera lo battezzi."
Divento del colore dei suoi capelli.
"Ma che dici?"
Sorride e mi fa l'occhiolino.
"Quanto credi che potrà ancora tenere a posto le mani quello? Eddai, lo capisco da come ti abbraccia e da come ti guarda che vorrebbe tanto fare altro."
Arrossisco di più. 
"Ma dai, ti prego. E se pure fosse siamo a scuola.."
Bea getta indietro la testa e ride di gusto:
"E allora? Dove pensi che lo facciano tutti qui dentro? Aspettano il weekend?"
Mi incupisco. Non che non abbia mai fantasticato sulla nostra prima volta, ma mi sono sempre immaginata un posto romantico... Che so.. Un letto bianco, una finestra vista mare... Delle candele... Forse un pianoforte. Non so perché ma c'è un valzer che adoro da quando ero piccola e se mi immagino la mia prima volta beh... Le note de "la trasformazione del cigno" mi vengono sempre in mente. Colpa della danza classica. In ogni caso, non a scuola. Che brutto!
"Guarda che lo so a cosa stai pensando.... Quindi io sarò la tua fata madrina e renderò tutto perfetto. Con il vantaggio che non ti darò un coprifuoco!"
Bea ridacchia e poi mi abbraccia.
"Sono così emozionata per te!" 
La fisso.
"Bea... Ma fa male la prima volta?"
Mi guarda a lungo e poi mi accarezza la testa.
"Un pochino sì, forse può uscire sangue... Ma siamo tutte diverse. A me non ha fatto male per nulla, in compenso mi sono vergognata da matti per quanto sangue è uscito. Però... Tranquilla. Se c'è amore vero, non ci si imbarazza."
Ricambio l'abbraccio e mi concentro sul mio riflesso. Ho davvero due occhi troppo grandi.
"Piantala di trovarti difetti. Sei perfetta."
Perché Bea sa sempre a cosa penso? 
"Coraggio donzella. Adesso pensiamo al trucco e al vestito."

Quando scendiamo in aula magna cerco con lo sguardo Alejandro e lo vedo accanto alla direttrice, intento a sistemare il microfono sul leggio. È bellissimo anche da qui: vestito scuro e camicia immacolata, alla quale ha abbinato una cravatta blu notte che illumina il suo sguardo. Alza il viso, ci vede e si blocca. Dura un secondo, poi ci sorride e saluta. Bea gongola.
"Ecco, visto? Già si immagina il seguito."
Arrossisco e controllo per l'ennesima volta il mio vestito. È un semplicissimo vestitino verde mare: senza spalline, con una fascia nera che lo stringe in vita, e corto al ginocchio. Lo ho comprato con mia madre, la regina di stile Martina Stoessel.. Dice che illumina i miei occhi. Ai piedi calzo un tremendo tacco 8, nero, fino come uno spillo e senza plateau. Mio fratello direbbe che sono "wow", sospetto non abbia mai imparato a dire "bella". Mio padre sorriderebbe e poi si guarderebbe attorno, come in negozio. Sospetto che non gli piaccia sapere che tutto quel siparietto lo stavo preparando per Alejandro. Adesso, però, penso solo che vorrei togliere in fretta le scarpe. Il mio flusso di coscienza è interrotto da Antonio, che ci raggiunge e bacia Bea molto castamente per i loro standard.
"Che fortuna accompagnare le ragazze più belle della scuola ai propri posti. Amore sei.."
Le sorride e le dà un altro bacio. È bellissima Bea, con un aderente abito a tubino, corto e nero e scarpe in tinta. Ha i capelli liscissimi, dopo il mio intervento magico, e lucidi come uno specchio e il loro tono rosso tramonto dà luce al vestito. 
"Angie mio fratello rischierà l'infarto, quando..."
Bea si dà una manata sulla fronte.
"Anto!!! Mi avevi promesso.." Lui la interrompe e annuisce, quindi mi saluta e se ne va via con lei, mentre io resto impalata lì, con Mrs Rodriguez che invita tutti a sederci. 
Mi siedo e mi ritrovo accanto ad Alejandro, bello come il sole e, ad occhio, nervoso quanto me. 
"Angie io... Cioè tu... Sei.." Non finisce la frase, diventa rosso e mi bacia dolcemente la mano destra, che continua a stringere per tutto il discorso dei professori e dei migliori alunni. 
Quando chiamano anche me sul palco, fatico a liberarmi dalla sua presa, e mentre ringrazio dal leggio per l'onore accordatomi mi infastidisce un po' vederlo chino verso suo fratello, riapparso da chissà dove, e non concentrato su di me.
Fra l'altro, Anto dove era sparito prima con Bea? 
Quando finalmente scendo dal palco metà della sala si è svuotata, saranno tutti nel giardino a godersi il rinfresco. È ancora abbastanza tiepida l'aria, nonostante sia giugno, quindi Bea aveva ragione a non darmi uno scialle. Vago un po' fra i tavoli e saluto i miei compagni, ma in realtà sto cercando Bea. Che illusa, sarà con Antonio da qualche parte. 
"Eccoti! Ti stavo cercando!" 
Bea arriva affannata verso di me, ma ha un sorriso a trentadue denti.
"Oh tesoro, ma perché ti nascondi? Ansia? Stai tranquilla, fai solo quello che ti senti, ma soprattutto.... Goditi il momento!" Mi abbraccia forte, mi mette in mano una pochette, mormorando "usala!" e mi spinge verso la hall.
"Ma io non ho ancora mangiato!!" Protesto 
"Esatto... Non ANCORA! E comunque non mangi con noi.. Hai un invito a cena!"
Non la capisco proprio. Ci avviamo verso le scale e lì troviamo Anto e Alejandro.
Io e Ale ci fissiamo stupiti e Anto strizza l'occhio a Bea.
"Signori, buona serata... Speriamo sia tutto di vostro gradimento."
E con ciò, prende Bea per la vita e la conduce via. Io resto ai piedi delle scale, e fisso il dio greco che ho davanti.
"Non eri in giardino?" Gli chiedo.
"Perdonami.. Avevo chiesto ad Anto e Bea di aiutarmi a prepararti una sorpresa e... Beh, dovevo rifinire gli ultimi dettagli."
Mi guarda intensamente ed io arrossisco. 
"Stasera sei... Bellissima. Cioè, lo sei sempre, ma..."
Non so dove trovo il coraggio, ma gli prendo una mano e mi ritrovo a un centimetro dal sul viso. Ha labbra perfette e cesellate, vorrei un bacio, ma non oso.
"Potrei fissarti per ore." Mi prende il volto fra le mani e mi bacia. Prima che me ne renda conto, mi solleva e mi porta al primo piano, verso il corridoio dei ragazzi. 
Mi deposita a terra con delicatezza e mi dà un altro bacio.
"Sono davvero nervoso, perché non so nulla di queste cose, ma... Spero ti piaccia.."
Apre la porta della camera che divide con il fratello e... Fatico a riconoscere l'interno.
I due letti sono stati messi uno accanto all'altro, rifatti come un letto matrimoniale e sul copriletto chiaro sono sparsi petali di rose rosse. Le scrivanie anche sono state messe una di fronte all'altra a mo' di tavolo, sono state coperte con un lenzuolo che deve fare da tovaglia e anche lì... petali di rose come un romantico tappeto. Candele bianche illuminano l'ambiente e la porta finestra con piccolo balcone è leggermente socchiusa. Mi guardo intorno, guardo lui e lo bacio, per la prima volta sono io a prendere l'iniziativa. Sento le sue mani accarezzarmi la schiena, il collo e scendere di nuovo, seguendo la mia spina dorsale. 
"Angie io..." Mormora fra un bacio e l'altro "... Io ti amo e beh... Sono stati i sei mesi migliori della mia vita finora."
Accarezzo le sue guance solcate da un accenno di barba.
"Non potevi farmi sorpresa migliore: è tutto perfetto."
Sorride timidamente, come quando eravamo piccoli.
"Credi?"
Annuisco e lo bacio.
"Dovremmo brindare."
Tira fuori da un secchiello porta ghiaccio una bottiglia di bollicine rosate e mi fissa:
"A noi?"
Sorrido e preparo due flûte, vai a capire dove avrà preso tutto questo armamentario di lusso. Il che mi fa venire in mente... 
Apro la pochette che è finita per terra e arrossisco adocchiando il contenuto. 
"Angélica?"
Si china su di me ed io vorrei morire quando vedo anche lui diventare paonazzo.
"No... È che... Oddio... Bea"
Ci fissiamo negli occhi e scoppiamo a ridere, così le bollicine che ha appena stappato finiscono addosso a me, sulla mia scollatura.
Tremo un istante solo, ma poi, vinta dalla curiosità, raccolgo una goccia con un dito e lo metto in bocca, come una bambina. 
"È buono..."
Mi perdo nei suoi occhi azzurri, improvvisamente più intensi e decisi... In un momento la sua bocca è sul mio collo, sento la sua lingua accarezzarmi dolcemente, incendiando ogni singola parte di me. Arriva piano al bordo della scollatura del mio vestito e si scosta, tornando timido. Lo accarezzo con una mano e lo guido dove ha paura di arrivare, sento le sue dita tremare mentre mi tira giù la lampo del vestito. Con un movimento molto goffo gli tolgo la giacca e cerco di slacciargli la cravatta, ma fra un bacio e l'altro non ho molto idea di dove metto le mani. Ci ritroviamo per terra, con i vestiti in disordine e un fuoco dentro. 
"Ahi" sibilo quando una delle mie ciocche finisce intrappolata fra sedia e pavimento. Mi tiro su e mi copro il bustier mezzo sceso con le mani, mi vergogno un po' di mostrarmi così.
Si alza, si slaccia la camicia e mi guarda.
"Angie... Io ti amo, e ora ho voglia di te. Ma non voglio farti fare nulla che tu non ti senta di fare... Quindi..."
Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e mi siedo sul letto. 
"Ho paura. Non lo ho mai fatto." E mi vergogno di questa confessione, non so perché.
Mi prende il viso fra le mani.
"Ho paura anche io e, come te, non lo ho mai fatto. Però so una cosa... Io ti amo. E se è qualcosa che vogliamo entrambi, non può fare male..."
Mi perdo nei suoi occhi azzurrissimi e lo bacio con desiderio, finalmente lo so:
"Anche io voglio fare l'amore con te. Solo... Non farmi male."
Annuisce teso e riprende a baciarmi, ci spogliamo con gesti goffi, inesperti e tutti e due siamo sorpresi nel vederci nudi per la prima volta. Ha un corpo tanto diverso dal mio, ed io non so che fare.
Si solleva e afferra qualcosa da per terra, lo vedo rigirarsi una bustina fra le dita.
"Adesso ho davvero paura."
Mi avvicino e lo bacio sul collo:
"Sono con te."
Il primo si rompe aprendo la bustina, il secondo rischiamo di metterlo a rovescio.. Il terzo sembra a posto, ma Alejandro è teso. Lo bacio e mi stendo sul letto, cerco di tranquillizzarlo.
Risponde, e fra mille carezze e altri cento baci accade. 
"Ahhhhhhhh"
Sospiro. Mi fa male, malissimo: è come cercare di rompere una banda elastica da palestra. Ma dura un attimo, perché poi la sensazione cambia... Chiudo gli occhi e mi lascio andare, cerco di seguire il suo ritmo, ma poi mi abbandono al suo movimento, che diventa sempre più veloce. Lo sento gemere e mi piace essere io il motivo di questo suono così nuovo per me.
Mi bacia a lungo ed esce da me... Io sono molto indolenzita... Ma anche rilassata, felice, beata, innamorata... 
"Ti amo Angie."
Lo bacio e mi sposto sopra di lui.
C'è una macchia di sangue sulle lenzuola, il mio sangue. E non so perché ma mi fa piacere sapere che è successo con lui. 
"Ti amo, Ale."
Afferro l'ultima bustina che ci resta e la apro. Stavolta non esito, perché voglio rivivere le sensazioni di prima, con lui. E adesso, voglio arrivare al momento migliore con lui, perché sono pronta. 

*casa Blanco*
Io e Martina siamo a letto da ore ormai, ma a me ha appena svegliato un pensiero. Un tic fastidioso, più o meno. O una sensazione strana. 
Devo schiarirmi le idee, così facendo attenzione a non svegliare Tini scendo dal letto e vado in cucina. Apro il frigo per versarmi del succo di arancia e oziosamente noto che manca il Bollinger. Lo avevo preso per festeggiare con Tini un certo anniversario, fra l'altro lo bevemmo da ragazzi la prima volta...
Oh no. 
È solo un pensiero. Ma stasera i miei figli hanno la festa di fine anno. Ale e Anto sono senior, quasi diplomati... E Gabriel continuava a fare avanti e indietro dalla cucina il weekend scorso. Al telefono con... Eh vai a saperlo. C'è un ballo. Mia figlia aveva acquistato dei tacchi che la fanno sembrare una dea... Oh no.
Decido di farle una chiamata, ma il telefono va in segreteria. 
Improvvisamente non riesco a togliermi quel bruttissimo pensiero dalla testa. Bambina dove sei?
Corro in camera e il caos sveglia mia moglie:
"Mi amor?"
La fisso, perché è così tranquilla?
"La festa... A scuola... Angélica... Il Bollinger... Alejandro... Il telefono!"
Martina sorride e mi attira a sé
"Ha fatto diciassette anni, mi amor. Sa tutto ciò che deve sapere. Non farà alzate di testa, torna a letto."
Mi bacia con dolcezza, ma mi resta l'amaro in bocca.
Perché ho la sensazione che mia figlia in questo momento sia così lontana da me? Perché? 

Collegio internazionale di Buenos Aires

C'è un telefono bianco che squilla, sul comodino di una bella camera doppia. 
Una bellissima ragazza dai capelli rossi legge il nome sul display. 
"Papà"
"Perdonami zio Jorge. Angélica stasera è la donna di un altro... E, con un po' di fortuna, un giorno benedirai il loro amore." E con il sorriso sulle labbra, Beatriz spegne il cellulare e si volta verso il ragazzo addormentato al suo fianco, fratello gemello del giovane che ha conquistato il cuore della bambina di un papà super sensibile e preoccupato. 
"Era lo zio?" Chiede Antonio
Bea annuisce.
"Si amano quei due. Lo zio lo capirà..."
E certo della cosa, abbraccia la sua ragazza, pensando che forse Facundo potrà dare una mano a zio Jorge. In fondo era passato per quella stessa strada solo poco tempo prima.

DIECI ANNI DOPO -Jorge

La guardo e mi innamoro all'istante, per la milionesima volta da quando la ho presa in braccio appena nata, ventisette anni fa. Ha i miei occhi verdissimi, ma tagliati quasi all'orientale, come sua madre, di cui è la giovane copia. I bei capelli, di solito lunghi e mossi, ora sono acconciati in un morbidissimo e spettinato chignon, per fermare il quale la pettinatrice ha usato lo stesso cerchietto di zaffiri che mia moglie indossò per le nostre nozze. Il vestito è da vera principessa: il corpetto è costituito da un elegante bustino in raso di seta, coperto da un trasparente ricamo in pizzo che le copre le spalle e forma anche le maniche a tre quarti. La vita minuta, che ha ripreso da sua madre, è evidenziata da un nastro di raso, al di sotto del quale parte la gonna. Lunga, dritta e morbida, interamente in raso, la gonna forma un piccolo strascico. Il velo è lo stesso che indossò Tini, il velo di nonna Stoessel, e stavolta tocca a me coprire il volto della sposa... Mi commuove vedere mia moglie sistemare a nostra figlia gli stessi orecchini di zaffiro che indossò lei quello stesso giorno di trentadue anni fa.
"Sei stupenda tesoro." 
Martina guarda nostra figlia ed io guardo loro. Io e Tini siamo invecchiati: leggermente appesantiti dall'età e con più rughe di una volta, ma mia moglie ha conservato intatto il sorriso che mi ha fatto innamorare. Ed io ho conservato il mio spirito. 

*"Zio Jorge... Dovrei parlarti." Mi dice Alejandro, di ritorno da una corsa di motocross. 
"Dimmi campione, ti ascolto." Sono orgoglioso del figlio dell'amico che considero un fratello da sempre, al punto da lasciarmi chiamare "zio" dai suoi due gemelli. Alejandro si è laureato tre anni fa, in scienze motorie, e da crossista amatoriale si è piano piano trasformato in campione nazionale. Ha ancora gli stessi riccioli scuri di quando era bambino, e gli occhi sono azzurrissimi, presi da chissà quale parente lontano. Somiglia tantissimo al padre una trentina di anni fa e di sicuro ha il suo stesso fisico muscoloso. 
"Ecco... Tu sai che io farei di tutto per Angélica e sai anche che sono innamorato di lei da quando eravamo solo dei bambini."
Annuisco: da quando hanno preso a uscire insieme, lei sedicenne, ho sempre paventato questo momento, a metà fra dolore e gioia. Ricordo bene il loro primo bacio alla pista di motocross, quando lui vinse il suo primo titolo.. Mia figlia è sempre stata il mio tesoro più grande, e in cuor mio so cosa mi sta per chiedere Alejandro.
Respira profondamente e continua:
"Ecco, vedi... Noi usciamo insieme dalle superiori ed io da allora non ho mai smesso un istante di amarla. Lei completa il mio mondo, senza di lei non ha senso tutto il resto. È intelligente, bellissima, talentuosa e ha una grazia naturale. Zio, se non sarà lei, non guarderò nessun'altra ragazza."
Mi fissa negli occhi.
"Posso avere l'onore della mano di tua figlia Angélica?"
Prima che possa rispondere entra Gabriel, mio figlio, già ventenne.
"Papà digli di sì, così saremo veramente fratelli!"
Lo guardo male:
"Hai origliato?"
Sorride sbuffando, e i suoi occhi nocciola brillano:
"No. Lo ho visto seguirti qui ed io sapevo che ti avrebbe chiesto di Angie. Papà, lo sai che anche io sono gelosissimo della mia bellissima sorella, però Ale è sempre stato un fratello per me. Non potrei pensare di dividerla con nessuno migliore di lui."
Alejandro lo guarda sorridendo e lo abbraccia tirandolo a sé:
"Eh certo piccola peste, che vita sarebbe senza il mio piccolo Gabriel combina guai?"
In quel momento arriva anche mia moglie, che ci guarda e sorride. Ha gli stessi occhi di mio figlio e la sua stessa spensieratezza.
"Cos'è, avete trasformato il mio studio in un club per gentlemen?"
Gabriel si libera dall'abbraccio di Alejandro e corre verso sua madre:
"No mammina. Ale ha chiesto a papà la mano di Angie."
Martina ancora un po' e sviene, ma per fortuna nostro figlio la sorregge e lei ci mette un istante a riprendersi.
"E...?"
Improvvisamente ho tre paia di occhi puntati su di me. Guardo a lungo Alejandro, che è visibilmente teso ma ha negli occhi tutto l'amore e la determinazione del mondo. Un po' come me, trent'anni fa di fronte a Mr Stoessel.
Lo abbraccio e, commosso, gli dico:
"Non potevo concedere la mano di mia figlia ad una persona migliore di te. Falla felice, lo merita."
Martina si divincola dall'abbraccio di nostro figlio e si precipita fra le mie braccia, commossa. Alejandro ha gli occhi lucidi e viene immediatamente sepolto da un Gabriel sovreccitato. E mia figlia, la mia bellissima Angélica, arriva in quel momento.
Lei è un giovanissimo avvocato e dalla ventiquattrore che ha in mano deduco sia appena tornata dall'ufficio. Si toglie la giacca e slaccia il fiocco della bella camicia, è una vera regina del foro.
"Che vi prende a tutti quanti? Oh.."
Arrossisce guardando Alejandro, che si ricompone e le si avvicina.
"Ciao Ale" lei sorride e fa per baciarlo, ma lui sceglie quel momento per inginocchiarsi di fronte a lei e prenderle la mano.
"Mi amor, ormai sono dieci anni che stiamo insieme ed io non riesco più a immaginare la mia vita senza te. Mi hai conquistato fin da bambina con la tua grazia, la tua leggerezza e la tua intelligenza. Sei una giovane donna appassionata e ogni volta che vedo i bambini che tuteli sorridere penso che nessun angelo saprebbe eguagliarti. Ti amo Angélica, e per questo.. Mi faresti l'onore di passare il resto della tua vita al mio fianco, come mia moglie?"
Angélica lo fissa in silenzio a lungo, molto a lungo, troppo a lungo... Sto male io per lui.
"Io ti amo Alejandro Espinosa. E sì, sarò tua moglie." 
Lui si alza, la stringe a sé e la bacia a lungo. Poi tira fuori la vera di diamanti che suo padre regalò a sua madre quando si fidanzarono. E in quel momento non posso non commuovermi. 
"Volevo un nuovo anello, ma poi ho dato ragione a mia madre: siamo cresciuti come una famiglia. Perché non onorare le tradizioni?" 
Angie fissa l'anello incredula e poi bacia il fidanzato con trasporto, ignorando i fischi di mio figlio e le lacrime di Martina. O le mie. 
Non ho perso la mia bambina: ho guadagnato un altro figlio, che conosco da quando aveva solo qualche ora di vita.*

Gabriel entra trafelato nella suite dello stesso Hilton in cui ci siamo sposati io e sua madre e strepita:
"Famiglia, basta farsi belli. Alejandro è un fascio di nervi e zia Mechi non può legarlo; inoltre, mamma zio Pablo ti aspetta per entrare in sala." Martina ed io ci allontaniamo dalla nostra bambina e Gabriel fissa la sorella con la bocca spalancata.
"Oddio Angie... Sei... Wow! Ale non sa cosa lo aspetta."
Lei arrossisce e lo abbraccia.
"Sono wow? Beh non sei male nemmeno tu. Mi aspetti all'altare?"
Lui la bacia in fronte commosso:
"Sono il più convinto dei testimoni."
E con passo fermo esce, seguito da sua madre, che soffia un bacio a me e alla nostra bambina. Beatriz, la nipote di Cande e la damigella d'onore, dà a mia figlia il bouquet di orchidee chiare e, dopo un bacio leggero per non rovinare il make-up, si avvia in sala. Io contemplo ancora un attimo mia figlia: quando uscirà da qui sarà Angélica Espinosa Blanco.
"Sei pronta piccola?"
Le chiedo mentre le copro il viso con il velo. Fa un respiro profondo e si appoggia al mio braccio.
"Sì. Solo... Non farmi cadere."
"Mai." 
L'ascensore ci porta fino alla bella terrazza, da cui si domina Buenos Aires. Ci sono tutti... 
In quel momento, il pianista inizia a suonare la marcia e con lentezza accompagno mia figlia dall'uomo che la sta guardando come uno che ha raggiunto il Nirvana. Mi concentro sul suo sguardo limpido come un cielo estivo e cerco di non pensare che questi sono i miei ultimi secondi da solo con mia figlia. Ma quando metto la sua mano in quella di Alejandro e lo sento sussurrarmi "ti voglio bene zio", capisco che non potevo lasciare mia figlia nelle mani di un uomo migliore. 

"E adesso, è il momento del ballo! Signor Blanco..." Il DJ mi risveglia dal dolce torpore in cui mi sto crogiolando, dopo ore di emozioni intense. Sorrido, alzo il bicchiere di champagne e raggiungo mia figlia, che sta parlando animatamente con la neo suocera Mercedes, il cognato Antonio e Bea, oltre al resto fidanzata con quest'ultimo.
"Piccola?" È meravigliosa, con i miei occhi verdi lucidi di emozione e le guance pesca di sua madre arrossate per il piacere del momento.
"Un ultimo ballo con il papà?"
Mi sorride, bacia Mechi e mi dà il braccio, così ci avviamo sulla pista. Parte il valzer più bello di Tchaikovskij, quello della Bella Addormentata. Nella mia testa ci sono le parole di chi ne scrisse la versione animata ed io trovo che non possano essere migliori: "vicino al mio cuor ogn'or sei tu"... 
Balliamo questo lento con gli occhi lucidi, e poi vedo Mercedes e suo figlio avvicinarsi a noi. Senza averlo programmato eseguiamo un change des dames perfetto e mentre ballo con Mechi, commossa alle lacrime, mi godo i miei due ragazzi, persi nel loro mondo. 
In quel momento entrano in pista anche Martina e Pablo, con cui ci scambiamo i partner e così, quando stringo mia moglie fra le braccia, mi lascio andare alle lacrime.
"Mi amor?" Chiede lei 
"Sono così felice. Ma mi mancherà tanto."
Martina sospira sulla mia spalla.
"Anche a me."
Tini, Tini amore mio... Angie è stato il più bel regalo che la vita potesse farmi, ma lasciarla andare verso la sua nuova vita mi spezza il cuore, perché adesso non sarò più il suo primo punto di riferimento. Sorrido a Pablo, che chiede al figlio l'onore di un ballo con la sposa e un po' lo invidio, anche se a mia figlia non potevo augurare suocero migliore. Angie esegue un piccolo inchino e torna dal marito, che la guida in un elegantissimo casqué e la bacia con trasporto sotto una pioggia di petali di rose. Sono davvero belli, e mi mancheranno tanto, penso mentre osservo Leonor, la figlia dei Goldschmidt, afferrare il bouquet che Angie ha appena lanciato dietro di sé. Vedo Gabriel correrle incontro e sussurrarle qualcosa, sotto la faccia sconvolta di Tomas. Amico... Il bello deve ancora arrivare, purtroppo per te. Anche se, mentre stringo mia moglie a me, e guardiamo i ragazzi uscire mano nella mano mi sento un uomo realizzato. Alejandro ha una moglie perfetta, ed io sono fiero di averla cresciuta. 
C'è una Aston Martin bianca decappottabile ad attendere gli sposi: è il regalo di nozze mio e di Pablo per loro. I fratelli hanno regalato un viaggio in Costa Azzurra, il loro sogno di bambini sarà ora realtà. Io e Martina guardiamo assieme a Pablo e Mechi i nostri figli salire in macchina, scambiarsi un bacio e partire, lui al volante e lei accanto, verso una vita che, mi auguro, sia felice almeno quanto quella che abbiamo noi.
"Mi mancherai piccola", penso rigirandomi fra le dita la rosa che mi aveva messo lei stessa all'occhiello. Martina mi bacia e restiamo a guardare la macchina allontanarsi nella notte serena. 
"Ti amo Jorge."
"Ti amo Martina."
"Buon anniversario mi amor.." 
Le prendo il viso fra le mani e la bacio. Questa vita non è vita senza te amore.
Eh già... Trentadue anni fa ci sposammo noi. Nostra figlia non poteva farci regalo migliore.


*Ciao mondo!!!!
Allora, perdonate l'assenza ma Celeste (namely me) si è appena trasferita in Francia e così... Immaginate il caos. Avevo i capitoli in serbo da tantissimo, ma non ho avuto tempo per pubblicarli. Mi scuso per l'assenza sia qui che nelle recensioni, ma Crazy_YDA e Caterina sanno che porto i loro commenti nel cuore.
Un grazie anche a ChibyRoby e Vale,ma un saluto speciale va alla mia Tinucha. L'epilogo della storia lei lo capirà, perché sa bene quanto mi tocchi da vicino... Anche se ancora vedo lontano l'abito bianco! ;) un abbraccio ragazze del mio cuore. Grazie ancora per tutto!


   
 
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