Greencity
Greencity distava qualche chilometro dalla foresta. Non sapevo perché stavamo andando proprio lì e allora decisi di chiederlo ad Edmondo. << Perché stiamo andando nella tua città? >> << Una volta arrivati, parlerò con la gente, dirò chi sei in realtà, dirò loro della minaccia dei diavoli e li attenderemo. Tu li puoi sconfiggere >> << No aspetta, mi sono persa quando hai detto che dirai chi sono in realtà >> << Non mi dire che ancora non l’hai capito >> << Beh io, ecco, avrei dei dubbi… >> << Ti facilito il lavoro allora. Tu sei la figlia di Edilberto ed in qualche modo sei stata catapultata nell’altro mondo quando pronunciò la formula >> << Bene andiamo >> Giungemmo nella città a notte inoltrata e vidi che era anch’essa ricoperta da uno strato di neve soffice, che rendeva l’aria quieta. Le case erano dipinte ognuna di un colore diverso e a quanto potei vedere quella gente non conosceva la tecnologia. C’erano delle candele appese nelle strade: erano accese, ma la cosa più strana era che esse non perdevano cera. << Come mai le candele non si consumano? >> << Ecco, noi non le chiamiamo candele. Sono delle lanterne magiche che si accendono all’imbrunire >> << E pensare che nel mio mondo serve tanta scienza beh, non per delle candele ovviamente, ma per la luce elettrica >> << Voi vi siete dovuti ingegnare di più, quindi dovreste essere più intelligenti. Avete creato la scienza, noi qui conosciamo solo la magia >> << Solo alcuni uomini hanno studiato a fondo la scienza, altri come me, ne conoscono solo una minuscola parte >> << Domattina convocherò un’assemblea e spiegherò loro ciò di cui abbiamo parlato prima. Ora entra in casa mia, la porta blu e concediamoci un momento di riposo. Tra due ore sarà l’alba >> Mi avviai in casa sua e vidi che c’era un caminetto, un tavolo, delle sedie e sicuramente nelle altre stanze c’erano i letti. Era una casa all’antica nel mio mondo, ma era comunque molto accogliente. << Vai in quella stanza a sinistra e riposa su quel letto >> << D’accordo >> Mi avviai e non appena aprii la porta vidi un letto con un lenzuolo bianco ed una coperta marrone e i muri tappezzati dalle immagini del bastone della Plakausiba. Non ci feci molto caso, mi appoggiai sul letto e mi addormentai.