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Autore: SpecialKlaine    11/03/2016    1 recensioni
Phil era un Deos Amoris, che si traduceva in 'dei dell'amore', ma Phil pensava che fosse molto pretenzioso. Alcune persone facevano l'errore di chiamare tutta la sua specie 'Cupidi', e non era giusto nemmeno quello. Il più famoso di loro si chiamava Cupido; sarebbe stato come chiamare tutte le persone che lavoravano in un negozio 'Stephen' perché il capo si chiamava così.
[Traduzione]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: AU, Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Give Me Love - 5 Disclaimers: I personaggi non ci appartengono e il testo è proprietà di - notanotherphanfictionblog -, l'autrice a cui abbiamo chiesto il consenso di tradurre e ripubblicare qui la fanfiction.











Give me love

V Capitolo

| capitolo originale |







Il giorno seguente fu tranquillo, e Phil non ebbe molto da fare.

Vagò un po' senza meta per le strade prima di arrendersi e dirigersi verso il parco vicino al suo garage. Fece una smorfia all'idea di tornare nel vecchio garage, perché era di nuovo allagato, ma questa volta l'acqua si era congelata, e quella mattina ci era già scivolato tre volte cercando di uscire.

Finì a sedersi su una delle altalene arrugginite e si spinse dolcemente avanti e indietro coi piedi, osservando il suo fiato che si trasformava in vapore nella fredda aria serale, intrecciandosi intorno al suo volto prima di scomparirgli davanti.

Sentì delle voci e realizzò che c'erano due persone sedute dall'altra parte del parco sull'amaca, che gli davano le spalle. Erano un ragazzo e una ragazza, e si stavano appoggiando l'uno sull'altro mentre guardavano il cielo. Phil realizzò che la ragazza stava mostrando le costellazioni al ragazzo mentre quello ascoltava, completamente sbalordito. Sorrise e li guardò, chiedendosi se stessero insieme o no. Gli umani erano esseri complicati, e Phil sapeva che un'amicizia tra di loro poteva essere forte quanto una relazione, ma comunque, sentiva che quei due sarebbero dovuti stare insieme- ogni tanto se lo sentiva.

Li guardò parlare ancora per un po', passandosi una sigaretta tra di loro e creando forme nel fumo denso ad ogni respiro. A Phil piacevano le persone così, che erano semplicemente a loro agio l'uno con l'altro, rendevano il suo lavoro molto più facile.

Appena posò la mano sul suo arco, Phil sentì qualcuno, e un altro ragazzo apparì, attraversando il parco e sorridendo, agitando la mano verso il ragazzo e la ragazza che erano già lì, che balzarono in piedi quando videro l'altro avvicinarsi.

Il nuovo ragazzo abbracciò l'altro freddamente, prima di girarsi verso la ragazza e baciarla con vigore, circondandole la vita con le braccia e stringendola forte.

Oh, quello complicava le cose, pensò tra sé e sé Phil mentre il suo volto sbiancò, rispecchiando quello dell'altro ragazzo, che stava fissando il vuoto, le braccia incrociate.

"Hai fumato di nuovo, piccola? Lo sai che non mi piace" Phil sentì dire al nuovo arrrivato, che aveva ancora un braccio stretto possessivamente intorno alla vita della ragazza.

Decise che non gli piaceva molto l'altro ragazzo.

Lei balbettò qualche scusa mentre il suo amico lo guardava con una smorfia, per poi illuminarsi leggermente mentre alzava lo sguardo verso la strada. Li salutò e strinse di nascosto la mano della ragazza mentre passava, dirigendosi verso la strada e sorridendo a qualcosa... oh. Qualcuno.

 C'era un'altra ragazza, che lo salutò con un abbraccio e un bacio prima di prendergli la mano, tornando alla strada dalla quale era venuta, si allontanarono insieme con le mani che dondolavano tra di loro.

Phil guardò mentre il ragazzo si guardava indietro prima di girare l'angolo, sorridendo dolcemente, ma con tristezza, alla ragazza, e sospirò dall'esasperazione. Gli umani erano decisamente troppo complicati, quei ragazzi avrebbero dovuto risolversela da soli. Phil non si occupava di rovinare relazioni già esistenti in nome di quello che credeva fosse giusto, sarebbe stato piuttosto controproducente.

Sperò che si potesse risolvere tutto e mentre si alzava dall'altalena, stiracchiandosi, espresse un desiderio silenzioso, che il ragazzo con gli occhi tristi e la ragazza che amava le stelle fossero felici, con chiunque stessero.


*

Phil tornò a vagare per la strada, evitando ancora di tornare al garage, dato che sarebbe stato solo un'altra notte insonne, seduto al freddo senza nulla da fare. La strada era praticamente vuota, ma come al solito poteva sentire la musica tuonante che proveniva dai pochi locali e bar che costellavano la strada. Riusciva a vedere le luci verdi e blu che brillavano fuori da un locale in cui la musica era particolarmente forte, e le persone dentro erano ancora più rumorose, le loro grida, le urla e i canti si sentivano fin dall'altra parte della strada.

Phil attraversò e rimase in piedi di fronte al club, osservando le luci brillare sopra alle sue scarpe.

"Vuoi entrare, amico?" chiese una voce roca, che fece sobbalzare Phil con un urlo.

"Io- uh-ok?" balbettò Phil.

L'uomo squadrò Phil dall'altro in basso con un sopracciglio alzato, e quello indietreggiò leggermente.

"Documento, per favore" chiede l'uomo, incrociando le braccia.

Phil cadde nel panico per un attimo, prima di realizzare che l'uomo probabilmente voleva il passaporto sul fondo del suo zaino. Era vecchio e sbiadito, in gran parte illeggibile, e Phil non riusciva a ricordare da quanto tempo ce l'avesse, ma per qualche ragione ogni volta che un umano lo guardava, per loro era un passaporto pieno di informazioni.

L'uomo esaminò il documento per un po' prima di ridarlo a Phil e farsi da parte, mostrandogli la strada verso la discoteca. Phil riusciva già a sentire il calore che irraggiava da lì mentre attraversava l'ingresso.

"Vai pure" disse l'uomo, impaziente, facendo sobbalzare Phil che si affrettò verso l'oscurità del club.

Phil trasalì e arretrò nel momento esatto in cui entrò nel locale, sopraffatto dall'opprimente odore di alcol e sudore misto con le luci accecanti e la musica rimbombante.

Fu istantaneamente risucchiato in un mare di corpi che saltellava e si strusciava insieme. Sgomitò per passare e andare dall'altra parte, cercando disperatamente di prendere fiato; aveva già deciso che non gli piaceva quel posto, e non riusciva a capire come tutti potessero divertirsi lì.

C'erano alcuni divani in fondo al locale, quindi Phil ci si buttò con un sospiro, guardandosi intorno e vedendo tanti tipi di persone diverse. C'erano persone che ballavano insieme come un grande gruppo, urlando e afferrando i loro amici quando iniziava una certa canzone, e altri al bar, a bere quanto potevano, e poi i pochi come Phil, sparsi in giro e seduti negli angoli, a osservare gli altri.

Qualcuno si divincolò dalla folla e barcollò a zig zag prima di cadere per terra, e Phil alzò gli occhi al cielo, non riusciva a capire come potessero trovare attraente l'idea di bere un liquido aspro finché non gli annebbiava così tanto il cervello che non riuscivano a stare in piedi.

Abbassò lo sguardo sulle sue mani, che erano secche e spaccate dal tempo freddo e le notti passate ad incidere le sue frecce. C'era una goccia di sangue tra due nocche, e fece una smorfia prima di asciugarla.

All'improvviso ci fu un tonfo accanto a lui, e il divano affondò, indicando la presenza di qualcuno sul posto di Phil. Una mano che teneva un drink verde acido apparì sotto al suo naso.

"Giuro che non l'ho drogato o altro, non sono un maniaco, solo che-" urlò una voce strascicata sopra la musica, per poi fermarsi mentre Phil alzava lo sguardo.

"Oh mio dio mi stai decisamente seguendo"

Era Dan, di nuovo, e Phil pensò che non poteva assolutamente essere solo una coincidenza, anche se immaginava che quella città non fosse tanto grande.

La faccia di Dan era rossa e gonfia, i suoi occhi erano acquosi con un paio di lacrime che scivolavano sul suo viso, era un disastro, e assolutamente infelice.

"Hai pianto?" chiese Phil, prendendo il drink e occhieggiandolo con una smorfia vagamente scettica prima di tornare a guardare Dan, che aveva velocemente asciugato le lacrime sul suo volto e si era sistemato i capelli.

"No. Beh, si. Ma non è un evento raro, specialmente quando sono un tantino ubriaco. E' patetico, ovviamente anche i miei amici lo pensano dato che mi hanno paccato" ridacchiò Dan senza gioia, alzando e spalle, e Phil istintivamente si avvicinò a lui, sentendo un moto di simpatia verso Dan, come ogni volta che vedeva il ragazzo.

"Non è una cosa molto carina da fare" disse Phil con disapprovazione, e sentì  Dan appoggiarsi leggermente a lui, lo lasciò fare, nonostante gli facesse male alla pelle che già bruciava, immaginò che il ragazzo avesse bisogno di un po' di conforto.

Dan alzò di nuovo le spalle.

"Credo di meritarmelo. Cosa ci fai qui, comunque? Non pensavo che fosse il tuo genere di posto."

"No-non lo è, ero solo incuriosito, volevo vedere come fosse, immagino" Phil non aggiunse che non era particolarmente impressionato, dato che sembrava che a Dan piacesse andare in posti del genere.

"Non sei mai venuto in una discoteca prima?" la voce di Dan si alzò di qualche ottava, e sembrò sinceramente perplesso quando Phil scosse la testa.

"Hai mai bevuto?"

Phil scosse di nuovo la testa, Dan lo fissò con gli occhi sgranati per qualche secondo prima che l'angolo della sua bocca si alzasse in un piccolo sorriso.

"Wow, lo rispetto."

Dan si fermò, abbassando lo sguardo al drink intoccato nella mano di Phil.

"Oh dio è stato davvero sconsiderato da parte mia prenderti un drink. Anche se non sapevo fossi tu. E' comunque- Merda."

Phil scosse la testa e sorrise, dandogli un pacchetta rassicurante.

'No no, grazie... ma cos'è?' Phil si accigliò al drink, era di un verdino blu, e sapeva di frutta mista a candeggina.

Dan rise.

  'Un cocktail. È il mio preferito. Sono un uomo così mascolino, che beve drink mascolini, ovviamente. Provalo, è buono.'

Phil portò il drink alla bocca, e storse la bocca all'odore, sentendo Dan ridacchiare piano vicino a lui. Chiuse gli occhi e prese un sorso, che gli bruciò subito la gola mentre lo ingoiava e gli lasciò un sapore disgustoso in bocca.

Phil sputò e assunse un'espressione disgustata, mentre Dan rideva istericamente

'Davvero ti piace?!' squittì Phil.

'A te no, immagino?' Dan stava ancora ridendo, tenendosi lo stomaco ridacchiando in modo incontrollato.

Lui scosse la testa senza rispondere e tese il drink a Dan, che lo sorseggiò con un sorriso sornione sul volto. Phil riprese a guardarsi in giro, accigliandosi alla musica alta che gli faceva ancora più male alla testa. Anche i suoi polmoni facevano male, capì che era dovuto all'agglomerato di odori opprimenti che riempivano costantemente quel posto, come fosse smog.

'Vuoi andare via?"

Dan toccò la spalla di Phil e quello su girò verso di lui, annuendo, prima di spostare lo sguardo verso il minaccioso ammasso di corpi che avrebbero dovuto attraversare.

Anche Dan sembrava averlo notato, perché finì il suo drink e strinse la sua mano intorno a quella di Phil, guidandolo attraverso la stanza e la folla con facilità, anche se stava barcollando.

Phil era grato del fatto che Dan gli avesse preso la mano perché, per quanto avesse bisogno che lo guidasse, Dan aveva bisogno che Phil lo reggesse in piedi.

'Dov'è che abiti?' chiese Dan quando uscirono per strada.

Phil lo tirò verso destra senza rispondere e si avviarono per la strada, e Dan finì di nuovo ad appoggiarsi pesantemente sulla sua spalla.

Quando raggiunsero la via dove era situato il garage di Phil, Dan si guardò intorno confuso.

'Vivi qui? Non sapevo che ci fossero case nei dintorni.'

Phil deglutì, e all'improvviso decise che non voleva che Dan sapesse dove viveva, perché avrebbe portato ad una serie di domande alle quali Phil non voleva rispondere.   

'Si, sono... uh sono alla fine della strada, ce la faccio da solo, puoi andare a casa adesso, okay?'

Dan annuì, ancora confuso, quindi Phil si sforzò di sorridere e voltò Dan verso la direzione della sua casa.

'Ci vediamo presto, allora' disse Phil, spingendo leggermente Dan per invitarlo a camminare, cosa che fece, barcollando per a strada e canticchiando a bocca chiusa.

Phil si affrettò verso il suo garage e aprì la porta, faticando mentre quella gemeva in protesta. Finalmente si aprì, facendo cadere le chiavi dalla mano di Phil nel processo. Caddero per terra in una pozzanghera, e Phil sospirò esasperato mentre si chinava per prenderle.

'Ti prego non dirmi che è qui che vivi?!' urlò una voce dietro di lui. Phil urlò e balzò in avanti, picchiando la testa contro la porta del garage prima di cadere all'indietro, dritto nella pozzanghera.

'Oh merda mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo che ero dietro di te'

Dan aiutò Phil a rialzarsi e Phil si girò per guardarlo, sentendo il freddo dell'acqua inzuppargli i pantaloni.

'Davvero però, tu vivi qui?' Dan sembrava sinceramente preoccupato, guardando nel garage e sussultando, trattenendo il respiro.

Phil sentì le guance infiammarsi per l'imbarazzo e abbassò lo sguardo per terra, lasciando che la frangia gli coprisse gli occhi.

'Non è così male' mormorò.

Dan emise un suono disgustato, per poi afferrare il polso di Phil e tirarlo.

'Non puoi rimanere qui, vieni da me' insistette.

'Sono rimasto qui ogni notte per un sacco di tempo' ribatté Phil, e Dan alzò gli occhi al cielo, sospirando

'Sì, ma adesso sei tutto bagnato, e preferisci restare qui-' Dan lanciò un'altra occhiata di disapprovazione al garage di Phil. '-O venire nella mia calda e comoda casa con il riscaldamento e un letto vero?'

Phil e Dan si fissarono con uno sguardo ugualmente sprezzante sui loro volti, Phil con le braccia incrociate e Dan con le mani sui fianchi.

Infine Phil si arrese e, alzando drammaticamente gli occhi al cielo, buttò velocemente il suo zaino, con l'arco e le frecce, dentro al garage, prima di chiudere la porta.

Dan gli prese la mano con un sorriso sornione e lo portò verso casa sua. 

Il castano stava barcollando decisamente meno adesso e probabilmente non aveva bisogno di tenere la mano di Phil, ma era caldo e col pollice stava disegnando cerchi sul suo polso, il che era carino, quindi Phil non ne parlò. Semplicemente strinse ancora di più la mano di Dan e riprese il passo vicino a lui, segretamente grato del fatto che Dan gli avesse offerto una notte lontano dalla sua fredda e solitaria casa di fortuna.



   
 
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