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Autore: Black Mariah    12/03/2016    5 recensioni
-Michael è un ragazzo dell'alta borghesia di New York, erede di uno dei più ricchi banchieri d'America. Sarah lavora in un supermercato per pagarsi i materiali per i suoi dipinti e aspira a diventare un'artista. Perfetti sconosciuti, conducono stili di vita diversi, vivono in contesti sociali diversi, ma c'è qualcosa che li accomuna: un letto di ospedale.
Il destino ha deciso di farli incontrare in un momento sbagliato: non possono parlarsi, non possono toccarsi, non possono vedersi.
Sarah passa il tempo facendo volontariato al General Hospital di NY e si troverà inaspettatamente a provare dei sentimenti per quell'estraneo in coma: Michael.-
Dal primo capitolo:
"I suoi tratti somatici erano dolci, molto belli e delicati per un ragazzo. Aveva i capelli castano chiaro tendente al biondo e il mento ricoperto da una leggera barba dello stesso colore. Il suo viso in svariati punti era segnato da escoriazioni, mentre le braccia nude, presentavano fasciature, lividi e tagli.
Se non si fosse trovata in quella situazione, e se non ci fossero stati quegli evidenti segnali di incedente, avrebbe scommesso che il ragazzo stesse dormendo beatamente"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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5 gennaio 2014
 
I primi giorni di lavoro erano passati e Michael si era ritrovato finalmente a spegnere il suo portatile, riordinare la sua scrivania e prepararsi per tornare a casa per il fine settimana.
I giorni di festività appena passati non erano stati dei migliori, però non si poteva nemmeno lamentare: tutto sommato la sua famiglia non gli era stata con il fiato sul collo come era solita fare, e lui in compenso aveva trascorso pochissimi giorni a casa.
Per la notte di fine anno aveva deciso improvvisamente di passare dei giorni fuori New York, per quello che a Sarah aveva definito come un “soggiorno romantico” con Sam e i suoi amici. Di rimando la ragazza non aveva obbiettato ed era apparsa anche abbastanza entusiasta della cosa. Aveva avuto modo di conoscere qualche amico di Michael al di fuori di Sam, e non le era sembrato fossero dei cattivi ragazzi, quindi era ben lieta che il ragazzo passasse del tempo con i suoi amici.
Non appena terminato il Capodanno da leoni che Sam e Michael assieme a Chad, Luke e Matt avevano trascorso, procurandosi un post-sbronza lungo quasi due giorni, Michael era stato catapultato nella triste realtà in cui suo padre era diventato il suo datore di lavoro e un super ufficio al quarantesimo piano della Trisher Bank aveva sostituito i suoi pomeriggi di studio nella sua camera di Princeton.
Fu un sollievo per lui chiudere a chiave la porta di cristallo del suo “ufficio” e mettersi in ascensore, allietato dal week end lungo che l’aspettava.
Era giovedì pomeriggio e l’indomani la banca sarebbe stata chiusa per l’ultima delle festività di quel periodo e lui ne avrebbe approfittato per passare un po’ di tempo con Sarah, che non vedeva dalla vigilia di Natale.
Allora che ci pensava, le feste non erano andate poi così male perché era rimasto a casa per soli quattro giorni ed era riuscito perciò a rimanere tranquillo, facendosi scivolare tutti i capricci di sua sorella grande e tutte le prediche di sua madre, senza innervosirsi o prendersela più di tanto.
Uscì dal grattacielo che ospitava l’attività di famiglia, si mise in macchina e si diresse a Brooklyn per poter rivedere finalmente la sua fidanzata. Sorrise a quel pensiero, pensando che alla fin fine anche se sembrava conoscere Sarah da tanto tempo, in maniera ufficiale si stavano frequentando da poco più di un mese.
Imboccò la strada per arrivare all’appartamento della ragazza e cercò di destreggiarsi tra il traffico della sera per poter arrivare il prima possibile. Avrebbe voluto tanto abbracciarla e baciarla, affondare il naso tra l’incavo del suo collo e la clavicola e inspirare il suo profumo.
Varcò il portone, prese l’ascensore e in qualche minuto si ritrovò di fronte la sua porta di casa: stava per suonare il campanello quando si accorse che la porta d’ingresso era socchiusa e che la ragazza lo stava aspettando seduta su uno sgabello.
-Entra, è aperto!- gli fece la mora e lui non se lo fece ripetere due volte.
Entrò lentamente nell’appartamento notando come la ragazza avesse già smantellato tutti gli addobbi di Natale, si girò e la trovò seduta nell’angolo in cui era solita avere i suoi quadri e i suoi materiali per i dipinti.
Sarah lo stava aspettando seduta ad uno sgabello con tre piedi, con in mano pennello e tavolozza dei colori ad olio.
Gli sorrise timida, un po’ stordita dalla presenza di Michael nel suo appartamento, non riusciva mai ad abituarsi all’idea che lui fosse lì con lei, e aspettò che si avvicinasse.
Non poteva alzarsi ed accoglierlo a braccia aperte altrimenti avrebbe perso la sua comoda posizione sullo scomodissimo sgabello in legno che si riprometteva ogni giorno di rifoderare o di sostituirne con uno di più comodo, per non parlare del fatto che avrebbe dovuto lasciare la tavolozza a terra, mettere il pennello nel bicchiere di acqua ragia e corrergli incontro.
Michael la guardò e le rivolse anche lui un sorriso: stava dipingendo e quella cosa lo lasciò particolarmente sorpreso.
Aveva sempre desiderato vedere Sarah dipingere e fino ad allora non gli si era mai presentata l’occasione, quindi ritrovarsela lì, seduta in una maniera a dir poco scomoda, con la tavola dei colori in mano e intenta a finire un quadro, lo destabilizzò un po’.
Sapeva quanto Sarah fosse brava e soprattutto quanto a lei piacesse dipingere, inoltre ricordava bene la sensazione delle sue mani sulla sua pelle, ogni qual volta che lo toccava o seguiva i suoi lineamenti. Ogni volta era come se lui fosse la sua tela e le sue dita i pennelli, e lui veniva catapultato in una dimensione onirica, quasi come se non si fosse ancora risvegliato.
-Ehi!- esclamò lui dopo qualche secondo di silenzio passato a studiare la figura della ragazza.
-Ciao- gli fece Sarah, abbozzando il suo solito sorriso timido.
Allora che ci pensava avrebbe dovuto darsi una sistemata prima di aprire la porta. Michael appariva splendido, elegante e affascinante come sempre, mentre lei probabilmente aveva i capelli in disordine, il trucco sbavato e il sex appeal di un criceto che gira sulla ruota.
Il ragazzo attraversò il loft e andò da lei, chinandosi e dandole un bacio sulla guancia.
-Da quanto tempo che non ci vediamo! Se passava qualche altro giorno mi sarei dimenticato che faccia hai!- commentò Michael ridendo, sbottonandosi il cappotto e lasciandolo sul divano.
-Ah, sentilo!- esclamò Sarah, fermandosi un attimo. -Quella che ha passato il capodanno a Miami non sono io!- aggiunse, fingendosi indignata.
Michael rise sotto i baffi e si avvicinò di nuovo a lei.
-Beh, quello non fa testo…- replicò il giovane.
-Ma come non fa testo?!- esclamò Sarah, girandosi a guardarlo di sbieco.
-E’ stata una decisione presa così in fretta e furia, non era stato programmato!- rispose Michael accennando un sorrisetto più che eloquente riguardo la baldoria fatta a Capodanno.
Sarah lo guardò per qualche secondo sospettosa, cercando di celare quel pizzico di gelosia che le stava partendo da dentro nel pensare a Michael e a Sam a fare chissà cosa sulla cima di un grattacielo.
-Sì certo…- commentò lei, riprendendo a dipingere per poter portarsi avanti il più possibile in quel lavoro che le era stato commissionato.
Michael notò di come la ragazza fosse tornata alle sue cose, non dimostrando poi così tanto entusiasmo nel vederlo come si era aspettato, ma cercò di non darlo a vedere, giustificando questo comportamento al solo fatto che fosse impegnata.
Fece un passo verso di lei e silenzioso iniziò ad osservarla mentre dipingeva. Passarono alcuni minuti e Michael era totalmente rapito da come la ragazza muoveva le mani, da come il pennello si muovesse delicato sulla tela o da come lei stendesse e immischiasse il colore per ottenere le sfumature.
Si sedette accanto a lei e fece vagare gli occhi sul paesaggio che stava dipingendo, cogliendone tutti i dettagli e i colori che la ragazza stava cercando di riportare sulla tela.
Sarah si accorse che il ragazzo si era seduto di fronte a lei e che la stava guardando insistentemente. Cercò di mascherare l’imbarazzo che stava provando nel sentire i suoi occhi vagare su di lei, ma il suo cuore come sempre aveva subito un’improvvisa accelerata e sembrava non volersi calmare.
-Lo stai facendo per qualcuno?- chiese improvvisamente il ragazzo, schiarendosi un po’ la voce.
-Sì, devo consegnarlo ad una signora per la prossima settimana- rispose Sarah, che stava cercando di tenere fissi gli occhi sul quadro –Sempre sperando che si asciughi…- aggiunse a voce più bassa.
Michael incurvò le labbra in un sorriso e le fece qualche altra domanda.
-E’ molto bello, è un paesaggio che esiste davvero?- chiese il ragazzo.
Sarah respirò piano, bagnò nuovamente il pennello nella tavolozza prendendo un verde molto scuro e riprese a dipingere sulla tela. L’acre odore dei colori ad olio le pizzicava il naso.
-Sì, è una signora Irlandese e mi ha dato una fotografia del luogo in cui è cresciuta. Credo sia una campagna vicino Dublino. Mi ha detto che ha visitato la mostra qualche settimana fa  e che siccome sta cambiando casa, voleva un quadro da mettere in soggiorno- rispose la ragazza, controllando alla meglio la respirazione e il battito del cuore.
Michael rimase in silenzio a guardarla e a studiarne i movimenti e notò di come appoggiata al cavalletto su cui Sarah stava dipingendo, ci fosse appesa una fotografia che ritraeva lo stesso soggetto che Sarah stava imprimendo sulla tela.
Era una campagna piena di fiori dai mille colori, con spighe alte e sottili, leggermente incurvate per il vento. Ogni elemento era reso con delle particolarissime sfumature arancioni che richiamavano la luce diffusa dal cielo. Era una campagna fotografata al tramonto o comunque durante un momento in cui il sole non è più alto nel cielo, ma la sua luce più tenue e meno accecante irradia comunque tutto ciò che sta attorno.
Michael abbozzò un sorriso e guardò con soddisfazione quella ragazza che gli stava di fronte.
Sarah era tenacie, intelligente, premurosa, vera, sempre opportuna. Era un misto di qualità che non era mai riuscito a trovare contemporaneamente in una sola donna e quella era la cosa che lui più adorava di lei.
Non solo era fine, bella e delicata, ma sapeva cosa significava sacrificarsi e lavorare duramente per raggiungere i propri obbiettivi, e tutte le fatiche che lei sopportava, riusciva a tramutarle in bellissimi quadri, in disegni fatti con la china o con il carboncino e anche in semplici fotografie.
Si alzò e andò verso di lei per poter guardare meglio il suo lavoro e per poter avere un contatto più profondo.
Sarah sentì Michael poggiarle le mani sulle spalle e alzò il viso a guardarlo. Abbozzò un sorriso e il biondo fece lo stesso, chinando immediatamente la testa e lasciandole un bacio sulle labbra.
All’inizio la ragazza sembrò titubante per quel contatto, in quelle due settimane aveva pensato a lui notte e giorno e riscoprire di nuovo la sua presenza fisica la destabilizzò un po’.
Anche per Michael fu stranamente la stessa cosa: era vero, tra loro non c’erano mai stati dei veri  e proprio momenti di intimità, ma prima di Natale passavano molto tempo insieme e si era abituato a baciarla, a stringerla a sé o ad essere inebriato dal suo profumo, e quel nuovo contatto con le sue labbra gli fece partire un brivido da dietro la schiena fino ad arrivare alla nuca.
La baciò lentamente, muovendo piano le sue labbra su quelle della mora e le prese il viso tra le mani.
-Mi sei mancata in queste settimane- sussurrò Michael con voce bassa e profonda, incatenando i suoi occhi blu in quelli più scuri di Sarah e seguendo il profilo del suo mento con il naso.
La ragazza si morse un labbro, cercando quasi di trattenere ancora per qualche secondo il sapore del ragazzo e poi rispose con voce tremante –Anche tu-
Si sporse maggiormente, ancora con pennello e tavolozza in mano e annullando di nuovo la distanza che si era creata tra loro, baciò il ragazzo, che questa volta molto più convinto e con meno lentezza, prese il viso di Sarah tra le mani e intrecciò con foga e passione la sua lingua con quella della ragazza.
Improvvisamente quella sensazione riguardo al fatto che la ragazza non fosse felice di vederlo sparì e fu sostituita dalla voglia di stare con lei, di parlarle, di baciarla e di passare la notte insieme, raggomitolati tra le coperte, allietati dal tepore del piumone soffice e morbido.
-Hai da fare molto? Ordino la cena?- chiese il ragazzo, staccandosi un attimo dalle labbra della ragazza e riprendendola a guardare dall’alto.
Sarah deglutì quel poco di saliva che le restava in bocca e cercò di rispondere, apparendo calma e all’apparenza concentrata sul disegno.
-Finisco un attimo questo pezzo di erba e ho fatto- iniziò a dire la ragazza –Per la cena, non ho nulla di tuo gradimento, credo. Ho delle patatine surgelate e dei bastoncini di pesce…- fece Sarah, immaginandosi già la faccia sconvolta del ragazzo.
Michael la guardò di sbieco e in malo modo, che cosa significava patatine surgelate e bastoncini di pesce? Cos’era l’antipasto?
-Non dirmi che non hai nemmeno una delle tue insalatine multicolor…- commentò il ragazzo, aprendo il frigorifero e iniziando a sbirciarvici dentro.
Sarah alzò gli occhi al cielo e riprese a spennellare la tela.
-No, le ho finite e non ho avuto tempo di fare la spesa…- iniziò a dire Sarah.
-Ma domani è la Befana! Che ci mangiamo?- chiese lui, seriamente intimorito da quell’affermazione. Che cosa significava che non aveva fatto la spesa?
Sarah si girò a guardare Michael e trattenne una risata, notando di come il ragazzo fosse seriamente spaventato da quella cosa.
-Non sapevo rimanessi a mangiare qui- commentò spaesata la mora, prendendo atto solo allora di quella cosa.
-Beh, secondo te dove sarei andato?- replicò Michael alzando un sopracciglio e mettendosi a braccia conserte. In quel momento si rivedeva quasi in sua madre quando assumeva quella stessa posizione.
-E che ne so! Comunque, al massimo domani mattina esco un attimo a comprare qualcosa- fece Sarah cercando di rimediare. Se magari lui l’avesse avvisata, si sarebbe organizzata di conseguenza. E poi allora che ci pensava, sarebbe rimasto a dormire da lei?
Michael la guardò ancora titubante, arresosi al fatto che avrebbe mangiato pochissimo quella sera e cercò di non pensarci. Si diresse verso la cucina e iniziò a togliere dal congelatore i pacchi di cibi surgelati e dopo qualche minuto ritornò a sedersi accanto a Sarah.
La ragazza respirò più rumorosamente quando si rese conto che Michael la stava osservando di nuovo, e cercò di non tremare molto con la mano, anche perché altrimenti quello stelo che stava sfumando, avrebbe dovuto rifarlo.
Michael si accorse del fatto che la ragazza si fosse irrigidita non appena accortasi della sua presenza e sorrise sornione, intenzionato a torturarla un po’ sia per divertimento, sia per vendicarsi della scarsa cena che gli aveva fatto trovare.
Allungò una mano e gliela poggiò sulle spalle per poi lentamente scendere sulla schiena e iniziarla a massaggiare. Michael sentiva sotto le sue mani sia il tessuto del maglione che Sarah stava indossando, ma anche la sua pelle morbida che si stava sciogliendo e rilassando un po’. Mise le mani nell’apertura superiore della maglia ed entrò in contatto diretto con la pelle di Sarah.
La mora inizialmente si irrigidì ulteriormente, ma poi cercò di  abbandonarsi e di rilassare i muscoli sotto le mani lisce di Michael.
Il ragazzo le prese prima il collo tra le mani e poi portò le mani in avanti, massaggiandole le clavicole.
Sarah dovette un attimo fermarsi, sia perché era stata colpita da una leggera tachicardia e sia perché il tremolio alle mani sembrava non voler passare.
Chiuse gli occhi e tirò il collo all’indietro, quel tanto che bastava per appoggiare la testa sul busto del ragazzo e poter rimanere in quella posizione per qualche minuto.
-Fammi finire- sussurrò la ragazza, non appena Michael si chinò nuovamente su di lei e iniziò a seguire con le labbra i suoi lineamenti, lasciando baci sparsi sul suo collo e sulle sue labbra.
Michael trattenne un sorriso e le diede un bacio sulla gola. Più che una richiesta gli era sembrata una preghiera.
-Non sai fare due cose contemporaneamente?- chiese sornione lui, malizioso e divertito da quella cosa. Fece scendere la mani sui fianchi della ragazza e spostando la sedia si mise accanto a lei.
Sarah deglutì e alzò gli occhi al cielo. Era sempre molto simpatico quando quello a soffrire non era lui.
-Mi metti ansia se mi guardi così- commentò la ragazza, accorgendosi di come il biondo si fosse messo accanto a lei e stesse seguendo tutti i suoi movimenti.
Michael scoppiò  ridere ma non si lasciò comandare.
-E dove me ne dovrei andare? Non c’è molta scelta- asserì lui, non distogliendo mai gli occhi dalla sua figura. La scrutò con attenzione, studiando silenziosamente tutti i suoi lineamenti. I capelli ondulati e lunghi erano raccolti una specie di tuppo disordinato da cui uscivano ricadenti le punte rossicce, le sue labbra erano visibilmente gonfie e arrossate forse per il freddo, gli occhi con un filo di trucco un po’ sbavato.
La ragazza stava indossando un pantalone di tuta largo e un felpone grigio di almeno due taglie più grandi, e il tutto era coronato da un paio di calzettoni di lana antiscivolo di vari colori.
Michael doveva ammettere che nessuna ragazza si era mai fatta trovare in quel modo così comodo e naturale da lui e per qualche strana ragione fu entusiasta della cosa. Per quanto Sarah potesse essere timida e ci tenesse a fare bella figura con lui, era una ragazza vera, in ogni cosa che faceva, e quello era il perfetto abbigliamento per rimanere in casa, in una serata di inverno, a fare qualcosa come dipingere.
Mentre era praticamente attratto e incantato dal modo in cui il pennello si stava muovendo sulla tela, da come il colore veniva steso e si univa a quelli già presenti sul quadro, non resistette e allungò le mani, prendendo Sarah dal bacino e avvicinandosi a lei.
Le iniziò a baciare il collo, poi lentamente fece salire le mani fino ad arrivare fin sotto al seno.
-Michael- commentò Sarah con voce tremante, mossa da brividi lungo la schiena. A causa dell’emozione che Michael le stava suscitando il pennello le era sfuggito e aveva macchiato una parte di tela bianca immediatamente sotto il disegno che stava terminando.
Michael si accorse della cosa e cercò di scusarsi in qualche modo, sinceramente dispiaciuto ma anche divertito da quella cosa. Era piacevole notare così palesemente l’effetto che lui faceva a Sarah. Blake non glielo aveva mai dato a vedere, così come quelle decine di ragazze al campus con cui si era fermato sì e no un paio di notti.
-Scusa, scusa- fece il ragazzo, ritraendo le mani, ma non fermandosi nel baciarle il collo.
La ragazza sospirò, mandando al diavolo quel quadro per quella serata, tanto valeva riprenderlo il giorno dopo e finirlo.
-Sei diabolico- commentò lei, lasciando il pennello nella coppetta dell’acqua ragia e lascando la tavolozza sul tavolino dei colori  e dei pennelli.
Michael sorrise, soddisfatto per essere riuscito nell’intento di distrarla e farla sua per quei minuti e di rimando si sporse a baciarla sulle labbra, dischiudendogliele con la lingua.
Sarah si girò di profilo e si fece baciare così lentamente e delicatamente da Michael, che quasi le sembrava che il ragazzo le stesse accarezzando le labbra. Aprì gli occhi e allungò una mano per prendergli il viso e per avvicinarlo al suo, e vide Michael sorridere sornione per la sua risposta.
Si baciarono lentamente per qualche minuto, ricordandosi tutte le sensazioni che erano soliti provare quando le loro labbra si incontravano. Michael mosse con passione le labbra sopra quelle della ragazza, cercando di intrecciare la sua lingua con quella di Sarah in una danza lenta e ritmata. La strinse di più a sé e Sarah si sporse di più verso di lui, aggiustandosi e potendolo finalmente guardare negli occhi. Gli sorrise debolmente, ritrovandoselo praticamente attaccata e poté sentire il profumo del suo dopobarba ancora fresco dopo una giornata di lavoro, e lei lo inspirò come se fosse ossigeno puro.
-Com’è andata in banca?- gli sussurrò lei, mentre Michael era ancora impegnato a depositarle tanti baci lungo tutto il viso e il collo.
-Non così male come mi aspettavo- rispose lui, colto improvvisamente da una scarica di adrenalina nel momento in cui sentì sotto le dita il gancetto del reggiseno della ragazza.
Sarah gli stava per fare un’altra domanda, ma quando sentì le mani di Michael vagare sulla sua schiena e girare attorno al gancio del suo reggiseno, si bloccò, colta da un improvviso batticuore.
Le si mozzò il respiro e rimase qualche secondo ad osservare le labbra leggermente dischiuse del ragazzo e a farsi cullare dal suo respiro, sollevandosi e abbassandosi poiché appoggiata al suo petto.
Alzò lentamente gli occhi e incontrò quelli blu di Michael, che non aveva mai visto così da vicino. Si perse in quelle sfumature cerulee e lapislazzuli e uno strano languore dal basso ventre le partì, fino a terminare con un leggero crampo allo stomaco.
Era una sensazione che non aveva mai avvertito prima di allora, nemmeno quando si ritrovarono nudi nella doccia o nel suo letto.
Fece un respiro profondo e si sporse di nuovo a baciarlo, annullando non solo le distanze tra i loro visi, ma anche quelle fisiche. Sentì il petto di Michael contro il suo, i suoi capelli tra le dita, il suo bacino contro il suo e continuò a baciarlo fino a quando non riuscì più a respirare.
Si staccò da lui per prendere aria e si ritrovò Michael di fronte a lei con l’affanno, i capelli disordinati a causa delle sue dita, e la mascella serrata. Il ragazzo stava cercando di calmare la respirazione, ma risultò un’impresa ardua.
Sarah non l’aveva mai baciato in quel modo, non l’aveva mai stuzzicato in quella maniera e quella cosa lo aveva un po’ destabilizzato. Gli occhi castano chiaro della ragazza erano ancora fissi nei suoi e gli sembrava quasi gli stessero guardando fin dentro all’anima. Sentiva il suo sguardo dentro di lui, quasi dentro le sue membra, e il tutto era accompagnato dal galoppo del suo cuore impazzito nel petto.
Sarah respirò di nuovo piano, non riusciva a dire nulla, sapeva solo che era arrivato il momento, che era arrivato il momento di concedersi completamente a lui, perché Michael non sarebbe stato mai più così bello e i suoi occhi non l’avrebbero mai più guardata in quel modo.
Non disse nulla, si aggiustò solo sulla sedia e lentamente fece vagare le mani sul petto del ragazzo. Le fece scendere giù fino ad arrivare all’orlo del maglione blu che stava indossando e iniziò ad alzarglielo.
Michael vide Sarah guardarlo in un modo strano e poi sentì le sue mani vagare su di lui alla ricerca dell’orlo del maglione. La guardò stranito, totalmente sorpreso da quella mossa, e quando capì che Sarah gli stava sfilando il maglione, ebbe quasi un cedimento. Cosa voleva fare?
Rimase immobile qualche istante, giusto per capire fin dove la ragazza avrebbe voluto spingersi, ma quando Sarah arrivò con il suo maglione fin sotto le braccia, dovette alzarle per aiutarla a sfilarglielo del tutto.
-Dovresti cercare di facilitarmi il compito…- disse a bassa voce Sarah, cercando di mascherare il fatto di essere totalmente terrorizzata da quello che stava per fare, e soprattutto ignara di come andare avanti.
Michael la guardò e accennò un sorriso. Alzò le braccia e si sfilò il maglione, rimanendo in camicia bianca di fronte a lei. Si sporse verso di lei e riprese a baciarla, mentre prese la ragazza dai polsi e si portò le sue mani sul petto, in modo tale da farle sbottonare la camicia.
-Così ti è più facile?- chiese lui con voce bassa e roca, incurvando le labbra in un sorriso a metà tra il malefico e il compiaciuto.
Sarah deglutì e rispose a fatica.
-Ora vedremo- commentò, nascondendo l’imbarazzo e cercando di far smettere alle mani di tremare.
Fece scivolare le mani sul petto del ragazzo, sempre guidata da lui e poi prese a sbottonare lentamente i bottoni della camicia.
Piano piano, il petto tonico e liscio del ragazzo iniziò a rivelarsi e Sarah non resistette alla voglia di accarezzarglielo e di baciarlo con le labbra. Michael assecondava i suoi movimenti compiaciuto e cercò anche lui di darsi una calmata, se non voleva far finire tutto troppo presto. Avrebbe tanto voluto prenderla e sbatterla sul letto, mettersi sopra di lei e iniziare a farle provare sensazioni che non aveva mai provato prima di allora, ma si fece cullare dalle carezze dolci e gentili di Sarah che gli stavano causando tanti brividi lungo la schiena e dietro al collo.
Sarah tolse via la camicia da Michael e il ragazzo rimase a petto nudo di fronte a lei. Fece vagare veloce gli occhi sulla sua figura e gli si mozzò quasi il respiro al pensiero che probabilmente sarebbe stata schiava di quel corpo così perfetto nelle ore successive.
Arrossì al pensiero di quello che aveva deciso di fare e Michael se ne accorse, al che la prese per il mento, avvicinandosi a lei e facendole riscoprire un nuovo contatto con la sua pelle nuda, e  le sussurrò nell’orecchio –Adesso è il mio turno-
La ragazza trattenne un sorriso e cercò di spingerlo via, ma Michael con un gesto più veloce la prese dai polsi e la trattenne vicino a sé.
-Da dove vuoi che inizi?- disse sornione, con voce bassa e tremante per l’eccitazione. Anche lui moriva dalla voglia di spogliarla.
Sarah lo guardò imbarazzata e abbassando un po’ lo sguardo, attratta dal profilo definito dei suoi pettorali, disse a bassa voce –Da dove vuoi-
Michael incurvò le labbra in un sorriso quasi di vittoria e la prese dai fianchi. Fece scendere le mani lentamente sulle cosce, poi passò le dita sopra l’elastico della tuta, allargandolo e facendolo scivolare in basso.
Sarah sentì immediatamente freddo alle gambe, ma il calore che stava provando dentro e il fuoco che le stava riscaldando le membra avrebbero sciolto anche i ghiacciai dell’Antartide.
Michael si soffermò un attimo a guardare le sue gambe lunghe e lisce e poi alzò lo sguardo per incontrare quello imbarazzato della ragazza. Le sorrise e prendendola per i fianchi se la avvicinò al bacino e la baciò, facendole sentire quello che lui stava provando in quel momento.
-Sei sicura?- le chiese, incatenando le sue iridi blu con quelle marrone cangiante della ragazza. Non servì aggiungere niente a quelle parole, avevano entrambi capito.
Passarono alcuni secondi prima che Sarah rispondesse ed entrambi poterono giurare di riuscire a sentire i battiti dei rispettivi cuori.
-Sì- rispose Sarah con un sussurro, muovendo lentamente la testa e guardando incantata le labbra del ragazzo.
Nel sentire quella risposta Michael tirò un respiro di sollievo e poi si comportò di conseguenza.
Sorrise malizioso e fece scivolare le mani lungo la schiena di Sarah, fino a portargliele sui glutei. La tirò di nuovo a sé, facendo incontrare i loro bacini e sentì Sarah respirare un po’ più rumorosamente.
La ragazza, sempre con mani tremanti, si staccò dal collo del ragazzo e scese giù, fino a trovare la cinta di cuoio dei jeans e ad aprirne i bottoni.
Nel momento in cui Sarah mise le mani sul suo pube, Michael strinse di più la mascella, irrigidendosi un po’. Le punte delle dita della ragazza stavano combattendo con la cerniera dei suoi jeans e quel contatto involontario e delicato lo stava facendo quasi impazzire.
Si morse un labbro facendosi sfuggire un sospiro e Sarah se ne accorse bloccandosi.
-No…continua- fece Michael con voce gutturale, il cui petto si alzava e si abbassava con velocità.
Sarah gli diede un’occhiata veloce e lo trovò stranamente non molto padrone delle sue azioni e si chiese il perché: in fondo non stava facendo nulla di che a detta sua, e non stava nemmeno cercando di fare qualcosa di sexy o da un certo grado di eroticità.
Continuò ad abbassargli la cerniera e intravide da sotto il jeans i suoi boxer grigio scuro, e dovette prendere un attimo fiato. Spogliare Michael si stava rivelando il più difficile del previsto.
Quando Michael sentì le dita di Sarah abbassargli completamente la cerniera e cercare di abbassargli i pantaloni, non resistette e facendo un passo in avanti, spinse la ragazza verso il letto sotto la grande finestra vetrata.
Con ancora i pantaloni leggermente calati, portò Sarah al centro del letto ed entrambi si sedettero sulle ginocchia.
Michael si allungò verso di lei, rubandole un altro bacio ed assaporando di nuovo la sua bocca con la lingua e contemporaneamente sollevò la felpa della ragazza, sentendo sotto le mani la sua pelle nuda.
Sarah alzò le braccia e lo aiutò a farsi sfilare la felpa e rimase per qualche secondo titubante e vergognosa di fronte a lui.
Sapeva che non c’era nulla di lei che Michael non aveva già visto, ma ritrovarsi in biancheria intima di nuovo di fronte a lui, fu comunque abbastanza difficile, considerando anche il fatto che questa volta il ragazzo non si sarebbe fermato.
Si tolse i calzini e Michael nel frattempo si tolse le scarpe e si sfilò i pantaloni, rimanendo in boxer di fronte a lei e in ginocchio sul suo letto.
Il ragazzo fece vagare gli occhi sul corpo della mora e non riuscì a trattenere un sorrisino di soddisfazione: Sarah aveva un corpo a clessidra, dei fianchi e delle spalle pronunciate, glutei e seni sodi e lui stava morendo dalla voglia di immergersi dentro e di poterle togliere quel maledetto reggiseno.
Con un gesto deciso la avvicinò a sé e la spinse verso il suo bacino. Era da tempo che non stava con una ragazza e perciò tutte le sensazioni gli sembravano amplificate e lui avrebbe voluto dare a Sarah una prima notte di amore perfetta.
Sospirò sentendo il pube della ragazza pressato contro il suo e vide Sarah dischiudere le labbra e iniziare a respirare più velocemente. Avrebbe voluto farla sua in quel momento stesso, ma decise di fare tutto con lentezza e con calma, per il bene di entrambi.
Si sedette e portò Sarah sopra di sé. La ragazza intrecciò le sue gambe al bacino di Michael e si aggrappò alle sue spalle, rimanendo però ad una distanza minima dal suo viso.
Le mani calde di Michael salirono lungo la schiena della ragazza e viaggiarono fino ad arrivare ai capelli, ancora raccolti in quella specie di coda disordinata. Michael vi fece passare le dita e sciolse l’elastico, facendole ricadere i capelli lunghi e ondulati sulla schiena.
-Così sei perfetta- le sussurrò nell’orecchio, iniziandole a baciare il petto e a massaggiarle la schiena.
Sarah cercò di controllare la respirazione, ma non ci fu verso di darle un ritmo meno concitato.
La mora schiuse le labbra e chiuse gli occhi cercando di rimanere razionale di fronte a ciò che Michael le stava facendo, ma non ci riuscì molto.
Il ragazzo salì dal collo alle labbra e lei si avvicinò di più a lui, incastrandosi maggiormente tra le sue gambe. Sospirò sentendo l’eccitazione di Michael sotto di sé e dopo aver intrecciato le dita tra i suoi capelli, lo baciò lentamente, prendendo il suo labbro inferiore tra le sue labbra e assaporandolo.
Michael sospirò e si fece più vicino a lei, prese ad accarezzarle i fianchi e poi con una mano salì dalla sua pancia al suo seno, e poi sotto il collo.
Sarah rimase immobilizzata dal tocco sensuale del ragazzo e iniziò a respirare veloce, cercando di studiare i suoi movimenti e i suoi lineamenti perfetti.
Michael la baciò di nuovo e poi si staccò un attimo da lei, guardandola negli occhi.
Sarah appariva con le guance rosse, le labbra gonfie e arrossate, il petto arrossato e i capelli un po’ disordinati, ma non era mai stata così bella e sexy.
-Smettila di guardarmi in quel modo- disse lui con voce roca per l’eccitazione.
A Sarah sembrò quasi non aver capito bene –Così come?- chiese a fatica.
Lui sorrise sornione, quel briciolo di razionalità che gli rimaneva, gli permetteva ancora di fare battutine stupide o di comportarsi dal solito piacione che era.
-Come se ti stessi facendo chissà cosa…- disse con ovvietà, incontrando gli occhi lucidi di Sarah – Non ho nemmeno iniziato…- aggiunse, sentendo come la ragazza gli avesse portato una mano sul petto e avesse iniziato a guardargli in una maniera strana le labbra.
Sarah lo guardò confusa, ma non fece in tempo a ribattere che Michael la prese dai fianchi e la fece stendere sul letto, portandosi sopra di lei.
Alla ragazza si mozzò il respiro nel sentire Michael sopra di lei e il ragazzo le sorrise, cercandola di mettere a suo agio.
-Posso toglierti questo reggiseno?- chiese quasi divertito dall’idea di torturarla ancora un po’.
Senza farselo ripetere due volte Sarah si sollevo un po’ con la schiena, quel tanto che bastava a Michael per poterle aprire il gancetto. Il ragazzo le sfilò lentamente il pezzo superiore dell’intimo e rimase qualche secondo imbambolato a guardarla. Serrò la mascella e poi le sussurrò nell’orecchio –Wow-
Sarah cercò di sorridere, ma in realtà la paura e l’imbarazzo avevano cominciato a prendere il sopravvento, per non parlare del fatto che le mani di Michael avevano iniziato a vagare lungo tutto il suo corpo e non riuscivano a stare ferme.
Michael si appoggiò di lato sul suo braccio e con un gesto veloce si portò sopra di lei, incastrando i loro corpi senza mai smettere di toccarla e di baciarla.
Sarah ricambiò quasi impotente, frastornata dal suo profumo, dalla sua presenza e dal languore che stava provando al basso ventre. Avrebbe voluto tanto lasciarsi andare, ma il pensiero di non riuscire a soddisfare Michael in qualche modo la faceva andare nel panico.
Di rimando invece il ragazzo sembrava non farsi problemi di alcun tipo: continuava ad esplorare il corpo della ragazza con foga e senza esitazioni e in realtà avrebbe dovuto anche sbrigarsi, perché i boxer stavano iniziando a stringergli e a fargli un po’ male.
Si fermò un attimo e guardò Sarah negli occhi, accarezzandole il viso e lasciandole dei baci a stampo sulle labbra.
Sarah fissò le perle azzurre di Michael e si fece accarezzare dolcemente, inspirando il suo profumo e continuando a sentire il suo sapore sulle labbra.
-Sei pronta?- chiese il ragazzo, facendo scendere una mano lungo il fianco della giovane e dischiudendole le gambe. Le baciò il collo e poi scese giù con le labbra fino al seno.
Moriva dalla voglia di baciarlo.
Sarah trattenne un sospiro quando sentì le labbra di Michael bagnarle un capezzolo e dopo qualche secondo di estasi riuscì a rispondere a bassa voce –Credo di sì-
Michael nel sentire quella risposta si fermò un attimo, metabolizzando il fatto che avrebbe fatto finalmente l’amore con lei, si sporse lasciandole un bacio in fronte, poi si alzò sui gomiti e le si tolse da sopra.
-Ok, dammi due minuti. Mi metto il preservativo…- le disse, lasciandole un bacio sulle labbra –Mettiti sotto le coperte- aggiunse, alzandosi dal letto e dirigendosi verso il punto in cui aveva gettato i pantaloni.
Sarah rimase qualche secondo immobile, cercando di immaginare quello che sarebbe successo di lì a due minuti, poi si alzò e disfece il letto, mettendosi sotto le coperte.
Si sentiva spossata, frastornata, ma anche calda e vogliosa. Quel languore tra le gambe non voleva andarsene e il suo cuore continuava a battere forte. Si sentiva addosso l’odore del ragazzo e rimase per qualche minuto immobile, ferma a guardare il soffitto bianco e cercando di non guardare Michael, che sfilatosi i boxer, era rimasto nudo al centro della stanza.
Le gambe le tremavano e il suo respiro era veloce e corto. Stava provando un misto di emozioni contrastanti che le stavano facendo letteralmente fumare il cervello. Era imbarazzata dal fatto che Michael fosse nudo di fronte  a lei, imbarazzata per il fatto che anche lei sarebbe stata nuda, era preoccupata di non riuscire a fare nulla che potesse dargli piacere, preoccupata dal fatto di non riuscire ad andare avanti per il dolore che avrebbe provato, ma contemporaneamente era curiosa di scoprire e di provare queste nuove sensazioni, di scoprire un contatto maschile che non aveva mai avuto, ma la cosa più importante di tutte era che era letteralmente incredula del fatto che avrebbe compiuto quel passo proprio con quel ragazzo, che primo fra tutti era riuscito a scalfire l’armatura del suo cuore.
Michael aprì le coperte e si mise accanto a lei, non la sovrastò subito, ma si appoggiò su un fianco e fece scorrere le sue mani lungo il bacino, senza smettere di lasciarle baci ogni dove.
Le accarezzò il seno, poi scese giù con la mano seguendo il profilo del suo fianco e con lentezza e delicatezza le sfilò le mutandine.
Fu quello il momento in cui Sarah si sentì davvero inerme di fronte a lui e senza farlo apposta si irrigidì.
-Cerca di rilassarti- le sussurrò Michael nell’orecchio, facendo risalire nuovamente le mani sul suo bacino. Sarah gli fece un cenno con la testa, giusto per fargli capire che avrebbe cercato di farlo in qualche modo, e lui riprese a baciarle il collo e poi il petto.
Il ragazzo si alzò sui gomiti e si mise sopra di lei, cercando di non farle male con il peso del proprio corpo, si fece cadere lentamente sopra di lei e poi scese nuovamente giù con le mani, iniziando a massaggiare il basso ventre della ragazza per poter farla rilassare ulteriormente.
Sarah sentiva Michael tra le sue gambe, le loro cosce si strusciavano tra loro e doveva ammettere che le mani calde che si muovevano sul suo pube, le stavano facendo sciogliere quel nodo di imbarazzo e timore che stava provando.
Il biondo continuò per qualche secondo a massaggiarle i fianchi, poi alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Sarah, languidi e vitrei per l’eccitazione. Le diede un bacio profondo e lento e contemporaneamente, cercando di combattere contro se stesso e con la sua voglia, le dischiuse una gamba, prendendola da sotto la coscia e alzandogliela lentamente.
-Cerca…di fare piano…- gli sussurrò Sarah, quando i loro occhi erano così vicini che avrebbero potuto coglierne ogni dettaglio.
Il ragazzo sospirò, e annuì con la testa. Anche lui non stava capendo molto di tutta quella situazione e le mani gli stavano tremando per il desiderio e l’eccitazione, e no, secondo lui non avrebbe potuto andare più piano di come già non stava facendo, ma avrebbe cercato comunque di provarci. Non avrebbe voluto per nulla al mondo farle male.
Le respirò sulle labbra, e poi la iniziò a baciare come mai aveva fatto, le dischiuse ancora un po’ le gambe e poi, quando Sarah iniziò a sciogliersi e a rilassarsi, si spinse lentamente dentro di lei, cercando sia di non farle male e sia di non farsi prendere dalla foga del momento.
Il fatto che non andasse a letto con nessuna da prima dell’incidente aveva incrementato la sua sensibilità sotto quel punto di vista, e il fatto che Sarah non fosse mai stata con nessuno, e quindi dal punto di vista fisico era un po’ ristretta, contribuiva a rendere tutto un po’ troppo veloce.
Quando Michael entrò improvvisamente dentro di lei, avvertì una strana fitta al basso ventre: era ovviamente un dolore che non aveva mai provato fino ad allora, e cercò di non farsi vedere da Michael. Affondò il viso tra l’incavo del suo collo e chiuse gli occhi, cercando di non badare alle strane fitte che stava provando. Cercò di respirare piano e di distrarsi in qualche modo, cercando prima le labbra del ragazzo e poi baciandogli il collo e il petto, ma in quel momento non riusciva a provare nulla di piacevole.
Si morse un labbro e quando Michael iniziò a muoversi lentamente, fu colpita da una fitta più forte che quasi la fece gemere, e nascose di nuovo la faccia mettendola di lato a quella del ragazzo.
Le sembrava che Michael le fosse entrato fin dentro all’anima e che quel dolore, misto ad una strana sensazione che le partiva dal centro della sua intimità, la stava confondendo.
Il ragazzo sentì Sarah gemere e con molto autocontrollo si fermò, cercando di incontrare i suoi occhi. Girò la testa e trovò Sarah con un’espressione strana, con il respiro mozzato e le labbra corrucciate.
-Dio, Sarah, ti ho fatto male?- le chiese Michael, notando come l’espressione della ragazza non trapelasse piacere, dandosi dell’idiota per la propria inattenzione.
-No, Michael, tranquillo…- mentì Sarah, rispondendo con voce tremante e cercando di sviare l’attenzione con qualcos’altro.
-No, invece…Io, ti ho fatto male?- ripetè di nuovo il ragazzo, agitato e soprattutto mortificato per quello che aveva appena fatto. Si alzò di più sui gomiti, cercando di alzarsi da sopra di lei. Faceva nulla che probabilmente la sua voglia sarebbe stata smorzata lì, non avrebbe mai voluto farle provare dolore.
-No, Michael, davvero…- fece Sarah, sentendo il ragazzo quasi uscire da dentro di lei. –Tra un po’ passa- cercò di dire, non permettendogli di allontanarsi.
Mentre Michael si stava per togliere da sopra di lei, uscendo letteralmente dal suo corpo, lei allungò le braccia sul suo fondoschiena e cercò di trattenerlo. Non avrebbe voluto farlo smettere e poco importava se non era molto piacevole per lei.
Con un gesto repentino si spinse di più verso di lui, aprendo di più le gambe e bloccando il ragazzo prima che si sollevasse dal suo corpo, e improvvisamente fu attraversata da una scossa di piacere che non aveva mai provato prima di allora, e fu così forte e inaspettata che le mozzò il fiato.
Ansimò, quasi frastornata dal fatto che il dolore che fino a qualche momento prima stava provando era stato sostituito con del piacere, e facendosi maggiormente vicina a Michael, cercò di baciarlo sulle labbra.
Il ragazzo rimase qualche secondo fermo, anche lui scosso dallo spasmo che il repentino movimento di Sarah gli aveva causato, e quando vide e sentì che il corpo della ragazza non era più così rigido e che lei stessa lo stava incitando a continuare, fece un respiro profondo e baciandola di nuovo, iniziò a muoversi lentamente dentro di lei.
Sarah sentiva Michael esplorare qualsiasi parte del suo corpo, lo sentiva respirare affannosamente sopra di lei, sentiva i suoi seni strisciare contro il suo petto, sentiva le sue labbra ovunque e ogni volta che il ragazzo si spingeva dentro di lei, le sembrava di sentirlo fin dentro all’anima.
Ad ogni spinta di Michael, cercava di sentirlo sempre più dentro di lei allargando maggiormente le gambe o inarcando la schiena. Assecondava i movimenti del ragazzo, muovendosi anche lei con lui e tutto ciò la fece rimanere particolarmente sorpresa: non credeva di riuscire a fare quelle cose, né tanto meno credeva di poter essere la fonte del piacere di qualcuno.
Michael accompagnava ogni movimento con un bacio, un gemito o una carezza e mentre continuava a spingersi e a fare avanti e indietro dentro di lei, non riusciva a non toccarle i seni o a baciarla in bocca.
Riscoprire quel corpo così femminile dopo tanto tempo lo trasportò in un’altra dimensione. Sentire la sua pelle morbida sotto le mani, sentire i suoi gemiti sommessi e ritmati, sentire come Sarah si contorcesse sotto di lui ad ogni suo movimento, ad ogni sua spinta, gli fecero riscoprire il piacere di andare a letto con qualcuno a cui ci tenesse davvero, perché in quel modo non lo faceva solo per il suo piacere personale, ma anche per far stare bene lei, per condividere qualcosa di più intimo, di fisico, qualcosa in cui desiderio e amore si intrecciavano e creavano un unico connubio.
Mentre stava affondando il naso fra i suoi capelli profumati, continuando a baciarla e a muoversi, la ragazza portò le mani dietro la sua schiena, cercando di aggrapparsi e assecondare i suoi movimenti. Benché in maniera alterna avvertiva comunque delle fitte ogni volta che Michael si muoveva dentro di lei, cercava di partecipare a quella danza lenta e sensuale per poter dargli anche lei un po’ di piacere.
Michael sembrava non volesse fermarsi mai, e quando le dischiuse maggiormente le gambe e Sarah le attorcigliò al suo bacino, non resistette e fu attraversato dall’ultima fortissima scossa di piacere.
Gemette incontrando con foga le labbra della ragazza e spingendo un’ultima volta, le prese il labbro inferiore con i denti, baciandolo e assaporandolo.
Rimase qualche secondo fermo sopra di lei, a godere di quella lunga e intensa sensazione, cercando di ritornare padrone delle sue azioni e del suo respiro.
Il cuore gli stava battendo impazzito nel petto e in qualche altra situazione avrebbe anche pensato di starsi per sentire male, ma sapeva che quella cosa era dovuta solo a Sarah, al suo corpo, e a ciò che avevano appena fatto.
Aprì gli occhi e incontrò quelli di Sarah: erano lucidi per l’emozione e lo stavano guardando incantati, come se Sarah stesse vedendo la cosa più bella che potesse avere di fronte, ed era vero. Sarah stava pensando proprio quello, stava pensando a quanto perfetto fosse il viso di Michael, a quanto buono fosse il suo profumo, a quanto sensuale fosse il suo corpo che si muoveva sopra di lei. Era la cosa più bella che avesse mai visto e per qualche strana ragione era sua, sua e di nessun altro.
Il ragazzo respirò e inspirò profondamente e il dolce profumo di Sarah le inebriò le narici.
Aveva le guance rosse, le labbra gonfie e arrossate, gli occhi lucidi, il petto era arrossato e i seni erano gonfi e sodi.
Si mosse lentamente e le portò una mano sul viso per poterle lasciare una carezza. La sua pelle era liscia e calda sotto il suo tocco.
-Sei bellissima- le disse, accarezzandole una guancia e lasciandole un bacio sulle labbra, senza mai smettere di guardarla o di toccarla.
Sarah cercò di rispondere e accennò un sorriso, consapevole del fatto che se lei ai suoi occhi fosse stata bellissima, lui ai suoi di occhi sarebbe stato oltre qualsiasi concezione di perfezione umana.
Si sporse con il collo e lo baciò a stampo sulle labbra, ritornando a sentire per qualche secondo quel calore che le aveva tenuto compagnia per tutto il tempo in cui erano stati insieme.
Michael si sollevò sui gomiti e lentamente uscì fuori da lei, poggiandosi di lato su un fianco, mettendole un braccio dietro la nuca e uno sulla pancia.
Quando Sarah sentì il ragazzo alzarsi, si sentì quasi svuotata, lo sentì abbandonare il suo corpo e uno strano formicolio le partì da in mezzo alle gambe. Cercò di non farci caso, girò la testa verso quella di Michael e lo guardò attentamente per qualche secondo, studiando tutti i dettagli del suo viso e dei suoi occhi.
Michael le sorrise dolcemente, prendendo a massaggiarle la pancia e il fianchi.
-A cosa stai pensando?- le chiese, portando la mano sotto il suo seno e massaggiandoglielo lentamente.
Sarah sospirò e cercò di raccogliere le idee, in fondo allora che ci pensava, aveva appena perso la verginità.
-Non so…- rispose sinceramente, accoccolandosi maggiormente a lui e cercando un maggior contatto con la sua pelle. Si sentiva un po’ stanca e indolenzita, ma ne era valsa la pena dopotutto.
Michael sorrise malizioso e le lasciò un bacio sulla fronte. Anche lui si sentiva un po’ strano, era come se tutto attorno a lui fosse ovattato e non sapeva a cosa era dovuto.
-Beh, potresti iniziare dicendomi se ti è piaciuto o no- chiese, ritornando ad essere il dispettoso di sempre.
Sarah lo guardò di sbieco, abbassando lo sguardo e cercando di evitare di arrossire.
-Perché mi fai queste domande idiote?- gli rispose Sarah intrecciando le dita tra i suoi capelli disordinati.
Il ragazzo trattenne una risata –Non sono domande idiote. Voglio solo che sia sempre meglio ogni volta…- iniziò a dire il ragazzo, seriamente intenzionato a dare a Sarah momenti sempre migliori.
Sarah deglutì e incontrò le sue perle azzurre, respirò lentamente e poi disse a bassa voce –Sì, mi è piaciuto, ma credo che ciò sia dovuto al fatto che ci fossi tu con me- disse.
Michael fu colto di sorpresa e le rivolse un sorriso sincero e non resistesse dal prenderle di nuovo il viso tra le mani e baciarla.
-Come ti senti?- le chiese, preoccupandosi di lei.
-Bene, credo…- fece la ragazza –Sono solo un po’ dolorante- aggiunse scherzando.
-Mi spiace di averti fatto male prima…- iniziò a dire Michael sinceramente mortificato per ciò che le aveva fatto provare all’inizio.
-Ehi, va tutto bene- gli fece Sarah prendendo atto di come il ragazzo avesse cambiato totalmente espressione, si sporse e intrecciò le dita con le sue –Te l’ho già detto, non mi hai fatto male- mentì per non farlo rimanere male o per non farlo sentire in colpa.
Michael la guardò qualche secondo e incurvò le labbra in un’espressione di dispiacere.
-Non è vero, ho notato la tua espressione…- disse a bassa voce. Il solo pensiero di averle procurato dolore, lo faceva andare su tutte le furie, soprattutto se era stato proprio lui a causarglielo. Aveva cercato di essere il più delicato possibile, ma a quanto pareva non ci era riuscito.
Sarah seguì con la punta delle dita il profilo del suo petto e prese a tracciare tanti piccoli disegni sui suoi pettorali e sulle braccia.
-Solo all’inizio…- ammise la ragazza, cercando di superare l’imbarazzo nel parlare di quella cosa –Poi credo che ti sia accorto anche tu che il tutto è diventato molto piacevole- aggiunse, lasciandogli tanti baci sul petto e vincendo quella leggera vergogna.
Michael sospirò nel sentire le labbra calde di Sarah su di lui. La guardò per qualche secondo, relativamente convinto dalle sue parole e con una mossa veloce, la prese dalle braccia e la portò sopra di lui.
Sarah improvvisamente vide Michael da una nuova prospettiva e cercò di aggiustarsi i capelli, ricadenti in parte sul ragazzo.
Michael la fermò e prese ad accarezzarle la chioma scura, intrecciandole le dita tra i capelli.
-Mi piaci tantissimo con i capelli sciolti- le disse, baciandola e stringendola a sé.
Sarah trattenne una risata di imbarazzo e rispose.
-Tu mi piaci sempre, invece- commentò, aspettandosi sicuramente una reazione di soddisfazione da parte di Michael.
Il ragazzo sorrise compiaciuto e poi prese ad accarezzarle le cosce e le gambe lisce.
Sarah lo scrutò per qualche altro secondo, poi si fece coraggio e anche lei pose una domanda al ragazzo.
-E a te è piaciuto?- chiese a bassa voce, sentendo Michael muoversi sotto di lei ed intrecciare le gambe alle sue.
Michael la guardò stupito e trattenne un risolino malefico.
-Secondo te?!- chiese ironico. Ovvio che gli era piaciuto, e inaspettatamente l’orgasmo era stato anche molto intenso.
-Non so…Cioè…io non l’avevo mai fatto e tu…sei stato sicuramente con ragazze più capaci di me…- disse a fatica la ragazza, abbassando lo sguardo e cercando di ritornare sul letto.
Michael la bloccò per le braccia e la guardò negli occhi.
-Sicuramente è così, ma mi sembra di averti detto più volte che da qualche mese a questa parte, sei l’unica con cui voglio stare…in tutti i sensi- iniziò a dire il ragazzo, muovendo lentamente le sue perle blu sul viso della ragazza e guardandole le labbra –E poi devi imparare a non sottovalutarti, sei stata fantastica- continuò, allungandosi verso di lei e baciandola.
Sarah ricambiò al bacio umido di Michael e lo guardò dubbiosa.
-Lo dici solo per non farmi rimanere male- commentò la ragazza, ancora distesa sul corpo di Michael.
-Assolutamente no. E’ stato tutto perfetto e tu mi hai tenuto testa- commentò, trattenendo una risata e assumendo il suo solito ghigno.
Sarah alzò gli occhi al cielo e sorrise imbarazzata: era sempre il solito.
Con un gesto veloce Michael la prese dalle braccia e la portò con la schiena sul letto e la testa sul cuscino, rimettendosi in parte sopra di lei.
Sarah si sentì le guance infuocate, soprattutto quando il ragazzo riprese a massaggiarle i seni e i fianchi.
-E poi, se proprio vuoi saperlo, è stata una prima volta anche per me…- disse il ragazzo, appoggiando la testa sul petto di Sarah e lasciandole un bacio sul collo.
-Cosa?!- chiese Sarah con un po’ troppa foga, che non aveva capito proprio cosa Michael intendesse.
Il ragazzo sorrise e le lasciò un altro bacio sul petto.
-Sì, non l’ho mai fatto con una ragazza che non l’aveva mai fatto. Scusa il gioco di parole- disse, alzando il viso e studiando la sua espressione.
-Nemmeno quando l’hai fatto per la prima volta?- gli chiese Sarah, stranamente curiosa di quella cosa. Iniziò a provare una strana sensazione e ad avere una nuova consapevolezza. Era come se si fosse resa conto di essere un po’ più speciale per lui e poteva dire di avere l’esclusiva almeno su una cosa.
-Già, lei era più grande di qualche anno- rispose il ragazzo, che non avrebbe voluto però parlare di altre ragazze all’infuori di Sarah. I momenti appena trascorsi erano stati intensi e profondi e lui in quel momento aveva occhi solo che per lei.
Era andato a letto con la ragazza a cui teneva di più, con quella che stava amando in maniera diversa da tutte le altre e non voleva assolutamente effettuare un confronto con loro, anche perché, esperienza di Sarah o meno, lei aveva rapito letteralmente il suo cuore.
La mora sospirò e prese ad accarezzargli delicatamente i capelli con la punta delle dita. Avrebbe voluto sapere di più su di lui, sul suo passato e allora che se ne rendeva conto, le informazioni a sua disposizione erano pressoché minime.
-Quando è successo?- chiese a bassa voce, quasi spaventata da quella stessa domanda che lei gli aveva posto.
-Cosa?- chiese Michael, che si alzò dal suo petto e si mise di fianco a lei appoggiato su un braccio. La portò vicino a sé e continuò ad accarezzarle la pancia e poi il petto.
-La tua prima volta. Lei era la tua ragazza?- continuò a domandare.
Michael fece un respiro profondo e fece vagare gli occhi sul suo profilo. Si sporse e le lasciò sul collo tanti baci, fino a scendere giù all’incavo del seno.
-Avevo sedici anni…- iniziò a dire il ragazzo, ricordandosi di quella serata e storcendo un po’ il naso –E no, lei non era la mia ragazza, ed avevo fatto una scommessa con i miei amici- disse, studiando l’espressione di Sarah. Sapeva di non essersi comportato proprio da gentil uomo in quell’occasione e sapeva anche che probabilmente Sarah non avrebbe approvato.
Di rimando la ragazza non disse nulla, prendendo solo atto di ciò che lui gli aveva appena detto. Michael però si sporse a guardarla meglio e la penetrò con le sue iridi blu. Il suo sguardo era così profondo e penetrante che Sarah provò quasi dolore a guardarlo negli occhi.
-So quello che stai pensando- fece il ragazzo improvvisamente.
-Non sto pensando a nulla- rispose con sincerità la ragazza.
-Sì invece, purtroppo ero piccolo, e marciavo molto sul fatto di essere bello e benestante, ma sai che ora non sono più così- cercò di dire il biondo.
-Non devi giustificarti con me- iniziò a replicare Sarah –Insomma, come hai detto già, eri piccolo e dovevi ancora un po’ maturare. Questo non fa di te una persona meno migliore di quella che sei, e poi non hai fatto mai nulla che potesse ferirmi, quindi per me rimani comunque perfetto come sei- concluse la ragazza, sorridendo dolcemente e sporgendosi a dare un bacio al ragazzo.
Lui le prese il viso tra le mani e affondò le labbra fra le sue, intrecciando le loro lingue più e più volte: l’amava, non c’era dubbio alcuno a riguardo.
Michael fece scendere le mani lungo i fianchi e poi lungo le gambe della ragazza e lentamente si rimise sopra di lei.
Sarah sospirò sentendo di nuovo il corpo di Michael a stretto contatto con il suo e cercò di mascherare il fatto che il suo tocco le stava causando nuovamente dei brividi di eccitazione e il solito languore tra le gambe.
Il ragazzo si chinò a baciarla di nuovo e poi tra una pausa e l’altra, cercando di riprendere fiato chiese sornione -Ti va un secondo round?-
La guardò con i suoi soliti occhi vispi e veloci e lei trattenne un sorriso.
Doveva ammetterlo, l’idea di fare di nuovo l’amore con lui a distanza di poco tempo, la intrigava e non le dispiaceva affatto.
-A te va?- gli chiese, sperando in un sì di risposta.
Michael la baciò di nuovo e prese a giocare con il suo seno, accarezzandoglielo e baciandolo a momenti alterni.
-Mi andrebbe anche un terzo a dir la verità- ammise il ragazzo, assumendo la sua solita espressione maliziosa e sorniona e tempestando le labbra di Sarah con una miriade di baci
–Ma questa volta nella pausa tra una volta e l’altra ordiniamo la pizza. Ho troppa fame!- 


 
***
Ecco a voi questo tanto atteso 21° capitolo. 
Non ho molto da dire a riuguardo, solo che l'ho pubblicato con qualche giorno di ritardo perchè volevo che tutto fosse perfetto così come ce l'avevo in mente, quindi mi sono presa qualche giorno in più.
Credo che per Sarah fosse arrivato il momento di compiere questo grande passo, soprattutto perchè Michael sarebbe stato al suo fianco. 
Spero che vi sia piaciuto e che vi piaccia quanto mi piace a me. 
Con questo aggiornamento, si conclude la parte relativa alla crescita della loro relazione e ci addentriamo per sentieri ahimè un po' più sconnessi. Già a partire dal prossimo capitolo le cose non si metteranno proprio bene per loro e piano piano arriveremo poi all'epilogo. 
Non voglio però spaventarvi, godetevi questo capitolo, ai prossimi si pensa quando usciranno fuori xD 
Fatemi sapere cosa ne pensate, voglio tanti pareri a riguardo, sia su Michael che su Sarah! 
Vi do' appuntamento alla settimana prossima con il nuovo aggiornamento! 
Mipiacciate l amia pagina fb Black Mariah Efp, così potete informarvi sulle pubblicazioni! 
Questo capitolo è tutto per voi, che mi avete sostenuto dal primo capitolo di questa storia <3 
Vi adoro!
 
   
 
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