Bene, ben
tornati tutti
ad Arendelle. Capitolo molto caldo questo. Mi scuso per il ritardo, ma
ho avuto
impegni. Cmq in fondo al capitolo trovate l’infografica dei
personaggi finora
apparsi. Buona lettura e recensite nel bene o nel male (Ps. Mi scuso
per la
parte finale, ma non si dovrebbe giudicare un autore dalla sua opera,
considerate
solo il personaggio e il suo carattere.)
Per Mergana,
grazie
per le tue recensioni e scusami ma non sapevo cosa volesse dire crack
ship, cmq
la risposta è sì, ne vedremo di coppie strane.
Elefanti rosa, elefanti rosa,
elefanti rosa.
Testa, dolore, molto dolore.
Olaf si risvegliò e si
guardò intorno vide renne e fieno.
Era nelle stalle.
Ma come c’era arrivato?
Poi si ricordò: le erbe di
Granpà, che gliele aveva date con
la raccomandazione di non esagerare, ma come sempre aveva fatto di
testa sua e
ora la sua testa doleva grandemente.
Si portò la faccia per
controllare se fosse tutto in ordine
e……orrore la sua naso-carota era sparita.
Stupide renne carotofage, le odiava
tutte.
Be’ non tutte,
c’era sempre Sven, la renna da compagnia e
sua cavalcatura che gli aveva regalato mamma Elsa, d’altronde
era pur sempre,
ufficiosamente, un principe e come principe abbisognava di un destriero.
Altro regalo era stata la
“mappa del malandrino”, una mappa
con l’ubicazione di tutti i passaggi segreti del castello,
alcuni dei quali
ignoti anche agli uomini di più stretta fiducia.
Così lesto come poteva
esserlo sui suoi piedotti raggiunse
il passaggio segreto che dalle stalle passa in cucina, dove
c’erano le carote.
Stava lentamente gattonando negli
stetti corridoi quando
senti un urlo. Era Rapunzel.
Si fermò un attimo e
stette un attimo in deciso.
Carota o Punzel
Carota o Punzel
Carota o Punzel
Carota, decisamente carota.
Stava quindi gattonando in direzione
della cucina, quando il
rimorso di coscienza lo costrinse a prendere il corridoio laterale e
tornare in
dietro a soccorrere Rapunzel.
Ma poi vide che nella biblioteca
reale c’era la strana
sconosciuta venuta a parlare con mamma Elsa, che ci faceva
lì senza attirarsi
le ire di
Aasmund
Absalon?
Decise di scoprire un po' di
più, d’altronde Punzel era
abbastanza grande per pensare a se stessa.
Piombò fuori quindi dal
nascondiglio per avvicinarsi
all’ospite.
“Hello there”
disse Olaf
“Ciao a te, strana
creatura” rispose lei (in inglese)
“Io sono Olaf e amo i caldi
abbracci”
“Io sono Belle e vengo da
Parigi per conto della Disney”
“Parigi, La torre Eiffel,
Disneyland, Versailles, quella
Parigi?”
“Bravo,
proprio
quella. Che altro sai?” chiese lei
Olaf sorrise e comincio a sciorinare
tutto quello che sapeva
e intavolò una discussione su filosofia classica e
postmoderna con Belle.
“Devi aver girato molto per
conoscere tutte queste cose.” Disse
Belle sorpresa
“No, non ho mai lasciato il
castello. Il mio mondo è tutto
qui.” Disse di rimando Olaf indicando con un ampio gesto la
biblioteca.
“E come mai?”
chiese Belle
“Guardami, credi che non mi
distingua dagli altri. Non sono
proprio…” rispose Olaf
“Normale!!!”
Concluse lei
“Ci sono persone come te
che sono meno normali di me”
rispose imbronciato.” No, non sono vero ecco
cos’è. Cioè
sono vero nel senso che sono vivo, ma non
sono fatto di ossa, pelle e peli, ecco cos’è.
Respiro con un naso che non è
vero, guardo con occhi che non sono veri. Non organi, membra, ma
guardami anche
io ho sentimenti, affetti e passioni.”
Poi si toccò il viso e disse.” A proposito non
è che avresti una carota?”
“Si disse lei”
estraendola dalla sua borsa.
Purtroppo gliela spinse con troppa
forza e gli trapasso la
testa.
“Che carino, sembro un
piccolo unicorno.” Disse lui
scherzando toccandosi la piccola punta che spuntava della carota.
“Non ti piacerebbe essere
un bambino vero.”
“Come, la magia non esiste.” Rispose lui, sapendo
di non poter rivelare il
segreto di mamma Elsa.
“La Disney mi ha informato
della regina Elsa. E comunque c’è
in Italia una Fata turchina che ha reso il mio amico Pinocchio un
bambino vero.”
Disse lei:” Non ti piacerebbe?”
“Si, molto.”
Disse lui sorridendo
Poi l’orologio
segnò le cinque
“la merenda”
disse tutto eccitato. “scusa devo andare.” Disse
poi scappando verso il suo passaggio segreto.
Si era completamente scordato di Punzel.
E Punzel che fine aveva fatto?
IL misterioso aggressore altri non
era che Kristoff.
“Scemo. “disse
lei in Italiano sorridendo.” Non lo fare mai
più?”
Kristoff si avvicino a lei
stringendola da dietro e
cominciando a baciarle lentamente il collo.” Mi sei mancata
rispose lui sempre
in Italiano e cominciando ad accarezzarle il corpo.
“Non qui
stupido.” Disse lei, baciandolo delicatamente.”
Andiamo in camera mia.”
Poi corsero mano nella mano verso la
camera di lei.
Una volta arrivati lui spinse lei sul
letto e cominciò a
spogliarla lentamente ricoprendo il corpo di baci a cui lei rispondeva
con
gemiti soffocati.
Poi cominciò a spogliarsi
anche lui e fecero l’amore fino a
non averne più voglia.
Punzel era tutta accoccolata fra le
braccia robuste di
Kristoff facendo corre le dita lungo i suoi muscoli ben
definiti.” Siamo pazzi”
disse poi lei.
“Sei il mio unico raggio di
libertà.” Rispose lui.
“Per te quindi sono solo
una valvola di sfogo. Disse lei
piccata.
“Scusa non volevo dare
questo senso alle parole.” Rispose lui
per scusarsi.
“Non fa nulla”
disse lei:” Ci usiamo a vicenda. Siamo l’uno
l’angolo cieco dell’altro che dà la
libertà.”
Kristoff cominciò di nuovo
a ricoprirla di baci facendo scivolare
lentamente le sue mani sui suoi seni, ma lei si stacco delicatamente da
lui:” È
stato bello, ma scusa non ho più voglia.” Disse
lei garbatamente.” Perché non
mi suoni qualcosa.”
Kristoff sorrise anche lui, si
alzò e prendendo la sua
Balalaika cominciò a strimpellare un accordo.
“Sei sempre stato
bravo.” Disse lei complimentandosi.” È tua la musica.
Vero.”
“Si, si chiama tangled
freedom.”
“Complimenti e
grazie.” Disse lei avvicinandosi per baciarlo
dicendo poi con malizia: “Mi è tornata
voglia,”
“Io no” disse lui “Ti dispiace?”
“Ami la tua musica
più di qualsiasi donna. Vai.”
Lui rimase interdetto
“Allora.
Vattene.” Disse lei tirandogli contro un stivale
dei suoi.
Appena uscì, lei sorrise
pensando che infondo aveva fatto
bene a cacciarlo, un altro come Kristoff non è esiste: Ama
la sua regina, ma
più come un suddito che come un marito, la tradisce, ma
più per disperazione e
per trova la sua vera libertà solo nella musica.
Il resto della giornata
passò cosi fra Olaf stranamente
chiuso in camera sua, Punzel che aveva portato ancora in
girò Belle per la cena
e Kristoff impegnato nei suoi compiti ufficiali da re.
“Non dovevamo cenare con la
regina?” chiese Belle.
“Ha fatto sapere che non
verrà, resta a Weselton.” Rispose
Punzel.”
Non ti preoccupare ho prenotato un tavolo al Laksen gull, cosi stasera
ceneremo
da re, anzi da regine.” Concluse sorridendo.
Al castello intanto Kristoff tornato
in camera aveva trovato
un biglietto:” Ti
aspetto per il
dolce. Vediamoci in sala comune alle 22:00. XXX.” Era
la
scrittura di Punzel.
Sorrise prese un libro e attese che
l’orologio battesse le
dieci.
Le dieci suonarono e lui, datasi una
sistemata, si avviò in
sala comune.
La sala comune era riccamente
istoriata di stucchi d’oro e
d’argento con possenti mobili in mogano e un lungo tavolo in
faggio con le
zampe a foggia leonina al centro della sala, mentre da un lato pesanti
tende in
velluto rosso drappeggiavano le cinque finestre in ottone battuto e
dall’altro
sopra il camino in marmo policromo i quadri della famiglia reale: al
centro il
ritratto dei defunti sovrani, a destra la regina Elsa, mentre a
sinistra la
principessa Anna.
Il camino era accesso ed era
l’unica fonte di luce nella
stanza altrimenti buia.
Una voce all’improvviso
disse: “Tu non sei un re, sei un’omm
‘e mmerd. Ecco che sei.”
La voce proveniva dalla poltrona, che
una volta girata
rivelò esserci Olaf.
Kristoff sbiancò per un
attimo, ma poi si riprese. “Sono il
tuo re, mi devi rispetto.”
“Tu non sei un re, sei
un’omm ‘e mmerd. Ecco che sei.” Riprese
Olaf sorseggiando il suo Acab.
Kristoff a quel punto perse la
pazienza è sbotto.” IO SONO
IL TUO RE, MI DEVI RISPETTO.”
“Tu sei un semplice
interprete, pure bravo (lo ammetto.),
non un re. Sei un niente che la vita a voluto premiare. Tu sei nulla e
vali
nulla.” Disse Olaf continuando imperterrito a sorseggiare il
suo Acab
“NON TI PERMETTERE DI
PARLARE COSI, ORA CHE VERRA ELSA TI
FARÒ PUNIRE SEVERAMENTE. VEDRAI.” Disse Kristoff
sempre più alterato.
“Io non credo.”
Disse Olaf inzuppandolo col resto del suo
cocktail.
“SI, GUARDA CHE HAI FATTO
ORRIBILE COSA SONO TUTTO BAGNATO.
ORA TI AGGIUSTO IO.”
“E già, avevi un
appuntamento galante vero? La lettera è
opera mia.” Disse Olaf sempre più divertito.
Kristoff sbiancò ancor una
volta, li aveva visti. Ma poi si
riprese e disse:” Anche se ci avessi scoperto, non hai prove.
Ora ti prendo e
ti butto nel camino e dirò ad Elsa che è stata
una tragedia.”
Olaf si avvicinò al tavolo
prese una busta e gliela passo.
“ Ora sei mio
’omm ‘e mmerd.” Disse con un sussurro e,
prima
di scomparire in un passaggio segreto, aggiunse:” Bruciale
pure, tanto ho gli
originali.”
Appena Olaf se ne fu andato, Kristoff
apri la busta
trovandoci dentro un centinaio di foto.
Erano lui e Punzel che facevano
l’amore in ogni posa
possibile e tutti gli annessi e connessi.
Kristoff sprofondò nella
poltrona. Era fottuto.
Infografica:
Weselton-47 anni: parla solo russo.
Anna- 29
anni: parla
tedesco, russo e inglese. Con suo marito parla in russo, mentre con
Elsa in
tedesco, perché non parla il norvegese.
Elsa 27
anni: parla norvegese
(è la sua lingua d’altronde), l’inglese,
il tedesco, il francese e lo spagnolo.
Kristoff 27
anni:
parla norvegese (ma guarda tu), inglese e italiano. Con Elsa parla,
ovviamente,
in norvegese, con Anna e Hans in inglese, mentre con Punzel, quando
sono soli,
in Italiano.
Hans 24
anni: parla
norvegese, russo, tedesco e giapponese. Col padre parla in russo, con
la madre
in tedesco e con Elsa in norvegese.
Rapunzel 19
anni:
parla spagnolo (la sua lingua), il tedesco, l’italiano e
l’inglese. Con Elsa
parlano in spagnolo, con gli altri in inglese, mentre con Kristoff nel
privato
parlano italiano.
Olaf
età sconosciuta:
parla inglese, tedesco, spagnolo e italiano. Non parla il norvegese
perché non
gli piace, con tutti si esprime sempre in inglese, tranne quando cazzia
Kristoff li è italiano.
A
sì lo so, Punzel è
tedesca, ma per mio errore lo definita spagnola e cosi resta almeno
nella mia
fiction.