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Autore: ilariadragonfly    13/03/2016    3 recensioni
//RanIla Day//Takuto Perverso// Rating Giallo Per Sicurezza// Fluuf A Tutto Spiano// Parte Comica Verso La Fine//
Eccoci Al RanIla Day!
Questa storia vede come protagonisti Ilaria e Ranmaru.
Si vogliono molto bene e la loro è un' amicizia molto forte.
A Ranmaru quest' amicizia sta stretta e vorrebbe rivelarle i suoi sentimenti.
Ci penserà Takuto a dare a i due una piccola "spintarella"
Non posso dire altro, se ti va ti aspetto dentro!
Ili-Chan
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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PUNTO DI VISTA: NARRATORE

È un pomeriggio di marzo molto cupo.
Quest’ anno le temperature sono più basse di quello scorso.
Piove fortissimo.
Il cielo grigio ogni tanto è interrotto da qualche lampo seguito, tre secondi dopo, dal rombo di un imponente tuono.
Sono quelli, i tre secondi di sospensione, che Ilaria sta contando.
Cerca di trattenere le lacrime,ma involontariamente le scendono impetuose dagli occhi, attraversando le guance e cadendo a terra, come gocce qualsiasi di pioggia.
Quelle, però, non sono gocce qualsiasi, come non lo è il motivo del suo stato d’ animo.
Ilaria è una ragazza molto alta e abbastanza magra, i suoi occhi sono color caffè esattamente come i suoi capelli corti.
Ha un carattere estremamente timido e riservato, è raro che parli con persone che non conosce o con cui non ha un buon rapporto.
La sua cerchia di amici è molto ristretta: Shindou Takuto e Kirino Ranmaru.
Sono entrambi suoi cari amici di infanzia e si conoscono tutti  e tre alla perfezione.
Solo Takuto, però, sa cosa sta succedendo in quella “cerchia”: tutte le volte che il moro esce da solo con il rosa, quest’ ultimo non fa altro che parlare di Ilaria.
Tutte le volte che esce da solo con Ilaria, lei non fa altro che parlare di Ranmaru.
Shindou non fa altro che ripetere: “mettetevi insieme” oppure “parlatene”, ma non ha rivelato mai a nessuno dei due il particolare affetto che provano l’ uno verso l’ altra.

Questo è il motivo del pianto di Ilaria:
Oggi, al termine delle lezioni, Ilaria e Takuto sono usciti da scuola insieme e si sono fermati al muretto a fianco al cancello per aspettare Kirino.
Stava piovendo ed erano sotto l’ ombrello del ragazzo.
-Non credi sarebbe il momento di dichiararsi?- ha chiesto Takuto all’ amica.
-No mai, sarebbe inutile, lui non mi ama- ha risposto lei sconsolata.
-E tu cosa ne sai, se non glielo chiedi non lo scoprirai mai- l’ ha punzecchiata il ragazzo per spingerla a confessarsi.
-Perché, tu ne sai più di me?-domanda Ilaria guardandolo male.
-No, certo che no- ha risposto imbarazzato dall’ aver detto una bugia.

-Sigh… sigh….-
-Ila che hai?-ha chiesto confuso dallo strano rumore uscito dalla bocca dell’ amica.
-Takuto, ho il singhiozzo! Sigh- e la ragazza ha continuato a fare un balzetto dopo l’ altro mentre il moro rideva di gusto.

I due hanno continuato a chiacchierare sotto la pioggia con Ilaria che dà le spalle all’ edificio.
Takuto ha visto Ranmaru uscire dalla porta della scuola.
-Takuto, mi fai passare il singhiozzo?- gli ha chiesto lei, singhiozzando.
-Va bene, chiudi gli occhi- le ha ordinato il ragazzo.
Da quando sono piccoli Takuto riesce a far passare il singhiozzo massaggiando con i pollici le palpebre degli occhi.
Cosa strana, va ammesso, ma fin a quel momento ha sempre funzionato.

Quindi il moro ha passato lentamente l’ ombrello alla mano destra di Ilaria poi, per perdere tempo, si è sfregato le mani una contro l’ altra per riscaldarle dal freddo provocato dalla pioggia.
Fatto ciò, sempre con estrema lentezza, ha iniziato a massaggiare le palpebre della ragazza che rideva al contatto del ragazzo con la sua pelle.
“Mi odierà” ha pensato il corvino prendendo un respiro.
Il ragazzo ha fatto un rapido scatto e ha avvicinato le sue labbra a quelle di Ilaria fino a sentire il suo respiro sulla pelle.
Poi finalmente ha fatto combaciare le labbra con quelle dell’ amica.
Perché loro sono amici.
E Takuto lo sa bene.
Ilaria, quando si sono staccati da quell’ innocente e insensato bacio, era tremendamente scossa.
Perché? Takuto sapeva che a lei piace Ranmaru.
Non aveva senso.
La mora lo guardava strana e, non appena incontra lo sguardo di Kirino, esce dalla protezione dell’ ombrello di Takuto, indietreggia, e scappa via.
 
Ed ora è lì, sotto la pioggia a riflettere.
Perché? Takuto la conosce, sa tutto, e allora perché lo ha fatto?
 
Sente dei passi venire da dietro di lei.
La pioggia che le scende sul viso, bagnandola, smette di caderle addosso.
Alza la testa e vede che un ombrello che la copre impedendo a quelle gocce di bagnarla ulteriormente.
Si gira e incontra Ranmaru che le sorride porgendole l’ altra mano.
Ilaria esita e riprende a fissare il vuoto.
-Ilaria se rimarrai ancora qui a prendere freddo rischi di ammalarti: sei completamente fradicia e hai bisogno di vestiti asciutti, ora andiamo a casa mia che la tua è molto lontana – le sussurra Ranmaru dolcemente.
-Va bene- risponde lei un po’ titubante per poi afferrare la mano del compagno per tirarsi su.
I due ragazzi iniziano a percorrere la strada di casa e nessuno accenna a voler iniziare a parlare, troppo presi ognuno dai propri pensieri.
 


PUNTO DI VISTA: ILARIA

“Ilaria non tremare, non devi in nessun modo attirare l’ attenzione. Sei solo un po’ bagnata, dopotutto!” provo a convincermi sul fatto che io non ho freddo, quando in verità sto tremando.
I miei denti iniziamo a sbattere e le mie spalle a fare piccoli scatti involontari.
Spero che non mi noti e che mi lasci morire assiderata, tutto pur di uscire da questa situazione a dir poco scomoda!
Ranmaru mi guarda: quanto amo quelle iridi infinite color zaffiro, potrei rimanere incantata a guardarle per ore e ore senza mai stancarmi: tutte quelle sfumature dell’ azzurro mi ricordano i riflessi del cielo nell’ oceano, colori troppo maestosi e divini che anche parlarne non rende l’ idea dell’ illimitata bellezza.
A un certo punto Kirino si blocca e mi passa l’ ombrello.
Inizia a sbottonarsi la camicia blu della divisa scolastica per poi togliersela molto lentamente rimanendo solo in canotta.
Io mi giro di spalle per evitare di guardarlo, anche se la tentazione è fortissima per me, che sono innamorata di lui da una vita e mezza!
Poi sento che appoggia l’ indumento sopra le mie spalle:
-Ran, rimet…ti…ti la maglie…tta, a me non ser…ve- continuo a balbettare tremando, diciamo che non sono molto credibile in queste condizioni.
Ho tutte le guance rosse e per poco non mi sta salendo la febbre per l’ imbarazzo: ha un fisico a dir poco perfetto, asciutto e magro, ed è poco più alto di me.
-Non ho freddo, tu devi averne molto di più, sei completamente fradicia!-mi ammonisce dolcemente sistemandomi la camicia sulle mie spalle per poi riprendere l’ ombrello dalle mie mani.
Sento il calore del suo corpo impresso sull’ indumento, quasi come se fosse un suo abbraccio.
-Non merito tutte queste attenzioni- dico e lui mi guarda storto.
-Perché no, tu non hai fatto nulla di male- cerca di tirarmi su di morale… ma come faccio a non aver fatto nulla di male?!?! Ho baciato il tuo migliore amico quando le uniche labbra che voglio sono le tue!
-Sì invece, ho rovinato la nostra cerchia basata sull’ amicizia, ci siamo baciati…- le mie ultima parole sono quasi un sussurro impercettibile, ma lui mi conosce troppo bene per non capire.
-E quindi?- chiede.
-E quindi cosa?- non prova proprio nulla per me.
-Se vi amate è giusto che stiate insieme- mi spiega ma io so che dentro me non c’è proprio nulla da chiarire.
-Io non lo voglio più vedere!- esclamo a voce alta, poco solita da parte mia.
Il silenzio cala e entrambi siamo intenti a riflettere: io sono molto, molto arrabbiata con Takuto, questa non gliela perdono.
Ne io ne Ran spiccichiamo una parola per il resto del tragitto.
Giuro che avere le sue labbra e il suo corpo così vicini e non poterlo ne baciare ne abbracciare è una cosa insopportabile.
Dopo quasi 30 minuti arriviamo a destinazione.


Entriamo in casa.

Questa casa la conosco come le mie tasche, ci vengo da quando sono piccola e so come muovermi.
Mi tolgo subito le scarpe- prima bianche, ora un po’ sporche- e rimango all’ ingresso in piedi sul tappeto.
-Aspettami qui vado di sopra a prepararti il cambio sul letto e torno con un asciugamano- mi dice calmo mentre anche lui si toglie le scarpe, per poi salire velocemente la scalinata.
Ancora una volta, come da quando è con la canotta, mi cade l’ occhio sul suo fisico perfetto, forgiato dai durissimi allenamenti come difensore, e sui capelli rosa sciolti e fluenti, un rosa sgargiante oserei dire.

Aspetto Ranmaru tornare e nel frattempo mi guardo intorno e noto che in casa non si sente nessun rumore.
Deduco che siamo da soli, lo capisco dal fatto che nessuno prima ci sia venuto ad aprire la porta, e che nessun’ altro rumore arriva alle mie orecchie.

Ranmaru scende con un asciugamano di cotone color arancio e me lo poggia delicatamente sulla testa, per poi avvolgermi lentamente i capelli corti con il panno.
-Un po’ meglio?- mi chiede e io ho un sussulto.
-Un po’… grazie- mormoro timidamente, anche se ci conosciamo da una vita quando sono da sola con lui non riesco a non mormorare solamente.
-Ma guarda che io non ho fatto nulla! Comunque di sopra sul mio letto ci sono un maglione giallo e un paio di pantaloni neri di mia sorella, dovrebbero starti. Va pure a cambiarti e se dopo vuoi usare il phon per asciugarti i capelli fa pure- mi dice tranquillamente per poi appoggiarsi al muro.
-Grazie dei vestiti, ma per i capelli non ce ne sarà bisogno, solo qualche goccia che scende- lo rassicuro.
-Come vuoi, allora ti aspetto qui- si congeda sedendosi sul divano e prendendo il telefono da sopra il tavolino.
-Torno tra poco- annuncio per poi salire le scale.
 
PUNTO DI VISTA: RANMARU.

Dopo la sua affermazione la vedo iniziare a salire le scale.
Cerco di concentrarmi sul telefonino, visto che già questo gioco è impossibile, poi se io non mi concentro nemmeno è tutto inutile.
Ma cosa sto dicendo? Quando vedo quella ragazza vado veramente fuori di testa.
Sì, mi piace, sono cotto nel vero senso della parola.
Ci conosciamo da quando siamo piccoli, e piuttosto che dirle che la amo e scoprire che a lei piace un altro preferisco stare zitto.

Sento dei passi lenti scendere dalle scale e mi fermo a guardare l’ immagine che mi si presenta.
La ragazza dai capelli corvini indossa dei pantaloni neri che le valorizzano le curve, non so se l’ ho fatto apposta, il maglione che le ho dato è di colore giallo con delle scritte ed è mio, quindi credo sia normale che le stia poco più largo.
È immensamente bella quanto turbata, lo leggo dal suo sguardo.
-Stai d’ incanto- le dico quasi con un soffio, ma che arriva forte e chiaro alle sue orecchie.
-Grazie- risponde semplicemente mentre il suo viso si imporpora, quanto cavolo mi piace quando diventa rossa su quelle guance nivee e belle.
 
 
PUNTO DI VISTA: NARRATORE.

-Siediti pure, così parliamo- la invita Ranmaru, riferendosi all’ argomento “Takuto”.
-Di cosa dovremmo parlare?- chiede Ilaria, ma sa che faccenda hanno in sospeso.
-Ilaria, lo sai benissimo di cosa dobbiamo parlare- la rimprovera il rosa.
-Sì, ma non voglio aprire l’ argomento- risponde convinta.
-Perché no?- le viene chiesto.
-Perché no-ribatte.
-Perché no non è una risposta- la ammonisce dolcemente Kirino.
-Perché non mi va- risponde, messa alle strette.
-Guarda che non devi soffocare i tuoi sentimenti- le dice il rosa.
-Io non li sto soffocando- ribatte acidamente.
-Allora va da lui- la incoraggia, non la spingerebbe mai tra le braccia di Takuto, ma deve vedere la sua reazione.
-Ma io non lo amo!- esclama la ragazza, e un caldo imbarazzo la pervade.
-Allora perché hai approfondito tu il bacio?-le chiede il rosa con aria fintamente innocente.
-Io non ho approfondito proprio un bel niente, è stato un bacio forzato di cui mi pento solamente- conclude la ragazza, ripensando a cosa ha fatto il moro.
-Takuto la pensa diversamente- la contraddice.
-Poco mi importa di quello che pensa lui- asserisce la corvina.
-Mi fa piacere sentirtelo dire- confessa il difensore, con le guance imporporate dalla felicità che lei non sia innamorata di un altro.
-Perché dovrebbe farti piacere?- domanda la ragazza, stranita.
-Così non avrò sulla coscienza di aver picchiato il fidanzato della mia migliore amica per averla baciata contro la sua volontà- ridacchia divertito.
-Tu non picchi proprio nessuno- commenta Ilaria - a proposito, come va con Clara?- a quella domanda il rosa ha un’ attimo di vuoto e di tristezza.

Clara è una delle ragazze più carine della scuola, che di recente è voluta a tutti i costi uscire con Kirino.

-Clara chi?- cerca di sviare l’ argomento il rosa.
-Non si fanno due domande insieme- lo rimprovera dolcemente, e lui si rassegna.
-Male? Non lo so nemmeno io, la verità è che lei non fa per me, è troppo…- ma viene interrotto dalla corvina.
-Troppo cosa? È la ragazza più carina della scuola, occhi verdi, lunghi capelli neri, labbra minute, fisico alto e molto magro come il tuo- dice Ilaria, con una nota di tristezza sulla fine, cercando quasi di convincerlo a andare da lei, quando vuole solo vedere la sua reazione.
-E carattere di mer*a?- conclude divertito.
-Sì, anche quello! Ma spiegami, cosa non ci vedi in lei?- chiede curiosa Ilaria.
-lei non è poco più bassa di me, non ha i capelli corti color nocciola, non ha gli occhi color caffè, non ha le labbra carnose… in pratica è l’ esatto opposto di come dev’ essere la mia ragazza, non rispetta i canoni!- conclude divertito, Ilaria è sollevata di sentiglielo dire, ma allo stesso tempo preoccupata di chi possa essere.
-Chi sarebbe questa ragazza? La conosco?- domanda Ilaria interessatissima.
-Eccome- la aiuta il rosa.
-Dai, lo sai che non amo indovinare- lo rimprovera dolcemente la mora.
-Ho paura che possa non piacerti- cerca di chiudere l’ argomento il ragazzo, peccato che la corvina è decisa ad andare avanti.
-E io cosa centro, se ti piace è giusto che io ti aiuti- mente, in verità non vorrebbe nemmeno sapere chi è.
In un attimo gelosia e invidia la pervadono: gelosa di Ranmaru, invidiosa della ragazza per cui ha una cotta.
-Promettimi che non lo dirai a nessuno- continua a allungare il brodo il rosa, che tanto non parlerà.
-Promesso- risponde, ma non sa quanto abbia fatto bene.
Ranmaru ha tanta paura, quasi folle, di solito il suo comportamento è del tutto spigliato con le ragazze, ma con Ilaria è tutto diverso, lei non è come le altre.
 

PUNTO DI VISTA: RANMARU.

“Indietro non si torna, non si può” penso mentre mi torturo le dita provocandomi delle piccole quanto dolorose pellicine di fianco alle unghie.
-Fermo cretino, così ti fai male!- mi ammonisce Ilaria con un tono dolce, quanto di rimprovero, prendendomi le mani.
Le nostre mani si sfiorano, le sue sono così fredde, quasi ghiaccio, in contrasto con le mie calde.
-Hai freddo?- le domando portandomi la sua mano destra sulla mia guancia per scaldarla, tenendola con la mano sinistra.
-Un po’- confessa, rossa dall’ imbarazzo.
Appoggio delicatamente la mia mano destra sulla sua guancia, anche il viso è freddo.
-Posso scaldarti?- le sussurro delicatamente.
Lei non risponde, si limita a annuire quasi impercettibilmente.
Siamo entrambi seduti con le gambe fuori dal divano.
Lentamente, stacco la mia mano dalla sua guancia.
Io mi stendo sul cuscino grosso alle mie spalle, facendola avvicinare e sdraiare tra me e il divano.
Rimaniamo così, a contemplarci, per del tempo indeterminato.
Io che la guardo in quegli occhi caffè, lei che mi guarda nei miei occhi azzurri.
Rimarrei così per sempre, ma ho altri piani in mente.
 

PUNTO DI VISTA: ILARIA.

Cosa sta facendo, ma soprattutto io cosa sto facendo.
Il cuore mi batte fortissimo e il respiro si fa sempre più irregolare.
Siamo sdraiati entrambi su un fianco: lui sul fianco sinistro con la schiena rivolta verso l’ esterno, io invece sul fianco destro con alle spalle i cuscini rossi del divano.
Lo guardo in quegli occhi zaffiro, non posso descrivere la loro bellezza perché non esistono parole per questo spettacolo meraviglioso che la vista mi sta offrendo.
E ora? Cosa succede?Non dovevamo parlare?
-Cosa pensi?- mi chiede, avvicinandosi leggermente.
Non gli rispondo subito, aspetto una manciata di secondi.
-Penso che dovresti mantenere la parola e dirmi chi è quella ragazza- rispondo titubante diventando di nuovo rossa.
Lui mi accarezza con una mano la guancia che non è appoggiata al cuscino e inizia a sfiorarmi i capelli poco dopo.
Gesti delicati e stramaledettamente attraenti.
-E tu, cosa pensi?- gli chiedo quasi con la tremarella, altamente imbarazzata quanto emozionata di essere qui con la persona che amo.
-Sicuramente non starò qui a raccontartelo- sussurra.
Non passa nemmeno un secondo che lui si avvicina a me e posa delicatamente le sue labbra sulle mie.
Ha delle labbra da far invidia al paradiso: sono dolcissime e fresche, come se avesse appena bevuto un frappe alla menta.
Poi non si tiene più, e io perdo il mio già debole controllo su quel bacio e lo lascio fare completamente, senza oppormi ma solo collaborando.
La sua lingua fa irruenza nella mia bocca quasi senza che io me ne accorga.
Le nostre lingue continuano a intrecciarsi senza sosta, assaporandosi l’ una con l’ altra in un atto che non terminerà mai e che determina tutto quello che abbiamo sempre provato ma che non ci siamo mai detti.
La sua mano calda ancora mi tiene delicatamente il viso.
Ci stacchiamo lentamente, non per mancanza d’ aria nei polmoni, tutt’ altro.
Voglio guardarlo negli occhi, vedere cosa pensa, che emozioni prova.
-Sei tu, l’ unica a cui voglio mettere una mano sulla guancia, l’ unica di cui voglio le labbra carnose e l’ unica che quando mi guarda riesce a intendermi con uno sguardo.
Normale che io mi sia innamorato di te, sono innamorato di te da sempre- mi dichiara e io quasi non muoio d’ infarto, è una cosa incredibile.
-Avevo paura, paura che tu non mi amassi e paura che se ti avessi confessato tutto saresti uscito dalla cerchia senza rivolgermi più la parola, sorridermi, abbracciarmi, parlarmi. Tutta una lista infinita di cose a cui io non potrei mai rinunciare, ma soprattutto non avrei mai rinunciato a te per un mio inutile capriccio- confesso anche io, rossa, questo maledetto colore si sta dipingendo sul mio viso troppo spesso.
-Ti amo- mi sussurra lievemente, io non rispondo, ricambio con un bacio, dolce e poco casto, come non lo era quello di prima.
PERCHE’ SEI TU, E NON VORREI CHE FOSSE NESSUN ALTRO.
 

PUNTO DI VISTA: RANMARU

Sono al settimo cielo, ancora non posso crederci.
Mi sono dichiarato, ce l’ ho fatta.
E lei ha ricambiato, è così bella, pura e dolce.
Ogni volta che penso a lei la mia testa e il mio cuore fanno capogiri e hanno vertigini da spavento.
I suoi baci? E che dire dei suoi baci?
Questo è stato uno dei momenti più belli di tutta la mia vita.
Le sue labbra sono così carnose e soffici che sembra di assaporare una nuvola.
Il gusto è particolare, unico e intenso, come lei, unica.
Ci stiamo baciando, di nuovo, sarà il terzo questo, ma non ne sono sicuro.
Questa volta lascio a lei il comando, non mi va di predominare come ho fatto prima, voglio vedere cosa sa fare.

Faccio solo una cosa, va fatta.

Delicatamente le sposto il viso dal mio e la guardo intensamente negli occhi.
Sapevo che i suoi occhi erano belli, ma non li ricordavo addirittura celestiali.
La faccio alzare con il busto e lei ha una faccia piuttosto preoccupata.
Mi sistemo meglio e la faccio cadere sopra di me dolcemente tenendola dalle spalle.
Il contatto con il suo corpo freddo mi provoca una piccola scossa su tutto il torace.
La abbraccio a me e la stringo forte, non deve più essere indecisa, non deve più soffrire.
-Devo continuare?- mi chiede con una voce tremante al mio orecchio, una voce che è musica anche nei suoi difetti.
-Quando vuoi- le rispondo con un sussurro.
Lei si alza si dirige sulle mie labbra.
Le sue corpose e carnose, le mie piccole e sottili.
La sua lingua vorrebbe fare irruenza nella mia bocca ma glielo impedisco.
Chiudo i denti e non la lascio passare, voglio vedere come mi convince.
Lei emette un piccolo mugolio di disaccordo, io le rispondo allo stesso modo.
Purtroppo mi conosce troppo bene, ci mette poco a trovare il mio punto debole.
Inizia a mordermi il labbro inferiore, piano, per poi tirarlo.
Non mi fa male, è un dolore provocante, dannatamente attraente che solo lei sarebbe in grado di fare.
Stringe di più il morso e io separo con un piccolo scatto i denti per lasciar uscire un mugolio di leggero dolore.
Ilaria non ci pensa due volte e fa passare la sua lingua tra i miei denti.
È anche astuta, non solo bella.
Mi lascio trascinare completamente, stringendola a me tenendola per i fianchi curvi che io amo.
 

PUNTO DI VISTA: ILARIA.

Lo amo, è l’ unica cosa che conta.
Ha deciso di lasciarmi fare a modo mio.
Ma io non so baciare, per questo prima l’ ho lasciato fare.
Mi stacco velocemente dalle sue labbra, scendo dal suo corpo e vado a rimettermi nell’ angolino tra lui e il cuscino rosso, con la testa rivolta verso esso.
-Amore, qualcosa non va?- mi chiede dolcemente poggiando una sua mano sulla spalla.
-Io non so baciare- gli confesso timidamente -Tu sei il mio primo bacio, senza contare quello di questo pomeriggio con Takuto- gli dico tristemente con un filo di voce.
-Bhe, a questo si può porre rimedio solo con la pratica- mi sussurra e con le sue forti braccia mi prende da dietro per scaldarmi con il suo corpo.
-Ranmaru ti amo- gli ripeto ancora una volta da quando ha iniziato a baciarmi. Non smetterò mai di ripeterlo.
-Nessun tuo difetto o problema è così grande da farmi pensare che potrei smettere di amarti- mi sussurra dolcissimo.
Mi giro solo con la testa e lui mi accoglie con un bacio a fior di labbra che mi lascia insoddisfatta, quindi lo attiro di nuovo a me, iniziando a fare pratica.
 
 
PUNTO DI VISTA: RANMARU.

Abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme stesi sul divano a professarci il nostro immenso amore.
Mia madre al suo rientro per poco non ci beccava, ma dopo qualche mia bugia ben piazzata non ha più dato problemi.
Siamo seduti a tavola, Ilaria è rimasta a mangiare a casa mia e ora ci stiamo deliziando con della pasta al salmone.

Mi arriva un messaggio sul mio telefono che ho affianco a me.
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Chat con Takuto
E allora?
E allora cosa.
Avete…
Takuto, come ti vengono in mente certe cose!
Ma almeno vi siete baciati?
Sì.
Si è dichiarata?
Sì, Takuto smettila!
Scusa tanto se devi a me il tuo primo bacio! O forse devo ricordati
che se non avessi messo in scena quella recita all’ uscita
adesso saresti ancora innamorato di Ilaria senza che
lei ne sapesse nulla! In fondo siamo stati degli attori formidabili,
poi la fortuna ci ha “Baciati” chiedendomi di chiuderle gli occhi,
e mai bacio fu più semplice!

 
Vedi di dimenticarti in fretta di quelle labbra, sono mie.
 
Dovremmo rifarla questa scenetta un giorno di questi, magari
mi aiuti a conquistare la Sorano.

 
Ma non ci pensare nemmeno, se bacio un’ altra Ilaria come minimo mi ammazza, poi non hai sentito che sta con Tenma?
Gelosa Ilaria, eh?
E’ per questo che la amo.
Bhe alla fine possiamo chiamarlo “tutto pianificato”?
Credo di sì, credo di sì.
Toglimi una curiosità: eravate nudi entrambe?
Takuto ma cosa pensi! Sei un idiota! Col cavolo che ti avvicini a lei anche solo con un’ asta di 100 metri!
Quale asta intendi…
 
Takuto ti odio, mi sto quasi pentendo di averti chiesto di baciare Ilaria per vedere la sua reazione se avessi saputo quanto puoi essere pervertito dopo un bacio.

Torna a casa da sola questa sera?
 
Piuttosto che accompagnata da te, preferisco lasciarla nelle mani di Masaki.

Perché proprio lui e non io?
Perché è gay e sta con Hikaru.
Bastardo.
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-Chi è?- mi chiede Ilaria, grazie al cielo senza sbirciare.
-Tenma, mi ha avvertito che domani gli allenamenti si svolgeranno al campo al fiume- svio il discorso.
-Ilaria vai a cambiarti così ti accompagno a casa- le ordina mia madre mentre sparecchia.
-D’ accordo, vado              seguimi- gesticola con le labbra e esce dalla cucina.
Io la sto seguendo ma vengo beccato sull’ uscio.
-Ranmaru dove vai???- mi domanda mia madre con un tono di rimprovero.
-Ehm… in bagno!- cerco di divincolarmi.
-State insieme?- mi chiede e io perdo un battito.
-Mamma come fai a saperlo!?!?- urlo a bocca aperta.
-Le mamme sanno tutto, tu non porti mai i capelli sciolti, non stai mai con la canotta in casa, vi ho quasi beccati mentre vi baciavate al mio rientro, hai mentito spudoratamente, vi lanciate occhiate complici appena potete per poi sorridervi… non sono mica nata ieri!- mi rimprovera con un tono apprensivo.
-Sì mamma, stiamo insieme, ma non agitarti- mento, nemmeno potendo negare.
-O mio dio ma che bello! Mio figlio ha la sua prima ragazza- continua a cantare allegramente, non cambierà mai!
-Sappi che sarà anche l’ ultima, nessun’ altra al di fuori di lei- sussurro a voce bassa.
-Vai pure da lei se vuoi salutarla- mi dice mia madre allegramente tra un “che carini” e un altro.
-Grazie, allora io vado- annuncio imbarazzato, e un po’ rosso, per poi dirigermi verso le scale.
 
 
 
 
PUNTO DI VISTA: NARRATORE.
 
Ranmaru sta salendo le scale saltellando, come suo solito, impaziente di vedere di nuovo la corvina.
-Posso entrare?- chiede dopo aver battuto le nocche tre volte sulla porta della sua stanza.
-No, aspetta un sec- ma non ha tempo di finire la frase che Ranmaru è già entrato in stanza.
Ilaria, fortunatamente, aveva già cambiato i pantaloni e quando entra il ragazzo la trova solo con la pancia scoperta perché si sta infilando la sua felpa, nera con delle scritte, che si è asciugata.
Appena la mora vede il ragazzo in camera per poco non muore d’ imbarazzo per essersi fatta vedere a pancia scoperta, ma in fondo non l’ ha fatto apposta: lui è entrato senza permesso!
-Cretino! Ti avevo detto di aspettare un secondo!- gli urla Ilaria mentre si tira giù l’ indumento il più in fretta possibile.
-Ma cerca di capirmi, un secondo è troppo! Io voglio vederti e averti vicina sempre- dice con un sorriso beffardo mentre si avvicina a lei.
-Non tentare di farmi cambiare opinione, ruffiano- lo rimprovera dolcemente portandogli una ciocca che gli copre il viso dietro le orecchie, ridendo.
-Dico solo le cose come stanno- ribatte mettendosi alla stessa altezza della ragazza.
-Che vuoi fare?- chiede Ilaria stranita mentre il rosa le cinge la vita.
In un momento Ranmaru la alza da terra tenendola per i fianchi e facendola girare su se stessa. La scena va avanti per cinque minuti buoni e entrambi stanno ridendo, Ilaria un po’ meno, visto che ha paura di cadere.
-Ma che hai, paura? Non dovresti, ti sto tenendo io, non hai nulla da temere- le dice dolcemente mentre continua a farla girare.
-Kirino Ranmaru mettimi g- ma non termina la frase che, come tocca terra, il rosa l' accoglie in un bacio, profondo e delicato, con l’ intento di soffocare i continui urletti di paura della ragazza.
Ranmaru si stacca dal bacio poco dopo, bisognoso d’ ossigeno, ma rimanendo comunque a pochissima distanza dalle labbra della ragazza, anche lei che prende fiato, entrambi sono insoddisfatti.
Kirino si diverte, si sta divertendo a tenerla sulle spine.
Ha preso tutto l’ ossigeno di cui necessitava e Ilaria gli ha dato tempo, ma ora lo sta facendo apposta.
Le sue labbra continuano a rimanere poco distanti da quelle della corvina.
Si diverte a soffiare e sfiorare le labbra della ragazza, così, per puro piacere.
-Quanto hai intenzione di andare avanti?- chiede Ilaria, senza allontanarsi.
-Andremmo avanti per sempre, se tu non dovessi andare via- scherza lui di tutta risposta, ma non si sa quanto questa affermazione possa essere falsa.
In un rapido e alquanto delicato movimento unisce le sue labbra a quelle della ragazza di fronte a lui.
La sua lingua fa irruenza nella bocca della corvina, lei schiude le labbra per lasciarlo passare.
Lui non accenna a fermarsi e stacca la presa dai fianchi per far passare le sue mani tra i capelli corti della ragazza, per poi spingerla e farla indietreggiare fino al muro dove lui preme il suo corpo su quello della ragazza.
La sua presa scende delicatamente contornandole tutto il corpo fino ad arrivare ai  fianchi, mentre lei cinge il suo collo con le braccia per tenerlo vicino a sé.
Per quanto Ranmaru ami la sua ragazza, deve ammettere che tutta quella monotonia è stancante.
Nel senso, ogni suo bacio puro e inesperto è un’ emozione tutta da scoprire, e su questo non c’ è il minimo dubbio.
Ma lui ama dettare i ritmi di gioco, e Ilaria sapeva che prima o poi sarebbe andato alla ricerca del punto debole.
Inizia a sfiorare con la sua lingua gli angoli della bocca della ragazza, piano, lentamente, con fare dannatamente troppo sensuale.
Ilaria emette dei leggeri mugolii, alcuni di divertimento, altri di rimprovero, ma che non fermano Ranmaru, il quale continua indisturbato nella dolce tortura.
Ilaria, poco dopo riesce a mordere la lingua del ragazzo, al terzo tentativo.
Lui fa il finto offeso e inizia a baciarla con sufficienza, allontanandosi di poco ma sempre mantenendo il contatto con le sue labbra.

Dopo qualche minuto, però, Ilaria, sente il passo felpato della madre del ragazzo dalle scale.
La cosa non sfugge nemmeno a Ranmaru che, non potendo fare altrimenti, lascia un ultimo e intenso bacio alla sua ragazza.
Il migliore di tutti, caldo e passionale, dolce e delicato, baci di questo genere che solo lui sa regalare.
-Ilaria, Ranmaru, dobbiamo andare!- urla la donna da dietro la porta -Ranmaru la vogliamo accompagnare la tua fidanzata a casa sì o no???- conclude.
A quelle parole Ilaria si irrigidisce di colpo e quasi sbianca.
-No!- risponde il rosa scherzoso.
-Ma lei lo sa?- chiede Ilaria sottovoce.
-Lei crede che stiamo insieme- risponde semplicemente Ranmaru.
-Perché? Non è quello che vuoi?- domanda la mora.
-Se lo vuoi tu lo voglio anche io- asserisce velocemente il ragazzo, portandole una ciocca di capelli corvini dietro il suo orecchio, in modo che non le coprisse l’ occhio caffè.
Questo, immancabilmente, torna sul viso di Ilaria, che emette una leggera risata dal tentativo fallito.
-Dobbiamo andare- sussurra la ragazza- e questa volta sono seria, se mia madre non mi vede rientrare prima delle 10:00 lo sai che..- il ragazzo appoggia un dito sulle sue labbra carnose e soffici.
-Allora andiamo, milady- scherza aprendo la porta.
Mentre Ilaria gli passa vicino, Ranmaru le lascia un ultimo bacio a fior di labbra, dolce, puro e semplice, proprio come il loro amore.
 
 
 
 
Entrambi sanno che quel giorno è stato uno dei migliori, se non il migliore.
Entrambi sanno che non possono fare a meno l’ uno dell’ altro.
Ranmaru sa di non poter fare a meno di Ilaria, sapeva da quando l’ ha baciata che non sarebbe più riuscito a togliersela dalla testa.
Ilaria lo ama, è quello che conta, è quello che ha fatto nascere tutto.
Ora è felice, finalmente si sente completa, in sintonia con qualcuno che la comprende.
Entrambi sanno che si amano.
È questo che conta.
Niente di più.


Il Fiore Che Nasce Dal Caldo Torrido Del Deserto Non Appassirà Mai, E' Il Vero Mito Dell’ Eternità.
 








*Angolino Della Dragonfly*

*Mio zio fa passare il singhiozzo in questo modo*

Che Bello Il RanIla Day!

Se ve lo state chiedendo il mio numero della maglia con cui gioco a pallavolo è 13,
mentre, come credo si sappia, il numero della maglia di Ran è 3, quindi 13-3!

L' ultima frase l' ho presa dalla sigla giapponese di Inazuma Eleven Go Chrono Stone, la mia sigla preferita.

Per questa storia ho esaurito le scorte di tutti i momenti fluff che potevo creare
Ran: sì, certo... MA SE TI SEI GIA' MESSA A SCRIVERE UN' ALTRA FLUUF!
ila: lo sai che non ci posso fare niente, sono fatta così!
Il bello è che questa storia l' ho finita 3 settimane fa! 
Ran: non c' è niente di bello o divertente.
ila: ti odio
Ran: e perchè nella storia mi ami?
Ila: lo sai che scherzo e che tu sei il mio amato Macaron! *gli da un bacio sulla guancia*
Ran: ila! non qui!
ila: com' è, sopra sì e nell' angolino no?!?!
Ran: ci rinuncio, con te ragionare è impossibile
Ila:
 Comunque se la storia ti è piaciuta o meno, hai trovato errori di ortografia oppure hai dei dubbi fammelo sapere con un commentino qui sotto.
Ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono le mie storie ma anche quelli che la leggono semplicemente perchè sono tanti.

A Prestissimo Al Più Presto

IlariaDragonFly e Ranmaru.

 
   
 
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