I giorni successivi al concerto furono molto speciali per Fanny, che festeggiò insieme agli amici il grande successo riscosso attraverso un fantastico party organizzato per l’occasione a casa di Hèléne. In quella notte gioiosa e movimentata, quest’ultima ne approfittò per fare il suo annuncio ufficiale: presto, molto presto, infatti, sarebbe diventata la moglie di Peter Watson. La notizia, di cui alcuni erano già a conoscenza, venne accolta da uno scroscio di festanti applausi a cui tutti parteciparono. Tutti tranne Nicolas, che approfittò di quel momento tanto temuto per rifugiarsi in giardino, d’un tratto bisognoso di solitudine. Quel lungo e religioso silenzio fu però presto interrotto dall’arrivo di Christian, che accortosi già da un po’ della malcelata sofferenza dell’amico aveva deciso di seguirlo, sperando con la sua presenza di riuscire a consolare almeno un po’quella pena infinita che si portava dentro, e che lo aveva reso quasi irriconoscibile ai suoi occhi.
- Ti va di parlarne?
Gli chiese, cauto, annullando la distanza che li separava per sfiorargli lentamente una spalla mentre lo vedeva scuotere la testa un paio di volte prima di allontanarsi mestamente da lui, che per un lungo momento rimase al suo posto, limitandosi a seguirlo con lo sguardo e a sospirare, affranto e impotente di fronte a quella complicata situazione…
L’alba lo sorprese prima ancora che potesse rendersene conto, invitandolo attraverso la fresca brezza mattutina a rientrare in una casa, ormai vuota e solitaria, che sembrava attendere solo lui. Attraversò l’accogliente sala da pranzo ancora ingombra, sussultando quando si ritrovò di fronte a colei che mai si sarebbe aspettato di incontrare a quell’ora un po’ insolita in cui tutti erano già andati a dormire.
- Felicitazioni per il grande evento dell’anno.
Disse, senza riuscire a evitare un tono insolente e sarcastico che tuttavia sembrò ferire la giovane donna molto più di quanto desse a vedere, costringendola ad abbassare di colpo lo sguardo.
- Per favore Nicolas, non rendere le cose più difficili.
Sussurrò, passandosi stancamente le mani fra i capelli.
- Non è mai stata mia intenzione, Hèléne, perché l’unica cosa che ho fatto è stata quella di aprirti completamente il mio cuore, chiedendoti in cambio solo una semplice risposta. Una risposta che, vista la situazione, immagino tu mi abbia già dato, perciò…non credo ci sia altro da aggiungere se non…felicitazioni.
Ripetè annuendo brevemente prima di voltarle le spalle, ansioso di raggiungere il piano di sopra dove, finalmente lontano da lei e in compagnia dell’ultimo brandello di forza rimastagli, avrebbe silenziosamente detto addio alla felicità. Ad un mondo in cui tutto era possibile e che per un attimo, un attimo soltanto aveva creduto di poter di nuovo stringere tra le dita insieme alla donna che, ormai lo sapeva, non sarebbe mai riuscito a smettere di amare…