-CAPITOLO
12-
Giallo!
Forse
non era il colore più adatto ad un matrimonio, ma ad Allison
era sempre
piaciuto e quel vestito, le avevano detto, metteva in risalto le sue
forme e il
castano caldo dei suoi capelli.
Non
ne era del tutto certa ma non aveva molta altra scelta; il suo intero
guardaroba era andato perduto quando la sua auto era esplosa mesi prima
e
quando aveva deciso di rifornirlo comprare dei vestiti eleganti non le
era
neppure passato per la testa.
Una
cacciatrice del soprannaturale aveva bisogno di indumenti comodi,
combattere i
mostri sui tacchi alti e con un vestito stretto e corto non era certo
il modo
migliore.
Si
guardò un’altra volta allo specchio e
sospirò; quel vestito era davvero bello e
le piaceva. Non si era mai preoccupata molto del giudizio degli altri
ma
sperava che anche ad Elijah piacesse.
Alzò
due dita e se le poggiò sulle labbra, ripensando a quel
bacio che si erano
scambiati due giorni prima, chiedendosi cosa significasse. Poteva
essere un
inizio oppure una fine. Oppure un semplice momento di debolezza. Lei
non lo
sapeva e il dubbio le faceva paura. Ma più di tutto le
faceva paura l’idea di
scoprirlo. Soprattutto ora che Hayley si sposava…
Aveva
come la sensazione che quel matrimonio avrebbe messo Elijah davanti ai
suoi
veri sentimenti, spazzando via ogni residuo di confusione e, temeva,
spazzando
via anche lei.
Incapace
di controllare i suoi pensieri, come le capitava fin troppo spesso
ultimamente,
le tornò alla mente il loro primo bacio.
LOS
ANGELES – 5 ANNI E MEZZO PRIMA
“Quindi
è questo che fai nel tuo tempo libero?” Elijah si
fermò per cederle il passo,
poi la seguì e le si rimise a fianco appena possibile.
Lei
sorrise mangiando l’ultimo cucchiaino di gelato, poi
gettò quello che rimaneva
in un cestino e si strinse nelle spalle. “Sembra quasi che tu
sia sorpreso.
Cosa ti aspettavi che facessi esattamente nel mio tempo
libero?”
“Non
lo so a dire il vero,” replicò lui. “Ma
non mi aspettavo che aiutassi persone
che hanno perso tutto a ricostruirlo, quel tutto.”
“Sono
privilegiata sotto il punto di vista economico e di tutti i soldi che
mi sono
rimasti dopo la morte dei miei genitori non so davvero che farmene;
sono una
cacciatrice del soprannaturale, non ho bisogno di molto per
sopravvivere. Così
li utilizzo per fare del bene a chi ne ha bisogno.”
“Come
quella giovane coppia a cui stai praticamente ricostruendo la casa dopo
che la
loro è andata distrutta” riassunse Elijah.
“Avremmo potuto far prima se solo mi
avessi permesso di comprarne loro una nuova.”
Allison
scosse il capo energicamente. “Potrei comprarla io stessa, ma
non è questo il
punto. Quel posto è speciale per loro, e tutti dovrebbero
avere un posto così…
un posto che li rende felici.”
L’Originale
si perse per un attimo in quegli occhi nocciola, ammaliato dalla luce
che
emanavano, intrigato dal movimento lento di quelle labbra rosate.
Cercare
quella donna che conosceva appena era stata una follia ma si accorse
che
potendo tornare indietro lo avrebbe rifatto.
Non
aveva smesso di pensare a lei neppure per un istante da quando era
ripartita
dopo quel ballo a Mystic Falls. E non era solo perché era
dannatamente bella,
era qualcosa di più.
“Sto
per fare una cosa adesso” le disse avvicinandosi a lei,
prendendole una mano e
poggiandosela sul petto. “Non credo sia questo il caso, ma se
avessi frainteso…
ti prego di perdonarmi.”
Lei
abbozzò un sorriso piegando poco il capo. Credeva di sapere
a cosa si riferisse
ma non disse nulla.
Attese.
Il
tocco delle labbra di Elijah sulle sue fu delicato, quasi insicuro. Ma
quando la
mano sul suo petto si spostò tra i suoi capelli, ogni cosa
cambiò. Fu come se
il mondo tutto intorno si fosse fermato per un attimo, proprio
lì mentre
baciava uno degli uomini più affascinanti che avesse mai
incontrato, Allison si
chiese quanto folle fosse quello che stava facendo.
Lo
era tanto, forse troppo. Ma non gliene importava assolutamente nulla.
“Bel
vestito” sentì mormorare.
Sobbalzando
appena si voltò e vide Klaus fermo
sulla soglia della porta, le braccia incrociate sul petto, un sorriso sul
viso. “Grazie”
gli disse. “Credi che il giallo sia… troppo?
Voglio dire, non so che tipo di
matrimonio sarà. Tutto quello che so è che si
tratta di una specie di magico
rituale oltre che di due persone che convolano a nozze.”
“Stai
benissimo” la rassicurò l’Ibrido.
“Come
sempre.”
Allison sorrise
e continuando a guardarlo fece un
grosso respiro. “Tua figlia è davvero
bellissima” gli disse con dolcezza. “Una
bambina così solare e socievole. Non credo di avertelo
ancora detto, ma sono
incredibilmente felice per te, e per Hayley anche.”
“Grazie”
Klaus sorrise avvicinandosi a lei di
qualche passo. “Non sono un tipo sentimentale ma mia
figlia… posso affermare
con assoluta certezza che lei è capace di tirare fuori il
meglio di me. O il
peggio. Ma quel peggio è riservato solo a chi
proverà a farle del male.”
La cacciatrice
ridacchiò. “Semmai qualcuno dovesse
provarci fammelo sapere e ti darò una mano ad
occupartene” con un gesto gentile
gli sistemò la cravatta e gli lisciò la giacca.
“Stai molto bene tutto in tiro.
Molto affascinante.”
“Come
sempre” rispose lui con ironia. “Vogliamo
andare? La cerimonia inizierà fra qualche minuto.”
“Vai
avanti” lei annuì. “Indosso le scarpe e
ti
raggiungo.”
****
Elijah fece un
grosso respiro mentre la cerimonia
continuava. Suo fratello lì accanto rimase con lo sguardo
concentrato sul piano
di sotto ma i suoi occhi erano fissi su un’altra parte della
casa.
Sul soppalco di
fronte a quello dove si trovavano
lui e Niklaus infatti, mentre la folla osservava Hayley e Jackson,
stava la
donna che era stata capace di stravolgergli la vita, due volte.
Molti anni prima
e in quel preciso istante.
Non aveva alzato
lo sguardo su di lui neppure una
volta, persa nei suoi pensieri e bella come mai chiusa in
quell’abito giallo
che le calzava a pennello.
Lui invece non
era riuscito a staccarle gli occhi
di dosso.
“Stai
guardando nella direzione sbagliata, fratello”
gli sussurrò Klaus con tono divertito. “Gli sposi
sono al piano di sotto.”
Elijah non
rispose, ma seguì Allison con lo sguardo,
poi la raggiunse quando lei si rifugiò dentro la sua stanza.
“Queste
scarpe sono bellissime e costosissime” gli
disse lei quando si accorse di lui. “Ma sono anche molto
scomode.”
“Sei
bella da togliere il fiato” mormorò
l’Originale
chiudendo la porta dietro le sue spalle. “Scarpe o
no.”
Allison
abbozzò un sorriso. “Stai bene?”
“Sì,
perché me lo chiedi?”
“Beh”
la donna gli si avvicinò di qualche passo,
fino ad essere a pochi centimetri da lui. “La donna di cui
sei innamorato ha
appena sposato un altro uomo Se fosse successo a me adesso mi starei
ingozzando
di gelato piangendo a dirotto.”
“Io
credo invece che se fosse capitato a te adesso
staresti cacciando qualcosa, per sfogare… la
rabbia.”
Lei rise, poi si
mordicchiò l’interno della guancia
arricciando la bocca. “Sei arrabbiato quindi?
Perché se lo sei posso infilarmi
una tuta e possiamo andare da qualche parte ad allenarci fino allo
sfinimento.
Possiamo anche ubriacarci se vuoi e…”
Elijah
colmò la breve distanza tra loro. Con
decisione le passò un braccio intorno alla vita e se la
strinse addosso
poggiando la bocca sulla sua.
Allison
sentì il viso prenderle fuoco, ogni parte
del suo cervello le suggeriva di fermarsi, di chiedergli di parlare
perché voleva
chiarezza. Ma ogni parte del suo corpo bramava quelle mani, quelle
labbra, fremeva
a contatto col calore dell’Originale.
Gemette quando
lui la sdraiò sul letto e quasi con
prepotenza le sollevò in alto le braccia baciandole il
collo, la parte di seni
che il vestito lasciava scoperta, l’incavo tra le clavicole.
“Questo”
gli disse respirando a fatica. “È
sbagliato.”
Lui
intrecciò le dita alle sue mentre affondava di
nuovo la lingua dentro la sua bocca.
“Vuoi
che mi fermi?” le chiese rauco, gli occhi
chiusi, ad un passo dal perdere totalmente il controllo.
“No”
lei scosse il capo. “Ma è davvero quello che
vuoi anche tu?”
Lui lasciò che
fossero le sue labbra a rispondere e
lo fecero scendendo giù per il suo corpo. Giù
fino a farla tremare di piacere.