XXII
IRONIA
“Oh,
grazie
al cielo! Hai aperto gli occhi!”.
Mihael
gemette. Riconobbe il familiare volto del fratello guaritore Rahael. Ma
dove si
trovava? Provò a muoversi ma si fermò
immediatamente, lanciando un lamento.
“Non
è un
buon segno..” commentò Rahael “..quando
un angelo prova dolore. Ma, grazie a
Dio, sei vivo e sveglio”.
“Ah,
no.
Non è grazie a Dio se io sono vivo, e tu lo sai”
sbottò Mihael “Inoltre, mi fa
male ogni singolo centimetro. Penso mi faccia male perfino
l’aureola. Comincio
a capire perché nostro fratello Lucifero bestemmi
continuamente. Ho una gran
voglia di farlo pure io”.
“Mihael!
Non in mia presenza, grazie!”.
“Tranquillo.
Non ti sconvolgerò con i miei discorsi. Ma tu non tediarmi
con i tuoi..”.
“Mihael!”.
“Vi
prego
di frenare, per ora, la lingua” interruppe Keros, comparendo
alle spalle del
guaritore “Le vostre parole sono sicuramente frutto del
dolore e della rabbia.
Quando starete meglio, la vostra mente si sarà placata e
ritroverete
l’armonia”.
“L’armonia?
Non sono un’ocarina!” si stizzì Mihael.
“Siete
uguali” ridacchiò Keros “Voi e Lucifero,
siete in grado di dare le stesse
risposte perfide”.
Mihael
si
lasciò sfuggire un piccolo ghigno, che preoccupò
ulteriormente Rahael.
“Cosa
è
successo?” domandò poi l’arcangelo
guerriero, sforzandosi di mettersi seduto “Il
nemico è stato sconfitto? E..Lucifero?”.
“Come
puoi
chiedere di lui?” si accigliò Gibrihel,
anch’egli nella stanza “Abbiamo
combattuto tutti quanti noi, tutti insieme, e tu il primo di cui chiedi
è
Lucifero?”.
“Se
permetti..”
rispose Mihael “..vorrei sapere come sta colui che ha
permesso che sia ancora
qui, adesso, a parlarti, e non nello stomaco di Drakonta”.
“Il
nemico
è stato respinto” parlò Keros, con
calma “Sophia ha usato i suoi poteri per
aiutare i feriti, risvegliando del tutto la sua natura di
angelo”.
“Oh,
è
salita in cielo?”.
“No.
Le è
stata data la possibilità di farlo, ma ha chiesto di poterci
riflettere un po’.
E poi..”.
“E
poi ti
sei perso lo spettacolo del tuo ragazzo!” interruppe Rahael,
cingendo con il braccia
le spalle di Keros “Lo vedi? Lo vedi che ha le
ali?”.
“Le
ho
viste” ammise Mihael “Ali d’argento. Non
avevo mai visto un angelo con le ali
d’argento..”.
“Io
sono
speciale” sorrise Keros.
“Indubbiamente..”.
“Ha
sconfitto il nemico” riprese Rahael “Tuo figlio ha
sconfitto, assieme ad
Eleonore, quel mostro serpentoso. Dovresti essere fiero di
lui”.
“Lo
sono”.
“Ora
vedi
di guarire. Il cielo non penso gradisca molto il fatto che tu abbia
avuto un
figlio. Specie con un demone.. La tua ala destra è
danneggiata, così come il
braccio. Perciò niente guerra ai diavoli per un
po’..”.
“Sono
talmente stanco e dolorante che l’unica guerra che voglio
fare è contro il mio
fegato, riempiendomi di alcolici..” sussurrò
Mihael, gemendo di nuovo.
“Ma..sei
veramente tu?” alzò un sopracciglio Rahael
“Miky..”.
Mihael
girò
la testa, con un movimento lento degno dei peggiori esorcismi,
accigliandosi.
Quanto odiava essere chiamato Miky! Rahael subito portò le
mani in avanti,
indietreggiando.
“Lucifero?”
incalzò Mihael, dopo essere tornato in sé
“Ancora non mi avete detto dov’è. Si
è rintanato negli inferi e me lo ritroverò fra i
piedi non appena gli sarà
passata la batosta?”.
“Siete
entrambi ospiti di questa casa” furono le parole, calme, di
Keros “Sono sicuro
che il mio signore non avrebbe nulla da ridire. È rischioso
per un demone
recarsi agli inferi se non è in perfetta forma, specie se
ricopre posizioni di
potere. Vige la legge del più forte, lo ammazzerebbero
subito”.
“Ma
dai! È
il capo! Asmodeo lo difenderebbe sempre!”.
“Veramente..
Asmodeo è già venuto qui con l’idea di
ucciderlo. Di uccidervi entrambi. E
probabilmente uccidere anche me..”.
“E..che
è
successo?”.
“L’ho
mandato via”.
“Tu..hai
respinto Asmodeo?!”.
“Sì.
Che
ironia, vero? Ho sconfitto e respinto colui che mi ha salvato la vita
alla
nascita, e che in parte mi ha fatto da padre, mentre tentava di
uccidere
l’altro mio padre adottivo ed il mio vero padre. Cazzo..ho
troppi padri”.
“E
Lucifero
che cosa ha detto? Immagino non sia stato facile per te..davvero lo hai
sconfitto? E, cosa
più importante: dammi del tu, ti
supplico..”.
“Non
ho
molto tempo per raccontarti tutto. Ci penserà qualcun altro.
Io ora devo
andare”.
“Andare?
Andare dove?”.
“I
cavalieri d’oro mi hanno detto che il mio signore
è stato inghiottito da Ananke”.
“Oh..io..mi
dispiace..”.
“Vado
a
riprenderlo. Spero di poterlo fare”.
“E
come?”.
“Ho
scoperto di avere capacità più speciali di quanto
pensassi. Perciò ci proverò.
Io ed Eleonore partiremo, assieme ai cavalieri
d’oro”.
“Ci
sono
possibilità che sia ancora in vita?”.
“La
casa
non muta più..non lo so..”.
“Keros..”.
Mihael
non
trovava le parole. Notò lo sguardo triste e sfuggente del
figlio, che però gli
sorrise debolmente.
“Vedi
di
guarire. Non preoccuparti per me o per altro” disse il
sanguemisto.
“Lucifero..è
morto?”.
“Che..?”.
“Continuate
a non dirmi dove sia e come sta. È morto?”.
“No”.
Mihael
tirò
un sospiro di sollievo che indispettì molto gli angeli
presenti, già in collera
con il generale.
“Però..”
riprese Keros, ed il guerriero avvertì un nodo alla gola
“..è spento. Ha donato
la sua luce a te, per non farti morire dissanguato. Sophia ha tentato
di
guarirlo, ma non è stata in grado di farlo risplendere di
nuovo. Ha arrestato
l’emorragia e tutto il resto, ma non ha riaperto gli occhi. È
spento, addormentato. Al veleno di Drakonta pare che nessuno
conosca rimedio. Non si sveglia e non reagisce. Ma..confido possa farlo
presto.
Ora devo andare..”.
“Keros..io..non
so che altro dire. Se non..coraggio!”.
“Asmodeo
mi
odia, Lucifero è in coma e tu verrai probabilmente
condannato dal cielo. Già
provi dolore e sanguini, cosa che un angelo non fa. So che è
colpa mia..”.
“Non
lo è.
Questa è una punizione per aver salvato la vita a mio
fratello, ne sono certo”.
“Sia
come
sia..cercate di riguardarvi, in qualche modo, tutti e due. Mi
dispiacerebbe
ritrovarmi senza nemmeno un padre. Specie se il mio amato signore non
dovesse
riuscire a salvarsi”.
“La
fede ti
guiderà, figlio mio. La fede nel tuo signore,
nell’uomo che ami. Spero ti guidi
nella giusta direzione”.
Keros
si
sforzò di sorridere e lasciò la stanza. Lo
raggiunse Eleonore, che si fece
abbracciare. Tentavano di darsi coraggio a vicenda e, girando la testa
verso i
cavalieri d’oro, già schierati davanti alla casa,
vi uscirono.
“Tienili
d’occhio” commentò Keros, con Eleonore
stretta a sé, rivolto a Kanon “Lucifero
e Mihael tendono a..non controllarsi”.
“Ci
penso
io” commentò Kanon, che si era offerto di rimanere
a guardia della casa assieme
a Tolomeo.
“Litigano
di brutto..”.
“Come
me e
Saga. Non c’è problema, è tipico dei
fratelli. Sempre se il demone si sveglia!
Piuttosto..vedete di riportarmi Arles!”.
“Lo
faremo.
Abbi fiducia”.
Mihael
si
lasciò cadere di nuovo sul letto, non appena Keros ne fu
uscito. Rahael si
limitò a fissarlo.
“Perché
hai
aiutato solo me?” domandò l’arcangelo
guerriero.
“Di
che
parli?” rispose il guaritore.
“Ho
vaghi
ricordi. Di te che durante la battaglia mi chiami per nome. Hai usato i
tuoi
poteri solo con me?”.
“Di
cosa mi
accusi?”.
“Di
niente.
Ma anche tu eri fra quelli che mi incitavano ad uccidere
Lucifero?”.
“Cerca
di
dormire. Ha ragione Keros. La tua mente è confusa”.
“Voglio
vedere mio fratello”.
“Non
sei in
condizione di farlo. Resta buono dove sei”.
“Rahael..”.
“Non
costringermi a legarti al letto. Dormi. Ed attento a quel che fai. Noi
arcangeli siamo ancora qui, accanto a te. Io, Gabry ed Uriel siamo qui,
perché siamo
sempre stati al tuo fianco. Ma altri già sono tornati in
cielo e non ti vedono
di buon occhio”.
“Non
me ne
frega un cazzo”.
“Bene.
Fai
come credi. Magari il dolore ti aiuterà a ragionare. Quel
che provi non ti
suggerisce che, forse, sei sulla strada sbagliata?”.
“Non
mi
pento di niente. Non mi pento di aver avuto Keros e non mi pento di
aver
salvato Lucifero. Sono in debito con lui. Ha allevato e salvato mio
figlio ed
ha salvato la mia vita, donandomi la sua luce. È stato morso
per permettere a
me di schivare i colpi. Qualcosa non va in nostro fratello, Rahael. Non
è il
demone che ho combattuto per secoli. È cambiato”.
“O
forse
quello cambiato sei tu. Riflettici”.
Rahael
si
voltò, avviandosi verso la porta.
“Se
serve..”
mormorò il guaritore “..io sono qua
fuori”.
Mihael
rimase in silenzio, mentre gli altri arcangeli lasciavano la stanza.
Tentò di
alzarsi, con l’intento di raggiungere il fratello maggiore,
ma non ci riuscì.
Provava un dolore così insopportabile da costringerlo a
tornare a stendersi.
Guidati
dalla piuma scarlatta di Arikien, la compagnia si allontanava dal
tempio del
Dio delle illusioni.
“Non
siete
obbligati a seguirci, se avete ricevuto ordini diversi”
spiegò Keros,
incamminandosi lungo la via, rivolto ai gold saint.
“Atena,
la
giovanissima fanciulla appena risvegliata..”
spiegò il Sacerdote “..ci ha
ordinato di riprenderci suo fratello Arles, anche a costo di infrangere
le
regole di Zeus”.
“Come
preferite..la grotta è a parecchi giorni di cammino e
sicuramente sarà
sorvegliata..”.
“Ottimo!”
continuò Milo “Io ho voglia di pestare a sangue
quella gran stronza di Ananke”.
Nonostante
le proteste, Iravan ed Iravat li seguivano, con le vestigia dei
gemelli. Kiki
sorrise nel vederli, provando una certa tenerezza per la loro giovane
età. Eleonore
si era aggrappata al braccio di Keros, trovandolo confortante. In
quella
circostanza, il sanguemisto si era mostrato molto diverso dal solito.
Era molto
più sicuro, serio e deciso. Doveva essere forte, o almeno
sembrarlo. Guidava la
compagnia, diretto verso la grotta dove sapeva essere rinchiusa Ananke.
Il suo
amato signore era ancora in vita? Ne era certo, lo percepiva. E cercava
di
trasmettere quella stessa certezza ad Eleonore ed ai gold. Ebbe un
lieve
sussulto quando in cielo comparve Venere, la “stella del
mattino”, la “stella
della sera”.
“Vedrai
che
andrà tutto bene” mormorò Eleonore
“Andrà tutto bene..” ripeté,
sforzandosi di
sembrare convincente.
“Ma
certo..” le rispose Keros, dandole un bacio sul capo.
“Lucifero
si risveglierà, Asmodeo non sarà più
in collera con te e Arikien sarà di nuovo
a casa. Tutto tornerà come prima..”.
“Non
potrà
mai tornare tutto come prima. Ora Sophia è un angelo, Mihael
e Lucifero sono
davanti ad un bivio da cui non possono fuggire. E anche noi..siamo
diversi. Ma
non preoccuparti: ucciderò per te. Ed ucciderò
per Arikien, se sarà necessario”.
Lei
sospirò, avvilita. Ma lo sguardo di Keros la spinse a
sorridere ancora. Che
ironia che in quel momento quel sanguemisto, che fin ora le era sempre
parso
dolce e fragile, di colpo si mostrasse determinato e spietato! O forse
era lei
che mai fin ora lo aveva visto com’era per davvero..
A
fatica,
Mihael era riuscito ad arrancare fino alla stanza dove riposava il
fratello
maggiore. Dolorante, aprì la porta ed entrò.
Camminò e raggiunse il letto.
Pareva davvero dormire il demone e l’angelo rimase
sconcertato dal vedere
quanti segni portasse sul corpo.
“Sono
stato
io?” chiese “Per colpa mia sei ridotto
così?”.
“No”
si
sentì rispondere.
Si
voltò,
vedendo Rahael con un’aria di rimprovero sul volto.
“Torna
subito a letto. Non sono disposto a seguire i tuoi capricci”
sbottò il
guaritore.
“E
allora
lasciami in pace! Chi ti dice di pedinarmi?” si
accigliò Mihael.
“Sei
ferito
gravemente, devi riposare e guarire. La tua ala deve tornare a
funzionare
perché così potrai volare”.
“E
tornare
in cielo. Dove mi attende la punizione eterna per aver avuto un figlio
e per
aver salvato Lucifero”.
“I
peccati
vanno puniti, Mihael”.
“Vaffanculo.
Tu e tutti gli altri angeli”.
“Guarda
che
io non ti giudico. Io penso che Keros sia una cosa buona e non auguro
la morte
a Lucifero”.
“E
allora
che cosa vuoi?”.
“Che
tu
stia bene”.
“Perché
ha
tutte queste cicatrici? Non le avevo mai viste prima..”.
“Lucifero
è
un manipolatore. Non mostra il suo vero aspetto, solitamente. Ma ora
non è in
grado di nascondersi e si mostra per quello che è. Quei
segni sul corpo sono
vecchi, salvo quelli riportati nell’ultima battaglia, che
sono fasciati. Grazie
a Sophia, le sue ferite non sono gravi e ormai sanguinano poco. Il
veleno di
Drakonta è in circolo, ma lui come serpente dovrebbe
riuscire a sopprimerlo”.
“Però
ha
consumato tutta la sua energia vitale per salvare me. E tutti quei
segni..sono
il frutto dei nostri scontri. Io, come angelo, guarivo immediatamente.
Non
provavo dolore, non ho cicatrici. Mentre lui..quanta sofferenza gli ho
provocato? Fratello..che dovrei fare?”.
“Segui
il
consiglio di Uriel: torna a casa. E in fretta. E ora fila a
letto”.
“Voglio
stare qui”.
“Non
puoi.
Devi riposare. Cerca di essere ragionevole!”.
“Per
favore..”.
“Mihael,
fallo per me. C’è chi si prende cura di Lucifero.
Se si sveglierà, ti
avvertirò”.
L’arcangelo
rimase immobile.
“Che
succede?” parlò una voce femminile.
Voltandosi
leggermente, Mihael si stupì nel vedere entrare Eris. La Dea
della discordia,
gemella di Ares, sorrise all’angelo guerriero.
“Cosa
fate
qui, signora Eris?” domandò l’angelo,
perplesso.
“Non
lo so”
ammise lei “Mi sto prendendo cura di mio fratello Ares, che
grazie a Phanes ha
riavuto i colori, ma è ancora debole. Però
qualcosa mi spinge a venire qui”.
La
Dea si
avvicinò al letto, passando dolcemente una mano fra i
capelli del demone.
“Ti
ringrazio di averlo salvato” aggiunse ancora
“Immagino che questo ti costerà”.
“Non
importa” rispose Mihael “Avrei pagato comunque, per
la faccenda di Keros”.
“Siamo
tutti peccatori, bene o male. Vuoi uno spicchio di mela?”.
“No,
grazie..”.
“Torna
pure
a riposare. Mi prenderò io cura di lui, finché
non si sveglierà..”.
“SE
si
sveglierà..”.
“Lo
farà.
Vedrai”.
“Non
affezionatevi troppo. Mio fratello non prova sentimenti
d’amore, se non per
nostra sorella Sophia”.
“Lo
so. Che
pensieri fai, angelo? Ogni volta che vedi un uomo ed una donna insieme,
pensi
che fra loro vi sia un legame d’amore? Non è
così. Però..mi dispiacerebbe non
poterci più giocare..”.
“Giocare?”.
“Angioletto..non
ti racconterò quel che il tuo fratello maggiore fa sotto le
lenzuola. Ed ora
torna a dormire, sei pallido..non vorrei che svenissi”.
Il
Dio
delle illusioni riaprì gli occhi. Avvolto da nastri e catene
di colore rosso,
era sospeso nel buio. Tentò di aprire le ali, invano. Udiva
il battito regolare
del cuore di Ananke, che rimbombava nell’oscurità.
Pensò che fosse questo quel
che provava un bimbo nel ventre della madre. Si agitò per un
po’, senza
ottenere altro che sentire quei legami stringere più forte.
Solo in quel
momento intravide altre figure accanto a sé. Non erano
legate, giravano
liberamente per il corpo oscuro del destino. Lo osservavano con
curiosità.
“Chi
siete?” domandò il Dio e questi sobbalzarono,
forse non aspettandosi di vederlo
muovere.
“Voi..siete
una divinità?” riuscì a dire una donna.
“Una
specie..” furono le parole di Arles, infastidito di essere
legato in una posa
rassomigliante ad una crocifissione.
“Abbiamo
visto quel che avete fatto” prese parola un uomo
“Avete liberato quel Dio,
Zeus. E Atena. avete sacrificato voi stesso per loro! Siete morto per
loro, per
la salvezza di tutte quelle creature che là fuori avevano
bisogno di aiuto”.
“Non
mi
sento morto..”.
“Nessuno
può uscire da qui. Noi galleggiamo in questo nulla da tempo
immemore. Ananke
risucchia le energie, smorza gli animi, sconforta il cuore”.
“Con
me non
credo possa avere successo. Verranno a prendermi. E vi
porterò fuori di qui!”.
“Chi?
Chi
può avere un simile potere, oltre a voi?”.
“Lo
vedrete!”.
Il
sorriso
del Dio era sincero, lievemente inquietante. Le creature di quel luogo
per
qualche istante si sentirono rincuorate. Che fosse possibile? Che
stessero per
assistere ad un miracolo?
Sto
scrivendo in questi giorni i capitoli
finali, ma continuerò a postarne uno a settimana. Ne avrete
ancora per un paio
di mesetti ;) grazie a tutti coloro che sono andati a spulciare la mia
pagina
Devianart!