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Autore: SagaFrirry    14/03/2016    2 recensioni
Esattamente come per il numero 2, il 3 non era previsto ma alla fine la follia ha avuto la meglio. Il tempo è trascorso e Apollo, colui che ha preso il posto del defunto padre Zeus sulla cima dell'Olimpo, vuole finalmente mettere a tacere le voci che lo definiscono "inadeguato a quel ruolo". Per farlo, seguirà il consiglio della gemella Artemide ed organizzerà una grande sfida fra Dei e loro Campioni. In tutto questo ovviamente verranno coinvolte vecchie conoscenze, nuovi arrivi e personaggi ormai già noti. Una corsa per raggiungere e conquistare la cima del Monte più ambito del mondo Greco, per svelare inganni e sotterfugi e scoprire che l'Olimpo fa gola a molte più persone del previsto! E voi per chi fate il tifo?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Olympus Chapter'
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XXII

IRONIA

 

“Oh, grazie al cielo! Hai aperto gli occhi!”.

Mihael gemette. Riconobbe il familiare volto del fratello guaritore Rahael. Ma dove si trovava? Provò a muoversi ma si fermò immediatamente, lanciando un lamento.

“Non è un buon segno..” commentò Rahael “..quando un angelo prova dolore. Ma, grazie a Dio, sei vivo e sveglio”.

“Ah, no. Non è grazie a Dio se io sono vivo, e tu lo sai” sbottò Mihael “Inoltre, mi fa male ogni singolo centimetro. Penso mi faccia male perfino l’aureola. Comincio a capire perché nostro fratello Lucifero bestemmi continuamente. Ho una gran voglia di farlo pure io”.

“Mihael! Non in mia presenza, grazie!”.

“Tranquillo. Non ti sconvolgerò con i miei discorsi. Ma tu non tediarmi con i tuoi..”.

“Mihael!”.

“Vi prego di frenare, per ora, la lingua” interruppe Keros, comparendo alle spalle del guaritore “Le vostre parole sono sicuramente frutto del dolore e della rabbia. Quando starete meglio, la vostra mente si sarà placata e ritroverete l’armonia”.

“L’armonia? Non sono un’ocarina!” si stizzì Mihael.

“Siete uguali” ridacchiò Keros “Voi e Lucifero, siete in grado di dare le stesse risposte perfide”.

Mihael si lasciò sfuggire un piccolo ghigno, che preoccupò ulteriormente Rahael.

“Cosa è successo?” domandò poi l’arcangelo guerriero, sforzandosi di mettersi seduto “Il nemico è stato sconfitto? E..Lucifero?”.

“Come puoi chiedere di lui?” si accigliò Gibrihel, anch’egli nella stanza “Abbiamo combattuto tutti quanti noi, tutti insieme, e tu il primo di cui chiedi è Lucifero?”.

“Se permetti..” rispose Mihael “..vorrei sapere come sta colui che ha permesso che sia ancora qui, adesso, a parlarti, e non nello stomaco di Drakonta”.

“Il nemico è stato respinto” parlò Keros, con calma “Sophia ha usato i suoi poteri per aiutare i feriti, risvegliando del tutto la sua natura di angelo”.

“Oh, è salita in cielo?”.

“No. Le è stata data la possibilità di farlo, ma ha chiesto di poterci riflettere un po’. E poi..”.

“E poi ti sei perso lo spettacolo del tuo ragazzo!” interruppe Rahael, cingendo con il braccia le spalle di Keros “Lo vedi? Lo vedi che ha le ali?”.

“Le ho viste” ammise Mihael “Ali d’argento. Non avevo mai visto un angelo con le ali d’argento..”.

“Io sono speciale” sorrise Keros.

“Indubbiamente..”.

“Ha sconfitto il nemico” riprese Rahael “Tuo figlio ha sconfitto, assieme ad Eleonore, quel mostro serpentoso. Dovresti essere fiero di lui”.

“Lo sono”.

“Ora vedi di guarire. Il cielo non penso gradisca molto il fatto che tu abbia avuto un figlio. Specie con un demone.. La tua ala destra è danneggiata, così come il braccio. Perciò niente guerra ai diavoli per un po’..”.

“Sono talmente stanco e dolorante che l’unica guerra che voglio fare è contro il mio fegato, riempiendomi di alcolici..” sussurrò Mihael, gemendo di nuovo.

“Ma..sei veramente tu?” alzò un sopracciglio Rahael “Miky..”.

Mihael girò la testa, con un movimento lento degno dei peggiori esorcismi, accigliandosi. Quanto odiava essere chiamato Miky! Rahael subito portò le mani in avanti, indietreggiando.

“Lucifero?” incalzò Mihael, dopo essere tornato in sé “Ancora non mi avete detto dov’è. Si è rintanato negli inferi e me lo ritroverò fra i piedi non appena gli sarà passata la batosta?”.

“Siete entrambi ospiti di questa casa” furono le parole, calme, di Keros “Sono sicuro che il mio signore non avrebbe nulla da ridire. È rischioso per un demone recarsi agli inferi se non è in perfetta forma, specie se ricopre posizioni di potere. Vige la legge del più forte, lo ammazzerebbero subito”.

“Ma dai! È il capo! Asmodeo lo difenderebbe sempre!”.

“Veramente.. Asmodeo è già venuto qui con l’idea di ucciderlo. Di uccidervi entrambi. E probabilmente uccidere anche me..”.

“E..che è successo?”.

“L’ho mandato via”.

“Tu..hai respinto Asmodeo?!”.

“Sì. Che ironia, vero? Ho sconfitto e respinto colui che mi ha salvato la vita alla nascita, e che in parte mi ha fatto da padre, mentre tentava di uccidere l’altro mio padre adottivo ed il mio vero padre. Cazzo..ho troppi padri”.

“E Lucifero che cosa ha detto? Immagino non sia stato facile per te..davvero lo hai sconfitto?  E, cosa più importante: dammi del tu, ti supplico..”.

“Non ho molto tempo per raccontarti tutto. Ci penserà qualcun altro. Io ora devo andare”.

“Andare? Andare dove?”.

“I cavalieri d’oro mi hanno detto che il mio signore è stato inghiottito da Ananke”.

“Oh..io..mi dispiace..”.

“Vado a riprenderlo. Spero di poterlo fare”.

“E come?”.

“Ho scoperto di avere capacità più speciali di quanto pensassi. Perciò ci proverò. Io ed Eleonore partiremo, assieme ai cavalieri d’oro”.

“Ci sono possibilità che sia ancora in vita?”.

“La casa non muta più..non lo so..”.

“Keros..”.

Mihael non trovava le parole. Notò lo sguardo triste e sfuggente del figlio, che però gli sorrise debolmente.

“Vedi di guarire. Non preoccuparti per me o per altro” disse il sanguemisto.

“Lucifero..è morto?”.

“Che..?”.

“Continuate a non dirmi dove sia e come sta. È morto?”.

“No”.

Mihael tirò un sospiro di sollievo che indispettì molto gli angeli presenti, già in collera con il generale.

“Però..” riprese Keros, ed il guerriero avvertì un nodo alla gola “..è spento. Ha donato la sua luce a te, per non farti morire dissanguato. Sophia ha tentato di guarirlo, ma non è stata in grado di farlo risplendere di nuovo. Ha arrestato l’emorragia e tutto il resto, ma non ha riaperto gli occhi. È spento, addormentato. Al veleno di Drakonta pare che nessuno conosca rimedio. Non si sveglia e non reagisce. Ma..confido possa farlo presto. Ora devo andare..”.

“Keros..io..non so che altro dire. Se non..coraggio!”.

“Asmodeo mi odia, Lucifero è in coma e tu verrai probabilmente condannato dal cielo. Già provi dolore e sanguini, cosa che un angelo non fa. So che è colpa mia..”.

“Non lo è. Questa è una punizione per aver salvato la vita a mio fratello, ne sono certo”.

“Sia come sia..cercate di riguardarvi, in qualche modo, tutti e due. Mi dispiacerebbe ritrovarmi senza nemmeno un padre. Specie se il mio amato signore non dovesse riuscire a salvarsi”.

“La fede ti guiderà, figlio mio. La fede nel tuo signore, nell’uomo che ami. Spero ti guidi nella giusta direzione”.

Keros si sforzò di sorridere e lasciò la stanza. Lo raggiunse Eleonore, che si fece abbracciare. Tentavano di darsi coraggio a vicenda e, girando la testa verso i cavalieri d’oro, già schierati davanti alla casa, vi uscirono.

“Tienili d’occhio” commentò Keros, con Eleonore stretta a sé, rivolto a Kanon “Lucifero e Mihael tendono a..non controllarsi”.

“Ci penso io” commentò Kanon, che si era offerto di rimanere a guardia della casa assieme a Tolomeo.

“Litigano di brutto..”.

“Come me e Saga. Non c’è problema, è tipico dei fratelli. Sempre se il demone si sveglia! Piuttosto..vedete di riportarmi Arles!”.

“Lo faremo. Abbi fiducia”.

Mihael si lasciò cadere di nuovo sul letto, non appena Keros ne fu uscito. Rahael si limitò a fissarlo.

“Perché hai aiutato solo me?” domandò l’arcangelo guerriero.

“Di che parli?” rispose il guaritore.

“Ho vaghi ricordi. Di te che durante la battaglia mi chiami per nome. Hai usato i tuoi poteri solo con me?”.

“Di cosa mi accusi?”.

“Di niente. Ma anche tu eri fra quelli che mi incitavano ad uccidere Lucifero?”.

“Cerca di dormire. Ha ragione Keros. La tua mente è confusa”.

“Voglio vedere mio fratello”.

“Non sei in condizione di farlo. Resta buono dove sei”.

“Rahael..”.

“Non costringermi a legarti al letto. Dormi. Ed attento a quel che fai. Noi arcangeli siamo ancora qui, accanto a te. Io, Gabry ed Uriel siamo qui, perché siamo sempre stati al tuo fianco. Ma altri già sono tornati in cielo e non ti vedono di buon occhio”.

“Non me ne frega un cazzo”.

“Bene. Fai come credi. Magari il dolore ti aiuterà a ragionare. Quel che provi non ti suggerisce che, forse, sei sulla strada sbagliata?”.

“Non mi pento di niente. Non mi pento di aver avuto Keros e non mi pento di aver salvato Lucifero. Sono in debito con lui. Ha allevato e salvato mio figlio ed ha salvato la mia vita, donandomi la sua luce. È stato morso per permettere a me di schivare i colpi. Qualcosa non va in nostro fratello, Rahael. Non è il demone che ho combattuto per secoli. È cambiato”.

“O forse quello cambiato sei tu. Riflettici”.

Rahael si voltò, avviandosi verso la porta.

“Se serve..” mormorò il guaritore “..io sono qua fuori”.

Mihael rimase in silenzio, mentre gli altri arcangeli lasciavano la stanza. Tentò di alzarsi, con l’intento di raggiungere il fratello maggiore, ma non ci riuscì. Provava un dolore così insopportabile da costringerlo a tornare a stendersi.

 

Guidati dalla piuma scarlatta di Arikien, la compagnia si allontanava dal tempio del Dio delle illusioni.

“Non siete obbligati a seguirci, se avete ricevuto ordini diversi” spiegò Keros, incamminandosi lungo la via, rivolto ai gold saint.

“Atena, la giovanissima fanciulla appena risvegliata..” spiegò il Sacerdote “..ci ha ordinato di riprenderci suo fratello Arles, anche a costo di infrangere le regole di Zeus”.

“Come preferite..la grotta è a parecchi giorni di cammino e sicuramente sarà sorvegliata..”.

“Ottimo!” continuò Milo “Io ho voglia di pestare a sangue quella gran stronza di Ananke”.

Nonostante le proteste, Iravan ed Iravat li seguivano, con le vestigia dei gemelli. Kiki sorrise nel vederli, provando una certa tenerezza per la loro giovane età. Eleonore si era aggrappata al braccio di Keros, trovandolo confortante. In quella circostanza, il sanguemisto si era mostrato molto diverso dal solito. Era molto più sicuro, serio e deciso. Doveva essere forte, o almeno sembrarlo. Guidava la compagnia, diretto verso la grotta dove sapeva essere rinchiusa Ananke. Il suo amato signore era ancora in vita? Ne era certo, lo percepiva. E cercava di trasmettere quella stessa certezza ad Eleonore ed ai gold. Ebbe un lieve sussulto quando in cielo comparve Venere, la “stella del mattino”, la “stella della sera”.

“Vedrai che andrà tutto bene” mormorò Eleonore “Andrà tutto bene..” ripeté, sforzandosi di sembrare convincente.

“Ma certo..” le rispose Keros, dandole un bacio sul capo.

“Lucifero si risveglierà, Asmodeo non sarà più in collera con te e Arikien sarà di nuovo a casa. Tutto tornerà come prima..”.

“Non potrà mai tornare tutto come prima. Ora Sophia è un angelo, Mihael e Lucifero sono davanti ad un bivio da cui non possono fuggire. E anche noi..siamo diversi. Ma non preoccuparti: ucciderò per te. Ed ucciderò per Arikien, se sarà necessario”.

Lei sospirò, avvilita. Ma lo sguardo di Keros la spinse a sorridere ancora. Che ironia che in quel momento quel sanguemisto, che fin ora le era sempre parso dolce e fragile, di colpo si mostrasse determinato e spietato! O forse era lei che mai fin ora lo aveva visto com’era per davvero..

 

A fatica, Mihael era riuscito ad arrancare fino alla stanza dove riposava il fratello maggiore. Dolorante, aprì la porta ed entrò. Camminò e raggiunse il letto. Pareva davvero dormire il demone e l’angelo rimase sconcertato dal vedere quanti segni portasse sul corpo.

“Sono stato io?” chiese “Per colpa mia sei ridotto così?”.

“No” si sentì rispondere.

Si voltò, vedendo Rahael con un’aria di rimprovero sul volto.

“Torna subito a letto. Non sono disposto a seguire i tuoi capricci” sbottò il guaritore.

“E allora lasciami in pace! Chi ti dice di pedinarmi?” si accigliò Mihael.

“Sei ferito gravemente, devi riposare e guarire. La tua ala deve tornare a funzionare perché così potrai volare”.

“E tornare in cielo. Dove mi attende la punizione eterna per aver avuto un figlio e per aver salvato Lucifero”.

“I peccati vanno puniti, Mihael”.

“Vaffanculo. Tu e tutti gli altri angeli”.

“Guarda che io non ti giudico. Io penso che Keros sia una cosa buona e non auguro la morte a Lucifero”.

“E allora che cosa vuoi?”.

“Che tu stia bene”.

“Perché ha tutte queste cicatrici? Non le avevo mai viste prima..”.

“Lucifero è un manipolatore. Non mostra il suo vero aspetto, solitamente. Ma ora non è in grado di nascondersi e si mostra per quello che è. Quei segni sul corpo sono vecchi, salvo quelli riportati nell’ultima battaglia, che sono fasciati. Grazie a Sophia, le sue ferite non sono gravi e ormai sanguinano poco. Il veleno di Drakonta è in circolo, ma lui come serpente dovrebbe riuscire a sopprimerlo”.

“Però ha consumato tutta la sua energia vitale per salvare me. E tutti quei segni..sono il frutto dei nostri scontri. Io, come angelo, guarivo immediatamente. Non provavo dolore, non ho cicatrici. Mentre lui..quanta sofferenza gli ho provocato? Fratello..che dovrei fare?”.

“Segui il consiglio di Uriel: torna a casa. E in fretta. E ora fila a letto”.

“Voglio stare qui”.

“Non puoi. Devi riposare. Cerca di essere ragionevole!”.

“Per favore..”.

“Mihael, fallo per me. C’è chi si prende cura di Lucifero. Se si sveglierà, ti avvertirò”.

L’arcangelo rimase immobile.

“Che succede?” parlò una voce femminile.

Voltandosi leggermente, Mihael si stupì nel vedere entrare Eris. La Dea della discordia, gemella di Ares, sorrise all’angelo guerriero.

“Cosa fate qui, signora Eris?” domandò l’angelo, perplesso.

“Non lo so” ammise lei “Mi sto prendendo cura di mio fratello Ares, che grazie a Phanes ha riavuto i colori, ma è ancora debole. Però qualcosa mi spinge a venire qui”.

La Dea si avvicinò al letto, passando dolcemente una mano fra i capelli del demone.

“Ti ringrazio di averlo salvato” aggiunse ancora “Immagino che questo ti costerà”.

“Non importa” rispose Mihael “Avrei pagato comunque, per la faccenda di Keros”.

“Siamo tutti peccatori, bene o male. Vuoi uno spicchio di mela?”.

“No, grazie..”.

“Torna pure a riposare. Mi prenderò io cura di lui, finché non si sveglierà..”.

“SE si sveglierà..”.

“Lo farà. Vedrai”.

“Non affezionatevi troppo. Mio fratello non prova sentimenti d’amore, se non per nostra sorella Sophia”.

“Lo so. Che pensieri fai, angelo? Ogni volta che vedi un uomo ed una donna insieme, pensi che fra loro vi sia un legame d’amore? Non è così. Però..mi dispiacerebbe non poterci più giocare..”.

“Giocare?”.

“Angioletto..non ti racconterò quel che il tuo fratello maggiore fa sotto le lenzuola. Ed ora torna a dormire, sei pallido..non vorrei che svenissi”.

 

Il Dio delle illusioni riaprì gli occhi. Avvolto da nastri e catene di colore rosso, era sospeso nel buio. Tentò di aprire le ali, invano. Udiva il battito regolare del cuore di Ananke, che rimbombava nell’oscurità. Pensò che fosse questo quel che provava un bimbo nel ventre della madre. Si agitò per un po’, senza ottenere altro che sentire quei legami stringere più forte. Solo in quel momento intravide altre figure accanto a sé. Non erano legate, giravano liberamente per il corpo oscuro del destino. Lo osservavano con curiosità.

“Chi siete?” domandò il Dio e questi sobbalzarono, forse non aspettandosi di vederlo muovere.

“Voi..siete una divinità?” riuscì a dire una donna.

“Una specie..” furono le parole di Arles, infastidito di essere legato in una posa rassomigliante ad una crocifissione.

“Abbiamo visto quel che avete fatto” prese parola un uomo “Avete liberato quel Dio, Zeus. E Atena. avete sacrificato voi stesso per loro! Siete morto per loro, per la salvezza di tutte quelle creature che là fuori avevano bisogno di aiuto”.

“Non mi sento morto..”.

“Nessuno può uscire da qui. Noi galleggiamo in questo nulla da tempo immemore. Ananke risucchia le energie, smorza gli animi, sconforta il cuore”.

“Con me non credo possa avere successo. Verranno a prendermi. E vi porterò fuori di qui!”.

“Chi? Chi può avere un simile potere, oltre a voi?”.

“Lo vedrete!”.

Il sorriso del Dio era sincero, lievemente inquietante. Le creature di quel luogo per qualche istante si sentirono rincuorate. Che fosse possibile? Che stessero per assistere ad un miracolo?

 

Sto scrivendo in questi giorni i capitoli finali, ma continuerò a postarne uno a settimana. Ne avrete ancora per un paio di mesetti ;) grazie a tutti coloro che sono andati a spulciare la mia pagina Devianart!

   
 
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