Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: JustAGuyWithNoVoice    14/03/2016    0 recensioni
Cos'è Puntini?
Puntini sono io, quello che passa per la testa di uno pseudo-scrittore con tanto da dire e pochi a cui dirlo. Dentro c'è tutto, una raccolta di brevi favolette che descrivono me, come mi sento, cosa penso, chi sono; e tutto questo lo regalo a voi lettori senza chiedere nulla in cambio.
Certamente, ogni storia può essere presa come fine a sé stessa, o come parte di qualcosa di più grande: allo stesso modo in cui i puntini, sul foglio, possono unirsi o rimanere separati, formare linee o rimanere un ammasso informe senza scopo né causa, esistere per il puro piacere di farlo.
Ma io sono lo scrittore, il mio lavoro è scrivere; il lavoro del lettore, invece, è interpretare ciò che lo scrittore scrive come più sembra opportuno.
E chi sono io per dire a voi come fare il vostro lavoro?
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una gelida notte senza stelle. Il ragazzo con il cappuccio normalmente non sarebbe mai uscito a quell’ora, e mai si sarebbe spinto oltre le mura della città, nei boschi limitrofi. Quella, però, non era una notte normale. Il ragazzo si trovava avvolto nelle sue calde coperte di lana, scaldato dal tepore del camino nella stanza affianco, quando la sentì: una dolce melodia che gli entrò in testa e gli solleticò la mente a tal punto da spingerlo fuori dal suo morbido letto, fuori dalla sua casa accogliente, lontano dalla sua città e da tutto ciò che era caro per lui.

Il bosco era scuro, sinistro, ma più di tutto era silenzioso. Non il flebile ronzio degli insetti, né l’ululato dei lupi rivolti alla luna nascosta dalle nubi, o il gentile fruscio delle foglie mosse dal vento freddo. Gli stessi passi del ragazzo col cappuccio sull’erba bagnata e le foglie secche non producevano alcun suono, come se stesse camminando sospeso a qualche centimetro dal suolo. Tutto intorno a lui l’aria si faceva sempre più pesante ad ogni passo, e l’oscurità s’infittiva avvolgendo il suo corpo con delle spire mortali, stringendo sempre di più ogni secondo fino a soffocarlo.

D’un tratto, però, le ombre si diradarono, l’aria si sollevò da lui come spinta da una forza invisibile, e attorno al ragazzo si diffuse una musica soave, la stessa che lo aveva portato fin lì. Il dolce suono gli accarezzò il viso, lo prese gentilmente per mano e lo condusse da un albero ad un altro, tra i cespugli, ripercorrendo il sentiero che conduceva alla sua fonte. Il ragazzo col cappuccio seguì la melodia senza esitare, a passo svelto, con gli occhi attenti per scorgere il misterioso musico non appena questi si fosse rivelato: ed ecco, spostando una fronda un magnifico spettacolo gli si presentò davanti. Un’ampia radura, nella quale un fiume si riversava per formare un lago profondissimo, tanto limpido da poter vedere ogni granello di sabbia sul fondale; nell’acqua, moltissimi pesci risplendevano di tutti i colori dell’arcobaleno, e migliaia di lucciole illuminavano l’aere come fossero stelle in miniatura. Al centro del lago, una donna dai capelli lunghissimi, color del rame, che le scendevano lungo la schiena fino a sfiorare l’acqua. La sua pelle era così liscia e pallida, illuminata dalla luce delle minuscole lanterne che le volteggiavano attorno, e tra le mani reggeva una cetra d’oro, con cesellature finissime, impeccabili, che rappresentavano scene di caccia.

“Eccoti arrivato, finalmente”  Disse. “Ti stavo aspettando”

Si avvicinò di qualche passo, le punte dei suoi piedi volteggiavano sul pelo dell’acqua creando lievi increspature.

“Vieni, coraggio, non aver paura”

Il ragazzo col cappuccio deglutì, con il cuore in gola. Mosse lentamente qualche passo verso l’acqua, fermandosi infine sulla riva. Tenne gli occhi fissi sulla donna e con infinita lentezza poggiò un piede sull’acqua, poi tremando spostò il peso su di esso. Mosse un altro passo, e poi un altro ancora, mentre l’acqua s’induriva ogni volta che veniva toccata da lui, come trasformandosi in vetro. Riuscì a raggiungere la donna, che curvò le labbra carnose in un sorriso.

“Ecco il mio bambino”  Sussurrò, lasciando andare lo strumento per posare le mano sulle guance del ragazzo. La cetra cadde, esplodendo in migliaia di minuscoli frammenti lucenti appena prima di toccare l’acqua. Al sentire quel leggero tocco sulla propria pelle, il ragazzo avvampò in un istante, come sciogliendosi tra le calde dita della dama del lago.

“Fatti vedere meglio”  Mosse le dita affusolate sul cappuccio per sollevarlo, lasciando scoperti i lineamenti del viso del ragazzo. Un viso pallido, affilato, con zigomi alti ed un sottile naso all’insù. Le guance erano coperte di lentiggini, e la brezza lieve gli arruffava giocosa i capelli corvini. Il ragazzo sentiva i battiti del cuore farsi sempre più vicini l’uno all’altro, sempre più impetuosi e violenti, e la mente si annebbiava di mille pensieri.

“È passato così tanto tempo, dall’ultima volta”  Disse, ed il sorriso della dama si allargò.

 E si allargò ancora, quando conficcò le dita nelle guance del ragazzo. Il sorriso si fece innaturalmente largo, la pelle candida iniziò ad indurirsi ed inspessirsi, mentre i capelli lucenti diventavano una folta criniera. Gli occhi le si iniettarono di sangue, e le dita divennero artigli. In meno di un attimo, ogni pensiero svanì dalla mente del ragazzo, e la meraviglia si trasformò in orrore quando poté vedere meglio il mostro che adesso lo stava sollevando dal pelo dell’acqua, stringendolo con i lunghi artigli affilati. Un orribile creatura più simile ad un coccodrillo che ad un uomo, e allargò l’orrida bocca per mostrare al giovane un grande sorriso divertito.

“La mia fame è insaziabile”  Ruggì il mostro. “Ma la tua anima mi basterà per un altro poco” Rise, stritolando il ragazzo orma paralizzato dal terrore nella sua morsa, per poi spalancare le fauci, e fare di lui un sol boccone.

Il suo cappuccio rimase a galleggiare per qualche minuto sul pelo dell’acqua prima di affondare in quel liquido rossastro, senza lasciare traccia.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: JustAGuyWithNoVoice