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Autore: Veni Vidi Jackie    14/03/2016    0 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Pronto? -

Jack, avvicinando l'apparecchio telefonico all'orecchio, non ha idea di chi possa essere il suo interlocutore. Non è spaventato, ma solo curioso. Perché dovrebbe essere spaventato, dal momento che per mesi ha ospitato Seneca e Cicerone a casa?

- Jack! Finalmente ci conosciamo! -

E' una voce piena di gioia quella che gli risponde, con un forte accento inglese (o americano?).

- Chi è lei, mi scusi? -

- Ah, hai sicuramente sentito parlare di me, non ti preoccupare -

- Mi dica come si chiama, per favore. -

Jack si appoggia ad un ombrellone, osservando Alessandro Magno che sorridente tiene la testa di Orazio sott'acqua. Il Macedone inveisce ancora un po', poi molla la presa. Orazio comincia a galleggiare sull'acqua.

- Non è importante il mio nome – prosegue lo sconosciuto – senti un po', piuttosto, mi spieghi come hai conosciuto Matilde? -

Jack si stacca repentinamente dall'ombrellone, incuriosito da quella richiesta.

- Perché dovrei farlo? -

- Curiosità, tutto qui -

- Mi vuole dire chi è lei? -

Il ragazzo comincia a perdere la pazienza, mentre alza lo sguardo e vede Alessandro fare la respirazione bocca a bocca a Orazio disteso sulla spiaggia, che all' improvviso si alza e tira uno schiaffo al Macedone.

- Vi siete conosciuti di sera, non è vero? Eravate come due sconosciuti nella notte -

Perché quella domanda strana? Che intende dire?

- Senta, se lei non si identifica io riattacco -

- Jack, io sono un tuo amico! Non voglio dirti chi sono solo per mantenerti la sorpresa per stasera -

- Lei non verrà! Ho prenotato per un ben preciso numero di persone e non voglio che...-

- Suvvia! - irrompe lo sconosciuto, dopo una sonora risata – Sono morto nel 1998, so benissimo che una persona in più o una in meno non fa testo! -

Il ragazzo sbuffa, mentre Alessandro e Orazio adesso rimediano la situazione a botte.

- Ripeto: voglio sapere chi è lei -

- Vi siete incontrati come sconosciuti di notte, eh? Che carini! Poi scommetto ti sei innamorato e lei ti ha fatto volare fin sulla Luna -

- Ma che sta dicendo? -

Un'altra risata dall'altra parte. - Queste cose le ho sempre risolte alla mia maniera, sai? Sempre alla mia maniera. Di voli sulla Luna ne ho fatti tanti e...-

- Senta, mi dispiace. -

Jack non gli permette di proseguire: chiude la chiamata se ne ritorna all'ombrellone.

 

 

E' il suono di un clacson quello a convincere Jack ad affacciarsi dalla doccia, in ascolto.

Il clacson suona di nuovo, poi ancora e ancora...E' sicuramente un auto sotto casa sua, non c'è dubbio.

Il ragazzo si veste del solo accappatoio e si affaccia timidamente dal terrazzo.

Aveva ragione: una macchina è in attesa sotto la sua abitazione. E' un' auto molto grossa, di colore grigio e con il tetto scoperto. Inoltre, è un' auto d'epoca. Jack non saprebbe dire precisamente di che epoca, forse degli anni settanta.

Al volante sta un uomo, ma è impossibile identificarlo perché in testa ha un cappello del tipo Fedora.

Lo sconosciuto suona ancora una volta.

- Ehi! Cosa diavolo vuole? - grida Jack.

L'uomo si limita a suonare di nuovo, costringendo il ragazzo a vestirsi e scendere.

- Va bene, vengo! Ma la smetta di fare casino! -

Jack si asciuga e veste in fretta e furia, senza asciugarsi però i capelli. Quindi scende veloce le scale, sempre più incuriosito.

Uscito in giardino, si avvicina cautamente alla macchina. Il guidatore guarda davanti a sé, con il cappello che gli copre la parte superiore della testa, impedendo di riconoscerlo.

- Signore...-

Jack apre il cancello e si fa ancora più vicino, osservando l'uomo: riesce a vedere che sta sorridendo.

- Mi dice cosa...-

Il ragazzo si blocca all'istante: davanti a lui, a bordo di una lussuosa macchina, c'è Frank Sinatra, con un raffinatissimo smoking. Ora, Jack ha vissuto per un anno con persone come Ottaviano Augusto e Cicerone, quindi non dovrebbe sorprenderlo vedere Sinatra parcheggiato davanti a casa sua...eppure, in quel momento è certo di essere nuovamente tornato pazzo.

- Non stare lì impalato! - lo esorta Sinatra, con accento americano – Sbaglio o tra due ore hai una festa? -

Il giovane non muove un muscolo.

- Ma sei vivo? - chiede il cantante

- Eh? Sì...sì -

Jack scuote forte la testa, rendendosi conto di non stare sognando.

- Signor Sinatra...io non so proprio che dire! -

L' uomo gli fa l'occhiolino. - Potresti invitarmi a salire. -

 

Frank Sinatra guarda dubbioso Jack allo specchio.

- Senti, se vuoi essere elegante stasera devi ascoltare me -

- E cosa vorresti fare? -

- Tu stai zitto e fammi lavorare. -

Frank prende un pettine ed una spazzola da un cassetto e si sistema davanti a lui, poi gli getta le mani nei capelli. Jack non può vedersi allo specchio perché Sinatra è davanti, quindi non ha idea di cosa stia facendo.

- Ecco fatto! -

Il cantante si sposta e Jack può finalmente specchiarsi.

- Ma sembro John Kennedy! -

- Falla finita! -

- Come puoi dire di no? Mi hai fatto la riga e mi hai sistemato i capelli come...-

- Senti, questi capelli erano all'ultimo grido negli anni sessanta -

- Appunto! Siamo nel ventunesimo secolo! -

Frank sbuffa spazientito. - Ora togliti questi stupidi vestiti e mettiti il mio smoking. -

Jack lo guarda spogliarsi.

- E tu? Come vieni stasera? -

- Tranquillo, ne ho un altro in auto. -

Il ragazzo obbedisce e dopo dieci minuti scendono di nuovo.

 

  
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