Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Veni Vidi Jackie    21/03/2016    0 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il ristorante che Jack ha scelto per il suo compleanno è quello del Circolo Tennis Il Delfino, collocato in pineta. Questa posizione fa sì che di sera l'aria sia molto fresca, rendendola assai più piacevole.
- Mi dici una cosa? - domanda Jack a Frank, una volta scesi dalla macchina – Perchè sei così giovane? Voglio dire: tu sei morto molto vecchio, eppure perchè ti vedo come se avessi non più di 45 anni? -
Sinatra chiude l'auto. - Sai, non ne ho idea -
- Perfetto...-
Avviandosi verso il circolo, l'agitazione del ragazzo sale. Ha paura...ha paura di vedere Matilde e precipitare di nuovo nel baratro. Allo stesso tempo, però, è determinato a non fallire di nuovo. Sa come fare, sa come non ricaderci, ma non è sicuro di riuscirci.
Lentamente il circolo tennis emerge sopra gli alberi della pineta e i due si fermano davanti al cancello d'entrata.
- Bene, io ti lascio qui - annuncia il cantante, sistemandosi il cappello
- Cosa? Dove vai? -
- Entro dentro -
- E perchè non resti qui? -
Sinatra fa un sorrisino. - Sai, non sarebbe normale vedere Frank Sinatra nel 2015. -
Rendendosi conto che ha ragione, Jack annuisce. Quindi si siede su un muretto, attendendo l'arrivo dei suoi amici.
Sono diciannove gli invitati e diciannove i partecipanti: nessuno si è tirato indietro. E' un ottimo risultato, considerando il periodo da cui Jack è appena uscito. Era facile che qualcuno usasse una scusa per non venire, oppure dicesse chiaramente che non ne aveva voglia. E invece no, tutti hanno acconsentito a prendere parte alla serata.
- Jack! -
Il ragazzo alza la testa: a un centinaio di metri Tom ed Andy lo salutano con la mano, dopo essere scesi da una macchina.
Dietro a loro, da un'altra auto che ha appena parcheggiato, esce invece Roy. Jack li abbraccia tutti: sembra strano a lui, ma sono mesi che non li vede. Alcuni di loro gli porgono delle buste: il loro regali. Jack ringrazia e promette di aprirli non appena seduti al tavolo.
Poi arrivano anche tutti gli amici del tennis: Martina, Nicholas ed altri ancora. Quindi anche le sorelle gemelle di Andy e Fulvio, ex compagno di classe di Jack.
Ma Matilde? Dov'è Matilde? Forse non verrà?
Il ragazzo, che ora si è alzato, fatica a nascondere il suo nervosismo. Si gratta continuamente le dita e muove la testa a destra e sinistra per vedere Matilde. In quel momento si sente scoperto: è la prima volta che non è in compagnia nè di Seneca, nè di Cicerone, nè di alcun altro di loro da quando li ha conosciuti.
- Jack! -
Anche Leo è appena arrivato: stringe la mano a Jack e gli mostra una busta col simbolo della Nike.
- Guarda cosa ti ho comprato! Spero ti piaccia! -
- Oh, grazie Leo. Mi piacerà sicuramente. -
Leo, vedendo che il suo amico non lo apre, corruga la fronte.
- Non lo scarti? -
- Lo faccio dopo a tavola -
- Fallo ora, ti prego! -
Incuriosito da quell'atteggiamento, Jack acconsente. Apre la busta e prende in mano la scatola al suo interno. La apre e vi trova un paio di bellissime scarpe bianche e verdi col simbolo di Wimbledon.
- Accidenti, Leo! Sono stupende! -
Leo sorride imbarazzato. - Leggi il biglietto all'interno -
- Uh! -
Jack alza le scarpe e trova un pezzo di carta, piegato in quattro. Lo apre e legge la scritta al suo interno: "Tanti auguri! Ah, ma lo sapevi che Giuliani è passato 3.4?".
- Leo...-
Il ragazzo scoppia a ridere, dandogli una pacca sulla spalla.
- Auguri, seriamente! -
- Grazie mille, sul serio. -
Jack lo abbraccia e torna a sedersi, mentre gli arrivati chiacchierano tra di loro e scherzano. Mancano ancora tre persone all'appello: Valeria, Martina e ...
- Matilde! - esclama Jack, vedendo la ragazza arrivare dalla strada.
In quel momento, tutti i precedenti diciotto mesi gli tornano alla memoria: la crisi, l'arrivo di Cicerone e degli altri strambi personaggi, la prima vittoria a tennis...tutto. Tutto terminerà adesso, quel 26 giugno tanto lontano è arrivato. Quel giorno tanto invocato perchè sinonimo di rinascita è giunto. E' adesso che Jack deve dimostrare tutti i miglioramenti dell'ultimo anno.
Jack non ci ha fatto caso, ma insieme a Matilde ci sono anche Martina e Valeria: probabilmente sono venuti con un'unica macchina. Non manca più nessuno alla festa. Tutto può iniziare.
- Ciao! -
Martina e Valeria abbracciano il ragazzo, che ricambia con un grande sorriso.
- Hai qualcosa di diverso...- dice poi Valeria, scrutandolo con sospetto
- Ho qualcosa di diverso? -
- Sì! - esclama Martina - Ti sei fatto la barba! -
- Giusto! - Jack si passa la mano sul mento - Era l'ora, prima sembravo Barabba. -
Valeria continua a guardarlo con un sorrisino, poi si avvia con Martina dagli altri invitati.
Adesso Jack sposta lo sguardo su Matilde. I due si osservano e il ragazzo sorride, ma inspiegabilmente Matilde rimane seria e distoglie lo sguardo da lui. Poi, come a rendere evidente la propria irritazione, si sposta e va verso gli altri invitati.
Jack rimane immobile, fissando il punto in cui poco prima c'era Matilde.
Ma cosa diavolo ha in mente quella ragazza? Per quale stupido motivo adesso lo ignora? Perchè, dopo essersi ricongiunta con lui, adesso non lo degna neppure di uno sguardo?
- Jack, ma non ci siamo tutti? - domanda Tom, avvicinandosi a lui
- Sì... - risponde con un filo di voce lui
- E allora entriamo! -
Tom emette un urlo e conduce tutta quella mandria affamata all'interno del circolo, mentre Jack li segue a malincuore.

- Strangers in the night, exchanging glances...-
Sembrerebbe difficile da dire e altrettanto difficile da credere, ma Frank  Sinatra sta cantando nella pista da ballo del ristorante del Circolo Tennis Il Delfino, intorno alla quale sono disposti tutti i tavoli. Il ristorante è completamente pieno.
Jack osserva distratto il cantante, mentre alcune persone si alzano incuriosite per scoprire se i loro occhi hanno giocato un tiro mancino o stanno vedendo davvero Sinatra.
- Two lonely people, we were strangers in the night...-
Al tavolo di Jack, tutti gli invitati stanno parlando tra di loro, lasciando il festeggiato completamente isolato. Perchè sta andando tutto a rotoli? Cos'è che ha sbagliato? Perchè il lavoro di diciotto mesi sta andando all'aria?
Sbuffando, Jack si alza dal tavolo e si dirige verso il bagno. Alzandosì, però, urta contro un cameriere.
- Ops, mi scusi. Non volevo...-
- Oh, fa nulla. -
Jack si blocca: quel cameriere è...
- Marco! -
Il festeggiato osserva sbalordito Marco Tullio Cicerone, vestito di uno smocking ed un elegante fiocchetto bianco sul collo.
- Cosa diamine ci fai qui? -
- Non mi avevi notato? Ci sono anche Alessandro e Orazio che servono a quel tavolo laggiù. -
Jack guarda nella direzione del dito di Marco, riuscendo a vedere i suoi amici servire del vino al tavolo.
- Ma cosa ci fate qui? -
- Lavoriamo qui da circa tre mesi, giusto per guadagnare un pochino -
- E perchè non me lo avete mai detto? -
Marco scrolla le spalle. - Non ci abbiamo pensato. -
Jack non fa caso a quella risposta e lo trascina in disparte, mentre Cicerone fa attenzione a non far cadere il vassoio che ha in mano.
- Senti - esordisce il ragazzo - Matilde non mi rivolge la parola. Perchè diavolo lo fa? -
- Jack, ma io cosa ne so? -
- Ma come non lo sai? - esplode Jack - Tu sai tutto! Forza, dimmi che problemi ha. -
Cicerone alza una mano.
- Io non so tutto -
- Ho fatto tutto quello che mi avete detto di fare, perchè adesso non mi guarda neppure? -
- Jack, ma a te cosa frega? -
- Ma certo che mi importa! -
Marco sorride e pone una mano sulla sua spalla.
- Senti, io non so dirti perchè si comporti così. So solo che tu stai meglio e questa è l'unica cosa che conta. Adesso torna a sederti e divertiti. -
Jack non è per niente convinto, ma decide di accontentarlo per non lasciare soli i propri amici.
Quindi torna a sedersi e guarda Matilde, seduta davanti a lui.
- Allora, Matilde, cosa mi racconti? -
La ragazza lo guarda dubbiosa, poi sorride ed inizia a parlare.

Jack si inoltra a passi lenti sulla spiaggia deserta, fermandosi in prossimità del mare.
Sono circa le undici e quarantacinque e un vento leggero lo colpisce sulla fronte. I suoi amici sono leggermente indietro e lui è rimasto da solo coi propri pensieri. Matilde, durante la festa, si è sciolta ed ha cominciato a parlare, ma lo ha fatto sempre come contro voglia. Il motivo, lui non lo sa.
In spiaggia non c'è nessuno e regna una pace assoluta, interrotta solo dalle risate degli invitati di quella sera.
Ad un certo punto, Jack ode dei passi dietro a sè ed una voce.
- Stupenda serata. Davvero stupenda. -
Gli ci vuole un po' di tempo per capire chi ha accanto: Cicerone.
- Marco! Che ci fai qui? - esclama, abbracciandolo.
La sua conversazione con lui di poco prima lo ha leggermente risollevato...e poi è il 26 giugno: il percorso si è chiuso.
Marco ricambia l'abbraccio e rivolge lo sguardo sulla distesa del mare.
- Non potevo non salutarti prima di andarmene. -
Il ragazzo ha un sobbalzo.
- “Andarmene”? Non mi dirai che...-
- Proprio così. Il mio tempo qui è finito, così come quello di Catullo e gli altri -
- Ma come...come è possibile? Non capisco il motivo, avrò bisogno di voi...-
Cicerone si limita a sorridere: Jack non avrà risposta. Forse non c'è una risposta e le cose devono andare così, senza un motivo.
Il giovane ripensa a tutti i momenti passati insieme: il loro primo incontro, le partite al circolo, la patente...dovrò farne a meno.
Poi gli sorge una preoccupazione.
- Ma il racconto? Chi proseguirà il mio racconto? -
- Quello su EFP? - chiede Marco
- Sì -
Cicerone fa l'occhiolino.
- Tranquillo, lo farò io -
- Mi raccomando, ci tengo molto -
- Lo finirò e pubblicherò io, tranquillo. -
Jack non è affatto convinto, ma non vuole replicare.
Dopo Matilde, adesso anche Cicerone lo sta abbandonando.
- No, non ti stiamo abbandonando – lo corregge Marco, leggendogli il pensiero. - Abbiamo semplicemente terminato il nostro lavoro. -
Jack lo guarda, cercando qualcosa da dire per farlo restare. Purtroppo sa già che sarà tutto inutile, non resterà.
Cicerone gli dà una pacca sulla spalla, poi lo guarda con intensità. E' uno sguardo molto particolare, come quello che assume in certe occasioni. I suoi occhi ispirano saggezza e fiducia, con una forza a cui Jack non sa resistere.
- Hai messo in atto tutto ciò che ti abbiamo insegnato, ti sei risollevato. Hai alzato la testa, pur essendo stato schiacciato dal peso di Matilde. Hai smesso di odiarla ed hai continuato a volerle del bene, come ti avevamo detto. Forse ti chiederai se tutto questo sia stato giusto, se continuerai a soffrire ancora. Jack, non posso mentirti: proverai ancora dolore, ma sarà un dolore diverso. Potrai forse essere un poco geloso di Frank, ma non avrai più risentimenti nei confronti di Matilde. Il tuo amore era puro, la ami ancora solo per il fatto che esiste ed è felice. Lo hai imparato adesso, sei stato un bravo allievo. -
Una lacrima scende lungo la guancia del ragazzo, nel momento in cui capisce che le loro strade si divideranno. Stavolta per sempre. Il momento è arrivato e lui sa già che gli mancherà.
- Non scordarti mai ciò che ti ho detto, amico mio -  dice ancora il sapiente latino.
Si abbracciamo ancora e Jack comprende che, forse, anche lui è un po' dispiaciuto per il fatto che non lo più.
Con la vista offuscata dalle lacrime, lo guarda svanire come un'ombra davanti a sè: ben presto si ritrova ad abbracciare se stesso, perché Cicerone è scomparso.
Quindi abbassa la testa e trattiene con forza le lacrime: non è il momento di piangere.
Una forte luce in cielo lo costringe a guardare in alto, dove una stella cadente corre veloce nella volta celeste prima di svanire. Poco dopo ne vede un'altra, poi un'altra ancora, ancora un'altra...
Con voce rotta dal pianto mormora:                                                                                                      - Ciao, ragazzi. -


Il ragazzo ha ancora le guance umide per le lacrime quando sente un forte rumore in cielo.
Quando alza gli occhi in alto vede una forte luce che lo costringe ad abbassare la testa. Il bagliore è talmente intenso che non può sollevare il capo. Quando quella forte luce si è un poco attenuata, osserva cosa stia succedendo: ciò che vede lo rende esterrefatto.
Maria Sharapova, vestita solo di un variopinto manto di fiori, si erge su un'immensa conchiglia sul mare. Questa è sollevata da intensi turbini marini che ruotano in senso circolare, mentre dal cielo cominciano a piovere fiori. Presto la spiaggia è tutta colorata.
Maria lo guarda, mentre le acque agitate si avvolgono alla base della conchiglia, mandando ogni tanto degli spruzzi verso di lui. La donna è illuminata da una strana luce dall'alto, che mette in risalto la sua pelle candida e lo splendore di quella visione.
I fiori continuano a cadere dal cielo notturno, fino a creare uno spessore di qualche centimetri ai piedi di Jack.
I capelli biondi della ragazza, che sorride in modo angelico, sono spostati da un leggero vento.
- Ciao, Jack. -
Totalmente in estasi, il giovane non fa caso alla  propria bocca spalancata dalla sorpresa.
Tutto il mare e la spiaggia sono immersi nell'oscurità, eccetto il punto in cui si trova la conchiglia che trasporta la giovane ragazza.  
- Chiudi la bocca, o ti entrerà un moscerino dentro – scherza la Sharapova.
Lui deglutisce, sebbene ancora scosso.
- Tu...tu che ci fai qua? -
- E' il 26 giugno, Jack. Riesci a crederci? Per quanto hai aspettato questa serata? -
Una folata di vento scuote il mantello fiorito di Maria, lasciando intravedere le sue dolce spalle. Lei sorride di nuovo, si sistema la candida veste e ricomincia a parlare.
- Questa è la tua serata, Jack. Fino ad adesso è andata bene, nonostante il comportamento iniziale di Matilde. Non chiederti perchè non ti considerasse, erchè non è questo l'importante.
So che dubiti ancora e che hai ancora paura di vederla, ma adesso sai come affrontarla...ovvero con l'amore. Lei ti ha dato falso amore, tu amore vero. Cosa le darai? Amore vero, ancora una volta. Non aver paura di lei. Se lei è felice, anche tu sei felice. -
Maria fa una pausa.
Jack vorrebbe parlarle ma non ci riesce, sembra che tutte le sue facoltà espressive siano state cancellate. Dalle sue labbra non esce alcun suono, mentre i suoi occhi non riescono a staccarsi da quelli della donna. E' in estasi, gli sembra che lo sguardo della donna lo stia trasportando in alto...non vede le sue labbra muoversi, eppure sente che le parla.
Improvvisamente si percepisce leggerissimo, così tanto da poter salire verso il cielo. Il suo sguardo è sempre fisso su quello di Maria, che continua a parlare.
- Non hai più bisogno di me, Jack. Ora sai come comportarti con Matilde, sai tutto.  -
Dietro lo sguardo sorridente della Sharapova , Jack vede numerose stelle che scorrono veloci: sta veramente salendo in alto!
In quel momento, lui si sente benissimo. E' totalmente appagato nei suoi desideri, come se Maria avesse prosciugato ogni sua volontà.
Gli occhi della donna occhi lo guardano con dolcezza, mentre la sua bocca resta chiusa e le parole escono misteriosamente da quella.
"E' finita, Maria?" si chiede Jack. Vorrebbe domandarlo, ma proprio la sua bocca è immobile.
Maria sorride, leggendo ancora una volta i suoi pensieri.
- Hai sempre sbagliato una cosa fin dall'inizio, Jack. -
"Cosa, Maria? Cosa ho sbagliato?" si domanda il ragazzo, desideroso di saperlo.
La Sharapova sorride ancora.
- Questo non è l'inizio...-
Il giovane non comprende cosa intenda, ma prima di domandarsi il significato di quelle parole lei lo precede.
- Jack, questo è solo l'inizio. -
Velocemente com'è iniziata, la visione finisce.
Il viso angelico di Maria scompare e Jack si sente precipitare in basso, mentre davanti a lui corrono di nuovo veloci le stelle.
Nel momento in cui dovrebbe impattare col suolo, però, non sente alcun dolore.
Anzi, non sente nulla: il buio lo inghiottisce.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Veni Vidi Jackie