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Autore: Shainareth    15/03/2016    4 recensioni
Semplice raccolta di flashfic e one-shot, senza pretese e di genere vario, incentrate soprattutto sui personaggi di B.B./Beast Boy e Corvina/Raven. Diversi cenni (e non solo) anche alla RobStar. Rating in aggiornamento.
01. Fuochi d'artificio
02. San Valentino 01
03. Pioggia
04. Tepore
05. Mostro
06. Complici
07. Pubertà
08. Incubi
09. Beghe amorose
10. San Valentino 02
11. Cambiamenti
12. Bluff
13. Body Killer
14. Prime volte
15. Waffles and Song
16. Rassicurazioni
17. Amore a prima vista
18. Verde
19. Obbligo o verità?
20. Romeo e Giulietta
21. Diritti
22. Vischio
23. Sogni
24. Predizione
25. Sbronza
26. Equivoci
27. Curriculum
28. Bacio
29. Silenzi
30. Magia
31. Gusti
32. Amuleto
33. Soli
34. Coniugi
35. Puppy eyes
36. Empatia
37. Orgoglio
38. San Valentino 03
39. Serie TV
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ROMEO E GIULIETTA




«Non ci posso credere!» esordì Beast Boy, facendo irruzione nella stanza e fermandosi dopo aver compiuto pochi passi. «Ogni volta che le chiedo un favore, mi tratta a pesci in faccia!» esclamò, alzando le braccia al cielo in una posa drammatica. E per enfatizzare ulteriormente la propria esasperazione, si portò le mani fra i capelli. «È davvero impossibile!»
   Seduto comodamente su una sedia del tavolo vicino alla cucina, Cyborg lo fissò con curiosità. «Calma, Romeo…» iniziò allora, mettendo per un attimo da conto la sua tazza di caffè americano. «Tu e Giulietta avete bisticciato di nuovo?»
   Stranito, l’altro corrucciò lo sguardo. «Romeo?! Giulietta?!»
   «Senti, anche se lo neghi, è inutile», precisò subito il compagno. «Lo sappiamo tutti che fra voi c’è qualcosa
   «Ma di che diavolo stai parlando?!» gracchiò Beast Boy, fissandolo con occhi sgranati.
   Cyborg si strinse nelle spalle con noncuranza. «Del “Oh, ma lo sai che sei divertente?”» iniziò a dire in falsetto, imitando una voce femminile. «“Davvero?”» riprese poi, in tono più mascolino ma comunque da sfottò. «“Allora ti faccio tante altre battute, così magari poi mi apri il paradiso!”»
   «Cyborg!» starnazzò il mutaforma, arrossendo fino alla punta delle orecchie e pestando i piedi in terra.
   Quello non si lasciò interrompere e proseguì nel suo spettacolino personale, tornando a parlare in falsetto. «“A ben pensarci, me la tirerò fino alla morte. Te la farò sudare, sissignore!” “Quand’è così, lo farò anch’io, facendoti ingelosire con la prima biondina che passa!”»
   Indispettito, Beast Boy incrociò le braccia al petto. «Se ti riferisci a Terra, sappi che non è divertente!»
   «Certo che non lo è», concordò Cyborg, dando una lunga sorsata al caffè con aria crucciata. «Hai mirato forse alla bionda più pericolosa del pianeta… E quando hai capito che la cosa non era fattibile, sei tornato a strisciare ai piedi di Giulietta, che pure non aveva fatto altro che avvertirti che quella non era la ragazza giusta per te.»
   «Non ho strisciato ai piedi di nessuno, io!»
   La protesta del ragazzo verde fu ignorata, perché l’altro riprese a fare il verso a lui e a quella che riteneva essere la sua innamorata. «E vogliamo parlare di “Oh, Romeo! Quel bruto mi ha spezzato il cuore!” “Ti consolerò io, mia adorata!”»
   Beast Boy inarcò le sopracciglia. «Quale bruto?» non riuscì a trattenersi dal chiedere, cominciando quasi a farsi prendere da quel riassunto delle proprie beghe amorose.
   «Il drago», rispose seccato Cyborg. «Tra l’altro, non ho ancora capito come tu abbia fatto a lasciartela sfuggire in quell’occasione. Avresti dovuto approfittarne», ebbe la faccia tosta di commentare, fingendo di non sapere di essere stato proprio lui a interrompere i due pseudoamanti prima che potessero giungere ad un qualsivoglia punto di svolta.
   «Hai finito?» s’interessò di sapere il mutaforma, trovando quel rimprovero davvero fuori luogo.
   «Certo che no», ribatté il suo amico, troppo serio per continuare a credere che stesse ancora scherzando. «Non ho ancora rivangato di quella volta in cui, non appena un uomo ha reso palesi le sue mire su di lei, sei diventato una bestia. Letteralmente.»
   «Fu colpa di quella dannata sostanza radioattiva!»
   «Che casualmente si ricorda di essere in circolo nel tuo corpo solo quando la tua bella è in pericolo?»
   Non sapendo come giustificare quella sacrosanta verità, Beast Boy alzò sensibilmente il tono della voce. «Dici cose senza senso!»
   «“Oh, Romeo! Grazie per avermi salvata! Farò qualunque cosa per sdebitarmi!”»
   «Questo non lo ha mai detto!» ci tenne a puntualizzare, tornando ad arrossire come un bambino.
   Ciò non impietosì di certo il suo carnefice. «No, ma speravi che lo facesse», lo colpì difatti quello, senza pietà. «Per questo ti sei vendicato tornando a sfarfallonare in giro. Senza il minimo successo, aggiungerei.»
   L’orgoglio di Beast Boy ruggì. «Questo lo dici tu!»
   «Sentiamo, allora… Quand’è che avresti rimorchiato?» lo stuzzicò nuovamente l’altro.
   «Potrei farlo in qualunque momento, se solo mi ci mettessi d’impegno!»
   «Ah-ah.»
   «Sul serio!»
   «Allora spiegami perché, con la scusa dell’ennesimo due di picche, ogni volta torni a grattare dietro la porta di Giulietta, sperando che lei si muova a compassione e ti consoli come sai.»
   «Quando mai sar…»
   La voce di Beast Boy fu inaspettatamente interrotta da una più calma e bassa. «In pratica non sarei altro che una ruota di scorta?»
   Sobbalzando, entrambi i giovani si volsero verso la soglia della porta, dove si stagliava ora la figura sottile e aggraziata di Raven. Con grande scorno dei due presunti innamorati, Cyborg fu il primo a riaversi e sogghignò. «Ti sei sentita chiamata in causa, Giulietta?» le domandò senza troppi scrupoli.
   Assottigliando lo sguardo, la maga lo fissò dritto negli occhi. «Attento, Mercuzio», iniziò in tono cavernoso, senza tuttavia negare alcunché. «A furia di sproloquiare, potresti fare una brutta fine.»
   Anziché ascoltare il suo avvertimento, l’altro rise fra sé e tornò a sorseggiare il suo caffè, mentre lei si avvicinava alla cucina per prepararsi una tisana calda. Beast Boy ebbe finalmente il coraggio di agire e le balzellò dietro, del tutto dimentico della discussione avuta poc’anzi con lei. «Non dargli retta… Cyborg parla a vanvera», tentò allora di giustificarsi, temendo che la compagna potesse equivocare l’intera situazione.
   «Mai quanto te», buttò lì l’amico, rimasto ad osservarli con divertimento. L’altro grugnì, trattenendo a stento un’imprecazione.
   «Ragazzi», li sorprese Starfire, entrando in quel momento nella stanza con quell’aria spensierata e sbarazzina che la contraddistingueva, «a chi va di andare al cinema?»
   «Perché no?» rispose distrattamente Raven, continuando a trafficare con il bollitore, la tazza e il filtro per il tè.
   Sentendosi preso per i fondelli, Beast Boy ebbe un moto di rabbia. «Come sarebbe?!» sbottò, fissandola in cagnesco. «Te l’ho chiesto non più di dieci minuti fa e mi hai risposto con un secco no!»
   A Cyborg andò quasi di traverso il caffè. «Le hai chiesto un appuntamento?» concluse da sé, non sapendo se ridere o applaudire a quel gesto di coraggio. «E hai pure il coraggio di negare?»
   «Non era un appuntamento!» ruggì il più giovane.
   «A me non lo hai specificato», si sentì in diritto di sottolineare la maga con voce serafica, senza prestare loro più attenzione del dovuto.
   Provando empatia per l’amico, il Titan cibernetico si portò una mano al cuore con aria sofferente. «Uuuh… Che brutto due di picche.»
   Troppo preso dalla propria stizza nei confronti di Raven, Beast Boy neanche lo ascoltò. «Era sottinteso!»
   Nel frattempo, Starfire si era fatta piccola piccola e guardava ora l’uno ora l’altra con aria confusa. «Non sapevo che voi due usciste insieme…» Perché la sua amica del cuore non si era confidata con lei? Ci rimase davvero male, ma decise di concederle il beneficio del dubbio.
   «Infatti», disse Raven, cercando di apparire distaccata ma, di fatto, iniziando a provare un leggero fastidio per tutte quelle stupide insinuazioni.
   «Spero di non avervi creato problemi», mormorò ancora l’aliena, mortificata al pensiero che, per colpa sua, potesse nascere qualche fraintendimento fra i due presunti innamorati.
   Accigliandosi una volta per tutte, la maga immerse con troppa energia il filtro nella tazza d’acqua calda, facendone schizzare alcune gocce oltre il bordo. «Gli unici problemi, qui, li hanno le tue orecchie.»
   «E anche il cervello di Cyborg», ci tenne a puntualizzare Beast Boy, sperando che lo scherzo – ammesso che di scherzo si trattasse – finisse lì una volta per tutte.
   Quello sghignazzò dietro alla tazza di caffè ormai quasi vuota. «Che bugiardi, che siete…»
   La porta automatica si aprì per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti, annunciando così l’ingresso dell’ultimo membro del team ancora ignaro dell’intera faccenda. Notando le varie espressioni dei suoi compagni, Robin si sentì in diritto di domandare: «Ehi, che succede?»
   Fu Starfire, purtroppo, a rispondere alla sua curiosità. «Se ho ben capito», prese a raccontare, portandosi una mano sotto al meno con fare incerto, «B.B. ha chiesto un appuntamento all’amica Raven…»
   «Non ho mai parlato di appuntamenti!» tornò a ribadire il povero mutaforma, cominciando davvero a non poterne più di quella tortura.
   Robin lo ignorò bellamente e sorrise con soddisfazione. «Ah, era ora che lo facesse!» esclamò lieto, dando una pugnalata alle spalle ai due diretti interessati.
   «Ti ci metti anche tu, adesso?!» protestò nuovamente Beast Boy, non sapendo dove sbattere la testa per farsi ascoltare.
   Anche Starfire parve sorda alle sue lamentele, troppo presa com’era dal finire di raccontare il pettegolezzo del giorno. «…ma lei ha rifiutato, perché credeva che al cinema ci dovessimo andare tutti insieme.»
   A quel punto fu Raven a fare una smorfia risentita. «No, decisamente non hai ben capito», disse a denti stretti, strizzando il filtro con foga.
   Robin si volse a guardarla. «Intendi dire che non hai voglia di uscire?» domandò, preoccupato per l’amica. «Basta dirlo», aggiunse poi, prima di rivolgersi a Starfire e a Cyborg. «Ragazzi, andiamoci noi, al cinema. Così lasceremo casa libera ai due piccioncini.»
   «Oh, che bella idea, Robin!» squittì l’aliena, precipitandosi subito fuori dalla stanza in volo per andare a prepararsi.
   «Se non faccio da terzo incomodo», prese a dire Cyborg, alzandosi e lasciando la tazza sporca lì dov’era, «vengo volentieri», assicurò. Quindi, passò accanto a Beast Boy e, approfittando del suo sbigottimento dovuto a quell’assurdità, gli diede il gomito e gli strizzò l’occhio. «Poi non dire che non siamo dei buoni amici.»
   In capo a pochi secondi uscirono tutti, lasciando maga e mutaforma a fissare la porta chiusa con aria perplessa, nervosa e rassegnata a un tempo.
   «Beh», constatò filosoficamente Raven, portandosi infine il tè alle labbra, «almeno hanno smesso di parlare.»
   L’altro incrociò le braccia al petto e le lanciò uno sguardo di sbieco. «Sì, ma ricominceranno al loro rientro, chiedendoci i particolari della serata», le fece notare in tono vagamente stizzito.
   La maga rabbrividì. «Vado a impacchettare la mia roba», annunciò allora, posando la tazza ancora piena su uno dei banconi della cucina e avviandosi frettolosamente verso l’uscita.
   «Vigliacca!» le inveì dietro Beast Boy. «Non puoi fuggire e scaricare tutto su di me!»
   «Sì che posso, caro il mio Romeo.»
   Quella risposta inattesa ebbe il potere di lasciarlo smarrito per un attimo, soprattutto per via del modo in cui lei lo aveva chiamato. Scrollò il capo e tornò in sé. «Allora lo faccio anch’io!»
   Raven si fermò sulla soglia della stanza e si voltò a guardarlo accigliata, palesando così tutta la propria contrarietà al riguardo. «Bravo, così penseranno che abbiamo messo in atto una fuga d'amore.»
   Un ringhio si levò dal profondo della gola del mutaforma. «Dannazione a loro e alle loro stupide fantasie!» Quando finì di sfogare parte della rabbia con quell’esclamazione, si rese conto che la sua Giulietta era già sparita. «Ehi, aspettami!» urlò ancora, correndole dietro come il più ostinato e fedele degli amanti.












E chi si dimentica di questi due? ♥
Pur con lentezza, spero proprio di continuare ad aggiornare ancora questa raccolta pregna di affettuose sciocchezze.
Buona giornata e grazie a chi continua a seguirla!
Shainareth





  
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