«Ciao Molly»
«Ciao Teddy. Non mi aspettavo una tua visita»
«Nonna Andromeda mi ha detto che potevo passare a salutarti. E poi ti volevo chiedere una cosa personale, molto personale, forse troppo …»
«Non dilungarti e vai al sodo. Ma prima accomodati. Ti posso offrire qualcosa?»
«No, grazie» comunicò il ragazzo, sedendosi su una delle sedie della Tana.
«Ma come sono morti mamma e papà?» chiese, ancora, guardandosi le mani, come se stesse studiando ogni singola vena.
«Remus e Ninfadora? Oh, bhe, non mi aspettavo che l’avresti chiesto proprio a me» sorrise sfuggente la vecchia strega.
«Ma io di te mi fido molto, e non voglio chiederlo alla nonna. Dopotutto, era sua figlia. E poi io con te passo molto tempo, ad aiutarti, a … bho, però mi sembravi la persona giusta» disse a mo’ di scusa.
«Dunque, tua madre e tuo padre sono morti lottando contro Voldemort. Loro facevano parte del secondo Ordine della Fenice, che decise di combattere fino alla fine. Nonostante avessimo già perso Sirius e Silente, non ci siamo mai arresi. E durante la Seconda guerra magica combattuta ad Hogwarts molti hanno perso la vita. Oltre ai tuoi genitori, Severus Piton, Colin Canon, Lavanda Brown, … mio figlio Fred» si fermò un attimo e sospirò forte, poi riprese: «Tuo padre è morto per primo. Per colpa di Dolohov, che ha avuto la giusta punizione. A tua madre ha pensato sua zia Bellatrix. Lei era una persona malvagia, che non ha esitato un attimo nell’uccidere la nipote, che odiava per chissà quale oscuro motivo …»
A Teddy iniziarono a scendere, copiose e traditrici, molte lacrime amare.
«Teddy, sei ancora piccolo per tanta sofferenza … comunque se ti va, puoi pensare che i tuoi genitori stanno accudendo il mio Fred e io ti accudisco un po’ per loro … così ti sentirai meno solo» e lo abbracciò.
«Co-cosa inte-tendi di-dire?» chiese ancora tra i singhiozzi.
«Intendo dire che io e la tua mamma ci eravamo promesse prima dell’inizio della Battaglia che io avrei vegliato su di te, e lei sui miei sette cuccioli, maggiorenni o meno. Ora, tu sai che anche io, quel giorno, ho perso mio figlio» e qui si interruppe per tirare un altro profondo sospiro, poi riprese «ma io so che, ovunque siano, Ninfadora e Remus lo proteggeranno. E come loro fanno questo per me, io ti tengo d’occhio per loro»
Aspettò in silenzio per qualche istante, ma percepiva la tensione, che si sarebbe potuta tagliare con un coltello, era palese. Così decise di cambiare argomento: «E poi devo tenerti d’occhio per mio figlio Bill. Sei amico di Victoire. Molto amico. Forse anche troppo» e rise forte. La sua risata era così contagiosa che anche il ragazzo, che inizialmente la guardò stupefatto, si unì alla sua allegria.