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Autore: Buildingalife    15/03/2016    0 recensioni
Riflessioni sul sistema tecnocratico. La storia di Marco e sua sorella Marta, vittime di una ragnatela globale.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sul pianeta Terra si stende una grande ragnatela. Marco tenta di percorrerla senza rompere alcun filo, senza cadere nei suoi buchi. E' difficile, e tante altre persone ci stanno provando, come lui. Spesso lo è così tanto, che gli impegnati in questa impresa non riescono neanche a comunicare. Comunicare per davvero, si intende. 
Marco la mattina passa una tessera su un apparecchio che non ha ancora ben capito come funzioni. Prende la metro, preme dei pulsanti. Caos, sudore. Persone che seguono fili limitatamente diversi, premono i suoi stessi pulsanti, non vogliono cadere nei buchi. Va al lavoro, fa una pausa, e ci ritorna. Quando torna a casa si sente spaesato. Ha passato la giornata ad interagire apaticamente con altre persone, e per quanto possa sembrare paradossale, anche quella scarsa interazione gli manca, adesso. Accende la TV.
Marco cerca uno scambio, forse cerca una donna, o forse solo un vero amico. Marco si sente bloccato, vuole uno stimolo, un contatto intellettuale intimo con qualcuno. Lo aveva trovato durante un viaggio, in qualche luogo vuoto e sperduto, come lui, dove oltre a parlare non c'era molto da fare.
Marco ha una sorella, Marta. Marco si sente in colpa, quando la va a prendere a scuola, e se è di spalle non la riconosce. Sono tutte vestite in maniera eccessivamente simile. Marta parla come Chiara, parla delle stesse cose di cui parla Chiara, e ha anche il suo stesso telefono. Fuori scuola Marta sembra stare bene, nella sua zona di conforto, segue anche lei il filo della ragnatela. Ma quando Marta va a pranzo da Marco, è vicina al buco. La vita di Marta, a soli quattordici anni, è piatta e noiosa. Fa finta di essere felice, mentre dice al fratello che Edoardo l'ha baciata, descrivendo la stessa scena che avrebbe descritto qualcun'altra.
Marta è una fonte di ispirazione. Marco ha ventotto anni, e quando ascolta i ragionamenti che fa la sorella su un libro che ha letto, o parole di sentimenti che, raramente, gli permette di conoscere, è stupito. E allora pensa che Marta sia un genio, che sia imbattibile. Arriva anche a pensare che a scuola possa essere bullizzata perché ritenuta secchiona. Poi si ricorda che Marta, quando sogna, cade quasi nel buco. Lui vorrebbe che fosse possibile per lei, caderci. Immagina per lei una caduta soffice, qualcuno pronto ad accoglierla lì in fondo. Marta gli dice che a scuola non va, che non le piace fare le cose in questo modo, e che per farle come vorrebbe lei non c'è tempo, perché è troppo impegnata a restare sul filo. E il flusso sul filo va veloce, lei può solo immergercisi, assecondarlo. Henri Bergson aveva detto che la società pone di fronte all'uomo delle vie preimpostate che possono solo essere da lui percorse. Aveva detto che mentre alcuni si lasciano semplicemente andare agli obblighi che queste vie implicano, altri provano un "état de tension". Marco spera davvero che questo non sia il caso di Marta. Vorrebbe vederla fiorire. La vuole rossa, rosa, bianca, blu, viola, verde... Ma non grigia. Come i palazzi. Si chiede se sia possibile un compromesso, almeno per Marta. Lui non lo ha mai trovato.
   
 
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