Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: girlmoon    15/03/2016    0 recensioni
Riuscite a vedere quel gruppo di scapestrati vicino al cancello della scuola? Beh, quelli siamo noi. Sono Melanie Daffodil Rutherford, ho diciannove anni e quest’anno terminerò il mio corso di studi alla Green Valley College di Londra; prenderò il mio diploma e finalmente comincerò la mia nuova vita. Per ora mi limito a vivere la mia vita al meglio facendo festini con i miei migliori amici e vivendomi questi ultimi momenti da studentessa. Formavamo un bel gruppetto, ormai da tre anni a questa parte: Greg, Clary e Ed erano ufficialmente i miei compagni di avventure. Fu però durante il terzo anno del college che nel nostro corso arrivò Jamie. Non esagero se dico che dopo il suo arrivo, insieme ci sentivamo talmente forti da poter conquistare il mondo intero.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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GUTS OVER FEAR.
Questa è la mia prima ff su Jamie Campbell Bower. L’unica cosa che posso dirvi è che spero sia di vostro gusto e se vi piace.. lasciate un commento sotto!   (BEN ACCETTI ANCHE I NEGATIVI).
Baci baci, girlmoon. :*
 
INTRO.
Riuscite a vedere quel gruppo di scapestrati vicino al cancello della scuola? Beh, quelli siamo noi. Sono Melanie Daffodil Rutherford, ho diciannove anni e quest’anno terminerò il mio corso di studi alla Green Valley College di Londra; prenderò il mio diploma e finalmente comincerò la mia nuova vita. Per ora mi limito a vivere la mia vita al meglio facendo festini con i miei migliori amici e vivendomi questi ultimi momenti da studentessa.                                                                          Formavamo un bel gruppetto, ormai da tre anni a questa parte: Greg, Clary e Ed erano ufficialmente i miei compagni di avventure. Fu però durante il terzo anno del college che nel nostro corso arrivò Jamie. Non esagero se dico che dopo il suo arrivo, insieme ci sentivamo talmente forti da poter conquistare il mondo intero.
 
CAP.1
Era domenica. Forse.
Schiusi gli occhi pian piano, per evitare che la luce del sole che entrava dalla finestra della camera di Ed mi accecasse.
Mi sollevai e mi guardai attorno. Più che persone sembravamo tanti animali.
Come al solito Clary era stesa sul letto comodissima, Ed era sdraiato per terra, praticamente ai miei piedi ed era completamente abbandonato a sé stesso. Più che addormentato sembrava morto. Jamie stava sdraiato accanto a me; pancia sopra, con uno zaino sotto la testa, mentre Greg era mezzo seduto e mezzo steso sulla scrivania in legno. Mi alzai con calma, mi trascinai fino alla finestra e uscì fuori per vedere come fosse la giornata. Stranamente era parecchio soleggiata ma comunque l’aria era fresca e rigenerante.
Tornai dentro ed iniziai a cercare il mio telefono: pesto Clary pur di controllare sul materasso e finalmente lo trovo. Scaraventato sulla mensola difronte al letto.
-“Come cazzo ha fatto a finire lì”- mi chiedo perplessa stropicciandomi gli occhi.
Lo sblocco e vedo: 5 chiamate perse da mamma, 2 messaggi da mia sorella Jade ed un’ e-mail da papà.
Mamma: “Tesoro inviami un messaggio quando vai a letto”
Mamma: “Non fate cazzate”
Mamma: “Pensi di pranzare a casa domani?”
Mamma: “Mel rispondi qualche volta!”
Mamma :” Te la sei cercata ragazza..”
Sbuffo nel leggere quelle parole. Mia madre è davvero paranoica e stressante. Prima di chiamarla rispondo a Jade.
Jade:” Mamma ha detto che ti uccide quando torni”
Jade: “Ha parlato con papà. Spero bene per te sorella”
Io:” Ehi Jade, dille di calmarsi e che non penso di pranzare a casa.”
Per essere più incisiva ne inviai anche un secondo..
Io:” E per inciso non sono incinta, mi sono addormentata presto e niente cazzate ;) “
Volevo chiarire che fosse andato tutto bene e che non fosse successo nulla di strano, almeno mia madre si sarebbe messa l’anima in pace.
Senza fare alcun rumore me ne andai in bagno. Dopo esserci stata qualche minuto, giusto il tempo di rinfrescarmi e darmi una sistemata ritornai in camera.
*Che faccio.. li sveglio o no?* - penso tra me e me. Sento poi Greg russare pesantemente e così mi stendo per terra accanto a Jamie, dove stavo prima e inizio a guardare il soffitto.
Se c’è una cosa che più mi piace della casa di Ed è il soffitto arancione della sua camera da letto.
Non lo so perché ma mi trasmette calore e completo relax.
Mentre me ne stavo imbambolata a fissare il muro non mi resi conto che il mio amico Jamie si fosse svegliato.
-“Mel”- mi chiama lui con la voce bassissima e ancora assonnata.
-“Giorno J”- mi avvicino a lui e gli stampo un bacio sulla guancia.
-“Che ore sono?”- mi chiede tirandosi su a sedere.
-“Le undici meno un quarto. Abbiamo dormito un sacco, cazzo”-
-“Se tieni conto che ci siamo addormentati alle cinque e mezza, non abbiamo dormito poi così tanto”- mi fece notare lui ed io annuì dandogli ragione.
Lo guardai per un po’ e lui mi sorrise. Anche da appena sveglio Jamie era sfacciatamente bello.
Mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio sulla testa e gli sistemai i capelli.
-“Che dici.. gli svegliamo?”- mi chiese lui stiracchiandosi.
Feci di no con la testa e mi accoccolai tra le sue braccia.
Io e Jamie venivamo spesso sorpresi a scambiarci gesti molto affettuosi l’uno nei confronti dell’altra, ma poco ci importava di ciò che la gente pensava. E la maggior parte di loro era convinta stessimo insieme.
Se ci penso mi viene anche da ridere. Tre anni fa, quando Jamie arrivò nella nostra scuola non era di certo uno tra i miei bersagli maggiori. Nel senso che non avrei mai pensato di portarmelo a letto o semplicemente fidanzarmici. Mai. Forse perché lo detestavo. Non ricordo bene il motivo, ma se non sbaglio era per il suo eccessivo fascino. Disprezzavo tutte le ragazze che gli si avvicinassero, perché iniziavano subito a flirtare con lui, a toccargli la maglietta e lui ci stava. In un certo senso mi facevo schifo nel sentirmi parte della razza femminile, solo per quelle stronzette che gli andavano dietro. Non mi potevo aspettare mica un angelo dal nuovo arrivato. Lo chiamavo “diavolo” ogni volta che ci passava accanto. I miei amici ci ridevano su, ma fu a causa di una scommessa persa con Ed che mi ritrovai costretta ad integrarlo nella cricca. Non me ne pentii; anzi. Probabilmente era proprio questo fatto di essere super bello e spocchioso ad oscurare la parte del “buon angelo comprensivo e protettivo”. Soprattutto nei miei confronti. Jamie c’è sempre stato per me. Per un po’ di tempo mi sentii stupida a ritrovarmi a volergli così bene, a farlo diventare così importante per me dopo averlo ricoperto di nomignoli e parolacce ogni volta che lo vedevo. Ma infondo questa è acqua passata. Ora io e Jamie siamo come due fratelli: uno completa l’altra, siamo diventati l’uno “il pezzo mancante per un quadro perfetto” dell’altro.
Mi accarezzava i capelli e le braccia, ogni tanto si lasciva sfuggire anche qualche bacetto sulla fronte. Tutto ciò che di me non ho mai dato ai miei amici, lo riservavo a lui. Beh.. non proprio tutto! Insomma.. ciò che è proprio “inviolabile” e “intoccabile” per gli altri, lo è anche per lui. Su questo non ci piove. Sono abbastanza protettiva per quanto riguarda il mio corpicino, anche se non ci sarebbe mai nulla di spettacolare da vedere in una piuma di 42 kg di peso. Parlo di me ovviamente.
Già, a diciannove anni peso quanto mia sorella che ne ha quindici. Giuro, è una vergogna, sembro uno stuzzicadenti in mezzo ai miei amici che sono perlopiù muscolosi e con belle forme.. Clary soprattutto.
-“Ok, dai basta coccole adesso sennò non mi scollo più; svegliamoli!”- dico a Jamie sollevandomi da terra già iniziando a scuotere Greg.
Con la coda dell’ occhio vedo Jamie tirarsi dietro i capelli e rimanere immobile. Sentivo i suoi occhi addosso e ciò mi metteva altamente in imbarazzo. Ripeto.. ALTAMENTE!
-“Che fai?”- gli chiedo un po’ infastidita.
-“Ti guardo”- mi dice lui senza troppi problemi accennando una risata sarcastica.
-“Lo so che sono sexy con il pigiama giallo canarino, ma non c’è bisogno di farmelo notare così spudoratamente”- finsi una piccola sfilata passandomi le mani lungo i fianchi come a sfoggiare il mio terribile pigiama.
-“ Fanculo, che sei scema”- ride mentre aiuta Clary a sollevarsi dal letto.
Lasciamo a lei il compito di svegliare Ed, mentre noi, a turno ci cambiamo in bagno e ci beviamo un bel caffè.
-“Mel, hai finito?”- mi urla Greg da dietro la porta del bagno abbastanza spazientito.
-“Dammi due secondi altri, sto finendo di mettermi le scarpe!”- gli urlo da dentro la stanza.
-“Ma allora sei vestita?”- continua a chiedermi speranzoso.
-“Beh certo”-
-“Allora entro, non credo ci siano problemi se vedo i tuoi piedi”- replica ridendo quando ormai è entrato in bagno.
Lascio la stanza solo per lui, tornando vestita e pronta in camera di Ed per dare un’aggiustata alla camera.
-“Ehi Mel che fai?”- mi chiede sorpreso lui.
-“Metto un po’ in ordine, i tuoi si incazzano se vedono questo casino”-
-“Ma lascia tutto, a pomeriggio viene la sguattera”- mi dice Ed togliendomi le coperte di mano.
Lo fisso accigliata. -“La domestica, Ed non sguattera!”- lo ammonisco trattenendo una risata.
Scendiamo al piano di sotto dove: Clary e Jamie ci stanno aspettando. E dopo pochi istanti ci raggiunge anche Greg.
Prendiamo il camper di Ed e ci dirigiamo verso il primo Mcdonald per pranzare.
Dopo una coda interminabile, finalmente troviamo posto e ci sediamo al tavolino.
Mangiamo come maiali, siamo troppo affamati per assaporare il cibo.
-“Ehi ragazzi, Taylor Blake ha organizzato una festa in discoteca stasera. E’ per il suo compleanno. Ci andiamo?”- propone Clary con il boccone pieno.
-“Figo, si!”- porta le braccia in aria Ed facendoci ridere.
-“Ma è il suo compleanno, cosa centriamo noi? Poi dovremmo prenderle anche un regalo.”- chiedo io cercando di portarmi in bocca un pezzo di insalata che pende dal mio panino.
-“Fottitene Rutherford! Ci imbuchiamo.”- mi da una leggera gomitata Jamie facendomi cadere l’insalata sopra le gambe.
Probabilmente la mia faccia ha assunto un’espressione buffa, anche perché tutti i miei amici stanno ridendo come matti.

-“Fortuna che non ho i jeans, ti avrei ucciso”- dico afferrando goffamente il pezzo di cibo gettandolo nel mio piatto. –“Comunque ok, ci sto anche io. E’ da copione ormai, lo facciamo sempre, quindi perché no… andiamoci!”- termino io addentando il panino.
   
 
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