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Autore: Tefnuth    15/03/2016    1 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Aveva osservato per tutto il tempo la superficie tremante dell’acqua dentro il bicchiere che Elizabeth gli aveva messo tra le mani; non ne aveva ancora bevuto una goccia, il suo stomaco era così in subbuglio che avrebbe rigettato anche il minimo liquido

“Forza Georg, cerca di riprenderti: era solo un sogno” la fata era inginocchiata davanti a lui e gli stava accarezzando la gamba. Gustav e i gemelli erano seduti vicino al telepate e Nahila (in piedi vicino a Abraham, Red e Johann) osservava con i suoi occhi miracolosi l’energia nel suo corpo

“Sei in sovraccarico, rischi di scatenare un’onda d’urto” disse la dottoressa

“La fai facile Nah, non hai visto quello che ho sognato” rispose il moro, i suoi occhi erano segnati da profonde occhiaie

“Appunto! Era un sogno, per quanto fosse brutto era solo frutto della tua immaginazione” affermò Gustav stringendo la mano del fratello, in realtà era solo un modo per convincere se stesso (già aveva il dubbio che non fosse solo quello)

“Non capite…” lamentò Georg.

La seduta di psicanalisi fu interrotta dall’arrivo di Manning con in mano un grosso plico di foto

 “Queste le dovete vedere” esclamò il pelato porgendo nelle mani di Hellboy le immagini, gli dispiaceva di aver interrotto la conversazione ma non aveva potuto farne a meno

“Oh porca…” commentò il gigante rosso scorrendo le foto, erano immagini strazianti che mostravano demoni trucidati nei peggiori modi possibili

“Li hanno trovati poco fa, il coroner dice che il fatto è accaduto nel primo pomeriggio” spiegò Manning mentre aiutava Hellboy a passare le foto anche agli altri presenti

“E’ il clan dei demoni delle fondamenta” disse Abraham riconoscendo gli stemmi sui gilet dei cadaveri

“Li hanno uccisi tutti,… anche i bambini” la tristezza oscurò la voce di Johann

“Non si sa chi è stato, vero?” chiese Bill passando velocemente al gemello una foto con una vecchia troll il cui corpo era stato separato dalla testa

“Qui viene il bello: quando gli agenti sono arrivati il colpevole era ancora lì; un uomo con mantello nero e cappuccio che ha rivendicato la cosa prima di sparire” precisò Manning.

Crack. Il bicchiere era caduto dalle mani di Georg, si era solo incrinato ma l’acqua che ne era uscita aveva schizzato i pantaloni di Elizabeth

“Che hai?” esclamò immediatamente Gustav temendo in un attacco di panico del fratello

“I…io, ho visto quell’uomo” confessò il telecineta, era il momento di dire la verità

“Quando?” domandò Tom

“Nel mio incubo, e anche sul ponte: era proprio dietro Hellboy” il moro si strinse di più nella coperta che aveva sulle spalle

“Ecco perché ti eri sporto così tanto, ma perché diavolo non l’hai detto prima?” chiese Bill alzandosi dal letto, non era molto felice come gli altri del resto

“Perché poi è sparito! Ho creduto di aver avuto un’allucinazione” provò a spiegarsi il moro mentre cercava dia sciugare il tappeto bagnato estrapolando l’acqua dal tessuto, era un buon modo per mantenere il controllo

“Non assillatelo – intervenne Lyz, materna come sempre - . Non avemmo potuto fare niente

“Possiamo farlo adesso andando sul posto, chissà che non ci siano ancora delle tracce” propose Hellboy a Manning

“Sono venuto proprio per questo. Ma non andrete tutti, solo Bill e Georg; se vuoi puoi accompagnarli tu Red, ma nessun’altro” ordinò il pelato

“E perché? Siamo sempre andati insieme!” replicò Gustav nervoso, con il fratello in quelle condizioni era pericoloso restare separati

“Col casino che è successo dareste troppo nell’occhio; inoltre la zona era un’ex industria chiusa per inquinamento del terreno. Se andassero Tom e Gustav rischierebbero di far esplodere tutta l’area” ribattè Manning inamovibile

“Manny ripensaci, è un grosso errore: non sanno con chi hanno a che fare e se fosse ancora là…” provò Johann quasi supplicante

“Vorrei ma non posso, davvero – Manning si rivolse poi a Bill e Georg - . Preparatevi, il furgone è pronto per partire” disse andandosene.

Rassegnati alla decisione del pelato Georg, Bill e Hellboy si prepararono per la loro uscita; nessuno di loro era tranquillo dopo la serata che avevano passato e infatti alle raccomandazioni di Elizabeth si aggiunsero quelle di Nahila, Gustav, Abe e Johann. Una richiesta molto speciale fu fatta al telecineta che fu preso in disparte da Tom

“Senti so che non è un bel momento ma… volevo chiederti un favore” proferì il pirocineta
“Certamente, tutto quello che vuoi” rispose subito Georg

“Potresti tenere d’occhio Bill? E’ una richiesta stupida ma… non sono tranquillo e non voglio che gli succeda niente di male” domandò Tom esternando il proprio malcontento per la questione della squadra ridotta
“Lo proteggerò a costo della mia vita. Solo non mi uccidere se torna a casa con dei graffi” promise il moro scherzando un po’
“Ho un buon margine di tolleranza” ridacchiò il pirocineta
“Andiamo?” la voce di Bill li interruppe, i suoi occhi erano malinconici nel guardare il fratello.

Salutato il pirocineta Georg raggiunse il criocineta, gli diede una pacca sulla spalla e gli disse che presto sarebbero tornati a casa e avrebbero passato ore a parlare di ragazze e altre cose varie riuscendo così a suscitare una piccola risata nel fratellastro. Durante il tragitto il trio si preparò, indossando gli abiti comodi che di solito usavano per i combattimenti ( era sempre meglio essere pronti per ogni evenienza); agganciarono anche i comunicatori alle cinture perché il posto era grande e si sarebbero divisi in due gruppi per coprire un’area più vasta. Il posto era un vecchissimo cimitero di troll, proprio vicino al mercato, tanto vecchio che persino le pietre sbozzate poste a mo’ di croce si erano ricoperte di muschio e fiori e le fosse erano diventate le tane perfette per vermi e scarafaggi; in lontananza si vedevano ancora i fumi della vecchia discarica che copriva la zona industriale, il motivo per cui erano andati solo in tre

“Da brivido” sussurrò Bill cercando di non scivolare sui sassi ricoperti di muschio ammuffito, maledicendosi di aver messo le scarpe nuove con la zeppa
“Che ti aspettavi? Mausolei e alberi in fiore?” ribatté Georg mentre scrutava l’orizzonte con gli occhi e sondava l’ambiente con la mente. Niente.

Anche Hellboy aveva iniziato la sua ricerca e si era allontanato dai ragazzi, non era agile quanto loro e scivolò un paio di volte sul muschio, atterrando sulle tombe lì vicino
“Dannazione” imprecò il gigante rosso dopo aver constatato di essersi sporcato la giacca con il fango puzzolente; avrebbe potuto giurare di aver sentito qualcuno ridere. Forse era uno dei ragazzi, forse no.

Non trovarono niente, neanche cercando negli stessi posti dove erano stati ritrovati i cadaveri dei troll
“Che sfigati: non escono mai e quando lo fanno li uccidono in massa” disse il telecineta constatando l’assurdità della cosa
“C’è chi nasce yella…” il criocineta si interruppe: aveva sentito un rumore. Senza parlare e senza avvertire il gigante rosso, i due si diressero verso il luogo da cui sembrava provenire il suono: un mausoleo. Si avvicinarono alla porta della struttura, con molta cautela, il rumore sembrava essersi fermato
“Forse è solo caduto qualcosa lì dentro” ipotizzò il criocineta, il suo respiro calmo nascondeva il battito accelerato
“Qualcosa è caduto si, ma perché c’è qualcuno qua dentro” lo contraddì Georg che, finalmente, era riuscito a vedere la presenza.

Anche il gigante rosso aveva trovato qualcosa: orme fresche sul terreno che gli avevano fatto subito posare la mano sulla Samaritan
“Merda” bisbigliò il demone che avrebbe voluto chiamare i ragazzi ma non li vedeva più e anche il comunicatore non dava segni di vita
“Cazzo! Non ora” imprecò Hellboy prima di sentire qualcosa afferrargli la gamba, una mano artigliata che aveva infilzato il polpaccio del diavolo con le sue unghie.

 

Pow,pow. I colpi di arma da fuoco attirarono l’attenzione dei ragazzi che girarono la testa per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma anche per loro Red era fuori portata
“Papa!” gridò Bill allarmato più che mai e infatti, senza pensarci su troppo, si allontanò lasciando il telecineta solo davanti al portone dell’edificio funerario. Non fu una decisione saggia perché quando il criocineta fuoriuscì dal campo oculare di Georg il legno di cui era fatta la porta iniziò a scricchiolare, come se qualcosa la stesse grattando dall’interno
“Ecco, lo sapevo” commentò il telecineta allontanandosi di qualche passo dalla soglia, il punto ideale per osservare il legno crollare sotto i colpi del demone che c’era dietro; un lupo mannaro con la schiena irta di lunghi aculei.

 

Pow,pow.
“Muori bastardo schifoso” imprecava Hellboy a ogni nuovo colpo che usciva dalla pistola. Con il primo proiettile era riuscito a liberare la gamba da quella specie di zampa artigliata che gli aveva lasciato un bel segno sul polpaccio. Il problema ora stava tutto nel riuscire a scovare l’essere che aveva osato fare ciò perché il putrido, come lo chiamava Red, si muoveva sottoterra a gran velocità
“Papà” lo chiamò Bill una volta che lo ebbe raggiunto, il suo corpo era già ricoperto da una spessa armatura di ghiaccio e sul braccio destro era spuntata una lama
“Stai indietro! E’ SOTTO di noi” lo ammonì il diavolo rosso protendendo una mano verso di lui
“Bhè, se è solo questo il problema” il criocineta posò le mani a terra e congelò il terreno sotto i loro piedi
“Ky.kyriiiiii” .
Dal terreno sbucò un enorme verme con delle estroflessioni che terminavano in quelle che sembravano mani artigliate; non aveva pelo perciò il freddo lo aveva tanto disturbato da uscire fuori.
Pow. Un colpo secco alla testa e il verme ricadde all’indietro disegnando una fontana verde col sangue che gli usciva dalle cervella
“Bravo ragazzo” si complimentò Hellboy col figlio.

 

“Regalo in arrivo!” la voce di Georg ammonì i due del lupo che il telecineta aveva lanciato in aria e spedito verso di loro; la bestia atterrò non molto distante da Red e il criocineta e fece ancora qualche metro grazie alla lastra di ghiaccio su cui era ricaduto
“Bleah che brutto” commentò Bill osservando l’ibrido che si rialzava in piedi cercando di capire cos’era successo
“Questo obbrobrio ha aspettato che te ne andassi per uscire fuori” disse il moro
“Che sfacciato – scherzò Bill - . Vuoi una mano?”
“Non serve che ti disturbi grazie. Lo sistemo e poi ce ne torniamo a casa” rispose il telecineta che stava solo aspettando una mossa dell’avversario prima di concludere del tutto
“Grrrrrrrrrr, rrrroooooaaar” ringhiò il lupo con fare minaccioso, poi si girò e lanciò alcuni dei suoi aculei
“E adesso sei morto” un pensiero del telecineta fece sì che i pungiglioni si bloccassero a mezz’aria, girassero su se stessi e ritornassero al mittente trapassandolo.

 

Clap,clap.
“Bravo Georg, ma mi sarei aspettato di meglio da te” una nuova voce, non troppo estranea, rovinò il bel momento dei tre. L’uomo dal mantello nero.
“Proprio te cercavo” gli disse Hellboy puntando la Samaritan alla testa dell’individuo
“Peccato che io cercassi solo il telecineta; ora se vuoi scusarmi” un gesto della mano e Red si ritrovò catapultato contro la dura parete del mausoleo che aveva fatto da tana all’ibrido. Similmente Bill e Georg furono scaraventati a terra
“Li perderai tutti Georg, non resterà più nulla di loro” l’individuo non si era mosso dal suo posto, eppure Georg sentiva l’energia che scorreva nel suo corpo: pure quello aveva poteri psichici, anche era difficile comprenderne la natura.
“Non succederà mai!” ribattè il moro, deciso più che mai a difendere la sua famiglia
“Comincia il conto alla rovescia” un lampo accecante seguì quelle parole.

Georg sentì di essere urtato da qualcosa e cadde di nuovo con la schiena a terra. Quando il bagliore si diradò il moro vide Bill sopra di lui (il corpo era in parte protetto dall’armatura di ghiaccio) e dietro due lance apparse  da chissà dove
“Mi ha evitato un bel colpo” pensò Georg credendo che le aste si fossero conficcate per terra e  senza  far caso al liquido che sentiva scorrere sul corpo; solo quando abbassò lo sguardo vide che era il sangue di Bill: le lance avevano trapassato la sua armatura perforandogli il fianco e la spalla; Georg si sentì morire.
“E’ tutto ok?” domandò il criocineta sdraiandosi sul fianco sano, del sangue gli stava uscendo dalla bocca ma sembrò non importargli
“STUPIDO!” urlò in lacrime il telecineta, probabilmente quelle parole erano per sé per non essere riuscito ad impedire che accadesse.
Il criocineta respirava a fatica, vinto da quelle alabarde che avevano bucato la sua armatura su cui si era disegnata una fitta rete di crepe
“Che delizioso quadretto, quasi mi sorprende che lui sia un demone di ghiaccio. Credevo che fossero tutti egoisti e insensibili” commentò l’individuo
“ZITTO! Tu non sai niente di lui, e non sai niente di me” ringhiò Georg emanando un’onda d’urto
“Forse non saprò niente su di lui, ma so moltissime cose su di te. Forse più di quante ne conosca tu” l’individuo alzò una mano, rosea come quella di un essere umano, e Georg si sentì opprimere la gola. Non riusciva più a respirare.
“Fottiti” pensò il moro sperando che quello avesse capacità telepatiche abbastanza forti da poterlo sentire
“Vorrei tanto chiacchierare con te ma il tempo stringe; io devo tornare a casa e anche tu” proferì l’aggressore che, prima che fosse troppo tardi, lasciò la presa sulla gola di Georg.

Il telecineta provò ad alzarsi per rispondere al fuoco ma prima che potesse usare le proprie capacità l’individuo pose sulla sua fronte un congegno freddo e metallico che lo paralizzò con una scarica
“Sono curioso di sapere chi ti ucciderà: io o quel mostro di fuoco che con tanta stupidità chiami fratello?” chiese l’individuo mentre attivava il localizzatore sulla cintura di Georg. Fu l’ultima cosa che il moro vide.

 

  
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