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Autore: Robigna88    15/03/2016    1 recensioni
Elijah Mikaelson ha deciso di rimanere a New Orleans per occuparsi di quella che per lui è da sempre una missione: la redenzione di suo fratello Niklaus. E anche perchè presto Klaus avrà una figlia.
Una figlia da quella lupa che lui trova estremamente affascinante e che in qualche modo gli fa venire voglia di aprire il suo cuore come non gli era mai successo prima.
Mai, eccetto una volta.
Quando quella volta torna nella sua vita, questo tuffo nel passato cambia tutto e lo cambia in un modo che lo sconvolgerà nel profondo.
DAL PRIMO CAPITOLO:
-"Ti chiederei che cosa ci fai qui, ad aiutare quel fratello che speri ardentemente di poter cambiare anche se è ovvio che Klaus non vuole essere aiutato, ma conosco già la risposta."
"E quale sarebbe?"
"Smetterai di cercare la sua redenzione solo quando crederai che non sia rimasto nulla da trovare. Giusto?"-
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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-CAPITOLO 13-

 

 

 

 

 

LOS ANGELES – TRE ANNI E MEZZO PRIMA

 

Allison gemette stringendo le mani di Elijah che stringevano le sue. Gli baciò il collo prima di spostarsi sulla sua parte di letto e rise fissando il soffitto.

“Cavolo Mikaleson,” gli disse. “Credo che mi mancherai quando sarai ripartito.”

Elijah si girò verso di lei e allungò una mano passandole due dita sulle labbra. “Credimi, il sentimento è reciproco” sussurrò abbozzando un sorriso. “Stasera vorrei portarti a cena.”

Lei incrociò il suo guardo prima di sollevare la testa sorreggendola con la mano. “A cena fuori?”

“Sì, un bel ristorante per una bella signora. Vorrei vederti con un bel vestito e vorrei tenerti la mano per tutta la sera.”

Allison sorrise. “Sotto tutta la passione si nasconde un animo romantico allora.”

“Se avessi l’anima direi di sì” scherzò lui, ma nei suoi occhi si poteva leggere una lieve malinconia.

“Hey” mormorò la donna poggiandogli una mano sulla guancia. “L’animo umano è pieno di potere ma non sono del tutto certa che sia ciò che fa di qualcuno una persona. Ho visto esseri soprannaturali comportarsi più umanamente e decentemente di tanti esseri umani, Elijah. Come te per esempio… Non hai l’anima ma sei più compassionevole, appassionato e buono di tanti uomini.”

L’Originale si prese un attimo per perdersi negli occhi belli e lucidi di Allison. Quello sguardo era pieno di ombre, colpa di un passato piuttosto ingombrante, un passato che gli aveva raccontato con molta tristezza. “Sei bellissima sai?”

“Più di tutte le donne che hai incrociato nel corso dei secoli?” la donna rise.

“Sì” ammise lui serio. “sì, molto di più.”

 

 

 

Con un gesto lento Allison si alzò dal letto e si sistemò il vestito, indossò nuovamente le scarpe e poi finalmente si voltò a guardare Elijah.

Si accorse, mentre lo faceva, che aveva evitato di farlo prima per paura di leggere qualcosa di terribile dentro il suo sguardo. E per terribile intendeva un’espressione che sapeva di addio o peggio ancora di pentimento.

Per lei era stato bello ed intenso e pieno di amore… ma non sapeva esattamente cosa fosse stato per lui.

Quella situazione era dannatamente complicata, tanto complicata che a volte sperava di poter tornare indietro a sei mesi prima, quando quella pallottola le aveva trafitto il fianco costringendola a chiedere aiuto.

Sarebbe stato meglio andare in ospedale, quantomeno si sarebbe risparmiata un sacco di complicazioni.

L’amore fa schifo le aveva detto una volta una ragazzina che aveva incontrato, in lacrime, al reparto surgelati di un supermercato, quando le aveva chiesto se stesse bene.

Allison aveva sorriso dandole una carezza gentile sui capelli, poi le aveva offerto un gelato e qualche consiglio; mai annullarsi per un uomo, mai piangere per lui perché nessuno merita le tue lacrime, neppure la persona che ami o credi di amare.

Eppure lei in quel momento, mentre piegava entrambe le braccia alla disperata ricerca della zip del suo vestito, aveva tanta voglia di piangere. C’era silenzio nella stanza e lei si sentì terribilmente in imbarazzo, senza sapere neppure esattamente perché.

“Faccio io” Elijah si spostò dietro di lei, alzò piano la zip, poi le posò un bacio sulla parte di collo lasciata libera dai capelli. “Stai bene?” le chiese incontrando il suo sguardo spezzato nel riflesso dello specchio di fronte a loro.

Allison abbassò gli occhi, mordicchiandosi il labbro nel tentativo di riprendere il controllo. Però, anche se voleva annuire, si ritrovò a scuotere prudentemente il capo. “Non lo so” gli rispose guardandosi le mani. “In questo momento un sacco di domande mi gironzolano in testa.”

“Chiedi pure” le disse lui facendola girare, baciandole entrambe le mani, una alla volta.

“Meglio di no” Allison si liberò da quella presa delicata ma decisa. “Non sono sicura che le risposte mi piacerebbero” disse sincera. “La cerimonia sarà finita a quest’ora. Meglio andare di sotto.”

“Hey” l’Originale la afferrò piano per un braccio e la tirò verso di sé. “Non è stato un capriccio e nemmeno un ripiego, se è quello che stai pensando.”

“Ma non è stato neppure amore, non per te almeno. Ecco a cosa stavo pensando.”

Si liberò di nuovo dalla presa, ma stavolta Elijah la lasciò andare. Anche se lo fece con un nodo in gola.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison era seduta in un angolo a bere vino, persa nei suoi pensieri; una mano stretta intorno al bicchiere, l’altra stretta intorno al ciondolo che portava sempre al collo.

Klaus aveva visto le occhiate che suo fratello le aveva lanciato, il suo viso triste, esattamente come quello della cacciatrice. Pensò che quel bel viso corredato di fossette gli piaceva di più quando sorrideva.

“Elijah mi ha vietato di uccidere e intimorire la gente…” le disse avvicinandosi. “Mi sto annoiando a morte. Ti va di ballare?”

Sperava di farla ridere ma lei annuì senza cambiare espressione e si alzò lasciando la presa sulla sua collana e poggiando il bicchiere di vino sul tavolo lì vicino.

L’Ibrido la condusse sulla pista da ballo e le fece fare una giravolta prima di stringerla con delicatezza iniziando a dondolare a ritmo di musica.

“Cosa ti turba?” le chiese.

“Perché pensi che qualcosa mi turbi?”

“Stavi stringendo la tua collanina” le fece notare Klaus. “Una volta mi hai detto che era di tua madre e che stringi il ciondolo ogni volta che sei turbata o confusa, quasi come se attraverso esso lei fosse capace di infonderti coraggio.”

Allison abbassò lo sguardo fino a fissare quella piccola A di oro bianco e diamanti che una volta, tanti anni prima, adornava il collo di sua madre. Poi abbozzò un sorriso e parlò senza alzare lo sguardo. “Non sono certa che stavolta abbia funzionato.”

L’Ibrido Originale si accorse, dal tono della sua voce, che stava per piangere. Gli occhi, colmi di lacrime quando li rialzò su di lui, glielo confermarono.

“Niente lacrime, guerriera le sussurrò accarezzandole il viso con il pollice. “Hai un sorriso troppo bello per permettere a quei lucciconi che minacciano di bagnarti il viso di oscurarlo.”

Lei sorrise, un bel sorriso luminoso, e fece un grosso respiro per riprendere il controllo. “Diventare padre ti ha davvero cambiato” gli disse piegando poco il capo.

“Forse” Klaus piegò le labbra in una specie di smorfia. “Ma non dirlo a nessuno. Ho una reputazione da mantenere.”

“Sarà il nostro piccolo segreto” Allison rise mentre la musica finiva. “Grazie, Klaus.”

Per tutta risposta lui le strizzò l’occhio prima di allontanarsi.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Non riesci a dormire?” Klaus fu sorpreso di vedere Elijah scendere giù per le scale a notte fonda. “Vuoi unirti a me per un bicchierino della staffa?”

Elijah scosse il capo, ma si poggiò di spalle al mobile bar e sospirò. “Credo di aver bevuto abbastanza per oggi” gli disse. “Ma ho bisogno di chiederti una cosa e ho bisogno che tu sia completamente onesto con me.”

“Parla pure fratello.”

“Ti ho visto ballare con Allison prima. Il modo in cui la guardavi, il modo in cui danzavate…”

“Fermati ti prego” Klaus scoppiò a ridere, interrompendo le parole del fratello. “Se stai per chiedermi quello che penso, hai ragione; hai davvero bevuto troppo Elijah.”

Il maggiore dei Mikaelson sospirò di nuovo. “Puoi biasimarmi per averlo pensato? Lei è…”

“Bella da togliere il fiato” concluse Klaus per lui. “Ed è una delle pochissime persone al mondo a cui affiderei la mia vita senza pensarci un secondo. L’unica persona che sa sputarmi in faccia la cruda verità senza farmi venire voglia di ucciderla” si fermò e abbozzò un sorriso. “Ma non provo niente di più che amicizia e affetto per lei.”

Elijah scosse il capo sentendosi incredibilmente stupido. “È stata una domanda stupida.”

“Lo è stata.” Klaus gli diede una pacca sulla spalla alzandosi. “Ma mentirei se ti dicessi che non mi fa piacere vederti geloso. Era decisamente ora che qualcuno ti scuotesse un po’. Buonanotte, Elijah.”

L’altro rimase da solo, scosso.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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