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Autore: Frapuz    15/03/2016    1 recensioni
"E se...?"
A volte le cose peggiori accadono a causa di un uomo buono.
In questa storia leggerete di come Jemma Simmons dovrà proteggere il mondo dallo spettro dello SHIELD e del suo ex-Direttore, Philips J. Coulson; il conflitto è destinato a degenerare, coinvolgendo forze che sarebbero dovute rimanere in disparte.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jemma Simmons, Lance Hunter, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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L'aquila e il serpente
Capitolo I: L'Aquila e il Serpente

"...centinaia i feriti, continua la conta delle vittime..."
"...i primi rapporti indicano alti livelli di radioattività nell'area, ma gli esperti assicurano che non ci siano pericoli immediati di contaminazione..."
"...tra gli edifici coinvolti anche un tempio buddhista e una scuola di formazione per aspiranti cuochi..."
"...il governo ha difficoltà nel contenere il panico dilagante per le strade, mentre si riunisce il consiglio dell'Onu..."
"...ancora non si hanno conferme né rivendicazioni dai possibili esecutori dell'attentato..."
"...come potete vedere, gli edifici circostanti il palazzo della T.SUN, nota banca già nell'occhio del ciclone per lo scandalo delle infiltrazioni mafiose nell'intero sistema bancario orientale, sono rimasti quasi del tutto indenni..."
"...quale sia effettivamente- un attimo di attenzione, abbiamo un comunicato scioccante: pare che tra i cadaveri recuperati sia stato identificato Gideon Malick, noto uomo d'affari e di politica, già membro del Consiglio Mondiale ai tempi dei fatti di New York, poi ritenuto parte dell'organizzazione criminale Hydra, e scomparso oltre un anno e mezzo fa..."
"...si mormora che i servizi segreti di Pechino abbiano rimosso alcuni dei corpi..."
"Basta così. Spegni."
Simmons pareva seriamente preoccupata nell'osservare le decine di schermi. Immagini vorticose di un edificio semi-distrutto, in fumo, persone per strada, confuse, centinaia di uomini in uniforme cercare di contenere il panico.
Il proiettore si spense, facendo sprofondare nel buio la piccola stanza. Un interruttore scattò, una lampada al neon lampeggiò un momento, abbagliando i presenti, prima di gettare la sua debole luce biancastra.
"Abbiamo qualcuno laggiù?"
"Un giornalista, una decina di volontari, un pompiere, più tre aggiuntivi nel governo locale."
"Sono più di quelli che credevamo… Fatemi sapere appena avete una conta dei civili coinvolti."
Simmons si massaggiò il setto nasale e le tempie: la nausea e le vertigini la stavano assalendo.
"E chiamatemi non appena Lance ci contatta."
"Sì, certo."
Nick la accompagnò fuori dalla stanza, poi rientrò. Lana, Gordon, Karl e Claudia parlavano sottovoce tra loro. Quando si accorsero che Nick era tornato, si zittirono.
"Voglio che sappiate tutti, che non è così che operiamo. Questa è stata una misura eccezionale per una situazione eccezionale. " Sospirò. "So che possiamo sembrare peggio di coloro che stiamo combattendo, a scendere a tali compromessi, anche se solo una volta." Si sedette pesantemente. "Sono...decisioni difficili..."
"È tutto a posto, Nick."
Il ragazzo guardò sorpreso Lana. Si riscosse, sedette eretto, prese un bottiglietta d'acqua e sbottò: "No, non è tutto a posto." Bevve lentamente. "Per nulla. Quello che è successo stanotte non si deve ripetere. Mai più. Non siamo qui a progettare attentati. Siamo qui per proteggere quelle stesse persone che ora sono sotto stato d'emergenza, a vivere nella paura che qualcosa del genere possa accadere di nuovo da un momento all'altro. Noi sappiamo perché abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, ma loro no. E non se lo meritano." Bevve ancora. "Non è per nulla a posto, cazzo."
I quattro sedevano ora scomodamente sulle loro sedie, visibilmente a disagio.
"Ne riparleremo domani. Promettetemi una cosa però: nonostante tutto quello che succederà, quello che faremo e quello che diremo in questa stanza, non smettete mai e poi mai, promettetemelo, di porvi delle domande. Chiedetevi continuamente se tutto questo sia giusto, o il modo migliore per farlo. Continuamente. Il giorno in cui non avrete più dubbi sarà il giorno in cui tornerete alle vostre vite. Buonanotte."

Jemma Simmons apparve il giorno dopo, ristorata, nella stessa stanza, agli stessi cinque della sera precedente. Con molta calma prese posto su una delle varie sedie sparse in giro, stringendo una tazza di tè con entrambe le mani. Gli altri la fissavano, in silenzio, aspettando qualcosa, qualsiasi cosa. Jemma si alzò di nuovo, posò la tazza su un angolo del tavolo luminoso e disse piano: "Forza, al lavoro."
La stanza prese vita, il proiettore cominciò a ronzare, i vari schermi su pareti e PC portatili si illuminarono, furono estratte matite e blocchi degli appunti.
"Dei partecipanti all'incontro non è sopravvissuto nessuno. Conosciamo il nome delle otto guardie all'ingresso, sette sono fuggiti, ma li abbiamo sotto il radar. Uno è stato catturato dalle forze di sicurezza e portato in centrale per un interrogatorio."
"Il numero delle vittime ufficiali sembra stabile a 458. Pensiamo che il numero crescerà ancora, ma non oltre i 480."
"Contando Malick, i quattro boss, l'incaricato di Hammer e l'Ambasciatore, più i loro uomini, restano fuori dal conto 55 persone, che riteniamo possano non essere tutti civili."
"Nessun edificio circostante riporta danni strutturali; non ci sono stati vittime né feriti al di fuori del perimetro stabilito."
"Pechino è parecchio interessata all'evento, ha cominciato a far domande, nonostante le difficili relazioni con il governo."
"Anche Russia e investigatori NATO sono stati visti sul sito."
"Nessuno sembra essere in grado di stabilire la natura dell'arma usata."
"Il Presidente ha contattato lo SHIELD. Non era per niente felice."
Simmons sospirò.
"Ben fatto. Lance è ancora nell'ombra?"
"Abbiamo la sua posizione approssimativa, ma ha disattivato i suoi sistemi."
"Volontariamente?"
"Sì. I codici corrispondono."
"Bene. Karl, tieni un orecchio a terra, dobbiamo intercettarlo il prima possibile."
"Certo."
"Lana, Nick, continuate a monitorare la situazione a Taiwan, appena possibile mandate degli uomini sul campo. Fornite loro delle autorizzazioni per la stampa."
"Sarà fatto."
"Gordon, tu verrai con me in laboratorio, fammi vedere i nuovi giocattoli. Claudia, voglio che tu prepari una squadra, abbiamo preso contatto con un vecchio amico. Ti mando i dettagli sul tuo cellulare."
"Un vecchio amico? Lo conosco?"
"Molto più... vecchio. Ma non so se ci possiamo fidare, per cui, occhio."
"Mi piacciono queste cose."
Claudia lasciò la stanza di corsa, saltellando come una ragazzina.
"Quella ragazza è strana."
"Quella ragazza è la nostra migliore spia, e fidati, non esistono brave spie normali."
Nick sbuffò: "Questo è sicuro."
Simmons sorrise: "Lo so che ti piace."
Il ragazzo arrossì: "Beccato."
"Non ti preoccupare, ci ho fatto dei pensierini anch'io."
Nick era ora paonazzo. Le voltò le spalle e si curvò sui suoi appunti.
"Ricordami di non mandarti mai sul campo, leggerebbero le tue intenzioni a metri di distanza."
Simmons chiuse la porta proprio mentre una biro volava attraverso la stanza.

“La polvere di cristalli non può essere replicata, ma abbiamo trovate alcune altre applicazioni molto pratiche, e che usano un quantità risibile di polvere blu."
Gordon prese in mano uno strumento allungato, non più lungo del suo pollice, dotato di una piccola valvola ad un'estremità e un interruttore a metà della sua lunghezza. Lo soppesò, poi lo passò a Jemma.
"L’ultima volta era parecchio più ingombrante, incredibile."
"Sì. Soprattutto perché non solo è più piccolo, ma è anche migliorato. Stavamo cercando un modo di comprimere il diffusore magnetico per farlo passare da queste dimensioni", e indicò un cubo di metallo di dieci centimetri di lato, "a queste dimensioni", disse prendendo in mano quello che pareva essere un minuscolo led, "per cui abbiamo cominciato a togliere e unificare i vari circuiti, quando mi sono accorto che bastava semplicemente toglierlo, e far fare il lavoro di contenimento al compressore stesso, bypassando circa una buona metà di tutti i collegamenti interni e dimezzando il bisogno energetico."
"Non male."
"Non male no, direi. Ora, ci sono stati un paio di incidenti con un piccolo errore di calibratura. Gli effetti collaterali sono però talmente spettacolari che ho deciso di includerli nella versione finale. Se noti, qui sul bordo ci sono due piccoli avvallamenti. Premendoli contemporaneamente si scollega il ponte rettificatore, mandando in corto circuito il compressore."
"Molto bene. Ma ancora non mi hai detto cosa fa, di preciso."
"Oh sì, certo, scusa. Non lo so."
"Come?"
"Non lo so per certo. Non avendo tessuti su cui sperimentare la keratoxina, posso solo speculare sulla sua efficacia. I miei calcoli e le mie simulazioni a volte indicano che potrebbe provocare una recessione della componente mutata, a volte la potenzia del 300%, causandone la degenerazione. Altre volte solidifica temporaneamente i tessuti nervosi basati su concentrazioni anomale di potassio e azoto, concentrazioni che ho riscontrato in tutti i campioni che hai prelevato anni fa su..."
"Non va bene. Devo sapere cosa fanno, esattamente."
"Mi serviranno dei campioni. Vivi. Ma potrebbe rivelarsi poco meno di una vera e propria tortura."
"Ti porterò dei campioni. Appena Lance sarà tornato. Tu intanto continua le tue ricerche. Fammi sapere se ti serve altro. Mi raccomando, deve metterli fuori gioco, non ucciderli. Appena avrò una giornata libera ti prometto che la passeremo a lavorare insieme."
"Ok, bene. Ci proverò, Jemma."
"Grazie."

"Buongiorno Alex!"
"Oh, ma guarda un po' se non è il mio capo preferito! Cosa ci fai da queste parti, bella signorina?"
"Sto facendo un giro. Tutto a posto qua?"
"Non c'è male, non c'è male. Con il carico di due settimane fa per il momento siamo completamente in pari con la tabella di marcia."
"Speravo di portarmi un po' avanti, a dire il vero."
"Sì, beh, possiamo parlarne ancora. Temo che dovremo spostarci presto, o sbaglio."
"Purtroppo, non sbagli."
"Voglio dire, siamo qui già da mesi ormai, non vorremmo ricevere visite inopportune. E dover smontare una cambusa completa richiede troppo tempo e lavoro, capisci?"
"Sì, certo. Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa, va bene? Ah, che si mangia oggi?"
"Solo per te, capo, credo proprio di essere in grado di prepararti qualcosa di speciale, ma è una sorpresa! Quindi, sciò, via dalla mia cucina, devo creare!"
Jemma si allontanò con il sorriso in volto.
Tornò sui suoi passi, percorrendo lo stretto corridoio tra la mensa e i dormitori: aveva già bisogno di darsi una rinfrescata, dei vestiti profumati e la sensazione del sapone sul viso la facevano ragionare meglio. Stava per entrare nel bagno comune, quando sentì delle voci all'interno discutere animatamente, seppure sottovoce.
"...non sai com'era prima, è normale..."
"...sì ma non cambia nulla, hai visto i telegiornali? Siamo diventati dei fottuti terroristi, ecco cosa, cazzo."
"Non capisci: qui si tratta del male minore, anzi, peggio. Avresti preferito fare nulla e assistere all'ennesimo massacro?"
"Certo che no! Ma non così, non in mezzo ad una città, c'erano dei bambini! Ci deve essere un'altra strada, deve!"
"Non siamo Dio e non siamo stregoni, non ci basta agitare una mano per far sparire le persone. Ogni tanto si devono fare delle scelte. Lo sapevi bene quando hai accettato di venire con noi."
"Non ho idea di cosa pensassi quando ho accettato di venire qua. Semplicemente non voglio più stare qua, non se dovremo fare altre volte cose del genere. Ti rendi conto? Ho aiutato a piazzare quelle cariche! Sono una maledetta assassina!"
"Lo siamo tutti."
Le due donne sobbalzarono.
Jemma continuò: "Siamo tutti responsabili di quello che è successo, e io più di tutti. Non pensare che io non abbia rimorsi."
Entrò nel bagno e chiuse la porta dietro di sé. Si avvicinò al lavandino e aprì il rubinetto; non avevano acqua calda disponibile, per cui si sciacquò il viso con acqua gelata.
"Voglio che vieni con me, nella stanza operativa. Tutte e due, se volete. Là potrai scegliere cosa fare. Se vorrai ancora andartene, non ti intralceremo in alcun modo. Ti daremo un alibi, se vorrai, per tutto il tempo trascorso qui. Oppure potrai venderci a chi riterrai opportuno, a te la scelta."
Prese un asciugamano dal muro e si asciugò faccia e mani. Poi aprì la porta e fece segno di seguirla.
"Tu sei Mia, vero?"
"Sì. Squadra di infiltrazione."
"E tu sei Ehilen... aspetta, non dirmelo... meccanico?"
"Ingegnere."
"Giusto. Vi conoscevate già prima?"
"Sì, dai tempi del liceo. Ehilen mi ha invitata qui circa sei mesi fa."
"Io sono qui da poco prima, a dire il vero."
"Ditemi, perché avete accettato? Sapete che rischiamo abbastanza a fare tutto questo."
Mia si strinse nelle spalle.
"In realtà non mi interessava molto rischiare tutto, se potevo salvarne altre."
"Ieri notte però è cambiato tutto, vero?"
"Non... non lo so. Darei volentieri la mia vita per ognuno di voi ma..."
"Non sai se agiamo nel modo migliore. Sai, è una domanda che mi pongo tutti i giorni, e una cosa che ripeto a tutti: mai smettere di dubitare. Ma penso temo sia la mia formazione scientifica a parlare, più che il mio addestramento tattico."
"No, rispetto questo modo di pensare."
Simmons sorrise: "Allora spero di sciogliere i tuoi dubbi, perché abbiamo disperatamente bisogno di persone come te."

"Abbiamo dei dati definitivi" annunciò Lana.
"Ti prego, dimmi che sono buone notizie" rispose Jemma, speranzosa.
"Direi ottime. Venite qua."
Lana avviò la grafica; tutti e sei nella stanza presero parte attorno al tavolo olografico.
"I primi rapporti indicavano 458 vittime totali. Nick, passa alla prossima."
Sullo schermo apparvero decine di rapporti e fotografie.
"Incrociando tutti verbali dei soccorritori siamo riusciti a isolare decine di errori, arrivando ad un totale di 422 morti confermate."
Ehilen spalancò gli occhi: "Più di quattrocento? Quanti erano i nostri bersagli?"
"Centinaia. I nostri informatori hanno fatto un lavoro eccellente."
Lana aprì una simulazione: un modellino olografico del grattacielo comparve davanti a loro, ancora integro, slanciato, nuovo e luccicante in mezzo a palazzi ingrigiti e tozzi.
"Abbiamo confermato la presenza di, preparatevi: Gideon Malick, i suoi tre assistenti, 15 addetti alla sicurezza, 20 tra scienziati e operai. Altri 72 uomini avevano il chip di identificazione dell'Hydra; per tutto questo, ringraziate il nostro uomo nei soccorsi e, evidentemente, un'infiltrata all'obitorio, di cui non avevo idea."
Lana lanciò un'occhiata a Simmons, che le fece segno di proseguire con uno sguardo severo.
"Comunque, da quello che sappiamo, rappresentavano il 100% della rimanente forza Hydra, in cerca di una base dopo l’attacco subito tre settimane fa. I loro canali di comunicazioni sono rimasti silenziosi per la prima volta in due anni che li controllo.”
Lana prese fiato, sfogliò alcuni appunti e fece schioccare le articolazioni delle dita.
“Da qui in poi le cose si fanno incredibili. Nei piani colpiti, cioè dal 31° al 41°, erano alloggiati i cinesi. Tanti cinesi. Cioè, pensavo fosse un luogo comune, ma c'erano veramente troppe persone per soli dieci piani. Comunque. Secondo il database dell'ufficio di portineria, quei piani dovevano essere vuoti. Abbiamo trovato però tracce di movimenti enormi di denaro su conti esterni alla banca stessa, ma collegati ad essa. Nick è risalito fino all'origine, scoprendo che i versamenti sono stati fatti da alcune compagnie prestanome di base negli Stati Uniti; come in tutti i peggiori film d'azione, queste aziende sono in realtà la facciata con cui i gruppi mafiosi cinesi minori spostano denaro in tutto il mondo."
Lana prese bevve un sorso d'acqua.
"In pratica, abbiamo avuto la conferma assoluta che in quel palazzo a quell'ora, in quei piani, quattro boss cinesi si sono riuniti a discutere d'affari con l'Hydra. Facendo un rapido calcolo, gli uomini non presenti sugli elenchi ufficiali né segnati all'immigrazione erano circa 234. C’erano almeno 20 persone per piano."
Karl emise un fischio.
"Già, veramente tanti. Io e Nick abbiamo controllato almeno due volte ciascuno, con algoritmi diversi, sempre lo stesso risultato. Che fossero lì per quell'incontro o no, dobbiamo supporre fossero comunque degli affiliati, o dei criminali. Appena saranno disposti i cadaveri per il riconoscimento, potremo cercare eventuali tatuaggi; per il momento, non possiamo che considerare questi dati che altamente probabili. Per quanto riguarda i rimanenti 77 cadaveri, 17 erano al seguito dell’Ambasciatore. Per chi non lo sapesse, era il banchiere dei criminali, molto rispettato dalla malavita di tutto il mondo. Tra gli altri, uno era un rappresentante delle Hammer Industries, due erano suoi bodyguard personali; i restanti 10 sono stati rivendicati da due diverse società di sicurezza privata: in realtà, poco più che mercenari. Altri 43 erano impiegati di medio o alto livello della banca, tra cui il vice-presidente stesso: ora che sappiamo che la banca era immischiata in affari illeciti e associazioni criminali in tutto il mondo, crediamo sia il caso di eliminarli dalla lista dei civili."
"Questo vuol dire che..."
"Esatto. Quattro civili. Pensiamo di averli identificati. A breve faremo contatto con le famiglie, e manderemo qualcuno."
"Aspetta un attimo. Non ha senso."
Tutti si voltarono verso Mia.
Lei continuò: "Non ha per nulla senso. È crollato un palazzo e gli unici che abbiamo colpito sono solo i cattivi? Quali erano le probabilità?"
Nick si schiarì la gola: "Abbiamo scelto questo bersaglio dopo dieci mesi di appostamenti in tutto il mondo. Sapevamo chi avremmo colpito."
"In mezzo ad una metropoli!"
"In un palazzo isolato, privato, precluso al pubblico. C'erano dei rischi, è vero, ma abbiamo dovuto fidarci dei nostri dati."
"Dati... se anche solo uno fosse stato sbagliato, avremmo distrutto mezza città. Abbiamo rischiato la vita di migliaia di innocenti."
Simmons incrociò le braccia: "Forse dobbiamo mettere le cose in prospettiva. Lascia che ti spieghi. Lana, apri il registro. Cerca nella quarta categoria...ecco, terzo fascicolo."
Sullo schermo apparve un numero.
"Cosa significa?"
"Questo è il numero delle vittime causate dall'Hydra, dalla sua fondazione ad oggi. Se vuoi, potrei farti scorrere i nomi di tutte le vittime, uno per uno. Ma andremmo avanti per anni."
Jemma si appoggiò al tavolo. Tirò un sospiro, cercando le parole adatte: "In un mondo perfetto, Iron Man e i suoi amici avrebbero eliminato questa minaccia tempo fa. Molto tempo fa. Invece passano il proprio tempo a lottare tra di loro e coltivare il loro ego. Mentre il mondo si cullava in un falso senso di sicurezza, l'Hydra radunava eserciti sotto ogni bandiera, pronti a scatenare il caos da un momento all'altro. Per anni lo SHIELD ha tentato pateticamente di tagliare l'ultima testa del serpente, causando più dolore ancora. Tra l'aquila e il serpente, non era possibile scegliere."
Simmons si alzò e si appoggiò al muro dietro di lei, le mani dietro la schiena.
"Non ti chiedo di accettare quello che facciamo, o di non dubitare dei nostri metodi. Quello che ti chiedo è di fidarti della nostra volontà e della nostra intenzione. Ieri abbiamo finalmente troncato l'ultima testa. Se avessimo aspettato ancora, non sappiamo cosa sarebbe successo. Più uno si trova in difficoltà, più cerca di colpire con forza, o no? Non potevamo rischiare un'altra strage. Prima che... quando io e Lance siamo fuggiti, l'Hydra sembrava completamente distrutta. Doveva essere finita. E invece, sai bene cos'è successo. E mentre tutti parlano ancora dell'atomica di Manitowoc, nessuno parla dei rapimenti e degli arruolamenti in Sud America."
Fissando negli occhi Mia, aggiunse: "Per noi i danni collaterali non sono tollerabili. Non possiamo permetterci errori. Però dobbiamo anche accettare che possiamo farli, poiché siamo umani."
Tornando al tavolo, mormorò: "Non so, non sono brava con le parole, spero tu abbia capito."
La stanza piombò nel silenzio. Dopo qualche istante imbarazzato, Nick prese timidamente la parola: "Bene, ehm, per quanto riguarda i danni al quartiere, qui ci sono tutti dati: le prime stime indicano..."
L'incontro si prolungò ancora per qualche ora; Mia distolse raramente lo sguardo da Jemma.

   
 
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