Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: Ghrian    17/03/2016    2 recensioni
Carlotta è una semplicissima ragazza italiana, una come tante: studia, esce con delle amiche incredibilmente più pazze di lei...
Ma nell'università che frequenta stanno organizzando un tirocinio all'estero con un'altro indirizzo, completamente opposto al suo.
Si ritroverà catapultata in un altro mondo, a contatto con una cultura e abitudini enormemente differenti dalle sue e dovrà adattarsi a tutti i costi.
Aggiungiamoci due amici sclerati, lei che non è da meno e l'entrata in campo di dodici ragazzi... l'esplosione è alle porte, io lancio l'avvertimento!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Caaaarl are you ready?- sbraitò Kris dal mio salotto.

-Yeah, I'm coming!- urlai io in risposta direttamente dal bagno.

Mi stavo ancora finendo di truccare ma almeno ero vestita: indossavo dei jeans a vita molto alta e una maglia nera a maniche lunghe infilata all'interno. La particolarità della maglia era che teneva tutte le spalle scoperte e sebbene nella cultura coreana non era ben visto, decisi di non pensarci per una volta, in fondo andavo a casa di inglesi, mi era concesso di fregarmene dei coreani.

Scesi le scale velocemente, prendendo dei tronchetti neri piuttosto alti e nel frattempo mi feci una coda alta, trattenendo la mia chioma leonina.

Larissa sarebbe stata fiera di me. Dovevo ricordarmi di contattarla il prima possibile, mi mancava.

-Carl, ma cosa ti sei messa?- mi chiese Lay, guardandomi quasi strabico.

Tutti mi stavano fissando male e io nel frattempo facevo finta di nulla, infilandomi i miei tronchetti.

Nel passare accanto all'isola, presi la borsa e feci segno agli altri che era ora di avviarci, se non volevamo fare tardi il che non era contemplato a casa Jenni. Se eri in ritardo lei era capace di non farti entrare in casa. Quella donna era crudele con i ritardatari.

-Carl, davvero non dovresti indossare certe cose...- si intromise Suho, fermandomi per un braccio.

Io roteai gli occhi al cielo -Lo so che nella vostra cultura portare una maglia scollata significa essere paragonati ad una prostituta della peggior specie, ma andiamo a casa di inglesi e per una volta da quando sono qui voglio fare l'italiana.- risposi, cercando di non essere troppo dura ma allo stesso tempo cercando di far capire che niente e nessuno mi avrebbe tolto questa maglia. Anche perché mi sarei messa ad urlare.

-Va bene, in fondo non hai tutti i torti.- affermò Lay, facendomi l'occhiolino.

Scoppiai a ridere di gusto -Forza, andiamo altrimenti Jenni ci infilerà nel menù!-

Dodici scalmanati mi seguirono verso l'uscita e dovettero poi guidarmi verso la retta via. Non sapevo dove James abitasse, lui non si era mai degnato di rivelarmelo. Essere immondo.

-Ritornando al discorso di prima...- mi fermarono Sehun e Chen - Allora ti piacciono i videogiochi, eh? Ci divertiremo, oh se ci divertiremo.- dissero con voce satanica, strofinandosi i palmi delle mani.

-Lo sapete di essere imbarazzanti, vero?- domandai, scioccata da quella inquietante vista ma allo stesso tempo divertita.

-Certo, è la nostra qualità migliore.- si pavoneggiò Chen, facendo ridere Sehun e Baekhyun fino alle lacrime. Dovevo dire che erano davvero simpatici, sebbene la pulizia delle loro mutande non mi avesse fatto ben sperare. Ma non bisogna essere troppo scettici, in fondo si parla di maschi, si sa che sono una razza completamente a parte.

-La smettete di importunarla?- si intromise Kai, spintonando Chen che intanto aveva appoggiato un braccio intorno alle spalle di Baekhyun.

Io ancora non capisco il bisogno dei ragazzi coreani di abbracciarsi in continuazione. Era una cosa che avevo riscontrato ovunque: tra lo stesso sesso era normale tenersi per mano o abbracciarsi, addirittura alcuni ragazzi si toccavano le cosce a vicenda!

L'esatto contrario di ciò che succedeva in Occidente. In Italia due ragazzi visti in atteggiamenti affettuosi sarebbero stati additati come fidanzati mentre qui era una cosa normalissima.

-Non mi stanno importunando.- ridacchiai, mentre Sehun faceva le linguacce a Kai.

-Io non ne sarei così convinto, sai?- fece lui, prima di urlare -AISH, Sehun io ti uccido!- e rincorrerlo come un bambino per la strada. Una scena assurda.

Mentre li guardavo ridendo a crepapelle, Chanyeol si avvicinò, accostandosi a me. Io lo guardai di sbieco, ancora con il sorriso che aleggiava sul viso. Ero pronta ad un altro suo commentino sarcastico ma si limitò a sorridermi di rimando -Sai, io non ti odio. Semplicemente non capivo se eri una persona di cui ci si poteva fidare. Da quel che ho potuto vedere però, James ha fatto una bella scelta.- sussurrò piano, facendo attenzione a non farsi sentire da Suho e Luhan che parlottavano fra loro poco più avanti di noi.

Lo guardai stupita, spalancando completamente gli occhi e la bocca. Dovevo essere davvero buffa, perché lui mi scoppiò a ridere in faccia senza nessun pudore.

Mi riscossi velocemente e dopo avergli lanciato un'occhiata assassina, mi mossi, seguendo il resto del gruppo che nel frattempo era andato avanti non accorgendosi di noi.

Allungai il passo nel tentativo di raggiungerli e sentii Chanyeol che si affrettava a raggiungermi.

-Caaarl, Channie, sbrigatevi!- gridò D.O, fermandosi per aspettarci.

-Ci siamo.- dissi, non appena gli fummo accanto.

-Perfetto, perché siamo arrivati. Questa è la casa di James.- mi sorrise lui, indicandomi una villetta moderna sulla sinistra.

-Però, si tiene bene il signorino.- commentai ironica, facendo scoppiare l'ilarità dei ragazzi che mi circondavano.

Ma io non scherzavo affatto, al confronto la casa che mi aveva “affittato” era una topaia vera e propria.

Solo da fuori si vedeva la modernità che la caratterizzava: la parete esterna che stavamo tutti osservando era fatta completamente di vetro e dava una visione perfetta della serra che avevano allestito. La casa era circondata da un muretto piuttosto basso, composto da tante pietre colorate disposte una sull'altra, che si apriva in un bel cancello in ferro battuto.

Qui si vedeva il giardinetto curato, sebbene non fosse ampio ma compensavano con la riserva naturale di flora all'interno. Non mi sarei stupita di ritrovarmi un tigre del bengala che giocava con un bel gomitolo di lana sotto una palma.

La struttura si sviluppava in altezza, come la mia, ma era normale. A Seul non avevo ancora visto una sola casa abbastanza larga, ma in una metropoli era difficile.

Entrammo dal cancello e Xiumin bussò gentilmente alla porta che si spalancò in un nanosecondo.

-Finalmente siete arrivati! Su, entrate che fa freddo!- ululò una vocina sottile e che al solo suono aveva il potere di farmi sorridere.

I dodici anatroccoli sperduti non se lo fecero ripetere due volte, si fiondarono all'interno e si tolsero le scarpe mentre io rimasi in fondo alla fila aspettando il momento in cui Jenni si fosse accorta della mia presenza.

Una volta che l'ingresso si fu liberato dalle loro figure starnazzanti e disastrate, finalmente arrivò anche il mio turno di togliermi i miei tronchetti. Sinceramente ancora non capivo il perché dovessi togliermi sempre le scarpe quando entravo in casa d'altri. O nella mia, che è ancora peggio.

Voglio dire, una ragazza si fa del male indossando delle scarpe col tacco altresì chiamate “ strumenti di tortura” e poi deve toglierseli per tutta la serata? Ma allora cosa li mettiamo a fare?

Forse è per quello che le coreane indossano solo trampoli. Perché non soffrono il mal di piedi, in fondo devono sempre toglierle.

-CARLOTTA?- sbraitò Jenni, non appena mi vide sfilarmi le scarpe con una smorfia di disprezzo. La sua voce nel dire il mio nome, storpiato ovviamente, salì di qualche ottava. Probabilmente se ci fossero stati dei cani nelle vicinanze, avrebbero iniziato ad ululare felici.

-Jenni, ciao. E' bello rivederti.- sorrisi, lanciando le scarpe vicino a quelle di Kris, che erano delle vere e proprie barche.

Lei mi guardò male -Non ci vediamo da un anno e l'unica cosa che sai dirmi è questa schifezza? Vieni qui e abbracciami!- ribatté, stritolandomi in una morsa mortale.

-Mi stai soffocando! Sono troppo giovane per morire, Jenni!- sfiatai, cercando di respirare correttamente. Questa ragazza mi avrebbe ucciso prima o poi, lo sospettavo già da quando la incontrai la prima volta, ma ora ne avevo la certezza.

-Oh, scusa! E' che sono così felice di vederti.- riprese, lasciandomi andare ma conducendomi forzatamente in salotto, dove tutti si erano accomodati sugli enormi divani.

-Carl ce l'hai fatta, eh? Stavamo per segnalarti come dispersa.- mi riprese James, facendomi l'occhiolino.

-Dovresti rivedere il repertorio delle tue battute... sai iniziano ad essere scontate.- ghignai malvagia, ridendo della smorfia che si dipinse sul suo volto.

I ragazzi ci guardavano a bocca aperta, stavamo dando spettacolo. Jenni mi diede un colpetto sulla spalla e sinuosa si diresse in cucina, facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli neri.

Mi incamminai anch'io verso l'unica poltrona libera, ma di certo non sinuosamente come la coreana, sembravo più un criceto imbalsamato.

Accoccolata sulla mia poltrona, in una posizione del tutto poco consona alla situazione, dedicai la mia attenzione a James che faceva girare il vino all'interno di un grosso bicchiere di vetro.

Era sempre stato bello, aveva un anno in più di me ed è stato il mio primo amico in Inghilterra. Ma ora la sua bellezza era quasi spenta, i capelli color cioccolato erano sbiaditi e gli occhi azzurri così vivaci erano costantemente distratti. Cosa stava succedendo?

Non ero una grande osservatrice, la maggior parte delle volte bisognava darmi delle badilate in faccia perché mi accorgessi anche solo delle banalità, ma lui... era palese che non stesse bene.

Mentre lo guardavo fissare una macchia sul pavimento, Jenni tornò con un vassoio pieno di formaggi -Questi sono gli antipasti. Spero vi piacciano i formaggi di capra.-

-Oh, non siamo esigenti, non ti preoccupare.- sorrise Chanyeol, prendendone un pezzo.

-Ha ragione, mangiamo praticamente di tutto.- aggiunse Chen, rotolandosi sul tappeto. Mah, quel ragazzo sembrava più un cane troppo cresciuto.

-Jenni, ti posso dare una mano?- chiesi, prima che scomparisse in cucina.

Lei mi guardò stupita e gettò un'occhiata veloce a James, che continuava imperterrito a fissare il pavimento. Distolse subito lo sguardo e lo rivolse a me, incatenandomi nei suoi occhi scuri -Certo, ti ringrazio.-

Avevo capito, qualcosa non andava e lei non vedeva l'ora di parlarmene. 










NOTA: Saaaaaalve!

No, non sono morta... anche se devo ammettere che vi ero molto vicina.
Chiedo umilmente venia per il mio ASSURDO e MADORNALE ritardo, ma la scuola ha preso il sopravvento e non ho avuto più il tempo di andare avanti con la storia.
Pian piano sto riprendendo, con fatica, ma sto cercando di farmi venire le idee.

In ogni caso, spero vi piaccia questo capitolo e spero di sentirvi al prossimo!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: Ghrian