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Autore: Lelasuprema87    18/03/2016    1 recensioni
Era la prima volta da quando l'avevamo presa al Grady che sorrideva. Non era il suo solito sorriso ma era comunque qualcosa... qualcosa di bello.
E lei era così dannatamente bella.
Volevo baciarla, toccarla… E non dovevo pensare a Beth in quel modo, ma lei mi stava praticamente violentando il cervello.
[MOMENTANEAMENTE INTERROTTA]
[CAPITOLI IN REVISIONE !]
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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 Cap. 3 Lei mi ha fottuto.



Giunti alle porte di Alexandria, Aaron e uno dei suoi compagni ci invitavano a parlare con una certa Deanna, era lei che ci avrebbe spiegato come funzionavano le cose lì in quel posto.
Mentre Rick stava andando per incontrarla, ci fecero radunare tutti in una specie di cortile, dovevamo consegnargli le nostre armi se volevamo rimanere, ci dissero che lì non servivano.
Aaron ci diede a disposizione un paio di case per il nostro gruppo, due case intere c’erano tutti i confort che non pensavamo più di poter avere. Nell’attesa di incontrare Deanna ho girato un po’ per il “quartiere”. Le case sembravano ben protette, circondate da forti e alte mura, vidi qualcuno che sembrava amichevole, ma non ero interessato, feci finta di non vederli. Quando arrivai allo studio di Deanna, camminavo per la stanza guardandomi intorno. Pensavo solo a Beth, lei meritava di vivere in un posto sicuro, e sinceramente non avevo nulla da dirle. Volevo solo la sicurezza di Beth, del giovane Carl e la piccola Judith.

Finito l’incontro con Deanna, mi accingo verso le case, vidi Beth, era seduta sulla scale del portico, stava parlando con padre Gabriel.
Rimasi sorpreso. La ragazza che volevo disperatamente capire, stava parlando con lui. Perché aveva alzato quel dannato muro con me?
Il prete notandomi salutò Beth che accorgendosi di me, mi guardò. 
<< Buona giornata Daryl, che Dio sia con te >> Mi disse il prete sorridendomi, passandomi accanto. 
<< Se se >> mugugnai scortese raggiungendo Beth.
<< Ti confidi con lui adesso? >> le chiesi quasi con un grugnito guardando il prete allontanarsi.
<< È un prete... ascoltano >> mi disse freddamente. Non mi aspettavo questa sua reazione. Ci fu un attimo di silenzio, non so se non voleva parlarmi o cercava di farmi cambiare discorso. Poi riprese come se mi stava facendo un favore.
<< Hai fatto l'intervista con quella? >> mi chiese cambiando discorso. 
<< Si, è durata poco... non avevo molto da dire >> scrollai le spalle.
Con i suoi silenzi era diventato molto difficile parlare con lei.
<< Che ne pensi di questo posto? >> le chiesi con una smorfia guardandomi intorno. Mentre parlavamo, notai due coglioni, avevano cambiato la zona da controllare, si erano avvicinati molto di più rispetto a questa mattina. Cercavano di scrutare Beth in lontananza.
Mi stava dando inspiegabilmente fastidio. Beth si accorse degli sguardi rivolti su di lei. La vidi irrigidirsi.
<< Hai già visto le case? >> dissi cercando la sua attenzione, lei scosse la testa e mettendole una mano sulla schiena l'allontanai dalla visuale di quei due.  
Entrammo all'interno di una delle case, era enorme. Ci guardammo intorno, un salone, una cucina, uno studio, tre bagni, cinque camere da letto.
<< Va a farti una doccia >> suggerì a Beth che si trovava alle mie spalle. 
<< Tu... rimani qui? >> mi disse con timore. Mi voltai verso di lei.
<< Non vado da nessuna parte >> risposi con tono fermo, capì che non voleva rimanere sola in quella casa. Beth annui e mi guardò con gratitudine. La vidi salire le scale e mi accomodai sul divano.
Il tempo che lei passò di sopra sembrava interminabile, sentii dei passi prima di rivederla nel salone. Aveva un’aria diversa, sembrava più rilassata, indossava abiti puliti, una magliettina beige che gli cadeva sui fianchi, quei fianchi che fino ad allora non notai, la maglietta faceva intravedere le linee sinuose del suo corpo, quel corpo così gracile ma femminile nello steso tempo, e un semplice paio di jeans che sembravano essere disegnati per lei. Notavo delle goccioline d'acqua scendere sul suo viso, i capelli erano ancora bagnati. Senza rendermene conto la stavo fissando come ipnotizzato. Mentre si avvicinava, continuavo a fissarla, non riuscivo a farne a meno, non capivo il perché, ma era talmente bella, una bellezza innocente, mentre si sedeva accanto a me mi arrivò un nodo in gola. 
Lei si girò verso di me schioccando le dita, come per svegliarmi.
Mi sentii un coglione. A che cazzo stavo pensando?
<< Dovresti asciugarti quei capelli >> le dissi evitando di guardarla. 
<< Secondo te resteremo in questo posto? >> mi domandò con voce bassa.
Scossi le spalle. Iniziavo a sentirmi nervoso ad averla li seduta accanto, dopo averla guardata in quel modo, non capivo se era per l’imbarazzo che si era creato o perché ero invaso dal profumo fresco che emanava.
La guardai legarsi i lunghi capelli bagnati in una disordinata coda di cavallo, stava per dire qualcosa ma esitò mordendosi il labbro.  
<< Facciamo un giro ti va? >> le chiesi alzandomi dal divano, mi serviva aria. Lei annui.
Passeggiavamo silenziosamente tra le mura di Alexandria, senza una meta. Ad un certo punto ci si presentarono davanti a noi quei due coglioni che prima guardavano Beth. La mia faccia diventò seria. 
<< Ciao >> ci salutò cordiale uno di loro.
Non contraccambiai e notai Beth abbassare lo sguardo. 
<< Sono Aiden... e lui e Nicholas >> si presentò.
<< Daryl... >> dissi con un ringhio.
<< E tu come ti chiami? >> disse Nicholas rivolgendosi a Beth con un sorriso, avrei voluto spaccagli la faccia. La guardai, teneva ancora lo sguardo basso, come se avesse paura.
<< Beth... Il suo nome è Beth >> dissi io seccato. Quei due ci guardarono sbigottiti. 
<< State insieme? >> mi chiese Aiden.  Quella sua affermazione mi provocò un sussulto. 
<< Non sono affari vostri >> tagliai corto. 
<< Non volevamo essere invadenti... solo che qui, ad Alexandria, non ci sono ragazze carine... volevamo solo fare amicizia >> disse Nicholas guardando Beth.
Li avrei ammazzati entrambi in quel preciso istante. Non dovevano avvicinarsi a lei nemmeno con il pensiero.
<< Andiamo >> dissi ignorando quei due coglioni, allontanandoci per tornare verso le “nostre” case. 
<< Grazie >> mi disse lei guardando in basso.
<< Non permetterò a nessuno di farti del male >> dissi con disagio senza guardarla.
<< Lo so >> mi rispose tutto d'un fiato. 
Rimanemmo in silenzio, glie ne fui grato.
 

***


Ci eravamo tutti radunati in una delle case per riposare. Rick ci stava rassicurando e ci suggerì di dormire per il momento tutti insieme nella stessa casa, era la decisione migliore, ma mentre parlavamo all’improvviso entrò Deanna, ci disse che aveva un lavoro per ognuno di noi, un modo per aiutarci l’un l’altro. Aveva un lavoro per tutti tranne che per me, il mio essere così silente non l’aveva aiutata. Ma a me non fregava un cazzo.
Ci sparpagliammo coi nostri sacchi a pelo nel grande soggiorno, mi misi vicino alla finestra.
<< Posso dormire vicino a te? >> mi chiese Beth timidamente, teneva tra le mani un sacco a pelo. Annuii facendole spazio per sistemarsi. 
<< Mi sento al sicuro se ci sei tu accanto a me >> ammise sdraiandosi. 
<< Non sono poi così bravo a proteggerti >> dissi alzando le sopracciglia. Lei sembrò capire cosa intendevo.
<< Non è stata colpa tua >> disse guardando il soffitto. La guardai cominciando a mordermi l'interno del labbro.
<< So ascoltare >> le dissi rompendo il silenzio.
<< Eh? >>
<< Si... se vuoi parlare della merda che ti è successa >> Guardai anche io il soffitto.
<< Non ho raccontato nulla a padre Gabriel >> sospirò << Ho solo...  volevo solo capire... se potevo credere ancora in Dio >> disse con tono talmente triste che mi si strinse il cuore.
Non sapevo che dirle. Io non avevo mai creduto che ci fosse un Dio... ma lei... lei aveva sempre creduto, proprio come suo padre.  
<< Buonanotte Daryl >> Capii che non voleva continuare a parlare. Sospirai.
<< Buonanotte >> la guardai finché non si addormentò.


***


Ero seduto sugli scalini del portico, pulivo la mia balestra, quando vidi Beth avvicinarsi.  
<< Ciao >> mi salutò con un sorriso. Rimasi sorpreso nel vederla così.
<< Ciao >>  le risposi con un cenno della testa.
<< Stavo pensando che mi piacerebbe ancora imparare a usare la tua balestra  >> 
<< Sei sicura? >> chiesi continuando a rimanere sorpreso del suo cambiamento di umore, sembrava la vecchia Beth. Lei annuì.
<< D’accordo >>  dissi alzandomi << Andiamo >>.
Uscimmo da quelle mura, vedevo Beth “viva” , dentro di me ne fui grato. Ci inoltrammo nei fitti boschi, di tanto in tanto mi voltavo per assicurarmi che mi venisse dietro. Lei mi seguiva silenziosamente sorridendomi ogni volta che la guardavo provocando in me turbamenti inaspettati. Sembrava felice. Vedemmo sul terreno delle tracce di animali.
<< Sembrano impronte di cervo >>  affermò Beth .
<< Ottimo Greene >>  le dissi compiaciuto. 
Proseguimmo silenziosamente alla ricerca dell’animale camminando ancora tra i cespugli. 
All’improvviso vedemmo il cervo, lo indicai a Beth facendo un segno di fare silenzio. Ci nascondemmo tra i cespugli e le passai balestra. Vedo lei al mio fianco prendere la mira mettendosi in posizione, ma lei inciampò su una radice cadendomi addosso, caddi sul suolo come un coglione, con il suo corpo sopra il mio. Il cervo ci sentì cadere e scappò. 
Eravamo vicini, fottutamente vicini, il suo viso ad un palmo dal mio, la guardai ridere, trattenni un sorriso. Mi mancava quel suono. Era come sentire un angelo. 
Lei si fece seria guardando intensamente i miei occhi, i suoi occhi grandi azzurri come il mare mi penetrarono. Rimasi imbambolato come un coglione. Beth con la sua mano mi scostò una ciocca di capelli che mi copriva il viso.
<< Sei così buono con me Daryl Dixon >> mi sussurrò all'orecchio. Deglutì. 
Avrei dovuto respingerla, dovevo allontanarla da me, ma non lo feci, rimasi lì, immobile a fissare le sue labbra, le sue bellissime e dannate labbra.  
Ero fottuto... mi aveva fottuto.
Era come se il mio cervello non riuscisse più a controllare il mio corpo e senza rendermene conto con un dito sfiorai le sue labbra. Al contatto lei chiuse gli occhi e la baciai. 
Cazzo, la stavo baciando. 
Sapeva di buono Beth Greene. Sorrise, quel suo maledetto sorriso mi invase. Non avevo mai pensato a lei in quel modo. Durò un istante, ma in quell'istante era riuscita a cancellare tutto il marcio dentro me. Mi aveva fottuto. Lei staccò le sue labbra dalle mie. 
<< Mi dispiace >> mi disse con voce tremante guardandomi incupirsi, non capii. Guardai confuso il suo viso ancora vicino al mio, stava diventando pallida e i suoi occhi erano nuovamente spenti. Ebbi un brivido di terrore lungo la schiena. 
Sentii come uno strano calore sul mio petto, la mia camicia era impregnata di sangue, so che non era il mio. Mi paralizzai.  
<< Che cazzo hai fatto? >> le dissi incredulo, spaventato. Alla vista del suo polso ricoperto di sangue, il mio cuore si fermò.  
Lei affondò la sua testa nell' incavo del mio collo, aveva perso i sensi e il suo corpo stava diventando freddo. 
Merda.
Dovevo alzarmi, dovevo prenderla in braccio, dovevo soccorrerla portarla ad Alexandria, questa volta dovevo salvarla. Ma il mio corpo non reagiva, era immobile sotto al corpo sempre più freddo di Beth. Stava morendo.
<< Beth! >> le urlai con terrore, ma lei non rispondeva. Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo il suo nome, ancora, ancora e ancora...
 

Mi svegliai di soprassalto ansimando, ero madido di sudore. Mi guardai intorno disorientato, era buio e tutti dormivano nei loro sacchi a pelo, cercai con lo sguardo Beth. Stava dormendo accanto a me. Feci un sospiro di sollievo, era un maledetto incubo. 
Che cazzo di sogno.
Ancora stravolto mi giravo e rigiravo provando a dormire, ma niente. Mi arresi. Mi alzai avvicinandomi alla porta, uscii. Dormire ormai era impossibile.
Mi sedetti sotto al portico accanto alla porta e mi accesi una sigaretta, l'immagine di Beth morta era ancora vivida nella mia mente. Non riuscivo a non pensare al sogno, al suo sorriso, al suo bacio. Quel cazzo di bacio. Buttai fuori il fumo e nervosamente cominciai a sbattere un pugno sulle doghe, ripetutamente.
Sentì la porta aprirsi e vidi Rick, mi guardò sorpreso nel trovarmi li, si avvicinò a me appoggiandosi al parapetto. Io pensavo sempre a Beth, e a quel fottuto sogno. 
<< Neanche tu riesci dormire? >> mi chiese.
<< Mmhmmh >> risposi lanciando la sigaretta lontano. 
<< Va tutto bene? >> 
<< Mmhmmh >> 
<< Come sta Beth? >> mi chiese, sembrava volermi far parlare.  
<< Perché lo chiedi a me? >> senza rendermene conto risposi scocciato. Lui scrollò le spalle.
<< Ho visto che vi siete avvicinati parecchio >>
<< Siamo solo amici >> dissi tutto d'un fiato come a voler bloccare qualunque tipo di sua insinuazione. 
<< Era quello che intendevo, ecco perché te lo sto chiedendo >> mi rispose tranquillamente. 
<< Sta meglio... credo >> feci una smorfia. Mi tornò in mente Beth e il suo polso sanguinante. 
<< Col tempo tornerà quella di prima >> cercò di rassicurarmi mettendomi una mano sulla spalla.
<< Mmhmmh >> 
<< Vado a fare un giro, non mi sento tranquillo... Va a dormire >> mi disse allontanandosi, capii che non avevo voglia di parlare. Gli annuii senza guardarlo. 
No, non credo che riuscirò più a dormire per questa notte. Mi accesi un'altra sigaretta.
Dopo quel maledetto sogno avevo passato la notte a pensare e a imprecare. Perché quel sogno. 


***


Col il sorgere dell’alba mi alzai, avevo le gambe intorpidite, e mi diressi alla porta, stavo per entrare ma mi trovai davanti Beth.
<< Stavo venendo a cercarti >> mi disse, le annuii senza guardala. Sentivo in suo sguardo su di me, ma non riuscivo a guardarla.
<< Vieni dentro? >> 
<< Se ti sposti dalla porta, magari riesco ad entrare >> le dissi in malo modo questa volta guardandola. Non disse nulla ma notai la delusione nei suoi occhi. Ferirla era l'ultima cosa che volevo, soprattutto vista la sua fragilità. Mi sentii una merda.
Dispiaciuto stavo per dire qualcosa ma lei si spostò dandomi modo di entrare in casa, e silenziosamente mi unii a gli altri. 
La ignorai per tutto il tempo, nonostante lei mi fissasse. Non avrei voluto evitarla, ma guardarla o parlarle mi faceva tornare alla mente la Beth del sogno, il bacio che mi aveva stordito, e la sua morte… che mi aveva devastato. 
Passai il resto della giornata lontano da lei,  avevo bisogno di pensare... di capire.
Pensai che anche per me era giunto il momento di farmi una doccia, pensai a Carol che si propose come una mamma di lavarmi i vestiti. Dopo tutti quei zombi sterminati, il malumore di Beth, e quel maledetto sogno, la cosa migliore da fare era una doccia fredda, poteva darmi un po’ di pace e togliermi dalla testa quei pensieri. Non fu così. Mi tornò alla mente quel giorno che lei aveva suonato per me. Vorrei solo rivederla serena come lo era lì, in quella dannata casa. Mi tormentavo, pensando a quelle dannate labbra, non avevo mai pensato a Beth in quel modo e non volevo farlo… non dovevo…
Davanti ai cancelli di Alexandria vidi Glenn discutere con Aiden, non sapevo bene cosa fosse successo. Aiden diceva che Glenn aveva dei problemi per come facevano delle cose. Glenn gli diede un pugno dritto sul naso, Nicholas subito intervenne per difendere il suo amico. Istintivamente mi fiondai su di lui, bloccandolo a terra, era la scusa giusta per pestarlo per bene, volevo strangolare Nicholas, solo per il modo in cui guardava Beth. Solo grazie a Rick che ci ha divisi che è ancora vivo. Ero fuori di me. Deanna sembrava l’unica che era calma ed imparziale, era lì, parlava ma non l’ascoltavo, ero acceso dalla rabbia. Presi la mia balestra e me ne andai. In quello stesso giorno Deanna decise il “lavoro” per Rick e Michonne, erano agenti di quartiere, rivedere Rick con la divisa mi ha fatto pensare che era diventato di nuovo uno sbirro. Ci disse anche che Alexandria era tranquilla e potevamo dormire separati.
Io non riuscivi a smettere di pensare a Beth, l‘avrei fatta dormire accanto a me per continuare a proteggerla.


***

Per questa notte avremo dormito ancora tutti insieme, vedevo Beth ma non era accanto a me. Non riuscivo a togliermi il sogno dalla mente. Aspettai che si addormentasse prima di decidermi anche io a provare a dormire.
Vennero le prime luci dell’alba, qualcosa mi svegliò, il mio sesto senso non aveva sbagliato, Beth non era più nel suo giaciglio. Non era in casa. Uscii di fretta vedevo gli altri ancora dormire. La dovevo trovare. Ero preoccupato. Lei che aveva addirittura paura di essere guardata dagli sconosciuti, non se ne sarebbe mai andata in girò in quel luogo da sola. Che aveva in mente?
Mi sentivo come un fottuto babysitter e questo mi faceva incazzare. Avevo perso la testa.
La cercai per tutta Alexandria, alla clinica medica, all'armeria, per quelle strade, era come scomparsa. Poi mi venne il dubbio, se fosse uscita fuori dalle mura?  
Stupida, stupida ragazzina.


Ero nei boschi, cercavo delle tracce, qualunque cosa potesse condurmi a lei. Dopo aver camminato per un po’ in mezzo ai cespugli, vidi a terra il corpo di un vagante, era stato eliminato con una coltellata, doveva essere stata Beth. Continuai a cercarla lì nel bosco con la mia balestra a portata di mano. Sentii un forte odore di putrefazione avvicinarsi, mi voltai di scatto, dietro di me tre vaganti. Colpii il primo con una freccia, il secondo lo trafissi prendendo la mira con un’altra freccia, il terzo che si trovava molto vicino gli trafissi la testa con un pugnale. Il suo sangue sgorgava a fiotti. Sentì dei versi molto vicini, mi voltai, ce n’era uno che stava per mordermi ma riuscii ad eliminalo facendogli trapassare il cranio spingendolo verso un ramo, c'era mancato davvero poco.
Bel lavoro.
Raccolsi le frecce dal cranio dei cadaveri e continuai con la mia ricerca, esaminando nel dettaglio tutto quello che poteva portarmi a lei, impronte nel terreno, vaganti al suolo e del sangue. C 'era del sangue sull’erba, ebbi un brutto presentimento. Sbiancai.
Seguì ancora il percorso indicato dalle tracce, non so quanto tempo passai a correre in quei boschi, avevo il cuore in gola. 
Poi la trovai, era lì, seduta sotto un grande albero e un vagante che stava per morderla, e lei era lì impassibile, non stava provando nemmeno a difendersi.
Cercando di mantenere la calma lanciai una freccia con la mia balestra e lo colpii dritto in mezzo agli occhi. Lo zombie si accascio sopra a Beth. Corsi da lei levandole il cadavere di dosso e mi chinai per guardare il suo viso.
<< Stai bene?... Ti hanno morso? >> le chiesi in preda al panico, ma lei non mi rispose. Le tirai su il viso con dolcezza cercando di vederla.
<< Beth... Ti hanno morso? >> le ho ripetuto agitato. Lei allontanò in malo modo la mia mano dal suo mento e scosse la testa. 
<< Mi sono solo tagliata con dei rovi >> mi disse freddamente. Feci un sospiro di sollievo notando il taglio sul braccio, fortunatamente non era nulla di grave. Passata la preoccupazione mi ricordai che era scappata e che si stava facendo mordere gratuitamente da un vagante, volevo sapere che cosa era successo. Mi incazzai.
<< Che cazzo pensavi di fare! >> le urlai contro alzandomi in piedi. Si alzò anche lei, guardandomi con aria di sfida. Notai che faceva fatica a rimanere in piedi ma la ignorai, ero veramente troppo incazzato. 
<< Ti stavi facendo mordere senza reagire, se non ci fossi stato io, saresti morta!... e poi che diavolo ci fai qui! >> continuai a urlarle.
<< Che c’è, adesso mi riparli signor Dixon?! >> mi urlò.
<< Non cambiare discorso, rispondi alla mia domanda... cosa ci fai qua fuori! >> continuai a urlare, lei mi guardò con uno sguardo gelido, poi fece una faccia strana, si girò dandomi le spalle e cominciò a vomitare. 
Cazzo, avevo dimenticato che stava male. 
<< Ad Alexandria... non mi sento al sicuro… troppe persone che non conosciamo... ci ho provato... ma poi tu hai cominciato ad evitarmi >> mi disse debolmente rimanendo di spalle. 
<< Ti saresti fatta mordere... perché? >> chiesi cercando calmarmi. Volevo capire il suo insano comportamento.
<< Uscita da quel posto mi sono difesa dai vaganti... ma poi ho pensato che ero stanca >>
<< Beth >> 
<< Sono stanca Daryl >> disse con voce rotta.
<< Beth >> la richiamai mettendo la mia mano sul suo braccio. Al contatto lei si girò, sulle sue guance scendevano delle lacrime. Stava piangendo.
Lei si buttò sul mio petto, tra le mie braccia, le sue mani stringevano con forza la mia camicia e cominciò a piangere.
Mi si spezzò il cuore.
L'abbracciai al mio petto più forte che potevo, così forte che se avesse voluto scappare non sarebbe riuscita a liberarsi. 
Beth stava piangendo, finalmente.




 
   
 
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