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Autore: ILeNiA2813    18/03/2016    0 recensioni
-Semplicemente non mi aspettavo di finire così.- Dissi -L'ho amato veramente sai?- Continuai non vedendo una sua reazione -L'ho amato fino a star male.-
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 11. -Per il momento?- chiesi. -Sì ragazzina.- in quel momento mi strinse di più a se', iniziando a ballare tra le note di "Firestone" e io dal canto mio, iniziai a muovere i fianchi. -Metti più energia a muovere quei bellissimi fianchi che ti ritrovi Rye.- urlò, per farsi sentire a causa della musica troppo alta. A quel punto lo assecondai, iniziai quindi a muovere i fianchi più velocemente e sedecentemente, i suoi occhi si contornarono di malizia e si avvicinò di più a me, quasi da sentire la mancaza di ossigeno, e mi fece girare in modo che potessi aderire con la schiena al suo petto. Capii che era la sua erezione a premermi nella mia carne troppo giovane. -Adesso muoviti con più calma, altrimenti potrei scoparti qui, sotto gli occhi di tutti.- un sorriso involontario mi apparì nelle labbra sentendo quelle parole. La musica che il dj mise subito dopo di Firestone, era più calma e questo, per quanto ci tenessi, mi fece calmare un pochino. -Resta con me.- mi sussurrò nell'orecchio, stringendomi tra le sue braccia quasi come se fossi solo di sua proprietà. -Ash, io..- iniziai confusa. Non era in lui mentre diceva quelle parole ed io lo sapevo, ecco perchè non ne volevo approfittare. Mi voleva comandare più di quanto già non facesse, voleva che diventassi sua quella notte stessa, ed io non accettai. -No.- risposi, sicura di me. -Sei così ingenua, ragazzina.- sorrise. -Non sono ingenua- asserì -Non mi voglio semplicemente approfittare di te, ora che sei ubriaco specialmente.- lui emise un grugnito di disapprovazione, così io mi staccai da lui e iniziai ad incamminarmi tra la folla. Il mio andamento ondulato non mi permetteva di camminare bene e sbattevo in continuazione tra le persone che mi lanciavano occhiate truci. Quando urtai un ragazzo con un drink in mano, questo mi maledì, urlandomi un "Guarda dove vai, stupida!" ma io lo ignorai, semplicemente. Mi veniva spontaneo, l'alcol faceva uscire fuori la vera me, quella rispettosa, quella che cercavo di far uscire anche senza essere ubriaca. Dopo aver sgranchito un po' le gambe, ritornai al posto dov'ero stata prima. Josh era al posto di prima, non si era alzato neanche un minuto, continuando a tenere il tempo della musica con il piede che batteva sotto al tavolo. -Dov'è Ash?- domandai. Da quando mi ero allontanata non lo avevo più visto, ed il solo fatto di rimanere da sola in un posto che conoscevo a malapena, mi faceva paura. -Si starà sicuramente scopando qualche ragazza, lui è così dovresti saperlo. Quando ne vede una carina, la fa cadere sotto il suo controllo e poi la porta in bagno, specialmente quando è ubriaco, che questo lavoro gli esce meglio. Così, come se fosse una cosa da botta e via.- mormorò. Non aveva nemmeno tutti i torti. -Potresti accompagnarmi fuori?- mi chiese, alzandomi improvvisamente. In quel momento, mi bastò guardarlo attentamente per capire quanto avesse bisogno della droga. Stava tremando, era diventanto pallido, stava male. Io annuii, incapace di parlare, e lo accompagnai all'uscita dove appena varcata, questo fece strisciare la schiena al muro, sedendosi poi a terra. Sentii un senso di nausea appena uscii, dovuta forse al fatto all'aria pulita della notte. -Ho bisogno di droga.- disse solo, e a quel punto iniziò a tremare più di prima. Faceva davvero impressione, mi dicevo continuamente di raggiungerlo, abbracciarlo, dirgli che poi sarebbe tutto passato, ma lui aveva bisogno di droga, non del mio supporto. -Per favore, vai a recapitare qualche bustina di eroina da qualcuno, cazzo.- urlò. Ma io restai immobile. Le mie gambe sembravano completamente disconnesse dal cervello, che cercava invano di farle muovere, per aiutare Josh che soffriva. Poi, si risvegliarono e corsi di nuovo all'interno della discoteca dove mi feci spazio tra la folla per cercare di intravedere la chioma bionda di Ash. -Ash.- gli misi una mano nella spalla quando lo trovai al bancone dei drink. -Che vuoi?- -Il tuo amico Josh ha bisogno di un po' di droga.- lo supplicai. -A me non importa. Io l'avevo avvertito dei rischi che avrebbe corso abusandone, ma lui non mi ha dato retta e adesso ne paga le conseguenze.- disse pacatamente, prima di sparire nuovamente tra la folla e non tornare più nel mio campo visivo. Ritornai da Josh, e sentii una scossa al cuore quando lo vidi con la testa china, combattendo contro se stesso per cercare di reggere l'attesa. Stava peggio di prima. -Josh, non agitarti per favore, te la compro io la roba che ti serve per stare meglio.- lui non rispose e sospirai prima di entrare di nuovo nel locale. Anche la mia nausea sembrava voler sparire ma anzi, mi aumentò ancora di più quando l'odore di alcolici forti mi arrivò alle narici, facendomi mettere una mano nel muro per cercare di riprendere il controllo del mio corpo. Mi ero promessa di aiutare di Josh, io non ero un'egoista, quindi con solo questo pensiero per la testa mi avventurai nei bagni. -Ehi tu.- urlai. Un ragazzo forse sui ventanni si girò. -Hai un po' di eroina da prestarmi? Si tratta di un emergenza, il mio amico fuori dal locale è entrato nella rota.- spiegai veloce. -Ammettilo che serve a te.- ammiccò lui. Stava iniziando ad irritarmi, e presa da un po' di coraggio mi feci più vicina a lui, strappandogli l'eroina che aveva preso tra le mani. Con la mia promessa tra le mani tornai fuori, e mi avvicinai a Josh che quando vide il suo bisogno me lo strappò dalle mani, aprendo la bustina e prendendo l'inalatore che custodiva gelosamente nella tasca dei suoi jeans. -Dovresti smetterla con questa roba, sai?- biascicai. -Per avere una realtà peggiore di quella che vedo quando sono fatto? Grazie per la preoccupazione, ma no.- mormorò lui, infilandosi l'inalatore nella narice sinistra e aspirando buona parte della sostanza stupefacente, successivamente riappoggiò la schiena al muro, rilassandosi visibilmente. La mia nausea si fece sentire ancora più forte di prima, facendomi accovacciare in un lampione della luce e buttare la testa in avanti. -Voglio tornare a casa.- sussurrai. Avevo male alla testa, e la nausea sembrava non voler sparire dal mio corpo. Mi sedetti a terra e poggiai la testa contro il lampione che mi aveva accolta prima. -Josh..- lo richiamai -Per favore, portami a casa.- e lui capì subito ed entrò dentro il locale per portare con se' anche Ash. In un modo o nell'altro volevo dimenticare quella serata. Volevo cancellare quel ricordo dalla mia mente, risvegliandomi con un'amnesia. Scossi la testa. Quello che era successo era davvero troppo per me, stavo passando all'avere tutto in pochi attimi, non che la cosa mi piacesse, ma avevano preso una strada che a me non piaceva. Ero contenta di aver trovato un'amica come Akira, che mi sosteneva in ogni occasione, e Simon. Ma ero sicura del fatto che tutta quella faccenda di Ash e Josh non avrebbe portato a nessuna conclusione certa, se non rischiare di perdere il mio cuore che era già debole di suo. A distrarmi dai miei pensieri furono proprio Josh e Ash, che mi misero le mani nelle spalle per aiutarmi ad alzarmi e portarmi in macchina, per tornare a casa. Ash appena si accomodò e partimmo, emise un grugnito e si addormentò. Il viaggio procedette in silenzio. Ash di tanto in tanto bisbigliava qualcosa di incomprensibile. Lo fissai, ed era davvero bello. Sembrava un'angelo e non un demone. I capelli biondi erano spettinati e cadevano a ciuffi nella sua fronte, e il piercieng argentato all'angolo della sua bocca rosea, sembrava solo un dettaglio perfettamente curato nel suo viso. Josh invece, teneva il volante saldamente, e nonostante non potesse guidare sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, sembrava abbastanza concentrato nella strada. Quando tornai a casa, aprii la porta delicatamente per non farmi sentire da mia madre, ma appena la stanza venne illuminata dalla lampadina del soggiorno, il mi cuore si fermò per un paio di secondi. -Oh guarda, ti stavo aspettando, sai?- disse mia madre, alzandosi, torreggiando su di me.
   
 
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