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Autore: SpecialKlaine    18/03/2016    1 recensioni
Phil era un Deos Amoris, che si traduceva in 'dei dell'amore', ma Phil pensava che fosse molto pretenzioso. Alcune persone facevano l'errore di chiamare tutta la sua specie 'Cupidi', e non era giusto nemmeno quello. Il più famoso di loro si chiamava Cupido; sarebbe stato come chiamare tutte le persone che lavoravano in un negozio 'Stephen' perché il capo si chiamava così.
[Traduzione]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: AU, Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Give Me Love - 6 Disclaimers: I personaggi non ci appartengono e il testo è proprietà di - notanotherphanfictionblog -, l'autrice a cui abbiamo chiesto il consenso di tradurre e ripubblicare qui la fanfiction.











Give me love

VI Capitolo

| capitolo originale |




Quando arrivarono a casa, Dan trovò un paio di pantaloni della tuta e una felpa che stessero giusti a Phil. Ebbe successo per metà, ma la felpa forse era un po' troppo stretta e i pantaloni gli arrivavano giusto alle caviglie. Però erano più caldi dei suoi vestiti, e Phil ne era molto grato. Lo disse a Dan, che semplicemente scrollò le spalle.

"Credi seriamente che ti avrei lasciato restare lì? Sapevo che stavi nascondendo qualcosa. Oltretutto, mi hai aiutato varie volte" rispose Dan con un sorriso.

Tese a Phil una tazza di cioccolata calda, che era molto più buona del cocktail che aveva fatto provare in precedenza. Lo sciroppo caldo fluì giù per la gola e si diffuse attraverso il suo corpo, rendendo tutto ciò che o circondava decisamente più luminoso.

Phil non aveva bisogno di bere o mangiare, a volte lo faceva perché il cibo aveva un buon sapore, ma in genere se ne dimenticava, e non voleva spendere i suoi soldi per qualcosa di cui non aveva bisogno, ma forse avrebbe dovuto concedersi più spesso queste cose.

Dan sbadigliò, e riportò a fatica le loro tazze nella piccola cucina.

"Pronto per dormire?" mormorò assonnato quando riapparì.

Phil annuì, chiedendosi dove Dan lo avrebbe sistemato - Phil non dormiva, quindi qualsiasi luogo sarebbe andato bene, e ogni posto in quella casa probabilmente sarebbe stato dieci volte più confortevole della sua vecchia sedia scricchiolante nel garage.

Si avviarono al piano di sopra, in una piccola camera da letto tappezzata di vari poster, dai film alle band ai videogiochi, e Phil si guardò intorno con aria di ammirazione.

"Sono un nerd assurdo, lo so" borbottò Dan quando vide che Phil stava fissando i dintorni.

"E' tutto così figo" sussurrò Phil, guardandosi ancora in giro, questa volta agli oggetti e gadget allineati sui lati della stanza.

Dan ridacchiò e scosse la testa.

"Hai intenzione di rimanere lì tutta la notte, allora?" chiese, riportando Phil alla realtà.

"Uh, no... scusa" mormorò Phil, sentendo le guance iniziare di nuovo a riscaldarsi

"Do-dove volevi che dormissi?"

Fu il turno di Dan di arrossire, e Phil lo guardò confuso.

"Beh, non ho altro posto dove stare, quindi, beh se vuoi, puoi condividere il letto con me. Non ruberò troppo le coperte, giuro."

Phil iniziò a rifiutare, scuotendo la testa e sorridendo gentilmente - era già abbastanza scortese da parte sua restare a casa di Dan e indossare i suoi vestiti, Dan non doveva anche rinunciare a metà del suo letto. Ma quello lo fermò con uno sguardo deciso.

"Vai a letto e basta, Phil" sbottò Dan, alzando gli occhi al cielo, mentre si infilava dalla parte sinistra e si arrotolava nelle coperte.

Phil andò al lato opposto del letto e si infilò cautamente sotto le coperte. Si era dimenticato di quanto fossero morbidi i letti, pensò, mentre si accoccolava più comodamente, sorridendo quando sentì il dolore nelle ossa alleviarsi leggermente. Era decisamente felice che Dan lo avesse persuaso a rimanere lì.

Phil aprì gli occhi e vide che Dan lo stava guardando col la bocca arricciata in un piccolo sorriso. Le guance di Phil diventarono di nuovo rosse, mentre si fissava le mani per evitare lo sguardo di Dan.

"Sei un senzatetto?" chiese dolcemente Dan.

Phil scosse la testa, e alzò lo sguardo verso Dan, che lo stava ancora fissando, ma adesso sembrava seriamente preoccupato, come se gli facesse pena, il che era strano.

"No, non è male come sembra, davvero, è stata una mia scelta."

Era una mezza bugia, non aveva scelto questo lavoro, era stato mandato lì. Ma aveva deciso di non sprecare soldi per le comodità umane. Non gli importava molto, davvero, ma forse gli sarebbe piaciuto restare nell'accogliente e caldo appartamento di Dan per una notte.

"Non capisco" mormorò Dan, i suoi occhi stavano iniziando lentamente a chiudersi e sbadigliò di nuovo.

"Sembri sempre così malato, e così triste."

Phil si chiese perché a Dan importasse così tanto, Phil era 'malato' da quanto riuscisse a ricordare. Era solo perché non apparteneva a quel posto, non che fosse un problema, e non era nemmeno triste, solo non era... felice.

"Anche tu sei molto triste" rispose Phil.

Sembrava che Dan piangesse spesso, e beveva anche tanto, ma non perché gli piacesse, come agli altri.

Dan annuì.

"Immagino di sì. Che ne dici di aiutarci a vicenda? Così da non essere più così tristi" gli occhi di Dan erano chiusi adesso, e si accoccolo in una palla con un sospiro.

"...Okay" rispose Phil dopo qualche secondo.

Dan non poteva aiutare Phil, ma forse lui poteva rendere un po' più felice Dan. Sapeva abbastanza riguardo al mondo umano, e oltretutto, rendere le persone felici era il suo lavoro - e sembrava che Dan se lo meritasse più degli altri.

Dan fece un altro sospiro, poi rimase in silenzio, e Phil lo guardò per un po' mentre la sua frangia gli cadeva sopra agli occhi e iniziava a muoversi ogni tanto mentre dormiva. Sembrava così pacifico, e Phil era invidioso del fatto che Dan potesse semplicemente perdere coscienza per un po' e dimenticare il mondo.

Phil rimase fermo al buio e ascoltò l'orologio al lato del letto ticchettare le ore e il respiro quieto di Dan di fianco a lui. Chiuse gli occhi e immaginò di essere addormentato anche lui, come se stesse sognando e tutto fosse nero e nulla facesse male, solo per un po'.

Dan si spostò un po', e poi ancora un po', finché non fu quasi premuto contro Phil, le loro fronti si stavano praticamente toccando, e quando Dan mise la sua gamba intorno al polpaccio di Phil, quello non era molto sicuro di come avrebbe dovuto comportarsi. Dan si mosse e nascose il viso nella spalla di Phil, che ridacchiò silenziosamente e cercò di non scuotersi mentre il respiro di Dan gli faceva il solletico sul collo.

Dan iniziò a tremare leggermente, quindi Phil gli avvolse con cautela il braccio intorno alle spalle, usando la punta delle dita per tracciare i contorni della sua schiena. Chiuse di nuovo gli occhi con un lieve sorriso, e capì che, anche se non gli era concesso dormire, questa era la cosa migliore che gli potesse accadere.

In quelle poche ore che passò con Dan accoccolato al suo fianco, notò a malapena tutti i dolori e i crampi che in genere erano una costante per lui.

Phil tenne la testa appoggiata sopra quella di Dan con gli occhi chiusi finché iniziò a spuntare l'alba e la luce si diffuse lentamente nella stanza, inondando tutto di una pallida luce gialla. Dopo poco, quando il sole era già alto nel cielo, e stava filtrando dalle tapparelle rotte , qualcosa sulla scrivania di Dan iniziò ad emettere un suono forte e irritante che penetrò le orecchie di Phil. Dan si smosse e Phil mosse il braccio dalla vita del ragazzo quando quello si girò per tirare un pugno a qualunque cosa fosse quella che stava facendo il rumore, per spegnerla con un grugnito drammatico, prima di tornare a rannicchiarsi contro il petto di Phil e mormorare qualcosa sul fatto che fosse "troppo presto, cazzo."

Phil nascose il suo sorriso nei capelli di Dan e chiuse di nuovo gli occhi, chiedendosi se non stesse oltrepassando qualche limite, ma non gli importava abbastanza da spostarsi.

Un po' più tardi, la musica partì di nuovo, questa volta con una melodia differente, ma era ugualmente irritante e questa volta sia Dan che Phil grugnirono in protesta mentre Dan si allungava per spegnerla ancora.

"Oh merda" imprecò Dan, sedendosi.

I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni e i suoi occhi erano ancora mezzi chiusi, si passò una mano tra i capelli e imprecò un'altra volta.

"Dovrei andare all'uni tra poco" mormorò, guardando Phil, che si sedette e si strofinò gli occhi con un pugno.

Dan si affrettò a prepararsi, cercando di lisciarsi i capelli e cercando dei vestiti puliti da mettersi mentre tirava a Phil i suoi vestiti dall'asciugatore.

"Dove diamine è finito il mio quaderno?" Phil sentì Dan urlare a se stesso mentre si cambiava, il che fu seguito da un sacco di botti e imprecazioni.

Dan era chiaramente meno funzionale al mattino, pensò Phil con un sorriso, ma alla fine entrambi furono pronti e Dan trovò un quaderno su cui scrivere. Si affrettarono entrambi ad uscire dalla porta e il ragazzo si fermò per sorridere a Phil.

"Hai un telefono?" chiese.

Phil scosse la testa, e quando Dan lo guardò sospettoso, Phil semplicemente alzò le spalle.

"Va bene... ok. Beh, vuoi rimanere anche stanotte?"

Le guance di Dan si arrossarono leggermente, e Phil era estremamente tentato di rispondere di sì, si sentiva molto meglio passando la notte al caldo e in un posto comodo. Ma non poteva farlo, non poteva immischiarsi nella vita di Dan in alcun modo, non solo era un tantino strano, considerando chi fosse, ma Dan aveva anche i suoi problemi personali da risolvere, e Phil non doveva aggiungersi a quella equazione.

"No, va bene così. Ma grazie, e grazie per la notte scorsa, ti s-sono molto grato" rispose piano Phil.

Dan alzò gli occhi al cielo.

"Beh almeno ti va di vederci per un caffè domani pomeriggio?"

Dan sembrava speranzoso, e Phil voleva rivederlo, non aveva realizzato quanto solo finché non aveva iniziato a parlare e passare del tempo con lui, quindi annuì, e il volto di Dan si illuminò.

"Okay, da Starbucks alle 3, ok? Quello vicino a dove abiti" Dan si accigliò alla parola "abiti"

Phil annuì e si salutarono, si divisero poi, andando ognuno per la propria strada.

Appena prima che Phil girasse l'angolo, si guardò indietro per vedere se anche Dan si fosse fermato e lo stesse guardando. Vide il sorriso del ragazzo dall'altra parte della strada e gli sorrise in risposta, guardando Dan salutarlo timidamente con la mano prima di affrettarsi verso la fermata del bus.

   
 
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