Io corro.
L’aria mi scompiglia i capelli, quei capelli che la natura mi ha donato di seta ma che la Bestia ha sporcato con le sue mani immonde.
Quante volte avrei voluto tagliarli a zero, per dimenticare la sensazione delle sue dita attorcigliate tra le ciocche, ma non l’ho mai fatto, perché altrimenti avrei dimenticato anche il prima, quando ero piccola, quando ero felice.
Allora corro, io.
Corro lontano dalla Bestia, che non mi ha mai amato come giurava di fare.
O forse sì, se Amore significa ossessione e violenza.
Corro, e non penso alla cittadina che sta scomparendo dietro le mie spalle: sto abbandonando solo una vita che non mi appartiene, nella quale non riesco più a riconoscermi.
Io corro.
Non penso nemmeno al peso che mi grava sul grembo, il quale sta ospitando come fosse uno scrigno segreto una nuova esistenza.
Non penso a come tale piccolo fiore frutto di una violenza possa riuscire a crescere in un terreno arido e desolato quale il mio corpo.
Non mi importa adesso, ora non ci penso.
Ora corro.