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Autore: being_a_ladybug    20/03/2016    0 recensioni
Queste sono le riflessioni di un padre il quale alla vigilia del matrimonio della figlia si domanda se le scelte fatte nella sua vita siano state giuste o sbagliate. Se il suo atteggiamento con la figlia non sia stato troppo distaccato.
dal testo:
"I pasti scambiati in silenzio, i saluti quasi inesistenti e le loro vite che procedevano su due binari diversi uniti solo da quel legame sanguigno."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Il gran giorno era arrivato, il giorno del matrimonio di sua figlia. Stentava a crederci. Quando quella mattina si era svegliato gli sembrava un giorno qualunque, ma quello non era un giorno come un altro. Si sentiva vecchio, ormai erano anni che si sentiva così. Non erano tante le cose che rimpiangeva nella sua vita, ma c’era un pensiero che da qualche tempo a quella parte lo teneva sveglio la notte. Sua figlia era ancora così giovane, appena 28 anni, mentre lui galoppava verso i 70. Si chiedeva se avrebbe mai visto i suoi nipoti e sua figlia crescere. Aveva aspettato troppo ad avere un figlio e quando finalmente era nato, lui forse non era stato il padre ideale. Secondo molti il loro non era un rapporto normale e forse quelle persone a cui non aveva mai badato avevano ragione. Era stato un padre assente fin dai primi anni; mai un gioco insieme, un’escursione solo loro due, una passeggiata tenendola per la manina grassoccia. Sua figlia aveva fatto l’abitudine a quel suo comportamento distaccato, e quelle rare volte in cui aveva tentato di comportarsi come gli altri padri, lei si era ritratta. Niente abbracci o baci, e sinceramente non ricordava di averle mai  detto “ ti voglio bene”. Eppure gliene voleva, e tanto, solo che non sapeva come dimostrarglielo. Sua moglie per anni gli aveva ripetuto che loro due erano simili: stesso carattere introverso, stessa impulsività e nervosismo. Per anni aveva creduto che quello fosse un aspetto positivo, ma forse erano state proprio le somiglianze a renderli quasi come due estranei. I pasti scambiati in silenzio, i saluti quasi inesistenti e le loro vite che procedevano su due binari diversi uniti solo da quel legame sanguineo.
Era arrivato il momento, la chiesa era gremita di gente e in fondo davanti all’altare scorgeva il futuro sposo. Sua figlia arrivò, era bellissima e appena lo pensò, si rese conto che in tutta la sua vita non le aveva mai fatto un complimento. La ragazza salì i gradini e, per la prima volta, il padre vide quanto gli assomigliasse: stesso viso sottile, stessi occhi grandi e quell’espressione severa che anche lui aveva. Sembrava uno scherzo come loro due fossero uguali sotto diversi aspetti, e come non fossero in grado di comunicare. Raggiunse il padre, non un saluto, non un bacio venne scambiato. Il fotografo girava loro attorno scattando una foto dietro l’altra, e lui non poté fare a meno di pensare che a casa, negli album di famiglia, non c’erano foto che li ritraevano. Odiava le foto e lui quelle rare volte in cui erano tutti assieme aveva sempre cercato di evitare di finire in un ritratto di famiglia. La figlia incrociò il braccio al suo e la marcia nuziale ebbe inizio; ma lui non sentiva la musica e non vedeva tutta la gente che ammirava l’ingresso della sposa, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era quel braccio. Toccava il suo a malapena e avanzava a passo spedito come se non vedesse l’ora di separarsi da lui per sempre. Quella sera e d’ora in avanti la casa sarebbe stata più vuota, più triste. Da quel momento qualcun’ altro l’avrebbe svegliata al mattino, qualcun'altro la sarebbe andata a prendere alla stazione quando tornava dal lavoro. Era felice per lei, sapeva che quel ragazzo che l’attendeva alla fine della navata era innamorato. 
Improvvisamente si arrestarono, erano già arrivati. Il futuro sposo allungò la mano per accogliere quella della fidanzata. Il padre liberò il braccio, ma prima di poter fare qualunque cosa la figlia gli prese la mano e gliela strinse. Si guardarono negli occhi come mai prima avevano fatto. Gli occhi scuri di lei si riflettevano nell’azzurro dei suoi. Il padre ricambiò la stretta di quella mano che non aveva tenuto quando era il momento. Non servivano parole, non ne avevano mai avuto bisogno. Forse gli altri non capivano e mai avrebbero capito il legame che gli univa; potevano apparire freddi  e insensibili, ma quella stretta di mano racchiudeva tutti i sentimenti che padre e figlia provavano l’uno per l’altra. Si perse in quegli occhi sicuri e decisi. Prese con la mano libera quella protesa dello sposo, e lentamente la stretta poderosa si sciolse; dalla mano rugosa e incallita del padre scivolò in quella giovane e forte del ragazzo. Era successo, sua figlia non era più solo una figlia, ora era anche una moglie. Capì di non aver nulla da rimpiangere, aveva commesso errori nella sua vita, ma la figlia non lo rimproverava per come si era comportato. Aveva capito i suoi silenzi e gli abbracci mancati. Amava suo padre per quello che era, perché ci si rispecchiava e non avrebbe voluto niente di diverso.
 
   
 
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