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Autore: Stella cadente    20/03/2016    3 recensioni
Francia, 1482:
Parigi è una città che nasconde mille segreti, mille storie, mille volti e mille intrecci.
Claudie Frollo è un giudice donna che tiene alla sua carriera più di ogni altra cosa al mondo.
Olympe de Chateaupers è una giovane ragazza da poco al servizio del giudice e, sebbene sia spavalda e forte, si sente sempre sottopressione sotto lo sguardo austero di quella donna cinica ed esigente.
Nina è una semplice ragazza di quindici anni, confinata nella cattedrale a causa di un inconfessabile segreto..
L’arrivo di Eymeric, un giovane ramingo gitano, sconvolgerà le vite di queste tre donne, in un modo diverso per ognuna.
Ma alla fine, di quali altri segreti sarà testimone Parigi?
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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XXXVIII.
Imprigionati


 
Olympe
 
 
 
 
Quando ci portarono di nuovo nelle carceri del Palazzo di Giustizia mi sentivo prosciugata. La rabbia che ruggiva nel mio corpo contrastava insopportabilmente con la debolezza fisica; avrei tanto voluto spaccare qualcosa, organizzare rivolte, cambiare le cose, esattamente come avevo fatto tempo prima, e la consapevolezza che non potevo farlo era una sofferenza quasi fisica.
Eymeric giaceva accanto a me, con la testa appoggiata sulla mia spalla, sfinito; gli occhi ancora chiusi, le labbra secche e screpolate dal calore del fuoco che stava per ucciderlo brutalmente.
Fuori stava succedendo di tutto, e noi eravamo chiusi in carcere, senza poter fare niente. Vedere Nina era stata una gioia, ma non poter uscire dalla gabbia e abbracciarla era stato frustrante. E chissà se l’avrei mai più rivista.
Stare al buio mi dava l’impressione di starmi avviando pian piano verso la pazzia. Avevo freddo e fame, e un dolore lancinante mi attanagliava le gambe, che erano rimaste piegate tutto il tempo nella gabbia in piazza.
Quello era il minimo, lo sapevo. Lo sapevo e lo avevo anche provato. La sensazione di quando Grenonat mi aveva colpita con la spada mi balzò in testa, e al ricordo mi ritrassi involontariamente in uno scatto. Mi guardai le braccia: erano pallide, come fossero state malate, e sporche di fuliggine. Sembravano gracili, scheletriche. Non provai neanche ad immaginare come fosse il mio aspetto, era sufficiente vedere Eymeric.
Ora aveva il respiro affannoso, mentre si aggrappava debolmente a me come un bambino.
«Eymeric» sussurrai.
Lui non reagì.
«Eymeric» ripetei, dolcemente.
«Li ha uccisi lei» mormorò. Nella sua voce c’era rabbia, tristezza, lacrime che premevano per uscire ma non riuscivano a farlo attraverso quegli occhi secchi e bruciati. «E voleva uccidere anche me.»
«Lo avrebbe fatto, se solo nessuno fosse intervenuto» ringhiai io, stringendo i pugni per la rabbia.
Sollevò la testa in un gesto lento, come se gli pesasse, e si lasciò cadere malamente al suolo di quella cella sporca e buia. Una lacrima gli rotolò sul viso e si voltò subito dopo, dandomi le spalle; il suo corpo si contrasse per un attimo, poi il suo respiro tornò regolare.
Mi si strinse il cuore nel vederlo così.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma lui amava Claudie Frollo con tutto se stesso.
E forse era quell’amore travolgente e malsano ad averlo ridotto in quel modo.

 



Il capitolo più corto della storia di Paris, gente! Ma del resto, vi avevo avvertiti...
Comunque, mi è piaciuto molto scriverlo, seppur nella sua tristezza e nel suo essere così doloroso. Come vi ho già detto, abbiamo tre capitoli da parte delle nostre tre protagoniste, ognuna che narra fatti diversi in modo diverso. Penso che si veda che siamo alle battute finali di questa storia, e non sapete quanto mi pianga il cuore anche solo all’idea. Ma sto divagando.
Che ve ne è sembrato? Qui abbiamo un Eymeric diverso dal solito, stanco, accecato dall’odio e dall’amore nello stesso momento: ve la immaginereste Esmeralda ridotta in questa maniera per il Giudice Frollo? Ovviamente no. Eppure, se si mettesse in conto che lei si possa innamorare del Ministro, penso che andrebbe proprio così: inizialmente non si capaciterebbe della cosa, poi darebbe libero sfogo ai suoi sentimenti, ma ne soffrirebbe perché Frollo preferisce trasformare l’amore che prova per lei in odio e desiderio di vendetta.
Beh, come sempre, spero che vi sia piaciuto. E un’altra cosa: spero anche di aver reso bene l’ambientazione, la cella e tutto il resto... se comunque c’è qualcosa che non vi torna, fatemelo sapere.
Alla prossima,
Stella cadente
 
 
  
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