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Autore: Piccola1204    30/03/2009    2 recensioni
Noemi, ragazza dal corpo perfetto ma con la testa sulle spalle vive una vita tranquilla e spenzierata, quando l'ultimo anno di scuola superiore arrivano due ragazzi...i più belli che avesse mai visto che stravolgeranno completamente la sua vita di diciasettenne e quella della sua migliore amica Emily... °°Le ReCeNsIoNi SoNo GrAdItE =)=)°° ScUsAtE Ho ApPoRtAtO MolTe MoDiFiChE Al PrImO CapItOlo CoMe POi FaRò CoN tUtTi GlI AlTrI pERcHè NoN mI tOrNaVAnO alCuNe CoSe... ScUsAtEmI SpERo ChE vI PiACcIa UgUaLmEnTE... LaScIaTe MoLtE ReCeNsIOnI =)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo tre mesi di vacanza sarebbe iniziato un nuovo anno alla Stanwood High School a Stanwood nello stato di Washington, è un piccolo paesino non molto lontano da Seattle.
Vivo in quella città da quando avevo due anni, fin da piccola la adoravo, il clima non era dei migliori anzi frequentemente pioveva, ma amavo andare in estate sul lago di Washington a fare il bagno e passare l’inverno sulle montagne a sciare. Adesso ho diciassette anni e la mia opinione non è cambiata di una virgola.
Quella mattina mi alzai un’ora prima del previsto perché sarebbe passato a prendermi la mi amica più cara Emily con la sua nuova macchina per andare a scuola. Si era comprata una Jeep le piacevano molto le macchine piuttosto grosse.
Prima di uscire mi guardai un ultima volta allo specchio che si trovava in camera mia, i capelli? Andavano bene, la piastra quella mattina mi aveva voluto bene, trucco? Perfetto anche se la mia pelle molto chiara non sarei mai riuscita a nasconderla nemmeno con un fondotinta più scuro. Mi ero vestita con una maglia bianca che mi fasciava il corpo e un paio di jeans, niente di particolare ma sapevo che i ragazzi avrebbero fatto la fila solo per vedermi, non sapevo cosa trovavano di bello in me… ero una ragazza normalissima.
Sono Noemi McAdams non molto alta, con lunghi capelli castani e gli occhi azzurri. Sono una ragazza, molto semplice.
Stavo per uscire di casa quando mi arrivò un messaggio sul cellulare.
“Non vedo l’ora di vederti!”
Lo cancellai immediatamente. Era Samuel un ragazzo che andava alla mia stessa scuola, era dall’inizio dell’estate che mi perseguitava perché voleva uscire con me. Tutte le ragazze lo consideravano affascinante, simpatico, io lo odiavo, non esisteva persona più odiosa di lui.
Presi le chiavi di casa e dolcemnte chiusi la porta, non volevo svegliare mia madre.
Emily mi aveva detto di essere pronta per le otto e mezzo …erano le otto e trentacinque e di lei nemmeno l’ombra; come al solito avrebbe fatto ritardo per scegliere i vestiti, ne aveva un armadio intero e tutte le volte ripeteva che non aveva nulla da mettersi. Mi misi a sedere sul gradino davanti alla porta e la aspettai. Arrivò cinque minuti dopo…avevo deciso di fare la finta arrabbiata ma, non appena la vidi le corsi incontro e le saltai con le braccia al collo.
“Buon giorno anche a te!” disse ricambiando l’abbraccio.
“Mi sei mancata tanto come è andata la vacanza in California?”
“Molto bene, però non ho trovato nessuno di interessante!” disse avvilita.
Risi era sempre la solita.
Passai dall’altra parte, aprì lo sportello e salì in macchina.
"Per farmi perdonare per il ritardo ti dirò che sei la prima a salire sulla mia macchina."
"La prima?"
"Si, dopo mio padre che voleva provare la macchina a tutti i costi."
"Grazie bionda".
Mi sorrise, e io ricambiai.
"Allacciati la cintura… si parte!" Mi allacciai la cintura, anche se non sapevo a cosa mi sarebbe servita visto che in città c’era il limite di 50. Emily fece una delle sue solite pazzie… schiacciò l’acceleratore e cominciò a scalare tutte le marce fino ad arrivare in quarta. Non mi spaventai: a me piace viaggiare velocemente.
"Sapevo che non avresti avuto paura… ormai ti conosco troppo bene".
Stavamo raggiungendo gli ottanta all’ora.
Abbassai il finestrino; Avevo tutto il vento nei capelli, stavo benissimo. Cominciai a pensare all’estate trascorsa sotto il sole cuocente del lago, mi mancavano quei momenti quando tutto sembrava perfetto.
Non feci in tempo a rilassarmi che mi arrivò un altro messaggio.
“Chi è?" chiese poco dopo Emily.
“È mio padre".
“Salutami il signor McAdams."
“Ha detto che risaluta la signorina Parker e ci augura buona giornata, era sicuro che saremmo andate a scuola insieme".
“Dov’è adesso?”
“Credo sia a New York ad una conferenza.”
“ Il mio è a Roma per concludere un affare con alcuni italiani e a me tocca stare con quella arpia della mia matrigna.”
I genitori di Emily si erano separati quando lei aveva dieci anni e la nuova moglie di suo padre non le andava per niente a genio.
“Ci pensi che siamo già all’ultimo anno?” chiese.
“È passato in fretta… come pensi che sarà quest’anno?”
“Uno schifo… a parte Simon che continua a provarci con me!”
“Perché continui a respingere Simon?”
“Per lo stesso motivo per cui tu respingi Samuel.”
“Io odio Samuel, te invece vuoi bene a Simon!”
“Si, ma non ha quella cosa..”
“Cosa?”
“Non ha quella marcia in più che piace a me.”
Risi.
“Hai intenzione di finire con me il corso di biologia vero?” chiesi.
“Si, anche se stare nella stessa classe con Rachel non sarà la fine del mondo. Te invece hai deciso qualche nuovo corso?”
“No, sono rimasta su quelli classici!”
In pochi minuti arrivammo, non era cambiato niente dall’anno prima, la scuola era sempre affollatissima ovvio visto che era l’unica in tutta la città contava più o meno trecentosessantadue studenti, all’entrata c’erano persone di tutti i tipi: alcune si rincorrevano, altre parlavano fra di loro, altre già litigavano, ed altre, bè, altre si baciavano, avrei voluto anche io trovare un ragazzo che mi piacesse veramente, un ragazzo che mi avrebbe apprezzata per il mio carattere e non solo per il mio aspetto fisico, ma non c’ero ancora riuscita.
L’entrata della scuola era stipata di persone come il parcheggio, c’erano tantissime persone che venivano a scuola in macchina o in motorino. Bisognava fare la fila solo per entrare.
“Ciao ragazze, vedo che siete in coda» disse una voce femminile.
“Ciao….Rachel…” disse Emily con un po’ si disprezzo.
“Io e Simon ci stiamo per rimettere insieme sei contenta?” disse sperando in una sua reazione negativa.
“Certo! Hilary dove l’hai lasciata?”
“Eccola era andata a parcheggiare la macchina.”
“Ciao Hilary.” Dissi.
Mi guardò e poi cominciò a parlare con Rachel.
“Andiamo non mi piace stare con queste persone.”
Si girarono e andarono via.
Io ed Emily ci guardammo e scoppiammo a ridere.
“Non le è ancora passata?”
“Credo che finché continuerò a piacere a Samuel mi odierà!”
Rise.
"Guarda là c’è un posto." dissi indicandone uno vuoto.
Direzionò la macchina in modo da parcheggiarla, quando una moto sfrecciò davanti a noi tagliandoci la strada e prendendoci gran parte del posto.
La moto era una Kawasaki Ninja nera. Il ragazzo spense il motore, scese dalla moto. Aveva il casco dello stesso colore, indossava una tuta da motociclista molto attillata, era di colore blu scuro con delle strisce fini rosse e blu ai lati delle braccia.
Il ragazzo si levò il casco e scosse i capelli. Era un ragazzo bellissimo aveva dei lineamenti nel volto particolari, era molto alto, con un fisico da atleta, la pelle chiara, ed i capelli corti di colore biondo dorato. Si levò la tuta, prese uno zaino e si diresse verso la scuola.
"Ma chi è quel ragazzo?" chiese Emily.
"Non lo so." risposi sorpresa.
“Dici che è troppo giovane per essere un professore?”
“Si…”
Non fece in tempo a ripartire che una macchina gli passò davanti: era una Lamborghini grigia. Alla guida c’era un ragazzo moro, sugli occhi portava degli occhiali da sole. Scese dalla macchina era vestito con un maglione di colore nero e dei jeans. Dopo essersi guardato un po’ intorno si tolse gli occhiali svelando degli occhi meravigliosi di colore verde acceso. Non era bello come il ragazzo di prima anzi aveva lo sguardo un po’ cupo e la pelle molto più scura della sua, ma di certo era molto affascinante.
"E quest’altro?"chiesi ancora più sorpresa.
"Credo che quest’anno si farà molto interessante!"disse Emily eccitata.
Non li avevo mai visti, forse erano nuovi. Andammo a cercare un altro parcheggio; lo trovammo infondo vicino al parcheggio riservato ai professori.
Appena entrammo a scuola vidi tutti gli alunni dell’ultimo anno davanti alla bacheca e la preside che parlava con Samuel. Non appena ebbero finito si girò e vedendomi con il sorriso sulle labbra venne vero si me.
«Ciao a tutti» disse Samuel poi mi guardò.
Non lo guardai nemmeno: lo detestavo, si credeva di essere un divo invece non valeva nulla.
«Ciao Sam» rispose Emily.
Scosse la testa, era affranto.
“La sapete l’ultima?” disse rivolto agli altri.
“No, ma perché c’e tutta questa gente davanti alla bacheca?”
“È proprio questo il motivo, la preside ha voluto dividere le coppie che si erano create nei corsi per la cattiva condotta.”
“Le avete fatte troppo grosse l’anno scorso!” affermò Emily.
“Già!”
Mi avvicinai alla bacheca e lessi in che corsi mi avevano messa. Le ore erano sei in totale compreso il pranzo. Di quelli che conosco durante la prima ora di Inglese nell’aula 21/A c’è solo Emily. Emily Parker era completamente diversa da me, non solo fisicamente. Lei era più estroversa con gli altri. Fisicamente era bassa, e molto magra, aveva i capelli mossi e biondissimi, gli occhi grandi di colore blu.
Alla seconda ora di lezione quella di francese nell’aula 3/A sono con Rachel e Simon. Rachel Mass era l’amica inseparabile Hilary, erano sempre insieme e sapevano essere davvero cattive. Rachel aveva i capelli rossi, lunghi, lisci e gli occhi marroni. Dall’anno prima era diventata la coordinatrice di tutte e feste che venivano organizzate, solo che quasi nessuno della scuola ci andava mai perché erano davvero noiose. Simon Williams era alto con i capelli biondi scuro e gli occhi marroni, dall’anno prima era fidanzato con Rachel ma tutti sapevano che aveva un debole per Emily.
Alla terza ora ho storia nell’aula 12/B con Samuel e Hilary – Samuel Tylor era alto, magro con corti capelli castani e grandi occhi verdi. Era molto bravo nello sport non per questo era il capitano della squadra di calcio, l’anno precedente aveva avuto una storia con Hilary ma durò poco. Hilary era bassa, magra con i capelli lunghi, biondi, riccioluti e gli occhi marroni.
Pranzo per poi avere alla quarta ora ho ginnastica in palestra con Rachel e Hilary, alla quinta ora Trigonometria nell’aula 19/A, e per finire alla sesta Biologia nella 27/A.
"Lo sapete che ci sono due nuovi arrivati?" disse Samuel
Mi misi subito in ascolto forse erano i due ragazzi che avevamo visto prima.
"Si, mi sembrava di non averli mai visti!"
"Si chiamano Mark Davis e Matthew Carrol".
Ricominciai a leggere i nomi nelle liste dei corsi.
“Sono in due corsi con me!” pensai curiosa e allo stesso tempo esaltata dalla scoperta.
"Sono in un corso con noi" dissi ad Emily.
"Davvero? Quale?"
“Inglese alla prima ora!”
“Che aspettiamo ad andare in classe?”
“Dobbiamo prima chiedere la combinazione degli armadietti!”
“Giusto!”
"Ciao Sam noi andiamo a prendere le combinazioni ci vediamo a pranzo!" disse Emily afferrandomi per un braccio.
Ci recammo in segreteria dove ci consegnarono un foglietto con scritto le combinazioni.
La campanella suonò. Posammo i libri e andammo in classe.
Entrammo. Subito notai i due nuovi arrivati. Erano entrambi seduti in due banchi separati uno in cima alla classe uno in fondo, sembrava che volessero stare da soli.
"Che ne dici di fare amicizia?" chiese Emily
Non mi lasciò nemmeno il tempo di risponderle che si diresse accanto al ragazzo biondo. Fui costretta a sedermi accanto al ragazzo moro con gli occhi verdi che era seduto in prima fila.
Iniziai a guardarlo di sfuggita, era carino, anche se non aveva la faccia di un tipo ammodo, se lo avessi incontrato per strada di sera avrei di sicuro pensato male. Entrò il professor Carthy, l’insegnante di inglese.
"Bene ragazzi oggi inizieremo subito a facendo un lavoro a coppie, ma prima volevo presentare i due nuovi ragazzi venuti qui dal Canada… salutiamo Mark Davis e Metthew Carrol". Il ragazzo moro si alzò in piedi e si presentò.
"Io sono Metthew Carrol e grazie dell’accoglienza!"
"Quindi tu devi essere Mark? Giusto?"chiese il professore.
Mark si passò una mano tra i capelli color oro e riluttante si alzò in piedi:
"Sì, io sono Mark Davis e grazie per la vostra… ospitalità!"
Notai che alle mani portava dei guanti neri… forse aveva freddo perché non se li levava? Si rimise a sedere. Dopo la spiegazione del professore cominciammo a lavorare.
Mi alzai per andare a sedermi accanto ad Emily, quando il professore mi disse:
"Signorina McAdams potrebbe mettersi in coppia con Metthew vorrei che fosse lei ad illustrare quello che facciamo durante la lezione, se non è un problema".
"No, no certo" Mi rimisi a sedere, non mi dispiaceva lavorare in coppia con lui.
"Piacere sono Noemi McAdams e tu devi essere…"
Non feci in tempo a finire la frase che Matthew mi interruppe.
"Mi sembra di averle già fatte le presentazioni non voglio essere più disturbato".
Mi feci piccola, nessuno mi aveva mai risposto così male senza motivo. Mi allontanai da lui e decisi di non parlargli per il resto della lezione. Come era scorbutico se avesse continuato così non avrebbe sicuramente fatto amicizia.
Mi girai per vedere se fra lei ed il ragazzo biondo stava andando meglio che tra me e Matthew quando, vidi lo sguardo di Mark fisso su di me. Istintivamente mi voltai. Non sapevo se avevo visto bene, mi girai un'altra volta ed era ancora lì che mi fissava: era davvero bello.
Anche Emily stava lavorando da sola. Questi nuovi ragazzi non erano molto socievoli. Tornai ad osservarlo e non appena alzò lo sguardo feci finta di nulla e mi girai.
Arrossì completamente.
Sentì Matthew fare un risolino. Lo guardai.
“Cos’hai da ridere?”
Subito tornò serio.
“Credi di poter piacere a Mark?”
Mi arrabbiai, prima mi rispondeva male e poi voleva fare gli affari miei? Non lo considerai.
“Mi dispiace per te ma, Mark non è la persona adatto, e te non sei adatta a lui”
“Cosa vorresti dire?”
“Noemi sarai la ragazza più bella della scuola ma io lo so che è tutta una finta so cosa sei veramente!”
Dopo quelle parole non mi disse più nulla.
Mi lasciò allibita, continuavo a pensare alle sue parole. Sentì toccarmi la spalla e sobbalzai.
“Noemi cos’hai, non hai sentito la campanella?” disse Emily.
“No, ero sovrappensiero!”
“Per Mark? Vi ho visti lo sai!”
Non volevo continuare quel discorso.
“Io devo andare al terzo piano ci vediamo a pranzo ok?”
“Va bene a dopo!” mi salutò e uscì.
Riposi le mie cose nell’armadietto e presi quelle della prossima ora e andai verso la mia aula. Arrivai in tempo in classe il professore non era ancora arrivato. Mi sedei in un banco libero e subito dopo il professore arrivò e cominciò a parlare dell’esame di maturità e che quest’ anno dovevamo impegnarci se no non avremmo passato gli esami. Durante la lezione notai Simon e Rachel seduti accanto di banco, lei era contenta, ma lui non sembrava ricambiare.
Finì anche quell’ora la prossima era quella di storia. Cominciai a camminare verso la classe che si trovava al pianterreno. Scesi le scale quando davanti a me si materializzò Mark. Ora ricordavo anche lui aveva la lezione di storia con me. Tutti i posti erano già stati presi a parte due in fondo alla classe. Mi diressi verso gli unici posti liberi quando mi sentì chiamare:
"Emy!!! Vieni qui c’è un posto libero". disse Samuel agitando la mano per attirare la mia attenzione.
Detesto quando mi chiama Emy. Non avevo voglia di passare la lezione da sola quindi decisi di sedermi accanto a lui anche se sapevo che me ne sarei pentita. Andai verso di lui, era contento che mi volessi sedere lì quando, mi sentì afferrare per un braccio. Mi girai a guardare chi fosse, molto probabilmente era Hilary e voleva che io stessi lontana da Samuel ma, mi sbagliavo…era Mark.
“Scusa ragazzo ma oggi Noemi si siederà accanto a me e credo anche per il resto della settimana quindi riprova fra un po’ ”.
Sempre tenendomi il braccio mi portò ai due posti liberi. Mi fece sedere accanto a lui. Non appena ci sedemmo Mark lasciò la stretta. Che prepotente chi gli dava il diritto di comportarsi così.
“Come fai a sapere il mio nome?”
“E dai Noemi sei una delle ragazze più belle della scuola secondo te i ragazzi non me ne hanno parlato?”
“E se io non volessi rimanere accanto a te?”
“Io credo proprio di si, da qual poco che ho visto Samuel non mi sembra un tipo molto affidabile e credo che tu preferiresti fare cinque ore in più di scuola che sopportare un’ ora con lui!” fece un sorriso malizioso.
Aveva proprio colto nel segno. Entrò il professore e la lezione ebbe inizio. Guardai Samuel era furibondo ci stava fulminando anzi stava fulminando Mark.
“Credi che Tylor si sia arrabbiato perché ti ho portato via da lui?”
Continuai a guardarlo, mi guardò male e poi abbassò lo sguardo.
“Credo che non mi rivolgerà la parola per un bel po’!”
“Bè almeno mi devi un favore”.
“Che tipo di favore?”
“Potresti riscattarti stando accanto a me anche la prossima volta!”
“Perché dovrei accettare sei un estraneo!” dissi sorridendo.
“Un estraneo che ti ha salvato ad una tortura e quindi merita una ricompensa.”
Ci pensai.
“Va bene ma solo perché mi hai “salvata”.”
Con il sorriso malizioso di prima stampato sul volto guardò la scheda che ci aveva consegnato il professore e cominciò a rispondere alle domande del test d’ingresso.
Fui contentissima di uscire dalla classe non vedevo l’ora di mangiare. Corsi a mensa e mi sedetti ad un tavolo libero. Emily arrivò pochi minuti dopo.
“Allora come sono andate le prime ore?”
“Un po’ pesanti non c’ero più abituata!”
“Nemmeno io, senti i ragazzi mi hanno chiesto se si potevano unire a noi per il pranzo non ti dispiace se gli ho detto di si vero?”
“No, tranquilla un po’ di compagnia non fa male! Ci saranno anche Hilary e Rachel?”
“Si! Si sono praticamente autoinvitate!”
Risi.
“Non importa!”
Dopo essersi serviti il pranzo arrivarono anche loro. “Emy ti sei ricordata di prendere la lista dei libri del professor Miller?” disse Samuel .
“No!! Oddio me lo sono scordata!”
“Ci credo avevi ben altro a cui pensare…” disse lui abbattuto.
Lo guardai sconcerata, come era geloso. Dovevo prenderla se no come avrei fatto per il resto dell’ anno?
Nell’aula non ne era rimasta nemmeno una, decisi di andare dal professore a sentire se ne aveva un’altra per me. Uscì ero così distratta che non vidi nemmeno dove camminavo, mi scontrai con una ragazzo, doveva avere un fisico da paura perché mi sembrava di essere andata a sbattere contro il marmo. Caddi a terra e al ragazzo tutti i fogli che aveva in mano.
"Stai più attenta ragazzina!"
Ero mortificata, iniziai a raccogliere i fogli.
"Scusa è che ero di fretta e non ti ho visto".
Li raccolsi e quando glieli porsi notai che portava dei guanti.
"Questa è la lista – fui interrotta.”
“Si del professore Miller.”
Alzai lo sguardo e vide che era Mark.
“Si, ma Noemi ovunque mi giro ti vedo devo pensare che tu ti sia presa una cotta per me? Perché se è così non posso ricambiarti!”
Cambiai tono di voce.
“Non ci pensare nemmeno!” ne raccolsi uno e lo spostai per passare.
“Ah comunque grazie per avermi fatto cadere i fogli!”
"Ti ho già chiesto scusa cosa vuoi di più?"
"Che caratterino spero che le ragazze qui non siano tutte come te!"
"Che fai lo spiritoso?".
Che presuntuoso.
“Prima non abbiamo fatto le presentazioni ammodo: piacere Mark Davis”. Disse lui allungando la mano.
“Almeno le buone maniere le conosci: piacere Noemi McAdams - dissi stringendogliela - io devo andare quindi ci vediamo.”
Raggiunsi gli altri;tutti avevano quasi finito di mangiare. Sul tavolo non si trovavano più vassoi così andai dalla cuoca a chiedergliene uno pulito, oltre a quello mi dette anche altri dieci vassoi da portare nella sala.
Li poggiai sul tavolo e subito Mark ne prese uno e andò a servirsi, ne presi uno anche io. Non c’era nulla che mi piaceva in particolare modo, così presi un piatto di insalata con patatine e un po’ di frutta. Andai verso il mio tavolo quando, un ragazzo che stava correndo verso di me mi urtò e mi fece cadere il vassoio. Mi girai per dirgliene quattro quando colpì un ragazzo che si trovava dietro di me facendogli cadere anche a lui il vassoio.
"Sarai soddisfatta ora?"disse Mark guardandomi male. "Non l’ ho fatto apposta!".
"Ah, no? Prima i fogli ora pure il pranzo sei proprio distratta!"
"Non è colpa mia se non sei attento!" mi stava facendo arrabbiare.
"Non è colpa mia se sei così maldestra!"
Raccolse il suo vassoio e andò a cambiarlo.
Andai subito a sedermi al tavolo con gli altri.
"Che fai non mangi?" mi chiese Emily.
"No, mi ha fatto passare la fame!"
"Dai!" "Che bello il primo giorno di scuola!"
Guardai Samuel e sul suo volto scorsi un sorriso, era contento che io avessi litigato con Mark. Simon cominciò a parlare delle sue vacanze, era stato a in Florida per quasi tutta l’estate.
“Ah, Noemi – chiese Hilary - dove hai passato le vacanze spero tu non sia rimasta a casa!”
“È stata sul mare della California con me, l’ho ospitata a casa mia per una settimana!”
Hilary rimase stupita.
“Cosa fai?” dissi a Emily sottovoce.
“Ti aiuto!”
“Grazie ma, non importa di quello che pensa quella vipera!”
Suonò anche la campanella di fine pranzo. Dal mio armadietto presi i vestiti per fare ginnastica e andai in palestra…avrei dovuto sopportare un’ora di lezione con Rachel e Hilary.
Il professore Morris ci fece fare mezz’ora di riscaldamento dopo di che ci divise in due squadre e ci fece giocare a pallavolo. In squadra con me era capitata Hilary. Mi posizionai centrale e lei battitrice, dovevo ammetterlo ma le sue battute erano micidiali.
La partita ebbe inizio., la palla era nostra, Hilary fece un servizio quasi perfetto, le avversarie ricevettero la palla, l’alzatrice la alzò e la banda schiacciò, peccato però che le mie compagne delle prime due file murarono e la palla finì a terra.
1 a 0 per noi. Hilary ribatte, andò a finire sulla linea laterale.
2 a 0 per noi.
Ripartimmo, però questa volta la loro azione fu molto buona e noi non riuscimmo a fare punto.
Palla alle avversarie. Riuscì a ricevere la palla e ad indirizzarla verso l’alzatrice, ma la nostra banda non riuscì a farci assegnare il punto.
“È colpa tua se il punto non è stato nostro…”
“Perché?”
“Dovevi prenderla meglio!”
Probabilmente aveva ragione, alla prossima mi sarei impegnata di più.
Nuova recezione, questa volta la palla andò di là dalla rete, però ci fecero il muro e non riuscimmo a prenderla.
“Noemi ti vuoi svegliare?? Mi urlò Hilary.
“Ma chi ti credi di essere, al posto di impartire ordini e basta muoviti un po’ anche te!”
Non disse più nulla. Quella volta mi volevo impegnare al massimo per farle vedere che era lei che si sbagliava.
Stavo per prenderla quando mi sentì spingere. Caddi a terra. “Ma cosa fai?”
“Mi avevi detto di muovermi no?”
“Si, ma non addosso a me!”
“Hai paura di sfarti i capelli sennò?”
Non la considerai più non volevo darle troppa soddisfazione. La recezione su di nuovo mia, l’alzatrice l’alzò a me e da centrale schiacciai e feci punto.
“Va bene adesso?”
Si girò. Che soddisfazione.
Il professore suonò il fischietto e ci disse di andarci a cambiare perché fra poco sarebbe finita l’ora.
Andai negli spogliatoi, feci una doccia veloce e mi diressi verso la nuova classe al secondo piano, quella di trigonometria.
La prima lezione non fu noiosa come tutte le altre, la professoressa Bell era nuova e quindi ci fece fare solo un piccolo ripasso.
Menomale la prossima ora l’avrei passata con Emily. Mi raccontò che Matthew le aveva rivolto la parola e che non sembrava affatto un cattivo ragazzo, anche se da come si era comportato con me non lo classificherei come angelo. Finalmente quella maledetta mattina era finita, incrociai Mark all’uscita da scuola, nemmeno mi guardò, tirò a diritto.
Emily mi riaccompagnò a casa ero troppo stanca avevo solo voglia di farmi un bel bagno caldo e di rilassarmi. Mia madre era in casa.
“Ciao Noemi, com’è andata la giornata?”
“Dimmelo tu? Ho litigato con Samuel, con un nuovo compagno appena arrivato e con Hilary!”
“Non molto bene… vuoi un thè? Sono quasi le cinque.”
“No, grazie vado a farmi un bagno!”
Posai lo zaino in camera mia e presi i vestiti di ricambio, mi chiusi in bagno, accesi lo stereo e preparai la vasca. L’acqua era la punto giusto, mi immersi e dopo dieci minuti di relax mi addormentai.
Sognai Mark e tutto quello che era successo oggi. Mark mi stava facendo la parte perché gli avevo rovesciato il pranzo e io non riuscivo a parlare, ci provavo ma niente. Per fortuna fui svegliata dalla voce di mia madre che bussava alla porta.
“Noemi, cos’hai è un’ora che sei li dentro.”
Ero un po’ rintontita.
“Nulla, tranquilla mi ero addormentata!”
“Va bene sbrigati che è pronta la cena.”
Uscì, mi asciugai e andai a cena; non mangiai quasi nulla, non avevo appetito.
Per finire la serata andai in camera mia e guardai un film alla televisione. Mi infilai sotto le coperte non appena finito, ma non riuscivo a prendere sonno continuavo a pensare alla vicenda di oggi. Dovevo dimenticarla!!
  
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