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Autore: Sereko    30/03/2009    5 recensioni
Edward Anthony Masen Cullen è un mostro. Questo era ciò che si ripeteva da novant'anni a questa parte, questo era ciò di cui si era convinto dal momento in cui aveva riaperto gli occhi all'alba della sua non vita
Questa storia la dedico a Nadia,mia prima lettrice e fan,che tanto pazientemente legge le mie storie e sopporta le mie insicurezze.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mostro






Edward Anthony Masen Cullen è un mostro.

Questo era ciò che si ripeteva da novant’anni a questa parte, questo era ciò di cui si era convinto dal momento in cui aveva riaperto gli occhi all’alba della sua non vita.

D’altra parte, come poteva essere altrimenti?

In passato aveva strappato tante persone alle loro famiglie alle loro vite, poco importa se fossero degli esseri immondi.

Aveva ucciso.

Era un assassino.

Il peso di quelle esistenze interrotte premeva ancora sul suo petto muto quando, senza sforzo, riusciva a ricordare uno per uno i visi ,le espressioni e i pensieri delle persone che aveva ucciso.

Grazie alla sua infallibile memoria la sofferenza e le sensazioni di allora erano ancora presenti in lui, profondamente radicate nel suo cuore dilaniato, un monito doloroso per il futuro.

 

 

Edward Culle è un mostro.

Questo era quello che aveva continuato a ripetersi,con maggiore enfasi e un tormento sempre crescente, quando aveva conosciuto Bella Swan.

L’odore inebriante del suo sangue era un richiamo irresistibile per il mostro che aveva con tanta forza cercato di imbrigliare e relegare nell’angolo più remoto del suo essere.

Per resistere alla tentazione era fuggito ma paradossalmente e inconsciamente, quella creatura pura ed innocente l’attirava a se come una calamita.

Il richiamo era irresistibile,impossibile opporsi.

Mostro, era la parola che più frequentemente si presentava nei suoi pensieri, marchiata a fuoco nella sua mente, e come poteva non sentirsi tale quando la guardava, piccola, delicata, dolce, pura e la paragonava a sé?

Mostro macchiato dal più terribile dei peccati, mostro che bramava il suo sangue?

Le sue mani, mentre le osservava davanti a sé , erano fredde, bianche,dure…assassine.

Come poteva lui  macchiare, con le sue mani rosse del sangue di tante vittime, la sua pelle candida, sfiorare il suo viso innocente,le sue labbra rosse e piene…

Mai tanto dolore aveva squarciato il suo petto, fatto sanguinare il suo cuore morto che ora batteva al ritmo del cuore di lei.

Un dolore sordo, acuto, perforante che lo lasciava boccheggiante ogni qual volta pensava che lui sarebbe stato la causa della fine della vita lei, della sua Anima.

Mostro lo sarebbe stato se avesse ancora permesso che lei vivesse tra i Mostri e così la scelta più giusta era stata quella di andare via – quando il suo fratello-mostro aveva quasi morso Bella – lasciando il suo cuore a Forks.

Mostro lo è stato perché ha ancora una volta messo in pericolo la vita della sua Bella, mostro lo è stato perché è stato lui la causa della sofferenza maggiore per l’unica creatura che avesse mai preso il suo cuore.

Mostro non voleva esserlo più.

Autoproclamatosi suo Angelo-Demone protettore, non avrebbe mai più permesso a niente e nessuno, nemmeno alla sua stessa ragione, di allontanarlo da Bella.

I loro cuori erano legati a doppio filo, più duro e spesso della sua stessa pelle che nessuno – nemmeno Jacob Black, che per tanto tempo aveva temuto – sarebbe mai riuscito a spezzare.

 

 

Il giorno del suo matrimonio si era sentito l’essere più felice del pianeta.

Finalmente sua per sempre, nessuno avrebbe mai più osato portagli via l’unica sua ragione di vita, l’unica per la quale il suo cuore cantava.

Era una musica melodiosa, che lo colmava di gioia e alleviava le sue sofferenze.

Per una volta non era il drago cattivo, ma il principe che con la sua lucente armatura traeva in salvo la principessa.

Così sicuro del suo lieto fine, di quel vissero per sempre felici e contenti, che si era sentito morire quando Bella si era ritrovata in pericolo di vita, per l’ennesima volta a causa sua.

Un dolore così terribile, per nulla paragonabile alla tortura mentale inflittagli da Jane, che gli partiva dal petto e come una lama incandescente glielo squarciava propagando fiamme per il resto del corpo.

Poteva forse esistere un delitto peggiore di quello di uccidere il proprio amore?

Nemmeno la morte, l’annullamento della sua esistenza avrebbe mai potuto riscattarlo da un così atroce e brutale assassinio.

Era mentre la guardava indebolirsi e morire lentamente che iniziò a sperare di possedere un’anima , cosicché questa potesse bruciare per sempre all’inferno per il male che le causava.

Nemmeno dopo la morte meritava di ricongiungersi con lei.

Un mostro della sua specie meritava solo di soffrire.

Per sempre.

 

 

Era stato nel momento più buio della sua esistenza, quando il cuore di Bella aveva smesso di battere e a lui era sembrato di essere risucchiato da un oscurità senza fine, che la sua vita aveva preso una svolta diversa, inaspettata quanto insperata.

Paradossalmente, a dispetto di tutto il dolore e il male che aveva fatto, sebbene fosse sicuro di non meritare affatto tanta gioia, si era ritrovato a fianco la sua bellissima moglie e sua figlia, una creatura tanto incantevole da riempirlo di adorazione.

Era stato allora, quando la felicità gli gonfiava il petto quasi fino a farlo scoppiare, quando la gioia era tale da fargli girare la testa e pizzicare gli occhi, che Edward Cullen aveva smesso di sentirsi un mostro.

Era stato allora, guardando la sua famiglia, che si era sentito marito e padre.

Era stato allora, per la prima volta dopo cento anni, che si era sentito solo Edward Cullen.

 

 

 

 

<< Dai Edward muoviti! >>

<< Si si arrivo Alice >> finii di sistemare la fotocamera e corsi a posizionarmi con i miei familiari << Dieci secondi da…ora, e scatta. Tenetevi pronti, non ne faccio un’altra >>

Delle risate si propagarono per la stanza e mi guardai attorno. Eravamo tutti lì.

Alice e Jasper mano nella mano, Emmett e Rosalie , Esme e Carlisle abbracciati, Jacob sorridete che guardava di sottecchi Reneesme, magnifica e perfetta come sempre e infine lei, abbracciata al mio fianco che mi guardava sorridente.

Quando vide che la fissavo ampliò il sorriso e si avvicinò per sussurrarmi all’orecchio << Ti amo >>

Un brivido mi percorse la schiena e la strinsi maggiormente a me

<< Io di più >> le soffiai ad un centimetro dalle labbra prima di suggellare quelle parole con un bacio dolcissimo.

In quel momento il flash scattò.

Sorrisi sulle labbra di mia moglie, ecco un’altra foto che Charlie non avrebbe visto.

  
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