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Autore: Robigna88    21/03/2016    1 recensioni
Elijah Mikaelson ha deciso di rimanere a New Orleans per occuparsi di quella che per lui è da sempre una missione: la redenzione di suo fratello Niklaus. E anche perchè presto Klaus avrà una figlia.
Una figlia da quella lupa che lui trova estremamente affascinante e che in qualche modo gli fa venire voglia di aprire il suo cuore come non gli era mai successo prima.
Mai, eccetto una volta.
Quando quella volta torna nella sua vita, questo tuffo nel passato cambia tutto e lo cambia in un modo che lo sconvolgerà nel profondo.
DAL PRIMO CAPITOLO:
-"Ti chiederei che cosa ci fai qui, ad aiutare quel fratello che speri ardentemente di poter cambiare anche se è ovvio che Klaus non vuole essere aiutato, ma conosco già la risposta."
"E quale sarebbe?"
"Smetterai di cercare la sua redenzione solo quando crederai che non sia rimasto nulla da trovare. Giusto?"-
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NDA: Buona lettura.

vb

-CAPITOLO 16-

 

 

 

 

 

               TRE ANNI PRIMA

 

Allison pensò che tornare a dormire sarebbe stato impossibile, anche se ci avesse provato con tutte le sue forze.

Indossò una vecchia felpa e scese di sotto. I piedi scalzi si gelarono subito al contatto con il marmo pregiato della scala. Raggiunse la cucina ed aprì il frigorifero alla ricerca di qualcosa da bere. Dell’acqua sarebbe stata la scelta migliore ma una birra era decisamente quello che le serviva. Ne afferrò una e la stappò mentre con il piede richiudeva il frigorifero.

“Sicura che non ti serva qualcosa di più forte?”

La voce di Elijah la colse di sorpresa ma non la spaventò. “Dipende.” disse voltandosi per guardarlo in faccia.

“Da cosa?”

“Da cosa intendi con qualcosa di più forte.”

Elijah abbozzò un sorriso e la raggiunse allungandosi fino ad aprire il pensile sopra di lei. L’odore del vampiro le fece chiudere gli occhi per un attimo; sapeva di muschio e di pericolo. Una combinazione irresistibile per i suoi gusti.

Lui indietreggiò di pochi millimetri e le mostrò una bottiglia. “Tequila?” le chiese. Poi le baciò la fronte indugiando un attimo di troppo. “Non farlo mai più Allison.”

“Cosa?” chiese lei alzando gli occhi per fissarli dentro i suoi. “Salvare il tuo culo originale?”

“Rischiare la tua vita per me. Se ti fosse successo qualcosa, io…”

“Ma non mi è successo niente” lo interruppe lei. “Quindi non hai nulla di cui incolparti o preoccuparti.”

“Tu e la tua risposta sempre pronta, sei la donna più testarda che abbia mai incontrato.”

“Basta parlare!” esclamò Allison. “Ho avuto una pessima giornata e ho seriamente bisogno di qualcosa di forte. Quindi dammi quella dannata tequila oppure portami nella tua stanza. Scegli tu, ma smettila di parlare.”

Elijah la fissò per un minuto, poggiò la bottiglia sul mobile dietro di lei e sollevò Allison lentamente da terra, stringendola a sé quando lei gli circondò la vita con le gambe.

“Ottima scelta Mikaelson…” mormorò lei prima di poggiare la bocca sulla sua.

 

 

 

“Mi verseresti un altro bicchierino per favore?” Allison sorrise al cameriere e mangiò una manciata di noccioline mentre l’uomo le versava altra tequila.

Era stata stupida, e lo sapeva. Lasciare Elijah, arrabbiarsi per quello che aveva fatto… sapeva che era stata solo la bugia a farla infuriare, ma sapeva anche che non aveva alcun senso.

Aveva, per settimane, chiesto delle conferme, ci aveva sperato per mesi prima ancora che lui si lasciasse andare e quando poi gliele aveva date lei si era arrabbiata.

Perché mentirle per evitare che se ne andasse era il suo modo di farle sapere che teneva a lei. Era amore in qualche modo e lei aveva riposto andandosene e sbattendo la porta.

“Ti è mai capitato di fare una cosa assolutamente stupida?” chiese al povero ragazzo che le aveva appena rifornito il bicchiere e che ora la fissava confuso. “Ma davvero, davvero stupida?”

“Ho fatto delle cazzate nella mia vita ma non so quanto siano paragonabili alla tua.”

“L’uomo di cui sono innamorata mi ha mentito al solo scopo di tenermi con sé” cercò di riassumere Allison. “E invece di sentirmi… lusingata mi sono infuriata con lui.”

“Era una bugia grossa?”

“Abbastanza.”

“E ti ha in qualche modo danneggiata?”

Allison sembrò rifletterci per un attimo. “Non proprio” disse infine. “Anzi, diciamo che anche se mi ha mentito ha messo fine ad una situazione che avrebbe potuto crearmi diversi problemi.”

“E tu lo ami?”

“Moltissimo” la donna sospirò. “Volevo solo che fosse sincero”

Il cameriere scosse il capo. “No,” le disse. “Tu volevi che ti chiedesse di restare e che lo facesse in modo chiaro. Voi donne siete così; avete il vostro linguaggio segreto e molto spesso noi uomini dobbiamo leggere tra le righe, ma pretendete da noi la massima chiarezza sempre.”

La cacciatrice abbozzò un sorriso, poi bevve tutto d’un sorso dal bicchierino. “Credo che tu abbia ragione” gli disse. “Sono stata una stupida.”

“Puoi ancora rimediare…”

“Non so se posso.”

“Io dico di sì” l’uomo si mise dritto. “Se un uomo ti mente solo per paura di perderti deve amarti parecchio. Credo che ti perdonerà.”

Allison poggiò cinquanta dollari sul bancone e si mise in piedi. “Grazie. Tieni pure il resto.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Ciao” la donna si mise a sedere accanto a lui sul divanetto nell’atrio e sospirò togliendosi le scarpe prima di sollevare i piedi.

Odiava quando si creava quella strana situazione tra loro. Quella specie di imbarazzo misto a tensione che si andava ad aggiungere alle già complicate dinamiche tra di loro.

Ma per quanto la odiasse era certa che non avrebbe mai potuto cambiare del tutto le cose; loro due erano così, litigavano e lei si infiammava… lui invece attendeva paziente che le fiamme si estinguessero e quel suo atteggiamento finiva per farla sentire terribilmente in colpa.

“Ciao” le sussurrò lui guardandola con un sorriso. “Hai affogato la tua rabbia nella tequila?”

Allison annuì. “Nella tequila, nelle noccioline e negli incredibilmente saggi consigli di un barista gentile.”

Elijah allungò una mano e le accarezzò con dolcezza uno zigomo. “Ti senti meglio ora?”

“Mi sento stupida” confessò lei. “Non avrei dovuto arrabbiarmi con te. Quello che hai fatto è stato dolce e lo hai fatto perché non vuoi che me ne vada. E se non vuoi che me ne vada significa che tieni a me. Avrei solo voluto che mi chiedessi di restare, senza… giochetti. Senza bugie.”

“Non tutti sono capaci di esprimere i propri sentimenti con la facilità con cui li esprimi tu Allison” mormorò l’Originale. “Solitamente io non lascio entrare le persone, non sono geloso e non mi lascio sopraffare dalle mie emozioni. Con te mi sono aperto più di quanto mi credessi capace.”

Lei si mordicchiò il labbro arricciando la bocca. “Mi dispiace” si scusò. “Sono qui per rimediare. Dimmi cosa vuoi che faccia, come posso farmi perdonare.”

“Potresti,” Elijah bevve un sorso dal suo bicchiere e poi si girò per guardarla meglio. “fare silenzio per un attimo e ascoltarmi, okay?”

“Okay.”

“Ogni volta che entri nella mia vita tu mi sconvolgi Allison Morgan” le disse. “Mi lasci senza fiato e mandi a monte ogni mio proposito. E per quanto folle possa sembrare, non posso fare a meno di te. Ci provo e credo di riuscirci ma poi tu ritorni e…”

“Ho capito” lo interruppe lei prendendogli il viso tra le mani e baciandolo. “Non c’è bisogno che tu dica altro. Posso solo immaginare quanto ti costi parlare così.”

Allison rise facendo ridere anche lui e sospirò quando la strinse tra le braccia.

“Non vado da nessuna parte” gli disse guardandolo dritto negli occhi.

Lui la baciò; un bacio lento ed intenso, prima di parlare. “Bene” sussurrò ad un soffio dalle sue labbra. “Neppure io.”

“Bene!” esclamò lei facendogli eco, abbandonandosi di nuovo contro le sue labbra un attimo dopo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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