-CAPITOLO
16-
TRE
ANNI PRIMA
Allison
pensò che tornare a dormire sarebbe stato impossibile, anche
se ci avesse
provato con tutte le sue forze.
Indossò
una vecchia felpa e scese di sotto. I piedi scalzi si gelarono subito
al
contatto con il marmo pregiato della scala. Raggiunse la cucina ed
aprì il
frigorifero alla ricerca di qualcosa da bere. Dell’acqua
sarebbe stata la
scelta migliore ma una birra era decisamente quello che le serviva. Ne
afferrò
una e la stappò mentre con il piede richiudeva il
frigorifero.
“Sicura
che non ti serva qualcosa di più forte?”
La
voce di Elijah la colse di sorpresa ma non la spaventò.
“Dipende.” disse
voltandosi per guardarlo in faccia.
“Da
cosa?”
“Da
cosa intendi con qualcosa di più forte.”
Elijah
abbozzò un sorriso e la raggiunse allungandosi fino ad
aprire il pensile sopra
di lei. L’odore del vampiro le fece chiudere gli occhi per un
attimo; sapeva di
muschio e di pericolo. Una combinazione irresistibile per i suoi gusti.
Lui
indietreggiò di pochi millimetri e le mostrò una
bottiglia. “Tequila?” le
chiese. Poi le baciò la fronte indugiando un attimo di
troppo. “Non farlo mai
più Allison.”
“Cosa?”
chiese lei alzando gli occhi per fissarli dentro i suoi.
“Salvare il tuo culo
originale?”
“Rischiare
la tua vita per me. Se ti fosse successo qualcosa,
io…”
“Ma
non mi è successo niente” lo interruppe lei.
“Quindi non hai nulla di cui
incolparti o preoccuparti.”
“Tu
e la tua risposta sempre pronta, sei la donna più testarda
che abbia mai
incontrato.”
“Basta
parlare!” esclamò Allison. “Ho avuto una
pessima giornata e ho seriamente
bisogno di qualcosa di forte. Quindi dammi quella dannata tequila
oppure
portami nella tua stanza. Scegli tu, ma smettila di parlare.”
Elijah
la fissò per un minuto, poggiò la bottiglia sul
mobile dietro di lei e sollevò Allison
lentamente da terra, stringendola a sé quando lei gli
circondò la vita con le
gambe.
“Ottima
scelta Mikaelson…” mormorò lei prima di
poggiare la bocca sulla sua.
“Mi
verseresti un altro bicchierino per
favore?” Allison sorrise al cameriere e mangiò una
manciata di noccioline
mentre l’uomo le versava altra tequila.
Era stata
stupida, e lo sapeva.
Lasciare Elijah, arrabbiarsi per quello che aveva fatto…
sapeva che era stata
solo la bugia a farla infuriare, ma sapeva anche che non aveva alcun
senso.
Aveva, per
settimane, chiesto delle
conferme, ci aveva sperato per mesi prima ancora che lui si lasciasse
andare e
quando poi gliele aveva date lei si era arrabbiata.
Perché
mentirle per evitare che se ne
andasse era il suo modo di farle sapere che teneva a lei. Era amore in
qualche
modo e lei aveva riposto andandosene e sbattendo la porta.
“Ti
è mai capitato di fare una cosa
assolutamente stupida?” chiese al povero ragazzo che le aveva
appena rifornito
il bicchiere e che ora la fissava confuso. “Ma davvero,
davvero stupida?”
“Ho
fatto delle cazzate nella mia vita
ma non so quanto siano paragonabili alla tua.”
“L’uomo
di cui sono innamorata mi ha
mentito al solo scopo di tenermi con sé”
cercò di riassumere Allison. “E invece
di sentirmi… lusingata mi sono infuriata con lui.”
“Era
una bugia grossa?”
“Abbastanza.”
“E ti
ha in qualche modo danneggiata?”
Allison
sembrò rifletterci per un
attimo. “Non proprio” disse infine.
“Anzi, diciamo che anche se mi ha mentito
ha messo fine ad una situazione che avrebbe potuto crearmi diversi
problemi.”
“E tu
lo ami?”
“Moltissimo”
la donna sospirò. “Volevo
solo che fosse sincero”
Il cameriere
scosse il capo. “No,” le
disse. “Tu volevi che ti chiedesse di restare e che lo
facesse in modo chiaro.
Voi donne siete così; avete il vostro linguaggio segreto e
molto spesso noi
uomini dobbiamo leggere tra le righe, ma pretendete da noi la massima
chiarezza
sempre.”
La cacciatrice
abbozzò un sorriso, poi
bevve tutto d’un sorso dal bicchierino. “Credo che
tu abbia ragione” gli disse.
“Sono stata una stupida.”
“Puoi
ancora rimediare…”
“Non
so se posso.”
“Io
dico di sì” l’uomo si mise dritto.
“Se
un uomo ti mente solo per paura di perderti deve amarti parecchio.
Credo che ti
perdonerà.”
Allison
poggiò cinquanta dollari sul
bancone e si mise in piedi. “Grazie. Tieni pure il
resto.”
****
“Ciao”
la donna si mise a sedere
accanto a lui sul divanetto nell’atrio e sospirò
togliendosi le scarpe prima di
sollevare i piedi.
Odiava quando si
creava quella strana
situazione tra loro. Quella specie di imbarazzo misto a tensione che si
andava
ad aggiungere alle già complicate dinamiche tra di loro.
Ma per quanto la
odiasse era certa che
non avrebbe mai potuto cambiare del tutto le cose; loro due erano
così,
litigavano e lei si infiammava… lui invece attendeva
paziente che le fiamme si
estinguessero e quel suo atteggiamento finiva per farla sentire
terribilmente
in colpa.
“Ciao”
le sussurrò lui guardandola con
un sorriso. “Hai affogato la tua rabbia nella
tequila?”
Allison
annuì. “Nella tequila, nelle
noccioline e negli incredibilmente saggi consigli di un barista
gentile.”
Elijah
allungò una mano e le accarezzò
con dolcezza uno zigomo. “Ti senti meglio ora?”
“Mi
sento stupida” confessò lei. “Non
avrei dovuto arrabbiarmi con te. Quello che hai fatto è
stato dolce e lo hai
fatto perché non vuoi che me ne vada. E se non vuoi che me
ne vada significa
che tieni a me. Avrei solo voluto che mi chiedessi di restare,
senza…
giochetti. Senza bugie.”
“Non
tutti sono capaci di esprimere i
propri sentimenti con la facilità con cui li esprimi tu
Allison” mormorò l’Originale.
“Solitamente io non lascio entrare le persone, non sono
geloso e non mi lascio
sopraffare dalle mie emozioni. Con te mi sono aperto più di
quanto mi credessi
capace.”
Lei si
mordicchiò il labbro arricciando
la bocca. “Mi dispiace” si scusò.
“Sono qui per rimediare. Dimmi cosa vuoi che
faccia, come posso farmi perdonare.”
“Potresti,”
Elijah bevve un sorso dal
suo bicchiere e poi si girò per guardarla meglio.
“fare silenzio per un attimo
e ascoltarmi, okay?”
“Okay.”
“Ogni
volta che entri nella mia vita tu
mi sconvolgi Allison Morgan” le disse. “Mi lasci
senza fiato e mandi a monte
ogni mio proposito. E per quanto folle possa sembrare, non posso fare a
meno di
te. Ci provo e credo di riuscirci ma poi tu ritorni
e…”
“Ho
capito” lo interruppe lei
prendendogli il viso tra le mani e baciandolo. “Non
c’è bisogno che tu dica
altro. Posso solo immaginare quanto ti costi parlare
così.”
Allison rise
facendo ridere anche lui e
sospirò quando la strinse tra le braccia.
“Non
vado da nessuna parte” gli disse
guardandolo dritto negli occhi.
Lui la
baciò; un bacio lento ed intenso,
prima di parlare. “Bene” sussurrò ad un
soffio dalle sue labbra. “Neppure io.”
“Bene!”
esclamò lei facendogli eco,
abbandonandosi di nuovo contro le sue labbra un attimo dopo.