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Autore: BabyLolita    22/03/2016    6 recensioni
Se i nostri due mondi si incontrassero ne uscirebbe un disastro, perché siamo troppo diversi. Eppure, nonostante tutto, vorrei tanto giocare con il fuoco, anche a costo di bruciarmi più di quanto io non lo sia già.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avevo considerato l’eventualità in cui lui potesse rispondermi.
Dannate bidelle che non fanno il loro stramaledettissimo lavoro!!
Inizio a riflettere sul da farsi. Basterebbe non rispondere e tutto finirebbe. Lui si dimenticherebbe di questa mia frase, si dimenticherebbe di me.
Ma se non sa nemmeno chi sei…
Prendo la sacca e ne tiro fuori la gomma. Cancello le frasi scritte sul banco facendolo tornare immacolato. Mi guardo intorno. Sono sola, come sempre. Torno a guardare il banco ormai privo di ogni segno di matita. Mi infilo la gomma in tasca e chiudo la sacca. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso la porta. Afferro la maniglia e mi fermo. Mi volto per osservare il suo banco un’ultima volta. Mi perdo nei miei pensieri.
Se ora non gli rispondessi…
Ci penso, ci ripenso. Avevo deciso di non rispondere, eppure, qualcosa mi dice di farlo. Torno indietro, prendo una matita ed inizio a scrivere:
“Ha davvero importanza dare un volto a queste poche righe? Non sono forse le parole stesse a rappresentare l’animo di una persona? Tu non hai bisogno di sapere quale sia il mio volto, le parole possono essere un biglietto da visita più che sufficiente.”
Rileggo la frase e più lo faccio, più mi sembra banale ed insensata. Sbuffo, agitata, non me la sono sentita di rivelargli il mio nome.
Forse… potrei farlo innamorare delle mie parole.
Scuoto la testa.
Leggi troppi libri ragazza mia, non siamo in un romanzo.
Ricaccio la matita nella sacca ed esco di scuola. Dentro di me, una vocina mi urla di dare fiducia alla forza delle parole. Il giorno dopo andare a scuola è un peso. Ho paura di essere scoperta dal ragazzo che mi piace e la cosa mi agita non poco. Quando entro in aula, mi sorprendo di vederlo già seduto al suo posto.
Che sia venuto prima… per vedere se c’era una risposta?
I nostri sguardi si incrociano, ma so che non mi sta guardando davvero. Mi dirigo al mio banco guardando a terra. Sul mio volto, le guance hanno già cambiato colore. La giornata mi pare eterna. Quando scocca la campanella sono delusa realizzando che è solo quella del primo intervallo. Esco dall’aula e una voce mi distrae dai miei pensieri:
   «Michela, posso disturbarti un secondo?»
Mi volto verso Nathaniel. Gli faccio cenno di si con la testa ed osservo le sue guance divenire color porpora.
Ah, già. Da quella volta non ci siamo mai più chiariti… forse, sarebbe il caso di dargli quella risposta che non gli ho mai dato.
   «Avrei bisogno di parlarti.» continua poi.
   «Si, anche io.»
Il delegato mi guarda con aria sorpresa poi mi fa cenno di seguirlo. Camminiamo per qualche minuto prima di raggiungere la biblioteca. Nathaniel entra per primo ed io lo seguo. Lo guardo chiudere la porta alle mie spalle ed avvicinarsi ad una pila di libri poco distante. Lo seguo senza fiatare, cercando di decidere se essere la prima a rompere il ghiaccio oppure no.
   «Senti, so che può sembrarti strano ma vorrei che tu mi aiutassi con il lavoro in biblioteca. Vedi, il ragazzo che ci lavorava l’anno scorso si è diplomato e quindi ora il posto è rimasto vuoto. Ho pensato che tu, visto che ami tanto i libri, saresti la persona perfetta per aiutarmi a tenere in ordine questo posto. Non devi fare molto, solo risistemare i libri quando vengono riconsegnati. Dovresti trattenerti a scuola per circa mezz’ora in più tre volte a settimana. Lo so che è tanto… però sei la persona più indicata per questo compito.»
   «Perché non lo chiedi a Melody?»
Nathaniel distoglie lo sguardo, sembra a disagio.
   «Il rapporto che ho con lei è… complicato.»
   «E non credi che il fatto di aver chiesto questo favore a me e non a lei lo complichi ulteriormente?»
   «Non penso che il problema si ponga.»
   «Certo che si pone. E se non complicherà la vita a te, la complicherà sicuramente a me. Sai benissimo che—»
   «È innamorata di me. Si, lo so. E sa anche che io sono innamorato di te, ma questo non centra con il lavoro in biblioteca.»
   «A proposito di questo io… vorrei parlartene. Mi dispiace per come mi sono comportata quella volta. E mi dispiace per averci messo tanto per affrontare l’argomento ma… non sapevo come prendere la cosa. La tua è stata… la prima dichiarazione che io abbia mai ricevuto e… ecco… non sapevo, né tuttora so, come comportarmi. Solo che, mi dispiace, ma io—»
   «Ferma. Non finire la frase, ti prego. Io non ti sto chiedendo di metterti con me. Non è per questo che mi sono dichiarato. Ero, e sono, a conoscenza del fatto che non ti piaccio in quel senso, ma ho voluto dichiararmi lo stesso perché volevo che tu fossi a conoscenza dei miei sentimenti, dato che non mi pareva te ne fossi mai accorta.» …in effetti… «Quindi non darmi la tua risposta. Non adesso, per lo meno. Sono sicuro che, ora che sai quello che provo, inizierai a guardarmi in modo differente. Magari inizierai a guardarmi come ragazzo piuttosto che come un semplice compagno di classe. Quindi ti chiedo, per favore, di iniziare a tenermi in considerazione in quanto uomo, non in quanto semplice delegato scolastico. Tu mi piaci, e anche molto, ma non voglio forzare le cose. So che per te solo un semplice ragazzo comune, ma spero che la consapevolezza dei miei sentimenti mi metta sotto una nuova luce. Per cui dammi del tempo, ti chiedo solo questo, del tempo per dimostrarti che posso essere qualcuno su cui fare affidamento, qualcuno di cui potersi innamorare, ok?»
Le sue affermazioni mi sorprendono ed io stessa mi sorprendo di come lui possa essere così diverso e maturo. Ho sempre saputo che lo fosse, voglio dire, stiamo parlato del delegato scolastico, ma non lo avevo mai considerato sotto questo aspetto. Lo guardo ma, questa volta, lo faccio per davvero. Indossa delle sneakers azzurre e dei jeans del medesimo colore. Una maglietta bianca avvolge un fisico definito che mi sorprendo di non aver mai notato prima. I suoi capelli biondi sono arruffati perché, da qualche minuto, si gratta la testa nervosamente. Il suo viso è arrossato, si vede che è agitato. I suoi occhi color miele mi fissano intensamente, imbarazzati ma interessati e, per la prima volta, mi riscopro curiosa di sapere come sarebbe lasciarsi amare ed innamorarsi di uno così. Scaccio via i pensieri e ritorno in me.
   «Non so se sarò mai in grado di darti la risposta che vuoi sentirti dire.»
   «Sono certo che una risposta da te la otterrò, quale sarà lo scopriremo solo con il trascorrere dei giorni. In ogni caso, abbiamo un anno di tempo per approfondire davvero il nostro rapporto. Sono sicuro che, in questo lasso di tempo, certe cose cambieranno.»
Nathaniel mi sorride. Ha un bellissimo sorriso. Io contraccambio.
Forse iniziare a guardarlo sotto una luce diversa non è poi un’idea così cattiva, infondo… chi mi garantisce che ci sarà mai qualcosa tra me e Lysandro?
   «Va bene. Ti aiuterò con il lavoro alla biblioteca.»
Lui mi osserva e, ancora una volta, mi mostra il suo splendido sorriso. Io lo osservo, incuriosita, ed inizio a chiedermi quanto tempo ci metterà Melody prima di infilarmi una bomba nella cartella.
 
La campanella che sancisce la fine dell’intervallo suona. Faccio cenno a Nathaniel che sto rientrando e lui mi dice di avvisare il docente che tarderà un attimo perché deve finire di sistemare delle cose in biblioteca. Facendogli un cenno di assenso esco dalla biblioteca. I corridoi si stanno svuotando. Aumento il passo e, girando l’angolo, sbatto addosso a qualcuno. Indietreggio di qualche passo. Chioma rossa, occhi scuri.
Castiel.
Lui mi guarda, sembra incazzato. Indietreggio ancora di qualche passo e sbatto a qualcun altro. Mi volto.
Oddio.
I suoi occhi eterocromatici mi fissano sorpresi. Il mio cuore sussulta. Abbasso lo sguardo rapidamente, so che sto arrossendo. Mi allontano immediatamente da loro due correndo verso la mia classe.
Entro in aula e mi siedo al mio banco. Mi manca il fiato, mi sembra di aver corso la maratona del secolo. Dopo di me, Castiel e Lysandro entrano in aula come se nulla fosse. Inizio a guardare altrove e così faccio passare il resto della giornata scolastica. Quando l’ultima campanella scocca mi alzo ed inizio a fare la cartella. Come al solito, faccio tutto lentamente, non mi va di rinunciare al mio rito giornaliero. Subito inizio ad agitarmi. Per via di Nathaniel, avevo scordato la mia frase sul banco di Lysandro. Deglutisco a forza, sto iniziando a sudare freddo. Quando tutti sono usciti mi avvicino cautamente al suo banco. Ho paura di quello che ci sarà scritto. Chiudo gli occhi e mi siedo al suo posto. Mi lascio inebriare da ciò che rimane del suo profumo e poi apro gli occhi. Osservo il banco e mi sorprendo nel non trovarci scritto nulla. Mi sento delusa, amareggiata, soprattutto quando mi rendo conto del fatto che speravo davvero in una sua risposta. Sbuffo arrabbiata e poggio la testa sul banco. ne osservo la superficie da più vicino e, facendolo, mi accorgo di un minuscolo disegnino. Lo guardo meglio, sembra una freccia, indica il sottobanco. Infilo le mani sotto e ne estraggo un quadernino. È diverso dai soliti quaderni che usa Lysandro. È tutto azzurro con sopra scritte, con un indelebile nero, le parole: “le parole possono essere un biglietto da visita più che sufficiente”. Il mio cuore ha un sussulto.
Oddio, sono le mie stesse parole.
Apro il quadernino e mi ritrovo davanti una serie di frasi che riconosco.
Questa è la sua calligrafia.
“Mi piace questo tuo modo di ragionare, ma questo non fa che stuzzicare ulteriormente la mia curiosità. E poi, non trovi ingiusto che tu sappia chi sono io, ma che io non sappia chi sia tu? Se non vuoi dirmi chi sei, almeno raccontami di te. Ps: ho deciso di usare questo quaderno per comunicare perché lo trovo più discreto. Non mi va che le persone leggano i nostri discorsi. Sono sicuro che apprezzerai questa mia iniziativa. Mi auguro di trovare una tua risposta domani mattina.”.
Mi manca il fiato.
I “nostri” discorsi?
Sorrido, e sono felice che in questo momento non ci sia nessuno in giro che veda la faccia da ebete che sto facendo in questo momento. Prendo la penna ed inizio a rispondergli:
“Mi sorprendo di questa tua idea e della tua capacità di prevedere le cose ma si, apprezzo questa tua iniziativa. Io invece credo che sia sensato che tu non sappia con chi stai parlando. Sai, intorno a te veleggia sempre un’aria di mistero… non ti alletta l’idea di trovare una controparte con lo stesso velo attorno a lei? Infondo, è il fatto stesso dell’ignoto a rendere interessante una cosa, non trovi?”
Mi rendo contro di non avergli detto nulla di me, sebbene lui me lo abbia chiesto, ma non mi va di rivelarmi troppo presto.
Ho paura che se scopri chi sono, tutto finirà.
Ripongo il quaderno sotto il banco e mi dirigo verso casa. Questa volta, sono davvero ansiosa di riprendere le lezioni domani. Il giorno dopo fremo all’idea di leggere la sua risposta e, non appena tutti se ne sono andati, afferro il quaderno per leggere le sue parole.
“Ti trovo sfuggente, e la cosa forse un po’ mi preoccupa. Penso tu sia una persona interessante, e per questo temo di vederti scomparire da un momento all’altro. Sai… mi basterebbe restare un po’ più a lungo a scuola per scoprire la tua identità, ma ho deciso di restare al tuo gioco. Desidero essere in grado di scoprire chi tu sia senza che sia tu a rivelarmelo, ma promettimi una cosa. Se indovino la tua identità, tu dovrai rispondermi sinceramente e venire allo scoperto, intesi?
Ps: Non mi hai raccontato nulla di te.”
Sorrido.
Più parlo con te, e più mi piaci.
“Raccontarti di me? È difficile… se ti rivelo troppo potresti scoprirmi subito, e tutto finirebbe, ed ammetto che non mi va. Mi piace l’idea di questa “corrispondenza”, sarebbe un peccato interromperla subito. Cosa posso dirti di me? Io ti conosco. Ti guardo ogni giorno. So che passi tutto il tuo tempo con Castiel, e che sei sempre perso nei tuoi pensieri. Più volte mi sono chiesta in quali mari navigano le tue fantasie. Più volte mi sono chiesta se mai sarò in grado di cavalcare le stesse onde che affronti tu ogni giorno. Potrei essere qualcuno che ti sta vicino da tempo, o qualcuno che tiene le distanze per non farsi scoprire. Ci sono tante cose che potrei dirti, ma le mie onde non sono abbastanza forti per stare al passo con le tue. Finirei per essere sovrastata, e non sarei più così interessante. Però una cosa posso dirtela. Una cosa che, quando scoprirai chi sono, potrebbe compromettere ogni cosa, per sempre. Però sai… ci sono cose che è inutile tenersi dentro, e forse così è più facile per me affrontare le cose. Vuoi sapere davvero qualcosa di me? Ebbene, sono innamorata di te.”
Poso la penna. Mi sento esausta. Il cuore mi batte forte. Mi rendo conto che domani, quando leggerà queste poche righe, il suo mondo verrà stravolto.
Aspetta…accadrà davvero? Non sa nemmeno chi sono…
Riposo il quaderno sotto il banco e torno a casa. Sono agitata. Ho paura di leggere la sua risposta e, quasi subito, mi pento di avergli fatto una dichiarazione d’amore, sebbene sia totalmente anonima.
Eppure… mi basta smettere di rispondergli.
Sbuffo, gettandomi sul letto.
Sai che non lo farai.
 
L’indomani, al termine delle lezioni, vado subito in biblioteca da Nathaniel. Non ho il coraggio di leggere la risposta di Lysandro, quindi decido di rimandare la cosa il più possibile. Quando arrivo il delegato è già li che mi aspetta. Mi accoglie con un sorriso smagliante ed io contraccambio, avvicinandomi a lui. Nathaniel mi mostra quello che devo fare ed iniziamo a sistemare i volumi. La stanza è silenziosa, e la cosa mi sembra un po’ strana.
   «Senti… posso farti una domanda imbarazzante?» Nathaniel mi fissa, sembra preoccupato.
   «Chissà perché, immagino quale sia il tema.» Mi risponde.
   «… che cosa ti ha fatto innamorare di me?»
Nathaniel mi fissa, poi distoglie lo sguardo. Sta pensando, non mi pare imbarazzato.
   «In realtà… non lo so. Voglio dire… sei bella, intelligente, gentile… non hai niente che non va.»
   «Anche Melody è bella, intelligente e gentile.» Aggiungo osservandolo con una nota di disappunto.
Lui mi fissa e si mette a ridere.
   «Melody non è… come te. Lei è… troppo appiccicosa, noiosa… insomma, la trovo pesante. Tu invece sei diversa. Mi sembri un universo a parte. Un universo che sono interessato a conoscere in tutto e per tutto.»
Nathaniel raccoglie altri libri e si avvicina a me per sistemarli su uno scaffale li a fianco.
   «Che ne sai? Magari anche io, se mi innamorassi di te, diventerei estremamente appiccicosa e noiosa.»
Lui mi fissa, sembra divertito.
   «Può darsi, ma non penso che troverei appiccicoso il fatto che la ragazza che amo passi tutto il suo tempo con me. Non ti reputerei mai noiosa o altro anzi, pagherei per avere quel genere di attenzioni da te.»
Io lo guardo, ancora. Ho deciso di porgli quella domanda per cercare di capire che cosa potrei fare per piacere più a Lysandro, ma ho ottenuto solo più domande che risposte. Nathaniel mi fissa, so che cerca di capire a cosa sto pensando. Raccolgo alcuni libri ed inizio a sistemarli. Mi alzo sulle punte dei piedi per sistemare quelli più in alto ma non ci arrivo. Il delegato si avvicina, me li sfila dalle mani e li ripone negli scaffali alti.
   «Grazie.» Bofonchio impacciata.
Lui mi fissa. Restiamo in silenzio a guardarci per qualche minuto poi con la mano mi accarezza la testa. Lo sento giocare con i miei capelli e so che sta sistemando un ciuffo ribelle. Io resto immobile lasciandolo fare. La sua mano scende, accarezzandomi la guancia. Io lo osservo.
Innegabilmente è un bellissimo ragazzo, eppure…
Nathaniel mi sorride ancora.
   «Lo vedi? Solo con te ho questo desiderio assurdo di baciarti. Non succede con nessun’altra.»
Così dicendo si allontana ed io rimango li, imbambolata.
È la prima volta che qualcuno mi dice che desidera baciarmi.
Quando ritorno in classe per recuperare la cartella mi faccio coraggio e prendo il quadernino da sotto il banco di Lysandro. Prendo un bel respiro ed inizio a leggere:
“Io… non mi aspettavo di certo una dichiarazione. Ma sono felice, questo dimostra che sei una persona sincera e, sebbene non sappia chi tu sia, ti ringrazio molto di provare questi sentimenti per me. Se per te va bene, vorrei continuare questa nostra “corrispondenza” (mi piace questo termine che hai utilizzato). Sai, sei la prima persona che non respingo in tronco. Non lo faccio per cattiveria ma, ti dirò, sei la prima persona che riesce ad incuriosirmi davvero. Sappi che non navigo in acque così complicate come può sembrare, in realtà ho pensieri molto umili. Spesso mi domando come sia l’amore, quello vero. A parte di me, ti eri già innamorata prima? Io non ho mai amato nessuno, per questo voglio chiedertelo. Com’è innamorarsi di qualcuno? Quando hai capito di amarmi? Forse sono un po’ sfrontato, se queste domande ti mettono in imbarazzo dimmelo, non sei costretta a rispondere. Solo che vorrei capire, conoscerti, imparare… mi sembri una persona profonda, in grado di capirmi. Vorrei capire quanto io posso essere in grado di capire di te.”
“Ci sono domande a cui non risponderò ma, bada bene, non lo faccio per timore, ma perché scopriresti troppo sulla mia identità, e non voglio che tu capisca subito chi sono. In realtà non mi ero mai innamorata di nessuno, tu sei stato il primo. Ho sempre sognato un amore vero, di quelli che ti fanno battere il cuore a mille, che ti fanno venire le farfalle nello stomaco e tutto quanto. Ero alla ricerca dell’amore e, ironicamente, quando qualcuno si è dichiarato a me ed io sono fuggita perché non sapevo come reagire e, in quel momento, mi sono riscoperta innamorata di te. Se vuoi un giorno, quando scoprirai chi sono (se vorrai ancora parlare con me), ti racconterò per filo e per segno come sono andate veramente le cose. Ma ora non posso, o tutto questo giungerebbe al termine. Com’è innamorarsi? Non lo so… ma so cosa vuol dire osservare qualcuno che ami. Lo cerchi nella folla, il tuo sguardo sembra assente, assettato di vedere ciò che sta cercando. Il cuore batte forte quando vedi quella persona, il viso ti va in fiamme e lo stomaco si contorce. Hai sempre paura di sbagliare, di fare qualcosa di male e finire per metterti in cattiva luce davanti ai suoi occhi. Ti chiedi come mai “proprio lui”, ma non sai darti davvero una risposta. Sai di essere accecato dai tuoi sentimenti e, sebbene possa sembrare una cosa stupida, in realtà sei felicissimo di avere qualcuno in grado di farti provare certe emozioni. Sai, avevo già intenzione di dichiararmi a te ma, dopo quello che mi hai detto, sono felice di averlo fatto tramite questo quaderno. Se lo avessi fatto a voce, immagino che mi avresti respinta in tronco e tutto questo non sarebbe mai nato. Per questo motivo ringrazio il fatto di non aver avuto il coraggio di confessarti il mio amore tutte le volte che mi sono ripromessa di farlo. Sono felice di avere questa opportunità. Felice di sapere che, almeno in questo modo, sono riuscita ad essere parte del tuo mondo per qualche tempo. Potrà sembrarti banale, ma per me è tanto. Quando ami qualcuno ogni secondo non speso con lui è un secondo perso, ed io in questo modo sono riuscita ad essere parte del tuo mondo. Anche se per poco, sono riuscita a venire in contatto con te.”
 
Il tempo trascorre veloce da quando mi scambio di nascosto il quaderno con Lysandro, e le nostre conversazioni si evolvono sempre di più.
“Tu… mi sorprendi. Sei diretta, schietta, questo lato di te mi affascina. Chi sei? So che non risponderai… ma da giorni mi ronza questa domanda in testa. Ti prego, dimmi qualcosa in più su di te.”
“Qualcosa su di me? Cosa potrei dirti… Ah si, amo molto la tua voce. Ma che senso ha dirtelo? Sai già quello che provo per te. Una cosa che non capisco è come fa una persona come te ad avere a che fare con Castiel. Non lo giudico una cattiva persona, anche perché non lo conosco e quindi non posso dire la mia, però… mi sembrate così diversi.”
“Posso capirlo, a primo acchito Castiel potrebbe sembrare una cattiva persona, ma in realtà non è affatto così. È un ragazzo molto tormentato, è difficile da prendere. Se sei in grado di accettarlo per quello che è, poi lui ti darà il suo cuore. È un ragazzo d’oro, solo che si è costruito attorno una corazza che è difficile da abbattere ma credimi, se riesci ad andare oltre a quello, scoprirai che non è quello che sembra in realtà.”
“E tu? Tu come sei in realtà? Sai… mi sembri sempre così distante, così… misterioso… parlami di te. Voglio conoscerti, conoscerti davvero.”
“Questa è una domanda difficile… come pensi che io sia?”
“Questa è una domanda cattiva… se rispondessi male smetteresti di rispondermi? Davvero vuoi sapere come penso che tu sia? Penso che tu sia un ragazzo diverso dagli altri. Sembri vivere su un piano differente, un piano al quale io voglio accedere. Sei misterioso, intrigante. Sai, spesso i nostri sguardi si incrociano e, quando succede, mi sento sempre attirare verso di te. Sembri una calamita che mi attrae. Vorrei comprenderti fino in fondo, vorrei farmi comprendere fino in fondo. Spesso ti osservo, incuriosita dal tuo modo di fare, dal tuo modo di essere, e mi chiedo se sarò mai in grado di raggiungerti davvero.”
“Chi sei? Non smetterò mai di chiedertelo. Questi nostri messaggi… mi stanno logorando. Sento di volerne di più, ma ho paura, paura di andare troppo oltre, di varcare un cancello che non ho mai varcato. Voglio sentirti più spesso, un messaggio al giorno non mi basta più. Non ti chiedo di incontrarci, anche se muoio dalla voglia di farlo. Ti chiedo solo di sentirci più spesso. Ti lascio il mio numero di telefono. Prometto di non scriverti durante le lezioni per non scoprire chi sei, ma ormai ho capito che sei una delle ragazze della mia classe. Ti prego, mandami un messaggio a questo numero se sei d’accordo. Spero vivamente che lo farai.”.
I miei occhi rimangono fissi su quel numero a lungo, indecisi sul da farsi. Prendo il telefono e memorizzo il numero.
Non ho intenzione di fermarmi proprio adesso.
“So che manterrai la tua promessa e non mi scriverai durante le lezioni. Sai… l’idea che ti stai avvicinando alla mia identità mi spaventa molto… non voglio che tutto questo finisca.”.
Invio.
Prendo fiato. Sono agitata. Prendo il nostro quadernino della corrispondenza e lo metto nello zaino. Esco dall’aula e vado in biblioteca, sono già in ritardo. Quando entro Nathaniel mi accoglie con il suo solito sorriso ed iniziamo a sistemare i volumi. A fine giornata la sua voce irrompe nei miei pensieri.
   «Sei libera domani sera?»
   «Di solito non esco molto di casa… Domani che giorno è? Venerdì? No, sono a casa, perché?»
   «Ti andrebbe di venire al cinema con me?» Lo osservo, sorpresa per la sua proposta. «Prometto di non fare nulla che vada contro la tua volontà.»
Continuo a guardarlo, dubbiosa.
Ora che mi sto avvicinando a Lysandro, mi sento quasi in colpa. Mi sembra quasi di illudere Nathaniel ma, infondo, in realtà non sto con Lysandro. Anzi, lui non sa nemmeno chi sono, e nessuno mi garantisce che continuerà a parlare con me una volta scoperta la mia identità.
   «Tu… sei innamorata di lui, non è vero?» La voce del delegato mi riporta alla realtà. «Sei innamorata di Lysandro, non è così?» Lo guardo attonita e spaventata. Lui sospira, si avvicina a me e mi prende per mano. «Capisco che per te sia difficile. Sta tranquilla, mi sono accorto dei tuoi sentimenti per lui solo perché ti guardo, sempre. Non penso che qualcun altro se ne sia reso conto, quindi rilassati. Però sai com’è lui… non voglio dire cattiverie però… esci con me, per favore. Sono sicuro di riuscire a farti stare bene.»
Nathaniel mi guarda, speranzoso. Io lo osservo, spaventata per il fatto che si sia accorto dei miei sentimenti.
Tu… mi osservi davvero fino a tal punto?
Non capisco se sono scossa dalla cosa o se mi sento lusingata. Nathaniel stringe la mia mano ed io lo osservo.
Che devo fare? Infondo… si tratta solo di una serata al cinema… però…
La mano del delegato mi accarezza la testa.
   «Ti prego, di qualcosa. Questo silenzio mi uccide. E poi, se continui a guardarmi in questo modo senza dire niente, non riuscirò a trattenermi dal baciarti.»
Il mio corpo ha un sussulto. I nostri sguardi non si allontanano.
E se mi lasciassi baciare?




Commento dell'autrice: Come promesso, il nuovo capitolo è più lungo =D In realtà non ho molto da dire... quindi non lo farò xD Spero solo che il capitolo vi sia piaciuto tanto quanto il primo e di non aver deluso le vostre aspettative!! Alla prossima mie care lettrici :*

   
 
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