Happy ski
night
Sento una musichetta familiare
suonare in qualche punto imprecisato sopra la mia testa. Non capisco bene da
dove provenga. Forse ho lasciato acceso l’Ipod.
-Jess, fai smettere questa
lagna subito.-
Il mugolio seccato di Martha
non mi sprona affatto a lasciare il covo caldo di coperte di lana e lenzuola di
flanella, nel quale sono beatamente avvolta.
-Smetterà.- borbotto in
risposta, affondando ancora di più la testa nel cuscino. E, effettivamente, appena
lo dico, la musica cessa davvero. Mi sto quasi per riaddormentare quando un
altro motivetto, diverso da quello di poco fa, si diffonde nella stanza.
-E’ la tua sveglia questa.
Spegnila tu.- bofonchio infastidita.
-Non è mia.- si lamenta Martha.
–Sarà di qualcun altro di là.-
Francamente non ho le forze né
la voglia di alzarmi, né tantomeno di urlare, presumibilmente contro
quell’idiota di Zayn. Non c’è alcun bisogno, però, che una di noi due
intervenga, perché il motivetto, così come è arrivato, se ne va. Sospiro,
sorridendo beata al buio che mi circonda. Ma questa felicità, ovviamente, non
dura che per un misero istante: qualcuno sta bussando talmente forte alla porta
d’ingresso che credo la abbatterà presto.
-Ma chi è l’energumeno che osa
disturbare la gente a quest’ora!?- sbraito, mettendomi le mani sulle orecchie,
ma i colpi non mi arrivano meno attutiti e in più sembra che non ci sia nessuno
che abbia intenzione di far smettere questa tortura.
Sbuffo, liberandomi, dopo
qualche tentativo, dal groviglio di coperte, e mi incammino a piedi scalzi fino
all’ingresso. Per fortuna che qui c’è il parquet dappertutto, altrimenti credo
che in un istante mi si sarebbero ghiacciate le dita. E probabilmente le avrei
perse.
Tolgo la sicura alla porta,
sbadigliando assonnata e stringendomi la vita con un braccio, come se servisse
a proteggermi dal gelo polare che mi investe non appena la schiudo.
-Harry!- esclamo, trovandomelo
di fronte: zainetto nero sulle spalle e la custodia lunga degli sci appesa al
braccio.
-Come..Cosa..-
-Ecco perché nessuno
rispondeva. Vi avrò chiamato dieci volte a testa. Jess, mi faresti entrare, per
favore? Che ne dici se rimandiamo a dopo un tè caldo balbettamenti e
spiegazioni?-
Mi scosto per lasciarlo
passare, stordita. Prima che si inoltri nel corridoio gli tiro un pugno sul
braccio, prendendolo alla sprovvista.
-Questo è per i balbettamenti.-
spiego alla sua espressione interrogativa.
–E questo- gliene do un altro sulla spalla –è per avermi buttato giù dal
letto all’alba.-
-Jess, tu lo sai, vero, che
sono le nove e mezza del mattino?- mi informa in tono odiosamente divertito.
Oddio. La mia lezione con
Miles.
-Gente! Giù dalle brande!- urlo,
in perfetto stile piratesco. –E’ super tardissimo!-
Tendo l’orecchio: nessun segno
di vita. Sono convinta che mi abbiano sentita, perché è matematicamente
impossibile che il mio grido alla Tarzan non li abbia svegliati.
-C’è Harry!- strepito, ma
neanche così ottengo qualcosa.
Mi dirigo a passo di marcia,
tallonata da Harry, in cucina (che comunica strategicamente con il salotto
tramite una grande finestra interna) e apro le imposte in legno, facendo
entrare una bella luce e scatenando le proteste di Zayn.
-Smettila di lamentarti e
scendi da quel divano.- ordino, mentre riempio d’acqua un bollitore di
proporzioni cosmiche.
-Sei sempre la solita
rompipalle, Jess.-
-Concordo.-
Lancio un’occhiataccia ad
Harry, ma non se ne accorge neanche. Sta fissando divertito l’espressione
sbalordita sulla faccia di Zayn, che spunta da dietro lo schienale del divano.
-Sorpreso?- gli domanda, mentre
appoggia alla parete la custodia degli sci e si toglie lo zaino dalle spalle.
-Amico! Cosa ci fai qui!?
Pensavo che Jess ne avesse inventata una delle sue!- esclama Zayn, alzandosi per
salutare Harry con un abbraccio in stile
orso, con tanto di pugni reciproci. E’ inutile, i contatti affettuosi tra
maschi etero non li capirò mai.
Sospiro e accendo il fornello
dove ho messo il bollitore.
-Vado a stanare gli altri.-
annuncio poi, dirigendomi verso il corridoio. -State attenti che l’acqua non
evapori e, Harry, non azzardarti a raccontare nulla prima che io sia tornata!- li
istruisco, prima di andare dritta verso la mia stanza. Meglio iniziare dalla
parte più facile del lavoro.
-Martha.- chiamo piano,
toccandole una spalla con delicatezza.-Devi alzarti, è già tardi.-
Apre gli occhi pigramente,
stiracchiandosi: -Mi è sembrato di sentire la voce di Harry.- mugugna. –Ma
probabilmente stavo sognando.-
-No, è veramente qui. E’
arrivato neanche un quarto d’ora fa.-
-Quindi prima, quando mi hai
svegliata con le tue urla d’aquila, dicevi sul serio?-
-Sì!- sbotto, stizzita,
strappandole le coperte di dosso.
Esco prima di poter sentire
anche solo una delle maledizioni che mi sta lanciando.
-Sveglia, sveglia, sveglia!- esclamo,
facendo irruzione nella camera dei genitori di Niall
come un bufalo in corsa. Mi lancio sul letto, in mezzo ai due dormienti,
suscitando gemiti di dolore per averli centrati. Certe volte i ragazzi sanno
essere proprio delle mammolette. Neanche li avessi colpiti con una mazza
ferrata.
-Jess, perché?- geme Louis,
massaggiandosi il gomito.
-Perché dovete alzarvi! Sono
curiosa di sentire le spiegazioni di Harry e, se non vi date una mossa, vi
arrangerete a scoprirle dai riassunti improponibili di Zayn.-
-Harry? Spiegazioni? Quali
spiegazioni?- domanda Niall con voce assonnata.
-Del perché è arrivato qui di punto in bianco, no!? Ti pare
nella norma, la cosa?-
-Harry è qui?- chiede Louis, incredulo.
-Ve l’ho anche gridato, prima!-
-Sì, Jess, ma figurati se ci abbiamo creduto. Abbiamo
pensato fosse uno dei tuoi stratagemmi per farci alzare, non per altro, tutti
fallimentari.-
-Vi detesto. Tutti quanti!- sbotto, trascinandomi goffamente
ai piedi del materasso e balzando giù.
In cucina trovo Martha seduta al tavolo in legno, intenta a
girare un cucchiaino nella sua tazza da tè. Zayn e Harry pescano biscotti dal
pacco aperto di fronte a loro e li
divorano come non mangiassero da giorni.
Prendo una tazza dalla credenza sopra il lavandino e mi
siedo tra Martha e Zayn.
-Allora? Hai già spiattellato tutto o hai aspettato?-
Harry mi guarda sorridendo sornione: -Mi sono comportato da
bravo bambino.-
-Sono molto fiera di..-
-Harry!- esclama Louis entrando nella stanza e precipitandosi
dietro la sua sedia per abbracciarlo.
-Non credevamo fossi veramente qui!- rincara Niall, dandogli una pacca sulla schiena, prima di sedersi
accanto a Martha.
Osservo Louis
afferrare due tazze pulite dal lavandino e metterne una di fronte a Niall, prima di prendere posto accanto a Harry.
-Allora, visto che finalmente ci siamo tutti, direi che puoi
iniziare.-
Harry si alza nelle spalle: -Non c’è molto da dire. Ashley..
E’ diventata troppo pesante.-
Zayn mi dà una gomitata leggera sul braccio, alla quale
rispondo restituendogli una spintarella a mia volta.
-Insomma è come..- continua Harry, fissando la tovaglia. -Come
una piovra dai mille tentacoli, ultimamente.-
-La fastidiosa sindrome alla Lavanda Brown.-
diagnostico in tono fintamente grave.
-Tu scherzi, Jess, ma davvero, per me è un problema. Ieri mi
ha costretto a passare tutto il giorno con i suoi parenti! Pensavo che almeno
la sera le sarebbe andato bene uscire per andare al cinema, o al bowling, o a
fare qualsiasi altra cosa, ma ha voluto rimanere a casa con i suoi e me a
guardare un film.- scuote la testa e spalanca gli occhi. -Mi ci vedete? Di
venerdì sera, sprofondato in un divano a sorbirmi I passi dell’amore con il padre che russava
nel mio orecchio destro, e madre e figlia a singhiozzarmi nel sinistro!?-
Scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi, ma non sono
l’unica perché anche gli altri sghignazzano divertiti.
-Sì, bravi, continuate pure a prendermi in giro. Begli amici
che ho.-
-Oh, andiamo, Harry!-
dice Niall.
-Non ti stiamo prendendo in giro.- chiarisce Zayn.
La vibrazione del cellulare nella tasca del pigiama mi
distrae dalle varie rassicurazioni in cui si stanno profondendo tutti a questo
tavolo. Schiaccio il tasto di sblocco e apro il messaggio.
Da: Miles h: 10.08
a.m.
Si
saltano così le lezioni, da voi?
Mi sento un tantino morire dentro. Me ne
sono dimenticata completamente, di nuovo. Merda.
A: Miles h. 10.09
a.m.
Scusami, scusami, scusami! Ci
siamo svegliati tardissimo e, come se non bastasse, è arrivato senza preavviso un nostro amico da Bradford, mi dispiace!
Potrai mai riuscire a perdonarmi!?
Premo il tasto invio con il cuore
in gola. La risposta arriva subito. Evidentemente in quest’ora, per colpa mia,
non avrà nulla da fare se non pensare a quanto io sia una stronza con i
fiocchi.
Da: Miles h: 10.11 a.m.
Un modo ci sarebbe..
Potrei giurare che il mio battito
cardiaco stia raggiungendo velocità mai sfiorate prima. Sobbalzo ad un’altra
vibrazione.
-Jess, va tutto
bene?-
Ignoro Zayn e
mi affretto ad aprire il messaggio:
Da: Miles h: 10.12 a.m.
Vieni alla Ski Night con me, stasera. Porta pure i
tuoi amici, ma è la tavola, quella che mi interessa davvero, faremo una specie di lezione
sotto le stelle
Sorrido sollevata. Per un attimo
ho temuto che mi proponesse..
-Ha l’aria da ebete e non ha
ascoltato un quarto della nostra conversazione. E’ sicuramente il maestro.-
Mi volto verso Zayn che, a quanto
pare, sta rispondendo allo sguardo interrogativo che mi lancia Harry.
-Il maestro?- mi chiede, alzando
un sopracciglio, divertito.
-Ho preso lezioni di snowboard.- dico
vaga.
-E si è presa una cotta per Miles..-
-Non mi sono presa nessunissima
cotta!- protesto, facendo gli occhiacci a Louis, che mi guarda con aria di chi
la sa lunga.
-Però ieri sei sparita con lui al
pub!- rincara Niall,
evidentemente convinto che, mettere sulla graticola la sottoscritta, sia la
cosa più spassosa del secolo.
-Ah, ma allora le cose si fanno
serie! Eh, Jess?- Harry, seduto di fronte a me, mi fissa con sguardo malizioso,
e io mi affretto a tirare un calcio che, purtroppo, non centra il bersaglio.
-Andiamo ragazzi, basta.
Lasciatela in pace!- interviene Martha, la mia salvatrice. Le sorrido,
riconoscente, prima di tornare a squadrare Harry con sguardo inquisitorio.
-Non ci hai detto come mai la
dolce, piccola Ashley-attaccatutto ti abbia lasciato venire fin qui.-
-Magari lo ha fatto, ma tu eri
troppo occupata.-
Mi giro a guardare Zayn, confusa.
-Me lo sono persa sul serio?-
-No, Jess, non stare a sentirlo.
Anche io sono curiosa, Ashley non è il tipo da rinunciare così al suo week-end
progettato e rifinito nei minimi dettagli.- Martha fa una pausa, bevendo un
piccolo sorso di tè. –O sbaglio?-
-E va bene. Ve lo racconto.- cede
Harry, sbuffando appena. –Dovevo rimanere da lei a dormire. Ma, c’erano i
genitori nella stanza accanto..Voglio dire, come avrebbe potuto venirmi du..-
-Harry!- strepito, bloccandolo. -Non ci
interessa essere partecipi delle tue disfunzioni erettili, grazie.-
-Se mi avessi lasciato finire
avresti reso le cose meno imbarazzanti!- esclama Harry, cercando di sovrastare
le risate di tutti. –Non ho problemi di erezione! Io e Ashley facciamo sesso
almeno sei volte la settimana e, credimi quando ti dico che non ha avuto mai
alcun..-
-Va bene ragazzi, qui direi che
stiamo un tantino degenerando.- si intromette Martha schiarendosi la voce.
-Vogliamo sapere cos’è successo
poi.- calco l’ultima parola, sperando che Harry capisca che è il caso di
sorvolare sull’incidente di percorso.
-A me interessava, a dire il vero,
questo punto..-
Lancio un’occhiata di rimprovero a Niall, che si sporge da dietro le spalle di
Louis per dare un cinque a Harry.
-Amico, sei!-
Scuoto la testa, rassegnata. I
maschi, porci senza confini.
Louis e Zayn ridono, mentre
incrocio lo sguardo sconsolato di Martha.
-Non credo sapremo mai la fine di
questa storia.- le dico, alzandomi nelle spalle.
-Non è che ci sia molto altro da
aggiungere.-
Tutti ora stiamo guardando Harry,
certi che finalmente scopriremo una furibonda lite a colpi di cuscini con gatti
rosa ricamati sopra.
-Ho aperto la finestra e sono
scappato.-
C’è un attimo di silenzio, rotto
soltanto dal ticchettio di un orologio appeso alla parete.
-Usare la porta era troppo
complicato?- mi azzardo a chiedere infine.
-Vuoi mettere con una vera
evasione in grande stile?-
-Ma..Ashley non abitava al primo
piano?- domanda Louis, aggrottando la fronte.
Harry ci fissa arrossendo un
tantino: -Ehm, evasione e basta?-
***
-Hai optato davvero per gli sci, alla fine? Mi deludi così.-
Mi giro ridendo, trovandomi di fronte il sorriso ironico di
Miles.
-Ho optato per non ammazzarmi questa sera, più che altro.-
Ride e si fa più vicino: -Sono contento che tu sia venuta.-
Arrossisco fino alla punta dei capelli, e benedico il
cappello di lana e il casco che mi nascondono parzialmente il viso.
-Ehi, amico!- esclama Niall,
raggiungendoci ed evitandomi inconsapevolmente il grande imbarazzo di dover
replicare qualcosa.
-Come andiamo?- domanda, salutando Miles con una pacca sulla
spalla. –Le piste sono ben illuminate vero?- si informa subito, senza neanche
lasciargli il tempo di rispondere. –Non vorrei che la nostra Jess finisse in
qualche burrone. Poi sì che sarebbe una grossa seccatura doverla recuperare.-
Gli tiro una racchettata sul ginocchio e mi beo della
smorfia che fa, portandosi una mano sul punto in cui l’ho colpito.
-Potevi rompermi una gamba!- urla, facendo voltare un gruppo
di ragazzi già pronti alla discesa.
-Ma piantala di fare il melodrammatico. Non era poi così
forte.- O almeno credo.
Non fa in tempo a ribattere che gli altri ci raggiungono,
hanno già tutti gli sci ai piedi, tranne Zayn che si è portato la tavola sotto
braccio.
-Ciao, Miles!- saluta in tono entusiastico Louis, agitando
un braccio insieme alla racchetta legata al polso, che va a centrare proprio la
testa di Niall.
-Ma allora è una congiura!- grida, scuotendo il casco.
–Ditemelo che volete farmi fuori!-
Louis lo guarda cercando di trattenere le risate e, in
effetti, è piuttosto esilarante osservare Niall, con
giacca e pantaloni rosso fuoco addosso, che si agita come uno spaventapasseri.
-Povero Niall.- dico, mossa a
compassione, notando che tutti ora stanno ridendo apertamente. Mi avvicino per
quanto posso, tenendo gli sci di lato, e lo abbraccio, facendo cozzare i nostri
caschi. –Lo sai che ti vogliamo bene.- soggiungo, ottenendo un “sì” bofonchiato
in risposta.
-Parla per voi, io non provo una briciola di affetto per
questa femminuccia irlandese.-
Alzo gli occhi al cielo, mentre noto lo sguardo truce che Niall rivolge ad Harry.
- Questo è Harry. Mister sensibilità.- lo presento a Miles, che
gli stringe la mano.
Ci sistemiamo per partire e, con la coda dell’occhio, scorgo
con piacere Harry che sta dando una pacca gentile sulle spalle di Niall. Il suo modo per chiedere scusa.
Gli
altri iniziano a scendere e io e Miles ci ritroviamo in coda al gruppo, perché
ovviamente mi sono dimenticata di infilarmi i guanti. E’ davvero fantastico sciare di notte. Sotto
le stelle. La neve bianca è quasi accecante e contrasta con l’oscurità del
cielo. Ci siamo solo noi perché siamo stati gli ultimi a partire, gli altri
gruppi sono scesi prima. Mi piace questo silenzio, rotto soltanto dal fruscio
degli sci che accarezzano la neve al loro passaggio.
Non molto più avanti a me vedo Niall
e Harry sciare affiancati, Zayn invece è alla mia destra e Miles alla mia
sinistra. Louis e Martha devono essere ancora più in giù. Seguo la traiettoria
di Zayn, che mi ha appena superato, che a sua volta tallona Niall
e Harry. Li vedo sparire in un sentiero laterale e, non appena raggiungo anche
io il passaggio, noto quanto sia stretto. Gli abeti ci circondano da entrambi i
lati. Sarebbe molto bello, se solo non avessi un paio di sci ai piedi. Quando
sono costretta ad abbassarmi per non beccarmi un ramo in piena fronte, il mio
cuore ha un sussulto. Questo è un fuori pista! Ma sono matti!? Dove diavolo ci
hanno portato!? Ora che siamo nel folto del bosco le care luci che illuminavano
la spaziosissima (ma soprattutto sicurissima) pista ci hanno abbandonati del
tutto, e neppure il chiarore della luna riesce a filtrare più di tanto. Vorrei
tanto ammazzarli. Vorrei tanto ucciderli a racchettate. Io lo sapevo che non mi
dovevo fidare. Lo sapevo.
Procedo con cautela, per quanto sia possibile, dato che
ormai tornare indietro da qui è fuori discussione. Con questi scarponi affonderei
come minimo nella neve e mi ripescherebbero il giorno dopo, o forse mai, in
formato cubetto di ghiaccio.
Non riesco a trattenere un urlo quando, improvvisamente, gli
sci si staccano da terra e mi fanno fare un balzo in avanti, sbilanciandomi.
Per fortuna riesco a mantenere l’equilibrio e sento Miles, dietro di me, che mi
domanda se vada tutto bene. Reprimo la voglia di mettermi a gridare che no, non
va tutto bene, va tutto male. Va tutto malissimo. Che stavo per rompermi l’osso
del collo. Che a me i salti non sono mai piaciuti né mai mi piaceranno. Che
odio i fuori pista. Che voglio uscire da questo bosco maledetto. Ma alzo appena
il braccio in cenno d’assenso. Sono già caduta una volta ieri, per essermi
distratta e voltata, di certo non ci cascherò di nuovo ades..
-Cazzo!- strepito, a faccia in giù nella neve. Mi faccio
forza con le braccia per rialzarmi e mi accorgo di aver perso uno degli sci. Le
racchette sono qui a terra, di fianco a me.
-Jess! Tutto ok!?- mi urla Miles, qualche metro più indietro,
intento a slacciarsi gli attacchi.
Non rispondo alla domanda perché, beh, è ovvio il perché.
-Hai visto il mio sci?- chiedo invece, neanche così certa di
volerlo ritrovare.
Ma Miles annuisce e vedo che si china per prenderlo proprio
nel punto in cui si trova quel maledetto salto. Mentre aspetto che mi raggiunga
mi spazzo via un po’ di neve dalla giacca e mi tolgo i guanti aiutandomi con i
denti. Mi libero anche dal casco, troppo stretto sotto il mento. Mi brucia la
faccia dal freddo.
-Che volo.- commenta, affiancandomi.
-Già.-
Oggi è davvero perspicace, il ragazzo.
-Ti sei fatta male?- chiede, inginocchiandosi accanto a me.
Questa scena mi sembra di averla già vissuta. Forse perché è appena successa.
Appena un giorno fa. Giusto per non farsi mai mancare nulla.
Scuoto la testa, cercando di non fissare troppo
insistentemente i suoi occhi. Troppo vicini ai miei. Decisamente troppo.
-Hai le guance tutte rosse.-
Ottimo. Sembro Heidi. Non Heidi Klum, la supermodella. Intendiamoci
eh, quello mai. Parlo della bambina che scorrazza con le capre su e giù per i
monti. Una visione celestiale, insomma.
-Sì, penso che stiano andando in ibernazione.- stimo,
toccandomene una con le dita fredde. Lo guardo con aria sconsolata e lui
sorride, sfiorandomi con delicatezza la mano appoggiata alla guancia. Ho un
brivido nel punto in cui mi tocca, e sono sicura che non sia dovuto al gelo
dirompente.
Mi guarda negli occhi e ho paura. Sento che mi sta crescendo
dentro piano piano. Ho paura, ma non voglio muovermi. Non voglio scappare. Non
ho intenzione di farlo. Rimango immobile, trattenendo il fiato, mentre lui si
avvicina lentamente, sempre di più.
-Jess! Miles!- la voce di Niall
che rimbomba nel silenzio circostante mi fa indietreggiare di colpo (sbaglio, o
questa è la seconda volta in una sera che Niall ci
interrompe?). Anche Miles ritrae
precipitosamente la mano e si allontana, quel tanto che basta per non sembrare
di essere stati colti sul fatto. Sono praticamente certa che non ci abbiano
beccati ma, la faccia sconvolta che hanno Niall, Zayn e Harry quando ci raggiungono, fa vacillare per un
istante le mie sicurezze. Non che si tratterebbe di un’umiliazione così grande,
però preferirei non essere stata avvistata in questa situazione, ecco. Sarebbe
oltremodo imbarazzante.
-Devi venire a vedere, Jess!- sbraita Niall.
Mi sembra un cucciolo impazzito.
-Mio Dio, ma che è successo!?- esclamo, improvvisamente
allarmata. –Si è fatto male qualcuno!?-
-No, ma andiamo! Andiamo!- ripete e, senza aspettare che io
mi sia rialzata, si incammina con agilità sul sentiero innevato.
-Davvero, Jess, datti una mossa! Questa non puoi
perdertela.- rincara Harry seguendo Niall, anche lui
senza apparente sforzo. Ma solo io ho dei grossi problemi a camminare con questi
scarponi!? (Rettifico: a camminare, punto).
-Su, ti aiuto io.- Zayn mi porge
la mano e io mi tiro su con un po’ di fatica.
Miles ha sistemato i miei sci per terra e si è già
assicurato allo snowboard: -Mi segui? Andremo piano.-
Scuoto la testa: -No,
credo di aver rischiato abbastanza la vita, per oggi. Scenderò a piedi.-
Mi chino per raccogliere gli sci, ma Miles mi precede: -Te
li porto io, così sarà più facile.-
Più facile cosa? Non inciampare nei miei stessi piedi e
cadere per l’ennesima volta, provocando una slavina, magari?
Non faccio in tempo neanche a ringraziarlo, però, che è già
partito, lasciandomi sola con Zayn. Afferro il casco da terra e iniziamo a
scendere lentamente, sento gli scarponi affondare, ma riesco comunque a
muovermi. Non facciamo che pochi metri quando Zayn commenta: -E’ meglio che non
ti chieda perché tu fossi mezza sprofondata nella neve,vero?-
Annuisco, senza pensare che, con questa oscurità, è
piuttosto improbabile che riesca a vedermi.
-Esat..- non riesco a finire di
parlare perché un pezzo di ghiaccio sul sentiero mi fa slittare all’indietro.
Mi sento afferrare con forza il braccio destro e tirare prepotentemente in
avanti. Mi scontro con il corpo di Zayn, il casco che ho ancora in mano sbatte
sulla sua schiena.
-Scusa!- esclamo, sul serio rammaricata. –Non so stare in
piedi.-
-Jess, un giorno o l’altro mi farai prendere un infarto.-
-Mi dispiace.- mormoro, abbassando la testa.
-Non ti scusare.-
Lascia andare la presa sul mio braccio, ma non si allontana.
-Cerca di rimanere viva.-
Mi aggrappo a lui per il resto del tragitto.
***
Quando io e Zayn abbiamo raggiunto gli altri (compreso
Miles) li abbiamo trovati intenti a sbirciare tra i cespugli, abbassati sulle
ginocchia, per non farsi scoprire.
-Cosa fate!? Guardoni!- ho
protestato, prima che Zayn mi tappasse la bocca con la mano. Mi ha fatta
abbassare insieme a lui, accanto ad Harry, che ha indicato con un dito qualcuno
al di là degli arbusti.
Si capiva che ci fossero due ragazzi che si baciavano, ma al
buio era difficile vedere molto altro. Ho rivolto a Zayn e Harry uno sguardo
interrogativo, con le sopracciglia alzate, interdetta, la mano di Zayn ancora
premuta sulla bocca (come se temessero che ci avrei fatto scoprire. Ma
figuriamoci. So stare in silenzio, io). Non comprendevo perché fossimo lì, a
farci gli affaracci di due perfetti sconosciuti.
Poi l’ho visto. Un raggio di luna, la torcia di Niall, non saprei dirlo, aveva illuminato di sfuggita un
cappello verde. Con un pon-pon giallo sulla punta.
-Oddio!- ho gridato, senza riuscire a trattenermi. Devo aver
urlato piuttosto forte perché, nonostante il bavaglio umano, la mia
esclamazione si è udita un po’ per tutta la valle.
E, beh, sì. Ci hanno scoperti.
Penso
che non supererò mai l’imbarazzo generale che si è creato in quel momento.
Louis e Martha, con un’espressione da conigli braccati sul viso, che escono
impacciati dal loro nascondiglio. Quel mettersi gli sci ai piedi alla rinfusa.
Un saluto rapido, pieno di scuse, a
Miles. Il viaggio di ritorno con Niall che spara cose
senza senso sulla flora e la fauna di Lake District.
Harry blatera qualcosa di confuso su Ashley. Zayn accende la radio su una
stazione di canti montanari. Louis guida in silenzio, impietrito. Martha guarda
fuori dal finestrino, fa come se non ci fossimo. Io sono qui, sul sedile di
mezzo, seduta sopra Harry, senza veramente ascoltare le voci dei miei amici
impazziti. Ho gli occhi sbarrati e le mani accartocciate a pugno sulle
ginocchia.
Sono sotto shock e non so davvero come farò a riprendermi.
Mi scorre ancora davanti agli occhi l’immagine di Louis e Martha avvinghiati
nel sottobosco. Ho i brividi.
-Ma cosa vi è saltato in testa!?- esplodo all’improvviso.
In un secondo il silenzio cala nell’abitacolo e percepisco
gli sguardi di tutti (compreso quello di Louis, nello specchietto retrovisore)
addosso. Non mi intimoriscono, stranamente. Anzi, mi danno la forza per continuare.
So benissimo che nessun altro avrebbe detto niente, qui dentro. Ma è necessario
che qualcuno parli.
-Hai un ragazzo, Martha!- sbraito, puntandole un dito
contro.
-Non è vero! Non proprio, per lo meno.-
-Scusa!? Vi vedete da due mesi, ti presenti con lui a casa
mia con manine intrecciate, mi racconti delle cose che..- mi interrompo appena
in tempo, notando l’espressione allarmata di Martha. –Cose che non riguardano
voi.- concludo la frase squadrando minacciosamente gli altri, che ci stanno
fissando con espressioni da ebeti, famelici di pettegolezzi succulenti.
Mi volto di nuovo verso Martha, prima di continuare: -E ora
mi vuoi dire che Jason non è il tuo ragazzo!? Ma con chi credi di avere a che
fare!? Solo perché non ho mai baciato nessuno, non vuol dire che non sappia
cosa significhi..-
-Jess!- mi blocca Martha, sgranando gli occhi, allibita.
Scrollo le spalle: -Lo sanno tutti.-
-Ce l’ha detto Zayn.- interviene Niall, ansioso di portare il suo contributo alla
conversazione.
Martha fissa me, poi Zayn, poi di nuovo me, con aria
completamente stupefatta.
-Gliel’ho detto.- confesso. –E, già che siamo in tema di
ammissioni, è in atto una sorta di piano per far sì che riceva il primo bacio
entro il mio prossimo compleanno.-
Martha non dice niente per qualche istante. Quando parla non
c’è traccia di delusione, nella sua voce, solo un po’ di tristezza.
-Perché, Jess..Perché non me ne hai mai parlato?-
-Sapevo che tu e Jules non avreste mai approvato.-
-Questo non puoi
dirlo.-
La fisso in maniera eloquente, alzando le sopracciglia.
-Oh, e va bene. D’accordo.- cede, sbuffando lievemente.
-Comunque, dormi pure sonni tranquilli. Dopo questa serata
disastrosa non credo che Miles tenterà più di baciarmi.-
Mi rendo conto troppo tardi di quello che è appena sfuggito
dalla mia bocca. Di nuovo gli sguardi di tutti sono puntati dritti su di me e,
questa volta, non mi spronano affatto a continuare. Io e la mia maledettissima
incapacità di starcene zitte.