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Autore: Svampi    22/03/2016    1 recensioni
Jess è un disastro ambulante da esattamente diciotto anni, con un problema enorme, gigante, insormontabile da risolvere a tutti costi.
Stringere strani patti alle tre del mattino, con un migliore amico un tantino squilibrato, per giunta, potrebbe sembrare una cattiva idea.
Beh, effettivamente, lo è.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy ski night

Sento una musichetta familiare suonare in qualche punto imprecisato sopra la mia testa. Non capisco bene da dove provenga. Forse ho lasciato acceso l’Ipod.

-Jess, fai smettere questa lagna subito.-

Il mugolio seccato di Martha non mi sprona affatto a lasciare il covo caldo di coperte di lana e lenzuola di flanella, nel quale sono beatamente avvolta.

-Smetterà.- borbotto in risposta, affondando ancora di più la testa nel cuscino. E, effettivamente, appena lo dico, la musica cessa davvero. Mi sto quasi per riaddormentare quando un altro motivetto, diverso da quello di poco fa, si diffonde nella stanza.

-E’ la tua sveglia questa. Spegnila tu.- bofonchio infastidita.

-Non è mia.- si lamenta Martha. –Sarà di qualcun altro di là.-

Francamente non ho le forze né la voglia di alzarmi, né tantomeno di urlare, presumibilmente contro quell’idiota di Zayn. Non c’è alcun bisogno, però, che una di noi due intervenga, perché il motivetto, così come è arrivato, se ne va. Sospiro, sorridendo beata al buio che mi circonda. Ma questa felicità, ovviamente, non dura che per un misero istante: qualcuno sta bussando talmente forte alla porta d’ingresso che credo la abbatterà presto.

-Ma chi è l’energumeno che osa disturbare la gente a quest’ora!?- sbraito, mettendomi le mani sulle orecchie, ma i colpi non mi arrivano meno attutiti e in più sembra che non ci sia nessuno che abbia intenzione di far smettere questa tortura.

Sbuffo, liberandomi, dopo qualche tentativo, dal groviglio di coperte, e mi incammino a piedi scalzi fino all’ingresso. Per fortuna che qui c’è il parquet dappertutto, altrimenti credo che in un istante mi si sarebbero ghiacciate le dita. E probabilmente le avrei perse.

Tolgo la sicura alla porta, sbadigliando assonnata e stringendomi la vita con un braccio, come se servisse a proteggermi dal gelo polare che mi investe non appena la schiudo.

-Harry!- esclamo, trovandomelo di fronte: zainetto nero sulle spalle e la custodia lunga degli sci appesa al braccio.

-Come..Cosa..-

-Ecco perché nessuno rispondeva. Vi avrò chiamato dieci volte a testa. Jess, mi faresti entrare, per favore? Che ne dici se rimandiamo a dopo un tè caldo balbettamenti e spiegazioni?-

Mi scosto per lasciarlo passare, stordita. Prima che si inoltri nel corridoio gli tiro un pugno sul braccio, prendendolo alla sprovvista.

-Questo è per i balbettamenti.- spiego alla sua espressione interrogativa.  –E questo- gliene do un altro sulla spalla –è per avermi buttato giù dal letto all’alba.-

-Jess, tu lo sai, vero, che sono le nove e mezza del mattino?- mi informa in tono odiosamente divertito.

Oddio. La mia lezione con Miles.

-Gente! Giù dalle brande!- urlo, in perfetto stile piratesco. –E’ super tardissimo!-

Tendo l’orecchio: nessun segno di vita. Sono convinta che mi abbiano sentita, perché è matematicamente impossibile che il mio grido alla Tarzan non li abbia svegliati.

-C’è Harry!- strepito, ma neanche così ottengo qualcosa.

Mi dirigo a passo di marcia, tallonata da Harry, in cucina (che comunica strategicamente con il salotto tramite una grande finestra interna) e apro le imposte in legno, facendo entrare una bella luce e scatenando le proteste di Zayn.

-Smettila di lamentarti e scendi da quel divano.- ordino, mentre riempio d’acqua un bollitore di proporzioni cosmiche.

-Sei sempre la solita rompipalle, Jess.-

-Concordo.-

Lancio un’occhiataccia ad Harry, ma non se ne accorge neanche. Sta fissando divertito l’espressione sbalordita sulla faccia di Zayn, che spunta da dietro lo schienale del divano.

-Sorpreso?- gli domanda, mentre appoggia alla parete la custodia degli sci e si toglie lo zaino dalle spalle.

-Amico! Cosa ci fai qui!? Pensavo che Jess ne avesse inventata una delle sue!- esclama Zayn, alzandosi per salutare Harry  con un abbraccio in stile orso, con tanto di pugni reciproci. E’ inutile, i contatti affettuosi tra maschi etero non li capirò mai.

Sospiro e accendo il fornello dove ho messo il bollitore.

-Vado a stanare gli altri.- annuncio poi, dirigendomi verso il corridoio. -State attenti che l’acqua non evapori e, Harry, non azzardarti a raccontare nulla prima che io sia tornata!- li istruisco, prima di andare dritta verso la mia stanza. Meglio iniziare dalla parte più facile del lavoro.

-Martha.- chiamo piano, toccandole una spalla con delicatezza.-Devi alzarti, è già tardi.-

Apre gli occhi pigramente, stiracchiandosi: -Mi è sembrato di sentire la voce di Harry.- mugugna. –Ma probabilmente stavo sognando.-

-No, è veramente qui. E’ arrivato neanche un quarto d’ora fa.-

-Quindi prima, quando mi hai svegliata con le tue urla d’aquila, dicevi sul serio?-

-Sì!- sbotto, stizzita, strappandole le coperte di dosso.

Esco prima di poter sentire anche solo una delle maledizioni che mi sta lanciando.

-Sveglia, sveglia, sveglia!- esclamo, facendo irruzione nella camera dei genitori di Niall come un bufalo in corsa. Mi lancio sul letto, in mezzo ai due dormienti, suscitando gemiti di dolore per averli centrati. Certe volte i ragazzi sanno essere proprio delle mammolette. Neanche li avessi colpiti con una mazza ferrata.

-Jess, perché?- geme Louis, massaggiandosi il gomito.

-Perché dovete alzarvi! Sono curiosa di sentire le spiegazioni di Harry e, se non vi date una mossa, vi arrangerete a scoprirle dai riassunti improponibili di Zayn.-

-Harry? Spiegazioni? Quali spiegazioni?- domanda Niall con voce assonnata.

-Del perché è arrivato qui di punto in bianco, no!? Ti pare nella norma, la cosa?-

-Harry è qui?- chiede Louis, incredulo.

-Ve l’ho anche gridato, prima!-

-Sì, Jess, ma figurati se ci abbiamo creduto. Abbiamo pensato fosse uno dei tuoi stratagemmi per farci alzare, non per altro, tutti fallimentari.-

-Vi detesto. Tutti quanti!- sbotto, trascinandomi goffamente ai piedi del materasso e balzando giù.

In cucina trovo Martha seduta al tavolo in legno, intenta a girare un cucchiaino nella sua tazza da tè. Zayn e Harry pescano biscotti dal pacco aperto di  fronte a loro e li divorano come non mangiassero da giorni.

Prendo una tazza dalla credenza sopra il lavandino e mi siedo tra Martha e Zayn.

-Allora? Hai già spiattellato tutto o hai aspettato?-

Harry mi guarda sorridendo sornione: -Mi sono comportato da bravo bambino.-

-Sono molto fiera di..-

-Harry!- esclama Louis entrando nella stanza e precipitandosi dietro la sua sedia per abbracciarlo. 

-Non credevamo fossi veramente qui!- rincara Niall, dandogli una pacca sulla schiena, prima di sedersi accanto a Martha.

 Osservo Louis afferrare due tazze pulite dal lavandino e metterne una di fronte a Niall, prima di prendere posto accanto a Harry.

-Allora, visto che finalmente ci siamo tutti, direi che puoi iniziare.-

Harry si alza nelle spalle: -Non c’è molto da dire. Ashley.. E’ diventata troppo pesante.-

Zayn mi dà una gomitata leggera sul braccio, alla quale rispondo restituendogli una spintarella a mia volta.

-Insomma è come..- continua Harry, fissando la tovaglia. -Come una piovra dai mille tentacoli, ultimamente.-

-La fastidiosa sindrome alla Lavanda Brown.- diagnostico in tono fintamente grave.

-Tu scherzi, Jess, ma davvero, per me è un problema. Ieri mi ha costretto a passare tutto il giorno con i suoi parenti! Pensavo che almeno la sera le sarebbe andato bene uscire per andare al cinema, o al bowling, o a fare qualsiasi altra cosa, ma ha voluto rimanere a casa con i suoi e me a guardare un film.- scuote la testa e spalanca gli occhi. -Mi ci vedete? Di venerdì sera, sprofondato in un divano a sorbirmi  I passi dell’amore con il padre che russava nel mio orecchio destro, e madre e figlia a singhiozzarmi nel sinistro!?-

Scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi, ma non sono l’unica perché anche gli altri sghignazzano divertiti.

-Sì, bravi, continuate pure a prendermi in giro. Begli amici che ho.-

-Oh, andiamo, Harry!-  dice Niall.

-Non ti stiamo prendendo in giro.- chiarisce Zayn.

La vibrazione del cellulare nella tasca del pigiama mi distrae dalle varie rassicurazioni in cui si stanno profondendo tutti a questo tavolo. Schiaccio il tasto di sblocco e apro il messaggio.

Da: Miles   h: 10.08 a.m.

Si saltano così le lezioni, da voi?

Mi sento un tantino morire dentro. Me ne sono dimenticata completamente, di nuovo. Merda.

A: Miles  h. 10.09 a.m.

Scusami, scusami, scusami! Ci siamo svegliati tardissimo e, come se non bastasse, è arrivato senza preavviso un nostro amico da Bradford, mi dispiace! Potrai mai riuscire a perdonarmi!?

 

 

Premo il tasto invio con il cuore in gola. La risposta arriva subito. Evidentemente in quest’ora, per colpa mia, non avrà nulla da fare se non pensare a quanto io sia una stronza con i fiocchi.

 

Da: Miles   h: 10.11 a.m.

Un modo ci sarebbe..

Potrei giurare che il mio battito cardiaco stia raggiungendo velocità mai sfiorate prima. Sobbalzo ad un’altra vibrazione.

-Jess, va tutto bene?-

Ignoro Zayn e mi affretto ad aprire il messaggio:

Da: Miles   h: 10.12 a.m.

Vieni alla Ski Night con me, stasera. Porta pure i tuoi amici, ma è la tavola, quella che mi interessa davvero, faremo una specie di lezione sotto le stelle 

Sorrido sollevata. Per un attimo ho temuto che mi proponesse..

-Ha l’aria da ebete e non ha ascoltato un quarto della nostra conversazione. E’ sicuramente il maestro.-

Mi volto verso Zayn che, a quanto pare, sta rispondendo allo sguardo interrogativo che mi lancia Harry.

-Il maestro?- mi chiede, alzando un sopracciglio, divertito.

-Ho preso lezioni di snowboard.- dico vaga.

-E si è presa una cotta per Miles..-

-Non mi sono presa nessunissima cotta!- protesto, facendo gli occhiacci a Louis, che mi guarda con aria di chi la sa lunga.

-Però ieri sei sparita con lui al pub!- rincara Niall, evidentemente convinto che, mettere sulla graticola la sottoscritta, sia la cosa più spassosa del secolo.

-Ah, ma allora le cose si fanno serie! Eh, Jess?- Harry, seduto di fronte a me, mi fissa con sguardo malizioso, e io mi affretto a tirare un calcio che, purtroppo, non centra il bersaglio.

-Andiamo ragazzi, basta. Lasciatela in pace!- interviene Martha, la mia salvatrice. Le sorrido, riconoscente, prima di tornare a squadrare Harry con sguardo  inquisitorio.

-Non ci hai detto come mai la dolce, piccola Ashley-attaccatutto ti abbia lasciato venire fin qui.-

-Magari lo ha fatto, ma tu eri troppo occupata.-

Mi giro a guardare Zayn, confusa.

-Me lo sono persa sul serio?-

-No, Jess, non stare a sentirlo. Anche io sono curiosa, Ashley non è il tipo da rinunciare così al suo week-end progettato e rifinito nei minimi dettagli.- Martha fa una pausa, bevendo un piccolo sorso di tè. –O sbaglio?-

-E va bene. Ve lo racconto.- cede Harry, sbuffando appena. –Dovevo rimanere da lei a dormire. Ma, c’erano i genitori nella stanza accanto..Voglio dire, come avrebbe potuto venirmi du..-

-Harry!- strepito, bloccandolo. -Non ci interessa essere partecipi delle tue disfunzioni erettili, grazie.-

-Se mi avessi lasciato finire avresti reso le cose meno imbarazzanti!- esclama Harry, cercando di sovrastare le risate di tutti. –Non ho problemi di erezione! Io e Ashley facciamo sesso almeno sei volte la settimana e, credimi quando ti dico che non ha avuto mai alcun..-

-Va bene ragazzi, qui direi che stiamo un tantino degenerando.- si intromette Martha schiarendosi la voce.

-Vogliamo sapere cos’è successo poi.- calco l’ultima parola, sperando che Harry capisca che è il caso di sorvolare sull’incidente di percorso.

-A me interessava, a dire il vero, questo punto..-

Lancio un’occhiata di rimprovero a Niall, che si sporge da dietro le spalle di Louis per dare un cinque a Harry.

-Amico, sei!-

Scuoto la testa, rassegnata. I maschi, porci senza confini.

Louis e Zayn ridono, mentre incrocio lo sguardo sconsolato di Martha.

-Non credo sapremo mai la fine di questa storia.- le dico, alzandomi nelle spalle.

-Non è che ci sia molto altro da aggiungere.-

Tutti ora stiamo guardando Harry, certi che finalmente scopriremo una furibonda lite a colpi di cuscini con gatti rosa ricamati sopra.

-Ho aperto la finestra e sono scappato.-

C’è un attimo di silenzio, rotto soltanto dal ticchettio di un orologio appeso alla parete.

 -Usare la porta era troppo complicato?- mi azzardo a chiedere infine.

-Vuoi mettere con una vera evasione in grande stile?-

-Ma..Ashley non abitava al primo piano?- domanda Louis, aggrottando la fronte.

Harry ci fissa arrossendo un tantino: -Ehm, evasione e basta?-

 

***

-Hai optato davvero per gli sci, alla fine? Mi deludi così.-

Mi giro ridendo, trovandomi di fronte il sorriso ironico di Miles.

-Ho optato per non ammazzarmi questa sera, più che altro.-

Ride e si fa più vicino: -Sono contento che tu sia venuta.-

Arrossisco fino alla punta dei capelli, e benedico il cappello di lana e il casco che mi nascondono parzialmente il viso. 

-Ehi, amico!- esclama Niall, raggiungendoci ed evitandomi inconsapevolmente il grande imbarazzo di dover replicare qualcosa.

-Come andiamo?- domanda, salutando Miles con una pacca sulla spalla. –Le piste sono ben illuminate vero?- si informa subito, senza neanche lasciargli il tempo di rispondere. –Non vorrei che la nostra Jess finisse in qualche burrone. Poi sì che sarebbe una grossa seccatura doverla recuperare.-

Gli tiro una racchettata sul ginocchio e mi beo della smorfia che fa, portandosi una mano sul punto in cui l’ho colpito.

-Potevi rompermi una gamba!- urla, facendo voltare un gruppo di ragazzi già pronti alla discesa.

-Ma piantala di fare il melodrammatico. Non era poi così forte.- O almeno credo.

Non fa in tempo a ribattere che gli altri ci raggiungono, hanno già tutti gli sci ai piedi, tranne Zayn che si è portato la tavola sotto braccio.

-Ciao, Miles!- saluta in tono entusiastico Louis, agitando un braccio insieme alla racchetta legata al polso, che va a centrare proprio la testa di Niall.

-Ma allora è una congiura!- grida, scuotendo il casco. –Ditemelo che volete farmi fuori!-

Louis lo guarda cercando di trattenere le risate e, in effetti, è piuttosto esilarante osservare Niall, con giacca e pantaloni rosso fuoco addosso, che si agita come uno spaventapasseri.

-Povero Niall.- dico, mossa a compassione, notando che tutti ora stanno ridendo apertamente. Mi avvicino per quanto posso, tenendo gli sci di lato, e lo abbraccio, facendo cozzare i nostri caschi. –Lo sai che ti vogliamo bene.- soggiungo, ottenendo un “sì” bofonchiato in risposta.

-Parla per voi, io non provo una briciola di affetto per questa femminuccia irlandese.-

Alzo gli occhi al cielo, mentre noto lo sguardo truce che Niall rivolge ad Harry.

- Questo è Harry. Mister sensibilità.- lo presento a Miles, che gli stringe la mano.

Ci sistemiamo per partire e, con la coda dell’occhio, scorgo con piacere Harry che sta dando una pacca gentile sulle spalle di Niall. Il suo modo per chiedere scusa.

Gli altri iniziano a scendere e io e Miles ci ritroviamo in coda al gruppo, perché ovviamente mi sono dimenticata di infilarmi i guanti.  E’ davvero fantastico sciare di notte. Sotto le stelle. La neve bianca è quasi accecante e contrasta con l’oscurità del cielo. Ci siamo solo noi perché siamo stati gli ultimi a partire, gli altri gruppi sono scesi prima. Mi piace questo silenzio, rotto soltanto dal fruscio degli sci che accarezzano la neve al loro passaggio.

Non molto più avanti a me vedo Niall e Harry sciare affiancati, Zayn invece è alla mia destra e Miles alla mia sinistra. Louis e Martha devono essere ancora più in giù. Seguo la traiettoria di Zayn, che mi ha appena superato, che a sua volta tallona Niall e Harry. Li vedo sparire in un sentiero laterale e, non appena raggiungo anche io il passaggio, noto quanto sia stretto. Gli abeti ci circondano da entrambi i lati. Sarebbe molto bello, se solo non avessi un paio di sci ai piedi. Quando sono costretta ad abbassarmi per non beccarmi un ramo in piena fronte, il mio cuore ha un sussulto. Questo è un fuori pista! Ma sono matti!? Dove diavolo ci hanno portato!? Ora che siamo nel folto del bosco le care luci che illuminavano la spaziosissima (ma soprattutto sicurissima) pista ci hanno abbandonati del tutto, e neppure il chiarore della luna riesce a filtrare più di tanto. Vorrei tanto ammazzarli. Vorrei tanto ucciderli a racchettate. Io lo sapevo che non mi dovevo fidare. Lo sapevo.

Procedo con cautela, per quanto sia possibile, dato che ormai tornare indietro da qui è fuori discussione. Con questi scarponi affonderei come minimo nella neve e mi ripescherebbero il giorno dopo, o forse mai, in formato cubetto di ghiaccio.

Non riesco a trattenere un urlo quando, improvvisamente, gli sci si staccano da terra e mi fanno fare un balzo in avanti, sbilanciandomi. Per fortuna riesco a mantenere l’equilibrio e sento Miles, dietro di me, che mi domanda se vada tutto bene. Reprimo la voglia di mettermi a gridare che no, non va tutto bene, va tutto male. Va tutto malissimo. Che stavo per rompermi l’osso del collo. Che a me i salti non sono mai piaciuti né mai mi piaceranno. Che odio i fuori pista. Che voglio uscire da questo bosco maledetto. Ma alzo appena il braccio in cenno d’assenso. Sono già caduta una volta ieri, per essermi distratta e voltata, di certo non ci cascherò di nuovo ades..

-Cazzo!- strepito, a faccia in giù nella neve. Mi faccio forza con le braccia per rialzarmi e mi accorgo di aver perso uno degli sci. Le racchette sono qui a terra, di fianco a me.

-Jess! Tutto ok!?- mi urla Miles, qualche metro più indietro, intento a slacciarsi gli attacchi. 

Non rispondo alla domanda perché, beh, è ovvio il perché.

-Hai visto il mio sci?- chiedo invece, neanche così certa di volerlo ritrovare.

Ma Miles annuisce e vedo che si china per prenderlo proprio nel punto in cui si trova quel maledetto salto. Mentre aspetto che mi raggiunga mi spazzo via un po’ di neve dalla giacca e mi tolgo i guanti aiutandomi con i denti. Mi libero anche dal casco, troppo stretto sotto il mento. Mi brucia la faccia dal freddo.

-Che volo.- commenta, affiancandomi.

-Già.-

Oggi è davvero perspicace, il ragazzo.

-Ti sei fatta male?- chiede, inginocchiandosi accanto a me. Questa scena mi sembra di averla già vissuta. Forse perché è appena successa. Appena un giorno fa. Giusto per non farsi mai mancare nulla.

Scuoto la testa, cercando di non fissare troppo insistentemente i suoi occhi. Troppo vicini ai miei. Decisamente troppo.

-Hai le guance tutte rosse.-

Ottimo. Sembro Heidi. Non Heidi Klum, la supermodella. Intendiamoci eh, quello mai. Parlo della bambina che scorrazza con le capre su e giù per i monti. Una visione celestiale, insomma.

-Sì, penso che stiano andando in ibernazione.- stimo, toccandomene una con le dita fredde. Lo guardo con aria sconsolata e lui sorride, sfiorandomi con delicatezza la mano appoggiata alla guancia. Ho un brivido nel punto in cui mi tocca, e sono sicura che non sia dovuto al gelo dirompente.

Mi guarda negli occhi e ho paura. Sento che mi sta crescendo dentro piano piano. Ho paura, ma non voglio muovermi. Non voglio scappare. Non ho intenzione di farlo. Rimango immobile, trattenendo il fiato, mentre lui si avvicina lentamente, sempre di più.

-Jess! Miles!- la voce di Niall che rimbomba nel silenzio circostante mi fa indietreggiare di colpo (sbaglio, o questa è la seconda volta in una sera che Niall ci interrompe?).  Anche Miles ritrae precipitosamente la mano e si allontana, quel tanto che basta per non sembrare di essere stati colti sul fatto. Sono praticamente certa che non ci abbiano beccati ma, la faccia sconvolta che hanno Niall, Zayn e Harry quando ci raggiungono, fa vacillare per un istante le mie sicurezze. Non che si tratterebbe di un’umiliazione così grande, però preferirei non essere stata avvistata in questa situazione, ecco. Sarebbe oltremodo imbarazzante.

-Devi venire a vedere, Jess!- sbraita Niall. Mi sembra un cucciolo impazzito.      

-Mio Dio, ma che è successo!?- esclamo, improvvisamente allarmata. –Si è fatto male qualcuno!?-

-No, ma andiamo! Andiamo!- ripete e, senza aspettare che io mi sia rialzata, si incammina con agilità sul sentiero innevato.

-Davvero, Jess, datti una mossa! Questa non puoi perdertela.- rincara Harry seguendo Niall, anche lui senza apparente sforzo. Ma solo io ho dei grossi problemi a camminare con questi scarponi!? (Rettifico: a camminare, punto).

-Su, ti aiuto io.- Zayn mi porge la mano e io mi tiro su con un po’ di fatica.

Miles ha sistemato i miei sci per terra e si è già assicurato allo snowboard: -Mi segui? Andremo piano.-

 Scuoto la testa: -No, credo di aver rischiato abbastanza la vita, per oggi. Scenderò a piedi.-

Mi chino per raccogliere gli sci, ma Miles mi precede: -Te li porto io, così sarà più facile.-

Più facile cosa? Non inciampare nei miei stessi piedi e cadere per l’ennesima volta, provocando una slavina, magari?

Non faccio in tempo neanche a ringraziarlo, però, che è già partito, lasciandomi sola con Zayn. Afferro il casco da terra e iniziamo a scendere lentamente, sento gli scarponi affondare, ma riesco comunque a muovermi. Non facciamo che pochi metri quando Zayn commenta: -E’ meglio che non ti chieda perché tu fossi mezza sprofondata nella neve,vero?-

Annuisco, senza pensare che, con questa oscurità, è piuttosto improbabile che riesca a vedermi.

-Esat..- non riesco a finire di parlare perché un pezzo di ghiaccio sul sentiero mi fa slittare all’indietro. Mi sento afferrare con forza il braccio destro e tirare prepotentemente in avanti. Mi scontro con il corpo di Zayn, il casco che ho ancora in mano sbatte sulla sua schiena.

-Scusa!- esclamo, sul serio rammaricata. –Non so stare in piedi.-

-Jess, un giorno o l’altro mi farai prendere un infarto.-

-Mi dispiace.- mormoro, abbassando la testa.

-Non ti scusare.-

Lascia andare la presa sul mio braccio, ma non si allontana.

-Cerca di rimanere viva.-

Mi aggrappo a lui per il resto del tragitto.

***

Quando io e Zayn abbiamo raggiunto gli altri (compreso Miles) li abbiamo trovati intenti a sbirciare tra i cespugli, abbassati sulle ginocchia, per non farsi scoprire.

-Cosa fate!? Guardoni!- ho protestato, prima che Zayn mi tappasse la bocca con la mano. Mi ha fatta abbassare insieme a lui, accanto ad Harry, che ha indicato con un dito qualcuno al di là degli arbusti.

Si capiva che ci fossero due ragazzi che si baciavano, ma al buio era difficile vedere molto altro. Ho rivolto a Zayn e Harry uno sguardo interrogativo, con le sopracciglia alzate, interdetta, la mano di Zayn ancora premuta sulla bocca (come se temessero che ci avrei fatto scoprire. Ma figuriamoci. So stare in silenzio, io). Non comprendevo perché fossimo lì, a farci gli affaracci di due perfetti sconosciuti.

Poi l’ho visto. Un raggio di luna, la torcia di Niall, non saprei dirlo, aveva illuminato di sfuggita un cappello verde. Con un pon-pon giallo sulla punta.

-Oddio!- ho gridato, senza riuscire a trattenermi. Devo aver urlato piuttosto forte perché, nonostante il bavaglio umano, la mia esclamazione si è udita un po’ per tutta la valle.

E, beh, sì. Ci hanno scoperti.

Penso che non supererò mai l’imbarazzo generale che si è creato in quel momento. Louis e Martha, con un’espressione da conigli braccati sul viso, che escono impacciati dal loro nascondiglio. Quel mettersi gli sci ai piedi alla rinfusa. Un saluto rapido, pieno di scuse,  a Miles. Il viaggio di ritorno con Niall che spara cose senza senso sulla flora e la fauna di Lake District. Harry blatera qualcosa di confuso su Ashley. Zayn accende la radio su una stazione di canti montanari. Louis guida in silenzio, impietrito. Martha guarda fuori dal finestrino, fa come se non ci fossimo. Io sono qui, sul sedile di mezzo, seduta sopra Harry, senza veramente ascoltare le voci dei miei amici impazziti. Ho gli occhi sbarrati e le mani accartocciate a pugno sulle ginocchia.  

Sono sotto shock e non so davvero come farò a riprendermi. Mi scorre ancora davanti agli occhi l’immagine di Louis e Martha avvinghiati nel sottobosco. Ho i brividi.

-Ma cosa vi è saltato in testa!?- esplodo all’improvviso.

In un secondo il silenzio cala nell’abitacolo e percepisco gli sguardi di tutti (compreso quello di Louis, nello specchietto retrovisore) addosso. Non mi intimoriscono, stranamente. Anzi, mi danno la forza per continuare. So benissimo che nessun altro avrebbe detto niente, qui dentro. Ma è necessario che qualcuno parli.

-Hai un ragazzo, Martha!- sbraito, puntandole un dito contro.

-Non è vero! Non proprio, per lo meno.-

-Scusa!? Vi vedete da due mesi, ti presenti con lui a casa mia con manine intrecciate, mi racconti delle cose che..- mi interrompo appena in tempo, notando l’espressione allarmata di Martha. –Cose che non riguardano voi.- concludo la frase squadrando minacciosamente gli altri, che ci stanno fissando con espressioni da ebeti, famelici di pettegolezzi succulenti.

Mi volto di nuovo verso Martha, prima di continuare: -E ora mi vuoi dire che Jason non è il tuo ragazzo!? Ma con chi credi di avere a che fare!? Solo perché non ho mai baciato nessuno, non vuol dire che non sappia cosa significhi..-

-Jess!- mi blocca Martha, sgranando gli occhi, allibita.

Scrollo le spalle: -Lo sanno tutti.-

-Ce l’ha detto Zayn.- interviene Niall, ansioso di portare il suo contributo alla conversazione.

Martha fissa me, poi Zayn, poi di nuovo me, con aria completamente stupefatta.

-Gliel’ho detto.- confesso. –E, già che siamo in tema di ammissioni, è in atto una sorta di piano per far sì che riceva il primo bacio entro il mio prossimo compleanno.-

Martha non dice niente per qualche istante. Quando parla non c’è traccia di delusione, nella sua voce, solo un po’ di tristezza.

-Perché, Jess..Perché non me ne hai mai parlato?-

-Sapevo che tu e Jules non avreste mai approvato.-     

 -Questo non puoi dirlo.-

La fisso in maniera eloquente, alzando le sopracciglia.

-Oh, e va bene. D’accordo.- cede, sbuffando lievemente.

-Comunque, dormi pure sonni tranquilli. Dopo questa serata disastrosa non credo che Miles tenterà più di baciarmi.-

Mi rendo conto troppo tardi di quello che è appena sfuggito dalla mia bocca. Di nuovo gli sguardi di tutti sono puntati dritti su di me e, questa volta, non mi spronano affatto a continuare. Io e la mia maledettissima incapacità di starcene zitte.

 

  
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