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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    23/03/2016    3 recensioni
Attraverso le stelle e i sistemi planetari, non esiste nulla nell'universo che li possa tenere separati per sempre.
"Ti ho cercato... non sai quanto a lungo..."
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sullo stesso pianeta o dall'altra parte della galassia
 
La prima cosa che Hinata realizzò quando riprese conoscenza fu che aveva un gran dolore alla testa. La seconda fu che era sdraiata e, aperti gli occhi, stava fissando un soffitto coperto di rampicanti e vegetazione pendente. La terza erano il caldo opprimente e l'umidità del posto, qualunque esso fosse. La quarta era la gran sete che aveva proprio per via del caldo.
La quinta, benché l'ultima, era la più importante: era viva.
Le tornò in mente il viaggio, l'avaria al motore della sua navetta, la forza gravitazionale che la attirava sul pianeta e il suo modulo che prendeva fuoco mentre precipitava nell'atmosfera. A seguito di tutto questo, non ricordò di aver vissuto altro.
Provò a mettersi a sedere, tentativo che le valse un istantaneo aumento del mal di testa. La lancinante fitta nel cranio la stordì per qualche momento, dovette attendere che si attenuasse prima di poter dare uno sguardo ai dintorni. Dintorni molto strani, a dire la verità, poiché era una grotta di roccia naturale, non più grande di una stanza, con interni e arredi chiaramente artificiali: parti delle pareti e del soffitto roccioso erano foderate con piastre e blocchi metallici, il tutto coperto da un fitto strato di vegetazione. In un angolo c'era un tavolo di legno lavorato in modo grossolano, con due ceppi di legno da usare come sedie, sul ripiano vi erano delle ciotole e dei recipienti con un qualcosa dentro simile a polveri rosse e poltiglie verdognole e giallastre. Lei stessa, poi, si trovava sopra un letto di grandi foglie ammucchiate sopra una piattaforma lignea.
"Dove...?"
Un suono improvviso la spaventò, sobbalzò nel veder apparire un droide da dietro una barriera di fogliame. Era quel tipo di droide solitamente utilizzato come navigatore dei caccia stellari, composto per lo più da un tronco cubico che si spostava su due cingoli e sulla cui sommità ruotava una testa sferica. Sul grigio metallico erano presenti vari motivi rossi e neri curvilinei che davano colore e indicavano le giunture che aprivano gli apparati meccanici interni. Molte piccole ammaccature e tracce di terra, polvere e usura gli davano un aspetto vissuto, facendo intuire che non era un'unità di recente costruzione e si trovava in quel luogo da molto tempo.
Dopo essersi avvicinato, si era fermato accanto a lei. Il monocolo si distaccò dalla sommità sferica tramite dei piccoli sostegni interni allungabili, arrivando a esaminarle il volto da vicino. Hinata lasciò che per quei brevi secondi continuasse a fissarla, per ogni suo piccolo movimento lo udiva emettere dei beep beep robotici con frequenze e tonalità così varie che formavano quasi una voce vera. A un certo punto pensò che avesse ottenuto gli accertamenti che cercava, poiché il sensore ottico tornò al suo posto, la sfera ruotò di centottanta gradi (dando del tutto l'impressione che avesse girato la testa) e il droide tornò da dove era venuto. Sparì dalla sua vista, ma lo udì comunque rifare quegli stessi versi in modo molto più concitato. Chiaramente rivolti a un'altra presenza.
<< C'è... c'è qualcuno? >> provò a chiamare.
Non arrivò risposta. In compenso, si accorse che accanto a quella parete di piante pendenti c'erano delle anfore di terracotta, dentro le quali vide quella che era chiaramente acqua. Fu allora che ricordò la gran sete che aveva. Si alzò in piedi senza rifletterci, rimediando un capogiro istantaneo, e si buttò subito dopo e di getto verso quelle anfore, tremendamente bisognosa del loro contenuto, incespicò coi piedi nudi sul terreno prima di arrivarci. Fece per introdurci dentro la mano e raccoglierne un po' da portare alle labbra.
Un'altra mano afferrò con fermezza la sua, impedendole anche solo di sfiorare l'acqua agognata: un uomo la sovrastava vicino, sorpassandola ampiamente in altezza, un individuo dall'aspetto selvaggio con indosso pellicce animali acconciate a mo' di brache e di gilet. Con un colpo al cuore, vide che il volto era coperto da un casco di soldato stormtrooper. L'avevano trovata!
<< Non bere quell'acqua. >>
La voce che le giunse, però, per quanto schermata dal microfono incorporato, non aveva nulla di ostile.
<< Bevi quest'altra, l'ho appena bollita. Mi dispiace solo di non potertene dare fresca. >>
Era, anzi, la più cortese e protettiva che avesse mai udito. Verso di lui provò una fiducia spontanea che la indusse a rimettersi in piedi e accettare senza alcuna titubanza la ciotola d'acqua che le offrì. Benché fosse effettivamente calda, apprezzò il gesto e si dissetò con quella.
<< Grazie. >>
<< Hai vertigini? Giramenti di testa? Dolori alle ossa o ai muscoli? Ti prude la pelle? >>
<< Ho... ho solo un po' di capogiri, tutto qui. >>
<< Bene. Ti passerà non appena ti sarai abituata alla temperatura. Se avverti uno qualsiasi di questi sintomi, fammelo sapere immediatamente. >>
Annuì e bevve l'acqua restante. Percepì alle sue spalle la presenza del droide di prima, la guardava dal basso con l'occhio robotico che gli dava un'aria curiosamente vispa, faceva ancora quei "bip bip" dal suono bambinesco.
<< Ti sta suggerendo di allontanarti dalle anfore. >> tradusse l'uomo << Non sia mai che tu possa rovesciarle per un malaugurato caso. >>
Non capì ancora perché sia lui che il droide ci tenessero tanto a metterla in guardia da quei contenitori, tuttavia Hinata seguì il consiglio e tornò a sedersi sul letto di foglie. Allo stesso modo, l'uomo mascherato prese posto su uno dei ceppi di legno.
Qualcosa le solleticava il collo. Cercò con la mano e scoprì che si trattavano delle punte dei suoi stessi capelli, accorciati con vari passaggi di lama fino a farglieli arrivare poco più sopra delle spalle.
<< Ho dovuto tagliarteli, mi dispiace. >> spiegò lui, notando ciò << La vegetazione lì fuori è così fitta da essere quasi impraticabile, dei capelli così lunghi si sarebbero impigliati in mille posti e dentro ci sarebbero potuti finire una miriade di parassiti. >>
Pur comprendendo le sue motivazioni, ci rimase un po' male. Aveva mantenuto lunga la sua chioma da quando aveva quindici anni e, dopo averci trascorso quasi metà della sua vita, non era abituata a sentirsela così drasticamente accorciata da un minuto all'altro. In particolare, non era abituata a sentirli sfiorarle il collo, avrebbero necessitato di una sistemata.
Il pensiero, comunque, passò in secondo piano. Quello più impellente da dire era tutt'altro.
<< Sei... sei un soldato del Primo Ordine? >>
<< Ti riferisci a questo? >> picchiettò la cima del casco << Non è mio, è di uno stormtrooper che si è schiantato qui col suo caccia qualche tempo fa. Io non sono un soldato. >>
Gli credette. Hinata sospirò con un gran sollievo << Capisco... grazie al cielo. Immagino che sia stato tu a trarmi in salvo. Ti ringrazio davvero. >>
<< K9B10 ha visto la tua navetta precipitare dal cielo. Ti è andata bene che sia atterrata in una palude che ha ammorbidito l'impatto. >>
<< Una palude? Allora la mia nave è... >>
<< Sono riuscito a recuperarla prima che sprofondasse con te dentro. Ora è in un posto sicuro sulla terraferma. >>
Hinata si soffermò a guardare il piccolo droide chiamato K9B10. Fu sul punto di esprimere di nuovo gratitudine a lui e al suo misterioso proprietario, quando si rese conto di una stranezza in quello che proprio lui aveva detto.
<< L'hai recuperata da una palude? Come...? >>
<< Non si può dire che tu abbia scelto il luogo adatto per farti un viaggetto, questo sistema è pieno di pianeti inospitali. Che ci sei venuta a fare qui? >>
Sebbene stranita dal modo in cui aveva interrotto la sua domanda, Hinata non fece comunque restare la sua senza risposta.
<< Cerco qualcuno che è scomparso da tempo, qualcuno che so essere nel sistema Uller. >>
<< Ah sì? E costui chi sarebbe? >>
<< Uno Jedi. >>
Nel rifugio calò un silenzio teso, una totale assenza di parole che diede a Hinata un senso di profondo disagio, la spiacevole sensazione di aver detto qualcosa di inappropriato, dannoso... funesto. A farsi sentire era solo K9B10, il quale spostava il monocolo in modo incerto da un interlocutore e l'altro; perfino quel droide pareva capace di avvertire quella particolare tensione.
L'uomo mascherato si alzò dal ceppo e fece qualche passo all'interno della grotta.
<< I Jedi... che gruppo sventurato che sono. Prima annientati dall'Impero, poi decimati e dispersi a causa della scomparsa del loro unico maestro... >>
In quella voce, benché filtrata dal casco, Hinata fu sicura di udire del rammarico.
<< Perché saresti alla ricerca di questo tuo compagno perduto? >> le chiese << E cosa ti fa credere che si trovi qui, nel luogo più inospitale della galassia? >>
Neanche stavolta le sfuggirono le rivelazioni dietro quelle parole. Come incredula, si alzò anch'ella e andò più vicina all'uomo, cercando risposte.
<< Dunque è proprio questo il sistema Uller? E questo è il pianeta Sothoryos? >>
<< Hai detto che ti stavi dirigendo lì, no? >>
<< Non ho mai detto che pensavo di esserci arrivata. Tu me lo confermi. >>
Il secondo silenzio che seguì fu diverso dal precedente. I respiri che provenivano da dietro la maschera suonavano dell'inquietudine di chi si era tradito, non trovando modo di ribattere o negare. Cogliendo quella titubanza, Hinata insistette.
<< Perché hai scelto proprio un pianeta del genere, Naruto? >>
Non aspettò tanto una risposta quanto il vederlo mostrare il suo volto e confermarle quello che era convinta di aver intuito. L'uomo non lo fece subito, si voltò e, anche se non la guardava, lasciava all'immaginazione la sua espressione esitante. Hinata rimase ad aspettare, sapendo che prima o poi si sarebbe deciso a prendere il casco con le mani e a sfilarlo. Fu quello che alla fine lo vide fare, rivelandosi a lei.
Incredibilmente, quei cinque anni non sembravano passati: quello che lei vedeva era rimasto quello che ricordava, il medesimo ragazzo che, in qualunque circostanza, diffondeva tutta la solarità del mondo. Tale era anche adesso, nonostante il viso lercio e il fisico messo a dura prova dalla sopravvivenza ai limiti dell'impossibile. Le accennò un mesto sorriso.
<< Naruto... >>
<< Ehi, Hinata... >>
Senza più il filtro della maschera davanti alla bocca, la sua voce giunse al naturale. Sentirla le scosse l'animo con una catena di emozioni, tutte dettate dalla nostalgia, che ebbero come unica libertà di espressione quello di andargli incontro e gettarsi su di lui in un abbraccio. Lui la accolse abbracciandola a sua volta, condividendone l'euforia.
<< Come mi hai scoperto? >>
Hinata lo guardò negli occhi, ammirò di nuovo quel ceruleo pieni di una forte vitalità che a distanza di anni non era venuta meno. Guardandolo così da vicino saltavano di più allo sguardo i segni della sua vita dura, cose come la barba più rada, i capelli allungati e poi malamente tagliati da una lama laser in un tentativo di riaccorciarli.
<< Molte cose. >> gli rispose << Non hai mai chiesto il mio nome, né chi fossi... ma sapevi che cercavo un mio compagno Jedi. Non ti ho mai detto di essere una Jedi anch'io, ma tu lo sapevi. >>
Constatando di essere stato smascherato in un modo del genere, Naruto ridacchiò.
<< Devo proprio imparare a riflettere prima di parla... >>
Fu fermato dal dire altro. Le labbra furono troppo occupate a essere baciate perché potessero articolare altre parole, chiuse da quelle di Hinata. Colto impreparato, rimase per i primi momenti ad assimilare un sentore nel cuore che negli ultimi cinque anni gli era venuto a mancare. Non passò comunque molto prima che si decidesse a darle le giuste attenzioni rispondendo al bacio.
Poi, con sua enorme sorpresa, quando si distaccò, i suoi occhi esternavano lacrime, la voce era incrinata da un principio di pianto.
<< Ti ho cercato... non sai quanto a lungo ti ho... >> un singhiozzo la costrinse a interrompersi.
<< Hinata... io... >>
<< Dopo quello che è successo col maestro Luke... tutti i nostri compagni uccisi o dispersi... ho pregato senza fine sperando che tu fossi sopravvissuto... >>
Intese, allora, le paure da lei covate e il sollievo che ora traeva dal suo ritrovamento. Rimembrando quanto era accaduto a causa di Ben Solo, ebbe nell'addome una fiamma che da tempo non sentiva consumarlo.
<< Mi dispiace tanto, Hinata. Vorrei essere riuscito a scappare con te, ma... >>
A parte il fatto che l'assalto del furioso Solo aveva finito per separare lui da tutti i suoi compagni... considerato dove in seguito era andato a finire, era stato meglio così. Si soffermò a guardare la sacca appesa alla parete in fondo alla grotta, dove l'impugnatura cilindrica della sua spada laser giaceva.
<< ... ma diciamocelo, non ti avrei fatto fare una bella vita, non in questo posto lontano da qualsiasi civiltà della galassia. Si può sapere come hai scoperto che ero qui? >>
Diede tempo alla ragazza di ricomporsi. Gli occhi lucidi mostravano ora una grande fierezza, il ricordo di una speranza che l'aveva indotta a un'illuminazione. In lei, Naruto percepì l'ardore di quel particolare momento in cui aveva scoperto che era ancora vivo.
<< Io... ti ho sentito. È successo all'improvviso, poco meno di due anni fa. Era una percezione lontanissima... ma sapevo che era la tua Forza. Al di là di ogni dubbio, sapevo che si trattava di te. >>
<< Mi... hai sentito? Da dove mi hai sentito? >>
<< Dal pianeta D'Qar, nel sistema Ileenium. >>
Naruto fu zittito ancora una volta, ammutolito da Hinata che si rivelava una sorpresa continua. Fra quel pianeta e D'Qar c'erano almeno altri sette sistemi planetari... e lei, superando quella distanza, lo aveva percepito da così lontano!
"Quanto... quanto è aumentata la sua percezione? No, anzi... quanto è aumentato il potere della sua Forza?"
Altrettanto impressionante era il fatto che, avendo come solo riferimento quella percezione istantanea, neppure molto recente, fosse riuscito a trovarlo su quel pianeta sperduto. Sothoryos era un mondo che portava allo stremo perfino l'istinto di sopravvivenza: la terraferma era un nido di bestie violente e piccoli insetti ed esseri del sottosuolo divoratori di carni che si celavano nella roccia, nel terreno, nella sabbia e nel fango; le acque (circa tre quarti della superficie planetaria) erano tutte abitate da banchi di pesci carnivori e non erano neppure bevibili, giacché i microscopici vermi subacquei deponevano le loro uova sotto la pelle di chi vi si bagnava; il caldo tropicale opprimeva con insistenza quasi mortale e costringeva per forza di cose a necessitare di quell'acqua, dovendo procurarsela facendo attenzione a evitare i pesci e poi dovendola bollire per depurarla dai vermi parassiti. Nessuno sarebbe mai andato a vivere in un posto con tante ostilità... concetto che, paradossalmente, lo rendeva il posto più sicuro per nascondersi. Questo era ciò che Naruto aveva fatto, usando tutti quei pericoli per affinare i sensi e gli istinti, rafforzare il fisico e fare sua la Forza della natura selvaggia di quel pianeta. Senza, non sarebbe mai durato.
Non era stato così per Hinata, che doveva aver completato la sua formazione Jedi e accresciuto la sua Forza con metodi diversi dai suoi... e i risultati ottenuti promettevano di essere di gran lunga superiori. Nonostante ciò a cui lui si era sottoposto, la percezione di lei attraversava la galassia ed era precisa all'inverosimile.
<< Mi hai sentito e riconosciuto da D'Qar, davvero pazzesco. Devo anche dedurre che sei diventata un membro della Resistenza? >>
Non venne alcuna risposta da parte da Hinata, stupore e dubbio le tennero a freno le parole. Eppure ciò che voleva chiedergli era semplice tanto quanto disarmante.
<< Tu sai che la Resistenza ha sede su D'Qar? Come, Naruto? Solo i suoi membri possono saperlo. >>
<< Tu sembri conoscerla come me. Quindi è vero, ne fai davvero parte. Ci sono altri Jedi fra voi? >>
<< Solo uno. Io e lui siamo gli unici che possono percepire la presenza del Lato Oscuro quando si avvicina, due fra i pochi che possono guidare le nostre navi contro il potere del Primo Ordine. >>
<< E ti sei allontanata per così tanto tempo da loro pur essendo un elemento così prezioso? Non direi che è stata una buona mossa. >>
<< Per cercare te lo è stato! >> convinta di ciò, gli andò più vicina. Il modo in cui lo teneva per le mani esprimeva la sua forte volontà << In tanti tra i miei compagni della Resistenza stentavano a credere al mio sentore, volevano che desistessi dall'intraprendere un viaggio senza speranza basato su una percezione vaga. Per me, invece, era una concretezza, io sapevo di aver sentito un altro Jedi ancora vivo nella galassia. Sapevo di aver sentito te. Ti ho cercato sui pianeti di tutti i sistemi tra qui e D'Qar... ed eccoti qui, finalmente ti ho trovato. >>
Dunque, pensò Naruto, la sua Forza era veramente grande ma non ancora precisa come pensava. Aveva avvertito la direzione da cui proveniva la sua presenza, ma non la posizione esatta, cosa che l'aveva portata a esplorare tutti quei pianeti. C'era da meravigliarsi che ci avesse impiegato solo quasi due anni per arrivare fino a lì.
<< Hai tolto alla Resistenza due dei tuoi anni per venire a cercarmi... >>
<< Sottrarrei loro la mia intera vita per offrirla a te. >> gli donò il caloroso tocco della sua mano anche sul volto << Vieni con me, Naruto, presta il tuo potere alla Resistenza. Combatti il Lato Oscuro... insieme a me. >>
Tanta speranza vi era nelle sue parole, nel modo in cui gli teneva le mani, negli occhi che sognavano di riunire passato e futuro. A quella speranza, però, Naruto rispose con la delusione, un silenzio di titubanza che incrinò l'animo di Hinata con un'amarezza profonda: lui voleva tutto ciò che lei gli proponeva ma, allo stesso tempo, lo respingeva. Lacrime, diverse da quelle di prima, furono sul punto di palesarsi.
<< Perché... perché fai così? Perché sento così tanta confusione nel tuo cuore? Che cosa ti trattie... >>
Si bloccò, percependo dell'altro. C'era molta confusione in lui, vero, ma in mezzo a quei sentimenti contrastanti c'era anche qualcosa di molto più chiaro: risentimento, rammarico... autocommiserazione. Nel suo animo di Jedi sentiva tutto questo, Naruto non si protesse in alcun modo e lasciò che continuasse a guardargli dentro con la chiarezza del cristallo. Vicino a lui, i versi acustici di K9B10 avevano un tono di sincero dispiacere.
Lentamente, le mani di Hinata scivolarono via da lui. Le lacrime che scesero erano lacrime che lo compativano.
<< Oh, Naruto... >>
Naruto non poté dire o fare altro che ricevere il suo compianto... oltre che dare un'ulteriore conferma di ciò che lei aveva visto. Protese la mano in direzione della parete della grotta, dalla sacca appesa scivolò fuori l'impugnatura della spada laser che volò nelle sue mani. Appena l'ebbe afferrata, con un suono folgorante la luminosa lama venne fuori.
 
Mentre scese dalla navetta, Naruto pensò che il pianeta D'Qar fosse proprio tutt'altra cosa rispetto a Sothoryos. Benché fosse formato per lo più da boschi, valli e paesaggi di montagna, la pianura in cui erano atterrati era stata sterrata e asfaltata con una ramificazione di strade. Il posto brulicava di persone e droidi in continuo movimento, indaffarati nella manutenzione di vascelli stellari e macchinari vari, immagazzinamenti e trasporto di materiale dalle altre navi in arrivo dallo spazio.
<< Oh, un po' di civiltà, grazie al cielo! >>
Esclamazione che fece ridacchiare Hinata. La divertì anche la reazione di curiosità di K9B10, la testa sferica ruotava continuamente e il monocolo osservava con interesse ciò che vedeva intorno a sé. Il piccolo droide sembrava spaesato ma anche molto incuriosito, dava l'impressione di non essere mai stato in un ambiente diverso da Sothoryos, né di aver visto altri droidi come lui.
<< Quindi la Resistenza è questa. >> osservò Naruto << Non mi sorprende che siate riusciti a mettervi contro il Primo Ordine. >>
<< Siamo una legione militare supportata direttamente dalla Repubblica. Essa ci fornisce qualunque risorsa ci occorra in qualsiasi quantità necessaria. >>
Mentre camminavano, in giro si vedevano anche molte persone in tenuta da pilota stellare, non solo operatori e operai. In più, solo una parte dei membri era umana, si potevano vedere molte altre razze senzienti della galassia, diversi sia nell'aspetto che nella madrelingua. Accanto a Naruto passò una fila di Abyssin di pattuglia armati, facilmente notabili per i due metri di altezza, le lunghe braccia affusolate e l'occhio prominente in mezzo alla testa verdastra. Seguì quel gruppo con lo sguardo per un po', finché non perse interesse per loro.
<< Stiamo andando alla sede principale? >>
<< Devo andare ad annunciare il mio ritorno, non ci metterò molto. Poi cercherò di procurarci un mezzo di trasporto. >>
<< Io non entro? Pensavo volessi farmi arruolare. >>
<< Quello può aspettare. Voglio portarti a casa il più presto possibile. >>
<< Casa? Casa tua? >>
Hinata si voltò sorridendogli << Nostra. >>
Naruto pensò di stare per dire qualcosa, salvo poi rendersi conto di non averne le parole. Disarmato dall'amabilità di Hinata, non si pronunciò e accolse quella bella parola con silenziosa contentezza.
Seguì Hinata fino all'ampia entrata di uno degli hangar scavati all'interno di una collina. Dunque, dedusse, era proprio sotto i loro piedi che si sviluppava la base sotterranea della Resistenza. Hinata gli chiese di aspettarlo lì fuori, con un bacio gli promise di nuovo che sarebbe tornata subito. Mentre si allontanava, la seguì con lo sguardo all'interno dell'hangar, camminava in mezzo alla gente e ai macchinari con la familiarità di chi conosceva il posto come se fosse casa sua, finché non la vide sparire scendendo una scalinata. K9B10 emise la sua acustica robotica che suonava molto simile a una domanda, domanda che Naruto intese perfettamente.
<< E tu da quando conosci il termine "sposati"? >>
Bastarono pochi altri beep al droide per rispondere.
<< No, K9, non lo siamo. Il Codice dei Jedi proibisce di avere proprietà materiali e legami emotivi. >>
<< Beep? Bee-beep, beep, beeeeep. >>
<< Sì, beh... eravamo dei padawan quando ci siamo messi insieme, non eravamo ancora Cavalieri. >>
<< Bee-beep, beep beep. Bee-beep? >>
<< Oh, quanto la fai lunga! Tanto il problema si è risolto da solo, non c'è più nessun Ordine Jedi e possiamo fare quello che ci pare. >>
<< Beeeep. Beep beep bee-beep? >>
<< Ti lamenti pure che possieda una casa? È un bene materiale, e allora? Dopo quella grotta, io personalmente sono contento di avere un tetto come si deve sotto cui dormire, senza dover più tappare le pareti della caverna per chiudere le tane dei centopiedi scavaroccia. >>
<< Beep beeeep. >>
<< Ah, millepiedi, scusa. Fai pure il professorino adesso? >>
<< Beep. >>
<< Un'altra parola e i tuoi pezzi finiranno a fare da ricambio a un qualche impianto di scarico fognario. Appena ne trovo uno, certo. >>
Il droide non prese sul serio la minaccia ma ugualmente non proferì altro suono. Il resto fu un'attesa di silenziosi pensieri.
Naruto non avrebbe ammesso facilmente che K9 avesse ragione. Avevano commesso una gran leggerezza, lui e Hinata, a lasciarsi trascinare dalle emozioni pur avendo scelto la via degli Jedi. Quella che dovevano intraprendere era una vita di sacrificio continuo, lo aveva insegnato il maestro Luke, la rinuncia dei propri interessi e del proprio benessere per quelli del prossimo: la totale abnegazione.
Il loro innamoramento li aveva portati ad allontanarsi da tale regola basilare. Cosa avrebbe comportato per loro due diventare effettivi Jedi? Che fine avrebbero fatto se fossero stati costretti alla separazione?
"Felice di non averlo dovuto scoprire."
Né ormai era il caso di pensarci: senza più un Ordine esistente, probabilmente i Jedi rimasti (ammesso che ce ne fossero) non erano più che guerrieri che sceglievano ognuno una diversa causa da servire.
Nella restante attesa, cercò altri pensieri con cui tenere la testa occupata. Non più di quindici minuti dopo, Hinata mantenne la promessa facendo ritorno. Aveva un'aria particolarmente allegra con cui abbracciò Naruto felicemente.
<< Ti vedo molto contenta >> constatò.
<< Sapessi la festa che hanno fatto appena mi hanno vista. >> rise lei << Ho riferito di aver portato a termine la ricerca e il Generale Organa desidera proprio conoscerti. >>
<< Organa? Leia Organa, la ex-principessa di Alderaan? >>
<< Esattamente. Domani farò in modo di presentarti a lei. >>
<< Perché non ora? >>
Hinata ridacchiò e lo baciò ancora << Te l'ho detto, ora voglio portarti a casa con me. E poi, prima di farti vedere da lei credo che tu debba essere un po' più presentabile. >>
Non che avesse tutti i torti. Farsi vedere da una persona così importante con addosso quegli stracci di pelle d'animale non era la maniera migliore per cominciare. Tra l'altro, sentiva anche il bisogno di un bagno fatto come si deve.
 
Quella, decisamente, era ben più di una casa, Naruto la fissò meravigliato mentre il Landspeeder la sorvolava. Situata in mezzo alla natura quieta e suggestiva del pianeta, l'intera villa era un edificio di forma discoidale incavato nell'alta parete di roccia che sovrastava il vasto lago zaffirino. L'ingresso si trovava sulla sommità del promontorio, un ampio spazio era adibito alla sosta del veicolo e un vialetto attraversava il giardino conducendo al portellone scorrevole d'ingresso. Questo si aprì non appena Hinata fu abbastanza vicina, come se avesse riconosciuto l'arrivo della padrona di casa, una soglia che Naruto, insieme a K9B10, attraversò prendendosi il tempo di guardarsi intorno. L'ingresso non era più grande di una piccola stanza, sebbene una scala in discesa promettesse di condurre ad ambienti ben più ampi.
<< Signorina Hinata, che gran gioia rivedervi a casa! >>
Notò solo allora accanto all'entrata un droide della tipologia protocollare, uno della serie antropomorfa 3PO, di uno scintillante rosa su quasi tutta la copertura, articolazioni escluse, con una voce e delle fattezze femminili. Appena Hinata ebbe varcato l'ingresso subito dopo di lui, tale droide le andò incontro con quanto più entusiasmo potesse manifestare la sua camminata rigida.
<< H1-3PO, che bello rivederti. Mi sei mancata. >>
<< Posso prepararle qualcosa, se desidera? Un pasto o un bagno caldo? >>
<< Preparalo per lui, grazie. >>
Il droide si volse verso Naruto e gli andò incontro, eseguì davanti a lui un breve inchino.
<< Benvenuto, signor ospite. Sono H1-3PO a vostra completa disposizione. >>
<< Il suo nome è Naruto Uzumaki. >> spiegò Hinata << D'ora in poi vivrà qui e questa sarà anche casa sua. >>
<< Oh... in tal caso, benvenuto a casa, padron Naruto. >>
<< Grazie. Sei un droide protocollare, vero? >> chiese Naruto << Qual è la tua programmazione? >>
<< Servizi domestici, signore. Posso pulire la casa, manutentare il giardino, fare spesa e conosco oltre centocinquantamila specialità culinarie di diciotto sistemi planetari. >>
Un droide con così tante specializzazioni e un'abitazione simile come casa... cose per le quali c'era da restare sorpresi oltremodo.
H1-3PO si congedò per andare a preparare quel bagno, esortando Naruto ad accomodarsi. La scala a chiocciola conduceva a un soggiorno sottostante, uno spazio ancora più ampio di quanto da fuori potesse sembrare: più che un soggiorno, una sala con le pareti bianche che seguivano l'andamento curvilineo del perimetro dell'edificio, il centro del pavimento era riabbassato di due gradini, dopo i quali vi era un semicerchio di confortevoli divani con dei tavolini in mezzo. Una finestrata conduceva a uno spazioso terrazzo esterno contornato da una balaustra bianca adornata di rampicanti verdi e fiori rosei avvinghiati attorno alle colonnine e alla cimasa; al di là di essa, si offriva l'affascinante vista panoramica del lago e della verdissima boscaglia circostante. Sul lato sinistro una scalinata bianca marmorea portava alla sponda sottostante della distesa d'acqua.
La brezza arrivò a smuovergli i capelli e portò con sé un gradevole odore di sempreverde, piccoli piaceri che Naruto apprezzò al meglio chiudendo gli occhi. Le braccia di Hinata gli cinsero la vita da dietro.
<< Che cosa ne pensi? >>
<< È... >> faticò a trovare il termine appropriato << ...incredibile. >>
<< Sì, lo è. >>
La loro nuova casa era un paradiso in terra, innegabile questo, ma scoprire tutto ciò sollevò altrettante domande. Le mostrò la sua espressione ancora incredula.
<< Come... come hai fatto? Una casa del genere è... >>
<< è stato un dono. >>
<< Un dono? >>
<< Del Generale Organa. Più che altro, un modo sia per aiutarmi che per ringraziarmi. >>
<< Ringraziarti per cosa? >>
<< Alcuni anni fa salvai la sua vita e quella di suo marito. Li incontrai su un pianeta, dove erano stati intercettati da uno squadrone del Primo Ordine. Li salvai mentre stavano per essere fatti prigionieri e li aiutai a fuggire fino a qui, dove poi mi arruolai nella Resistenza. Mesi dopo, fece realizzare questa casa e mi disse che poteva essere mia. >>
Certo, chi non costruiva una casa alla propria salvatrice per ringraziarla di avergli salvato la vita? Non dubitava che Hinata raccontasse il vero, ma intuiva  che oltre a quello ci fosse dell'altro che ancora non gli aveva detto.
<< Lei sa che sei una Jedi, vero? Le avrai spiegato che non fa parte del Codice Jedi possedere simili beni materiali. >>
<< Sì, infatti. Inizialmente declinai ma... ecco... >> il suo viso assunse una sfumatura più rossa << ...in quel periodo avevo davvero bisogno di una casa e... il Generale aveva preso molto a cuore il mio caso. >>
<< Il tuo caso? >>
Notò i suoi respiri farsi leggermente più ansiosi e profondi << Un po' di tempo dopo essermi arruolata... ho scoperto che... >>
Fu interrotta. Da dentro la casa arrivò il suono acuto di voci giovanili ed esuberanti, provenienti due bambini che apparvero di corsa nel soggiorno e si precipitarono sul terrazzo.
<< Mamma! Mamma! >>
Vedendoli arrivare così di fretta, la gioia di Hinata le fece trattenere il fiato. Si abbassò in ginocchio a ricevere i loro abbracci, li baciò entrambi sul viso.
<< Boruto, Himawari! Piccoli miei, quanto mi siete mancati! >>
<< Mamma! Mamma, non andare più via! >> la implorò uno dei due, un maschietto dall'aria molto vivace.
<< No, tesoro, no. Vi prometto che resterò sempre con voi. >>
<< Ti abbiamo aspettato un sacco. Volevamo che tornassi subito >> questa era una graziosissima femminuccia.
<< Va tutto bene, adesso sono qui. Fatevi vedere. Santo cielo, come siete cresciuti. >>
Sciolse l'abbraccio per guardarli meglio, con amore materno constatò la loro effettiva lieve crescita di quei due anni di separazione.
Naruto li guardò anch'egli, ma con occhi molto diversi, spalancati dallo stupore di chi non riusciva a credere a ciò che vedeva. Erano due gemelli bellissimi con dei visi rotondetti: quello del maschio adornato con degli scompigliati capelli biondi, la femmina con una chioma dello stesso colore della madre e con una treccia a cerchietto che spiccava sulla testa. Caratteristica ancora più peculiare, gli occhi di entrambi splendevano di un colore azzurro molto vivo... lo stesso azzurro dei suoi. Si accorsero che li stavano osservando e a loro volta lo guardarono con timido interesse.
Hinata tornò in piedi, vide con piacevole divertimento la sua muta reazione, così come la curiosità di Boruto e Himawari.
<< Bambini, salutate il vostro papà. >>
Ci misero un po' prima di decidersi a farlo, Himawari si rifugiava dietro la gamba della madre ma non smetteva di fissarlo. Boruto ebbe meno timori rispetto alla sorella, si avvicinò di qualche passetto per guardarlo più da vicino. In quello scambio di sguardi osservatori, Naruto, persistendo nel suo silenzio, riconobbe sempre più di stesso in quei due bambini.
"Io sono padre..."
Il pensiero non arrivò alla bocca, privato com'era lui della parola e della capacità di fare alcunché, a parte respirare e continuare a stare bloccato nello stupore. La voce di Hinata diede più calma al suo essere sconvolto.
<< Va tutto bene, Naruto. Vieni e conosci i tuoi figli. >>
Con quell'invito trovò la volontà di farlo. Si avvicinò e si abbassò a guardarli alla loro stessa altezza.
<< Ciao, bambini. >>
Come inizio fu capace di dire solo questo. Provò un approccio più diretto, li accarezzò sulla testa e sui visi.
<< Tu sei il mio papà? >> chiese Boruto.
<< ...sì, esatto >> lo disse nonostante lui stesso dovesse ancora assimilare l'idea.
<< Anche il mio? >>
<< Sì, piccola, anche il tuo. >>
<< La mamma ci aveva detto che eri andato lontano lontano. >>
<< È vero. >>
<< Perché? >>
<< Ho dovuto. Se avessi saputo che... >>
Si fermò, accorgendosi che si stava giustificando con la persona sbagliata. Desiderò rivolgere a Hinata il suo dispiacere per averla lasciata sola, senza saperlo, incinta di due bambini. Lei intuì il suo pensiero, tuttavia continuava a osservarlo alle prese con i gemelli e la sua espressione serena e felice non emetteva un minimo accenno di accusa. Bastava, almeno per adesso, Naruto avrebbe cercato sollievo chiedendole perdono in un altro momento. Per ora continuava a dedicarsi ai bambini.
<< Comunque sia, è come ha detto la mamma, ora va tutto bene. Sono qui, siamo tutti insieme. >>
<< Allora rimani insieme a noi e alla mamma? >>
La domanda, nata da un desiderio così genuino di volerlo sapere, gli provocò un riso intenerito.
<< Ma sì, Boruto, certo che rimango con voi. Venite qui, voglio abbracciarvi. >>
Lo vollero anche loro. Ogni incertezza non ci fu più, tutto quello che Naruto sentiva di volere era spontaneo, chiariva i desideri del suo cuore mentre riceveva l'abbraccio dei suoi figli, lo aiutò a capire cosa avrebbe fatto da quel giorno in poi. Hinata si sciolse in un pianto commosso, troppo provata da quanta felicità un cuore umano potesse tenere.
Da quel momento in poi, fu pace.
 
*****
 
Molte cose resero piacevole quel risveglio, prima di tutte era la confortevole sensazione di stare in un letto degno di questo nome, anziché sopra un pezzo di legno la cui durezza e scomodità erano a malapena ammorbidite da un mucchio di foglie. Inoltre, era così spazioso che poté concedersi il lusso di una stiracchiata alle articolazioni intorpidite, senza doversi necessariamente alzare. La cosa migliore, infine, era il non essersi svegliato da solo: si volse a guardare accanto a sé Hinata, addormentata nel letto che condivideva con lui. Essendo coricata sul fianco, poteva vederle la schiena nuda dai contorni sinuosi, disegnati con grazia e priva di imperfezioni, con lievi riflessi del sole sulla pelle. Naruto ricordò la foga con cui quella notte l'aveva presa molte volte e la passione con cui lei gli si era inginocchiata sopra; in una sola notte, insieme avevano reso la separazione degli ultimi anni già un lontano ricordo. L'unico freno che si erano dovuti imporre era attenuare i gemiti per non svegliare i bambini (una prudenza che non era comunque nuova, ci erano passati anche durante i tempi dell'apprendistato da Jedi). Silenziosamente, ma a lungo e con intensità, avevano fatto l'amore e avevano goduto.
Soffermò lo sguardo sui capelli che H1-3PO le aveva acconciato in modo migliore: il taglio terminale era più lineare e preciso di quanto lo avesse fatto lui, percorreva con armonia il collo da un lato all'altro, era una nuova acconciatura che conferiva alla sua bellezza una sfumatura esotica. Ai suoi biondi, invece, aveva voluto pensarci lei personalmente ed era riuscita a renderli più corti e uniformi, comodi e senza quei fastidiosi ciuffi sulla nuca. Quasi non si era riconosciuto quando si era trovato davanti allo specchio.
Si trascinò più vicino a lei, intravide il suo volto dormiente e sereno. Tutto di lei lo chiamava a gran voce e lo tentava di unirsi di nuovo col suo corpo, un eccitante pensiero che decise comunque di far rimanere tale; si limitò a un bacio che depose sulla concavità del collo e una carezza lungo il fianco. Hinata non si svegliò ma in qualche modo percepì quegli affettuosi gesti, poiché nel sonno mugugnò un apprezzamento. Naruto lasciò che continuasse a sognare e si alzò dal letto, essendo ormai sveglio e sapendo di non poter più recuperare il sonno. Questa era un'abitudine che Sothoryos gli aveva lasciato, il costringersi a non riaddormentarsi dopo il risveglio, perché era la mattina presto che i millepiedi scavaroccia uscivano dalle tane e lui doveva spargere il repellente (preparato la sera prima) per allontanare loro e gli spruzzi di microscopiche tossine; subito dopo doveva andare a procurarsi dalla laguna l'acqua che avrebbe usato per l'intera giornata, prima che i banchi di pesci carnivori si addensassero troppo rendendo quasi impossibile la mansione. Ora, invece, l'acqua bastava prenderla dalla dispensa con tutta la tranquillità della galassia.
Da indossare scelse una semplice tunica con pantaloni, abiti molto simili a quella usata dagli Jedi, leggeri, confortevoli e pratici. Il portellone della stanza si aprì al suo passaggio ma lui indugiò sulla soglia a guardare ancora un po' Hinata, lasciata sola e beatamente addormentata in una così spaziosa camera da letto. Poi uscì e, dopo una scappata alla toeletta, si diresse al piano inferiore, dove si trovavano le stanzette di Boruto e Himawari.
Trovò prima quella di Boruto. Il bambino era nel suo piccolo letto, protetto dalle barriere laterali, e nel sonno doveva essere un tipetto irrequieto, poiché le coperte erano tutte tirate da parte senza che se ne curasse. Intenerito, Naruto gliele risistemò per coprirlo, gli accarezzò la tesa bionda mentre si soffermò a guardarlo e a cogliere le somiglianze che aveva con lui. Dopo andò nella camera di Himawari, di fronte a quella del fratello e di dimensioni identiche. Vicino al lettino c'era K9B10 in modalità stand-by: una maniera carina da parte sua per rimanere a dormire insieme alla bambina. Diversamente da Boruto, Himawari era accoccolata su di sé e si stringeva addosso le coperte come per tenersele gelosamente più strette. In quanto gemella di Boruto, anch'ella aveva un viso molto simile al suo, eppure Naruto aveva tanto l'impressione di star vedendo una piccola Hinata. Le accarezzò una gota.
"Sei bella proprio come la tua mamma."
Un breve e basso segnale acustico indicò il risveglio di K9B10, Naruto gli fece cenno di rimanere in silenzio e di andare fuori con lui affinché non svegliasse la bambina. Percorrendo per un po' la casa incrociarono H1-3PO nella cucina, intenta a preparare la colazione (probabilmente tale funzione era programmata per un orario specifico). Uscirono sul terrazzo e rimasero all'aperto per un po', apprezzando ancora la bellezza del posto.
<< Tutt'altra cosa rispetto a Sothoryos, vero? >>
<< Beep beep. >>
Qualcosa aveva attirato l'attenzione del droide, di conseguenza quella di Naruto.
<< Mh? Dove? >>
Il monocolo si allungò indicando la direzione dalla quale aveva rilevato quel qualcuno arrivare. Seguendola, anche Naruto scorse in lontananza un Landspeeder in rapido avvicinamento sopra le acque del lago, senza dubbio diretto verso la casa. Lo vide prendere quota e sorvolare il promontorio fino a sparire in cima a esso, dove aveva tutta l'intenzione di atterrare.
"Amici di Hinata? Forse sono della Resistenza."
Ritenne fosse il caso di svegliare Hinata. Diede disposizioni a H1-3PO affinché ricevesse l'ospite e lo facesse accomodare in soggiorno, al che andò nella stanza da letto. Hinata dormiva ancora, fece in modo di svegliarla scuotendola con garbo.
<< Mmm... Naruto... >>
<< Buongiorno. >>
<< Ciao. >> il suo sorriso e il mattino creavano un curioso connubio << Qualcosa non va? >>
<< È venuto qualcuno. >>
<< Oh... chi è? >>
<< Non lo so. Aspetta in soggiorno. >>
Hinata indossò una vestaglia mattutina e, prima di dirigersi lì, andò a darsi una sistemata al bagno, Naruto preferì attenderla e andare dall'ospite insieme a lei anziché ricevere da solo qualcuno che non conosceva. Scoprirono che i nuovi arrivati erano due, un uomo e una donna seduti sui divani, intenti a sorseggiare nell'attesa qualche bevanda offerta da H1-3PO. La donna, dagli inconsueti capelli rosei, non appena vide arrivare Hinata le andò incontro con giubilo, si presero le mani con l'entusiasmo delle migliori amiche.
<< Hinata! Allora sei tornata veramente, è fantastico! >>
<< Sasuke, Sakura! È bellissimo rivedervi, sembra passata una vita ma non siete per nulla cambiati. >>
<< Tu invece lo sembri eccome, hai pure un nuovo taglio bellissimo. E poi... oh, insomma, Sasuke, sta salutando anche te! >>
Dell'uomo non si scorgevano ancora i particolari, se non una capigliatura nera abbastanza folta da coprire tutta la nuca. Sebbene fosse anch'egli amico di Hinata, più che per vederla dava l'impressione di essere venuto solo per accompagnare la partner rosea, visto che non si era alzato come lei a salutare l'amica e aveva preferito rimanere a bere l'infuso caldo. Al richiamo di Sakura si alzò dal divano e si accinse a raggiungerla, si muoveva in modo talmente calmo e misurato da non manifestare la stessa gioia delle donne per il rincontro, né accennava un minimo di espressione felice. Un individuo del genere era davvero amico di Hinata?
Quando i suoi occhi scuri incontrarono per caso quelli di Naruto, qualcosa rovesciò tutto. Allo stesso modo Naruto, vedendolo chiaramente, si bloccò.
<< Tu! Che diavolo... >>
Lui, Sasuke, fu più svelto a mettere da parte qualsiasi forma di stupore e ad agire. Si mosse velocemente e Naruto se lo vide arrivare addosso, ma non lo ricevette impreparato: protese la mano verso la porta della camera vicina, da essa arrivò rapidamente in volo un oggetto non bene identificato che strinse saldamente tra le mani. Lo agitò contro l'assalitore e ne scaturì una scia luminosa e intensa che mirò a lui, il movimento fluente e veloce della spada laser produsse un suono elettrico e vibrante. Sasuke retrocedette per schivare quel primo fendente e anticipò il successivo compiendo un balzo roteante, così alto da riuscire a portarsi alle sue spalle.
Sakura e Hinata sussultarono, spaventate da quell'ostilità improvvisa e brutale.
<< Ehi! Che sta succedendo? >>
A nessuna di loro, però, fu dato ascolto. Naruto, pur inizialmente sorpreso dal notevole salto, aveva fatto per fendere di nuovo la lama dietro di lui, quando una spinta invisibile lo sollevò di colpo da terra e gli fece attraversare il soggiorno in un volo che terminò con un brusco atterraggio sulla soglia del terrazzo. Risentì duramente della caduta, riuscì ad accorgersi appena in tempo del nemico che gli aveva puntato addosso un blaster, i raggi gli furono sparati contro prima che potesse rimettersi in piedi. A sua difesa pose la mano aperta davanti a sé e, con una densa concentrazione di Forza, i colpi furono deviati in altre direzioni, colpirono pareti e pavimento provocando scintille e bruciature nere sulle superfici perfettamente bianche.
<< Sasuke, che ti è preso? Fermati subito! >>
Vederlo usare anche un'arma da fuoco causò di più il panico di Hinata e l'intolleranza di Sakura, tuttavia Sasuke continuò a non ascoltare i suoi richiami e, dopo aver visto l'inefficacia del blaster, decise di attaccare Naruto direttamente. Fece ricorso a un'altra arma che, come quella dello Jedi, generò un lungo fascio luminoso che tracciava la scia dei suoi rapidi spostamenti. Rimessosi in piedi, Naruto si lanciò all'assalto anch'egli. Le donne sobbalzarono di nuovo, sconvolte nel vederli raggiungersi in quella maniera e far incrociare con tale violenza le spade laser in uno scontro sfolgorante. Entrambi si ritrovarono in un reciproco contrasto di forza fisica in cui a vicenda cercavano di sopraffarsi, con tanto astio e odio nei loro occhi come le loro compagne non avevano mai visto nei propri uomini.
<< Che diavolo ci fai tu qui? >> gli urlò Naruto mentre ebbe il suo volto vicino e separato dall'incrocio scintillante delle lame.
Per quanto le parole di Sasuke fossero di un tono più controllato, anch'esse rivelavano la sua aperta avversità << Io per primo te lo dovrei chiedere. >>
<< Questa è casa mia! >>
<< Errore, questa è casa di Hinata. Tu sei solo un intruso e un nemico. >>
<< Tu invece che cosa saresti? Eri là sopra insieme a me, o sbaglio anche questo? E da quando possiedi una spada laser e puoi utilizzare la Forza? >>
<< A te non devo spiegare niente. >>
Stabilito ciò, con una mossa evasiva sbloccò il contrasto d'armi a suo favore e assestò un fendente alto. Rimase sorpreso nel vedere Naruto sparirgli da sotto gli occhi in uno spostamento a malapena visibile. Percepì la sua presenza alle spalle e lì colpì con la spada, solo per finire col fendere l'aria inconsistente. Lo sentì riapparire di lato e attaccò, tentativo che di nuovo andò a vuoto. Al terzo lo sentì venirgli addosso da sopra a seguito di un gran salto, si mosse a parare il colpo di spada sopra la testa.
"La Velocità del Cavaliere?"
Vedere in azione quell'antica tecnica Jedi lo stupì, ma non più del necessario. Subito dopo quella parata, entrambi presero a mulinare le spade in furiosi ma eleganti scambi di fendenti, attorniati da fasci intermittenti di luce blu e viola.
<< Basta, fermatevi! Vi prego, basta! >>
Le urla di Hinata non li raggiunsero, non superarono gli schianti prodotti dalle lame che si scontravano. Gridò angosciata nel vedere Naruto preso in contropiede e scaraventato a terra, tuttavia egli sfuggì all'istante all'assalto successivo. Con sorpresa dello Jedi, Sasuke estrasse dal cinturone altre due spade, levitarono attorno a lui, impugnate dalla presa invisibile della Forza, e lo seguirono nei prossimi attacchi. Naruto dovette fronteggiare l'offensiva simultanea di tre lame laser: le due in più lo addossavano dai lati, mentre quella brandita dall'avversario attaccava frontalmente. Non era impossibile grazie all'aumento di velocità e forza conferita dalla Velocità del Cavaliere, ma non riusciva a fare nulla più che stare sulla difensiva parando, schivando e deviando i colpi. Cercando un momento adatto per l'attacco, finì per perdere costantemente terreno, a indietreggiare sempre di più fino ad arrivare al margine della balconata, dove presto si trovò bloccato. Parò male una delle spade laterali, questa lo ferì alla mano e la sua arma cadde a terra, lontana e con la lama ritratta nell'impugnatura. Fu in balia del nemico, il quale arrestò sul nascere ogni suo tentativo portando la spada principale a un soffio d'aria dalla gola, le due ausiliarie lo trattennero minacciandolo dai lati con le punte.
<< Ora verrai con me senza opposizioni. >>
Hinata e Sakura li raggiunsero all'esterno. Vedendo che ora la situazione era ferma, vollero provare a far mettere via le armi e a capirci qualcosa.
<< Sasuke... per carità, dimmi che cosa sta succedendo >> lo supplicò Hinata.
<< State indietro, voi due. Quest'uomo è pericoloso. >>
Intervenne Sakura << Che vuoi dire che è pericoloso? Tu lo conosci? >>
<< Sì, lui... >>
Un fremito improvviso lo fermò dal dire altro. Scosse lui e anche le donne, si raggelarono al sentore di una rabbia che appesantì l'aria. Sasuke guardò Naruto direttamente negli occhi, avvertendo in essi l'origine di quel brivido.
<< Come osi...? >>
La sua voce era profonda, rauca, un baratro echeggiante d'ira.
<< Tu vieni qui, mi attacchi e minacci la pace che c'è in casa mia e di Hinata! Con che coraggio osi definire me un pericolo, quando io so benissimo chi sei veramente? >>
Le mura stesse della casa e la parete rocciosa del promontorio scricchiolarono, temettero il crescere di quella furia, minuscoli frammenti di pietra caddero come pioggia sul terrazzo.
<< Io non mi farò riportare indietro! Non tornerò mai più lassù! NON CI TORNERÒ! >>
L'ultimo grido accompagnò l'esplosione di rabbia come un boato. Essendo più vicino, Sasuke fu travolto con più violenza dall'incontrastabile Forza di Naruto, scaraventato tanto in alto da collidere contro l'arcata superiore della finestrata. Cadde a terra di peso e con un gemito dolorante, privato di tutte e tre le spade. Con un sussulto vide l'arrivo impetuoso di Naruto che lo caricava ora che era vulnerabile, era tornato in possesso della sua arma. La vista di lui lo paralizzò, trafitto dallo sguardo che la collera aveva trasformato: le cornee bianche erano ora rosse, come mutate dal sangue, l'azzurro aveva ceduto il posto a un malvagio giallo penetrante, le pupille si erano ristrette. Fu come se il solo fissarli avesse su di lui un effetto fisico, una potente pressione che lo investì e ancorò il suo corpo a terra, impedendogli anche il più semplice dei movimenti.
Naruto arrivò a sovrastarlo, la spada laser si alzò per preparare il colpo terminale << Sparisci! >>
<< Naruto, no! >>
Il grido di Hinata non bastò a fermarlo.
Lo fece, invece, quando i suoi occhi scorsero all'interno della casa altre due piccole presenze arrivate in un momento non precisato. Boruto e Himawari erano a pochi passi dalla soglia della balconata, da molto vicino assistevano alla scena e la mera volontà del caso volle che finissero per guardare lui direttamente in faccia. Naruto dimenticò all'istante la sua rabbia, rendendosi immediatamente conto di quello che stava per fare davanti agli occhi dei suoi figli. Loro non smettevano di guardarlo, visibilmente terrorizzati da ciò che vedevano, senza che lui sapesse cosa fare o dire. La lama si ritrasse come per un gesto involontario, non se ne rese neanche conto.
Fu di quell'occasione che Sasuke approfittò, non sentendosi più oppresso dal potere della pressione: colpì il polso di Naruto e lo disarmò di nuovo, si alzò d'impeto andandogli addosso e lo tenne giù con la schiena a terra; una delle spade perse volò nel suo palmo e la lama estratta fu di nuovo contro la sua gola.
<< No! Sasuke, per carità, lascialo andare! >>
Non lo fece. Sotto di lui, il sottomesso lo fissava con odio e frustrazione, tuttavia non osava più alzare un dito dopo la venuta dei bambini. Non poteva comunque avere la certezza che avrebbe continuato a trattenersi anche qualora se ne fossero andati, perciò non lo liberò e premette di più il ginocchio contro il petto. I suoi occhi si spostarono su Hinata, la quale apprese l'accusa con cui la guardavano.
<< A che gioco pensi di giocare, Hinata? >>
<< Che... che cosa...? >>
<< Mi hai capito. Fino a un momento fa avrei anche potuto pensare che tu non ne sapessi nulla e che non avessi riconosciuto la sua spada laser. Invece, dopo quello che gli hai visto fare, vuoi ancora far finta di niente? So che lo hai percepito benissimo: quest'uomo ha percorso i sentieri del Lato Oscuro. >>
Da Hinata, però, non venne nessuna giustificazione, né lei mostrò l'intenzione di dire alcunché. Proprio in quell'assenza di risposte Sasuke riuscì a vederci più chiaro.
<< Capisco. Tu già lo sapevi. Lo sapevi e lo hai fatto entrare ugualmente in casa tua, vicino ai tuoi figli. >>
<< Basta così, Sasuke, per favore. So quello che pensi, ma ti sbagli su di lui. >>
<< Ne dubito molto. L'ho visto più volte sullo stesso vascello incrociatore dov'ero infiltrato io, ho osservato di persona le basi del suo addestramento del Lato Oscuro. Ha fatto questo e anche di peggio per il Primo Ordine. >>
Sasuke fu afferrato alla collottola e tirato giù da Naruto, avendo un diretto faccia a faccia con lui. La voce dell'uomo a terra emise disprezzante scetticismo.
<< Tu un infiltrato? Non farmi ridere! Tu più di chiunque altro, anche più di me, cercavi di entrare nelle grazie di Snoke. Se fossi stato un infiltrato, lui ti avrebbe letto la mente e scoperto già da molto tempo. >>
<< Non se sai come illudere il tuo nemico e nascondere la tua Forza. Tu, piuttosto, che scusa avresti? Quale nobile causa ti avrebbe indotto a cedere addirittura al Lato Oscuro? >>
<< Non devo spiegare proprio nulla a te. >>
<< Hai ragione, non devi. Al Generale Organa, invece, dovrai spiegarlo eccom... >>
Scoprì improvvisamente di non avere nessuna libertà di movimento, il suo corpo si era fermato e non gli rispondeva. Non ebbe più la padronanza di sé e finì per sollevarsi e levitare a mezz'aria senza alcun appoggio, allontanandosi da Naruto. Nel mezzo di quell'insolito spostamento aereo, scorse Hinata con la mano aperta verso di lui, generava quella presa di Forza che lo aveva afferrato e lo trascinava via secondo i comandi mentali della Jedi. Fu lasciato libero solo dopo essere stato riportato dentro casa, a una considerevole distanza tra lui e Naruto. Hinata si mise in mezzo a quello spazio.
<< Che stai combinando, Hinata? >> chiese contrariato.
<< Ti avevo chiesto più volte di lasciarlo stare, ma non hai voluto ascoltarmi. >> e anche dopo averlo liberato, restava pronta a intervenire ancora, col braccio proteso, se Sasuke fosse tornato all'attacco << Ascolta, non immaginavo né sapevo che anche tu spiassi il Primo Ordine, quindi posso capire la tua avversità verso Naruto... ma ripeto che ti stai sbagliando sul suo conto. >>
Sasuke inarcò un sopracciglio << "Anche" io? >>
<< Se non puoi concedergli fiducia, concedila almeno a me. In nome della nostra amicizia, te ne prego. >>
Furono necessari diversi momenti di riflessione perché potesse prendere una decisione. Sasuke osservò Naruto che era tornato in piedi e con in mano la spada laser riposta, nemmeno lui cessava di fissarlo con accesa inimicizia. C'era, però, anche Hinata, convinta dei motivi che la spingevano a proteggere un simile individuo. E Sakura, pur sconvolta dall'accaduto, aveva afferrato qualcosa dei loro discorsi e si era fatta un'idea della faccenda, ma non una convinzione, perciò esitava a intervenire e rimaneva ad attendere l'epilogo degli eventi.
Non solo loro tre, c'erano anche i bambini che avevano assistito con timore agli ultimi sviluppi, finché in seguito non arrivò finalmente il droide domestico per condurli via da lì, nelle loro camere.
Alla fine abbassò la guardia, attirò a sé le altre armi rimaste a terra e, senza altre intenzioni ostili, le conservò nel cinturone.
<< Sia chiaro, Hinata, che non mancherò di riferire al comando quello che ho scoperto. Se non sarò io, sarà bene che lo porti tu alla presenza del Generale perché lo possa interrogare. >>
<< Ci sarà. Te lo garantisco. >>
<< Bene, voglio crederti. Sakura, andiamocene. >>
Si diresse verso l'ingresso. Prima di seguirlo, Sakura si fermò per mostrare all'amica il suo profondo rammarico: non era stata la rimpatriata che avevano sperato.
<< Mi dispiace tantissimo, Hinata, non immaginavo che... >>
<< Va tutto bene, tranquilla. >> la rassicurò << Vedrai che si sistemerà tutto. >>
La rincuorò di più con un abbraccio. La esortò, poi, ad andare dietro a Sasuke.
Rimasero soli, lei e Naruto.
 << Hinata... io... >>
La donna si liberò con un sospiro e cercò serenità abbracciando questa volta lui. Per quanto in quel momento si sentisse terribilmente in colpa, Naruto fece in modo di darle quella pace e la strinse a sé per un po'.
<< È meglio che vai a tranquillizzare i bambini, saranno ancora scossi. >>
<< Tu non vuoi venire? >>
Lo voleva. Non era sicuro, però, che lo volessero anche loro.
 
Hinata fu di parola, lei e Naruto furono al campo base della Resistenza più tardi in mattinata, K9B10 fu insieme a loro. Giunsero davanti all'entrata dello stesso hangar in cui Hinata era entrata il giorno prima. Lì, la loro venuta era attesa.
<< Sei stata di parola, bene >> constatò Sasuke.
Hinata accennò ai tre soldati della guardia armati di fulminatori << Loro sono necessari? >>
<< Sì. Lo sono anche queste. >>
Allungò dei bracciali da prigioniero, mostrandoli in una tacita esortazione a usarli su Naruto. La vista di essi non piacque a nessuno dei due, ma non replicarono ed eseguirono.
<< Sappiate che per tutta la durata dell'interrogatorio sarò nella sua mente per controllare se dirà la verità. Se dovesse tentare qualcosa o se opponesse resistenza, ho l'autorizzazione a sparare. >>
Prospettiva che Naruto non temette, dato che non progettava né di mentire né di fuggire. Hinata, al contrario, per misure del genere ebbe di che provare apertamente sdegno.
<< Non puoi dire sul serio! Il Generale non darebbe mai... >>
<< Che persona credi che sia il Generale? >> la fermò Sasuke << Una che va incontro alle necessità personali di una singola sottoposta, oppure che invece si preoccupa della sicurezza di tutti quelli sotto di lei? >>
Talmente era scontata la risposta che neppure ebbe bisogno d'esser detta a voce, né Hinata trovò altro modo di ribattere contro quello che riteneva un eccesso di misure di sicurezza. Rimase zitta ma non comunque disposta ad accettare simili condizioni.
Tuttavia << Va bene così, Hinata. >> la rassicurò Naruto << Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Andiamo e chiudiamo questa storia per sempre. >>
Sasuke trovò irritante come quell'individuo desse tanto per scontato che sarebbe finita bene, comunque non lo disse e non ne diede segno. Se il Generale Organa lo avesse giudicato meritevole, non avrebbe avuto nessuna obiezione sulla sua integrazione nella Resistenza. Fino ad allora, era da ritenere un nemico sotto ogni aspetto.
Si girò e prese a incamminarsi all'interno dell'hangar, Hinata e Naruto gli andarono dietro; due delle guardie li scortarono ai lati, la terza dietro di loro chiuse la fila. Camminare cinti in quel modo non fu confortevole, in particolare quando dovettero scendere una scala dalle mura particolarmente strette - la stessa scesa l'altro giorno da Hinata - ma subito dopo quel passaggio giunsero nel centro della base operativa. Altro non era che un grande rifugio sotterraneo in penombra, gremito di tecnici e informatori alle prese in posizioni computerizzate, nonché soldati, piloti stellari, droidi e personale di vario genere indaffarato in diversi compiti, provocando tutti insieme un gran brusio.
<< Generale Organa, li ho portati. >>
Si fermarono davanti a un'ampia piattaforma circolare olografica, dove Sasuke richiamò l'attenzione di una delle persone che vi trafficava sopra studiando chissà quale sistema.
Bassina e considerevolmente anziana, il Generale Organa aveva l'aspetto di qualcuno che aveva dedicato la vita a compiere imprese e battaglie per la salvezza del prossimo, una lunga catena di sforzi per via dei quali aveva un'aria di stanchezza, affaticata dai fardelli che portava sulle spalle. Benché severa e dal carattere duro, era giusta nelle decisioni e aveva a cuore il benessere degli altri prima del suo.
<< Grazie, Sasuke. >>
Sasuke si fece da parte e lasciò che osservasse Naruto più da vicino.
<< Tu sei Naruto, giusto? Hinata mi ha parlato di te. E anche Sasuke, ma non altrettanto bene, temo. >>
<< È un piacere conoscerla. >>
<< Mi dispiace per il trattamento che ho dovuto riservarti, ma non posso farne a meno. >>
<< Comprendo le sue necessità, Generale, e voglio che sappia che sono disposto a qualunque cosa per dimostrarmi degno di fiducia. >>
<< Bene, ne sono lieta. >> si appoggiò col bacino alla piattaforma retrostante << Vorrei cominciare con le domande più importanti: è vero che sei un membro del Primo Ordine? >>
Naruto lanciò una fugace occhiata a Sasuke. Come promesso, lui lo guardava a sua volta sorvegliando la sua mente.
<< È vero che lo ero. Ora non lo sono più. >>
Non ci furono obiezioni da parte della sua guardia mentale: doveva aver constatato la sua sincerità, almeno per ora.
<< Ed è vero anche che prima eri uno Jedi? >>
<< Ero un allievo del maestro Luke Skywalker. >>
<< Allora cosa è accaduto? Perché ti sei unito al Primo Ordine? >>
<< Per due motivi. Il primo è perché sapevo che l'apprendista che disfece la nuova scuola del maestro si era aggregato anch'egli al Primo Ordine, e lo inseguii per potermi vendicare. >>
<< Lo hai fatto? >>
In quella domanda fu appena udibile una ben celata ansia << No, non ne ho avuto il modo. >>
Il Generale sospirò << Che fine ha fatto quell'apprendista? >>
<< È diventato un adepto del Lato Oscuro e un comandante della flotta armata. Adesso si fa chiamare Kylo Ren. >>
<< Capisco. Hai parlato di due motivi. Qual era l'altro? >>
<< Il più importante. Dovrei raccontarvi quello che mi è successo per spiegarvelo. >>
<< Ti ascolto. >>
<< Nel caos che Kylo Ren provocò quella notte, finii separato da tutti gli altri: il mattino dopo, il mio maestro e i miei compagni erano spariti... anche Hinata. Partii per cercarli, ma Ren era l'unico indizio che avevo. Lo seguii e il Primo Ordine prese a bordo anche me insieme a lui. Pensai inizialmente alla fuga, poi mi venne in mente che se avessi potuto sfruttare le loro forze e la loro rete di informazioni, avrei potuto trovare altre tracce del maestro e di Hinata per conto mio. >>
Per la prima volta intervenne Sasuke << Facevi la spia per te stesso, è questo che stai dicendo? Allora perché hai accettato insieme a Ren di imparare le vie del Lato Oscuro? >>
Lo scetticismo era palese. Doveva comunque aver appurato che finora Naruto fosse stato onesto, tuttavia insisteva col diffidare di lui. Stava forse mettendolo alla prova?
<< Non ho potuto farne a meno, Snoke ha subito percepito la Forza che c'era in me e ha capito che ero uno Jedi, quindi ha preteso che mi addestrassi. Rifiutandomi, mi sarei scoperto. >>
<< E sulla base di cosa ti saresti addestrato? >>
Ovvero su quali emozioni lo avevano costretto a fare pressione per evolvere le sue conoscenze del Lato Oscuro, questo gli stava chiedendo.
Ricordò il tradimento di Ren << Rabbia... >> poi volse uno sguardo momentaneo su Hinata << ...e paura. >>
Il Generale cercò una conferma sulla sincerità di ciò che era stato raccontato finora, Sasuke la diede con un cenno.
<< Che cosa è accaduto dopo? >>
<< Sono stato per tre anni sotto le direttive di Snoke. A ogni sessione di allenamento, il mio potere del Lato Oscuro cresceva così tanto che ho temuto di dimenticare gli insegnamenti del maestro Luke. Un giorno, una squadra di assaltatori mi sorprese mentre cercavo di violare la banca dati segreta dell'incrociatore, alla quale normalmente non potevo avere accesso. Visto che ero stato scoperto, mi prodigai subito per scappare e lasciare la nave a bordo di un vascello. Portai con me questa unità K9, all'epoca inattiva, per conservare le informazioni che ero riuscito a raccogliere. Dei caccia mi inseguirono e riuscii ad abbatterli quasi tutti nella fuga, ma l'ultimo provocò danni seri alla mia navetta e io a lui. Fummo entrambi costretti a un atterraggio di fortuna sul pianeta Sothoryos, dove ci siamo schiantati: lui non era sopravvissuto. Io e il droide siamo rimasti lì negli ultimi due anni, senza mezzi per andarcene né per mandare segnali di soccorso, fino a quando non ci ha trovato Hinata. Questo è tutto, Generale. >>
<< Non è tutto. >> obiettò Sasuke << Alcune di quelle informazioni che hai raccolto le avevi prima procurate tu stesso al Primo Ordine, ricordi? Racconta dei massacri a cui hai preso parte per ottenerle. >>
Non volle raccontarlo. Rivelarlo a Hinata era già stato terribilmente difficile e angoscioso, non aveva la forza di raccontare ancora i dettagli di quegli olocausti; di affermare che, a causa del Lato Oscuro, nessuna ritrosia né remora lo avevano fermato dal compierli; che la sua purificazione nella Forza su Sothoryos gli era servita a ben poco e il male che lo aveva governato era ancora molto presente in lui. Hinata fu la sola a comprendere il suo esitante silenzio e ne fu affranta. A Sasuke, al contrario, non piacque affatto.
<< Allora? >>
Stavolta, però, il Generale intervenne << Basta così, Sasuke, non farai più domande senza essere interpellato. >>
Sasuke recepì l'ordine e tacque senza obiettare.
<< Quindi, Naruto, l'unità K9 che è lì con te ora conterrebbe delle informazioni del Primo Ordine? >>
<< Sì. Alcune non erano ancora molto chiare, semplici bit di alcuni dati che lo stesso Primo Ordine cerca da anni di elaborare, in particolare quelli più recenti. K9B10 ha portato avanti per conto suo lo sviluppo dei dati che possedeva. >>
<< Devi farci vedere tutto ciò che contiene. Può essere di vitale importanza. >>
Così Naruto volle fare, sebbene lo stesso droide sembrasse agitato nel sentirsi chiamato in causa. La testa sferica vorticava di continuo tra Naruto e il Generale, incerta su cosa dovesse fare.
<< Va tutto bene, K9. Mostra loro quello che hai. >>
Ebbe ancora qualche dubbio, ma alla fine si fece avanti. Lasciò che un operatore collegasse una spina alla sua testa, facendo sì che i dati posseduti fossero scaricati nel server centrale. Questi si mostrarono sulla piattaforma olografica: schemi, liste e riquadri delle aree galattiche in cui aveva operato il Primo Ordine, nonché altre in cui programmava di agire nel futuro più prossimo. Come detto da Naruto, alcuni di essi erano delle interfacce incomplete, non ancora elaborati pienamente, mentre per altri era più evidente il completamento da poco eseguito dal droide, per lo più elenchi di pianeti con rispettiva posizione nella galassia e catalogati secondo un criterio non chiaro. Gli occhi del Generale li leggevano tutti, con rapidità, alla ricerca delle informazioni che avessero più valore.
<< Un momento... >>
Parve trovarle. Qualcosa di quello che lesse attirò la sua attenzione, le bastò toccare l'ologramma affinché questo ingrandisse un'interfaccia al margine e mostrasse i particolari di un pianeta.
<< Pianeta Jakku, nelle distese occidentali. >> osservò Sasuke << Risulta essere un luogo piuttosto desolato. Che cosa c'è lì che vi colpisce, Generale? >>
Vero che erano state riscontrate delle forme di civiltà nonostante la natura desertica e ostile del luogo, ma ben poco doveva esserci di rilevante in un posto che in molti consideravano una semplice discarica.
<< Qui. >> il Generale indicò un punto specifico del pianeta << È Lor San Tekka. >>
Un nome che nessuno oltre a lei seppe riconoscere. Ciononostante, era segnato sull'ologramma dove la donna aveva puntato il dito.
<< Hai detto che questi dati non erano ancora elaborati quando li prendesti? >> chiese a Naruto.
<< Sì. >>
<< Pensi che adesso il Primo Ordine possa averli terminati? >>
<< K9B10 da solo ci ha messo un anno e mezzo, quindi è certo che la loro banca dati abbia finito di svilupparli molto prima. >>
<< Quanto potrebbero impiegarci a setacciare tutti questi pianeti? >>
<< Troppo tempo, sicuramente. È probabile che sul pianeta che vi interessa non siano ancora andati. >>
Non gli chiese altro. Nel sotterraneo vi fu il silenzio, il Generale fu intenta a riflettere o a progettare qualcosa di specifico ma non chiaro ai presenti: meditava chiaramente di mandare qualcuno su Jakku, ma perché?
Hinata si fece avanti ed espose la perplessità comune << Generale, che cosa c'è in quel posto? Chi è Lor San Tekka? >>
<< Una mia vecchia conoscenza. Molto vecchia, a dire il vero... ha vissuto gli ultimi tempi della vecchia Repubblica, ha visto nascere l'Impero e l'ha visto cadere. >>
Se era vero, doveva aver raggiunto un'età tale da superare l'assurdo. Qualcuno che era andato ben oltre i cento anni di età non poteva essere un uomo comune... sempre che fosse un uomo.
<< Si era ritirato diversi anni fa, ma non ho mai saputo dove fosse andato. Pensare che il Primo Ordine lo stia cercando... >> una realizzazione che la turbava visibilmente non poco.
<< Per quale ragione potrebbero volerlo? >> domandò Sasuke.
<< Era un fermo sostenitore della Chiesa dei Jedi ai tempi della vecchia Repubblica. Potrebbero pensare che in qualche modo sia collegato a Luke. >>
<< Se è così, direi che non possiamo lasciarglielo prendere. Dobbiamo arrivare a lui prima noi. >>
Il tono del Generale cambiò << Mandate il miglior pilota che abbiamo e dategli il nostro modulo più veloce. Che vada su Jakku a trovare Lor San Tekka e che lo porti qui se possibile. >>
Con un cenno Sasuke mandò dei sottoposti a diffondere l'ordine, in modo che si trovassero la persona e il veicolo più adatti alla missione. Gli uomini furono mandati a cercare il pilota, mentre gli operatori iniziarono a valutare nell'archivio informatico tutte le potenziali navette.
<< Generale... per quanto riguarda Naruto? >>
La domanda di Hinata, bisognosa di conoscere il verdetto, riportò l'attenzione dell'anziana donna e dei sottoposti più vicini alla questione principale. Allo stesso modo Naruto, pur lieto di aver aiutato in qualche modo, in quel momento desiderò solo conoscere la decisione del Generale.
<< Naruto, ragazzo mio, hai la mia gratitudine per averci portato queste preziose informazioni. Credo a tutto ciò che mi hai raccontato e mi dispiace tanto per quello che hai dovuto passare. Sono certa che saresti una grande risorsa per la causa della Resistenza... >>
Hinata sentì crescere un'ondata di eccitazione e osò concedersi un sospiro liberatorio, incoraggiata dalle parole del Generale.
Scoprì di aver osato troppo presto: Leia Organa non aveva finito di parlare.
<< ...ma temo che il tuo caso sia più complicato. Ora come ora, non posso arruolarti. >>
L'illusione svanì e Hinata cominciò a provare i timori che ne derivarono. Confusa e inquieta, non comprese quali fossero gli impedimenti del Generale e restò col fiato sospeso, temendo per Naruto. Anch'egli non riusciva a capire, ma la prese per mano e cercò di avere abbastanza coraggio per tutti e due.
<< Posso chiedere il perché? >>
<< Anche se agivi da infiltrato, ti sei comunque macchiato di crimini nei confronti di popoli tutelati dalla Repubblica, atti che io non posso ignorare. Perciò in questo momento non sei altro che un criminale di guerra. >>
<< Con tutto il rispetto, Generale >> Naruto non si preoccupò di nascondere quanto fosse contrariato << l'uomo che vi affianca era anch'egli infiltrato sull'incrociatore e ha lavorato come membro effettivo del Primo Ordine. Cosa gli impedisce di essere definito un criminale come me? >>
<< La sua era una missione ufficiale ricevuta ed eseguita per ordine della Resistenza, ecco cosa. La tua era di nobili intenti, ma era un'iniziativa personale. E poi, al contrario di te, Sasuke non ha mai intrapreso lavori del Primo Ordine che lo coinvolgessero direttamente nello sterminio di altre genti. >>
C'era senso in quello che il Generale sosteneva, a malincuore Naruto dovette riconoscerlo. Sasuke non aveva accennato una parola in sua difesa, consapevole di non averne bisogno: diversamente di lui, era pulito.
Abbassò mestamente il capo, rassegnato << Che cosa sarà di me, allora? >>
<< Dovrai andare nel sistema di Hosnian e rimetterti al giudizio del senato galattico. Io non posso fare molto per te senza una sentenza della Repubblica. >>
Una prospettiva di pochissime belle speranze. Non occorreva una particolare conoscenza sulla politica per capire che un caso del genere avrebbe richiesto tempo per essere risolto: troppe valutazioni da parte dei senatori, troppe sfaccettature e punti di vista da cui considerare la sua situazione, troppe ricerche su eventuali casi simili precedenti... avrebbero dato inizio a un processo di lunga durata. Settimane, forse mesi di altri interrogatori e discussioni tra i senatori, un tempo che lui avrebbe dovuto trascorrere agli arresti e con una condanna che poteva pendergli sulla testa... tutti timori e prospettive che ognuno di loro capiva. Hinata più di chiunque altro.
<< Generale, la prego, ci ripensi. È davvero necessario che debba passare tanti problemi per un giudizio del senato? Con le sue conoscenze darebbe un grande contributo alla Resistenza. Lui ci occorre qui, ci occorre ora. >>
Soprattutto, ne aveva bisogno lei... e, anche se forse ancora diffidavano di lui, allo stesso modo i due bambini a casa avevano bisogno del loro papà. Leia Organa non faticò a comprendere queste sue reali paure celate dietro le parole, tuttavia << Se anche lo lasciassi combattere con noi, la Repubblica verrebbe comunque a sapere molto presto della sua presenza qui e manderebbe qualcuno a prelevarlo. È meglio che vada a Hosnian ora, con una buona parola da parte mia, piuttosto che dopo e senza aver fatto sapere nulla. >>
Vero anche questo, ma non altrettanto rassicurante. Leia Organa, alla fine, era solo un Generale al servizio di un corpo governativo molto più grande di lei e non aveva alcun potere decisionale su questioni simili. Questo lo compresero tutti, e prima di tutti Naruto.
<< Andrò a Hosnian, Generale. Farò quello che sarà necessario. >>
Hinata non lo prese di buon grado, come lui aveva immaginato. Lo guardava con profonda angoscia, priva delle parole per chiedergli se davvero volesse farlo.
<< È l'unica soluzione, Hinata >> le disse, cercando di farle capire.
Faticò ancora ad accettare la cosa, chiaramente cercava di pensare a un qualsiasi modo che non lo costringesse ad andarsene. Contenere la frustrazione le fu molto difficile quando alla fine dovette farsene una ragione.
 
Le ore che seguirono non furono altro che silenzio. Silenzio mentre fecero ritorno a casa, dopo che la decisione era stata presa; silenzio mentre fu preparata la borsa da viaggio di Naruto; silenzio anche mentre rimasero in attesa che arrivasse la scorta incaricata di riportarlo alla base, da dove sarebbe partito per Hosnian. Quest'ultimo periodo Hinata andò a trascorrerlo in solitudine sul terrazzo, Naruto seduto nel soggiorno a chiedersi se lei sentisse che la guardava scrutare l'orizzonte.
"Hinata... speri che nessuno verrà a portarmi via?"
Comprensibile. Nel suo illudersi, lo sperava anche lui. Ciononostante, sapevano come sarebbe andata a finire.
"Che sto facendo? Sto davvero per andarmene e lasciare tutto così?"
Più andava avanti, più odiava il distacco che si era venuto a creare. Più di questo, non sopportava il pensiero che nei tempi a venire, lontano da casa, avrebbe ricordato Hinata così: voltata a dargli la schiena. Non il volto, non gli occhi, non il sorriso... solo la sua schiena.
<< Hina... >>
Scoprì di essere osservato: Boruto e Himawari si rifugiavano per metà dietro la soglia del soggiorno e non gli staccavano gli occhi di dosso. Si ritrassero quando furono scoperti, ma non andarono via. Desideravano restare lì a guardarlo, magari anche avvicinarsi, e allo stesso tempo erano timorosi di farlo.
"Buffo, anche io."
Era colpa sua, in fondo, per non aver fatto attenzione alla loro presenza ed essersi lasciato sfigurare in quel modo dalla rabbia. Il giorno prima era padre di due figli; oggi era padre di due figli che pensavano di avere per papà un mostro.
Gli cadde lo sguardo su di un ripiano vicino alla porta, sopra il quale dei piccoli globi erano posati su dei basamenti a coppa, di vari colori e disposti attorno a una sfera gialla un po' più grande e arancione: una rappresentazione in scala del sistema planetario in cui vivevano, con la sola funzione di soprammobile.
Probabilmente, pensò, nessuno aveva pensato di dare un'utilità diversa a quei globi, nemmeno Hinata. Per questo Boruto e Himawari si stupirono quando videro la sfera del sole muoversi all'improvviso, levitare in aria lasciando il suo posto e senza emettere un suono, soffermarsi proprio di fronte ai loro occhi. Lo fissarono, incuriositi dal fenomeno del vedere un oggetto tenersi da solo così misteriosamente sospeso, talmente rapiti da scorgerne le lievi fluttuazioni. Un altro globo si unì al primo, uno dei pianetini che prese a ruotare sia su se stesso che attorno al sole in un'orbita ellittica. Un altro pianeta si unì allo spettacolino, la sua orbita era più larga della prima e poco più lenta. Vi presero parte altri tre insieme, orbitando anch'essi, completando la simulazione giocosa dei pianeti attorno al sole, i cui movimenti fluidi e perfetti accrescevano l'incantamento dei due gemelli. Boruto provò a toccarne uno col dito, il globo fluttuò di poco fuori orbita per poi riprendere il suo corso. Quella che vedevano come una magia - e che in realtà era un semplice trucco di telecinesi - li aveva resi dimentichi del timore verso la figura paterna, la quale si allietò nel vedere almeno il risultato del suo giochino di prestigio. Quando sentì Himawari ridacchiare, provò a vivacizzare di più il gioco: le sfere si disposero in una fila che prese a volare attorno alla stanza con movimenti alti, agili e serpentini che divertirono di più i bambini inducendoli a rincorrerli e vederli il più vicino possibile. Li faceva volare sopra le loro teste, talvolta a un'esigua distanza per provocarli a tentare di acchiapparli, qualche volta il serpente si scomponeva e ogni pianeta seguiva una sua traiettoria separata, allora Boruto e Himawari cercavano di seguirli un po' in tutte le parti. Altre volte, quando i globi si riallineavano, i movimenti diventavano più artistici, disegnavano cerchi, vortici e spirali, si raggruppavano in un punto e poi si espandevano come lo scoppio di una stella.
Naruto notò Hinata che, attratta dal vociare divertito dei bambini, si era girata di poco, aveva osservato la tenera scena senza nulla dire. Sebbene fosse toccata, era ancora troppo presa dallo sconforto per commentare alcunché o dare attenzione più di tanto. K9B10 tentava di sollevarle il morale, ma ammesso che lei potesse capire il suo linguaggio robotico, il tentativo non sembrava dare risultati.
<< C'è posto per me? >>
La donna sussultò. Per alcuni momenti si era estraniata da tutto, dai tentativi di conforto del droide e dalla ritrovata spensieratezza dei figli, non si era quindi accorta di Naruto che le giungeva accanto; le sfere con cui prima giocava con loro non volavano più, ma i bambini le tenevano in mano e cercavano di imitare la stessa magia. Il silenzio quasi totale e distaccato che vigeva da ore era stato infranto da quella domanda enigmatica.
<< Posto per dove? >>
<< Nel guscio in cui ti sei rinchiusa da quando siamo tornati. Non voglio partire mentre tu mi escludi dai tuoi pensieri e dal tuo cuore. >>
Non lo stava realmente facendo, anche se si era voltata di nuovo e non lo guardava più in faccia. Desiderava dirglielo, che voleva solo trovare la forza di accettare la realtà ed essere pronta ad aspettarlo. Non fu questo che invece disse.
<< Il problema non esisterebbe se tu non dovessi partire. >>
<< Sai che non posso farne a meno. >>
<< Perché? >>
<< Sai anche questo. >>
Lo sapeva, sì, da quando aveva visto nella grotta la sua spada laser dalla lama violacea - il colore, insieme al rosso, tipico delle armi dei Sith dei guerrieri dell'Impero... di chi praticava il Lato Oscuro. Il cristallo contenuto nell'impugnatura, diventato rosso come segno concreto del male compiuto e del sangue versato, nella purificazione mutava in viola; la colorazione era prova della redenzione dello Jedi, ma anche del percorso oscuro da lui compiuto. Chi era Jedi lo sapeva e lo riconosceva, come Sasuke.
Perché non liberarsi di una spada così? Per il semplice motivo di tenerla come monito, per ricordarsi, anche se il Lato Oscuro era ormai presente in lui, di non cedervi mai più. L'idea era di celarla comunque fino a che Hinata non fosse riuscita a procurargliene un'altra... questo almeno prima degli eventi di quella mattina.
<< Non è sufficiente tutto quello che hai passato? >> insistette Hinata << Ti sei già redento e hai operato in favore della Repubblica. >>
<< Ho operato solo per ritrovare te, senza ancora pagare per ciò che ho dovuto fare per questo. Siamo realisti, Hinata, le mie azioni non sono qualcosa su cui si può passare sopra come se niente fosse. >>
<< E dovrebbe essere qualche burocrate del senato a decidere cosa è meglio per te? Lo fai perché lo ha stabilito il Generale? O forse perché senti il bisogno di essere giudicato? >>
<< Entrambe le cose. >>
Del resto, non poteva vivere in una civiltà senza essere giudicato idoneo dal suo governo. Allo stesso modo, non poteva entrare nella Resistenza se fin da subito non seguiva gli ordini di un suo Generale.
Motivi sensati. Ma Hinata capì che non erano tutto << C'è dell'altro, vero? >>
Naruto ammutolì, colpito. Ascoltò l'ipotesi di Hinata, senza nulla negare.
<< Ti andava bene vivere qui con me e lasciarti il passato alle spalle, almeno fino a ieri. Dopo quello che è accaduto oggi non puoi aver cambiato idea solo per queste ragioni. Non puoi semplicemente ammettere che hai paura di sgretolare tra le tue mani quello che hai? Hai scoperto che qui hai tanto per cui vivere, ma hai anche scoperto di essere ancora incline a ricadere nel Lato Oscuro, minacciando di corrompere tu stesso il grande bene che hai creato con me. E quel che è peggio è che loro lo hanno visto. >>
Boruto e Himawari erano ancora alle prese con i piccoli globi, ci giocavano in vari modi e ogni tanto li lanciavano in aria. K9B10 era andato da loro a tenere compagnia nei giochi. Naruto sospirò, vide in quella semplicità fanciullesca tutto quello che Hinata aveva detto. Lei, rendendosene conto, gli andò incontro, affranta, e si strinse a lui.
<< Perché non l'hai detto subito? >>
Naruto la abbracciò a sua volta << Non lo so. Forse... credevo che non avrebbe fatto differenza. >>
<< No, non molta. Però è qualcosa. >>
La donna si alzò in punta di piedi e arrivò a baciarlo. La freddezza e il distacco scomparvero.
<< Cosa vuoi dire? >> domandò lui << Che così ti è più facile accettarlo? >>
<< Non dirò che non fa male, perché lo fa... ma almeno ti avrei capito di più. >>
La distanziò per guardarla in volto << Hinata, non so quanto tempo sarò costretto a stare via, ma per certo so che tornerò da te. Mi libererò completamente del Lato Oscuro e, in un modo o nell'altro, farò ritorno. Puoi credere a questo. >>
<< Io sì. Dovresti dirlo anche a loro, non pensi? >>
Lo pensava. In fondo, era per il loro bene che partiva. I bambini non avevano smesso di giocare, il droide mostrava loro qualcuno dei suoi dispositivi interni nascosti che li sorprendevano e li divertivano ulteriormente. Himawari saliva anche su di lui e si lasciava trasportare in giro per la casa.
<< Boruto, Himawari, venite qui. >>
Richiamati, i gemelli andarono da lui. Naruto si abbassò in ginocchio, poggiò affettuosamente le mani sulle loro spalle.
<< Papà vi vuole molto bene. Lo sapete, vero? >>
Annuirono. Naruto ne fu intenerito e si concesse di sorridere lieto prima di dover dare mestamente la notizia.
<< Fra poco dovrò partire. Andrò in un posto molto lontano. >>
<< Perché? >> Himawari lo chiese con evidente tristezza. Le accarezzò i capelli.
<< Purtroppo devo. C'è una cosa importante che devo fare. >>
<< Avevi detto che restavi insieme a noi e alla mamma. >>
Proprio per questo era difficile. Era più doloroso rompere la promessa fatta a un bambino che quella fatta a chiunque altro, ancor più se rivolta a un figlio. Due, poi...
<< Lo so, hai ragione. È solo che... >>
<< Ma poi torni, vero? >>
Questo lo facilitò. Era l'unica cosa sicura di tutto questo, talmente sicura che doveva darne la certezza anche a loro.
<< Sì, Boruto, tornerò sicuramente. E quando tornerò, vi insegnerò un sacco di belle cose. >>
Sapeva anche già da dove iniziare. Boruto teneva ancora in mano uno dei globi, questo gli sfuggì dalle dita e levitò orbitando attorno alla sua testa. Naruto lo prese e glielo riconsegnò in mano. Himawari cambiò umore e divenne esaltata.
<< Lo prometti? >>
<< Lo prometto. E prometto anche che tornerò presto. Voi promettete di fare i bravi e aspettarmi insieme alla mamma? >>
<< Sì. >>
Più semplice e più rassicurante di quanto avesse pensato. Quei bambini mostravano di avere tanta della comprensione e della dolcezza della madre. Questa gli sorrise intenerita, felice, nonostante tutto, dei loro saluti colmi di tante speranze.
Nel cielo rombò il rumore di un veicolo in avvicinamento, un rumore così forte e pensante da far intendere le dimensioni del velivolo. Intravidero, infatti, una Marauder della Resistenza che sorvolò la casa verso la cima dell'altura.
<< È ora. >>
Naruto andò a recuperare il borsone nel salotto. Si fermò passando accanto a KB10.
<< Beep? >>
<< Stammi bene, amico mio. Ci vediamo presto. >>
<< Beeep... >>
Una volta tanto aveva evitato la sua parlantina tagliente e nei versi robotici si avvertì il dispiacere per la loro separazione.
<< Ho detto che ci vediamo presto. Non fare così. >>
<< Be-beep. Beeep. >>
<< Come no. Lo so che ti mancherò lo stesso. >>
<< Beep. >>
Accompagnato da lui, da Hinata e anche dai bambini, arrivò all'ingresso. All'esterno, la nave era ferma sullo spiazzo di atterraggio, dodici uomini d'armi erano disposti in due file davanti al portellone abbassato del velivolo. Un tredicesimo ufficiale era al loro comando, riconosciuto da Hinata a prima vista.
<< Sakura? >>
<< Ciao, Hinata. Naruto è pronto, immagino. >>
Stette per rispondere che lo era. Ciò che la rendeva perplessa erano le dimensioni della nave, un po' fuori misura per il semplice trasporto via terra. Doveva avere una portata di almeno ottanta soldati, i dodici che erano all'esterno lasciavano intendere la presenza di minimo un'altra ventina a bordo come equipaggio.
<< Sakura, lo riporterai alla base con quella Marauder e tutti quei soldati? Non è eccessivo? >>
<< Non partiremo dalla base, decolleremo direttamente da qui. Gli uomini che vedi sono la scorta sotto il mio comando che condurrà Naruto a Hosnian. >>
<< Stai dicendo che... lo scorterai tu? Ne sei sicura? >>
<< Ho richiesto e ottenuto il mandato dal Generale. In questo modo lo potrò sorvegliare da vicino e anche tenerlo in custodia cautelare per tutta la durata del processo. >>
Hinata si trovò non in grado di esprimere all'amica la sua gratitudine, consapevole che doveva essersi fatta avanti lei a chiedere l'incarico. Immaginò anche che Sasuke avesse avuto da ridire sulla decisione, cosa che comunque non aveva impedito a Sakura di darle il suo aiuto. Sotto la sua custodia, non doveva temere per la sicurezza di Naruto, né che lui dovesse restare in prigione tra un'udienza e l'altra; gli arresti in una casa decente, pur sotto la sorveglianza di un ufficiale, erano più preferibili di quelli in una cella.
<< Sakura, io... non so davvero cosa dire... >>
<< Come se ce ne fosse bisogno >> le sorrise con tutta l'intesa della loro amicizia. Si rivolse a Naruto, ammonitiva << Quanto a te... sappi che è per Hinata che lo faccio, perciò sarà meglio che ti comporti come si deve. Fai quello che ti dico e ti riporterò indietro pulito da questa storia, siamo d'accordo? >>
<< Mi fido di chiunque voglia aiutare Hinata. Mi metto nelle tue mani. >>
Se Hinata era serena nel saperlo affidato a lei, poteva dire di fidarsi di quella persona.
Si abbassò ad abbracciare Boruto e Himawari, accolto dalle loro piccole braccia che cercarono di cingere più che potevano le sue ampie spalle.
<< State insieme a vostra madre, vogliatele sempre bene. >>
Hinata lo lasciò essere padre per quegli ultimi momenti in cui gli era concesso, attese fino a che non tornò su e si dedicò a lei. Nella sottile distanza che c'era tra loro fu espresso tutto quello che non aveva bisogno d'esser detto: un attimo di contemplazione, un'intimità silenziosa che raccontava la loro promessa di ritrovarsi... della loro futura unione da sancire alla presenza di un sacerdote.
<< Lo vuoi? >>
<< Sì. >>
Qualsiasi altra parola non fu necessaria. Promessosi questo, il loro fidanzamento fu rappresentato dal bacio che si diedero.
Si separarono. Hinata lo osservò allontanarsi, camminava a passo fiero verso il portellone, diretto ad affrontare a testa alta le difficoltà a venire. Affiancato da Sakura e dalla sua scorta, si voltò a ricambiare lo sguardo per l'ultima volta, finché il portellone non si sollevò fino a chiudersi. Si udirono i motori avviarsi e tirare su la nave dal suolo con estrema pesantezza, ma diveniva come più leggero e veloce a mano a mano che acquisì quota. In breve divenne un nulla minuscolo oltre l'atmosfera, un punto infinitesimale nella galassia che sparì intraprendendo il viaggio attraverso il cosmo.
Né lacrime né parole sopraggiunsero. Dal suolo fu solamente un breve pensiero a elevarsi fino alle stelle e ad accompagnare attraverso lo spazio l'uomo a bordo della Marauser.
"Naruto... che la Forza sia con te."
  
Fine
 
Spazio Autore
Ma saaalve, miei carissimi lettori, come va? Cacchio, è passato tanto di quel tempo che sento di avere tante cose da dire e neppure sono sicuro da dove cominciare.
Credo sia d'obbligo cominciare col chiedere scusa per essere sparito da EFP per così tanto tempo, quando ricordo di aver promesso a dicembre che quest'anno nuovo sarei tornato molto prima. Purtroppo per me è stato un periodo molto difficile dal punto di vista della scrittura, non solo perché a un certo punto di questa storia ho avuto un lungo blocco ma perché mi è anche venuta a mancare parechcio la voglia di scrivere, perciò di giorno in giorno ho continuato a rimandare e a rimandare e a rimandare... e ciò ha portato a questo incredibile ritardo. Resta comunque il fatto che avete atteso fin troppo tempo per colpa mia, quindi vi chiedo veramente scusa, Forse avrei anche potuto interrompere questa oneshot e provare a continuare Tokyo Underground, ma volevo proprio che questo fosse il mio primo aggiornamento dell'anno... anche perché stavo pensando di dare inizio a una mia piccola tradizione, ovvero che il mio primo aggiornamento di ogni anni fosse una bella oneshot NaruHina: l'anno scorso era stata "Hi to Yoru no Marriage" (a dire il vero era "Non lasciarmi andare", ma non perdiamoci in quisquilie e pinzillacchere!) e quest'anno è stata questa. Quindi pensavo di fare così ogni volta che inizio un anno nuovo qui su EFP. Immagino già come vi contorciate dalla paura di dovervi sorbire ogni anno un'attesa geologica come questa, ma tranquilli, dubito che una cosa del genere possa accadere... credo XD
Parlando d'altro, che mi dite di questa oneshot NaruHina ambientato nell'universo di Star Wars? Comincio col precisare che, come penso abbiate capito, è ambientata poco prima degli eventi del settimo episodio della saga e, se non lo sapeste, Lor San Tekka sarebbe quel vecchio che si vede a inizio film e che da' a Poe la mappa per trovare Luke Skywalker. Per il resto , ammetto che io non mi ritengo un grande appassionato e conoscitore della saga, alcune informazioni le ho raccattate un po' in giro su internet e altre me le ha date un amico, quindi non so quanto di quello che ho scritto faccia effettivamente parte dell'universo di Lucas e quanto invece siano solo boiate XD tipo il fatto della spada laser che da rossa diventa viola, dite che è vera? No, perché lo ritengo un punto abbastanza importante ai fini della trama, quindi non vorrei aver tirato fuori una scemenza. 
Quanto al finale, beh... che dirvi? Se avete visto il film Star Wars VII non devo spiegarvi cosa succede poi nel sistema di Hosninan, dove Naruto si è diretto, vero? Eh eh eh... che dite, si sarà salvato o sarà morto anche lui nella catastrofe? Questo non lo rivelerò io, preferisco che sia la vostra fantasia a lasciarvi immaginare se e come possa sopravvivere. Che cosa pensate voi al riguardo?
Vabbè, che altro? Niente, credo di avervi detto tutto, finalmente posso tornare a lavorare su Tokyo Underground e se il cielo me la manda buona quest'anno è la volta buona che dopo quattro anni finisco pure quella. Solo una cosetta, prima di salutarvi: quanti di voi sono sostenitori della IchiHime di Bleach? No, perché dopo aver fatto almeno un paio di aggiornamento di Tokyo Underground voglio fare una nuova oneshot con questo fandom che non ho mai provato prima :3
Detto questo, detto tutto. Alla prossima.
Jaa na!

 
   
 
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