Fumetti/Cartoni americani > Spider Man
Segui la storia  |       
Autore: TheLittleOnion    23/03/2016    1 recensioni
Peter Parker incontra Wade Wilson in un reparto oncologico. I due impareranno a conoscersi e si innamoreranno ma la malattia si fa largo prepotentemente nelle loro vite e spezza l'incantesimo.
Quello che non sanno é che-a volte- la vita da un'altra possibilità.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nel momento in cui il suo telefono aveva emesso una specie di ululato Wade sedeva sul divano tenendo la testa poggiata contro la spalla di Blind Al. Non viveva più lì da qualche tempo dato che aveva affittato un appartamento, più simile ad un'armeria che ad una casa, dove si rifugiava tra una missione e l'altra. La casa era a malapena vivibile, non c'era nulla che la facesse sembrare "sua". Nella stanza dove dormiva c'erano un letto, una rete ed un armadio dove il mercenario teneva qualche vestito civile, la biancheria intima e le sue tute. Nel complesso l'ambiente era piuttosto spoglio, salvo che per le mensole stracolme di DVDs, libri e merchandise degli Avengers (specialmemte di Cap e di un certo Ragno). Oltre che spoglio il bilocale era anche sporco e Wade non aveva pensato nemmeno per un secondo di mostrare quel porcile ad Ellie. L'uomo, nonostante l'instabilità mentale, sarebbe dovuto essere in grado di vivere in un ambiente salubre. Così, visto che aveva bisogno di trovarsi in un luogo simile ad una casa, Wade aveva raccattato dei vestiti e, ancora nella tuta, si era diretto a casa di Al, l'unico posto che gli ricordasse un po' il tepore di una casa. 

《Sono in calore i cani in questo periodo?》 

《Nah, era il mio cellulare. Credo che Wolvie mi abbia scritto.》 

La donna aveva annuito saddisfatta ed aveva rivolto nuovamente la propria attenzione ai dialoghi dei personaggi sullo schermo. Per una volta il duo non stava guardando una vecchia serie TV, infatti i due in quelle settimane si erano appassionati a Merlin e Supernatural (che Wade aveva iniziato a guardare da solo prima del gran casino). Rassegnato il Mercenario Chiaccherone aveva estratto dalle tasche della propria felpona slavata il cellulare, aveva sbloccato lo schermo e fatto un profondo sospiro.

From: Wolvie

Oggetto: Missione

Hanno reclutato tutti, specialmente i mutanti. A breve ci daranno l'esatta posizione del luogo. Allego il file che mi hanno inviato, probabilmente ti contatteranno anche loro. 

P.S: Il Ragno é venuto a parlarmi.

BOOM.

Spidey.

[ Intraprendente, il ragazzo. ]

{Davvero pensavi che Spidey si arrendesse così? Pensavo avessimo fiducia in lui.}

[TU ti fidi di lui, Yellow. TU lo trovi figo. Io penso che lui, soprattutto ora che sappiamo chi é, debba starci lontano.]

《Peter...》 

Un sussurro impercettibile e le braccia del canadese erano ricadute lungo i suoi fianchi mentre il suo sguardo si era perso nel vuoto, probabilmente fisso sulla parete, mentre la sua bocca si era aperta come quella di un pesce fuor d'acqua alla ricerca d'aria. Spidey, cioè Petey, era andato da Logan. Wade non sapeva esattamente che cosa gli avesse detto Wolverine ma era certo di una cosa: quell'idiota doveva aver confermato l'ipotesi di Spidey. Deadpool si sentiva tradito. Sapeva che prima o poi Peter sarebbe venuto a conoscenza della verità, anche Stark conosceva la sua vera identità e probabilmente negli archivi del S.H.I.E.L.D. c'erano infomazioni su di lui. Era solo questione di tempo. Sapere che era proprio Wolvie, a cui lui aveva accennato qualcosa nei mesi passati, aveva parlato lo aveva ferito...

《Credo che sia ora per te di tirare fuori le palle ed affrontare quel ragazzo. Sono anni che lo nomini perfino nel sonno! Hai rotto il cazzo, Wade!》 

La voce roca di Blind Al lo aveva strappato al flusso dei suoi pensieri. Anche le voci, soprattutto White, avevano smesso di insultare Logan e tutta l'attenzione di Deadpool si era rivolta sull'afroamericana che sembrava appena uscita dagli anni ottanta e piombata nel secondo decennio del ventunesimo secolo. 

La donna era stata diretta ed era andata dritta al punto, aveva scoccato la freccia e centrato l'obbiettivo. 

《Ma...》 

《Porca puttana, non cominciare con le paturnie sulla tua faccia! Cristo, Wade, se affronta mostri alieni come dici tu non credo che possa davvero essere scandalizzato per delle cicatrici. Le cose che gli potranno fare schifo saranno la tua faccia da pisciasotto e la tua puzza da sottopalla di cane!》 

《Com...》 

La donna si era voltata nella sua direzione brandendo il bastone con aria minacciosa mentre teneva gli occhi ciechi, coperti dagli occhiali da sole, fissi sulla sua figura.

《Non voglio sentire discussioni! Non cercare di impietosirmi coi tuoi discorsi vittimistici. É successo, porca puttana, ora guarda avanti! Hai un'occasione per vivere come avresti voluto, un idiota in grado di amarti nonostante il tuo incessante borbottio e mi tiri fuori un sacco di stronzate! Dio, Wade, ma non ti sono ricresciute le palle dall'ultima volta in cui ti hanno fatto esplodere? Perché inizio a dubitare che tu sia un uomo, davvero...》 

{Ma noi volevamo chiedere come faceva Al a conoscere l'odore del sottopalla di un cane!}

[Ha ragione. In effetti puzziamo.]

《Per la verità Wolvie mi ha scritto di una missione importante, Al. Perdonami, ma vado un secondo di sopra. Ho bisogno di silenzio, altrimenti non riesco a seguire...》 

Un sorriso impacciato aveva teso le sue labbra. La vista dei denti bianchi e perfetti cozzava terribilmente con le sue labbra perfettamente disegnate ma piene di cicatrici. La donna, che non aveva aspettato la sua risposta, aveva rivolto nuovamente la sua attenzione alla televisione e non si era degnata nemmeno di fargli un cenno per fargli capire che aveva compreso le sue parole. 

Wade era salito al piano di sopra, nella stanza in cui lui aveva dormito sin dalla prima volta in cui era approdato lì, aveva acceso il PC e, dopo essere sceso nuovamente a riempirsi una tazza di caffè, aveva iniziato a leggere il file. 

Si trattava di un progetto non troppo dissimile da cose già viste. Degli scienziati che volevano giocare a fare Dio, e dovevano aver interpretato "Il Mondo Nuovo" di Huxley in maniera sbagliata, avevano preso delle persone orfane o provenienti da case famiglia, carceri minorili, riformatori, eccetera. Il governo glieli aveva lasciati volentieri, insomma questi "benefattori" promettevano di prendersi cura dei ragazzi, educarli, farli crescere in un bell'ambiente. Probabilmente Washington sapeva che quei ragazzini venivano allevati allo scopo di diventare carne da cannone. Quello che non si era saputo, fino a qualche tempo prima, erano i fatti aberranti che accadevano lì dentro. La stragrande maggioranza di quei bambini e ragazzi era sopravvissuta alla catastrofe nucleare che aveva travolto il Nord America quasi dieci anni prima. La zona era stata circoscritta, fortunatamente i mezzi per limitare i danni di certi eventi ora c'erano e, per assurdo, anche la natura stava cercando di rimediare ai danni. Infatti quella zona aveva assunto un clima quasi tropicale salvo che per le temperature. Lì cresceva una foresta pluviale molto umida che aveva preso il posto delle metropoli e separava la Costa Est la Costa Ovest. Nella Giungla, così veniva chiamato il luogo seppur circoscritto, sopravvivevano alcune città circondate da delle campane di vetro per essere protette dalle radiazioni e dala pioggia incessante. I ragazzini erano stati "raccattati" da quei luoghi, si trattava di giovani che in passato avevano dimostrato qualche sensibilità marcata o peculiarità generale che dopo essere stati sottoposti alle radiazioni avevano assunto dei poteri. Fino a qui tutto bene, insomma insegnare a quei giovani a gestire il proprio potere era una cosa buona e giusta. Chi altro avrebbe voluto trovarsi con un esercito di mutanti impazziti a piede libero? Peccato che i ragazzini coinvolti nel Progetto Ulysses non fossero finiti in una scuola simile a quella del Professor X. Quel primo gruppo doveva essere un piccolo "test" dei metodi educativi che i cervelloni dietro al progetto avevano sviluppato. Era emerso, però, che il loro obbiettivo non era dei più nobili. Loro non volevano creare dei supersoldati, volevano mettere appunto delle armi prive di una coscienza e capaci solamente di obbedire agli ordini. Quei giovani pieni di potenziale sarebbero, poi, stati "venduti" al migliore offerente che avrebbe potuto usarli a suo piacimento. L'obbiettivo era quello di rendere quei giovani capaci di sterminare i loro compagni senza battere ciglio. L'organizzazione della vita nella struttura si proponeva di limitare lo sviluppo di legami duraturi tra gli "alunni" coloro i quali disubbidivano alle regole venivano puniti, severamente. Appena si creava un briciolo di complicità tra i ragazzi questi venivano allontanati, quelli che mostravano un briciolo di personalità o si azzardavano a dissentire venivano lasciati senza cibo né acqua e, nel caso in cui il comportamento perdurasse nel tempo, finivano nei laboratori e venivano usati come cavie umane. La cosa iniziava sempre di più a puzzare di Arma X, ma non era finita qui, quel gruppo di amabili cervelloni si era spinto oltre le torture e l'annichilimento della volontà di quei giovani. Nei laboratori erano state creati degli uteri artificiali dove potevano svilupparsi degli embrioni che venivano condizionati fin dalla nascita. Il DNA dei feti era modificato prima ancora che loro iniziassero a svilupparsi ma la cosa peggiore era il fatto che i piccoli, giunti al momento giusto dello sviluppo, venissero fatti nascere e trasferiti immediatamente in una nursery speciale. Le culle erano più simili a dei loculi che a dei lettini. I bambini vi venivano chiusi e lì le macchine si occupavano di loro. Nessuno si sarebbe avvicinato ai bambini, salvo che i medici per i periodici controlli, e loro non avrebbero dovuto avere contatti umani con nessuno. Era evidente il fatto che il nome del processo fosse evocativo, il loro "Ulysses" esprimeva il loro desiderio di voler tornare all'idea di purificazione della razza umana generando, così, una nuova specie superiore al classico Homo Sapiens.

Con una smorfia di puro disgusto Deadpool si era liberato degli occhiali, che utilizzava quando passava molte ore al PC, e li aveva gettati sulla scrivania con un grugnito. Il sorso di caffè ora gli sembrava un macigno che gli si era fermato in gola. Quello era troppo, anche per il Mercenario Chiaccherone che si era rifiutato di continuare la lettura e leggere dei metodi educativi. Quei ragazzini potevano avere l'età di Ellie e quei bastardi maledetti dovevano smettere di rovinare la vita di altre persone e di mettere in circolazione soggetti pericolosi.

Wolverine gli aveva inviato i dettagli riguardo la missione senza chiedergli se lui fosse stato intenzionato o meno a partecipare. Il suo amico evidentemente sapeva che anche Deadpool avrebbe nutrito dei sospetti riguardo ai creatori del progetto: entrambi temevano, e con ragione, che si trattasse della stessa organizzazione dietro Arma X. Salvare quei ragazzi ed evitare di creare altri mostri era diventato per loro un dovere. 

Qualche giorno dopo Deadpool si trovava sul suo jet privato. Non aveva avvisato nessuno del suo arrivo, aveva preso la decisione all'ultimo momento. Nonostante avesse paura di affrontare Peter si sentiva in dovere di intervenire. Anche la prospettiva di ottenere qualche informazione e, magari, di spaccare la faccia a chi lo aveva ridotto in quello stato, lo aveva incoraggiato ad agire. In sintesi i pro superavano di gran lunga i contro. 

Era atterrato in un aereoporto civile senza chiedere particolari autorizzazioni: il tempo in quella zona non era dei migliori e, probabilmente, i piloti amatoriali non avrebbero avuto voglia di farsi un giretto. Attraversato un bosco molto fitto che, evidentemente, doveva risentire dell'influenza della Giungla non troppo distante Deadpool era giunto in prossimità dell'edificio. Lì accanto, nascosti nella vegetazione, c'erano degli elivelivoli S.H.I.E.L.D. Attorno allo stabile c'era un generale movimento e, nonostante i sensi di Wade non fossero particolarmente sviluppati, il suo udito allenato percepiva chiaramente la presenza di voci familiari. Tra gli arbusti aveva scorto una macchia gialla e poi uno scintillio. Trattenuta una smorfia si era avvicinato cautamenre anche se, scorte la capigliatura scompigliata e la barba folta, era apparso nel suo spandex rosso trovandosi di fronte ai membri, nuovi e vecchi, degli X-Men. Dopo essersi scambiati dei saluti ed essersi aggiornati riguardo alle reciproche situazioni, il gruppo di mutanti aveva iniziato a discutere i piani. A quanto pareva erano state dispiegate parecchie forze perché non era certo a quanto ammontasse il numero di allievi presenti nella struttura e non si conoscevano le loro abilità. Sul posto erano presenti gli Avengers, i Fantastici Quattro (al pensiero di Johnny Storm Wade aveva fatto una smorfia disgustata), gli X-Men e la A-Force. Oltre a loro c'erano anche i "randagi", come Deadpool, che erano stati contattati ed avevano deciso di partecipare volontariamente. A quanto pareva sarebbero stati gli Avengers ad entrare nel cuore del luogo: i laboratori. Banner e Stark erano tra i pochi in grado di capire cosa diavolo fare in quella situazione e quali dati salvare. Già, perché sicuramente il luogo dove giocavano a fare Dio era provvisto di un sistema di autodistruzione e, probabilmente, gli amabili scienziati lo avrebbero attivato per cancellare qualsiasi prova riguardanti i loro "esperiementi". Anche i ragazzi erano pericolosi ed in pericolo ed arginarli sarebbe stato compito delle forze restanti, anche perché nessuno sapeva se in caso di pericolo per la "fortezza" i ragazzi avessero attaccato. Quelli dello S.H.I.E.L.D. avrebbero aspettato fuori, pronti a mettere in gabbia tutti quelli che riuscivano a raccattare. Ovviamente, cosa che non doveva preoccupare Wade o Logan, c'erano anche dei medici ma per loro due in particolare erano un tantino inutili. 

{Che noia, ho voglia di far saltare qualche testa.} 

[Pensavo stessimo cercando di superare questa fase e diventare degli eroi.]

{Ugh, ma senza Spidey...} 

Wade si era morso la lingua rischiando di mozzarsela, non sarebbe stato esattamente il massimo sprecare la sua razione di cibo sporcandola di sangue, inoltre restare una mezz'ora senza lingua durante una missione di gruppo sarebbe stato tremendo. Certo, a poca distanza c'era il Professor X ma Wade non aveva proprio voglia di permertergli di invadere la sua testa. Sarebbe stato imbarazzante, specialmente se Deadpool avesse incontrato una certa figura in spandex rosso e blu.

Con un profondo sospiro il Mercenario Chiaccherone ascoltava in silenzio gli altri mutanti chiaccherare dei loro affari: era evidente il fatto che alcuni di loro fossero rimasti in contatto e, nonostante Wade fosse un tipo loquace, avevano imparato e ad ignorarlo. L'unico con cui l'uomo avesse mantenuto qualche rapporto era Wolverine che non era esattamente loquace e guardava le lame in adamantio mentre le puliva con cura. Dopo aver tagliato l'ennesimo filo d'erba a metà servendosi della propria katana, mentre sentiva gli altri spettegolare riguardo a qualcuno di cui lui non sapeva nulla, si era deciso ad affrontare l'argomento che restava in sospeso tra lui e Logan anche se, a dire il vero, rendeva più agitato Wade. Infondo Wolverine non aveva nulla da perdere, anche perché non teneva particolarmente a Deadpool. Così, dopo aver fatto un profondo sospiro, la figura in rosso si era voltata verso quella in giallo. Dopo qualche secondo Logan aveva alzato lo sguardo dalle lame e lo aveva rivolto sul Mercenario Chiaccherone. 

《Sei stranamente silenzioso oggi.》

{Come se non sapesse perché lo siamo!}

[L'ironia di Wolverine é pietosa, vorrei infilargli quelle fottute lame negli occhi per l'eternità. ]

{Ottima idea...! Anche se lui cercherebbe di fare lo stesso con la sua mano libera!} 

Deadpool aveva alzato gli occhi al cielo e si era schiaffato una mano in faccia con aria melodrammatica. Per una volta era lui quello che cercava di essere serio e non aveva la minima intenzione di sopportare del sarcasmo, specialmente riguardo la sua situazione delicata.

《Lo sai bene perché sono in silenzio.》 

Lo sguardo impassibile di Logan si erano fissato su di lui per qualche istante, il bastardo voleva sentirgli fare la domanda anche se sapeva bene a che cosa si stava riferendo.

《Glielo hai detto, vero?》 

《Sì, ci era già arrivato da solo. Penso sia incazzato con l'Uomo di Latta, sai, non gli ha detto che eri tu fin dall'inizio. Evidentemente sperava che lui non lo scoprisse mai o lo scoprisse troppo tardi. In qualche modo pensa di essere suo padre.》

Logan aveva scrollato le spalle e sospirato ritraendo le lame con uno sbuffo, nel frattempo gli altri avevano continuato a scherzare ignari della loro conversazione.

《Gli devi molto. Ha fatto tanto per te, e lo sai. 》 

Wolverine non aveva alcun torto, anzi una ragione oscena ma non conosceva Peter non l'aveva mai visto sotto la maschera: lui era bello da togliere il fiato, intelligente, il suo umorismo era tagliente, il suo cuore d'oro e lui, ora, era anche un eroe. 

{Brutto bastardo! Fa lo gnorri...Come se non avesse alcuna colpa in questa faccenda!}

[Noi siamo Freddy Kruger.]

{Non é vero, abbiamo un certo fascino...} 

[Yellow, davvero, le nostre mani sono sporche di sangue.]

{Peter ci ha accettato per come siamo, é lieto del nostro cambiament...}

Un nuovo morso sulla lingua, più forte. Ora il muscolo restava attaccato solo grazie ad un lembo di pelle:in questo modo la cicatrizzazione sarebbe avvenuta più in fretta. Poi tutti si erano alzati, era scattato il segnale, Wade aveva bevuto un sorso d'acqua e poi li aveva raggiunti. 

Gli Avengers, come giá stabilito dai piani, erano stati i primi ad entrare nella struttura, diretti ai laboratori. I Fantastici Quattro, invece, avrebbero perlustrato l'interno della struttura cercando di raccogliere più informazioni riguardo ai "metodi educativi" del Progetto Ulysses. Gli altri avrebbero dovuto aspettare all'esterno per non allarmare nessuno all'interno della struttura. Una lunghissima mezz'ora dopo si era sentita chiaramente un'esplosione. Gli eroi erano usciti allo scoperto ed avevano visto con i loro occhi crollare un edificio. Ovviamente la maggioranza dei mutanti nel gruppo aveva raggiunto il luogo, Deadpool compreso, ed i loro peggiori sospetti si erano avverati: i dormitori e la mensa erano esplosi. A quell'ora la stragrande maggioranza di alunni ed insegnanti doveva trovarsi in quel luogo, soprattutto i più piccoli. Era difficile pensare a cosa fare, alcuni erano entrati nell'edificio, altri avevano cercato di spegnere le fiamme. Wade non ci aveva pensato nemmeno un attimo ed era entrato sperando, pregando, di trovare qualcuno e di riuscire a salvarlo da quell'inferno. Nei dormitori dei ragazzi più grandi non c'era nessuno, ovviamente loro avevano lezione al pomeriggio. Il disastro era avvenuto nel dormitorio dei bambini in età prescolare. Le stanze, spoglie, andavano a fuoco, entrare era stato un'impresa: non essendoci nessuno dotato di superforza Wade aveva dovuto aspettare che qualcuno lo raggiungesse per rimuovere le macerie dalla porta. Non si poteva nemmeno sapere se l'edificio era in sicurezza o meno. 

Nel momento in cui era entrato Wade lo aveva sentito immediatamente: il luogo era infestato dall'odore del fumo ma anche da quello dolciastro della carne bruciata. Sui lettini in ferro si notavano delle sagome simili a corpi rannicchiati in posizione fetale. Molti di quei bambini erano stati arsi vivi e, i più fortunati, si erano ritrovati un calcinaccio in testa ed erano morti sul colpo. Due occhi chiari, in un angolo, avevano guardato verso il gruppo di mutanti. Forse c'era una speranza, forse qualcuno poteva essere salvato. Nello sguardo del piccolo c'era una paura folle ed un odio incredibile verso quegli intrusi che lui, evidentemente, vedeva come minacce e non come una possibilità di salvezza. Deadpool aveva visto quell'espressione solo sui volti dei supercattivi. Sembrava assurdo che un bambino tra i quattro ed i sei anni potesse provare un sentimento tanto terribile eppure, in qualche modo, il Mercenario Chiaccherone riusciva a comprenderlo: probabilmente quel piccolo non aveva mai avuto la fortuna di ricevere affetto, gentilezza, amicizia. Nello stesso istante in cui Wade aveva cercato di muoversi verso di lui il bambino si era buttato tra le fiamme con un balzo. Per qualche istante Deadpool era rimasto in silenzio aveva guardato la scena allibito e le mani avevano iniziato a tremargli. Come poteva un bambino di circa l'età di Ellie buttarsi tra le fiamme volontariamente? Nel frattempo qualcuno aveva spento il fuoco ma del bambino ormai non restavano altro che qualche osso arso dalle fiamme,

Dopo quell'accaduto il Mercenario Chiaccherone era uscito dall'edificio, bisognoso di scrollarsi di dosso quella sensazione. Wolverine, Tempesta, Nightcrawler ed altri erano rimasti lì mentre Wade era uscito per cercare eventuali altri superstisti. Della mensa ormai non restavano altro che i muri portanti carbonizzati quindi era inutile recarsi in quel luogo. Al limitare del bosco Deadpool aveva scorto una giovane dai capelli rossi ed una bambina bionda ma i due non sembravano essere usciti da quell'inferno. Era evidente che si volessero bene e non indossavano nulla di simile ad un' uniforme, probabilmente i loro genitori erano degli hippies che vivevano nella foresta e loro erano accorsi dopo aver sentito il boato. Wade aveva fatto loro cenno di stare lontano ed il duo si era rifugiato nella foresta nel frattempo lo sguardo del bambino tra le fiamme continuava ad affiorare nella sua mente. White lo accusava di essere stato un codardo, di non aver agito. Yellow, invece, stava miracolosamente zitta. Con un grugnito il Mercenario Chiaccherone si era portato le mani al viso sbuffando irritato. Rassegnato aveva preso a massaggiarsi le tempie e a respirare lentamente nel tentativo di far tacere quella voce. 

Quando il mutante aveva alzato la testa qualcosa di luccicante aveva attirato la sua attenzione. Qualche secondo dopo si era sentito un tonfo e dei passi leggerissimi sull'erba si erano avvicinati a lui. Ora il Mercenario Chiaccherone si trovava di fronte all'edificio principale, di fronte a lui si trovavano delle specie di "blocchi" che , probabilmente, dovevano ospitare delle aule che stavano per essere raggiunte dall'incendio. Di fronte all'edificio si trovava una specie di giardino, dove i giovani si allenavano con il bel tempo. I passi, nel frattempo, si erano fermati e, nonostante Wade non avesse dei sensi particolarmente sviluppati, percepiva il calore proveniente dalla figura di fianco a lui. Nonostante lui facesse di tutto per non posare il suo sguardo su quel corpo, cosa inutile visto che indossava la maschera e l'altro non poteva vederlo, il rosso ed il blu della tuta in spandex si erano impressi sulla sua retina. 

{Spidey!}

[Scappiamo, presto!]

{Non ascoltiamo! Spid...Petey... é qui. Facciamo qualcosa! }

[Scappiamo, appunto. Vorrà vedere la nostra faccia, Yellow! Ci odierá!]

{Vuoi davvero rinunciare a vedere quel culo in spandex per sempre?}

Dopo aver fatto una smorfia il canadese si era voltato verso il Ragno di pochissimo. Imbarazzato si era grattato la nuca sperando che qualcosa potesse venirgli in aiuto. Nulla, nessun segno di movimento, le aule sembravano deserte. 

《Uhm...》 

Spidey, cioè, Peter aveva sorriso. Uno di quei sorrisi aperti e luminosi. Uno di quei sorrisi che minacciano di farti stirare la mascella. E, Dio, doveva essere bellissimo sotto la maschera: l'ottava meraviglia del mondo anche se nella lista personale del mutante lui era la prima. 
Il ragazzo aveva alzato la mano guantata di rosso dopo avergli toccato la spalla, nel tentativo di avere la sua attenzione.

《Perdi colpi, sai? Non credo che quel fazzoletto rosso che grida "Spiderman" e "Deadpool" fuori da quella finestra minuscola sappia parlare. Anche se non vedo nessun braccio che lo sventola penso che lì ci sia qualcuno. 》 

Spidey, come sempre, aveva ragione: qualcuno si stava sgolando per ottenere la loro attenzione. Anche se Deadpool non riusciva a vedere nessuno. Pochi istanti dopo il vetro di un'aula poco distante era scoppiato e Wade, istintivamente, si era mosso per scostare Peter che, avvertito dai suoi sensi di ragno, lo aveva spostato dalla traiettoria delle schegge di vetro. In quell'istante le loro mani si erano sfiorate svariate volte. Il castano cercava le dita guantate della mano di Deadpool. E, nonostante la maschera, il Mercenario Chiaccherone sapeva che i suoi occhi erano puntati sul suo volto: era evidente che tutto quello che Spidey voleva era trapassare gli strati di spandex e pelle e guardarlo in viso, fissare i suoi occhi da Bambi in quelli azzurri di Wade. 

Alla terza volta il mutante aveva ceduto e, impacciato come non mai, aveva catturato le sue dita da pianistra e le aveva intrecciate con le sue piene di cicatrici e calli causati dalla familiarità con le armi. In quell'istante qualcosa aveva fatto "click", era come se il pezzo di puzzle che non voleva entrare fosse finalmente andato al suo posto o, per usare una metafora da mercenario, si poteva dire che qualcuno doveva aver finalmente trovato la combinazione giusta per aprire la cassaforte. Deadpool aveva trovato la forza di incrociare lo sguardo di Spiderman dietro la maschera ed un debole sorriso era apparso sulle sue labbra che lui stava tormentando mordicchiandole. Non si era mai sentito tanto in imbarazzo, poteva giurare che la mano gli stava sudando e si sentiva come un dannato adolescente alla prima cotta: farfalle nello stomaco, palpitazioni insomma il pacchetto completo. 

{CI STA STA STRINGENDO LA MANO. E SORRIDE. BACIAMOLO! }

[MA CHE VI PRENDE? WADE, ASCOLTAMI, TI PREGO. L A S C I A L O.]

Fortunatamente il dibattito tra White e Yellow era stato interrotto da Peter che manteneva un minimo di lucidità e pensava al povero ragazzino e all'incendio che avrebbe raggiunto il bagno molto in fretta. 

《Saliamo?》 

Strappato bruscamente dalle proprie elucubrazioni mentali, il mutante aveva guardato la finestra grattandosi la testa. Nn saebbe riuscito in alcun modo a passare tutto intero da quella finestra a vasistas. Con un sospiro Wade si era mosso ed aveva girato attorno all'edificio trovando un'aula con la finestra aperta allo stesso piano, probabilmente entrare di lì sarebbe stato semplice. 

《Entriamo da qui, Bambi. Tu sei flessibile e snello, le mie spalle da armadio non mi farebbero mai passare per quel pertugio!》 

[Davvero, Bambi?!?! Che cazzo di soprannome é!?!?]

{Spidey é il nostro Bambi. Tu sei invidioso perché non hai mai guardato i suoi occhioni marroni!}

[Ma rovineremo la sua vita, non capisci?]

{White, davvero, non é che ti piangi addosso e sputi veleno solo perché sei un codardo e perché hai paura di essere meno presente nel caso in cui lui facesse parte della nostra vita in maniera stabile?}

Non c'era stata alcuna replica da parte di White e la conversazione tra le voci si era interrotta. Nel frattempo Peter, stranamente, non aveva fatto alcun commento sarcastico semplicemente gli erano sfuggiti un mugugno impossibile da decifrare ed una risatina nervosa. Poi, in silenzio, si era avvicinato al muro e si era voltato verso di lui schiarendosi la voce. Oh, già, Wade era talmente preso dall'assenza delle voci che si era dimemticao di dover aggrapparsi a Peter. Ecco, quella, era una situazione dannatamente imbarazzante. Comunque fosse c'era una vita da salvare ed il pensiero di quel culo in spandex non avrebbe dovuto occupare così tanto il suo cervello, specialmente dopo quello che era accaduto. Muovendosi in maniera incerta sulle gambe coperte dagli stivaloni Deadpool aveva raggiunto Spiderman e si era aggrappato a lui stringendo le gambe attorno alla sua vita. Nonostante le immagini del bambino di poco prima avessero ripreso ad affolare la sua mente la sensazione di quei globi sodi in corrispondenza delle sue parti intime era impossibile da ignorare. A Wade era già successo di trovarsi con una mezza erezione in situazioni simili ma riusciva a trattenersi immaginandosi Spidey come un ragazzo troppo giovane per lui o, volendo, un uomo peloso come un ragno. Quest'ultima era quella che funzionava meglio e non lo faceva sentire un dannato pedofilo. Ora che il Mercenario Chiaccherone conosceva la persona che si nascondeva sotto lo spandex e non sapeva se sarebbe riuscito a trattenersi ed anche Peter sembrava piuttosto rigido (non in quel senso, eh!) semplicemente era parecchio nervoso a causa dell'improvvisa vicinanza e della posizione in cui si trovavano. 

[Fantastico. Abbiamo una fottuta erezione.]

{A lui piacerà di sicuro! Ci trova sexy da morire!}

[Visto che non volete ascoltarmi non mi pronuncerò più al riguardo. Ma sappiate che arraparsi come dei quindicenni é patetico.]

{Shhh...!}

《Ora che siamo in confidenza posso chiedertelo: hai mai usato quelle ragnatele aper fare cose a letto? Sai, ho sempre pensat che Spidey fosse piuttosto interessato al BDSM però ora che so che sei tu...Non lo so. Ho sempre pensato fossi da vanilla...! Ma all'epoca eri un cucciolo e non avevi avuto certe fiamme con dell torce che durano quanto un fiammero...!》

Il Ragno si era limitato a grugnire e poi sbuffare continuando la sua scalata sena degnarsi di rispondere come avebbe fatto di solito. Stavolta perché, probabilmente, doveva essere parecchio in imbarazzo.

Il mutante aveva scavalcato la finestra ed era entrato nell'aula: tutto sembrava in ordine e non c'era nessuno in vista. Quel piano, fortunatamente, non era ancora stato raggiunto dalle fiamme, ma non c'era tempo da perdere. Probabilmente in quel momento gli Avengers avevano raggiunto il laboratorio e solo Dio (o l'autrice) poteva sapere che cosa pensavano quelle menti malate. Probabilmente gli scienziati avrebbero premuto il pulsante per l'autodistruzione e avrebbero fatto fare "ka-boom! " alla struttura. Con un sospiro Wade si muove dentro l'aula, é da un bel po' che non mette piede in un luogo simile. Controlla negli armadi, non sia mai che qualche bullo abbia rinchiuso un compagno dentro l'armadio della classe. Anche Spidey era entrato solo che lui si guardava intorno spaesato (Hey! Lui é un genio, tecnicamente dovrebbe essere abituato alle aule scolastiche!). Quando Deadpool si rende conto del motivo per cui il Ragno evita di guardarlo é troppo tardi. La sua erezione, come c'era da aspettarsi, era perfettamente visibile sotto lo spandex. Certo, ora non era eccitato come prima però il rigonfiamento si vedeva comunque. 

《Ok, probabilmente rinchiuso in quel bagno c'è un ragazzino. Io penso a cose deprimenti, da tagliarsi le vene! Diventerò un emo anziano per qualche minuto! Però non mostrarmi il culo, ti prego...! Cancellerai i miei sforzi sovrumani con un movimento dei tuoi fianchi...!》 

{Dovresti sapere che effetto ci fa!} 

[Lo chiamano genio e poi si imbarazza per certe cose...]

{Petey é un bravo ragazzo!}

Peter, nonostante il probabile rossore sotto la maschera, non era riuscito a trattenere il ghignetto che era apparso sulle sue belle labbra. Oh, beh, quel risvolto era stato...Inaspettato. Nei suoi ricordi Peter era casto, dolce e sarcastico. Wade non avrebbe mai pensato che una situazione umiliante potesse...Poi, però, si era reso conto che in quel momento lui era a letto, malato e aveva il cancro ed il ragazzo (probabilmente ancora sotto gli effetti degli ormoni dell'adolescenza) si doveva essere trattenuto parecchio. In più vedere Wade in imbarazzo doveva essere una sorta di vendetta per tutte le volte in cui lui aveva messo in imbarazzo Spidey/Peter.

《Non venirmi a dire che sei un dannato...》

《Oh, Wade, non ho il kink dello shaming. Semplicemente sapere che ti faccio provare ancora certe cose nonostante tu sappia chi c'è sotto la maschera...》

{Ow, Spidey...!}

[Metti da parte il sarcasmo per un attimo. Non ti sembra un tantino insicuro?]

Effetivamente Peter suonava come tale, anzi sicuramente lo era. Probabilmente il castano era convinto che l'adorazione per quel cul... glutei potesse svanire ma il suo Bambi non sapeva quanto la vista del suo viso ( e del suo corpo *coff*) fosse stata una grandissima gioia per lui durante i lunghi mesi che aveva trascorso in ospedale. Il canadese, dal canto suo, si era evitato le palpate ed i commenti troppo spinti perché aveva a che fare con un diciassettenne timido e, probabilmente, innocente anche se la cosa, poi, si era rivelata falsa.

[Il tuo Bambi...?!?!?]

{White, taci! Siamo in missione e abbiamo adrenalina ovunque, fottiti. Ci deprimeremo dopo!} 

《Ok, ne parliamo dopo di certe cose! Abbiamo una vita da salvare.》

Spidey aveva annuito ed i due eroi erano usciti dalla stanza cercando, in primo luogo, di raggiungere il bagno e salvare il ragazzino che li aveva riconosciuti- e non se n'era uscito dicendo cose tipo "Hey! Ma voi siete due Spiderman?!?!?". Raggiunto il bagno da cui provengono le urla i due notano delle fiamme, l'esplosione precendente, probabilmente, aveva causato un qualche guasto all'impianto elettrico del bagno ed ora l'ingresso era bloccato. Anche dei calcinacci erano caduti, ma non sarebbero stati certamente quelli ad impedire loro di entrare. In frettabi due avevano rimosso i detriti che bloccavano l'ingresso ed avevano guardato le fiamme con aria decisa.

《Entriamo insiem...》

Deadpool aveva poggiato una mano sulla spalla di Spidey facendo un profondo sospiro ed aveva scosso la testa. Era evidente che né lui né le sue voci avevano intenzione di fargli attraversare le fiamme. 

《No, entro io. Prendo il ragazzino e tu lo porti al sicuro mentre io controllo che non ci sia qualcuno in giro. Okay?》 

Il Ragno aveva fatto una smorfia ma poi aveva annuito, rassegnato, sapendo perfettamente che discutere con Deadpool, soprattutto ora che lui conosceva la sua identità segreta, sarebbe stato inutile ed avrebbe fatto loro perdere un sacco di tempo. Così Wade aveva attraversato le fiamme in un lampo, sentendole a malapena sulla pelle tanto il contatto era stato rapido. Senza fare troppe cerimonie il Mercenario Chiaccherone aveva buttato giù tutte le porte e, giunto alla terza da sinistra- quella da cui provenivano le urla- era rimasto un tantino interdetto. Insomma, il mutante aveva sentito un urlo di spavento ed il fazzoletto era rientrato nel bagno ma non si vedeva nessuno anche se, tendendo l'orecchio, l'anti-eroe riusciva chiaramente a percepire un altro respiro oltre al suo.

《Hey...! Dove sei...?》

{Forse ci tocchiamo troppo...Non ci vediamo più...! Stiamo diventando ciechi...!}

[Yellow, ti prego! Siamo in una scuola di superumani e mutanti...]

{Giusto...!}

《Oh...Già. 》

Di colpo un ragazzino pallido come un lenzuolo, dai capelli scuri e chiaramente denutrito era apparso di fronte al Mercenario Chiaccherone rivolgendogli un sorriso imbarazzato mentre teneva lo sguardo basso e si tormentava le mani magre da far spavento. 

《Scusa, non me n'ero nemmeno accorto! 》

《Nessun problema...! Sono Deadpool e non vogl...》

Di colpo i suoi occhi dorati si erano alzati sulla maschera e sul suo viso era apparsa un'espressione adorante anche se visibilmente impacciata.

《Ti conosco, sai. Tu e Spidey siete i miei supereroi preferiti!》

{UN FAN? OH. MIO. DIO. UN PICCOLO FAN! ADOTTIAMOLO, VI PREEEGO!}

[Che diavolo fanno ai ragazzini per renderli così stupidi?!?! Non non siamo eroi, ma solo super!]

A pensarci bene il ragazzino invisibile doveva essere di un'età compresa tra i dodici ed i quindici anni e, probabilmente, aveva fatto a tempo a sentir parlare di lui. Visto il suo stato fisico e le emozioni che lasciava trasparire il suo corpo il moretto era uno dei "dissidenti" del programma. Si vedeva che quel piccolo doveva aver visto cose terribili. Probabilmente era uno di quei ragazzini che si aggrappavano alle notizie dall'esterno e che mantenevano la loro personalità nonostante i risultati fossero un'evidente denutrizione e chissà quali torture.

《Sarei uscito da solo. Ma sono troppo debole. Sai, sarei sopravvissuto alle ustioni per il fattore rigenerante, anche se il mio é lento rispetto a lui ma...Quelli stronzi mi hanno chiuso dentro e non riuscivo a buttare giù la porta.》

Impacciato il moro si gratta la testa e, di colpo, Deadpool lo prende tra le sue braccia senza saper bene cosa dire o cosa fare. Insomma per lui é piuttosto strano ricevere dei complimenti, men che meno ritrovarsi faccia a faccia con un giovane fan! Così, si limita ad uscire dai bagni attraversando l'enorme stanzone.

《Appena mi sarò ripreso avrai un sacco di roba autografata mia e di Spidey, giuro! Ti do' anche il permesso di fondare il mio fan club ufficiale! Riconosciuto dal grande Deadpool! E tu...》

Aveva abbassato lo sguardo sul ragazzino sentendosi piuttosto in imbarazzo a causa della propria maleducazione. Insomma, non gli aveva nemmeno chiesto il nome!

《David. David Green.》

《E tu Dave sarai il presidente a vita!》

[Davvero credi che avrà amici facendo il presidente del Deadpool fanclub?]

Con un grugnito il Mercenario Chiaccherone aveva attraversato nuovamente l'incendio, stando attento a non esporre alcuna parte del corpo del ragazzino alle fiamme. Uscito di lì, il viso del giovane si era illuminato quando aveva aveva notato Spidey. Probabilmente quella giornata per lui doveva essere una specie di Natale elevato al cubo: non solo veniva salvato da quell'incubo ma aveva la fortuna di essere salvato dai suoi due eroi preferiti!

《Ora Spidey ti porterà fuori di qui e al sicuro! 》

Aveva detto rivolto al ragazzino. Poi aveva alzato lo sguardo sul Ragno e, guardando dritto negli occhi della sua maschera, aveva aggiunto con un tono che non ammetteva repliche.

《Nel caso in cui dovessi trovare qualcun altro ti faccio un fischio, ok?》 

Spidey non gli aveva risposto si era semplicemente limitato a sistemarsi il ragazzino adorante addosso e poi si era diretto verso l'aula. Era uscito dalla finestra e si era calato al piano di sotto, sparendo dal campo visivo di Deadpool. Con un sospiro l'uomo aveva ripreso a controllare quel piano andando alla ricerca di qualsiasi corpo cosciente o non. Ovviamente restava all'erta dato che ricordava bene l'odio negli occhi del piccolo che cozzava tanto con l'adorazione del ragazzo più grande-David- era evidente come per lui, nonostante i traumi, ci fosse qualche possibilità di tornare ad una vita normale. Cosa che per il bimbo sembrava piuttosto remota. Improvvisamente il mutante aveva pensato che, alla fine, la piega che avevano preso gli eventi era stata la migliore visto che quel bambino che aveva subito il lavaggio del cervello probabilmente avrebbe passato la propria esistenza rinchiuso in una cella di un carcere di massima sicurezza.

Dopo una decina di minuti Wade aveva finito di controllare il luogo. Aveva trovato dei cadaveri carbonizzati e nulla di più. Così si era diretto verso l'aula da cui erano entrati, anche perché si erano sentiti dei crolli preoccupanti ed il fumo, ormai, riempiva i suoi polmoni. Certamente la sua morte non sarebbe stata definitiva ma morire carbonizzati dopo essere stati bloccati da una massa di macerie non era esattamente il massimo e, davvero, per rigenerarsi completamente ci voleva un tempo infinito, senza considerare il dolore, ovviamente.

Nel momento stesso in cui Wade si era affacciato alla finestra gli Avengers erano entrati nel laboratorio e Peter lo guardava dal basso, deciso a salire per recuperare Wade e farlo scendere. In quello stesso istante Wade una strana vibrazione. Spidey aveva guardato verso l'alto allarmato, evidentemente i suoi sensi di ragno lo avevano dovuto avvertire del pericolo imminente, ed il Mercenario Chiaccherone si era lasciato sfuggire una sfilza d'imprecazioni. 

《WADE!》 

Deadpool conosceva fin troppo bene quel suono e, nonostante la voce di Peter che pronunciava il suo nome con sincera preoccupazione fosse una cosa meravigliosa da sentire, l'Uomo Ragno sembrava non volersi spostare e quindi il mutante si vedeva costretto ad agire pregando di evitare una catastrofe. 

《Merda.》 

Restavano pochi millesimi di secondo prima che l'edificio crollasse e Peter non si sarebbe potuto allontanare abbastanza in fretta. Così, senza pensarci due volte, il canadese si era buttato giù dalla finestra ed era atterrato sul Ragno, impedendogli di sfuggire. Qualche secondo dopo si era sentita un'enorme esplosione ed il suo corpo, ringraziando il cielo molto più robusto e ampio di quello di Spidey, gli aveva fatto da scudo.

Non appena il castano si fosse ripreso probabilmente sarebbe sfuggito alle fiamme che si stavano sviluppando anche sull'erba ed avrebbe raggiunto gli altri.

Vivo e vegeto. 

Sano e salvo. 

L'odore dolciastro di carne bruciata solleticava le narici del Mercenario Chiaccherone e gli aveva fatto brontolare lo stomaco, probabilmente quello non era il momento migliore per pensare al barbecue, visto che un pezzo di cornicione era atterrato sulla schiena e gli aveva spezzato la spina dorsale in due senza contare il calcinaccio che aveva colpito la sua nuca. La sensazione familiare di oscurità aveva iniziaro ad avvolgerlo. Il respiro si era fatto difficoltoso e le palpebre, pesanti come macigni, si erano chiuse. Le voci nella sua testa avevano iniziato a scemare lentamente. 

《W-Wade..,!》 

Un sussurro roco e pieno disperazione era sfuggito dalle labbra di Peter e Wade si era chiesto quanto stupido era stato a non riconoscere la sua voce prima ed evitare di avvicinarglisi e creare un rapporto di amicizia con il suo eroe. Deadpool aveva lasciato ricadere la propria la testa leggermente di lato, in modo da premere il naso contro il collo della tuta di Spidey.

《Petey-Pie...》

Un rantolo impercettibile che era coinciso con il suo ultimo respiro e poi il nulla aveva assorbito il dolore atroce e terribile che era una costante nella sua vita.

Silenzio.

Pace.

Era stato il modo migliore in cui fosse mai morto. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Spider Man / Vai alla pagina dell'autore: TheLittleOnion